“Il senso della vita nel Paese dei piagnoni” di Massimo Nava in “Mente politica”
La prima parola che viene in mente quando si prova a riflettere sulla pandemia che ci affligge ormai da un anno, fra momenti di effimero sollievo e di
Leggi tuttoLa prima parola che viene in mente quando si prova a riflettere sulla pandemia che ci affligge ormai da un anno, fra momenti di effimero sollievo e di
Leggi tutto1ª) Corrisponde al plurale dell’appellativo agrustu «lambrusca, vite selvatica» (Oliena), relitto sardiano o protosardo da confrontare – non derivare – con l’ital. abròstine e col lat. la(m)brusca, finora di origine ignota (NPRA 135) e dunque probabilmente “fitonimo mediterraneo”;
Care concittadine e cari concittadini, avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale. Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza. La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere”.
Vattene
anno nero
da cimitero.
Anno
d’ oblio.
Anno maledetto
da Dio!
Sarà che è tipico del periodo avvicinandosi il giro di boa di San Silvestro, ma anche per la politica italiana il problema è interrogarsi sul futuro: su quello immediato (cadrà o no il governo Conte? E che succederà dopo?) e su quello almeno a medio termine (come rimetteremo in piedi il Paese una volta che si riuscisse a lasciarsi alle spalle la pandemia?).
I territori della produzione poetica del Novecento in Sardegna, che nella vulgata o meglio nel detto popolare è tradizionalmente chiamata “terra di poesia”, riservano, a chi si avvicini ad essa con curiosità e interesse estetico, notevoli e piacevoli sorprese.
A fronte di tanti poeti dialettali, orali e non (usiamo qui il termine “dialettale” non certo con valore diminutivo ma con un accento nazionalitario, per indicare la poesia in limba), consacrati dal favore di un pubblico variegato, anche dotto e selettivo; a fronte di tanti poeti fieramente dialettali – dicevamo – riscontriamo una nutrita pattuglia di convinti poeti in lingua italiana, che risponde alle attese di un pubblico di lettori più orientato verso il gusto macro-nazionale e moderno (intendendo per “moderno” un gusto più in linea con le correnti linguistico-culturali maggioritarie a livello generale nel Paese, e non viceversa minoritarie o di nicchia, come potrebbe essere l’”antimodernità” o la “postmodernità” programmatica di certa produzione identitaria locale di élite (ma questo non vuol dire, beninteso, che non esistano contemporaneamente anche produzioni letterarie di nicchia in lingua italiana).
Leggi tuttoMeza notti!…
No’ intendu più sunà li me’ campani
lu Natali chist’annu no’ ha luci
la beddha festa a cosa si riduci
si no’ poni ‘inè li nostri anziani?
Lu “viru” pochi n’ha lacatu sani
agghiani fattu o no li tre tamponi
chistu scalmentu ha presu mali e boni
solu rimediu è … laassi li mani.
Ma noi chi semu fideli cristiani
sapemu chi la festa è i’la so’ grotta
Gesù no’ manca di ‘inè chist’annu!
Videndi chi la gjenti è in affannu
no’polta in donu panittoni motta
lu so’ donu è l’Amori i’ lu so’ “Pani”.