19 Dicembre 2015 - Categoria: cultura

Enrico Brizzi: un quarantenne sconosciuto bolognese sostanzialmente pigro di Ange de Clermont

imagesHo conosciuto Enrico Brizzi forse a dieci anni sulla spiaggia dell’Isola Rossa, Trinità  d’Agultu, poi non ho avuto modo di vederlo se non in fotografia. In spiaggia era seduto accanto al fratello che lui chiama fratello di latte, probabilmente è stato allevato anche con il latte di pertinenza del fratello Riccardo.

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16 Dicembre 2015 - Categoria: lingua/limba

“S’arbure de Nadale” di Anna Maria Sechi

Anna Maria Sechi

Anna Maria Sechi

In s’annu 1947, istaimis in Macumere, accurtzu a su corso chi traversat sa bidda dae susu a giosso, a pagu tretu dae su municipiu, bi fiat su mercadu de sos massaios chi bènniant a bèndere su chi produiant in sas terras issoro. Affaca a su mercadu b’aiat una butega inue bèndiant de totu: alimentosos, atretzareddos de cughinas e ferramentas, custa butega tèniat duas vitrinas, una fiat in faccia a su corso.

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9 Dicembre 2015 - Categoria: cultura

Il risveglio del “camminatore” ossia “il matrimonio di mio fratello” del romanziere laureato Enrico Brizzi

Enrico Brizzi, Il matrimonio di mio fratello, Mondadori, Milano 2015  pp. 497 €. 22,oo con lo sconto €. 18,70 in ebook €. 9,99.

Intervista di Massimiliano Coccia

 

Enrico Brizzi, il romanziere camminatore con prole.

Enrico Brizzi, il romanziere camminatore con prole.

Enrico Brizzi dopo parecchi libri legati a progetti tra i più vari e disparati torna al romanzo con “Il matrimonio di mio fratello” (Mondadori), un libro importante e incisivo, una narrazione veloce e profonda che rende le 497 pagine del libro una lunga sinfonia che arriva dentro l’anima. Un libro che scardina e fa riflettere non solo sulla storia di una famiglia, di fratelli, di idealità tradite, ma su quello che quotidianamente siamo diventati, sul lento gioco delle maschere che indossiamo nelle nostre relazioni sociali, familiari e affettive. Tutto parte da Teo, che 39 anni, un lavoro saldo, benefit aziendali e relazioni fugaci. La sua vita è quella e gli sta bene. Ha un fratello Max che ha 42 anni, un carattere ribelle, che passa giornate tra le montagne per imprese estreme, un matrimonio fallito alle spalle e due figli da accudire. Max è Teo, nel loro contrasto si sono sempre amati, combattuti e radicalizzati nelle loro posizioni. Dietro di loro si muove un tessuto familiare che nasce nell’opulenta Bologna degli anni Settanta e Ottanta, una terra che offriva ogni certezza. Un giorno come tanti, proprio mentre iniziava il week end, sopra questa normalità tutta italiana si abbatte un fulmine: la scomparsa di Max e dei suoi figli. Teo inizia il viaggio più lungo alla ricerca del fratello, dove conduce il lettore alla scoperta del suo mondo familiare, con vizi e virtù, cercando il fratello è come se riannodasse pezzi complessi del proprio io, speranze negate e ferite mai sanate. Un libro forte, intenso come la chitarra di Keith Richards, un libro multiforme come una pietra delle Dolomiti. Una prova superata per Brizzi che ci conduce senza passare per il via, in un diario minimo della vergogna e della speranza, dove le speranze di un Paese che non esiste più fanno da contraltare ai vuoti che famiglie, aspettative e voglia di vivere creano. Enrico Brizzi non è mai monotono, lo si capisce dopo ogni singola pagina e dopo ogni singola risposta a questa intervista.

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8 Dicembre 2015 - Categoria: cultura

Svolto con successo il convegno della lingua gallurese a Palau a cura di M. M.

Foto convegnoSi è celebrata con pieno successo anche quest’anno la “Giornata Internazionale della Lingua Gallurese” giunta ormai alla sua terza edizione. Anche stavolta la grande sala consiliare del Comune di Palau si è riempita in ogni ordine di posti con un pubblico di almeno 150 presenze. La manifestazione, tenutasi sabato 5 dicembre, era organizzata dal Comune di Palau col supporto dell’Accademia della lingua gallurese rappresentata dal dott. Mario Scampuddu che, introducendo i lavori, ha presentato gli Atti del Convegno 2014 freschi di stampa. Il Comune di Palau era rappresentato dal sindaco Francesco Pala e dalla delegata alla cultura Rachele Sanna. Le relazioni scientifiche sono state svolte da Mauro Maxia dell’Istituto Sardo-Corso di Formazione e Ricerca (titolo: “Italiano Sardo e Gallurese tra i giovani di una comunità ai confini della Gallura”), dal prof. Eduardo Blasco Ferrer dell’Università di Cagliari (titolo: “Alcune considerazioni sul linguaggio giovanile in Gallura”), dal prof. Jean-Marie Comiti dell’Università di Corte (Francia) che ha riferito su “Le rappresentazioni degli studenti corsi sul gallurese”, dal prof. Alain Di Meglio della stessa Università di Corte che si è soffermato sul tema “Les Bouches de Bonifacio constituent-elles une frontière linguistique ou sociolinguistique?” e dal prof. Elton Prifti dell’Università di Mannheim (Germania) che ha presentato delle “Riflessioni pragmalinguistiche sulla situazione dei giovani nell’area limitrofa sardo-gallurese”. Sono intervenuti anche i consiglieri regionali Pierfranco Zanchetta e Giuseppe Meloni chi si sono impegnati a portare in Regione l’esigenza di salvaguardare e valorizzare il gallurese. Durante il dibattito che è seguito alle relazioni sono intervenuti anche la prof.ssa Vanna Ledda e il prof. Stefano Palmas, dirigente scolastico del locale Istituto di Istruzione Superiore, che si sono soffermati sulle problematiche relative all’insegnamento scolastico delle lingue regionali. Al pomeriggio si è tenuta una tavola rotonda alla quale, oltre agli organizzatori e agli studiosi, hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni culturali rappresentati dal prof. Quintino Mossa della Consulta Intercomunale del Gallurese.

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3 Dicembre 2015 - Categoria: cultura

Convegno di studi: la Sardegna e la prima Guerra mondiale, martedì 16 e mercoledì 17 dicembre, a Sassari, a cura di Angelino Tedde

Brigata SassariNel pubblicare questo programma del convegno, che, grazie ad un collega abbiamo ricevuto dal Continente, a quanta pare organizzato dalle Università di Cagliari e di Sassari, dobbiamo rilevare che non si sta facendo alcuna pubblicità. Non è bello che lo si faccia a fine anno del centenario della prima guerra momdiale e della formazione della Brigata Sassari, quasi questa rivisitazione non interessi più a nessuno. Eppure il numero dei relatori e i temi trattati sono interessantissimi. Invito coloro che possono parteciparvi a farlo, altrimenti resterà solo un convegno per i 25 relatori.

Il convegno come è spiegato nel programma prevede cinque sessioni dal titolo: I un quadro generale, II per una storia militare, III politica e istituzioni, IV le ricadute economiche e sociali della Grande Guerra, V il mito della grande guerra.
I relatori provengono in gran parte dall’Università degli Studi di Sassari, Cagliari, ma anche Bologna, Roma, Tuscia, Iglesias, Calcinato, Siena, nom mancano studiosi non accademici.
I temi toccano la memorialistica e la storiografia, l’interpretazione storiografica, politica e società in Sardegna durante la guerra, la prima medaglia d’oro della Brigata Sassari che non era affatto ad un sardo, la storia e il mito della Brigata, il culto della memoria in una famiglia borghese, le fonti, scienziati sardi al fronte, l’incidenza in Italia e in Europa della Grande Guerra, deputati e senatori nel triennio bellico, il neutralismo di Francesco Cocco-Ortu, la Chiesa e la Grande Guerra, la figura di Emilio Lussu, Gramsci e la guerra,trasformazione della mentalità dei soldati sardi durante la prima Guerra Mondiale anche in una prospettiva comparata,i problemi dello Stato tra centralismo e autonomismo nella stampa repubblicana tra Guerra e dopoguerra, il mondo politico sardo tra neutralismo e interventismo, dall’interventismo al combattentismo, l’itinerario intellettuale di Camillo Bellieni,la popolazione della Sardegna prima e dopo la Grande Guerra, un confronto tra il censimento del 1911 e quello del 1921,le fonti archivistiche per la storia della prima Guerra mondiale, lettere dei soldati sardi nella Grande Guerra,prigionieri austroungarici nelle miniere sarde, La Fondazione “Brigata Sassari” per gli orfani di guerra (1919-1923), I monumenti ai caduti della Grande Guerra: due esperienze a confronto, La Brigata Sassari in letteratura, Il mito della Grande Guerra nella musica, La Guerra e la Brigata Sassari, nell’immaginario visivo degli artisti sardi , La Brigata Sassari e il cinema
Cimiteri monumentali come fonte per lo studio delle famiglie della Grande Guerra, Lutti e frivolezze: mode femminili e moralità negli anni di Guerra,
I parchi delle rimembranze di Cagliari e Iglesias , I parchi delle rimembranze nel Sassarese e nel Nuorese.
I titoli delle relazioni sono davvero avvincenti e forse ridondanti. Il convegno si svolge agli inizi della Novena di Natale e si tratta di due giornate straripanti e troppo dense. Peccato che ci si sia mossi, rispetto ad altre istituzioni private come i Lions, piuttosto tardi anche se è gradevole vedere che le due università sarde, una volta tanto, lavorano insieme, superando le storiche barricate tra loro. (Angelino Tedde)

Programma del Convegno

Sassari martedì 15 dicembre, ore 16.00,

Aula Magna dell’Università
Saluti della autorità

I sessione: Un quadro generale

Nicola Labanca (Università di Siena), Per un’interpretazione storiografica della Grande Guerra
Manlio Brigaglia (Università di Sassari), Memorialistica e storiografia sulla prima Guerra mondiale in Sardegna
Francesco Atzeni (Università di Cagliari), Politica e società in Sardegna durante la prima Guerra mondiale.
Giuseppina Fois (Università di Sassari), La Brigata Sassari. La storia, il mito, la storiografia
Luciano Marrocu (Università di Cagliari), “I sardi ottimo materiale di guerra”
Gian Paolo Brizzi (Università di Bologna), Guido Brunner, prima medaglia d’oro della Brigata Sassari
Aldo Accardo (Università di Cagliari), Il culto della memoria in una famiglia borghese

Sassari, mercoledì 16 dicembre,
ore 9.00 II sessione: Per una storia militare

Paolo Pozzato (Bassano del Grappa), La Brigata Sassari e la storia militare della Grande Guerra
Cecilia Tasca (Università di Cagliari), Le liste di leva. Fonti per lo studio della Grande Guerra
Mauro Pellegrini (Calcinato), La Brigata Sassari a Calcinato (1915) Daniele Sanna (Sassari), Gli studi promossi dallo Stato Maggiore in occasione del 50° anniversario.
Il caso della “Sassari” Giuseppe Caboni (Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’ Autonomia),
Il tenente Emilio Lussu Maria Gavina Pinna (Torino),
Il generale Giuseppe Musinu
Giuseppe Zichi (Università di Sassari), I garibaldini sardi nelle Argonne
Giannarita Mele (Università di Cagliari) Trasformazione della mentalità dei soldati sardi durante la prima Guerra mondiale anche in una prospettiva comparata
Giancarlo Nonnoi (Università di Cagliari), Scienziati sardi al fronte

Sassari, mercoledì 16 dicembre, ore 15.30
II sessione: Politica e istituzioni

Guido Melis (Università di Roma “La Sapienza”), Come ha inciso la Grande Guerra nel sistema istituzionale italiano ed europeo? Francesco Soddu (Università di Sassari), I deputati della Sardegna nel triennio bellico
Salvatore Mura (Università di Sassari), I senatori della Sardegna nel triennio bellico
Giuseppina Sanna (Università di Sassari), Il neutralismo di Francesco Cocco Ortu
Leonardo Rapone (Università della Tuscia), Gramsci e la Guerra Francesca Pau (Università di Roma “La Sapienza”),
I problemi dello Stato tra centralismo e autonomismo nella stampa repubblicana tra Guerra e dopoguerra
Maria Luisa Di Felice (Università di Cagliari), Il mondo politico sardo tra neutralismo e interventismo
Luca Lecis (Università di Cagliari), I cattolici, la Chiesa e la Grande Guerra Gian Giacomo Ortu (Università di Cagliari),
Attilio Deffenu dal socialismo al combattentismo
Antonello Mattone (Università di Sassari), Dall’interventismo al combattentismo. L’itinerario intellettuale di Camillo Bellieni

Sassari, giovedì 17 dicembre, ore 9.00 IV sessione:
Le ricadute economiche e sociali della Grande Guerra.

Giuseppe Puggioni (Università di Cagliari), La popolazione della Sardegna prima e dopo la Grande Guerra. Un confronto tra il censimento del 1911 e quello del 1921
Carla Ferrante (Archivio di Stato di Cagliari), Le fonti archivistiche per la storia della prima Guerra mondiale
Ines Loi Corvetto (Università di Cagliari), Lettere dei soldati sardi nella Grande Guerra
Giorgio Madeddu (Iglesias), Prigionieri austroungarici nelle miniere sarde
Assunta Trova (Università di Sassari), Una tragedia annunciata: prigionieri austroungarici nell’isola dell’Asinara
Stefano Pisu (Università di Cagliari), I “dannati” russi in Sardegna Eleonora Todde, Annalisa Carta (Università di Cagliari), La produzione mineraria sarda durante il primo conflitto mondiale Sandro Ruju (Sassari), Le conseguenze della Guerra sulla comunità mineraria dell’Argentiera
Paolo Cau (Archivio storico comunale di Sassari), La Fondazione “Brigata Sassari” per gli orfani di guerra (1919-1923)

Sassari, giovedì 17 dicembre, ore 15.30 V sessione:
Il mito della Grande Guerra

Giuliana Altea (Università di Sassari), I monumenti ai caduti della Grande Guerra: due esperienze a confronto
Aldo M. Morace (Università di Sassari), La Brigata Sassari in letteratura
Antonio Ligios (Conservatorio “L. Canepa” di Sassari), Il mito della Grande Guerra nella musica
Antonello Cuccu (Nuoro), La Guerra e la Brigata Sassari nell’immaginario visivo degli artisti sardi Antioco Floris (Università di Cagliari), La Brigata Sassari e il cinema
Giampaolo Salice (Università di Cagliari), Cimiteri monumentali come fonte per lo studio delle famiglie della Grande Guerra Michela De Giorgio (Roma), Lutti e frivolezze: mode femminili e moralità negli anni di Guerra
Rita Ladogana (Università di Cagliari), I parchi delle rimembranze di Cagliari e Iglesias Stefania Bagella, (Università di Sassari), Alessandro Sirigu (Sassari), I parchi delle rimembranze nel Sassarese e nel Nuorese

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2 Dicembre 2015 - Categoria: cultura

Rapporti tra lo Stato italiano, la Santa Sede, le istituzioni cattoliche

Chiesa CattolicaCostituzione della Repubblica italiana Art. 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
_______________
Lo Statuto albertino definiva la religione cattolica come “la sola religione di Stato”. Gli artt. 7 e 8 della Costituzione repubblicana vedono il superamento del concetto stesso di “religione di Stato” e disciplinano i rapporti tra Stato e confessioni religiose sulla base di due principi: il principio della distinzione degli ordini e il principio di bilateralità. Alla Chiesa cattolica vengono comunque riconosciute indipendenza e sovranità.
Il fenomeno religioso viene considerato sostanzialmente estraneo all’ordinamento dello Stato. Il principio di bilateralità riconosce comunque alle istituzioni religiose la possibilità di negoziare accordi con lo Stato, secondo il modello delle relazioni internazionali, nelle materie di loro competenza. Con l’art. 7 la Costituzione recepisce i Patti Lateranensi, cioè gli accordi sottoscritti l’11 febbraio 1929 da Mussolini (per l’Italia) e dal Cardinale Gasparri (per la Santa Sede). Il 18 febbraio 1984 è stato sottoscritto tra il Governo italiano e la Santa Sede un nuovo accordo, contenente “modifiche consensuali del Concordato lateranense”: si tratta di un documento che, ispirato ai principi di eguaglianza e neutralità espressi dalla Costituzione repubblicana e, al tempo stesso, più consono ai valori espressi dal Concilio Vaticano II, ha introdotto rilevanti novità nei rapporti tra Stato e Chiesa, riaffermando il principio di laicità dello Stato. Si è così concretizzato quel principio pattizio, esplicitato nell’ultima parte di questo art. 7, in base al quale lo Stato italiano si impegna a stabilire di comune accordo con la Chiesa ogni modifica dei Patti Lateranensi. È da osservare che se tale accordo non viene raggiunto, diventa necessaria una Legge costituzionale che, tramite abrogazione di questo articolo, consenta la revisione unilaterale dei Patti.

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27 Novembre 2015 - Categoria: cultura

La terza giornata internazionale di lingua gallurese di Mauro Maxia

mauro-2Il prossimo 5 dicembre a Palau si terrà la Terza Giornata Internazionale della Lingua Gallurese. Il programma prevede i saluti del Sindaco Francesco Pala e della Delegata alla cultura Rachele Sanna. Introdurrà i lavori il dott. Mario Scampuddu, rappresentante dell’Accademia di la linga gadduresa e infaticabile organizzatore dell’evento ormai da tre anni. Il dott. Scampuddu presenterà il volume contenente gli atti della seconda edizione del convegno, tenutasi nel 2014, i quali sono pubblicati dall’editore Taphros di Olbia. Successivamente vi saranno le relazioni scientifiche che prevedono i contributi dello scrivente, del prof. Eduardo Blasco Ferrer (Università di Cagliari), prof. Jean-Marie Comiti (Università della Corsica), prof. Alain Di Meglio (Università della Corsica) e prof. Elton Prifti (Università di Mannheim, Germania). Al pomeriggio i lavori proseguiranno con una tavola rotonda alla quale, oltre ai relatori, potranno partecipare cultori e operatori culturali interessati alla valorizzazione delle lingue minoritarie e del gallurese in particolare.
Per le foto dei relatori e degli organizzatori collegarsi al sito http://maxia-mail.doomby.com/
Vi mando il programma dettagliato dell’evento con l’invito, augurando di potervi incontrare nell’occasione.

Programma

Sessione mattutina 9,30 Saluto del Sindaco
9,40 Saluto dell’Assessore alla Cultura
9,45 Introduzione del dott. Mario Scampuddu (Accademia della Lingua Gallurese)
10,00 Prof. Mauro Maxia (Istituto Sardo-Corso di Formazione e Ricerca) “Italiano sardo e gallurese tra i giovani di una comunità ai confini della Gallura”
10,30 Prof. Eduardo Blasco Ferrer (Università di Cagliari) “Alcune considerazioni sul linguaggio giovanile in Gallura”
11,00 Prof. Jean-Marie Comiti (Università della Corsica) “Le rappresentazioni degli studenti corsi sul gallurese”
11,30 Prof. Alain Di Meglio (Università della Corsica) “Les Bouches de Bonifacio constituent-elles une frontière linguistique ou sociolinguistique?”
12,00 Prof. Elton Prifti (Università di Mannheim, Germania) “Riflessioni pragmalinguistiche sulla situazione dei giovani nell’area limitrofa sardo-gallurese”
Sessione pomeridiana
16,00 Tavola rotonda

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26 Novembre 2015 - Categoria: cultura

Un orribile sacrilegio in Spagna, patria di Santa Teresa d’Avila, di San Giovanni della Croce, di Sant’Ignazio di Loyola di Miriam di Castello

Ostia SantaSalve, le invio una notizia che ho letto stamattina

UN ORRIBILE SACRILEGIO in Spagna

Articolo pubblicato da CORRISPONDENZA ROMANA 25 novembre 2015
IL SACRILEGIO PIU’ GRAVE MAI OSATO
(di Mauro Faverzani)

Abel Azcona ha 27 anni ed è originario di Pamplona. (…). Si è recato in diverse chiese di Pamplona e Madrid durante la S. Messa, ha finto di comunicarsi e ha trafugato l’Ostia consacrata.
Questo per ben 242 volte.
Poi ha usato le particole per comporre con esse, dopo averle gettate a terra, la parola pedofilia.
Tutto questo, si noti bene, col Corpo di Cristo.

La profanazione è evidente.
E lo è anche il reato contro i sentimenti religiosi, regolato dall’art. 525 del Codice Penale spagnolo, che condanna chiunque si faccia beffa di dogmi, credenze, riti o cerimonie.
A peggiorar le cose, la mostra dal titolo Desenterrados, allestita proprio in questi giorni da Azcona a Pamplona.
Dove ha esposto anche l’opera blasfema in questione.
Pietosamente riscattata da una persona, che ha preferito rimanere anonima:
ha tolto le Ostie consacrate dall’esposizione e le ha trasferite in una parrocchia, per por fine al sacrilegio. Solo in parte, però.
Purtroppo sono rimasti i pannelli con le immagini, che raffigurano minuziosamente le varie fasi della sua realizzazione.

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