2 Dicembre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“La scala del cielo” di Antonio Murgia

Pinerolo 21/11/2023

Qui mi trovo in piazza Aivs accerchiato da bei giardini, con alberi numerosi: faggi,castagni,salici e innumerevoli pini, che fanno cornice a numerosi vicini!

Mentre nel natio paese entrando nello stradone ad est si notano allineati vecchi pini, dalla alta chioma, dove anticamente esisteva una entrata con cancello in legno, per passaggio del proprietari Nobile uomo, Dottor Crixoni, lo ricordo col saluto gentile rivolto ai passanti.

Attualmente in quel luogo passano tante  macchine in carosello salutando gli appiedati con gesticolazioni di mano non accorgendosi  che ytascyrano i modi di mancata gentilezza lasciata alle spalle.

Da parte mia sarebbe piaciuto vedere passare gente con dimeno spicci.

Il paese che ho, lasciato era diverso che emanava profumi dai cammini acesi; di frittelle, dolci di diverso genere, adesso quei focolai sono tutti spenti! come vedi cambiano i tempi.

Giovani che al posto di amarsi divengono violenti opprimendo donne che non amano!

Mi chiedo dove si sta andando con questi personaggi che compiono atti incomsulti.

 

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17 Novembre 2023 - Categoria: letteratura sarda

 “Donna Lucia Tedde: cenni sul testamento” a cura di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro

Diversamente dal testamento di Donna Gerolama Tedde Delitala in Delitala quello della sorella, probabilmente di tredici anni più piccola di lei, è più ampio e arioso ed è redatto in lingua spagnola nonostante la presenza trentacinquennale dei Savoia in Sardegna.
In un primo momento i sabaudi volevano imporre la lingua italiana che essi stessi non parlavano preferendo usare il francese, data la loro origine savoiarda. Per questo motivo mandarono il gesuita Giovanni Maria Battista Vassallo ad insegnare Rettorica italiana presso l’Università degli studi di Cagliari. Si resero conto che un’operazione del genere non era fattibile visto che in tutti gli uffici pubblici e notarili e presso gli ordini religiosi e le stesse congregazioni religiose parlavano lo spagnolo o il catalano e la maggior parte delle popolazioni dei centri rurali  si esprimeva in lingua sarda con le sue varianti del Nord, del Centro e del Sud dell’Isola, a sé stanti il Gallurese dell’omonima regione storica, il Catalano di Alghero e il Tabarchino di Carloforte.

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12 Novembre 2023 - Categoria: letteratura sarda

Accademiasarda.it: quindici anni di attività (ottobre 2008-ottobre 2023) di Angelino Tedde

Sono passati quindici anni da quando il nostro blog da fisso si trasformò in dinamico.
Durante questi anni abbiamo pubblicato articoli di numerosi studiosi di storia di cultura e di lingua.
Tra gli studiosi annoveriamo docenti universitari, cultori di varie discipline compresa la lingua sarda.
A tutt’oggi la nostra amministrazione conta 1937 articoli, 57 pagine di profili biografici di autori e circa 463 commenti. Siamo incorsi per due volte in brevi interruzioni a causa di guasti tecnici dell’web.
A parte la perdita di alcuni articoli il blog è stato ricostituito integralmente.
Abbiamo difficoltà a ricostruire sia il numero delle visite sia quello delle pagine viste dal momento che i server cambiati non ci hanno garantito tutti la numerazione. Tuttavia posiamo dire che in quindici anni, calcolando 365 giorni per una media di 70 visite al giorno arriviamo a 333.350 visite  e raddoppiando le pagine arriviamo a 766.500 pagine viste. Non abbiamo calcolato né gli anni bisestili e anche le maggiori medie di visite giornaliere e le pagine viste. I calcoli effettuati tuttavia ci offrono un’idea delle viste e delle pagine viste a livello planetario. Dal momento che il servizio Shiny-Stat ci permette di osservare settimanalmente le visite dai paesi dei vari continenti e dalle varie nazioni.

 

14 ottobre 2023 – 13 novembre 2023  visite 2.778 Media giornaliera 90 nella settimana da lunedì a sabato

  +4,9%  Trend 31 giorni 3.977  Pagine viste (totale) 128 ;media Giornaliera lun-ven/126  sab–dom 130

+9,7.   Trend 31 giorni

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11 Novembre 2023 - Categoria: cahiers de doléances

“L’albero di Caki soffocato dall’edera, da me eradicata, è rifiorito, non è rifiorita mia moglie dopo la chemio” di Antonio Maria Murgia

Son passati cinque anni da quando mia moglie è scomparsa. Non c’è stato niente da fare con le varie cure. Lei se n’è andata per sempre e giace nel cimitero di Pinerolo dove io vivo ormai solo.
Non è stato così per un albero di caki che stava morendo soffocato dall’edera vicino al parcheggio dell’ospedale dove sostavo in attesa che la mia consorte terminasse la terapia.
Memore della mia origine contadina, giorno dopo giorno, uscivo dalla macchina e cominciavo ad eradicare a poco a poco l’edera che andava soffocando la pianta.
Non mi accontentai di strappare quella evidente, ma con pazienza strappai fino in fondo alle radici  quella malefica pianta che andava soffocando un’altra pianta.
Feci l’operazione dell’eradicazione con grande scrupolo, imitando quasi i medici che tentavano nell’ospedale davanti alla pianta di eradicare il virus C dal fegato della mia cara moglie.

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3 Novembre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Il Signore degli eserciti preparerà un banchetto per tutti i popoli”. (Is 25, 6-9). di Maria Cristina Manca

Troppo ingarbugliata ed esplosiva la situazione internazionale per riuscire a dire parole che non siano insulse.

Troppo sanguinante la ferita palestinese, israeliana, ucraina, per poterci mettere mano con superficialità.

Meglio lasciare spazio alla preghiera, alle buone diplomazie, agli aiuti concreti.

Chiunque altro può certo dire la sua, ma con umiltà, mitezza, fratellanza, direi riverenza nei confronti di chi giorno e notte si trova in guerra sommerso da macerie ed orrori.

Sino ad un annetto fa o poco più, per noi di questa parte del mondo, la guerra apparteneva ai libri di storia o a sfortunate povere terre lontane, potevamo non farci caso e di fatto non ci facevamo caso alcuno.

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18 Ottobre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Donna Gerolama: i luoghi citati nel testamento in lingua sarda”di Angelino Tedde,Andreina Cascioni, Giovanni Soro

Indice dei luoghi del testamento di Donna Gerolama Tedde ved. Delitala figlia di Andrea Tedde e di Marietta Delitala  entrambi di Nulvi. I Delitala tuttavia erano originari di Chiaramonti sia nobilitati da tanto tempo sia ricchi a causa della funzione di esattore delle decime della diocesi di Ampurias esercitato dal capostipite.
Noi  citiamo Don Salvatore Delitala sicuramente  chiaramontese [come sostiene Francesco Tamponi nel saggio già citato nei precedenti capitoli]    e facoltoso padre di Giovanni Battista (1678) marito di Donna Gerolama, a lei premorto, ma comunque importante parlamentare dello stamento nobiliare insieme al cognato Tomaso Tedde (1682) . Dovizioso di certo fu il matrimonio della quarta figlia di Andrea Tedde, Gerolama, ma sfortunato per mancanza di figli e per la brevità di vita di Gerolama [32 anni].

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15 Ottobre 2023 - Categoria: cahiers de doléances, eventi luttuosi

“Ci aiuteranno i bambini.” di Cristina Manca 

Il popolo d’Israele è parte pulsante del nostro cuore cristiano, intreccio intrinseco del nostro DNA spirituale.
Non possiamo liquidare la loro realtà come una questione a noi lontana perché significherebbe liquidare noi stessi.
Gesù, Nostro Salvatore, era ebreo secondo la carne, Maria Santissima era ebrea, san Giuseppe era ebreo, i primi Apostoli erano ebrei, san Paolo era ebreo “e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo” (Concilio Vaticano II); ed ancora: “la Chiesa crede, infatti, che Cristo, la nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i Gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso”. (“Nostra Aetate” n.4); impossibile poi dimenticare le parole del Papa Paolo VI, proclamato Santo dalla Chiesa: “La religione ebraica non ci è estrinseca, ma in un certo qual modo è intrinseca alla nostra religione. Abbiamo quindi verso di essa dei rapporti che non abbiamo con nessun’altra religione. Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori”.
Ecco, in questo tempo di rigurgiti antisemiti sia a destra che a sinistra in un Occidente ormai scristianizzato ma comunque dalle profonde radici giudaico-cristiane, mi sembra necessario ricordare a tutti la sostanza del nostro essere.

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13 Ottobre 2023 - Categoria: letteratura sarda

Donna Lucia Tedde o Delitala ( Nulvi,1696-Chiaramonti,1755) tra storia e fantasticherie di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro.

Sulla nobildonna anglonese, essendo il luogo di nascita Nulvi e quello dove visse Chiaramonti, sia in internet sia nella carta stampata, da quando la descrisse il viceré Rivarolo senza averla mai vista, ma per sentito dire, e da quando il viceré Castagnole, la precettò a Cagliari e la mise sotto processo di sette nobili. secondo l’uso del tempo, facendola interrogare nella casa in cui era ospitata a Cagliari, si scrivono tante vicende false e altre vere anche se dobbiamo dire che quelle false vanno per la maggiore e descritte in genere non da storici di mestiere, ma da vari dilettanti maschi o femmine che po co conoscono la storia che tuttavia sono quelli che vanno per la maggiore con pubblicazioni e pubblicità su mezzi di comunicazione di massa. Si dimenticano o si pubblicizzano di meno lavori seri come quelli di Maria Lepori editi dalla casa editrice romana Viella nel 2010 e nel 2020. Faide. Nobili e banditi nella Sardegna sabauda del Settecento,  Fazioni  Bande e trame. La nobiltà rurale tra violenza e giustizia nella Sardegna del Settecento.
Due lavori storici magistrali da un’autrice accademica e con alti studi in Francia. Questi gli unici libri che vanno ammanniti nei convegni e nei seminari e non romanzetti d’appendice che non sanno di capre e cavoli.
I romanzi storici non si possono scrivere così alla leggera senza una ricerca seria e documentata, ma tant’è basta fantasticare su qualche notizia raccolta qui e là e uno o una s’imbarca e se attraverso conoscenze o per mezzo di un editore si trova l’opportunità di pubblicare è evidente che l’editore fa di tutto per vendere il prodotto comunque sia costruito e il  romanzetto, meglio se pruriginoso, va!
Non si può continuare di questo passo spacciando una nobildonna del Settecento per banditesca, che per riconoscenza, protegge un difensore della sua dignità e che per questo viene condannato a morte per sfuggire alla quale si dà alla latitanza. E nemmeno tanto perché allora interi paesi nel Settecento dei nostri centri abitati dell’Anglona e della Gallura avrebbero dovuto chiudere i battenti ed essere definiti come centri di banditismo.
Tutto nasce da una relazione in francese del viceré Rivarolo  (1735-1739) il quale scrive per sentito dire e non per aver visto e che, tuttavia capisce che i Delitala e i Tedde facevano parte di fazioni contrapposte pur essendo legati da parentela come i Guelfi e i Ghibellini. Non parla certamente di bande di banditi né dall’una né dall’altra parte, Purtroppo lo scarso acume dello scolopio Angius, servendosi di informatori e di quanto scritto del Manno finisce per far passare Donna Lucia per una donna di efferatezza rara. Ma anche lui se ne guarda bene dal presentarla come una banditessa. La storia ci dice che i potenti di ogni epoca hanno spesso abusato del loro potere compiendo palesi ingiustizie, ma non chiamati per questo banditi.
Quando un appassionato uomo di scuola, ma non di molti studi o un’appassionata impiegata presumono di dedicarsi alla storia senza la dovuta preparazione finiscono per prendere aglio per cipolla e per scrivere o tentare di ricreare personaggi o luoghi inusitati e tutto sommato per imbastire romanzi o libretti di storia che nemmeno lontanamente sono imparentati con la storia.
Avranno anche enti o editori che pubblicano questi lavori, ma libretti fantasiosi sono e libercoli fantasiosi restano. A volte pessimi prodotti vengono accolti dal mercato come fossero ottimi prodotti, ma se si guarda bene si scopre che, purtroppo le false storie hanno credito più di quanto non lo abbiano le ricostruzioni storiche serie e documentate.
Prima di chiudere insistiamo sul fatto che la nobildonna di origine nulvese, ma residente a Chiaramonti fu sicuramente una donna potente che talvolta abusò del suo potere e si servì degli appartenenti alla sua fazione per combattere quelli delle fazioni contrarie, ma mai e poi mai si dedicò al banditismo e tanto meno prese la bandiera della ricoscossa contro i piemontesi dal momento che anche con questi e non solo con gli spagnoli non perse i titoli della sua nobiltà.
Una nobildonna che precettata a Cagliari per rispondere dei reati compiuti si presenta senza tentare di fuggire in Corsica o sui monti inaccessibili, ma si presenta a Cagliari per essere giudicata da altri nobili e accoglie la condanna a 5 anni di arresti domiciliari  a Cagliari o ad Alghero  e che non farà un giorno di prigione, ma ottiene gli arresti domiciliari e successivamente riesce con la commutazione della pena di tre anni pagando con denaro contante e torna, dopo due anni di arresti domiciliari libera e sicuramente pentita al suo palazzo di Chiaramonti dedicandosi poi a combinare qualche affare a Sassari con acquisto di due palazzi e a dare a censi  consegnativi per meglio intenderci in affitto i suoi vasti poderi, non può essere definita una banditessa romantica che lotta contro i piemontesi a favore degli austriaci. Sempre di una nobildonna si tratta, certo pentita di quanto i suoi fazionari dietro suo ordine hanno compiuto e pensando alla sua morte, che certo poteva pure aspettarsela violenta come sostengono gl’informatori dell’Angius avvenne, lascia la totalità dei suoi beni ad opere pie e a suffragi per la sua anima. Inoltre di certo non di nascosto viene sepolta nella cappella della sua tomba di famiglia nella Chiesa dei frati carmelitani  in Chiaramonti,
Le carte che ha esaminato Maria Lepori e le fonti ecclesiastiche e no che noi stiamo esaminando
non lasciano adito a fantasticherie né su di lei né sul “bandito” inserito nel catalogo dei banditi dal viceré Valguiarnera. Bandito che si sposò e prolificò a Chiaramonti lasciando la moglie, cinque figli e ben dieci nipoti viventi prima di essere tradito da due sassaresi della sua banda nella città di Sassari e di essere sottoposto dopo la morte ai raccapriccianti riti a cui allora usava sottoporre coloro che avevano compiuto dei crimini.

 

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