10 Luglio 2016 - Categoria: eventi culturali, memoria e storia, recensioni

Padre G. B. Manzella: passo, passo con Padre Manzella nel 1935 Dinamismo apostolico di un ottantenne di Pietro Pigozzi cm.

ManzellaErminio Antonello e Roberto Lovera, La carità in azione. Epistolario di Padre Giovanni Battista Manzella, CLV Edizioni Vincenzane, Roma 2014, pp. 780 €. 20,00

E’ stato pubblicato un nuovo libro su Padre Manzella; anzi, sarebbe meglio dire un “libro di Padre Manzella” postumo di ben 76 anni! Si tratta del suo epistolario, curato dai Padri Erminio Antonello e Roberto Lovera. Rompendo gli indugi di un lungo riserbo, forse eccessivamente ossequioso della Causa di Beatificazione del Servo di Dio, oggi avvertiamo l’esigenza di far conoscere quel mondo spirituale manzelliano fissato nella sua abbondante corrispondenza epistolare, e riascoltare la sua parola viva, semplice e disadorna, ma sempre straordinariamente ricca di fede. Attraverso i suoi scritti possiamo incontrarlo tuttora vivo e palpitante nella vivacità di quella comunicazione che sapeva intessere con tante categorie di persone: i suoi familiari, le figlie e i figli spirituali a diverso titolo, i numerosi collaboratori nell’apostolato missionario e caritativo; persone ormai tramontate, che però ci testimoniano tutta l’estensione del mondo manzelliano. Una lettera al nipote Paolo Tante lettere ci fanno rivivere da vicino anche il suo apostolato straordinario tra le popolazioni della Sardegna. Una di queste, senza data e indirizzata al nipote Paolo, è particolarmente significativa del suo dinamismo apostolico ancora a ottant’anni compiuti. Dal contenuto veniamo a conoscere che fu scritta tra aprile e giugno del 1935. Paolo era figlio di Luigi, fratello maggiore del servo di Dio, e quindi fratello di Sr Linda e di Sr Annetta, con le quali Padre Manzella ebbe corrispondenza fino al suo ultimo anno di vita. Dalla moglie Edvige ebbe cinque figli: tra cui Laura: quest’ultima sarebbe diventata proprio suora manzelliana a Sassari nei primi anni del 1950. Nel 1935 Paolo subì l’amputazione di una gamba e Padre Manzella si premurò di scrivergli per sostenerlo e consolarlo. Scritta “dalla casetta di Castelsardo contemplando le ampiezze del mare”, si presentava al nipote come oberato sempre di lavoro: “Non so più in che mondo sia per il tanto lavoro, … venni qui alcuni giorni tanto per scrivere qualche lettera senza essere disturbato”. La casetta di Castelsardo-Lu Bagnu, inaugurata appena l’anno precedente, era diventata il suo eremo di tranquillità, dove ogni tanto si rifugiava, lontano dal frastuono apostolico di Sassari. “Sapevo già dell’amputazione della gamba, ma non sapevo nulla del seguito che ancora senti dolori alle gambe; è proprio così. Quanto verrei volentieri a vederti, spero venire quest’anno…”. Questo riferimento a una possibile visita in famiglia ci fa capire che l’estate non è ancora cominciata. Però aggiunge un suo timore: “Cosa vuoi?! nelle vacanze quando gli altri vanno in giro, io ho da predicare ai preti e perciò difficilmente mi avanza tempo. Pregherò per la tua guarigione perfetta, benché hai dovuto fare il sacrificio della gamba”. Ma anche altri elementi fanno pensare a un periodo prima dell’estate. A Giùncana, Santa Maria Coghinas e Codaruina Descrivendo la sua salute sufficientemente buona, affermava: “Io sto bene benché un po’ vecchio, ho soltanto ottant’anni compiuti; e qualche volta sento il peso della stanchezza che non sentiva quand’era più giovane. Faccio però ancor tutto come quando avevo trent’anni. Dio sia lodato. Tutti sono meravigliati come nonostante l’età faccio ancora tante fatiche”. Ed eccolo ripercorrere le sue fatiche apostoliche appena concluse: “Come otto giorni fa, dopo un lungo viaggio in automobile feci ancora due ore a cavallo per salire sopra un monte a predicare ai pastori, appena giunto, era già notte, chiamai a rassegna i pastori, feci loro una predica, visitai malati; cenato a mezzanotte mi coricavo…”

Leggi tutto
7 Luglio 2016 - Categoria: cultura, memoria e storia, recensioni

Elisabetta Grazia Coraduzza, pittrice sassarese e insegnante di Educazione Artistica nelle Scuole Medie” di Angelino Tedde

In occasione della scomparsa di Elisabetta Grazia Coradduzza, sassarese, nata nel 1931 e scomparsa in questa Quaresima a 94 anni, pittrice e ordinaria di Educazione Artistica nella Scuola Media Statale, vogliamo ricordarla in occasione di una mostra organizzata nel secolo scorso e da me presentata nel famoso periodico sassarese, dal titolo il Sassarese. Riportiamo qui un quadro da lei regalatoci in occasione della mostra. (A.T.)

Grazia Elisabetta Curadduzza è nata a Sassari più di una trentina d’anni fa (1976). Si è formata presso il locale Istituto d’Arte, alla scuola di Dessy, Tavolara, Figari e Vico Mossa.

Leggi tutto
14 Giugno 2016 - Categoria: cahiers de doléances

Le spudorate bugie del governo Renzi, con l’aumento delle tasse sulle secondo case, tasse quasi raddoppiate di Ange de Clermont

Ricevo e pubblico questa lettera:

Gli strozzini

Gli strozzini

” Esimio Coordinatore di accademiasarda.it, il 16 scorso ho potuto constatare le grosse bugie del governo di Renzi.

Fino allo scorso anno, pagando l’IMU sulla prima e seconda casa, non superavo le 500 euro, quest’anno senza pagare l’IMU sulla prima casa, ma soltanto sulla seconda ho dovuto pagare circa 760 euro come primo anticipo, a dicembre salvo ulteriori aumenti pagherò altri 760, in parole povere la seconda casa mi viene a costare la bellezza di 1520 euro, in lire circa tre milioni. In pratica viene erosa non solo la mia tredicesima di pensionato, ma anche il dodicesimo stipendio. Se questo significa abbassamento fiscale vuol dire che io non capisco nulla e non capisco se questi governanti abbiamo davvero la testa a posto. La maggior parte degl’italiani una casa in paese o al mare o in città la possiede e quindi su questa seconda casa si è accanito Renzi e il suo ministro Padoan e hanno fatto un bell’affare. “Faccio finta di restituirti il portafoglio, ma prima te lo svuoto”. Questi fatti dovrebbero far capire ai cittadini che i nostri governanti continuano a dire bugie su bugie. Infine attendo l’esito della dichiarazione dei redditi per vedere ingrossare il baget delle dichiarazione grazie alle due case e il conseguente esborso nel mese di luglio, divenuti ormai mesi nefasti perché con dicembre è il momento della mano lunga del governo davvero ladro. Perciò con le sue bugie Renzi ha finito di avere il mio voto nelle prossime elezioni. Penso anche che siccome in casa ho lavorato da stipendiato soltanto io e mia moglie non gode di alcuna pensione, poveretta il giorno che me ne andrò sarà costretta a vendere pure la seconda casa, altrimenti dovrà ricorrere alla Caritas per mangiare. La stupidità dei nostri governanti non ha limiti e le tasse con le accise sulle bollette di ogni servizio erogato sono una vergogna. Spero che presto questi cretini vengano spediti a casa  senza pensione e vitalizio. Da che siamo entrati in Europa  e viviamo sotto il governo tedesco non cc la facciamo più. Forse è meglio cominciare a pensare di mollare questo mastodonte che ben poco ci ha dato se non aumentare le tasse e i balzelli di ogni genere.

Cordiali saluti

lettera firmata”

Gentile visitatore,  condivido la sua analisi. I governi italiani di
sinistra hanno il compito di strozzare i meno abbienti tra gl’italiani che in questo momento sostengono i figli inoccupati e disoccupati.
Questi governanti sono anni luce lontani dalla gente e dai suoi problemi, la stessa cosa si può dire di questa puteolente europa (non merita la maiuscola). Non ci resta che protestare come stanno facendo i francesi e mandare a casa questi succhiatori di sangue e anime umane. Non parliamo delle privatizzazioni che sono servite e servono a lasciare i futuri pensionati senza pensione e a permettere l’arricchimento smodato di pochi. Mi auguro che prima o poi ci sia un’altra rivoluzione per tentare di cambiare le cose, perché peggio di così non possono andare. (Ange de Clermont)

Leggi tutto
6 Giugno 2016 - Categoria: eventi culturali, filologia, lingua/limba

Nicola Tanda: un altro intellettuale sardo ci ha lasciati di Ange de Clermont

Nicola Tanda 1828-2018Tra i grandi vecchi delle facoltà letterarie  dell’Università di Sassari figurano Massimo Pittau, Ercole Contu, Manlio Brigaglia, ancora sani e vegeti e soprattutto produttivi. Fino ad ieri figurava anche Nicola Tanda, nato a Sorso nel dicembre del 1928 e casualmente morto a Londra qualche giorno fa (giugno 2016). Tutti intellettuali che continuano  a portare avanti iniziative culturali che non possono che incrementare l’umanesimo nell’Isola.
Nicola Tanda ha chiuso gli occhi non molte ore fa, a Londra, e di lui come degli altri che se ne sono andati diranno meglio le loro opere. Di questi nostri grandi, fatte le dovute eccezioni, c’è stato quasi sempre silenzio a livello pubblicistico dal momento che a noi sardi manca la poderosa macchina pubblicitaria di cui un tempo godevano su RAI 3 alcuni collaboratori imparentati con assessori e presidenti del Consiglio Regionale. Il nostro, tra l’altro, ha goduto anche in città della sua appartenenza al PSI da cui forse si può dire che abbia ricevuto incarichi di arbitrato in tempi non molto felici per il partito. Credo che il breve profilo offerto dal Centro di Studi Filologici, in attesa di studi più approfonditi su di lui, per ora possano essere sufficienti per ricordare lo studioso e la sua opera. (A.d. C.)

Leggi tutto
4 Giugno 2016 - Categoria: lingua/limba, memoria e storia

“Bene meu amadu” di Anna Maria Sechi

Pietrino e Anna Maria

Pietrino e Anna Maria

Sa poetessa nd’at batidu dae Belgiu a Perfugas sas chijinas de su maridu mortu dae pagu tempus. Ispirada dae custa recuida at iscritu custa prosa in sardu chi est meda commovente. La pubblicamus pro sos vistadores de custu blog chi finza a como ant sempre legidu sas cantones de Anna Maria. (A.d. s. N.)

Bene meu istimadu,
Pietrinu meu caru, t’ amus accumpagnadu in s’ultimu biatzu tou dae Belgio a Pejfugas, cun sas lagrimas in ogros e unu pesu mannu in coro,
Pro a mie e pro fiza nostra est bistadu su biazu de sos ammentos, caminu fatende tra piantos e risos amus ravivadu su passadu de sa famìlia nostra, sas dies bonas e malas, sos momentos de allìgrias e de amore, sos momentos de lagrimas e dolores, t’amus faeddadu comente chi èsseres presente in carres tuas si puru in chijna ses como trasformadu non t’amus lassadu solu unu mamentu. S’ultimu disizu tou s’est cumpridu, ses cherfidu torrare a ue ses naschidu, Peifugas una normale bidda de Sardigna, chi amus tentu semper in coro, si puru non tenet nudda de particolare est su logu ue tue e deo semus naschidos e amus fatu sos primos passos. Ses cherfidu torrare pro chi potas in paghe reposare in mesu a sa gente tua e mia, parentes e àmigos chi as connotu e apretzadu e chi as depidu lassare sessant’annos faghet. Pro chircare trabaliu as atraersadu montes e mares, vivende sa vida tua in chelos lontanos. Su tempus a dolu mannu, non tenet coro nen perunu sentidu nche trajnat sas pessones a sos bator bicos de su mundu. Imbolados in s’iscunfinadu desertu de su disterru fatu de tribulias e umiliatziones, sa vida de sos migrantes est de atzetare su chi est. A ispesas nostras l’amus imparadu vivende sas difficultades cun dignidade. Cun s’ispera in coro, in terras noas chircamus de ponnere raighinas.
Si puru , ogni santa die che punta de ispina in coro, su disterru nos ammentat chi semus in logu anzenu, non podet distruere sa potente calamida chi atraet s’emigrante de torrare a s’amada bidda sua.
Bene meu, ti lasso in custa suspirada terra tua e mia, non ti fetat umbra si non m’ides ogni die preghende in custa tumba, como chi, in s’infinidu isparta s’est s’energia tua, como chi in notes de isteddos lughentes ti podes ammisciare a sa lughe issoro; como chi, nche anghelu lizeru podes bolare senas tropeas; beni a mi bisitare, faghemi sentire a ogn’istante chi ses affac’a mie, dami sa manu, ammenta.di de s’amore tou pro a mie, non mi lesses sighire sola su caminu, sa vida nos at aunidu, agiuami finas a s’ultimu respiru.
Adiosu bene meu,

Leggi tutto
1 Giugno 2016 - Categoria: cahiers de doléances

“Stato, Regioni, Comuni, strozzini e criminali” di Angelino Tedde

images-7Alla notizia che non avremmo pagato più l’IMU per la prima casa mi ero sentito sollevato e in cuor mio dicevo che la tassa semestrale per la seconda casa sarebbe stata più leggera. Che cosa sia la seconda casa ve lo dirò brevmente perché non pensiate che si tratti di una casa al mare o in alta montagna. Si tratta di una modesta casetta che mi son costruita con i modesti risparmi dopo anni di lavoro indefesso: il ricupero della memoria nel mio paese natale che è un borgo tardomedievale assai modesto e scalcino, a parte la vista.

Non ci crederete senza l’IMU sulla prima casa la tassa è aumentata di cento e più euro, oltre seicento euro. Il criminale comune di Sassari ha rivalutato alla grande gli alloggi e vuole ingrassarsi su case, tra l’altro di edilizia popolare cooperativa. In parole povere ora ogni sei mesi pagherò più di quanto non mi costasse il mutuo venticinquennale agevolato (tasso 13%).  Se dipendesse da me venderei tutto e andrei in casa d’affitto dove peraltro si paga il 20% dell’IMU che paga la proprietaria. Di questi onerosi balzelli statali su tutto non ne posso più. La casa sta diventando un punto forza di questa nostra repubblica ladra e assassina. Non si uccide solo con la spada, ma anche tassandoti senza ritegno su tutto. Ormai la pensione serve in primo luogo a pagare le onerose bollette della luce, quelle ancor più onerose di Abbanoa, l’Irpef sugl’immobili, quindi ancora sulla casa. Uno stato del genere non può che essere definito criminale. Si vive con quanto avanza dai pagamenti delle saanguisughe istituzionali: regioni, comuni e stato centrale e meno male hanno abolito le province, ma non preoccupatevi che tra poco ci tasseranno anche sull’aria che respiriamo, con tanto a metro cubo. Come fa a vivere un cittadino angariato da questa continua e persistente tassazione che serve a far ingrassare la casta dei parlamentari, dei magistrati, dei professori universitari di III fascia, degli alti burocrati, dei medici ospedalieri e di gangli di cento altri servizi inservibili. Di uno stato che non offre lavoro ai nostri figli che non godranno mai di nessuna pensione e che oggi gravano in modo grave o meno grave sulle pensioni dei genitori!

Si tratta della più iniqua nazione sulla faccia della terra che sottrae ai meno fortunati il lavoro, la dignità e il pane. I ladri dell’Enel, di Abbanoa, della Telecom,  dello Stato, delle Regioni, dei Comuni continuano a rubare e a campare sul sangue dei cittadini. Peccato che la vecchiaia incomba inesorabilmente, altrimenti sarei emigrato in terre lontane, povere, ma non col primato di latrocinio e di assassinio morale dei propri cittadini com’è l’Italia che è una repubblica basata sullo strozzinaggio dei cittadini e non sul lavoro che non c’é! E adesso denunciatemi pure per vilipendio alla repubblica blasonata ladra!

 

Leggi tutto
1 Giugno 2016 - Categoria: versos in limba

“Desizu” de Teresa Serra de Tzaramonte

images-5Teresa Serra -Nata a Chiaramonti nel 1939, s’est fata connoscher pro poeta a femina manna, mancari sa poesia l’esseret apida in coro, creo , da-e sempre e tenet remonida una cantidade manna de poesias chi at iscritu. Est de su parentadu de Bainzu Cossiga, duncas bena poetica chi ‘enit da-e tesu. In custos ultimos annos at partetzipadu a rassegnas e ateras manifestatziones poeticas in diversas biddas e at retzidu diversos riconnoschimentos.

Sa poetessa, abbaidende sa variedade de su mundu criadu dae Deus
sentit chi issa est impotente a lu dipinghere comente apparit a sos ojos. S’avreschida o s’aurora, sos montes e sos prados cun sos fiores, totu issa diat cherrer pintare, ma ischit gia chi no bi la podet fagher e tando forsis faghet bene a s’accuntentare comente ant fatu santu Franziscu e medas poetas a lodare Deus pro su c’at fattu (Anghelu de sa Niéra)

Desizu

Cherio esser deo unu pintore
pro pintare su chelu e-i su mare
sas alvures sos montes e-i sos fiores
pro a tie Signore a ti lodare.

 

No b’at cosa pius bella de s’aurora
ca su colore faghet su signale,
parent   fiamas de amore
currede sa  notte cun sa die  a s’abratzare.

 

No b’at pinzellu chi fetat furore
pro leare su colore a pintare
ca est sa manu de su Creadore
chi resessidi a ti fagher gosare.

 

Copiare a Deus? Ma tue ses minore
puru si ti cheres impignare
ca chelu e mare cambian colore
ogni mamentu; custu no si podet aer.

 

Est inutile gai troppu amore
a ti sighire no bi la podet fagher,
a sa meraviglia de su Criadore
mancu si est Giotto a si bi proare.

 

Custu disizu meu no at  solte,
su criadu  no lu poto pintare.
gia so sigura e lu chelzo   folte
de  de cumpeter cun tegus Segnore,
non b’at de inghiriare,.

Leggi tutto
13 Maggio 2016 - Categoria: versos in limba

S’avvicinat Nadale de Farica Gallu

Poetesse a Chiaramonti

Poetesse a Chiaramonti

Ha scritto Letizia Villa il 15 dicembre 2015, la corrispondente della “Nuova” da Chiaramonti:
“Poetesse oggi di scena a Chiaramonti per celebrare la donna, la poesia e il bel canto. Si chiama «Fèminas tra cantigu e poesia» («Donne tra canto e poesia») l’appuntamento, quasi tutto
al femminile, organizzato dal Coro Doria alle ore 18 nella chiesa di San Matteo.
Protagoniste saranno le poetesse che reciteranno i loro versi. Ci saranno Peppa Truddaiu di Chiaramonti, Giuseppina Schirru di Sassari, Maria Pileri di Chiaramonti, Tetta Becciu di Ozieri, Teresa Serra di Chiaramonti, Vittoria Calzaghe di Laerru, Carla Casula di Sassari, Doloretta Angioni di Chiaramonti, Giovanna Maria Lai di Ozieri, Farica Gallu di Chiaramonti, Maddalena Spano Sartor di Sassari e Maria Sale di Chiaramonti. Ospite della serata la cantante Janara Reyes McDonald che si esibirà assieme al Coro Tzaramonte e al Coro Doria diretti entrambi dal maestro Salvatore Moraccini.
A presentare sarà Domitilla Mannu, presidente dell’associazione sassarese “Pro no ismentigare”. Il Coro Doria, promotore dell’iniziativa, è nato nel 2005 dall’esperienza maturata per tanti anni nella chiesa parrocchiale e dall’iniziativa di un gruppo di amiche con la passione per il canto sardo. Visto il crescente entusiasmo ha deciso di intraprendere ulteriori percorsi ampliando la propria attività. È un coro tutto al femminile composto da quindici elementi e diretto dal maestro Salvatore Moraccini. Nel 2011 si è costituito come “Associazione culturale femminile”, è iscritto alla Federazione tradizioni popolari e ha partecipato a manifestazioni locali, regionali e internazionali. Il suo repertorio abbraccia canti della tradizione sarda, ma anche canti inediti musicati dal direttore del coro. Organizza manifestazioni culturali, tra le quali la mostra “Fainas e trastos” e la festa dei bisnonni.”

Il nostro blog, anche se con ritardo, non vuole trascurare detta manifestazione culturale a cui non abbiamo potuto partecipare per motivi di salute. Perciò procederemo a pubblicare una per una le poesie composte dalle poetesse chiaramontesi, sovente ignote, mentre le altre si possono rintracciare nel blog di Luigi Ladu, vero emporio di poeti, poetesse, scrittori e scrittrici in sardo e in italiano con note biografiche.

Vogliamo cominciare da Farica Gallu, la più anziana cultrice, solitaria e silenziosa, che compone da 40 anni.
Ringraziamo Maria Sale che ci ha fornito i dattiloscritti e le note biografiche delle partecipanti chiaramontesi.

Farica Gallu è nata a Chiaramonti il 6 aprile 1930, vedova di Giovanni Antonio Moretti dal quale  ha avuto 3 figli: una femmina e due maschi. Costretta alla carrozzella da circa 30 anni per la degenerazione della poliomelite infantile che l’ha colpita a 3 anni di vita. Compone versi in sardo, per suo gusto e diletto,  da circa 40 anni senza mai partecipare a nessun concorso dialettale. Non ha mai pensato alla pubblicazione di una raccolta tra le tante poesie che ha composto. In tempi recenti, il figlio Carlo Moretti, chitarrista cantautore, attingendo dai suoi quaderni, ne ha messo in musica una, mentre si propone di curarne una raccolta. Altre poesie sono in elaborazione per una composizione.

Leggi tutto
RSS Sottoscrivi.