La Grecia è nel caos e si appresta ad uscire dall’euro, anzi ne è già fuori, ma non ditelo a nessuno di Trikekos Bagarokulos

La danza di Zorba

La Grecia dopo il fallimento di ben tre aspiranti presidenti del consiglio, torna alle elezioni, visto che costano poco e i greci hanno intenzione di giocare ai carabinieri e ladri. Il tempo passa, l’economia va a rotoli e gl’investitori europei, la Germania in testa, vedono sfumare i miliardi di euro già concessi a questa pur storicamente blasonata nazione. Il miglior consiglio di un grande studioso è l’insolvenza: chi ha dato ha dato chi ha avuto ha avuto. Cancellando i debiti e fregando gli avidi creditori la Grecia si pone a capo del tracollo di questa Europa incominciata bene e finita male. Dopo la Grecia sarà la volta della Spagna o dell’Italia, chi fa prima a non corrispondere un centesimo ai creditori, prima inizia a riprendersi dal fallimento, si veda l’esempio dell’Argentina. Questi paesetti europei, ricchi di storia, intrappolati dai fumismi finanziari potranno venire allo scoperto e i trebbiatori e i buffoni di tutta Europa uniti potranno dirigere i popoli verso l’economia del porco, del pollaio e delle erbe selvatiche dove ancora ne son rimaste. Si risolverà una volta per tutte il problema grave dell’obesità dei nostri bambini, delle nostre mamme e dei nostri babbi, non parliamo per carità di patria dei nostri nonni che, grazie ai provvedimenti capestro del nostro Monti-Fornaro avranno modo di morire in santa pace senza lunghe terapie. Ci sarà il fallimento delle farmacie, dei notai e si formeranno cooperative della buona morte per attutire i colpi mortiferi delle agenzie mortuarie che speculano sulle lacrime delle vedove, private dei loro mariti quasi ottuagenari. Le città e i condomini verticali verranno abbandonati e i più si accamperanno nei terreni incolti per far nascere le aziende, sarà un ritorno alle ville medievali e all’uso delle pelli di pecora. Per i piedi basteranno gli zoccoli e per la testa capucci di sughero. L’uomo primitivo farà la sua comparsa e buttato via il cellulare, il televisore e tutti questi marchingegni informatici si tornerà finalmente al silenzio e alla pace dei campi. Non ci sarà bisogno di spendere per andare a concerti perché la natura con fulmini e tuoni, con piogge torrenziali, col belato delle pecore, l’abbaiare dei cani e il gracidare di altri minuti animali ci offrirà il meglio della musica. Di fronte a questa marcia indietro della civiltà da ultimo anche i crucchi orgogliosi getteranno la spugna e si daranno anch’essi alla danza di Zorba, bevendo birra e sufflando al vento per sgonfiarsi di quella tronfiezza che alimenta la cancelliera Anghela dal salvadanaio pieno e dalla schiena rotta.

Commenti

  1. In attesa del disastro, credo sia saggio organizzarsi.
    Io ho gia iniziato a fare l’elenco delle mie risorse materiali e umane. Le prime sono scarse, ma le altre sono discrete; intanto so conciare le pelli, so cucire,filare e perfino tessere, fare il pane, mi piace zappare ed in cucina me la cavo bene anche con le erbe selvatiche. Infine, dato che sono un tipo romantico, mi vedo già leggere le poesie al lume di candela. Nell’attesa è meglio non disperarsi troppo, altrimenti sprechiamo inutilmente energie preziose. Oggi sono di buonumore ma c’è abbastanza per essere seriamente preoccupati. Domitilla

    Domitilla
    Maggio 16th, 2012
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