“Quello spaccone di Putin e della metà degli italiani che lo sostiene” di Fulgenzio Saetta
Che Putin faccia lo spaccone è notorio. Due settimane per conquistare due repubbliche ucraine son diventate un’intero anno. Forse armamenti vecchi e soldati impreparati ed esercito bluff. Certo i soldati russi e gli stessi generali che li capitanano non provano entusiasmo ad occupare una regione sorella non solo per la vicinanza e per la lingua slava. Non sapendo come sollevare le sorti dell’economia russa ormai indebitata fino al collo con la Cina, ha trovato l’escamotage di fare la guerra ai vicini, paventando un’America guerriera e pronta a mangiarsi la Russia e chiedendo anche la benedizione del sottomesso patriarca russo Kirill. Noi sappiamo che i ladri possono anche penetrare a casa nostra all’improvviso, ma non per questo ci carichiamo la casa di microspie, di rumori spaventosi, di finti mostri da intelligenza artificiale. Il genio del male, quando esiste, entra ovunque, con gente e senza gente data l’abilità e la professionalità. Rubano al settimo piano di una palazzina di Madrid, entrano tranquillamente in una casa bene attrezzata di questo paese, fanno sfoggio di bravura a Dogliani per appropriarsi di un folletto, questa volta e le altre volte di altri oggetti. Non parliamo di Casirate d’Adda dove nella casa di un amico sono entrati di notte in camera da letto, hanno aperto il cassetto del comodino mentre gli amici dormivano e hanno prelevato con guanto felpato il cospicuo incasso della giornata.
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