Si iscrisse giovanissimo all’Associazione Silvio Pellico di Sassari, A Roma, dove proseguì gli studi, frequentò la Congregazione mariana La Scaletta in S. Ignazio e l’Associazione Studi e Azione, conobbe P. Pericoli, fu esponente della GCI del Lazio. Rientrato a Sassari nel 1916, continuò ad interessarsi del movimento giovanile, al quale diede notevole impulso, subentrando nella presidenza regionale della GCI ad A. Del Rio Busaschi, già presidente della commissione regionale provvisoria, della quale avevano fatto parte fin dal 1913, tra gli altri, A, Espis e C. Villasanta.
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Commenti disabilitati su Antonino Biddau (Ploaghe,1897-1922,Sassari) di Angelino Tedde e di Angela Farris . Leggi tutto
7 Settembre 2020
- Categoria:
storia
“Hilarus, natione sardus, ex patre Crispino, sedit annos sex, menses tres, dies decem”. Il Liber Pontificalis (1) inizia con queste parole il ricordo del primo Papa sardo, che morì millecinquecento anni fa il 29 febbraio dell’anno bisestile 468. L’elezione di Ilario all’episcopato romano avvenne alla fine dell’anno 461, nel difficile periodo che preludeva alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente nell’anno 476. L’eredità da raccogliere era quanto mai impegnativa: lo aveva preceduto come vescovo di Roma Leone I il Grande, la cui personalità non comune aveva inciso profondamente sugli avvenimenti e sull’evoluzione della dottrina teologica per oltre vent’anni.
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Nel tempo della Pandemia
Deus ti salvet Maria
chi ses de gratzia piena
in custa quarantena
morit sa zente.
O Deus Onnipotente
su populu at pregadu
pro chi siat preservadu
dae custu male.
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Via Roma, Sa ya Manna (nel lessico fonetico: S’aya Manna), una strada, un brandello di Storia.
“Era ancora in corso la costruzione della strada di Carlo Felice, quando gli abitanti di Osilo manifestarono la volontà di ottenere una comunicazione carrozzabile con la nuova arteria. Il loro intendimento fu particolarmente apprezzato dal maggiore Carbonazzi, direttore delle opere stradali nel Regno di Sardegna”.
Lo stesso Carbonazzi scrisse in una sua memoria del 1827: “Nulla è difficile a colui che vuole fortemente. Gli attivi ed intelligenti, dotati di uno spirito intraprendente e di naturale perspicacia, non tardarono a discernere il loro vero interesse (…) Le liberali offerte di un ceto di persone assicurarono il più felice e pronto risultamento”:
Questa via Roma, questa Ya Manna, ce la siamo proprio voluta, pagata e costruita, per restare al centro del mondo, per fare della nostra Rocca ancora una volta un centro di grande interesse: l’ombelico del mondo, l’organigramma che passando per gli Orizzonti torni verso sé stesso, per perpetuare e non dimenticare.
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“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. La promessa di Gesù diviene oggi il nostro canto: beati sono dinanzi a Dio tutti gli uomini che sono poveri, mansueti, affamati e assetati di giustizia, costruttori di pace e puri di cuore. Beato dinanzi agli occhi di Dio è oggi il nostro fratello vescovo Mons. Francesco Spanedda, che è stato “mite e umile di cuore” e ora vede Dio e riceve da lui il premio della sua sollecitudine pastorale per la Chiesa di Cristo.
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Ho frequentato presso il PIME di Aversa il triennio liceale studiando le discipline dei licei pubblici oltre che i sette volumi di Berghin Rosé sulla filosofia aristotelico-tomistico. E’ stata un esperienza umana, missionaria mondialista, interessantissima. In quel contesto ho conosciuto tanti missionari già stati in missione o in Italia per un periodo di vacanza. Tra i tanti ho conosciuto Padre Luigi Soletta, sardo anche lui e ormai ordinato sacerdote e pronto a partire in missione. Capitammo a Roma insieme e lui mi fece conoscere in una giornata tutta una serie di monumenti che mai così tanti avrei avuto modo di vedere nel corso della mia vita. Si muoveva veloce, a piedi e in tram, e mi conduceva presso le chiese monumentali per ammirare le opere dei grandi. Ricordo che mi colpi particolarmente in San Pietro in Vincoli il Mosé di Michelangelo, posato per terra presso quello che doveva essere il grandioso monumento di un papa. Padre Soletta, partì per il Giappone per un periodo lungo una vita. Durante le sue vacanze venne anche a parlarci del Giappone presso la nostra università di Sassari. Con la mia consueta ironia, talvolta fuori posto, ad un amico dissi:
-Abbiamo in Padre Manca un catto-musulmano, ora abbiamo pure un catto buddista.- Non ebbi modo d’incontrarlo se non di sfuggita per stringergli la mano. Pubblico volentieri questa intervista tratta da missionionline sia per ricordarlo sia per un contributo alla conoscenza dell’opera missionaria in Giappone e alle opere di questo missionario florinese che ci ha lasciati nel 2016.
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Commenti disabilitati su Padre Luigi Soletta (Florinas, 1929- Lecco, 2016) e la sua immersione nella cultura giapponese a cura di Angelino Tedde . Leggi tutto
14 agosto 2020
Li candareri no farani chisth’annu
pa’ culpa di ru feu corona-viru
nisciunu abia curaggiu di dimmiru
chi dibia suzzidì in Sassari Mannu
e zelthu no s’era mai intesu
in la ziddai allegra e cionfraiola
tra fauli e ciarameddi in Piazza Tola
chi li pudia fimma’ chisthu Cinesu.
Ma lu votu pa’ ringrazia’ l’Assunta
cun mossignori e lu sindagu in fascia
si debi fa’ cumenti l’althru annu
pa’ alluntana’ chisthu nobu marannu,
cun gremi , cun massai e masthri d’ascia
in Santu Preddu cun tutta la Giunta.
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Commenti disabilitati su “Li Candareri di Sassari Mannu ” di Preddu Mironi Munsignori . Leggi tutto
Quando fanciullo
tra i marosi
dell’Oceano
nave e marinai
persi
e delle onde
mi trovai
in balia
mi soccorresti
Vergine Maria.
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