“Mons. Paolo Carta “grande uomo col cuore di bambino” di Pietro Meloni
Nacque a Serdiana (Cagliari) il 31.7.1907.
Entrò in Seminario dopo essersi laureato in Scienze Economiche e ben formato come militante di Azione Cattolica.
Fu ordinato Sacerdote il 28.7.1935.
Fece esperienza di ministero come cappellano militare in diverse sedi e, quando fu eletto Vescovo di Foggia, il 9.3.1955, era Cappellano Maggiore presso l’Accademia militare di Modena.
Fece ingresso in Foggia il 12.6.1955: era il centenario dell’erezione della Diocesi.
Nei mesi successivi all’ingresso pose la prima pietra per le erigende Chiese di S. Giuseppe Art. e S. Ciro. Promosse la “Settimana liturgica”, in tutte le parrocchie.
Inaugurò la monumentale tomba di Mons. Farina; consacrò la Diocesi al S. Cuore, di cui era devotissimo e ripristinò la pia pratica dei ritiri di perseveranza.
Curò l’Azione Cattolica.
Eresse parrocchie: S. Cuore, S. Giuseppe Art., S. Ciro e S. Pio X, pose la prima pietra per l’erigenda Parrocchia di S. Paolo Ap. al quartiere CEP.
Nel 1957 si recò in ogni parrocchiaper la S.Visita e, successivamente, per realizzare “la Settimana del Vangelo”.
Tenne molto all’ azione pastorale nelle scuole, negli uffici e nelle fabbriche, proponendo in questi ambienti la celebrazione del Precetto Pasquale.
Particolare attenzione ebbe per i poveri e gli ammalati, sovente visitati negli Ospedali.
Ma dueopere di rilevante importanza lo fanno particolarmente ricordare: la realizzazione del nuovo Monastero, agli inizi di Via Napoli, e il nuovo moderno Seminario Diocesano intitolato al S. Cuore, a Km.2,500 su Via Napoli.
Concluse la sua intensa attività a Foggia il 22.3.1962: promosso Arcivescovo di Sassari.
Mons. Paolo Carta “grande uomo col cuore di bambino” di Pietro Meloni
È morto a 41 anni esatti dalla sua nomina episcopale;Don Paolo se n’è andato. Silenziosamente. Un grande vescovo entra nella vita eterna per concelebrare con Cristo la liturgia della gloria. Mons. Paolo Carta era un grande uomo, con il cuore di un bambino. Per questo si faceva chiamare familiarmente Don Paolo. Ebbe una moltitudine immensa di amici e di figli. Ora la sua morte sembra aver steso intorno a lui un velo di silenzio. Nella liturgia eucaristica per la sua morte, nella Chiesa di Sant’Anna a Cagliari, Mons. Ottorino Pietro Alberti ha letto il suo testamento spirituale, dinanzi ai vescovi, ai sacerdoti e ad una grande folla di fedeli. Mons. Paolo Carta ha saputo gustare la morte come incontro gioioso con Dio perché nella sua vita aveva sempre guardato alla “sorella morte “con la serenità della fede.
Era una persona di straordinaria umanità, Paolo Carta. La sua famiglia sinceramente cristiana e la famiglia parrocchiale di Serdiana erano state per lui la culla di una fede che era respiro di vita. La cultura lo aveva attratto e affascinato nel mondo della scuola e dell’Università. Ma il cuore gli svelò la sua vera vocazione, confermata dal vescovo Mons. Ernesto Maria Piovella: tu sei nato per essere sacerdote.
L’amore alla gioventù, maturato nell’Azione Cattolica, che era una palestra di spiritualità e di allegria in quella stagione un po’ triste per l’Italia, crebbe nel Seminario con la scoperta della luce della Bibbia e della Teologia. A 28 anni divenne sacerdote il 28 luglio 1935. Due mesi prima era morta martire a Orgosolo la Beata Antonia Mesina e due mesi dopo entrò nella clausura di Grottaferrata la Beata Maria Gabriella. Io nacqui un mese dopo. E 33 anni dopo il vescovo Paolo mi ordinò sacerdote. La sua dolce paternità mi rimarrà sempre nel cuore. La sua grande parrocchia sacerdotale fu la comunità militare. Ai giovani chiamati a servire la patria Don Paolo infondeva coraggio, fede, allegria. Alla fine della guerra con l’armistizio dell’ 8 settembre 1943, insieme con Jader Jacobelli fondò la Radio Sardegna divenendone per un lungo periodo il principale messaggero. Lo amò allora tutta la gente, come lo amavano i giovani soldati, perché suscitava in tutti l’entusiasmo della ricostruzione.
Venne a Orgosolo nell’anno 1953, per preparare le famose “Paci”. Il Papa lo chiamò a ricostruire la Chiesa nominandolo vescovo di Foggia all’età di 48 anni il 9 marzo 1955. Dopo sette anni gli fu affidata la Diocesi di Sassari, per vent’anni. Il mio Piano Pastorale è amarvi”, disse al suo ingresso a Sassari. Furono i tempi prestigiosi e faticosi del Concilio Vaticano II. Mons. Carta, padre conciliare, ne divenne entusiasta banditore per il rinnovamento dell’azione pastorale. Infiammò i sacerdoti e il popolo, con un grande affetto per le persone consacrate. Gli era vicina la sua affettuosissima mamma nei primi anni e le fedelissime suore Manzelliane, soprattutto l’;umile Suor Giovanna. Sono anni e avvenimenti semplici e grandiosi che qualcuno dovrà narrare con gratitudine. Nel 1982 tornò alla sua Cagliari, continuando alacre e instancabile la evangelizzazione cristiana fino al giorno della morte, con esultanza del suo cuore sempre giovane. È morto pregando e sorridendo, il 9 marzo, lo stesso giorno della sua nomina episcopale 41 anni fa. Noi tutti possiamo imparare qualcosa dalla sua vita e dalla sua morte:
“Come è dolce morire dopo aver amato il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore immacolato di Maria!”.
+ Pietro Meloni Vescovo emerito di Nuoro
24 marzo 1996
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