“Ci aiuteranno i bambini.” di Cristina Manca 

Il popolo d’Israele è parte pulsante del nostro cuore cristiano, intreccio intrinseco del nostro DNA spirituale.
Non possiamo liquidare la loro realtà come una questione a noi lontana perché significherebbe liquidare noi stessi.
Gesù, Nostro Salvatore, era ebreo secondo la carne, Maria Santissima era ebrea, san Giuseppe era ebreo, i primi Apostoli erano ebrei, san Paolo era ebreo “e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo” (Concilio Vaticano II); ed ancora: “la Chiesa crede, infatti, che Cristo, la nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i Gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso”. (“Nostra Aetate” n.4); impossibile poi dimenticare le parole del Papa Paolo VI, proclamato Santo dalla Chiesa: “La religione ebraica non ci è estrinseca, ma in un certo qual modo è intrinseca alla nostra religione. Abbiamo quindi verso di essa dei rapporti che non abbiamo con nessun’altra religione. Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori”.
Ecco, in questo tempo di rigurgiti antisemiti sia a destra che a sinistra in un Occidente ormai scristianizzato ma comunque dalle profonde radici giudaico-cristiane, mi sembra necessario ricordare a tutti la sostanza del nostro essere.
Inoltre ricordarla permette a me, pur nella mia estrema povertà, di supplicare Israele ferito, perché trovi la forza di restare compassionevole nonostante tutto, al fine di non cadere nella doppia trappola dei terroristi.
Essi infatti hanno profanato in terra d’Israele, Terra Santa, il cuore ebraico, trucidato bambini, ragazzi, donne, uomini, vecchi, preso in ostaggio persone di ogni età e condizione fisica, fatto saltare equilibri sociali e personali, ben sapendo, questi terroristi, che Israele ferito si sarebbe precipitato all’istante con violenza su Gaza e che questo avrebbe portato Israele sul baratro.

Perché diventando Israele a sua volta aggressore di persone inermi, sarebbe stato biasimato dal mondo e abbandonato da chi sino a poco prima ne sosteneva le ragioni; come di fatto sta già avvenendo.
Adesso bisogna escogitare soluzioni, ed ogni nazione di buona volontà ha il dovere morale, nonché la convenienza, di darsi da fare, innanzitutto per liberare gli ostaggi, stanare i terroristi, aiutare Israele con sapiente fattivo sostegno, coadiuvare il popolo palestinese nella costruzione di un proprio Stato sovrano che però sia libero da ricatti terroristici internazionali.
I credenti di ogni religione preghino il Dio della pace, per avere la sua pace, “che supera ogni intelligenza” (Fil 4,7).
Gli uomini di buona volontà si diano da fare, e il Cielo abbia pietà di noi e ci aiuti.
Ci aiutino anche quei piccolini arrivati troppo presto nel seno di Abramo, tanto simili ai bambini della famosa strage degli innocenti di cui parla il Vangelo, perché ora che, pur se troppo presto, sono nella gioia del Paradiso, oltre a mandare sorrisi, abbracci, baci, consolazioni, serenità ai genitori e a chi li amava, indichino anche a noi la strada per ritrovare la speranza e vivere in pace sulla terra, in attesa del Cielo.

Maria Cristina Manca.

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