
“Un Natale senza festose convivialità, ma integro nel suo significato di Dio che scende tra gli uomini” di Ange de Clermont
La nipote liceale e il terzogenito quest’anno non potranno fare le riprese e comporre il consueto trailer delle grandi feste familiari. Intorno a noi non ci saranno una ventina di commensali, ma due soltanto, quelle più vicine nella linea della parentela. Gli altri faremo di tutto per vederli in videoconferenza e scambiare qualche parola di augurio. Anche loro saranno due, a tavola, massimo quattro. Il virus ci insidia ovunque e noi cerchiamo di evitare le occasioni di contagio. Da questo punto di vista sarà dunque un Natale malinconico.
“La schiava di Sent Luri tra storia e leggenda. La bella di Sanluri, l’ultima amante di Martino il Giovane” di Rosanna Pisanu

“Giovanni Andrea Tedde, (Chiaramonti 1906-1990) a trent’anni dalla scomparsa” di Ange de Clermont
Giovanni Andrea Tedde (Chiaramonti,1906-1990), conosciuto in paese col soprannome paterno di Tebachéra, fu l’unico zio paterno che ebbi. Quando rimasi orfano mi fece anche da tutore.
Lo conobbi fin da fanciullo anche se lui abitava in Via delle Balle, che preferisco chiamare Carruzzu de Ballas, nell’antico borgo ai piedi del fu castello dei Doria, mentre noi abitavamo in via Garibaldi, ora via Leopardi, alle pendici del Monte Codinarasa.
“Lirica mistica di Santa Teresa d’Avila” traduzione di Federica Eriksen

y de tal suerte he trocado,
que mi Amado es para mí
y yo soy para mi Amado.
me tiró y dejó herida,
en los brazos del amor
mi alma quedó rendida;
y, cobrando nueva vida,
de tal manera he trocado,
que mi Amado es para mí
y yo soy para mi Amado.
“Giovanni della Croce e Teresa d’Avila” di Raimon Panikkar
Alcuni santi riflettono le perfezioni di Dio con le loro vite silenziose e nascoste; altri sono leader, altri sono eroi del sacrificio e altri ancora vittime dell’amore; alcuni hanno una natura umana piuttosto debole, e altri sono dei veri geni da un punto di vista umano. La santità è multiforme come lo è l’Uomo e la sua natura.
Ci si trova tuttavia di fronte a una non piccola difficoltà se si vogliono classificare i nostri due santi, Giovanni della Croce e Teresa d’Avila. Se li classifichiamo come contemplativi, in quanto hanno raggiunto il più alto grado di fruizione di Dio e di unione con Lui, dimentichiamo che entrambi condussero vite estremamente attive, non solo come maestri di spiritualità, ma anche come riformatori del loro ordine.
Leggi tutto“Cabidulu XIX: Visita in Purgadoriu, logu de dolore mannu e de piantu, de nostalgia de Deus a su puntu chi ti brujat su niuddu de s’anima, ma logu puru de ispera de che pigare a Chelu prima o poi gratzie a sas oratziones nostras” de Anghelu de sa Niéra
