18 Ottobre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Donna Gerolama: i luoghi citati nel testamento in lingua sarda”di Angelino Tedde,Andreina Cascioni, Giovanni Soro

Indice dei luoghi del testamento di Donna Gerolama Tedde ved. Delitala figlia di Andrea Tedde e di Marietta Delitala  entrambi di Nulvi. I Delitala tuttavia erano originari di Chiaramonti sia nobilitati da tanto tempo sia ricchi a causa della funzione di esattore delle decime della diocesi di Ampurias esercitato dal capostipite.
Noi  citiamo Don Salvatore Delitala sicuramente  chiaramontese [come sostiene Francesco Tamponi nel saggio già citato nei precedenti capitoli]    e facoltoso padre di Giovanni Battista (1678) marito di Donna Gerolama, a lei premorto, ma comunque importante parlamentare dello stamento nobiliare insieme al cognato Tomaso Tedde (1682) . Dovizioso di certo fu il matrimonio della quarta figlia di Andrea Tedde, Gerolama, ma sfortunato per mancanza di figli e per la brevità di vita di Gerolama [32 anni].

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15 Ottobre 2023 - Categoria: cahiers de doléances, eventi luttuosi

“Ci aiuteranno i bambini.” di Cristina Manca 

Il popolo d’Israele è parte pulsante del nostro cuore cristiano, intreccio intrinseco del nostro DNA spirituale.
Non possiamo liquidare la loro realtà come una questione a noi lontana perché significherebbe liquidare noi stessi.
Gesù, Nostro Salvatore, era ebreo secondo la carne, Maria Santissima era ebrea, san Giuseppe era ebreo, i primi Apostoli erano ebrei, san Paolo era ebreo “e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo” (Concilio Vaticano II); ed ancora: “la Chiesa crede, infatti, che Cristo, la nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i Gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso”. (“Nostra Aetate” n.4); impossibile poi dimenticare le parole del Papa Paolo VI, proclamato Santo dalla Chiesa: “La religione ebraica non ci è estrinseca, ma in un certo qual modo è intrinseca alla nostra religione. Abbiamo quindi verso di essa dei rapporti che non abbiamo con nessun’altra religione. Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori”.
Ecco, in questo tempo di rigurgiti antisemiti sia a destra che a sinistra in un Occidente ormai scristianizzato ma comunque dalle profonde radici giudaico-cristiane, mi sembra necessario ricordare a tutti la sostanza del nostro essere.

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13 Ottobre 2023 - Categoria: letteratura sarda

Donna Lucia Tedde -Delitala ( Nulvi,1696-Chiaramonti,1755) tra storia e fantasticherie di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro.

Sulla nobildonna anglonese, essendo il luogo di nascita Nulvi e quello dove visse Chiaramonti, sia in internet sia nella carta stampata, da quando la descrisse il viceré Rivarolo senza averla mai vista, ma per sentito dire, e da quando il viceré Castagnole, la precettò a Cagliari e la mise sotto processo di sette nobili. secondo l’uso del tempo, facendola interrogare nella casa in cui era ospitata a Cagliari, si scrivono tante vicende false e altre vere anche se dobbiamo dire che quelle false vanno per la maggiore e descritte in genere non da storici di mestiere, ma da vari dilettanti maschi o femmine che po co conoscono la storia che tuttavia sono quelli che vanno per la maggiore con pubblicazioni e pubblicità su mezzi di comunicazione di massa. Si dimenticano o si pubblicizzano di meno lavori seri come quelli di Maria Lepori editi dalla casa editrice romana Viella nel 2010 e nel 2020. Faide. Nobili e banditi nella Sardegna sabauda del Settecento,  Fazioni  Bande e trame. La nobiltà rurale tra violenza e giustizia nella Sardegna del Settecento.
Due lavori storici magistrali da un’autrice accademica e con alti studi in Francia. Questi gli unici libri che vanno ammanniti nei convegni e nei seminari e non romanzetti d’appendice che non sanno di capre e cavoli.
I romanzi storici non si possono scrivere così alla leggera senza una ricerca seria e documentata, ma tant’è basta fantasticare su qualche notizia raccolta qui e là e uno o una s’imbarca e se attraverso conoscenze o per mezzo di un editore si trova l’opportunità di pubblicare è evidente che l’editore fa di tutto per vendere il prodotto comunque sia costruito e il  romanzetto, meglio se pruriginoso, va!
Non si può continuare di questo passo spacciando una nobildonna del Settecento per banditesca, che per riconoscenza, protegge un difensore della sua dignità e che per questo viene condannato a morte per sfuggire alla quale si dà alla latitanza. E nemmeno tanto perché allora interi paesi nel Settecento dei nostri centri abitati dell’Anglona e della Gallura avrebbero dovuto chiudere i battenti ed essere definiti come centri di banditismo.
Tutto nasce da una relazione in francese del viceré Rivarolo  (1735-1739) il quale scrive per sentito dire e non per aver visto e che, tuttavia capisce che i Delitala e i Tedde facevano parte di fazioni contrapposte pur essendo legati da parentela come i Guelfi e i Ghibellini. Non parla certamente di bande di banditi né dall’una né dall’altra parte, Purtroppo lo scarso acume dello scolopio Angius, servendosi di informatori e di quanto scritto del Manno finisce per far passare Donna Lucia per una donna di efferatezza rara. Ma anche lui se ne guarda bene dal presentarla come una banditessa. La storia ci dice che i potenti di ogni epoca hanno spesso abusato del loro potere compiendo palesi ingiustizie, ma non chiamati per questo banditi.
Quando un appassionato uomo di scuola, ma non di molti studi o un’appassionata impiegata presumono di dedicarsi alla storia senza la dovuta preparazione finiscono per prendere aglio per cipolla e per scrivere o tentare di ricreare personaggi o luoghi inusitati e tutto sommato per imbastire romanzi o libretti di storia che nemmeno lontanamente sono imparentati con la storia.
Avranno anche enti o editori che pubblicano questi lavori, ma libretti fantasiosi sono e libercoli fantasiosi restano. A volte pessimi prodotti vengono accolti dal mercato come fossero ottimi prodotti, ma se si guarda bene si scopre che, purtroppo le false storie hanno credito più di quanto non lo abbiano le ricostruzioni storiche serie e documentate.
Prima di chiudere insistiamo sul fatto che la nobildonna di origine nulvese, ma residente a Chiaramonti fu sicuramente una donna potente che talvolta abusò del suo potere e si servì degli appartenenti alla sua fazione per combattere quelli delle fazioni contrarie, ma mai e poi mai si dedicò al banditismo e tanto meno prese la bandiera della ricoscossa contro i piemontesi dal momento che anche con questi e non solo con gli spagnoli non perse i titoli della sua nobiltà.
Una nobildonna che precettata a Cagliari per rispondere dei reati compiuti si presenta senza tentare di fuggire in Corsica o sui monti inaccessibili, ma si presenta a Cagliari per essere giudicata da altri nobili e accoglie la condanna a 5 anni di arresti domiciliari  a Cagliari o ad Alghero  e che non farà un giorno di prigione, ma ottiene gli arresti domiciliari e successivamente riesce con la commutazione della pena di tre anni pagando con denaro contante e torna, dopo due anni di arresti domiciliari libera e sicuramente pentita al suo palazzo di Chiaramonti dedicandosi poi a combinare qualche affare a Sassari con acquisto di due palazzi e a dare a censi  consegnativi per meglio intenderci in affitto i suoi vasti poderi, non può essere definita una banditessa romantica che lotta contro i piemontesi a favore degli austriaci. Sempre di una nobildonna si tratta, certo pentita di quanto i suoi fazionari dietro suo ordine hanno compiuto e pensando alla sua morte, che certo poteva pure aspettarsela violenta come sostengono gl’informatori dell’Angius avvenne, lascia la totalità dei suoi beni ad opere pie e a suffragi per la sua anima. Inoltre di certo non di nascosto viene sepolta nella cappella della sua tomba di famiglia nella Chiesa dei frati carmelitani  in Chiaramonti,
Le carte che ha esaminato Maria Lepori e le fonti ecclesiastiche e no che noi stiamo esaminando
non lasciano adito a fantasticherie né su di lei né sul “bandito” inserito nel catalogo dei banditi dal viceré Valguiarnera. Bandito che si sposò e prolificò a Chiaramonti lasciando la moglie, cinque figli e ben dieci nipoti viventi prima di essere tradito da due sassaresi della sua banda nella città di Sassari e di essere sottoposto dopo la morte ai raccapriccianti riti a cui allora usava sottoporre coloro che avevano compiuto dei crimini.

 

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6 Ottobre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Un po’ della storia Tzaramontésa. PERCHE’ la CASERMA ? Chiaramonti” di Claudio Coda

[….ager sanguinis”…] “terreno di sangue”, così nelle annotazioni fornite dal Canonico Giovanni Spano – Senatore del Regno – nella traduzione dall’originale in francese del “Voyage en Sardaigne” di Alberto Ferrero La Marmora (data pubb. 1826 , a Parigi) dopo esperienze di viaggio nell’Isola nei primi dell’800.
Nel 1769, Vincenzo Mameli de Olmedilla nella sua “Relazione sugli Stati d’Oliva”, scriveva: […..l’esercizio dei chiaramontesi da piccoli è quello di tirare al bersaglio e lo schioppo è il loro primo e principale attrezzo che perfino in chiesa non abbandonano, con esso al lato dormono, con esso camminano dentro casa, le risse, i furti, tumulti, gli omicidi non fanno impressione in quella popolazione, già da molto tempo abituato a simili eccessi, sia di giorno che di notte….]”; [….la presenza di bande di malviventi è attestato, luogo di rifugi storici di banditi del Capo di Sassari e base di partenza per gli espatri clandestini in Corsica; l’ordine pubblico a Chiaramonti e la Giustizia non è temuta né rispettata e il bandito Juan Fais detta legge dal Sasso a tutta Chiaramonti perché carente l’Amministrazione della Giustizia….] (fonte “Quaderni Bolotanesi” trad. a cura di Italo Bussa)
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6 Ottobre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Chiaramonti: nasce il Centro Culturale nell’Ottocentesca Caserma dei Carabinieri” considerazioni di Angelino Tedde

Fatta l’Unità d’Italia occorreva fare gl’italiani! Finisce “l’Espressione geografica” di Bismatck e ha inizio quel tormentato periodo in cui bisognava edificare la Nazione. Già Dante e ancor più Machiavelli avevano preconizzato a modo loro un’unità degli abitanti della Penisola. Ci voleva,tuttavia, il vento del nazionalismo avvertito in tutta Europa perché l’Italia diventasse una Nazione.
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5 Ottobre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Suor Teresa Tambelli F.d.C. (Revere 1884-Cagliari 1964) va verso la Beatificazione” di Mario Girau

Nel 400 ° anniversario del Carisma vincenziano suor Teresa Tambelli Figlia della Carità è proposta dalla Chiesa che è in Cagliari come fulgido esempio di vita cristiana eroicamente vissuta nella costante pratica del Comandamento dell’Amore. Il 6 novembre 2016 nella Cattedrale di Cagliari, l’Arcivescovo Mons. Arrigo Miglio, presidente del Tribunale diocesano per la Causa di canonizzazione, durante una solenne cerimonia ha dato avvio all’iter volto ad appurare la veridicità della vita, la virtù e la sua fama di santità.

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2 Ottobre 2023 - Categoria: recensioni

” IL CHIERICO VAGANTE DI MARIO NIEDDU SCULTORE” recensione a cura di Angelino Tedde

Si tratta della storia di un pastorello sardo di una modesta famiglia di pastori-mezzadri che viene indirizzato verso il seminario diocesano  dalla madre  per diventare prete.
Essere prete negli anni sessanta e ancor prima significava trovare nella società una collocazione dignitosa, una parrocchia da amministrare e un prestigio religioso e culturale invidiabile. Di questo prestigio avrebbe goduto non solo lui, ma l’intera famiglia: la madre e il padre, i fratelli e il parentado. Il suo carisma e il suo prestigio sociale sarebbero ricaduti piacevolmente sullo stesso paes

Né c’è da meravigliarsi, alla stessa maniera le figlie venivano orientate o addirittura costrette a spesare un giovane di buona famiglia verso cui non sentivano alcun sentimento d’amore. A cumbenientzia ci si sposava e alla stessa maniera si poteva diventare prete secolare o religioso con buona pace di chi era costretto ad affrontare un marito balbuziente o una moglie strabica oppure un ordine religioso dove si mangiava a stecchetto o un seminario freddo come l’inverno.

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15 Settembre 2023 - Categoria: letteratura sarda

“Considerazioni sul testamento di Donna Gerolama Tedde in Delitala” di Angelino Tedde, Andreina Cascioni, Giovanni Soro

Il testamento di donna Gerolama (Nulvi 28.8.1684- Chiaramonti  11.12.1716)  (sposata a Nulvi il 20.4.1699 con Giovanni Battista Delitala Delitala di origine chiaramontese e figlio di don  Salvatore Battista Delitala di Chiaramonti sposato con Maddalena Delitala Cubeddu di Nulvi, non abbiamo la data di morte tuttavia figura vivo come testimone di nozze nel 1709) come tutti i testamenti del tempo inizia con la datazione in latino e del luogo in cui viene compilato.
E’ interessante che sia stato redatto in sardo. Il testo è naturalmente con delle premesse religiose afferenti alla divinità classico modulo di tutti i testamenti dell’ancien régime. ( 1)

Secondo gli studiosi della nuova storia, 1929, si tratta di morte apparecchiata. A quei tempi come oggi si moriva anche di morte violenta e improvvisa. Oggi le varie modalità s’incrociano e non si deve dire mai all’ammalato che sta per andarsene anche se lui se ne accorge.

Le riflessioni nella premessa deltestamento sono anch’esse profondamente cristiane:
“ Pro cantu totu sos nasquidos in custa valle de lagrimas sun per natura ispostos a sa morte corporale et a cudda nexuna pessone iscapare podet. Segundu semus avisados per su Sagradu Evangeliu qui narat vigilate et orate quia nescitis diem neque oram: vegliate e pregate perché non conoscete né l’ora né   il giorno della morte”.
“Pro tantu sa immensa misericordia de Señore Nostru sempre invoquende heo sa Nobile Donna Giromina Delitala Tedde de sa presente Villa agatendemi  comente mi agato, in su letu de domo et habitassione mia, prostrada de infirmidade corporale de sa cale timo  [de] morrer cun sana imperò memoria et integra loquéla mia”

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