26 Febbraio 2016 - Categoria: memoria e storia

II. “Quattro figli e quattrocento poponi, una vacanza da non dimenticare” di Ange de Clermont

TillaMia moglie pensò alle vettovaglie per 40 giorni, recandosi da signora Titina con un foglio di appunti lungo un chilometro, ché non bisognava dimenticare niente.

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25 Febbraio 2016 - Categoria: memoria e storia

I. “Quattro figli e quattrocento poponi, una vacanza da non dimenticare” di Ange de Clermont

RossaMi scrive l’amico fraterno Paolo da Bologna:-Angelino, la storia dei poponi è esilarante, da film. Ne devi trarre un racconto: Quattro figli e quattrocento poponi, una vacanza da non dimenticare. Fantastico.-

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25 Febbraio 2016 - Categoria: versos in limba

Abboju de Atunzu de Maria Sale

Maria Sale

Maria Sale

Ancora una volta Maria Sale trionfa nei concorsi letterari, lasciandosi macerare dalle più sofisticate metafore, a tratti, ermetiche, dell’autunno di un mondo contadino che riverbera nella sua anima. Bisogna leggere e rileggere, per ascoltare, nel luccichio delle metafore, l’autunno che passa con la sua pregnante malinconia.

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24 Febbraio 2016 - Categoria: cultura

Un breve profilo di Ida Magli di Ange de Clermont

         Ida Magli

Ida Magli

Mi ha chiamato un’amica e mi ha detto:- Vuoi fare come ha fatto la televisione? Anche tu non vuoi parlare di Ida Magli?- Ho risposto che non volevo comportarmi come la TV che ha parlato una settimana di Umberto Eco e poco e nulla di Ida Magli. 

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24 Febbraio 2016 - Categoria: toponomastica

Unu idrònimu sardu de Mauru Maxia

mauro-2Custu saggiu est essidu in su volùmene Toponímia Romànica de s’Universidade de Valencia in Ispagna (Quaderns de Filologia – Estudis Lingüístics, 20, 2015) èditu dae Germà Colón, Dieter Kremer e Emili Casanova. Su volùmene cabet 15 cuntributos de istudiados nòdidos e sun iscrittos in frantzesu, asturianu, sardu, ispagnolu, catalanu, rumenu e galegu.

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24 Febbraio 2016 - Categoria: cahiers de doléances

Il ballo in maschera dei cosiddetti “diritti civili” di Ange de Clermont

PannellaNon si fa che blaterare per ogni fesseria di diritti civili, basta usare questa pacca e tutto dovrebbe filare liscio.

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22 Febbraio 2016 - Categoria: versos in limba

“Est tando” di Giampiero Vasco

Cando mudine ebbia
donz’oru de sa terra
at a mustrare
a s’iscultare nostru
de isperas sididu,
cando solu ‘e sas undas
de su mare
s’at a intender sa mùida
isprumosas,
subra antigas ispundas
piccadas dae su tempus,
est tando
chi sa ‘oghe ‘e sa zente
ismentigada
at a pigare a chelu,
abboghinande
ganas de paghe
in chirca de sa lughe
dae s’iscuru ingulta,
a pés de una rughe
insambenada.
Sa veridade nuda
at a bessire a campu,
subra sas imposturas
de chie ingulimadu
a sa ricchesa,
s’amore at cattigadu,
pistande sos sentidos
pinnigados
da’ s’òdiu iscabadu
mascaradu ‘e giustissia.
Mentzione de onore setzione B poesia sena rima Premiu de poesia Crei Acli Tzaramonte 2015

Vedi in Luigi Ladu, tesoro di poesia e prosa in sardo e in italiano,

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20 Febbraio 2016 - Categoria: eventi straordinari

Si è spento un cranio: Umberto Eco ovvero della fama e della gloria di Ange de Clermont

buffonePer sapere chi fosse Umberto Eco basterebbe leggere la sua lunga carriera di studioso nella voce wikipedia sicuramente compilata da lui medesimo. Non ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona, ma tutto il mondo, calma, tutti i grandi intellettuali del mondo, dicono che fosse un cranio semiotico, uno scrittore massiccio, un saggista raffinato (e un pò spaccone) e assai contraddittorio: si era sposato con San Tommaso (il primo matrimonio gay della storia), ma aveva perso la fede; si era fidanzato col Medioevo, ma non l’aveva mai sposato, andava a letto col minestrone dello scibile umano, ma non ci aveva fatto mai l’amore.
La prima volta che ho visto un suo romanzo, mi pare il Pendolo di Foucault , per poco non svengo, dopo le dieci prime pagine astruse; ho visto il film “In nome della rosa” e sono rimasto scosso per tutto il fango gettato sui monaci pazzi. Per me, tutto sommato, Umberto Eco era un pendaglio da forca con sceneggiatura tratta dal film in nome della rosa. Era di un’erudizione soffocante, per cui difficile da leggere. Era un logorroico e affastellava un pò di tutto, quando scriveva. Si è occupato di più e di tutto. Forse è morto perché aveva esaurito le scorte. Mi spiace non averlo conosciuto e avrei piacere di sentire che cosa ne pensano i miei amici bolognesi, che tipo fosse anche se talvolta era urticante ed era capace di dire bene di tutto e male di tutto. Mi ha colpito il suo fraseggio ebete su internet e poi ha dichiarato che collaborava democraticamente a wikipedia. L’uomo era riuscito a farsi un nome nel mondo e questa posizione spingeva il figlio del commerciante di ferramenta a sputare sentenze contro o a favore di tutti e di tutto. Sinceramente tutte queste cose non hanno catturato la mia simpatia. Ora riposi in pace, se ci riesce, visto che il mondo era suo, tutti lo cercavano, tutti lo osannavano, tutti chi? Gl’intelletuali primedonne, del resto anche lui era una primadonna. Peccato che sia morto, dei tre vecchi tromboni Bocca, Scalfari e Eco, resta Scalfari che da quando è diventato amico del Papa deve sopravvivere per dire ogni tanto qualcosa di probabile. Tre guru, tre santoni, tre steariche come quelle che si usavano un tempo per fare testamento di notte, ma tutti e tre non costituiscono un solo raggio di sole.

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