Categoria : cultura

Un breve profilo di Ida Magli di Ange de Clermont

         Ida Magli

Ida Magli

Mi ha chiamato un’amica e mi ha detto:- Vuoi fare come ha fatto la televisione? Anche tu non vuoi parlare di Ida Magli?- Ho risposto che non volevo comportarmi come la TV che ha parlato una settimana di Umberto Eco e poco e nulla di Ida Magli. 


Ida Magli (Roma 1925 – ivi 2016) era un antrologa culturale cioè una studiosa dell’uomo e delle sue relazioni. In primo luogo delle relazioni con la donna che, secondo Ida, era subordinata all’uomo perché questi la impregnava e la povera donna doveva restare in casa ad allevare i figli, per cui il maschio nel frattempo ne approfittava per sottometterla. Il bello che ha studiato le relazioni tra la donna e l’uomo europeo con lo stesso metodo con cui si studiano i selvaggi. Questo metodo era abbastanza provocatorio. Poi ha studiato il rapporto tra l’uomo e la donna e il sacro e ne ha detto di cotte e di crude. Tra le sue opere principali vanno citate: Alla scoperta di noi selvaggi (1981); Gesù di Nazareth (1982; Premio Brancati 1982); Viaggio intorno all’uomo bianco (1986); Santa Teresa di Lisieux – Una romantica ragazza dell’Ottocento (1994); La dittatura europea (2010).fondatrice (1976) e direttrice della Rivista internazionale di studi antropologici sulla donna DWF Donna Woman Femme e della rivista Antropologia culturale AC. Parecchi numeri della rivista ce li ho nella biblioteca e li leggevo quando ho cercato di studiare la famiglia in Sardegna: Angelino Tedde, Gianfranco Nuvoli (a cura di), Psicologia e Famiglia. Saggi e rassegne di studi in Sardegna, Delfino Editore, Sassari 1997 pp. 200. Angelino Tedde, Per una storia dell’attività sociale delle donne in Sardegna, Editrice Diesse, Sassari 1989. pp. 30. Angelino Tedde, Gianfranco Nuvoli, Note sulla famiglia in Sardegna, Editrice Diesse, 1978 pp.30, poi mi sono stufato e son passato a studiare altro.
Naturalmente tra me e Ida Magli c’è la differenza tra una pulce (che sarei io) e un elefante che sarebbe Ida Magli.
Diplomata in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia e laureata in Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma, è stata docente di Psicologia sociale all’Università di Siena e successivamente di Antropologia culturale alla Sapienza di Roma, cattedra che ha ricoperto fino al 1988. Parallelamente alla sua opera scientifica M. ha svolto un’intensa attività nel settore giornalistico: che ha diretto dal 1989 al 1992, è stata collaboratrice di testate quali la Repubblica, L’Espresso, e, dal 1994 alla morte, de Il Giornale. Nel 2015 è stata insignita del Premio del Vittoriale per il suo prezioso contributo di scrittrice e intellettuale. Si è scritto di lei che era un’intellettuale coraggiosa e policentrica, “Magli ha indagato la storia delle donne e del potere maschile che su di esse si esercita, individuando nei nodi della sessualità e delle capacità riproduttive femminili le radici della necessità di sopraffazione del maschio.” Tra i saggi su questo tema vanno citati La donna, un problema aperto (1974), Matriarcato e potere delle donne (1978), La femmina dell’uomo (1982), La sessualità maschile (1989) e Sulla dignità della donna (1993). Fondamentali e profondamente innovativi anche i suoi studi di antropologia religiosa, sostanziati da un pensiero laico e provocatorio che ha scandagliato le aree nodali del sacro producendo saggi quali Gesù di Nazareth (1982; Premio Brancati 1982), La Madonna (1987), Santa Teresa di Lisieux – Una romantica ragazza dell’Ottocento (1994), Storia laica delle donne religiose (1995) e Il mulino di Ofelia: uomini e dèi (2007).Profondamente critica rispetto alla possibilità di realizzazione di un’Europa unita (Contro l’Europa – tutto quello che non vi hanno detto di Maastricht, 1997; La dittatura europea, 2010; Dopo l’Occidente, 2012; Difendere L’italia, 2013), nei suoi ultimi scritti ha segnalato il pericolo della presenza musulmana in Europa e la necessità di difendere i diritti di libertà faticosamente costruiti in Occidente.
Insomma ce n’è abbastanza perché i mezzi di comunicazione non hanno parlato di lei. Anche lei come Eco era atea e a quanto pare si farà ridurre in cenere. Vedeva le posizioni di Papa Francesco come il fumo negli occhi.
Era donna ed io che provo una forte simpatia e riverenza per le donne, a volte anche un pò di paura, non voglio parlare con spirito critico della grande Ida. Non mi risulta che dalle sue opere si sia arricchita come Eco.
Ad ogni modo ricordo nelle mie preghiere sia il primo che la seconda anche se l’Umberto l’ho un pò sbeffeggiato, da vigliacco, perché io son vivo e lui è morto. Certo, essendo stata ordinaria di antropologia culturale. prendeva una discreta pensione.Che riposi in pace!

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