4 Gennaio 2019 - Categoria: lingua/limba, versos in limba

“Istellas e pianetas” de Anghelu de sa Niéra

Cando Deus feteit sas istellas
de lughe manna e de forte calore
curreit sa lughe subra sos pianetas
a los iscaldire cun amore
Ma issos muizende a tantu ardore
si che ponent a currer ca sa lughe
no lis piaghet ca est tropu forte.
Sas istellas chena rispetu e nen pudore
insistint che animales in calore
fuent che freas tando sos pianetas
inue b’at note inue b’at fritu ‘e nie.
Ma sa lughe cand’issos sunt riende
arrivit malasorte muizende
e tando current torra sos pianetas
chirchende friscu in logu pius umbrosu,
ma sa lughe chena pasu e reposu los zoomat
che fotografu visciosu.
Su giogu at durare fina a cando Deus
istellas e pianetas abbaidende
at a narrer:
– Como fine ponimus a sa festa!-
S’istudant tando in chelu sas istellas
s’immesisciana totu sos pianetas
E sos omines currende a totavua
ponent fine a s’istoria
ca s’universu chena poppa e chena prua
at a esser tando!

 segue la traduzione in italiano dell’autore

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2 Gennaio 2019 - Categoria: recensioni

“Il Convitto Canopoleno di Sassari” di Pietro Meloni, Vescovo Emerito di Nuoro

Già il compianto Raimondo Turtas nei suoi saggi sulla nascita e sviluppo dello Stadium Generale gesuitico, con documenti in catalano e castigliano, ha ampiamente illustrato gli accordi intercorsi tra i Gesuiti e il Canopolo, quando i primi cedettero il collegio vecchio situato nell’area del palazzo attuale dell’anagrafe del Comune di Sassari, ottenendo che gli stessi ne avessero la direzione, mentre il presule s’impegnava a costruire nel nuovo collegio, inaugurato nel 1627 nella Corte Bonetta, attuale sede dell’Università, sei aule da destinare alla Facoltà di Medicina.
La malaria, infatti, rendeva impossibile istituire un seminario ad Oristano per il reclutamento del clero locale e per la formazione di convittori che si sarebbero dati alle libere professioni.
Dirimpetto al vecchio collegio i gesuiti costruirono la loro casa professa per l’attività pastorale da essi svolta a vantaggio della città con l’adiacente chiesa di Gesù e Maria, iniziata romanicamente e ultimata in stile gotico aragonese per la mancanza di maestranze adeguate.
La piazza seicentesca come preziosa memoria del passato risulta tra i più coerenti siti architettonici della città di Sassari. La chiesa di Gesù e Maria divenne chiesa di Santa Caterina, dopo la demolizione della chiesa quattrocentesca dedicata alla Santa, chiesa oggi non molto utilizzata dopo la deportazione a Latte Dolce di molti abitanti del Centro Storico. 
Mons. Meloni accenna al lavoro del Derudas, a noi sconosciuto, ma sappiamo bene quanto disordine ci fosse nell’archivio storico del Canopoleno, di fatto impraticabile, e vogliamo sperare che il lavoro al quale il presule accenna abbia rotto l’inaccessibilità dell’archivio per dar luogo a nuovi studi. La lunga storia del Convitto (1627-2018) non si esaurisce di certo in un lavoro per quanto encomiabile né la storia di un’istituzione che va avanti in varie modalità e articolazioni da quattro secoli richiede una serie di lavori che senza la sistemazione dell’archivio non può certo procedere speditamente. (A. T.) Cfr, Raimondo Turtas, La nascita dell’Università in Sardegna. La politica culturale dei sovrani spagnoli nella formazione degli Atenei di Sassari e di Cagliari (1543-1632), Dipartimento di Storia.Università degli Studi di Sassari 1979 pp. 192 e altri studi della collana CISUS

Marcello Derudas, Il Convitto Nazionale Canopoleno. Una finestra su quattrocento anni di storia, Delfino Carlo Editore, Sassari 2018

 

       “Memoria est thesaurus”. La memoria è un tesoro – sentenziava Marco Tullio Cicerone – la memoria è uno scrigno che custodisce tutte le cose (De Oratore1,5,18). La sete di esplorare gli archivi della memoria ha spinto il giovane ricercatore Marcello Derudas a ricostruire il tessuto della storia culturale di Sassari e della Sardegna attraverso il ricordo della gloriosa istituzione del “Convitto Nazionale Canopoleno”. Questo celebre cenacolo educativo sassarese ha “sfidato i secoli, risorgendo dalle sue stesse ceneri più volte, e rialzandosi sempre più vigoroso, forgiando al proprio interno personalità intellettuali”, afferma l’autore nel presentare il frutto delle sue ricerche nel presente libro: “Il Canopoleno di Sassari, da Seminario Tridentino a Convitto Nazionale”.

       I Sassaresi conoscono il personaggio che ha dato nome al “Canopoleno” perché ancora percorrono l’antica via a lui intestata nel centro storico, ma è bello rinfrescare la memoria dell’illustre cittadino di Sassari Antonio Canopolo, che fondò il primo “Seminario Tridentino” e insieme ad Alessio Fontana sostenne la fondazione della Scuola Superiore della città, divenuta poi l’Università. L’auspicio dell’illustre storico cagliaritano Pietro Martini e del famoso erudito sassarese Enrico Costa risuonava oltre un secolo fa come un invito a rinverdire la memoria degli uomini di cultura di Sassari e degli artefici della chiamata in Sardegna dei Maestri Gesuiti, che per primo l’arcivescovo Salvatore Alepus aveva invitato a venire a Sassari, prendendo contatto personalmente con Sant’Ignazio di Loyola.

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31 Dicembre 2018 - Categoria: eventi straordinari

Augurios de bonannu dae duos poetas de Tzaramonte

Apo rétzidu dae duos poetas de Tzaramonte sos augurios de bonannu, apedas puru dae a mie, chi so ischente poeta, sos augurios mannos pro s’annu nou!
Annu etzu fue fue/in su fundu ‘e Putugonzu./Nou fala dae sa nue/ si in conca non mi rue (s)./ Bona fortuna a totu/amore divinu e umanu/pane casu e regotu/ a su genere umanu/ [Giuannandria Tebachéra/liju che i sa chera/fritu che sa iddia/Tebachéra Giuannandria] (A.d.sa N.)

 

Maria Sale

Un’annu che àmus colàdu
e unu est avreschènde,
su tempus nostru, gioghende,
a man’a pare s’an leàdu;
unu su chi est passadu
e s’ateru su ch’est benzende.
E nois…s’ispera tenzemus in manu
in Deu e in tempus galanu.

Giovanni Soro
Annu etzu, est tempus de ti ch’andare
Pro sos dannos chi nos as apporridu,
Sebera solu su bonu a lassare
A sos amigos chi t’ant bene servidu.
Tue,annu chi t’affaccias a sa gianna,
Bestidu ‘e pannu friscu ‘e allegria,
s’omine attatta de richesa manna:
solu salude e mai maladia.

 

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24 Dicembre 2018 - Categoria: lingua/limba, versos in limba

“Campanas de Nadale” di Giovanni Soro

Campanas de Nadale


Ripican sas campanas a iscutas
in custa notte serena ‘e nadale
sulenos sos isteddos in s’aera
promittin boghes noas de ispera
ispallattende ‘e bisos su caminu.
In  d-una grutta es nadu  su divinu
faladu  dae chelu a nos salvare

Ogni criadu in coro dêt cantare
boghes sintzeras de pura allegria.
Bois  pitzinnos de ogni zenia
bene iscultade custa melodia
chi bos regàlat  gosu ‘e amistade.
Como unidos e cuntentos pregade
a sa paghe ‘e sos coros triulados
chi sos rancores sian olvidados.

Tzaramonte 14/10/2018

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22 Dicembre 2018 - Categoria: cristianesimo, versi in italiano

“Poema del pane” di Pietro Meloni

Fin dalle prime luci dell’aurora
la fiamma scintillante
del forno
in un cantuccio della casa illumina
le donne “pintadoras”
che impastano la candida farina
e infondono alla pasta con amore
il sigillo del cuore.
E per incanto ecco spuntare ardente
tra le vampe del fuoco
sa simula pintada!..
Il profumo del pane
inonda il focolare
di splendente dolcezza
e lieto si diffonde
nei vicoli del borgo.

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21 Dicembre 2018 - Categoria: narrativa

“Che ogni ferita sia un’occasione per crescere e non una sconfitta” di Sarah Savioli

Figlio mio,
in questa che è la notte più lunga dell’anno,
in questo inverno freddo e grigio,
ti auguro che i tuoi limiti non divengano mai per te alti muri di confine, ma punti nei quali ti fermi un istante, prendi fiato, poi ti dai il colpo con le gambe e li tramuti in trampolini per fare salti altissimi.
Che là dove capisca che non puoi andare, il tuo sguardo non si abbassi desolato sui tuoi piedi in una resa rancorosa, ma i tuoi occhi restino limpidi per guardare lontano e arrivare così a tutto il mondo intorno, ai suoi colori, alla sua bellezza.
Che ciò che non conosci non ti faccia paura, ma ti riempia di entusiasmo e di curiosità.
Che ciò che non comprendi non ti chiuda su quel che ti è mollemente a portata, ma ti spinga a cercare nuovi modi, nuovi linguaggi, nuova gioia ed entusiasmo esploratore.
Che ogni ferita sia un’occasione per crescere e non una sconfitta.
In questa che è la notte più lunga dell’anno, resti in te sempre accesa la consapevolezza che, per quanto sia lunga, anch’essa finirà.
Che per quanto questo inverno sia freddo, anche lui passerà.
Sarà un nuovo giorno, una nuova stagione.
E per ogni nuovo giorno, per ogni nuova stagione qualsiasi essi siano, figlio mio, scegli di essere te stesso, un te stesso sempre migliore.

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18 Dicembre 2018 - Categoria: eventi luttuosi

“Pietro Deruda (1940-2018),metalmeccanico e ottimo tecnico, è prematuramente scomparso”

La Redazione di accademia sarda di storia di cultura e di  lingua col coordinatore Angelino Tedde e i collaboratori si associano al dolore del carissimo web master del blog Battista Simula e della moglie Isabella, per la scomparsa dell’amato suocero e padre, Pietro Deruda, grande esempio di lavoratore presso la Fiat di Sassari e di Torino e buon padre di famiglia amato e stimato da tutta la vasta parentela e cerchia amicale e paesana ittirese.
Porge le più profonde condoglianze alla moglie al figlio, alla figlia e a tutta la parentela.

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17 Dicembre 2018 - Categoria: memoria e storia

“Mons. Masia e don Era, parroci, don Carboni, viceparroco della Parrocchia di San Giuseppe in Sassari” di Pietro Meloni

Mons. Pietro Meloni, vescovo emerito di Nuoro, ma già professore presso la Facoltà di Magistero di Sassari, va tracciando dei profili biografici dei parroci della Parrocchia di San Giuseppe, consacrata nel 1888 e come usava un tempo con parroci perpetui che hanno lasciato una profonda traccia del loro operato in quella che fu la chiesa di molti uomini e donne illustri dai Segni ai Berlinguer, dai Cossiga ai Giagu-Demartini, dai Parisi ai Meloni, compreso l’autore di questi profili.
Sorta nel quartiere in cui si era insediata la borghesia cittadina con case e palazzi liberty e con le scuole Medie e Superiori di una certa importanza culturale come l’Istituto Magistrale, la monumentale Scuola Elementare di San Giuseppe, di stile razionalista, frequentata dalla nota scrittrice Elena Pitzorno, dagli stessi locali della GIL, Gioventù Italiana del Littorio in epoca fascista, senza dimenticare la vasta Piazza d’Armi utilizzata sia per le adunate sia per le manifestazioni ginniche del regime. Né vogliamo dimenticare l’associazione cattolica Robur et Virtus nelle cui palestre si formò quella classe media delle arti e mestieri d’ispirazione cattolica e dello stesso Istituto d’Arte e Mestieri alla cui istituzione contribui uno degli esponenti più attivi del movimento cattolico sassarese il nobile Carlo Rugiu Tealdi. Si aggiunga l’Ospedale Civile ultimato dall’arcivescovo Varesini nel 1848 che risulta quasi a ridosso della Scuola Elementare di San Giuseppe. Le figure rievocate sono Mons. Giovanni Masia nel venticinquesimo della morte, quella di don Era nel quinto anno della sua scomparsa e quella di don Carboni nel trentacinquesimo della sua morte. (Nota della Redazione)”

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