Libia: macelleria automatica di Fulgenzio Saetta

Gl’ingenui europei, a cominciare dal nano Sarkò e dall’algida Merkel per giungere ai ragazzi dei centri sociali, delle università e a tutti i maniaci dei cellulari, credono che la guerra civile in Libia sia finita, ma non è così, è soltanto incominciata nel silenzio generale, sotto banco. Appena la force de frappe europea avrà abbandonato il milione e 700 mila Kmq del suolo libico e i 4 milioni di abitanti (erano) continuerà la fase dell’epurazione nelle carceri improvvisate nelle scuole e in tanti locali pubblici costruti da Gheddaffi. I vari manutengoli del regime che non sono morti combattendo verranno spazzati via dalla forza epuratrice dei vincitori (attuali tribù alleate) per fare un ulteriore decimazione delle tribù che per 42 anni hanno tenuto il mocolo al sepolto raìs. E questa sarà considerata una purificazione dolorosa e necessaria. Subito dopo, quelli del CNL si guarderanno in faccia e cominceranno a litigare: tra loro, infatti ci sono personalità numerose che sono passate coi ribelli, ma che non possono cancellare le responsabilità di potere condiviso col morto ammazzato raìs, ergo, altra grossa o lenta epurazione, e sarà la carneficina numero 3. Protesterà amnesty international e protestaranno i mass media, ma non servirà a niente. Chi ha goduto del potere ora deve perdere non solo il potere, ma la vita. In mezzo a questa macelleria, costituito un esercito finalmente pulito, eccoti eventualmente spuntare la sindrome napoleonica: il solito colennello o il redivivo colonnello che prenderà per se poteri eccezionali, non per fare il dittatore, ma per mettere un pò d’ordine, grattare un pò di soldi dal petrolio, infatti senza soldi come non si canta messa, non si compra il potere. Molti occhi di capi tribù brilleranno e pretenderanno l’obbedienza cieca e promta al direttorio. Non voglio pensare, infatti, che i capi tribù e i capi clan, vorranno dar retta a questi ragazzotti del cellulare che hanno acceso la miccia della guerra civile in Libia. Muccunosi, tornate a studiare, se possibile all’estero, e cominciate a lavorare perché pensione a 15 anni senza lavorare non ve ne diamo, mica siamo liberali come l’accoppato raìs! I capi clan dovranno obbedire ai capi tribù, pena il taglio delle vene carotidee:una morte rapida che non fa chiasso.

Ultimata questa pulizia, i libici da 4 milioni passeranno a 3 milioni, e passeranno sotto la sharia, la terribile legge islamica che farà fuori le peccatrici, i peccatori e mozzerà mani o piedi o orecchie a questi bravi guaglioni che hanno giocato alla guerra. Le donne , nonostante il caldo, adotteranno il burka, e nasconderanno bene le rotondità sia davanti sia dietro. E la storia ineluttabile riprenderà la sua corsa di ritorno a su connotu!  A meno che non vengano rotti i legami tribali e clanici e si formino finalmente i comuni ed eventualmente le province e i relativi organi collegiali democratici. Si addestri un esercito nazionale, preferibilmente diviso in vari corpi, per evitare un eccesso di potere in un solo corpo armato. L’Italia è vicina e può dare una mano, facendo crepare d’invidia l’ungaro-franco-nano Sarkò che imitando Napoleone volò da Parigi a Tripoli, da Tunisi in Algeria (no, qui, no, i francesi sono stati già bastonati). Per finirla, come andrà la Libia? Quando finirà la guerra silenziosa e senza gloria che ora avrà inizio? Tutte queste cose mi passano per la testa, sperando che non accadano, ma la storia insegna! God bless Libia.

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