15 Settembre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Considerazioni sul testamento di Donna Gerolama Tedde in Delitala” di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro

Il testamento di donna Gerolama (Nulvi 28.8.1684- Chiaramonti  11.12.1716)  (sposata a Nulvi il 20.4.1699 con Giovanni Battista Delitala Delitala di origine chiaramontese e figlio di don  Salvatore Battista Delitala di Chiaramonti sposato con Maddalena Delitala Cubeddu di Nulvi, non abbiamo la data di morte tuttavia figura vivo come testimone di nozze nel 1709) come tutti i testamenti del tempo inizia con la datazione in latino e del luogo in cui viene compilato.
E’ interessante che sia stato redatto in sardo. Il testo è naturalmente con delle premesse religiose afferenti alla divinità classico modulo di tutti i testamenti dell’ancien régime. ( 1)

Secondo gli studiosi della nuova storia, 1929, si tratta di morte apparecchiata. A quei tempi come oggi si moriva anche di morte violenta e improvvisa. Oggi le varie modalità s’incrociano e non si deve dire mai all’ammalato che sta per andarsene anche se lui se ne accorge.

Le riflessioni nella premessa deltestamento sono anch’esse profondamente cristiane:
“ Pro cantu totu sos nasquidos in custa valle de lagrimas sun per natura ispostos a sa morte corporale et a cudda nexuna pessone iscapare podet. Segundu semus avisados per su Sagradu Evangeliu qui narat vigilate et orate quia nescitis diem neque oram: vegliate e pregate perché non conoscete né l’ora né   il giorno della morte”.
“Pro tantu sa immensa misericordia de Señore Nostru sempre invoquende heo sa Nobile Donna Giromina Delitala Tedde de sa presente Villa agatendemi  comente mi agato, in su letu de domo et habitassione mia, prostrada de infirmidade corporale de sa cale timo  [de] morrer cun sana imperò memoria et integra loquéla mia”

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4 Settembre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Il torcicollo dell’indifferenza” di Maria Cristina Manca

«Ci verrà il torcicollo a furia di guardare dall’altra parte», ha constatato Papa Francesco riferendosi alla nostra indifferenza verso le persone che vivono ai margini della società.
I margini della società sono tanti, sono margini sociali anche le fosse di dolore in cui vengono buttate delle povere ragazze stuprate da branchi di dementi feroci.

Margini della società con stupri di branco. Eppure siamo in Italia non in zone di guerra dove le mostruosità sono all’ordine del giorno (come ad esempio nella martoriata Ucraina in cui soprattutto agli inizi dell’aggressione russa, quindi solo un anno fa, avvenivano, ma forse tuttora avvengono, raccapriccianti violenze sessuali di branco su donne, bambini, uomini; mentre in Italia c’era chi, pure fra i cattolici, elogiava quell’aggressione considerandola utile per la liberazione dal gender e dal degrado morale occidentale. Quindi mostruosità inimmaginabili, degradanti all’ennesima potenza infernale, come antidoto al degrado dell’Occidente? Killer spietati e stupratori seriali per portare moralità nel nostro ferito mondo occidentale?).

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26 Agosto 2023 - Categoria: letteratura sarda

“ROSA BIANCA REQUIEM” di Fulvio De Giorgi

Berlusconi riposi in pace, noi svegliamoci dal sonno!

C’è un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Siamo stati in silenzio nei momenti della morte di un essere umano, del dolore dei suoi familiari per la perdita, della preghiera di suffragio con il pietoso rito delle esequie. È un silenzio dettato dall’umana pietà, da un sentimento di fraternità e di comunione che non dobbiamo mai smarrire verso nessuno, perché rischieremmo così di cancellare il rispetto per l’umanità in quanto tale e perdere la nostra stessa anima.

Viene però pure il tempo di parlare. E qui vorremmo perciò svolgere qualche riflessione. Non tanto su Berlusconi, anche se da quello che – in alcuni ambiti – Berlusconi ha storicamente rappresentato si dovrà pur partire.
Nell’impossibilità di un discorso complessivo e a tutto tondo, lascerò da parte la considerazione del Berlusconi imprenditore (e della conseguente questione della sua correttezza, onestà, legalità, nonché dei suoi vari legami con ambienti “particolari”) e non parlerò neppure del Berlusconismo politico, che indubbiamente ha inciso profondamente nella storia italiana (si potrà non indebitamente parlare di “età berlusconiana” come si è parlato di “età crispina”) e che – per dirla sinteticamente – si è rivelato soprattutto, se non unicamente, una protesi efficace ed efficiente dei suoi affari, funzionale alla difesa e all’espansione del suo impero economico.
Mi vorrei concentrare, invece, su un piano di “antropologia culturale”: per quel che attiene, cioè, la lenta formazione di modelli comportamentali, mentalità sedimentate, paradigmi culturali di massa; la costruzione dell’immaginario collettivo, della sua dimensione morale, delle sue aspirazioni emergenti; la diffusione di simboli condivisi; la colonizzazione delle coscienze e dei sentimenti. Mi riferirò, dunque, alla “Berlusconizzazione antropologica” vista sia come volto nazionale della globalizzazione neoliberale degli ultimi decenni (tra XX e XXI secolo) sia come alveo collettore di vizi “arci-italiani” di lungo periodo e perciò come autobiografia tossica della nazione. Ma, anche per quest’ambito, lascerò da parte, per quanto possibile, gli aspetti sociali e civili e mi limiterò agli aspetti “religiosi”, quelli cioè che indubbiamente caratterizzano la Berlusconizzazione, sul piano storico, come il più potente ed efficace agente di scristianizzazione della società italiana.

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23 Agosto 2023 - Categoria: letteratura sarda

” Giovannino Scanu (1933-2023) , ci ha lasciati”  a cura di Angelino Tedde e Giovanni Soro

Di Giovannino Scanu,fratello del caro amico Sergio Scanu, abbiamo un’intervista rilasciata  ad Angelino anni fa, durante la sua ultima visita a Chiaramonti. Ieri a 90 anni è volato in Cielo nella sua amata città di Melborne.

Nell’intervista diretta da lui rilasciata narrava:

 “Avevo 23 anni e volevo vedere il mondo in quanto non ero uscito mai da Chiaramonti non avendo fatto il servizio militare essendo quartogenito esente e allora, vista la grande richiesta di manodopera specializzata dall’Australia (ero un esperto muratore figlio d’arte da generazioni) decisi di partire per l’Australia. Eravamo nel 1956, l’anno della grande nevicata, m’imbarcai per Genova dove passai tutta la trafila delle visite mediche e attitudinali e successivamente m’imbarcai il 29 luglio 1956 da Brindisi con la Flaminia diretta in Australia. Giunsi al porto di Melborne il 3 settembre dello stesso anno, mentre m’aspettavo campi dissodati e deserto, rimasi sorpreso a vedere una metropoli mai vista. La mia conoscenza delle città si limitava a Sassari, allora con circa 40 mila abitanti e Cagliari un pò di più.

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22 Agosto 2023 - Categoria: storia

“ERRATA CORRIGE su Donna Lucia Tedde” di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro.

Siamo giustamente costretti dai due testamenti  da poco rintracciati uno a Sassari, quello di Donna Gerolama, in sardo, sorella maggiore di Donna Lucia e l’altro una copia in spagnolo della stessa Donna Lucia  a Torino.
Dobbiamo ritoccare, grazie a questi due ritrovamenti, la carta d’identità di Donna Lucia che non nacque come scrivemmo nel 1705, ma bensi nel 1693 giusto l’anno in cui il padre Andrea Tedde nulvese fu nobilitato.
Il padre che ci pareva fosse Francesco Delitala Tedde e che invece era Andrea Tedde e la stessa madre che ci pareva fosse Maria Giovanna Delitala Tedde era invece  Marietta Delitala di Nulvi.

I fratelli risultano “qui si los dividan de uguales partes sos de pius frades et sorres mias nominadas Thomasu, Luguia, Juanne, Angela, Caderina et Mariangela”
I Delitala erano stati nobilitati nel 1580 ed erano di origine chiaramontese non nulvese. Anzi abbiamo scoperto che la base della ricchezza di Donna Lucia Tedde proveniva, a mezzo la sorella maggiore Gerolama di tredici anni più grande
“lasso a sa dicta nobile Doña Luguia sorre mia habitende in sa presente villa de Claramonte li lasso su palatu qui a su presente habito cun totu sas possessiones [qui] tengio in sa presente villa”

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15 Agosto 2023 - Categoria: letteratura sarda

I laureati di Chiaramonti tra aprile e luglio 2023 a cura di Angelino Tedde

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25 Luglio 2023 - Categoria: letteratura sarda

Giuseppe Campi Bazan prefetto e senatore (1817-1885) di Donato D’Urso

 

Giuseppe Campi Bazan fu alto funzionario dello Stato e senatore del regno d’Italia. Nacque a Cagliari il 6 novembre 1817, figlio di Angelo Campi e Rita Saenz de Bazan di famiglia nobile originaria della penisola iberica. Giuseppe aggiunse al cognome paterno quello materno. Nel 1843 sposò Carolina Paglietti e ne ebbe il figlio Luigi. La stirpe dei Paglietti era torinese ma un ramo s’era stabilito a Cagliari.

Conclusi nel 1836 gli studi di giurisprudenza nella città nativa, Giuseppe Campi Bazan intraprese la carriera nel ministero per gli affari interni e, tra l’altro, fu intendente a Isili. La sua carriera ebbe ulteriore sviluppo quando il regno di Sardegna s’ingrandì nel biennio 1859-1860 sino a diventare regno d’Italia nel marzo 1861.

Nel 1859 Campi Bazan fu commissario governativo, poi intendente generale a Reggio Emilia, dopo la partenza del duca Francesco V di Modena. Nel novembre di quell’anno fu vicegovernatore a Cagliari.

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24 Giugno 2023 - Categoria: storia

“Efisio Salaris (Cagliari 1825-Firenze 1888) prefetto del Regno d’Italia” di Donato D’Urso

Efisio Salaris era nato a Cagliari il 25 marzo 1825 in un’importante e numerosa famiglia. Il re Carlo Alberto nel 1842 concesse al capofamiglia Sebastiano Salaris i titoli di cavalierato e di nobiltà, in considerazione degli onorevoli servizi prestati nella magistratura sarda [1]. Dal matrimonio di Sebastiano con Raffaela Delogu, di aristocratica famiglia sassarese, nacquero otto maschi e una femmina: ben sei intrapresero la carriera di magistrato. Dei rimanenti due, Francesco, dopo avere lasciato l’esercito, tenne cattedra universitaria e dal 1861 al 1897 fu ininterrottamente deputato [2], Efisio nel 1848 entrò nella pubblica amministrazione come volontario.

I “volontari” erano dipendenti precari, non pagati e tuttavia soggetti ai doveri degli impiegati di ruolo. La prospettiva era di mettere in mostra le qualità personali, se ne avevano e sperare in un’assunzione stabile. Secondo le ferree regole del tempo, Efisio Salaris fu spostato da una sede all’altra e certamente per un po’ ebbe bisogno dell’aiuto economico della famiglia. Prestò servizio a Bonneville in Alta Savoia, poi a Torino come segretario della commissione per le Opere pie [3]. Finalmente, percepì il primo stipendio. Andò in seguito a Genova, Savona, Nizza. Ovunque, i superiori ne apprezzarono capacità di lavoro, preparazione, tatto.

Nel 1857 ottenne la nomina a consigliere di terza classe, all’inizio del 1860 fu destinato a Ferrara, nell’ottobre dello stesso anno Marco Minghetti, ministro dell’Interno del regno di Sardegna, lo assegnò allo staff di Massimo Cordero di Montezemolo luogotenente del re in Sicilia. L’anno dopo Salaris passò ad Ancona e anche lì ricevette elogi per capacità e maniere distinte [4].

Nel 1865 Salaris svolse incarico di sottoprefetto a Urbino, poi di consigliere delegato ad Alessandria, l’anno dopo era sottoprefetto a Chiavari. «Era molto amico del Rattazzi» [6] che, nell’aprile 1867, lo volle in Firenze capitale, per dirigere la divisione I del ministero dell’Interno, che s’occupava della gestione del personale prefettizio e del Consiglio di Stato [7]. Era sicuramente un posto di potere. Il deputato sardo Giorgio Asproni – che nel diario definisce Salaris capo Gabinetto di Rattazzi – tenne stretti contatti col conterraneo, scambiando opinioni su nomine e trasferimenti e ricevendo notizie confidenziali [8].

 

Francesco Salaris fratello di Efisio

Francesco Salaris, fratello di Efisio, era politicamente vicino a Rattazzi e possiamo ipotizzare che, nell’autunno 1867, ciò favorì la nomina a prefetto di Efisio, a 42 anni. La promozione comportò un consistente aumento stipendiale ma Salaris, sposato con un figlio, godeva anche di una rendita personale.

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