La magia del Natale al Rifugio Gesù Bambino di Eleonora Ortu

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Le ex allieve del Rifugio con le Figlie della Carità

 La partenza delle Figlie della Carità dal Rifugio Gesù Bambino di Sassari (1903-2015) ha suscitato nelle ex allieve memorie, ricordi, affetti, sentimenti, nostalgia della fanciullezza. Tutte  queste memorie sono degne di essere lette e apprezzate, perciò andremo pubblicandole come momenti di una storia di sentimenti anche per sfatare certe teorie che hanno sempre da criticare l’istituzionalizzazione dei fanciulli  e delle fanciulle nelle varie tappe di crescita. Come storico, un piccolo storico, dell’educazione, sono d’accordo sul fatto che quando si nasce e si vive nelle famiglie serene con genitori consapevoli del loro compito, attenti alle esigenze dei figli, questi hanno le migliori opportunità di crescita.  E’ ovvio e non c’è bisogno di collocare i figli da nessuna parte.

La storia e la vita però c’insegnano che molte famiglie sono letteralmente disastrate: genitori drogati del tutto irresponsabili, ragazze rimaste incinte giovanissime per amori sfuggevoli, domestiche o se volete governanti messe in cinta dal padrone o dai signorini di famiglia, i cosiddetti amori ancillari, un tempo anche le signorine delle case chiuse, altre volte giovanissime messe sulla strada e poi ingravidate e abbandonate, insomma di casi potrebbero essercene un numero sterminato così come narrano i romanzi, le opere teatrali e tantissimi film. Per le ragazze, le giovinette, le donne adulte, ma talvolta anche signore dell’onorata società messe incinte da amici di famiglia (basti pensare ai nostri campioni e ai nostri pure famosi imprenditori i cui nomi vengono in mente abbastanza facilmente).


Per le donne però arriva il momento del parto in normali cliniche o in reparti ospedalieri ed è qui che esplodono tempeste furibonde nel cuore di una madre che non vuol essere madre e spesso  finisce per abbandonare il piccolo o la piccola, oggi si dice in adozione, quasi a nascondere che spesso queste adozioni sono inesistenti. Oltre a questi casi ci sono famiglie che fanno parte della cronaca quotidiana in cui i due sposi, egoisticamente, si sopprimono a vicenda o è soltanto uno che prende la decisione e l’altra più spesso la subisce e dei figli pare non importi niente. I più deboli sono quelli che pagano e questi deboli sono i figlie e le figlie.  Se le adozioni spuntassero come funghi sarebbe ovvio che questi ragazzi e ragazze verrebbero date in adozione, ma siccome la storia non la si scrive con i desideri, in seno alla Chiesa, sono sorte donne e uomini di cuore che hanno impiegato la loro vita per mettere su delle istituzioni in cui altre donne generose si dedicassero alla crescita e all’educazione di questi figli abbandonati per i più svariati casi della vita.

De AndréIl poeta e cantante De André cantava “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, questo significa che quando un bimbo o una bimba nasce quando non ci sono altre soluzioni i collegi o se volete gl’istituti o se volete le case degli orfani e delle orfane pongono rimedio ai disastri del mondo dando alla società donne e uomini che possono contribuire al bene comune.  Con questa serie di memorie di ragazze, ormai donne e spose o madri di famiglia, checché ne dicano gli studiosi del pero (sociologi e psicologi, accomunati e altri malpensanti), la vita del collegio può essere stata bella e briosa, piena di affetti e se vogliamo anche orgogliosa, quando si pensi ai lunghi periodi di colonie marine a Castelsardo e ad Alghero, mentre tanti ragazzi di famiglia non sapevano nemmeno che cosa fosse il mare. Si pensi a tante di queste ragazze orientate verso il settore infermieristico o altri settori di lavoro onorevoli. Per concludere, centinaia e migliaia di orfani ed orfane hanno avuto l’opportunità di crescere umnamente e professionalmente e di riscattare con una certa brillantezza la loro storia d’infanzia drammatica. Tra tutti questi casi c’è anche il mio, abbastanza disastroso, tuttavia non posso lamentarmi di quanto mi hanno dato le Figlie della Carità che considero le mie mamme, i Preti della Missione che considero miei Padri spirituali, i sacerdoti, i missionari del Pontifico Istituto Missione Estere e infine le mie umanissime dame di Carità come Donna Laura Segni. Quanto faccio da questo blog è un dovere per le mie sorelline del Rifugio. Non ho che da augurare buona lettura ai visitatori italiani (80%) a quelli esteri (20%) che in numero di 1700 visita mensilmente il blog. (Angelino Tedde)

La magia del Natale di Eleonora Ortu

Le Ex  Allieve con una Figlia della Carità

Le Ex Allieve con una Figlia della Carità

Per noi ragazze il Natale al Rifugio è sempre stata la festa più importante, perchè intorno ad essa erano collegati eventi che ci rendevano particolarmente felici. Si iniziava con le vacanze scolastiche e Suor Rosalia ci permetteva di stare a letto un’ora di più. Il tempo che non occupavamo a scuola veniva sostituito dai i giochi, ma la cosa che mi faceva sentire il Natale era la Novena.
Alla Novena (a differenza del Rosario ) ci andavamo molto volentieri e la partecipazione era massiccia. I canti echeggiavano fino alla strada e i passanti spesso si fermavano cercando di sbirciare dalla parte esterna delle finestre.
Ovviamente c’era la preparazione dell’albero di Natale e  del Presepio e ogni sezione faceva a gara a chi lo faceva più bello.
L’odore dell’incenso mi piaceva tantissimo tant’è che lo respiravo a pieni polmoni,
Poi arrivava la messa di mezzanotte e li la festa raggiungeva il massimo della solennità, il Venite Fedeli che cantavamo noi ragazze non l’ho più sentito cantare da nessuno comprese tutte le altre canzoni.
Alla messa di mezzanotte le suore permettevano anche agli “esterni” di partecipare.
Finita la messa noi bambine andavamo in refettorio dove c’era una bella tazza fumante di cioccolata, in una tazzina a fiori, che conservo tuttora come una sacra reliquia e una bella fetta di panettone.
Il giorno dopo ognuna di noi trovava al suo posto il regalo, che gioia!
Un anno Suor Mameli a ogni sezione  regalò le biciclette.
Il giorno di Natale per pranzo c’era l’agnello, gli gnocchetti, il panettone, la frutta secca e Suor Rosalia ci dava (alle più grandette) un goccio di moscato che teneva conservato in un armadio e che glielo portava la cognata da Sorso.
La sera nel grande salone veniva proiettato il film. Ricordo le grandi pellicole che le suore prendevano in affitto dalle suore Paoline, all’epoca andava di moda Ioselito, Ciccio e Franco e  film storici.
Le mie festività avevano una nota dolente che era quella della presenza di mia madre, che pur abitando non lontano dal collegio, si ricordava di me solo due volte l’anno,
Il giorno di  Natale e  di Pasqua e veniva a prendermi per portarmi a casa sua.
Io non ci volevo andare e in più di un occasione riuscivo a spuntarla e a rimanere al Rifugio, ma a volte mi minacciava che se non fossi andata a casa sua mi avrebbe ritirato dall’istituto per cui a malincuore ero costretta a seguirla, ma la mia mente rimaneva, in quell’ambiente e con le mie compagne.
Da adulta ho cercato di ritrovare l’atmosfera di quel Natale soprattutto nella Novena, ma la magia del mio Natale al Rifugio è svanita per sempre dalla realtà, ma nel cuore essa rivive ancora come una magia.

Commenti

  1. grazie Angelino sono veramente commossa e per la prima volta quasi senza parole, grazie a te, che sei diventato non solo il mio mentore, ma anche quello di tante altre ragazze del Rifugio che stanno pubblicando su questo blog le loro testimonianze, l’allontanamento delle suore dal Rifugio per noi è meno drammatico.

    Eleonora Ortu
    Settembre 3rd, 2015
  2. Ho i brividi e le lacrime agli occhi!Io che,come tu sai,partecipo alle feste religiose,da quando sono andata via dal collegio,non sento più l’emozione che provavo li,specialmente il periodo natalizio!
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    Rita Marras

    Eleonora Ortu
    Settembre 3rd, 2015
  3. Il periodo più bello era l’avvento e la preparazione al Natale…. Suor Superina che distribuiva i quaderni ciclostilati con le canzoni di natale e tutti i pomeriggio facevamo le prove di canto. Le canzoni erano bellissime e tutt’oggi a distanza di quasi 40 per addormentare mia figlia le canto una canzone di suor Superina.
    Il presepe era bellissimo, il cielo fatto con la carta stellata, le montagne, il laghetto e le luci intermittenti. il refettorio cambiava la aspetto : tutti i tavoli venivano messi al centro della stanza e all’ingresso del refettorio sulla sinistra c’era il presepe. La sera del 24 dicembre le ragazze grandi aiutavano Suor Rosalia a mettere i regali sulla sedia di ogni bambina e ragazza…. A Noi bambine era vietato avvicinarsi al refettorio, ma spesso per spiare salivamo su gli armadi a muro… qualche volta venivamo beccate in fallo e rispedite su alla casa nuova. Dopo aver cantato e ascoltato la messa di mezzanotte si apriva lo spumante e mangiavamo il panettone con tutte le suore e tutte le sezioni insieme. Poi dopo il Brindisi ogni sezione poteva andare nel proprio refettorio X aprire i regali …. Un anno ci regalarono a tutte il Cicciobello, oltre i regali c’era sempre per ognuna di noi un sacchetto pieno di frutta secca, mandarini cioccolatini e caramelle. Finito di aprire i regali ci sedevamo e si beveva la cioccolata calda tutte insieme e poi andavamo a dormire tutte felici e contente …… . Un’atmosfera magica che a distanza di 43 anni ricordo ancora come se fosse ieri. Non ci mancava niente, avevamo i soliti regali che avevano le bambine che vivevano i famiglia e per me il Rifugio era la mia Famiglia … … Ps il Cicciobello mi fu sequestrato un’ora dopo da Suor Marina perché io, Francolina e Vincenza Mura ci divertivamo a farlo piangere durante la notte
    Sempre nel periodo di natale Suor Rosalia di portava all’UPIM a vedere gli addobbi…. ” non si compra nulla si guarda e basta” però era bello lo stesso.
    Poi per Santo Stefano ci porta o ad Alghero o a Sorso in treno da suo fratello dove sua cognata ci preparava il pranzo e dove ascoltavamo suoi nipote suonare la chitarra
    Patrizia Caciolli

    Eleonora Ortu
    Settembre 3rd, 2015
  4. Raimonda Pisano Io ne ho tantissimi di ricordi, era bello fare il presepe e l’albero: ognuno di noi partecipava …suor Rosalia si faceva aiutare da noi grandi e mentre le più piccine sbirciavano dal buco della serratura. ogni anno un regalo diverso oltre al dentifricio, saponetta Camai, calze fine ,io conservo ancora la mia bibbia avuta come regalo a natale !! Ricordo anche che prima di andare in chiesa a mezzanotte nel nostro reparto si ballava nella stanza addobbata dall’albero. Ele tu ballavi tanto sulle musiche di Renato Zero, Maria Rosa metteva i dischi non mancava il cestino in vimini colmo di pacchi di caramelle e cin gomme, liquerizie e ognii tanto suor Rosalia ci diceva prendetene un pacco. Tutte vestite di nuovo aspettavamo per la messa di mezzanotte a me non mancava mai il capellino fatto da suor Rosalia modello anni 30 e si ero una delle fortunate !!nel refettorio tutti i tavoli addobbati al centro il cestino con i centrini rossi ricamati a punto croce da me, mi aveva insegnato signorina Pietrina, chissà che fine hanno fatto magari stanno sempre lì al rifugio…mi piacerebbe avere qualcosa di allora anche se ho il sacco dove in colonia si metteva il pane .il più bello è stato quello dei miei 14 anni, e si era arrivata mia sorellina patrizia aveva 1 anno era la più piccola del collegio e così si formò un bel trio le sorelle Pisano Raimonda Caterina e la piccola Patrizia guai a chi la toccava. . Ma la vera gioia la domenica perché ci proiettavano il film nel salone e sembravamo veramente al cinema. Per cena ci davano il budino io volevo sempre quello al cioccolato l’altro non mi andava suo Rosalia mi accontentava sempre. Il latte non mi piaceva, il mio lo beveva Maria Rosa in cambio di caramelle.
    Mi mancano quei momenti mi mancano tutte le mie sorelle !!!e si tutte e devo dire siete tante ma vi confido un bel segreto vi porto tutte nel mio cuore

    Eleonora Ortu
    Settembre 3rd, 2015
  5. Grazia Ferraro il mio natale al rifugio Gesù Bambino Si è vero, l’ho aspettavo con gioia, perché in un certo senso ci univa di più. Tra noi bambine c’era complicità nell’organizzare la festa più grande e importante. a Natale, Intanto non si andava a scuola…. il presepe, tutto il nostro impegno per farlo , ricordo il muschio quel forte odore di umido , l’unica cosa viva che ornava il presepe, il cielo fatto con carta azzurra lucida stampata di stelle, le varie statuine di gesso che lo componevano, solo alla mezzanotte veniva aggiunto il Bambin Gesù. Che emozione ricordando tutto questo. Ricordo anche, quando Suor Rosalia sistemava per ognuno di noi i regali, sulla nostra sedia del refettorio. Io sbirciavo dalla finestra per spiare il mio regalo,( allora non godevo neanche del piacere della sorpresa). il mio dono, ricordo che erano 2 magliette intime così carine che per non sciuparle non misi mai. Tutto questo ancora oggi vive nei miei ricordi, come le magliette intime che non misi……….Si, ricordo anche le biciclette che ogni sezione aveva ricevuto dalla superiora, la nostra cara Suor Mameli. Le pedalate al campo per imparare erano di consueto , tra tanti ricordi ne affiora uno a me caro, è una bambola che trovai al rifugio, sicuramente scartata da qualche altra bambina, alla bambola gli mancava un occhio e una gamba, ma l’amavo lo stesso , la pettinavo sempre con quei capelli stopposi , quanto mi piaceva , e soprattutto era unica per me,,,,,,,,poi arrivava la messa di mezzanotte, tutte vestite a festa per assistere e cantare le canzoni natalizie, che i cori oltrepassavano le finestre. Finita la messa, ci aspettava una buona e calda cioccolata e una fetta, ma proprio una di panettone,,,Il pranzo del giorno dopo era quasi regale dalle bontà che c’erano, il profumo dell’arrosto e mandarino avvolgeva il rifugio. La mia amica Eleonora, ricorda i film che le suore proiettavano nel pomeriggio, no, io ricordo i giochi, tra cui (colpire e giocare agli indiani, che il cavallo lo facevamo con il bastone delle scope… ) quante risate, Ricordo sempre con piacere e nostalgia tutti i miei anni e feste trascorse al rifugio,,,,,,,,.Grazia Ferraro.
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    Eleonora Ortu
    Settembre 3rd, 2015
  6. Io posso dire,che da quando sono uscita dal rifugio Gesù Bambino,alla Novena e a Natale,ho sempre cercato di creare quell’atmosfera di quando ero li!Sembravi avvolta da un qualcosa di magico:gli odori,i sapori,i canti,il chiasso,tutto era speciale,perfino le antipatiche “pulizie in grande”perchè in quel periodo diventavano occasione di divertimento!Poi,la messa di Natale,era una gioia non doverci coricare subito dopo il famoso “carrosello”.Quando arrivava l’ora della messa,ricordo suor Chiara che mezzo assonnata,scendeva le scale che portavano alle camere e andava a suonare la famosa campanella e alcune di noi ballavano a quel suono!La messa era bellissima,ricordo ancora Gesù Bambino,adagiato su una cesta con della paglia e attorno delle luci bellissime.Dopo la messa,cioccolata e panettone e poi,alla scoperta dei tanto sospirati regali!Ricordo ancora un quadrato bucherellato,dove ci si infilavano dei chiodini e si creava un disegno,un’altra volta lo xilofono giocattolo,e non mancava mai,la biancheria e il pigiamino nuovo accompagnato da un sacchetto di frutta secca e un mandarino.Ora che son passati tanti anni,fuori dal collegio,mi rendo conto che il Natale era un qualcosa di bello e speciale,perchè erano le suore a renderlo tale.E penso con tristezza,ora che loro non sono più al Rifugio,le bambine che sono ospitate li,non sentiranno più quell’atmosfera che solo loro sapevano creare
    Rita Marras

    Eleonora Ortu
    Settembre 3rd, 2015
  7. Tina Soggia io per 20 anni ho passato tutti i Natali al Rifugio e li ricordo con molto piacere.
    Ricordo la prima volta che avevo avuto qualche soldino, ho pensato subito di comprare un pensierino anche alle suore, S. Giovanna mi disse che era il regalo più bello che aveva ricevuto perché era fatto con il cuore. Anche la festa dell’Epifania era speciale perché ci preparavamo alla costruzione della befana che poi mettevamo davanti alla porta del dormitorio delle suore e l’indomani trovavamo il regalino, mentre in refettorio al nostro posto come regalo c’erano i dolcetti, il dentifricio con lo spazzolino.
    Tina Soggia

    Eleonora Ortu
    Settembre 3rd, 2015
  8. Tina Soggia io ricordo che a Natale si faceva un albero grande che ci portava il fratello di suor Maria, in questo albero ci mettevano i regali per le bambine, di solito ci davano una bambolina fatta tutta di plastica. In Chiesa mettevano Gesù Bambino e ai latti due Angeli tutti dorati, ricordo anche che io andavo alla messa di mezzanotte perché veniva una signora con la pelliccia e mi sedevo nella bancata dietro la sua per allisciare la sua pelliccia.

    Eleonora Ortu
    Settembre 4th, 2015
  9. E bello e commovente leggere gli elogi fatti a queste suore che hanno avuto tanta bontà verso di loro, la riconoscenza è un dono del cuore!

    anna maria sechi
    Settembre 4th, 2015
  10. E bello e commovente leggere gli elogi fatti a queste suore per la bontà che hanno avuto verso tutte le bambine che avevano accanto a loro, la riconoscenza è un dono del cuore!

    anna maria sechi
    Settembre 4th, 2015
  11. Ho letto tutti i commenti anche io ho vissuto. I momenti magici del natale la novena in latino che ora non ha piu quell’atmosfera magica ma ci sono altri momenti che io ricordo. La squadra di palla rilanciata che la superiora aveva formato con la nostra allenatrice Salvatorica Cossu e la nostra bravisssima capitana Caterina Sanna che noi chiamavamo Celentano, perche cantava le sue canzoni.Per noi era una vera riscossa uscire tutte le domeniche per andare nei vari paesi e scontrarci con le altre squadre, eravamo imbattibili, l’anno abbiamo vinto la nostra bella coppa. Ci aveva premiato l’Arcivescovo di sassari monsignor Carta. Erano anni bellissimi e spensierati sotto tutti i punti di vista.

    paola
    Settembre 4th, 2015
  12. I ricordi natalizi

    Ricordo che per prepararci al Santo Natale si iniziava con le grandi pulizie nei grandi ambienti (saloni, corridoi e refettori ecc) e per noi era un grande divertimento perché si facevano grandi saponate per cui noi ci divertivamo a scivolare. Suor Rosalia si occupava di farci avere ad ognuno di noi i vestiti e le scarpe nuove per festeggiare la notte di Natale, ci si preparava ad andare alla novena con preghiere e canti. Si addobbava e si faceva l’albero e il presepe grande nel refettorio, sentivamo l’arrivo del natale da cui non vedevamo l’ora di festeggiare con gli auguri e aprire i regali all’arrivo della mezzanotte. La chiesa era bellissima, con Gesù Bambino che brillava di luci colorate al centro dell’altare. La notte del 24 ci si preparava ad essere vestiti a festa e si andava ad ascoltare la messa alla quale assistevano più sacerdoti. Era così bella che a me faceva venire un emozione immensa. Alla fine della messa si facevano gli auguri e si entrava in refettorio per mangiare la cioccolata, il panettone e brindare con lo spumante. Ognuno di noi trovava il proprio regalo al suo posto, per i più piccoli erano giocattoli, per noi mezzane erano cose utili come le mutandine ecc e anche qualche giocattolo, mentre per le più grandi le cose del corredo.
    Il natale si sentiva molto. Il giorno di Natale la tavola era decorata con tovaglie rosse natalizie e con il servizio nuovo color verdolino. Per pranzo si mangiavano gli gnocchetti, l’agnello, i piselli, l’insalata, la frutta e il dolce e da bere lo spumante e il moscato di Sorso, procurato dalla nostra Suora (Suor Rosalia).
    Al pomeriggio, come qualsiasi domenica, proiettavano un film da quelli storici a quelli di avventura, western, romanzi ecc, erano tutti belli. Nel frattempo si mangiavano noccioline, noci, fichi secchi, castagne. Si andava a dormire contenti di come era andata la giornata.
    La vigilia di capodanno Suor Rosalia organizzava per le grandi il cenone alle 21.00 si mangiava il pollo arrosto, formaggio, salsiccia, frutta secca e si beveva spumante e vino dopo la cena si ballava e si cantava aspettando la mezzanotte per farsi gli auguri di Buon Anno, ci divertivamo un mondo e si andava a letto dopo la mezzanotte.
    Il giorno dell’epifania ricordo che Suor Rosalia mentre noi eravamo ancora a letto riempiva il suo grembiule di regali e calze piene di dolciumi, piano piano scendeva le scale per andare in refettorio per mettere ad ognuno di noi la sorpresa, ma credeva che noi non ci accorgevamo di nulla, si chiudeva in refettorio ma noi ragazze ci alzavamo dal lette e dal buco della serratura la spiavamo a turno spingendoci una con l’altra per poter vedere. Si andava a fare colazione e trovavamo la calza, il dentifricio la spugna, la saponetta e un giocattolo. Si andava alla Santa Messa e poi al pranzo sempre con tante cose buone.

    Soggia Maria Rosa

    Eleonora Ortu
    Settembre 19th, 2015
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