14 Aprile 2016 - Categoria: cultura

Nonostante le difficoltà il nostro blog ha raggiunto un bel traguardo di Angelino Tedde

images-3Nonostante i mesi perduti e il mutamento del sottotitolo il nostro blog, dopo sette anni, meno quattro mesi (quelli perduti nella riorganizzazione), ha raggiunto a tutt’oggi 151.552 visite e 300.653 pagine viste. L’incidente ci ha fatto un pò raffreddare dalla cura del blog, ma almeno fino al decimo anno, a Dio piacendo, 2018, continueremo a curarlo, offrendo ai visitatori sia i nostri contributi sia quelli degli amici che vi collaborano. I collaboratori figurano nelle pagine. Tra i blog  amici dobbiamo tener presente quello di Luigi Ladu da noi stimatissimo e ricco di opportunità sia in lingua sarda che in quella italiana.
Le visite provengono il 20% dall’estero e l’80% dall’Italia.
1.243 Articoli, 51 Pagine, 389 Commenti.

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4 Aprile 2016 - Categoria: cultura, storia

L’adozione dei monumenti storici da parte delle scuole dirette dal prof. Gianni Marras

images-2Sovente nelle varie circoscrizioni comunali e nelle sottoregioni strico-culturali si rintracciano monumenti di tutti i periodi storici, protostorici compresi, ma questi restano sconosciuti ai visitatori per mancanza non solo di segnaletica adeguata, ma anche di una gestione minimale per salvaguardarli dal degrado.

L’iniziativa dell’adozione di questi monumenti da parte delle scuole ha mobilitato le scuole dell’Anglona, della Bassa Valle del Coghinas e in parte del Logudoro, dirette tutte dal prof. Gianni Marras, dirigente scolastico impegnato e scrupoloso nonché autentico operatore culturale del territorio. Quest’iniziativa si è svolta con l’entusiasticaa collaborazione della dott. Nadia Canu, giovanissima responsabile del MAP di Perfugas.

Dalla nota informativa che qui sotto riportiamo emergono il lavoro sia degli alunni sia degli operatori scolastici e archeologici che vi hanno partecipato, Plaudiamo a queste iniziative culturali e volentieri indormiamo dell’evento i visitatori di accademiasarda.it

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2 Aprile 2016 - Categoria: Chiaramonti e dintorni, memoria e storia, storia

Uno sguardo storico-economico sull’Anglona nel XX secolo

imagesMassimiliano Venusti e Antonio Cossu, L’arte casearia in Anglona tra storia e attualità, Stampacolor, Muros 2006

Questa pubblicazione è consultabile sul sito dell’ERSAT all’indirizzo: www.ersat.it

“Estratto relativo al XX secolo: dagl’imprenditori continentali allo sviluppo delle cooperative.” 

Tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento la concomitanza di alcuni avvenimenti determinò un sensibile cambiamento nel comparto zootecnico-caseario regionale(9). In particolare ricordiamo la rottura nel 1888 del trattato Francia-Italia, stipulato nel 1863, che prevedeva l’esportazione dalla Sardegna (Macomer, Santu Lussurgiu, Bosa, Cuglieri, Tresnuraghes, Ghilarza) di bestiame da carne; il conseguente orientamento degli operatori verso l’allevamento della pecora (Tab. 2); la riduzione del prezzo del grano a causa delle importazioni del più conveniente frumento americano e la conversione a pascolo delle superfici coltivate a cereali; la nascita e sviluppo dell’industria casearia isolana.

I primi caseifici in Sardegna sorsero nell’ultimo decennio dell’Ottocento per iniziativa di imprenditori laziali, toscani e napoletani, che avviarono la produzione di Pecorino Romano nell’Isola sostanzialmente per tre ragioni. La prima fu l’emanazione di un’Ordinanza del Municipio di Roma (1884), che vietando ai pizzicaioli la salagione del formaggio in città favorì il sorgere, inizialmente nelle vicinanze di questa e successivamente nell’Isola, dei primi stabilimenti di trasformazione. La seconda può essere ricondotta alla riduzione della produzione del latte ovino nel continente, a causa della bonifica della maremma laziale che distolse terreni al pascolo delle pecore per destinarli a coltivazioni più redditizie. Infine la terza fu l’accresciuta domanda di Pecorino Romano da parte degli emigrati meridionali negli Stati Uniti, il cui numero raggiunse livelli notevoli verso la fine del 1800 (113.807 – anno 1892). La lavorazione avveniva nei cosiddetti caselli*, locali costruiti alla meglio in luoghi facilmente raggiungibili dai pastori, ed il formaggio ottenuto veniva avviato in cantine capienti dei paesi o cittadine vicine(18). La produzione era rappresentata dal Pecorino Romano, in maggiore misura, e da produzioni casearie destinate comunque a mercati non locali (formaggi greci). La trasformazione aveva una connotazione ambulante; nel senso che l’imprenditore riteneva certamente più conveniente e semplice spostare le attrezzature, rappresentate da una caldaia sorretta da un argano in legno e pochi altri utensili, laddove risultavano migliori le condizioni di prezzo e di quantità della materia prima. L’ambiente di lavorazione è ben descritto da S. Manconi in un articolo degli anni ’20 su “L’agricoltura sarda” … è una scena non certo lieta quella che si presenta agli occhi del visitatore nei nostri comuni caseifici: fuoco all’aperto che diffonde fumo in tutti i locali ed uomini che fatica- no per resistere alle fumigazioni; ceneri, pezzi di carbonella ed altri prodotti della combustione che invadono i locali e che il più delle volte vanno a depositarsi nel latte o nella cagliata, sporcando la massa in maniera molte volte grave…

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27 Marzo 2016 - Categoria: letteratura sarda

Il messaggio a Roma e al mondo di Francesco

images“Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua! Gesù Cristo, incarnazione della misericordia di Dio, per amore è morto sulla croce e per amore è risorto. Per questo oggi proclamiamo: Gesù è il Signore!

La sua Risurrezione realizza pienamente la profezia del Salmo: la misericordia di Dio è eterna, il suo amore è per sempre, non muore mai. Possiamo confidare totalmente in Lui, e gli rendiamo grazie perché per noi è disceso fino in fondo all’abisso.

Di fronte alle voragini spirituali e morali dell’umanità, di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocano odio e morte, solo un’infinita misericordia può darci salvezza. Solo Dio può riempire col suo amore questi vuoti, questi abissi, e permetterci di non sprofondare ma di continuare a camminare insieme verso la Terra della libertà e della vita.

L’annuncio gioioso della Pasqua: Gesù, il crocifisso, non è qui, è risorto ci offre la consolante certezza che l’abisso della morte è stato varcato e, con esso, sono stati sconfitti il lutto, il lamento e l’affanno. Il Signore, che ha patito l’abbandono dei suoi discepoli, il peso di una ingiusta condanna e la vergogna di una morte infame, ci rende ora partecipi della sua vita immortale e ci dona il suo sguardo di tenerezza e di compassione verso gli affamati e gli assetati, i forestieri e i carcerati, gli emarginati e gli scartati, le vittime del sopruso e della violenza. Il mondo è pieno di persone che soffrono nel corpo e nello spirito, mentre le cronache giornaliere si riempiono di notizie di efferati delitti, che non di rado si consumano tra le mura domestiche, e di conflitti armati su larga scala che sottomettono intere popolazioni a indicibili prove.

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24 Marzo 2016 - Categoria: letteratura sarda

“Settimana di Passione” “Vivimus morzende” di A. T.

MantegnaUna vera Settimana di Passione: le studentesse di Valencia, morte per la poca professionalità di un autista che probabilmente, invece di dormire, ha fatto festa. Le stragi di Bruxelles. Non ce la facciamo più a vivere in mezzo a queste stragi. Tutto va ad associarsi al massacro dell’uomo Dio.
Per nostra fortuna abbiamo la speranza nella Fede e non tutto si perde. In questo momento però il dolore è forte e vengono meno le parole. Tante ragazze alle quali è stato spezzato il sogno del futuro, tanti cittadini incolpevoli falciati dalla furia di energumeni impazziti. Ci resta il pianto e una ferita profonda nel cuore. L’Europa, inebetita, per l’ennesima volta, annaspa, impotente, per l’accaduto, mentre tanti adolescenti di entrambi i sessi, privi di formazione umana, plaudono sull’web. Diavoli, pieni di livore e di minacce crescono ovunque. Le ferite al cuore, le lacrime non bastano a calmare il nostro atroce dolore, quando si sparge tanto sangue innocente. Vorremmo che questi efferati delitti non ci fossero mai stati, ma ci sono stati e le precauzioni non servono a nulla quando il demonio criminale infuria come un ciclone nefasto. Passa la morte! Chi la fermerà per il futuro? L’ineducazione a qualsiasi fede nell’uomo porta a questi orrori e a nulla pare servire che dentro ogni anima ci sia scritto a lettere cubitali NON UCCIDERE!
Signore, solo tu puoi trasformare i nostri cuori, non lasciarci soli. Sei morto per amore, salvaci per amore e liberaci dal maligno! Non guardare altrove, ma mostraci il tuo volto di Padre misericordioso. Accogli nella tua eterna dimora celeste quest’innocenti e cambia il cuore di pietra degli assassini in cuori di carne. Noi viviamo morendo! A.T.

Vivimus morzende
AddolorataNon bi la faghimus pius a vivere morzende cun totu custos mortos de Ispagna e de Brusselles. Non s’inde cumprendet pius nudda de custu mundu chi s’est fatu unu grande masellu de omines e de feminas chi chena peruna maladia chena peruna diagnosi s’inche sunt mortos.
Parimus torrados che si mai mai! Gia in custas dies intervistende sos betzos pro un’istoria de fida ap’ischidu de una femina brujada a bezina in domo sua, de un omine bocchidu a rustaglieddu chena misericordia, de una familia isterminada propriu in su ’26, totu roba de innoghe. Apo pro fortza pensadu a sa trragedia mia de pitzinnu de deg’annos appena giompidos. Totu cosas mi trapassant su coro. Unu passat una vida pro ismentigare su male passadu, ma custas tragedias faghent torrare a mente s’istoria de sa nostra idda e edducas de sa pitzinnia; Giuliu Murrutzulu, Padre mi cherzo e chentu ateras tragedias de idda nostra.
Sempre sambene, sambene a rios dae cando Cainu at bochidu Abele.
E poi sa gherra de Ispagna (apo pius de 30 intervistas de reduces sardos), sa prima e sa segunda gherra mondiale, sos mortos nostros in Africa in totue. Sempre sambene, sembre pugnaladas a su coro! Ateru che campare chent’annos. Innoghe finimus chi pro sos dispiagheres nonch’andamus prima a s’ateru mundu. Ite che faghet in vida un omine a bider totu custos massacros? Cun totu chi non bido dae meda sa televisione, chi non leggio giornales, in custas occasiones non poto restare tzegu e surdu e tando totu sos ammentos sunt recuidas tristas.
Semus in chida de passione e pensamus a s’ipissa comente ant leadu s’Innotzente pro antonomàsia, l’ant leadu in s’oliariu, ant comintzadu a lu mazare, l’ant presu a chintu, l’ant trazadu che un animale selvaticu, l’ant leadu a faladas de pe’, a ciaffos, l’anti gitu dae Anna a Caifa, da Pilatu a Erode, l’ant massacradu a colpos de fuetes puntudos, l’ant postu una corona de ispinas, l’ant tolstadu pro lu ponner in rughe, l’ant fatu morrer in rughe.
Gesù Cristu meu, comente che semus falende in basciu. Gai ant fatu e feghent d’ogni die in pius de chimbanta gherras de su mundu.
Nos paret de vivere, ma vivimus morzende!

A.d. N.

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22 Marzo 2016 - Categoria: cahiers de doléances

Vicini alle studentesse di Erasmus e ai nostri parenti, amici e conoscenti del Belgio

CI SENTIAMO VICINI AI PARENTI E AGLI AMICI DELLE STUDENTESSE ERASMUS DELLA SPAGNA.
AI PARENTI E AGLI AMICI DELLE VITTIME DEL TERRORISMO DEL BELGIO.
IL TERRORISMO NON PREVARRA’
PER IL NOSTRO BLOG E’ LUTTO GRANDE.

Donaci la Pace,
o Dio,
liberaci da coloro
che seminano
terrori di morte.
Non far prevalere
il Maligno
che insidia
la nostra vita.
Accogli chi è caduto
sotto i colpi
degl’iniqui.
Guarisci
chi è ferito.
Liberaci
da chi ci odia.
Ridonaci
la Pace.

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19 Marzo 2016 - Categoria: memoria e storia

Gabriella Mondardini: il ricordo di Fabio Pruneri

Gabriella MondardiniRicordo di Gabriella Mondardini Sassari,
Aula Eleonora D’Arborea, 16 marzo 2016 ore 17:00

Da storico mi rendo perfettamente conto dei rischi e dei limiti di una testimonianza su Gabriella, e forse anche lei da antropologa avrebbe qualche cosa da ridire circa una narrazione ancora a caldo, perché sono ancora troppo vive le emozioni e i ricordi dei momenti vissuti insieme a lei. Si compiono, proprio in questi mesi, quindici anni di mia docenza in Sardegna. Quanto siano quindici anni lo attesta mia figlia Irene, alla quale indirettamente debbo la mia avventura sarda, dato che accettai un contratto di docenza proprio perché mia moglie, godendo del congedo per maternità, poteva accompagnarmi nell’isola. Non sono sicuro che le cose siano cambiate a Sassari quanto é cambiata mia figlia da lattante a sedicenne di un metro e settanta! Certo sono molto mutato io grazie agli incontri e posso dire alle amicizie che qui ho sperimentato. Ecco partirei dalla parola amicizia, un termine non propriamente accademico che, dall’avvento di Face book, ha bisogno di qualche precisazione.

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15 Marzo 2016 - Categoria: letteratura sarda

Ricordando Gabriella Mondardini di Pietro Clemente, Franco Lai e altri

Gabriella Mondardini (1941.2014)

Gabriella Mondardini
(1941.2014)

Questo blog vuole ricordare così Gabriella Mondardini, prematuramente scomparsa. Una collega, un’amica di tanti anni.

In comune l’amore per l’Isola Rossa e il mondo dei pescatori.
I suoi colleghi, più vicini a lei, la ricorderanno domani.
Non possiamo essere presenti, ma con i ricordi di Pietro Clemente e di Franco Lai vogliamo ricordarla ai nostri visitatori. (A.T.)

Una iniziativa in ricordo di Gabriella Mondardini.
Gabriella Mondardini (1941-2014) è stata ordinaria di Antropologia culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari ed è scomparsa l’anno scorso ad appena 73 anni.

Parteciperanno all’incontro del 16 marzo 2016 Sala Eleonora d’Arborea Università Centrale di Sassari.

Alberto Merler (Università di Sassari)
Domenico Branca (Università di Barcellona)
Fabio Pruneri (Università di Sassari)
Franco Lai (Università di Sassari)
Luciano Caimi (Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia)
Pietro Clemente (Università di Firenze)
Silvia Pigliaru (Dottore di Ricerca, Università di Sassari)

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