Don Francesco Soddu chiaramontese è stato nominato vescovo di Terni.

Stamane  la Santa Messa domenicale in parrocchia  è stata celebrata da don Francesco  Antonio Soddu, chiaramontese, figlio di fu Gesuino e di fu Pietrina Scano, ricordati durante la preghiera dei defunti nel corso della celebrazione. Manco a farlo a posta la Messa celebrata il 31 ottobre 2021 ha conciso col giorno del battesimo avvenuta nella stessa chiesa sessantadue anni fa, a una settimana dalla nascita del nostro prelato nato il 24 ottobre, casualmente, il nostro sacerdote, conosciuto ormai a livello nazionale come direttore della Charitas Italiana, è venuto a ringraziare il Signore per questo nuovo e più delicato servizio nella chiesa di Terni, città di centoduemila abitanti, nota per essere la città più industrializzata dopo il triangolo Torino Milano Genova. Città umbra nota per il famoso santo protettore degli innamorati San Valentino martire. Sembra che tra i santi si scambino i favori: il nostro San Nicola ha fatto fa dono a San Valentino di un nostro compaesano, di famiglia non agiata, ma laboriosa e religiosa, che ha speso i suoi anni di sacerdozio in parte come educatore di adolescenti e di giovani, nel seminario diocesano e regionale, nelle varie associazioni cattoliche, e successivamente affrontando con determinazioni prima i problemi  dei  poveri della diocesi turritana e successivamente quelli dell’intera Italia dove ha constatato che quasi tremilioni di famiglie stentano a vivere.
E’ sufficiente leggere le numerose interviste da lui rilasciate nei quotidiani  nazionali. Un educatore e un prete, oltre che professore di religione al Liceo Ginnasio Azuni e di Escatologia all’Istituto di Scienze Religiose di Sassari,  che ha addosso l’odore della povertà. Certo non si è pianto  sopra don Francesco che pure ha frequentato il borghese Liceo Ginnasio Azuni da cui solitamente esce la classe dirigente della Sardegna, ma anche nazionale. Basti pensare a Segni e a Cossiga, a Mons. Enea Selis e tanti laici e sacerdoti che hanno occupato i ranghi più alti della nostra Italia. Bacelliere e Licenziato, secondo il nome dei gradi conservato dalla chiesa nei suoi seminari e dalla maggior parte delle facoltà teologiche delle università laiche europee. Per meglio intenderci maestro d’arte, baccelliere e licenziato come la maggior parte dei vescovi  e degl’inquisitori del passato, usciti dalla nostra plurisecolare università.

Si aggiungano a questi titoli la profonda esperienza di educatore e formatore di giovani e l’odore della povertà da elevare al minimo esistenziale tra i poveri di Sassari e della sua stessa parrocchia cattedrale dove per anni ha raccolto oboli per costituire, secondo la consuetudine, la dote per un certo numero di nubende consegnata con assegni ogni anno alla festa del patrono della diocesi San Nicola.
Il ministero di “apostolo” don Francesco lo praticava da tempo e questo riconoscimento da parte del Papa lo spingerà ancor di più a sacrificare la sua vita quotidianamente per gli ultimi, vescovo di tutti i fedeli, ma soprattutto vescovo dei poveri  al servizio delle varie povertà della città umbra in armonia con le istituzioni religiose e laiche della sua diocesi.
La Santa Messa, cantata  dal Coro Doria-all’armonium Emanuele Mastino- e affollata non solo di ragazzi della prima Comunione e Cresima, ma di adulti, compagni ed estimatori di don Francesco, si è svolta in un clima commosso. Commozione che è esplosa dopo la celebrazione della Messa nel saluto al neovescovo che ha avuto un gesto affettuoso per tutti.
Il parroco don Angelo e il vicesindaco hanno rivolto un caloroso augurio a don Francesco che ha ringraziato secondo il suo stile sobrio e schietto.
Ora bisognerò attendere la sua ordinazione che potrebbe avvenire a Roma o nella sua ex parrocchia di San Nicola dove sicuramente i compaesani in parte si recheranno per assistere alla cerimonia, purtroppo, coi limiti imposti dalla pandemia.
Avremo modo di tornare sul neovescovo per un profilo più ampio, nel frattempo suggerisco la lettura del blog di Carlo Patatu che ha tracciato un suo rapido  curriculum e dove si possono rintracciare le ascendenze da Anghelu Maria Soddu, col poemetto da lui composto sulla Grande Guerra e le tracce del padre Gesuino rientrato nel paese d’origine e quivi sposatosi.

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