Dopo il primo, l’Editrice Feltrinelli, oggi, 27 maggio 2021, mette in commercio il secondo romanzo della nostra scrittrice emiliana-sarda Sarah Savioli.
I nostri gattini si sono ridotti da un potenziale di venti a dieci e, tolte le quattro mamme, non circolano ancora nel giardino della nostra, per scoprire il mistero della sua assenza e per essere nutriti abbondantemente dalla mamma della scrittrice, ma forse anche da lei.
Verrà quest’anno a farsi baciare dal nostro sole e dal nostro mare? Verrà ad inondarsi del giallo vanghogghiano in piena estate? Oppure la fama che l’ha baciata in fronte le impedirà di tornare nei luoghi della sua infanzia, adolescenza e parte della sua giovinezza? Abbiamo chiesto ai gatti, ma non sanno dirci nulla! Abbiamo chiesto agli uccelli che le mamme hanno catturato per insegnare l’arte ai loro figlioli, ma non abbiamo fatto a tempo: erano già passati all’Eden degli animali.
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Don Gabriel era stato nominato parroco, se non erro tre anni fa, a Chiaramonti nella parrocchia di San Matteo Apostolo ed Evangelista, protettore prima dei Doria e del borgo e poi del paese che è cresciuto a dismisura urbanisticamente, ma anche come popolato, se pensiamo agli oltre ottocento abitanti del 1689. Se prima sono stati i missionari europei ad andare in Africa ora sono gli africani che vengono ad evangelizzare le popolazioni europee. Dopo un’esperienza e formazione tra i Clarettiani il nostro gioioso sacerdote era approdato in Sardegna come collaboratore del parroco a Porto Torres, come parroco prima di Torralba, poi di Giave e infine di Chiaramonti. Era indubbiamente un bell’uomo di 56 anni , gioioso, festoso anche con quelle sue camice colorate che indossava d’estate. Nelle varie ricorrenze ha portato l’entusiasmo del cattolicesimo africano con battimani e con sorrisi, suscitando nei fanciulli del catechismo una forte gioiosità.
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Commenti disabilitati su “Don Gabriel Mpolo Anpwas (1962-2021), parroco di Chiaramonti, dopo un anno di indicibili sofferenze, torna alla casa del Padre Celeste” di Angelino Tedde . Leggi tutto

S
i parla e si scrive sovente di cicli. Ad esempio si dice ciclo della vita che comprende la nascita, le varie tappe dell’età, il matrimonio e la morte. Esiste anche il ciclo del tempo per indicare le stagioni: primavera, estate autunno e inverno. Ma esiste anche il ciclo liturgico che in genere collima col ciclo della luna. E potremmo continuare coi cicli. In questo capitolo della sua opera Rosanna Pisanu parla del ciclo della vita coi suoi riti conosciuti a Sanluri attraverso le testimonianze raccolte sul campo, letteratura o opere bibliografiche, ricerche di dati presso il Comune di Sanluri. L’argomento è interessante, ma occorre tener presente che si tratta di accenni alle tradizioni popolari, eventi di antropologia culturale che costituiscono una discipline interessante, ma abbastanza difficile da trattare da parte degli stessi storici, antropologi culturali e etnologi. La nostra professoressa si è dedicata per quanto è nelle sue abilità ad effettuare questa ricerca che noi volentieri pubblichiamo fermo restando che non siamo specialisti ai quali spetta l’ultimo giudizio su questo lavoro di raccolta. (La Redazione).
Questo contributo è tratto dal libro di Rosanna Pisanu, Sanluri. Biblioteca della memoria.s.l s.e. 2003, pp. 361
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Nacque a Serdiana (Cagliari) il 31.7.1907.
Entrò in Seminario dopo essersi laureato in Scienze Economiche e ben formato come militante di Azione Cattolica.
Fu ordinato Sacerdote il 28.7.1935.
Fece esperienza di ministero come cappellano militare in diverse sedi e, quando fu eletto Vescovo di Foggia, il 9.3.1955, era Cappellano Maggiore presso l’Accademia militare di Modena.
Fece ingresso in Foggia il 12.6.1955: era il centenario dell’erezione della Diocesi.
Nei mesi successivi all’ingresso pose la prima pietra per le erigende Chiese di S. Giuseppe Art. e S. Ciro. Promosse la “Settimana liturgica”, in tutte le parrocchie.
Inaugurò la monumentale tomba di Mons. Farina; consacrò la Diocesi al S. Cuore, di cui era devotissimo e ripristinò la pia pratica dei ritiri di perseveranza.
Curò l’Azione Cattolica.
Eresse parrocchie: S. Cuore, S. Giuseppe Art., S. Ciro e S. Pio X, pose la prima pietra per l’erigenda Parrocchia di S. Paolo Ap. al quartiere CEP.
Nel 1957 si recò in ogni parrocchiaper la S.Visita e, successivamente, per realizzare “la Settimana del Vangelo”.
Tenne molto all’ azione pastorale nelle scuole, negli uffici e nelle fabbriche, proponendo in questi ambienti la celebrazione del Precetto Pasquale.
Particolare attenzione ebbe per i poveri e gli ammalati, sovente visitati negli Ospedali.
Ma dueopere di rilevante importanza lo fanno particolarmente ricordare: la realizzazione del nuovo Monastero, agli inizi di Via Napoli, e il nuovo moderno Seminario Diocesano intitolato al S. Cuore, a Km.2,500 su Via Napoli.
Concluse la sua intensa attività a Foggia il 22.3.1962: promosso Arcivescovo di Sassari.
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Mario Nieddu nacque a Nulvi il 3 gennaio del 1943 da una famiglia di pastori. Perse la madre a 4 mesi dalla nascita.e fu allattato da una balia. Ad un anno dalla vedovanza il padre si risposò e il ragazzo fu allevato dalla matrigna Mariangela Scarpa. La sua infanzia non fu molto facile data la gracilità del bambino che tra un ricovero in ospedale e l’accudimento domestico riuscì a sopravvivere. Frequentò regolarmente l’asilo e le scuole elementare e come tanti suoi coetanei fu avviato al lavoro precocemente nei campi e nella pastorizia apprendendo dall’esperienza di lavoro non solo a coltivare la terra, ma anche ad accudire agli animali.
A vent anni abbandò la campagna alla ricerca di un lavoro nell’industria. Apprese il mestiere di saldatore e con questa qualifica svolse attività lavorativa sia in Italia che all’estero.
Si iscrisse al PCI fin da giovane per tutelare il suo lavoro. A 31 anni si sposò ed ebbe dalla moglie Chiara tre figlie e un figlio che seppe allevare con sollecitudine favorendo la loro istruzione per il conseguimento di un diploma superiore.
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Li guardo.
Sono di spalle e se la ghignano, i due.
“Vai, vai tranquilla. Ci vediamo fra un paio d’ore. Stai serena.”
Dicono. I due. Mio figlio e mia madre.
Tanto lo so già che quando tornerò avranno la luce negli occhi di chi ha notevolmente arricchito la sua collezione di minchiate.
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Commenti disabilitati su “Vai, vai tranquilla. Ci vediamo fra un paio d’ore. Stai serena.” La furbizia di nonna e nipote di Sarah Savioli . Leggi tutto
Per ricordare la Serva di Dio, suor Teresa Tambelli , Figlia della Carità, che dal 1925 al 1964 si è presa cura dei picciocus de crobi – i “Marianelli” – domenica 25 febbraio nell’asilo della Marina è stata celebrata una Messa solenne presieduta dal padre Giuseppe Guerra, C.M. Procuratore presso la Santa Sede e Postulatore per la Causa dei Santi.
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27 Aprile 2021
- Categoria:
storia

Tomba del Glossatore Bologna
Prima di affrontare il discorso sulla sepoltura di Donna Lucia Tedde Delitala di Chiaramonti, (benché fosse nata a Nulvi di madre nulvese e padre di origine chiaramontese, visto che il nonno don Salvatore Delitala, arrendatore delle decime della diocesi di Ampurias, era chiaramontese) (Tamponi,2019), abbiamo voluto accennare alle sepolture dal tardomedioevo all’età contemporanea.
Era costume tra i cristiani, fin dal tardomedioevo, seppellire i defunti nelle chiese così che i parenti li ricordassero nelle preghiere e nei suffragi. A Bologna per i più illustri dottori dell’Alma Mater scholarium, tra il XIII e XV secolo, furono costruite nelle piazze circa 12 tombe aeree che sono giunte fino a noi (Brizzi, 2021).
In molte chiese esistevano anche dopo la morte delle distinzioni tra le sepolture.
In genere i sacerdoti venivano calati in una fossa o cripta scavata presso il presbiterio, davanti all’altare maggiore, sulla tomba veniva posta una lastra di marmo o la botola dotata di fori per sollevarla al momento opportuno. I vescovi talvolta godevano del privilegio di un sarcofago, una bara di marmo o di pietre .
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