Categoria : letteratura sarda

“Il Signore degli eserciti preparerà un banchetto per tutti i popoli”. (Is 25, 6-9). di Maria Cristina Manca

Troppo ingarbugliata ed esplosiva la situazione internazionale per riuscire a dire parole che non siano insulse.

Troppo sanguinante la ferita palestinese, israeliana, ucraina, per poterci mettere mano con superficialità.

Meglio lasciare spazio alla preghiera, alle buone diplomazie, agli aiuti concreti.

Chiunque altro può certo dire la sua, ma con umiltà, mitezza, fratellanza, direi riverenza nei confronti di chi giorno e notte si trova in guerra sommerso da macerie ed orrori.

Sino ad un annetto fa o poco più, per noi di questa parte del mondo, la guerra apparteneva ai libri di storia o a sfortunate povere terre lontane, potevamo non farci caso e di fatto non ci facevamo caso alcuno.

Poi d’improvviso, questione di qualche manciata di mesi, la guerra è arrivata vicino a casa nostra, prima in Ucraina, ora tra Israele e Palestina, luogo d’equilibrio internazionale o del suo opposto se viene manomesso.

Alcuni analisti affermano che il burattinaio di questi due conflitti, in apparenza differenti, sia lo stesso.

Ad ogni modo queste due guerre a noi vicine (e i possibili terribili sviluppi, Dio non voglia, nei Balcani) stanno già cambiando l’orizzonte che sino a ieri ci era familiare; e chi non se n’è ancora accorto è perché vive con le finestre chiuse.

Quanta umanità ferita, in questi giorni!

Il caro popolo Palestinese, il caro popolo Israeliano, il caro popolo Ucraino!

Impossibile non sentirsi emotivamente loro vicini, solidali con tutti loro, con ciascuno di loro e dei loro cari, con ciascuno dei loro sogni e diritti.

Palestinesi, Ebrei, Ucraini, è la nostra umanità che sta soffrendo, il nostro stesso corpo che sta sanguinando.

E chi tra noi è indifferente a tutto ciò, ragioni almeno in termini di convenienza.

Il semplice buon senso ci fa capire che se i Palestinesi non verranno al più presto protetti dal massacro esterno ed interno, curati, liberati, rispettati ed aiutati immediatamente con concreta reciproca genialità creativa ad edificare il loro libero Stato Sovrano, non potrà mai esserci pace in quella zona né altrove né per loro né per noi.

Tuttavia al contempo capiamo bene, soprattutto noi europei storditi da semplicismi ideologici o peggio da riapparse ideologie di morte alla nazista, cerchiamo di capire che se salta in aria Israele, unico baluardo mediorientale tra noi e l’immensa parte del mondo a prevalenza islamica ma forse anche jihadista in cui l’Occidente non è molto amato, ecco, se salta Israele c’è il rischio concreto che saltiamo in aria anche noi, minimo che salti la nostra cultura (anche se a far saltare questa ci pensiamo già noi, grazie, non c’è bisogno che vi affrettiate!).

E se sparisse l’Ucraina perché mangiata, pardon, assorbita dalla Russia, sparirebbe subito dopo la nostra libertà.

Ma noi viviamo, o meglio vivacchiamo, in mezzo a tanto pericolo come beati ignoranti; o come liberi prigionieri (scusate l’ossimoro) con sindrome di Stoccolma.

Nelle piazze, nelle scuole, nelle università europee diversi giovani subiscono il fascino di Hamas.

Mi ricordano i ragazzi degli anni Settanta, anni “di piombo” in Italia; c’erano i terroristi nostrani, all’epoca, e si mescolavano subdolamente ai molti studenti, tantissimi erano adolescenti, a cui piaceva giocare ai rivoluzionari. Fu un gioco che fece strage soprattutto di chi vi giocava.

Hamas è una formazione terroristica, che di sicuro non va confusa con il popolo Palestinese nonostante nei gangli di questo popolo si nasconda e si avvinghi; se davvero avesse voluto il bene di questo Popolo, tra cui risiede, in ottanta anni di incalcolabili aiuti finanziari ricevuti da mezzo mondo, avrebbe potuto costruire uno Stato giardino, ricco e fecondo, e non chilometrici spettrali cunicoli sotterranei stracolmi di armi sofisticate dal costo inimmaginabile. Hamas ha un unico scopo, un’unica ossessiva bramosia. L’ossessione di Hamas è l’eliminazione di Israele. Ogni altra cosa è funzionale a questa sua ossessione. È tutto scritto nei suoi Statuti. Perciò i terroristi di Hamas, a meno che non si convertano al bene (il bel cambiamento è sempre possibile), a meno che si convertano, non riconosceranno mai ad Israele il diritto di esistere.

Proprio i vicini migliori che uno possa desiderare! E poi uno dice: perché Israele è sempre così serio anche quando si diverte?

L’ Occidente in questi giorni sta a guardare, e ad operare, col fiato sospeso.

O almeno una parte d’Occidente, sospende il fiato.

Un’altra parte, purtroppo, e sta in Europa, sospende l’intelligenza; dormicchia o viene risucchiata da lugubri dottrine, brucia bandiere, profana cimiteri, traccia sui muri stelle di David, grida: «Morte all’ebreo!».

In Europa! «Morte all’ebreo!». Nella nostra Europa!

Nella terra dove santi e giusti hanno dato la vita per salvare la vita di tanti fratelli Ebrei durante l’inferno del nazismo.

Terra della Beata famiglia Ulma (meditiamo sulla storia di questa famiglia!), terra di san Massimiliano Kolbe, di santa Teresa Benedetta della Croce, di innumerevoli altre persone piene di coraggiosa umanità, di profonda libertà interiore, di rispetto verso sé stesse e gli altri, di sostanziale fratellanza, di saggia umiltà, di intelligente mitezza, di geniale intraprendenza nel bene. Tutte virtù che, coscientemente o meno, ci provengono da duemila anni di cristianesimo.

In questa nostra Europa, «morte all’ebreo» non lo si può sentire, non lo si può sopportare, fa rivoltare le viscere umane dei giusti.

Volete rimettervi gli stivali ferrati della Gestapo e riportare nelle nostre strade i passi dell’inferno?

Volete di nuovo vedere case profanate e bambini, ragazzi, uomini, vecchi tirati fuori per essere condotti al macello?

Volete di nuovo stare zitti, magari per andare ad abitare in quelle case?

Grazie al Cielo esistono anche e sono la maggioranza, qui da noi in Europa e altrove nel mondo, uomini che si rifiutano di soffocare la propria umanità.

Esistono, qui ed in ogni dove del mondo, i costruttori di pace, i coraggiosi nel bene, i saggi, i misericordiosi, le persone di umile preghiera e carità, i santi, figli dell’Unico Dio, Padre di tutti.

Saranno essi, e speriamo di essere tra essi, che ci aiuteranno a ritrovarci un giorno tutti insieme, con ogni popolo della terra, colmi di gioia, al banchetto preparato per tutti noi dal Signore degli Eserciti, Dio della Pace.

«Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti. (…). Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti». (Bibbia: Is 25,6-7).

 

Grazie dell’attenzione.
Maria Cristina Manca

 

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