5 Marzo 2019 - Categoria: politologia

“Aspettando Godot” di Stefano Zan in “Mente Politica”

Aspettando Godot

La politica italiana sembra entrata in una sorta di limbo che durerà fino al 26 maggio, data delle elezioni europee quando, secondo tutti gli osservatori, il quadro politico cambierà radicalmente.

Una serie di considerazioni mi inducono a ritenere che non sarà così. Vediamo con un certo ordine.

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3 Marzo 2019 - Categoria: storia

“Eppure mi diverto” di Massimo Pittau a cura di Mauro Maxia

“Quando la storia della Sardegna sarà finalmente scritta (per ora essa è solo una collezione di racconti costruiti in termini ideologici, coerenti con l’obiettivo ultimo di nascondere una devastante e stupida colonizzazione attraverso la marginalizzazione e più spesso la cancellazione di una civiltà millenaria, unica e incredibilmente interessante); quando le scuole sarde potranno insegnarla ai nuovi studenti restituendo loro lo spessore e l’orgoglio di essere sardi; quando la nuova identità, non basata su false tradizioni e riti imposti alla fine dell’800 ma su un passato stratificato e profondo, sarà diventata consapevolezza, allora si capirà che gli studi e i libri di Massimo Pittau hanno seguito la direzione corretta di analisi e hanno segnato la scoperta della straordinaria piramide sarda e l’apertura della sua porta. Gli elementi ci sono tutti, posti in fila come le pietre che conducono alle tombe dei Giganti, invisibili solo a chi persegue ciecamente una visione asservita della nostra grandezza, ai mediocri che purtroppo ancora occupano i posti di potere e, sciaguratamente, di controllo delle menti”

Mauro Maxia

Così inizia la presentazione di Ciriaco Offeddu del nuovissimo lavoro di Massimo Pittau intitolato “Eppure mi diverto coi Nuragici e con gli Etruschi!”. Che Pittau si diverta ancora, nonostante i suoi 98 anni e i numerosi acciacchi che lo frenano nel suo immutato entusiasmo, è dimostrato da questa raccolta di riflessioni che, come una collana, ricordano alcuni dei punti salienti che ne hanno caratterizzato la lunghissima carriera di studioso della lingua sarda e di quella etrusca. Massimo Pittau, infatti, è autore di oltre 400 pubblicazioni e di una cinquantina di libri, una ventina dei quali sono dedicati alla lingua estrusca che lo hanno reso uno dei più noti etruscologi a livello internazionale. La celebre Accademia della Crusca (che di recente ha invitato il prof. Pittau a collaborare a una sua rubrica) reca nel proprio sito di Internet il volume “Lessico italiano di origine etrusca” pubblicato proprio da Pittau nel 2012 (http://www.accademiadellacrusca.it/it/referenza-bibliografica/bibliographical-novelties/lessico-italiano-origine-etrusca-407-appellativi-2).
Chi volesse divertirsi, insieme al prof. Massimo Pittau, nella rilettura delle sue riflessioni che, insieme a tante polemiche, hanno aperto numerose finestre sulla grande civiltà dei Sardi antichi – che fino a qualche decina di anni fa erano tenute ben chiuse – non deve fare altro che leggere questo suo nuovo e agile volumetto pubblicato dalle Edizioni Della Torre di Cagliari al prezzo di soli 9 €.
Mauro Maxia


 


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1 Marzo 2019 - Categoria: filologia

“Paulilatino” di Massimo Pittau

Paulilatino (Paulilàtino, pronunzia locale Paùli Làttinu) (villaggio dell’Altipiano di Abbasanta in prov. di Oristano) – L’etimologia del toponimo è possibile solamente col richiamo alla sua esatta forma sarda, che è da intendersi come «Palude lattiginosa», cioè “del colore del latte”, “biancastra” (log. làttinu-a da latte/i, a sua volta dal lat. lac, lactis) (VSG, NLS XXXII).- Però la grande palude di Paulilatino risulta ormai prosciugata.- In epoca nuragica la zona di Paulilatino sarà stata molto importante dal punto di vista antropico e sociale, come dimostrano l’elevato numero di nuraghi (91), fra cui il nuraghe Lugherras = «lucerne» (dove sono state trovate centinaia di lucerne nuragiche, puniche, romane e anche cristiane; chiara prova della destinazione religiosa dei nuraghi).
Ed è molto importante anche il nuraghe Óschine, da confrontare col lat. oscen,-ĭnis «uccello augurale», finora di origine ignota (DELL), ma molto probabilmente etrusca; ha il valore collettivo di «uccelli augurali» e costituisce un’ottima prova del fatto che nel nuraghe si effettuava anche il rito della profezia fondata sul volo degli uccelli.- Il villaggio, appartenente alla diocesi di Santa Giusta, è citato fra le parrocchie che nella metà del sec. XIV versavano le decime alla curia romana (RDS396, 1366, 1626, 1832).
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21 Febbraio 2019 - Categoria: filologia

Sciabolate metaforiche tra studiosi a cura di Angelino Tedde

Seguire la serie di articoli  sulla storia e l’origine dei cognomi apparsi su La Nuova Sardegna a cura del prof. Mauro Maxia è appassionante. In questo caso alle tesi del prof. Mauro Maxia, sul cognome Maninchedda, si contrappone il prof. on. Maninchedda e tanto per chiudere la polemica getta la pietra tombale il prof. Massimo Pittau. A seguire queste polemiche o discussioni c’è sempre da apprendere per chi non è del mestiere.

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17 Febbraio 2019 - Categoria: cahiers de doléances

“Per il prezzo delle persone, come se le persone non avessero valore. Nessun valore…” di Sarah Savioli

La mia terra.
La mia gente…
Solo chi sa davvero cosa sia la vita dei pastori può comprendere che quel versare per terra il latte sia per loro un atto più sofferto che tagliarsi e lasciar scorrere il sangue…

Non ho le competenze per entrare nel merito di come sia migliore arrivare alla soluzione di una situazione nella quale quanto pagato ai produttori di latte si è più che dimezzato in tre anni. Non sono nessuno e non ho gli strumenti per sapere se ci potrebbero essere azioni più incisive, lascio a commenti e articoli di persone più strutturate queste considerazioni.
Mi limito a sentire questo urlo disperato di dolore con la consapevolezza pesante che quello che accade con mezzi subdoli è la distruzione sistematica di una cultura, di una vita con la terra, di una creazione di prodotti di una qualità e di una cura fatta giorno per giorno e generazione dopo generazione.
E questo è un processo di “deforestazione” che si irradia ovunque, nell’olio extravergine d’oliva a due euro e mezzo al litro, in salumi che costano meno delle patate, in pandori venduti a un euro o poco più. O ancora in filati a qualche soldo, in ceramiche che costano così poco che non sai nemmeno perché dovresti lavarle e non buttarle via…
Un processo nel quale la qualità e la cura fatte di storia e di mestiere vengono macinate senza riguardo per lasciare terra bruciata.
E via gli artigiani… via i maestri portatori di saggezze antiche su tipicità che sono gioielli… via prodotti dal gusto irripetibile perché frutto di lavoro, materie prime eccezionali e di capacità affinate negli anni…
“E’ la legge del libero mercato, baby. O ti adatti o ti estingui… non facciamo favoritismi e dimmi se non è giustizia questa”
Che si adattino, che si adeguino, che si evolvano… come se quello che tenta di mantenere una sua identità fosse per forza qualcosa di obsoleto che non si rassegna a levarsi dai coglioni. Che attirasse fastidioso pietismo quando invece rivendica disperatamente a schiena dritta la sua dignità.
Mi chiedo se davvero abbiamo coscienza di cosa perdiamo nel momento in cui lasciamo dilaniare come niente fosse la nostra storia, la nostra cultura fatta di unicità, di eccellenza e qualità impagabili. Quando lasciamo che passi un catepillar a sradicare via quelle nostre radici che sono quel poco che ancora ci ricorda chi siamo.
Mi chiedo se ci rendiamo conto di quanto smarriamo per sempre…
Per il prezzo delle cose, come se le cose non avessero valore.
Per il prezzo del tempo delle persone, come se il tempo delle persone non avesse valore.
Per il prezzo delle persone, come se le persone non avessero valore. Nessun valore…

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16 Febbraio 2019 - Categoria: eventi straordinari

“Sas Animas. Sa falada a s’Inferru” de Anghelu de sa Niéra

Capìtulu III: Sa falada a s’Inferru
S’àttera notte mi nde so pesadu pro andare a Campusantu, ma non mi
sentio bene, tando mi che so bettadu torra a lettu e apo leadu sonnu.
A unu tzertu puntu accò unu bisu, unu sònniu meda feu. Mi so bidu su
matessi in Campusantu in ue b’est sa rughe de sas ànimas e no ischio
in cale cuadru che fèrrere, ma cando mi so mòvidu pro andare a sa
tumba de tia Lughia, acò un’ànghelu lughente tantu chi l’apo nadu de
nde istudare sa lughe, ma issu m’at nadu:
– Ànghelu caru custa no est lughe chi s’istudat, custa est lughe ispiritale.
Comente at faeddadu mi so abituadu a sa lughe e l’apo dimandadu:
-Si ses bènnidu a mi leare, cheret narrer chi so morzende, ma tando in ue est Santa Brìgida e sas àtteras Santas chi prego ogni notte?-
Issu a mie:
-Tue non ses morzende, ma pro òrdine de sa Vergine Maria so bènnidu a ti fagher visitare s’inferru.-
Mi so postu a piànghere e l’apo nadu:- Ello mi che bettas in s’isprefundu e tando tottus sas pregadorias mias non sunt servidas a nudda!-

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16 Febbraio 2019 - Categoria: istituzioni educative

“L’istruzione in Sardegna” di Fabio Pruneri e le considerazioni di Tom Woodin

Pubblichiamo volentieri gli ” Appunti dell’intervento del prof. Tom Woodin Reader in Social History of Education presso l’UCL Institute of Education a Londra in occasione della presentazione del vol. di Fabio Pruneri, L’istruzione in Sardegna 172o-1848, il Mulino, Bologna 2011.  Gli appunti non sono stati rivisti dall’autore.

Prima di iniziare vorrei ringraziare Fabio Pruneri e l’Università di Sassari, in generale, per avermi offerto questa posizione come visiting professor e per l’accoglienza qui in un clima di cultura, ricerca e insegnamento.

Devo anche chiedere scusa per la mia padronanza limitata della lingua italiana, anche se spero che migliorerà con la pratica e non da ultimo con il supporto di Fabio, le cui correzioni  sono così numerose!

Il libro di Fabio, L’Istruzione in Sardegna, offre una buona opportunità per riflettere sulla nostra comprensione della pratica e la teoria di alfabetizzazione qui e all’estero.
Il libro offre la prima rassegna di questo argomento in Sardegna, basato su un caso di studio che parte dalle radici dello sviluppo della scolarizzazione e dell’ alfabetizzazione.

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11 Febbraio 2019 - Categoria: memoria e storia, recensioni, storia

I nostri sardi a Panama (1907-1915) in un saggio di don Giovannino Pinna nella rivista Ammentu

Da anni andavo cercando uno studio sull’emigrazione sarda in Panama dal momento che dal nostro ameno paese nel 1907 ne partirono ben 130 come avvenne anche da Oschiri, da Ozieri, da Ittiri da Orotolli e sicuramente da altri paesi della Sardegna. Quest’emigrazione del periodo giolittiano, a leggere alcuni articoli della  Nuova Sardegna, era contrastata probabilmente a causa dell’emorragia che avrebbe causato nel Nord Sardegna di manodopera utile per la produzione agraria.  Del resto fu contrario anche il nostro annalista Giorgio Falchi. Indubbiamente le motivazioni non erano solo queste come vedremo, ma altre.
Chiaramonti non è registrato nello studio, ma cercheremo di aggiungerlo noi anche se abbiamo la difficoltà d’identificare i partenti dal momento che l’archivio comunale è da tempo inconsultabile  in quanto ben conservato nelle casse che hanno fatto ritorno dall’ammasso degli archivi della zona industriale di Muros. La fonte che utilizziamo è pregna di notizie sull’emigrazione sarde dell’epoca. Vorremmo aggiungervi Chiaramonti anche se dobbiamo farlo servendoci soltanto della memoria annalistica e orale per quanto riguarda i nomi di alcuni partenti. Per i Tedde ci soccorre la memoria familiare, ugualmente per gli Unali come si può notare nel sito di Mario Unali, archeologosardos.it, mentre per gli altri dobbiamo accontentarci della memoria degli anziani, in particolare di qualche nonagenario. Non ci fermeremo qui e nel tempo continueremo a scavare per completare il discorso iniziato nella speranza di trovare prima o poi l’elenco dei partenti presso le carte comunali o i passaporti dell’archivio della Questura di Sassari dal momento che ci dicono che l’Archivio di Stato non li contiene.

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