26 Novembre 2015 - Categoria: storia

Suelli: delibere del Consiglio Comunitativo di Franesco Carboni

Comune di Suelli

Comune di Suelli

Società ed economia a Suelli nella prima metà del XIX secolo.

1 .Il Consiglio Comunitativo.: nomina di consigliere contestata.
L’esenzione dall’incarico di consigliere per una persona anziana.
La fornitura di legna alla comunità.
Concessione del pascolo nei vacui della vidazzone.La situazione nelle campagne e l’economia.
La produzione agricola nel 1844..Appalto dei salti demaniali di San Cosimo e di Curadoria.,
Lo scontro per il pascolo tra i nobili don Bartolomeo Casu e don Ferdinando Dedoni.
La tormentata trebbiatura nel centro abitato del notaio Stanislao Lai e la comunità di Suelli.
Viabilità e carri di antica foggia,
Privativa della carne.La fornitura di carne alla comunità(pag.17).
Operatori sanitari: la nomina dei chirurghi della comunità.
2, Il Capitolato barracellare(pag. 18).
3.Conti barracellari(pag.25).
4.Suelli nella società feudale( pag.29).
-Donazione di Suelli di mille starelli di grano all’arcivescovo don Antonio Parragues de Castillejo( 20 luglio 1564) e Capitoli di grazia dei diritti feudali.(pag.29)
– 1597 Un memoriale dei vassalli sulla introduzione del bestiame forestiere
– L’abolizione del feudo nel 1836 con Carta Reale del 19 dicembre 1835. .

-1.I documenti del Consiglio Comunitativo di Suelli sono presenti nell’Archivio di Stato di Cagliari,in particolare nel fondo della Segreteria di Stato e Guerra , seconda serie .vol.370.
.In data Suelli 2 gennaio 1826 Gavino Sirigu informa il vicerè:
“Ieri primo giorno dell’anno venne nominato per nuovo consigliere di questo villaggio di Suelli Antioco Mereu dello stesso luogo e ciò dal nuovo sindaco Giuseppe Marrocu senza che nessuno degli altri consiglieri abbia dato per tal nomina voto alcuno, secondo la relazione che questa mattina mi ha fatto il maggiore di giustizia che a tal nomina intervenne per non esser potuto io intervenire a motivo d’esser stato in altri affari occupato. Io come ministro di giustizia devo partecipare all’E.V. che il detto consigliere Mereu fu nello scorso anno da me carcerato per ordine dell’Intendente Generale e ciò per aver fatto vari imbrogli nell’anno del suo sindacato, perchè non potea nè vole va pagare una buona parte del donativo reale che si avea scialaquato per le taverne, in conseguenza già per tutto questo come per essere il medesimo nullatenente non deve in modo alcuno occupare il detto impiego, come altresì pare che non possa stare nell’impiego di sindaco il succennato Marrocu
per esser il medesimo sotto processo che io medesimo li costrussi nello scorso anno per l’insulto che dentro il popolato fece di giorno a Pietro Melis di questo stesso villaggio e per esser depositario di questo Monte di soccorso tutto contro il Regio Editto:
il pubblico si lagna continuamente di quanto sovra e gli stessi generali clamori mi hanno indotto a farlo presente alla E.V. per lasciarmi quelle provvidenze che crederà più necessarie su questo proposito.
Attendendo intanto i pregiatissimi ordini dell’E.V. passo a raffermarmi col più ossequioso rispetto. dell’E.V.
Suelli li 2 gennaio 1826.”.
Il 15 febbraio 1845 il vicerè comunica all’Intendente Provinciale di Cagliari:”Raffaele Siddi del villaggio di Suelli meritando per le sua avanzata età d’anni ottanta di esser esonerato dalla carica di Consigliere , autorizzo la E.V. a dispensarverla e di surrogargli altro idoneo soggetto a termini delle leggi.
Prego Dio”.

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20 Novembre 2015 - Categoria: cultura

Condanna del terrorismo da parte di 2500 Iman di Francia

Gli imanGli Iman delle 2500 moschee di Francia ai musulamni

Ecco il testo scritto dagli Imam di Francia:
“Cari musulmani e care musulmane,
L’islam, la religione della pace è divenuto ostaggio nelle mani di estremisti e di ignoranti. L’islam esiste in Europa da un secolo. Esso ha vissuto sempre in armonia e in coesistenza con le società europee fino all’arrivo di qualche musulmano che conoscete perché pregano con noi all’interno delle nostre moschee. Essi sono dei giovani che sono nati in Europa, che non parlano la lingua araba e che non hanno alcun titolo in teologia musulmana. Noi abbiamo utilizzato degli imam venuti dall’estero che non parlano nemmeno la lingua francese e che non conoscono i veri problemi che questi giovani francesi ed europei affrontano in seno delle società occidentali.
Cari musulmani e care musulmane,
da anni si dice che l’islam all’occidentale non somiglia all’islam che si è conosciuto. Secondo l’ideologia di questi islamisti ignoranti, l’islam della tolleranza, dell’umanesimo e dell’apertura e del dialogo interreligioso è divenuto un tradimento e una collaborazione con l’occidente, tanto che gli imam tolleranti sono stati minacciati all’interno delle loro stesse moschee da questi estremisti che hanno scelto la durezza e l’odio contro chiunque è differente, anche se i differenti sono musulmani.

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20 Novembre 2015 - Categoria: c'est la vie, cahiers de doléances

Ansie e timori corrono nelle email per le stragi di Francia di Miriam di Castello e Ange de Clermont

stragi ISalve, Ange de Clermont, in un trafiletto di un quotidiano di oggi ho letto la seguente notizia:

“Dopo la strage di venerdì scorso a Parigi il direttivo di Assadakah Sardegna – Centro Italo Arabo e del Mediterraneo ha chiesto alla Regione Sardegna e al presidente Francesco Pigliaru di bloccare qualsiasi accordo con il Qatar, il più grande finanziatore del terrorismo in Siria e in Iraq che si accinge a diventare il più grande investitore della Gallura e sta mettendo le mani sulla sanità e su altri settori dell’economia isolana come il turismo e l’immobiliare”.

Un saluto fraterno.

Miriam di Castello

 

stragi II“Salve, gentile Miriam, la cosa più corretta sarebbe quella di verificare la veridicità di questa notizia e se fosse vera bisognerebbe bloccare definitivamente i lavori del San Raffaele e i contratti con la Costa Smeralda. I primi a subirne i contraccolpi sarebbero quei mille che dovrebbero essere assunti.
A meno che non si tratti di una notizia messa in giro ad arte dalla lobby medica che ha sempre osteggiato la costruzione del San Raffaele e il suo funzionamento. Credo che anche a Milano don Verzé a suo tempo fosse odiato dallo strapotere dei medici pubblici e dalle cliniche private.

Noi privi di mezzi investigativi che cosa possiamo farci? A detta di Putin 40 ditte occidentali fornirebbero le armi ai terroristi islamici. La fame del denaro porta l’occidente al suicidio. L’Arabia Saudita,  alleata degli USA, è il massimo finanziatore dello stato islamico, sunnita, contro l’Iran sciita. Se a questi epigoni di Saddam Hussein si togliessero armi e petrolio si sgonfierebbero come palloni sgonfiati.

Il problema più grave è però il fascino di migliaia di giovani europei che si sentono vocati a fare i becchini di quella terra che li ha allevati, educati e formati.
Quando la Francia laica ha abiurato dalla fede cattolica e ha favorito ogni sorta di libertinaggio intellettuale e morale che tipo di  giovani musulmani e no potrebbe allevare?

Non ci resta che difenderci e pregare. Nei messaggi di Medjugorje la Vergine ha previsto tanto male, ma anche detto che prima o poi verrà la Pace.

Io, in questi giorni, vivo abbastanza addolorato.

Ho letto con piacere i passi che mi hai spedito e ti ringrazio.
Si tratta di un tempo in cui viviamo morendo.
Mai visto tanto sfacelo nel corso dei miei 79 anni di vita. Siamo alla buccia.

Un affettuoso saluto.
Ange de Clermont”

“Salve, Ange de Clermont, non so se quella di ieri sia una notizia vera né so se sarebbe auspicabile o meno per i sardi una eventuale interruzione del progetto, ma una cosa è certa: la proprietà di una porzione vitale di Sardegna apparterrà ad una nazione mussulmana.

Certo una nazione mussulmana bella, elegante, raffinata, ricchissima come nelle favole delle “Mille e una notte”, una nazione giovane, scattante, intraprendente, colta, intelligente sino alla genialità. Basta guardare in fotografia la straordinaria architettura delle loro città, l’armonia estetica che in esse regna.

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17 Novembre 2015 - Categoria: cahiers de doléances

Sa vida e sa morte:misteru e ipantu di Anna Maria Sechi

Anna Maria Sechi

Anna Maria Sechi

Sa vida, est comente sa die, naschet a s’avrèschida e finit a sa calada de su sole pro isparire in sa note funguda de s’eternidade.
Sa vida est un impedradu abbolotadu in su cale ignaros nos incaminamus atraessende immensos oceanos, intzertos nos tucamus in sas alturas de sas chimas de sas muntagnas de nie, a duos didos dae su chelu.
Currimus sena ischire in tancas birdes e in sa soledade de sos desertos sena fine, pienos de malannos e de isfidas chi bene o male dèpimus assumere in sas istajones de s’esistèntzia nostra. Finas a cando a sa tzega e in s’iscussèntzia , nos agatamus in s’ùrtimu tretu de sa caminera, ue unu sigundu fat’a s’àteru arrivimus a cumprire sos ùrtimos passos prima de isparire in su fatale nudda. Fatu a nois giughimus su pesu de unu barriu de ammentos chi, pariant issos pèrdidos in fundu a su coro, ma… pro incantu s’ischidant tot’in d’unu, pro nos accumpangiare a manu tenta in sas ùrtimas ischintzidas de sos ogros. S’accuntentare de vìvere sena si fàghere sa pregunta: it’est sa vida? Sa vida no est vida. Sa morte.
Sa morte est ateretantu misteriosa comente est sa vida, andamus a issa dae su primu sigundu de s’esistèntzia nostra. Passu a passu, nos incaminamus verso sa note sena fine. Pro integrare de nou sas intraglias de sa terra chi nos est mama. Sa terra, custa terra chi nos at nutridu, chi nos at fatu creschere, chi nos at bidu riere e pranghere, custa terra chi amamus e chi nos at imparadu a nos amare, Custa terra chi carignamus, chi petigamus e trasformamus in bene o in male. Custa terra est s’ùnica mama nostra, padrona e maistra de isse e, de onnia cosa e de ogni frutu sou, pro su cale tenet in issa : fortza, odiu e amore. Sa terra est sa crae de ogni misteru , issa si leat su diritu de sa nuda propriedade subra nois e subra totu su chi vivet, issa no che furat a sa lughe de su sole, issa no bortulat, nos trìullat e cun issa dèpimus istare, in s’eternu abbratzu sou a su cale pèrunu èssere ùmanu nd’at iscàmpiu. Tando, finas ch’in vida apo a èssere in su meu, apo a chircare de bìdere sas cosas simples chi sa vida mi dada cun sa mirada de affetu sintzeru. Finas chi, m’ apo a seriare su carignu de su bentu in sos pilos mios colore de prata, finas chi, sos rajos de su sole ant a rifletere in issos sos giogos de umbras e de lughes. Intre su passadu e su presente deo ando, chirchende de bìdere sas bellesas cuadas in sa lughe de sos ogros de sas pessones caras a su coro meu . am.sechi

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17 Novembre 2015 - Categoria: cahiers de doléances

Le stragi di Parigi e la necessaria reazione per fermare questi pazzi fanatici di Ange de Clermont

attentato a ParigiEpisodi cruenti come quelli di Parigi, compreso quello di gennaio di quest’anno, ci spingono a riflettere.

Com’è possibile che dei giovani, vestiti di nero, imbracciando armi di morte, sparino ad altri giovani che erano a teatro per ascoltare un concerto di musica rock e contemporaneamente coordinati tentino di far strage in un caffè, in un ristorante, in un campo sportivo affollato e in altri due siti parigini? La fortuna ha voluto che non in tutti i luoghi prescelti per le stragi abbiano potuto mettere a segno il loro piano terroristico.

Com’è possibile che sparino con freddezza a dei coetanei dei quali l’unica colpa era quella di amare la musica, di sorseggiare un caffè, di consumare un pasto fuori casa, di vedere una partita di pallone?

La risposta più razionale sarebbe la vendetta per la partecipazione della Francia ai bombardamenti sul mobile e fantomatico califfato installatosi tra Siria e Iraq.

Alla luce della loro presunta fede islamica sarebbe quella di punire la licenziosità del popolo francese.

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14 Novembre 2015 - Categoria: cahiers de doléances

SENZA PAROLE: IN LUTTO PER IL MASSACRO TERRORISTICO ISLAMISTA IN FRANCIA

NON ABBIAMO PAROLE PER IL PLURIMASSACRO AVVENUTO  IN FRANCIA. IL TERRORISMO ISLAMISTA SI FA BOIA DI QUESTA MACABRA MACELLERIA. PER I PAZZI DI QUESTO GENERE NON CI SONO CURE SE NON LA REAZIONE DI TUTTA L’EUROPA SEDE DI QUELLA CIVILTA’ CHE HA AFFRANCATO I POPOLI DA OGNI GENERE DI TIRANNIA.

NON E’ CON LA MORTE CHE SI ASPIRA ALLA LIBERTA’ AUTENTICA. FERMIAMO QUESTI PAZZI FUORIOSI!

La redazione di accademiasarda.it

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12 Novembre 2015 - Categoria: c'est la vie, cahiers de doléances

I furti di documenti in Vaticano e le mutande sporche di Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi di Ange de Clermont

mutandeOrmai è noto a tutti quanto i due giornalisti hanno pubblicato dopo il furto con scasso in Vaticano. In pratica si tratta di un furto in uno stato estero di incartamenti segretati. Ma chi dei nostri giornalisti si metterebbe scrupoli a pubblicare materiale trafugato in Vaticano? Uno staterello di appena mezzo chilometro quadrato che conserva nei suoi archivi tantissima storia del mondo, tante opere d’arte, musei e centomila tesori di storia e d’arte? Certamente il buon Papa Francesco non avrebbe mai immaginato che il desiderio di trasparenza nelle finanze vaticane sarebbe finito poi su due libri che non mettono certo in buona luce il maneggio di denara da parte di prelati che prima che uomini di amministrazione sono uomini di chiesa e dei consacrati. Né tantomeno che dei giornalisti accogliessero una documentazione che se proveniente dalle carte segrete dello stato italiano avrebbero corso seri rischi d’imputazione come ricettatori, conniventi con gli scassinatori e con i ladri. Ma per questi baldi giornalisti il rendere pubbliche le relazioni predisposte per il Papa è fare informazione e non spionaggio. Dove si tratta di finanza, specie vaticana,  i giornalisti corrono come topi al formaggio e non c’è etica che tenga per questi maramaldi che con questi libri di documenti scannerizzati fanno soldi a palate, anzi arrivano all’impudenza di annunciare che un buon 50% dei ricavi li daranno in beneficenza. Ma che bravi! Che buoni!

Ora provate a immaginare se, a mezzo di qualche colf, potessimo mettere le mani sulle mutande sporche da malattie vergognose di questi due giornalisti e le inserissimo su you tube quali rischi correrebbe il malcapitato, violatore della privatezza. Vi rimando agli articoli che puniscono severamente questo immondo furto e la propalazione di questi malanni causati ai due giornalisti scannerizzatori che si vedrebbero gettare in faccia al mondo queste malattie assunte in incontri con prostitute?

Anche questa sarebbe informazione per coloro che avvicinandoli rischierebbero i malanni contagiosi che costoro si porterebbero per ipotesi addosso.

Questa comparazione molto semplice dimostra la scarsa moralità privata e pubblica di questi cercasoldi a buon mercato.

Da che mondo è mondo la specie umana è soggetta a sbagliare, a peccare, a trasgredire la legge e i vizi capitali sono lì per dircelo. I prelati sono uomini e quindi non sono immuni dai vizi anche se sarebbe auspicabile che un membro del clero, posto come una lucerna sul candelabro, mandasse luce e non tenebra. La stessa moralità si pretende anche dai giornalisti che ormai, costretti a fabbricare notizie, non si guardano dal compiere ogni sorta di reato pur d’incassare soldi su soldi, altro che la ricerca della verità e dell’informazione. Non è da oggi che o in modo o in un altro si conoscono i peccati degli uomini che manipolano i soldi sia che si tratti di laici sia che si tratti di prelati.

La cosa più importante oggi, per la numerosa lobby giornalistica è quello di calunniare uomini e istituzioni e portare la gente allo sfascio morale. Anche le speranze debbono essere seppellite da una valanga di sterco. “Calunniate, calunniate, qualcosa resterà” diceva Voltaire, quel doppiogiochista che è morto chiedendo e ricevendo i sacramenti dopo aver lanciato un oceano di sterco su Santa Madre  Chiesa.

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7 Novembre 2015 - Categoria: storia

“Alcune fonti scritte della società ed economia di Esterzili” di Francesco Carboni

Esterzili1.Il Consiglio comunitativo: il pascolo nei vacui della vidazzone;la provvista di grano;alcuni problemi con le comnità di Sadali e di Seui;la viabilità ed i ponti;i conti degli esattori e le opere pubbliche;i dritti in orzo per la Curia;l’esenzione dalle dirame comunali;l’incompatibiltà e la rimozione del segretario comunale;la rimozione dei consiglieri;il salario del sindaco e del flebotomo; la nomina del camparo addetto ai boschi;alcune contestzioni territoriulai con poaesi finitimi.
2.Il ghiandifero nella contabilità feudale della Barbagia di Seulo del Duca di Mandas(pagina 11).
3.Le cause criminali di Esterzili ed il processo per usura contro don Salvatore e donna Francesca Capece(pag.15).
4.Il protocollo del discreto notaio Francesco Ignazio Deplano negli anni 1846.1847(pagina 24).
5. I toponimi della Barbagia di Seulo nel secolo XVII(pag.43).

-1.Questo lavoro di ricerca non può essere esaustivo. Si fa perciò riferimento , per gli interessati e pazienti lettori, ad altri lavori dell’autore condotti in passato:
a) Clero, popolo e decime nell’Ogliastra:relazione inedita di un ecclesiastico del XVIII secolo (sta in Annali della Facoltà di Magistero dell’’Università degli studi di Cagliari, Nuova serie, Vol.VI, parte II, 1982), pagg.95-183;
b)La giustizia nella Barbagia di Seulo del secolo XVII:il “desistiment” dal “clam criminal” per omicidio (sta in annali della Facoltà di Magistero di Cagliari, Nuova serie, vol.XV, 1991-1992, miscellanea in onore di Jordi Carbonell), pagg.223-333;

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