Categoria : lingua/limba

La lingua sarda nella Sardegna centro occidentale del secolo XVII di Francesco Carboni

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Sardegna centro occidentale

Sardegna centro occidentale

Sommario. 1.Archivio di Stato di Cagliari, Tappa di Ghilarza,vol. 1, vol 1 bis, vol. 2., vol.3 -Paulilatino :1633 Corona di “bonos homines “per eredità;1646 assemblea di vassalli per diritti feudali.

-Cuglieri: 1544 accordo per franchigia feudale a nobili. -Paulilatino: 1646 nota di beni a tutela dei minori; 1642 accordo per una lite ereditaria; 1645 contabilità di fabbro ed acquisto di botariga; incomenda per consegnare il pagamento del focatico grazioso:differenza di 15 capretti;1645 il maggiore di giustizia ha in deposito per una causa;1645 procura da una vedova;1647 incomenda per consegnare il denaro del diritto di feu; testamenti; Santu Lussurgiu 1648 donazione per patrimonio sacerdotale. Paulilatino1648 carta per “teraccu” per imparare l’arte di “cosire furesi “; 1649 atto debitorio ; spesa per la vendita della incontrada ;1651 vendita di terra ed intima agli eventuali pretendenti . Norguiddo:1651 soccida cavalle lire . Paulilatino 1657 vedova desiste da denuncia per furto di un bue. Ghilarza::1657 procura per causa;ricevuta di beni ; decreto dell’officiale su eredità;ricevuta per vendita di lino.. Abbasanta :1658 formulari di testamento Paulilatino 1658 subarrendamento di montagne di Paulilatino e di Aidomaggiore. Paulilatino: 1659 licenza di vendita di vigna per pagare la balia di una minorenne orfana. Abbasanta : 1659 inventario con probi uomini in favore dei minori. Ghilarza: 1660 soccida cavalle; 1660 licenza a donna per firmare atto di procura al marito. Paulilatino: 1660 inventario per minori; 1660 nota di beni e sentenza corona di probi uomini. Ghilarza:1661 scarcerazioni con garanzia. Paulilatino: 1661 licenza al curatore dei minori di poter cambiare un chiuso . Ghilarza 1662 testamento di un sacerdote. Abbasanta: 1662 donna richiede una licenza di poter fare una procura . Paulilatino 1663 sentenza dell’ 0fficiale e dei probi uomini per affidare beni dei minori ad una vedova risposata, sotto controllo di” miradores” e mallevadore il secondo marito.

2. A.S.C.,Tappa di Ghilarza, vol. 257 Paulilatino:1635 testamenti; 1636 soccida di vacche; testamenti; carta per “ceracu de intro”; vendita di terre aratorie; intima per alimenti a suocera; soccida di “pegus de bulu “; vendita di “orroina”; vendita di porci; testamenti; 1643 codicillo; 1637 soccida di ”pegus de bulu “; subarrendamento di Orcay; carta per “sastre”;testamenti;licenza ad una vedova per accendere un mutuo; subasta di vigna da parte del misso;1650 spesa per rilascio di privilegi per la incontrada. – Abbasanta : 1637 vendita.

-Paulilatino :1638 procura per “cobrar apocha “con ricevuta; testamenti, nota di beni per minori; 1638 inventario;” amejoros”; esecuzione di beni in casa; 1640 vendite di terra ; 1652 testamenti; beni “agattados “per minori, appalto delle decime del minuto a Paulilatino ;1653” dutella” per minori; 1654 procura di “miradores “della tanca regia dei cavalli; testamenti ;1654 liberazione di prigioniero sotto garanzia; accordo per “acabare fabrica “; testamenti; 1655 carta per “mannanu”(fabbro); 1656 testamenti.

2.1. A.S.C., Tappa di Ghilarza,vol. 258 Paulilatino 1641 pagamento di “tacha real “;permuta; soccida di alveari; donazione “inter vivos “; carta per “teraca de intro”.

2.2. A.S.C., Tappa di Ghilarza,vol. 259 -Ghilarza: 1657 vendita di una concia ;subasta di casa ;testamenti, soccida di porci; 1658 ispezione

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su terra contesa; ispezione di ferite; notifica ad eventuali pretendenti su terra venduta;omaggio del carceriere; ordine ad alcuni particolari di tradurre un detenuto a Cagliari; apoca di pagamento; desistenza da denuncia per colpi di pietra in testa; vendita di orti; accordo per lite su eredità; soccida di vacche; licenza di vendita a donna per allevare i figli minori.

Paulilatino: 1658 Officiale della Incontrada divide una eredità; familiare del S. Offizio deve tradurre a Sassari il prete Nicola Tiddia di Mandas. Ghilarza: 1659 soccida di cavalle; contratto per “zeracu de intro”;donna che fa procura per riscuotere l’eredità; notifica per eventuali pretendenti su vigna venduta; officiale della Incontrada affida i denari del donativo; contratto di “teracu de intro “per soccida di pecore i del nobile Madao .

Paulilatino 1658 licenza di vendita a vedovo per allevare figli minori orfani e pagare la balia o “todoja!” ;1660 testamenti;1663 notifica per riscattare terre vendute; testamenti;nota di robe consegnate dalla madre ai figli orfani di padre; 1664 nota di beni lasciati ad orfano.

2.3. A.S.C., Tappa di Ghilarza, vol. 260 1670 Aidomaggiore: nota di beni per i minori.

3. A.S.C.,Tappa di Ghilarza,vol. 393(1651-1665), vol.395 (anni 1673-1677), vol. 396(1678-1686) Allai:1661 testamenti.

Villanova de Rios :1662 testamenti. Fordongianus, Busachi: 1663-1666 testamenti. Fordongianus, Villanova Trusquedu, allai, Busachi: 1674-1686 testamenti diversi.

4. A.S.C., Tappa di Ghilarza,vol 155 Ghilarza: 1669 notifica per eventuali pretendenti di terra venduta. Tadasuni :1669 licenza di vendita a vedova per pagare debiti. Abbasanta :1671 testamento . Ghilarza : 1671 -1677 testamenti. Ghilarza, Abbasanta :1668-1672 testamenti. Soddi: 1622 licenza di vendita a vedova. Norguiddo : 1677 testamento. Ghilarza, Abbasanta:1673-1676 testamenti, licenza di vendita a vedova(1676). Aidomaggiore :1676 soccida di vacche, testamenti. Ghilarza:1676 subasta di case e vigna; nota di beni a tutela di minori orfani. 1684 scrivano di corte di Busachi affida i registri dei processi. 1669 Ghilarza : notifica agli eventuali pretendenti di una terra venduta. 1669 Boroneddu :licenza di vendita ad una vedova. 1668- 1677 testamenti ad Abbasanta e Ghilarza. 1669, 1677 Ghilarza :nota di beni per i figli minori. 1622 Soddi :decreto ad una donna per accendere un censo su una vigna.

5.A.S.C.,Tappa di Ghilarza,vol. 156 (1672-1676). 1673 -1676 testamenti a Ghilarza. 1676 Aidomaggiore,;testamenti. 1676 Ghilarza.licenza di vendita di terra ad una donna. 1676 Ghilarza :nota di beni per tutelare minore

6.A.S.C., Atti legati, Cagliari, vol.1397:1684 Bono,pace in una faida; 1684 Bottidda, permuta di case.

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1. Per questa ricerca si sono consultati gli Atti notarili presenti nell’Archivio di Stato di Cagliari (A.S.C.), Tappa di Ghilarza, in particolare: Vacca Giacomo, Vol 1(1630 -34), Vol.1 bis, Vol. 2,Vol. 3 Contini Giovanni Diego,vol 257 (anni 1635-1640).Vol.258 (anni 1641-1656), vol. 259(1657-1660), vol 260 (anni 1661-1675) .

De Aquenza Gavino, scrivano di curia baronale, Vol. 393, ( per gli anni 1651-1666), Vol.. 395 (per gli anni 1673-1677), Vol. 396 anni (1678-1685), Vol. 397( anni 1680-1690)’.

Sanna Ibba Francesco di Ghilarza, vol. 155(anni 1669-1677) vol. 156(anni 1672-1676). Ricordiamo che la monetazione in uso è la seguente: una lira vale 20 soldi; un soldo vale 12 denari; un reale sono 5 soldi; uno scudo( o pataco) sono lire 2 e soldi 10: un cagliarese sono due denari. Le parentesi tonde racchiudono le sillabe o consonanti abbreviate. Nell’analisi si è privilegiato l’ordine dei notai e non il decorso temporale.I testamenti sono i documenti più diffusi. Trattandosi spesso di formulari omogenei (disposizioni per la sepoltura, messe e lasciti pii) si sono privilegiati i testamenti che offrono particolarità interessanti. Spesso non vengono elencati tutti i beni, che vengono indicati solo in generale. Abbiamo la fortuna di ritrovare le note dei beni lasciati ai minori, che suppliscono a queste carenze generali. Alcuni documenti in catalano si sono inseriti perché servono ad illuminare l’economia e le istituzioni della zona oggetto di studio e perché sono utili paralleli per lo studio del sardo che nell’alveo catalano ha possibilità di esprimersi. Si sono presi in esame i vari atti rogati in sardo che esemplificano la profondità della penetrazione della lingua sarda nel tessuto sociale, economico, ed istituzionale. Oltre ai testamenti vi sono, come vedremo, documenti su riunioni di corona dei probiviri, licenze rilasciate a vedove e vedovi da parte dell’officiale della incontrada, contratti per servi od apprendisti, soccide, procure, apoche, desistenze da denunce, liberazione di prigionieri sotto garanzia,vendite, permute. Tutti i documenti sono lasciati nella lingua sarda usata quotidianamente dalla quasi totalità degli abitanti di questa zona centrale della Sardegna, cerniere tra i due capi . I riflessi linguistici possono essere approfonditi dai filologi. Allo storico spetta scoprire le fonti, renderle fruibili. La pazienza nella ricerca, la fortuna della scoperta, la trascrizione spesso complessa dei manoscritti, la comprensione del testo, il tutto condito dallo studio interessante per la nostra isola producono un frutto carico di umanità e di insegnamenti validi per ogni tempo e per qualsiasi società mondiale. Il lettore avveduto, che leggerà con attenzione i testi sardi, scoprirà “in itinere” la ricchezza, la freschezza e la forza incessante della vita quotidiana sarda vestita con un abito austero, ma nobile e dignitoso :” in limba sarda po is sardus e po is istudiosus chi teninti conca po cumprendiri e rispettu po sa Sardigna”.

Vediamo ora,” in medias res”, i protocolli del notaio Vacca Giacomo. In data 27 febbraio 1634 (Archivio di Stato di Cagliari, Tappa di Ghilarza, Vol. 1) a Paulilatino Antiogo Madeddu, in catalano,si dichiara soddisfatto “a compliment de tota la servitut” che i sottoscritti “Larensu y sos fills havian fet en casa com en lo nuraqui hont faha salamitra(sic)”, dal tempo che Joan Pau Demurtas “acarta la jumenta de dit Madeddu en lo dit Nuraqui”; poi per un anno impegna(afferma) se stesso e il figlio con Paulo Demurtas per servirlo in casa e famiglia come “mosso de casa” ; e per un anno e mezzo non andrà via “ni ab altra persona stara per major ni menor salari”; se si allontanasse, dà facoltà “quelo puga compellir y forcar acabar dit temps y refer li los dies que per sa culpa haura faltat “; si impegna a comportarsi bene e lealmente e senza frode ;Murtas promette che a Lorensu lo terrà per “mosso de casa” e lo alimenterà “del victo y menjar y beure y calsar y li fara la cerga que li entrara en dit temps. Per paga gli darà lire 20. I testimoni sono il discret Pere Pinna e Domingo Seque. In lingua sarda è interessante, a Paulilatino nel 1633,il verbale di una “corona” per problemi di eredità:5

”A 4 de 7bre 1633 Paule Latinu. Tenendo aplicada et congregada corona de sos infrascritos judicantes eo Virgilu Are officiale et juigue ordinariu de sa presente incontrada Parte Olcier Reale asirca sa diferentia vertet inter Thomasu de Palmas de una parte et parte hatera Impera de Palmas pro su que sa magnificensia sua los tenet exortados que deducant de sas rexones insoro que dent esser a complementu de justisa(sic), intesos et havendo alegadu su que ant querfidu los ant fatu apartare dae sa presente corona et deat fatu declarare sa sententia infrascrita sa cale est de su tenore siguente: Jesus Christus.

Atesu et maduramente considerada sa allega fata per Tomasu de Palmas de una parte et parte atera Impera de Palma nebode sou,pretendinde ditu Tomasu de Palmas sa parte et porsione dessu babu et ditu Impera de Palmas pretendinde que su ditu de Palmas tio sou la tenet apidu a complimentu cumpresu su cungiadu dessu B… ndine,que sili fuit dadu per sententia de bonos homines, vistu totu su que resa… in sos testamentos desso q.m babu et mama de ditu Tomasu de Palmas, hue non ispesificat cosa nesuna dessas domos, vistu sa definisione que faguen inter partes de sa datta(sic) in Paule a 9 de frearju 1630,hue confessan aver apidu dogni unu sa parte sua de tottus sos benes, tantu de moventes comente de istantes et in cuddu non si reservat ditu Tomasu de Palmas asione nesuna subra sas ditas domos pretesas, vistu sa sententia declarada assas partes de sa datta in Paule a 8 de freargiu dessu presente annu et cudda non esser istada introduida sa apellasione fata per ditu Tomasu de Palmas,pro benes assa publicasone ne narant que apellat non declarande juigue nen minus per ditu mayore esserli istada amissa sa cale est passada in autoridade de cosa judicada et fattu legie inter sas partes, perço vistu su vider, atesu su de atender,consideradu su de considerare, su magnificu Virgilu Are Officiale et Juigue ordinariu dessa presente incontrada de Parte Osier Reale, havendeli postu a nostru Sennore Deus dae nantis, dae hue procedit donni veru et rettu judissiu et insiguinde su votu et parrer dessos infrascritos judicantes sos quales totus conforme et nessunu discrepante providit, pronuntiat, sententiat et difinitivamente declarat et assu ditu Impera de Palmas confirmat segundu confirmare cumandat in sa possesione dessas ditas domos si e segundu in sa dita primitiva sententia si esta declaradu, sa cale cumandat que si pongiat in totale execusione et sos de pius cungiados et terras si dividan per iguales partes, segundu in dita sententia resat pro non constare esser istada cudda apellada a juigue nesunu et sos gastos dessa presente sententia paguet su ditu Tomasu de Palmas totu interamente comente et temerariu litigante et custu declarat hanc non obstantibus.Virgiliu Are.

Nomina judicantium Joan Francisco Corda Sanna, Crisanti Porcu,Larensu de Ponte, Lusurgiu Are,Gasparru Angelu Passiu dessa presente villas et villa de Orane et fato fide qui bator de ditos judicantes non isquin iscriere .Petrus Martines notariu et …

Die 4 de 7bre 1633 Paule Lessida et publicada est istada dita sentensia anbas sas partes et su ditu Tomasu de Palmas apellat a Calaris et su ditu Impera de Palmas laudat .Testes sos preditos judicantes Martines not. et scribas

Parada est istada sa presente coppia (sic) de sententia a Tomasu de Palmas protestante hoe a 26 de 7bre 1633 Paule Latinu”.

Il 17 settembre 1633 vediamo in catalano una permuta di un carro contro terre seminative di Guniari Vaca di Paulilatino, “per las tejas de ferru de rodes de carro y trossos de terra … con la vedova Francisquina Ciloque “ senora testamentaria” dei beni del defunto quondam Nicolao Contone “son marit concanbiadoras”: il Vacca “concanbia” a Francisquina :”un carro nou dret a tirat coes rodes scaLa fornida ab la erebiga que se diu”in cambio di terre aratorie a bau de fenu(cabuda 3 imbuti), un teja de ferru de un parell de rodes de carro usades .

A Paulilatino,nel 1633, un’assemblea di vassalli avente per oggetto i diritti feudali è verbalizzata in sardo: “Die xiii mensis 8bris 1646 Paulilatino

Faguet relatione Baldassarra Pili, majore su presente annu de sa presente vila de Paule, qualmente havende su die presente colloquiadu totu sos vassallos e comunidade de dita e (sic)presente villa in sa plaça de sa eclesia parrchiale((sic) de dita vila,innue ordinariamente si solen tratare et

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colloquiale(sic) per semblantes cosas dita comunidade a fine et effectu de su qui intendiat tractare, su infrascritu Joane Franciscu Pira Falcone, administradore de sa presente Incontrada,in rexone de su acordiu de sas carrigas que dimandat a ditos vassallos, po su gale havendeli tratadu subra ditu effectu tantu pro su gui es conveniente asos laoradores comente a sa pastoria (sic)de ervegues, porcos et crabas,representande in ditu colloquiu sa majore et prus de duas partes de ditos vassallos particularmente Miqueli Madeddu sindigu et procuradore de guddos su gale in ditu nomen proponiat et declarada ditas cosas unu cun ditu Joa Franciscu Pira, sos ditos vassallos totu concordes et nexunu discrepante concentisin in faguer su acordiu de ditas incarregas de su modu siguente: coeste que sos subraditos vassallos qui tenen ofiçiu de llaoradores sença interventione de nexunu bestiamen dent pagare in su mese de austu donni annu unu cartigueddu de trigu a rasu,donni unu desos qui si det agattare esser pastore de vacas de degue in subra dent pagare doni unu unu cartigueddu de trigu a cucuru, sos bervegarjos una sacaya nen sa menjus nen sa peus e disos crabarjos su matexi doni unu una argaja de annu e disos porcarjos una oquisorja doni unu si e segundu si acostumada pagare in su trienu(sic) passadu,gasi bene obligadu pro sa magestade a don Llorens Mallo, cun custu impero que in donia domo, pro benes biapat medas vassallos istende cuddos accorrectione de babu o mama, non depiant pagare sino una carriga sa gui det querrer

ditu rendadore,pagadores ditas cosas de trigu et bestiamen doni annu intro de sa dita e presente villa et in sos meses de austu et 8bre, çoeste in ditu mese de austu su trigu et in su ditu de 8bre faguer sos isbarbarjos intro degusta villa et regoller ditu bestiamen segundu in sos annos passados si es fatu ;edigustu es sa mera voluntade que han dadu ditos vassallos cun sos pactos in cuddos espressados et non atteramente et sich reffe(rente).m,essende presente su ditu Miqueli Madeddu in su ditu nomen per ditos vassallos,non obstanti sa voluntade et votu dadu concordadamente sos ditos vassallos in ditu colloquiu, que gasi bene ditu Madeddu in ditu nomen aceptat dita concordia cun sas subraditas obligationes et actos segundu in cuddu istat espresadu de sa p(rim).a llinea fini a sa ultima et gasi bene in ditu nomen lu firmat et jurat llargamente.Testimongios suntos Antoni Squirra et Gasparru Sana de Guilarça, Joan Antiogu Usilo not. y Sebestia Pinna de Aydomajore en dita villa agatados.”

E poi si continua in catalano:Joan Francisco Pira y Falco, come procuratore ed amministratore della Incontrada per conto di don Lorenzo Mallo di Cagliari, concede il perdono per tutte le machizie del prossimo triennio, dei malefici incerti dentro e fuori il villaggio ed esigerà il deghino e lo sbarbagio secondo costume.Il documento è del seguente tenore :”Alas quals cosas lo dit Joan Francisco Pira y Falco en lo dit nom de procurador y administrador de dita Encontrada pro don Lorens Mallo de la Ciutat de Caller, segons que de dita procura assereix constar ala qual en lo dit nom conve y abbona se promet als dits vassaills y comunitat de dita villa de Pauli y per ells al dit Madeddu sindich y procurador de aquells presente que en satisfatio de ditas encarregas obligadas de forment y bestiar en lo dit nom lis relaxa y perdona als dits vassalls de dita villa de Pauli totas las maquitias podian haver y tenir de aquells en tot lo dit trieni de tres anis primovenients, comptadors del mes de maig proxim passat en avant, dels malefiçis incertos que succeyran dins lo dit temps de qualsevol manera tant del que socceyra dins la dita vila com en los demas territoris y jurisdisions dedita vila, y axibe promet que cascun any de dits tres fara lo esbarbajo y deguino desta dita vila de Pauli segons lo te fet y acostumat en los de mes anis passats, en los quals esbarbarjo y deguino pendra la dita obligatio de bestiar feta en raho de ditas encarregas,juntamente ab lo forment obligat per los llaoradors y bacarjos y aquell despres restara tot ab son carrech de dit Pira,eles predites coses promet en lo dit nom eo de adimplir dins la dita vila sens dilacio o alguna & y ab obligatio de sa persona,segons ho ferma y jura .Tes. predicti”.

In data 15 abrile 1631 vi è in sardo il testamento del rev. Petre Paule Carta : a sa santa crusada duos soddos a S. Justa duos, a S. Theodori 10, a S.tu Sebestianu 25, a sos de prus eclesias edificadas in sa presente villa 5 soddos per eclesia, a sa obera de Santa Cristina 25,domos, caxas,letos, carru, cubas arramene dins de domo bestiamen,(sono 5 pagine, beni a Solarussa etc )

In un altro volume (A.S.C. Tappa di Ghilarza, Vol. 1 bis) vi è un documento di Cuglieri nel 1544, in merito a franchigie di nobili:

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“Die lunes X octavo mensis julii anno a nativitate domini 1544 Culleri In nomine Dei amen sit omnibus notu(sic) comente essende in presentia mia notariu et tes. infrascritos personalemente constituidos su Illustre se(no)re don Angelu de Cetrillas Conte de Culleri de una parte et su magnificu mo. Antoni Julianu Sanna de sa villa de Santu Lusurgiu, su magnificu m.o Nicolau Delati et pro parte de sas sorres nomenadas s(eno)ra Tomasina, Cathelina,Ysabella et Anna Gratia Delati de sa villa de Tresnuragues,donna Joana Delati, don Angel de Cetrillas et Delati fiju sou et donna Marta Delati fija sua, donna Francisquina Delati, donna Cathelina Obinu fija sua, Violante Sanna et pro parte de Joanna Sanna et Maria Sanna et de Angelu,Joanna et Sebestianu Sanna frades et sorres fijos et fijas de su quondam m.o Joan Antonio Sanna et de donna Angela de Lacono, Violante Sanna et Vaca fija de dita Bernardina Sanna et pro parte sua donnu Perdu de Muscas maridu sou de dita villa de Santu Luxurgiu(sic), cun podere a sas infrascritas cosas segundu pro instrumentu aparet recidu in Santu Lux.u a 17 de su presente mese et annu perisu discretu m.o Lenardu Liqueri scrianu et mossen Nicolao Otjano .m.o Anguelu Otjano et m.o Andria Otjano frades fijos de su quondam m.o Bernardinu Otjano desa presente villa totus de satera parte, de gradu suo et certa scientia et de spontanea voluntade attentu et consideradu qui totus sos subraditos pretendin gossare certa franquesa de demandadora conforme a una carta o cartas concedidas perisos predecessores s(eno)res de sa presente incontrada de Monferre a sos antipassados insoro et ditu illustre s(eno)re Conte pretenet esser dita franquesa nulla estinta et invalida et non deben passare avante subra sa gale differentia no an movidu et tratadu pletu et pro evitare pletos et questiones et atteros dannos,dispesas,fastidios et alias sunt de bona concordia et faguen su presente actu de acordiu de su modu et forma siguente :est a isquire qui sa s(eno)ria sua si contentat qui sos subraditos gosen de sa dita franquesa si intendat de gustu modu que su ditu m.o Antoni(sic) Julianu Sanna goset isse et fijos suos mascos tan solamente et juend… dos cesset et non passet pius avante dita franquesa, su ditu N(icolao)Delati et ditas sorres suas et fijos et fijas insoro tan solamente, sos cales diffuntos,cesset et non passet vante dita franquesa et sa dita donna Joana Delati et don Angel de Cetrillas et Delati et donna Carta Delati tan solamente et cesset in issos dita franquesa, sa dita donna Francisquina Delatti et fijos et fijas tan solamente,sos cales difuntos cesset et non passet avante dita franquesa, sa dita donna Cetelina Obinu et Violante Obinu fija sua tan solamente, sas ditas Violante Sanna, Joanna Sanna et Maria Sanna et Anguelu Joani et Sebastianu Sanna frades et sorres fijos et fijas de su ditu quondam Joan Antoni Sanna tantu solamente et non passet avante sa dita Violante Sanna et Vaca issa tantu solamente et sos ditos m.o N(icola)o Anguelu et Andria Otjanu issos tant solamente et issos et totus sos subra mensionados diffuntos non passent piu avante dita franquesa, antis siat perpetuamente abolida et distinta et ancora intendesi que, morinde alguna de ditas feminas subra mensionadas,sos maridos de guddas non gosen de dita franquesa e de gusta forma et manera et cum cussa limitatione sa senoria sua la dat et concedit a sos subra mensionados sa dita franquesa et a sos maridos durante sa vida de ditas mujeres insoro et non pius et non de attera manera et de gustu modu et forma subra naradu la adcettan(sic) et si contentan sos subraditos omines et feminas renuntiande cale si siat pletu o questione qui apan movidu et totu et cale si ajat actione o deretu qui poderent pretender in algunu tempus pro causa de ditas cartas de franquesa,sas cales queren que sian cançadas et anulladas et distintas(sic) et de nexuna forcia ne valore et qui deguddos non pottan valer et nexunu tempus per via ne manera alguna, antis totus si contentan de su presente acordiu subra naradu et de totu sas cosas in cuddu contenidas,promittinde et bona vida conveninde a ditu illustre s.re Conte et a su notariu infritu comente et publicu et autentica persona custas cosas recipiente, pactante et legitimamente istipulante per issos et pro qui interesse det esset in su venidore qui issos nen issas nen fijos nen sucessores insoro mandet faguer demanda nexuna nì en moven pletu,nen questione subradita pretesa de franquesa ditu illustre s.re, non ereos, nen sucessores suos, antis dae gomo prodando renuntian a sa lite o causa cale si querjat pretesa subra dita franquesa et pro su simile sa senoria sua promittit a sos subradittos in su presente acordiu ispecificados mantenerlis dita franquesa in sas dita personas limittada pro ditu ispaciu et tempus de sas vidas insoro,tantum est aisquire qualis faguiet franquesa de deretos, deguinos gasi bervergues comente porcos, de deretu de una carra de gorte, feos cumandamentos et de personas et de caddos insoro et atteras regalias

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pertanientes et isguardantes a sa senoria sua, reservende portadiga de Picinuri et de su pesu et qui de gussas duas cosas non sun francos et pius intendesi qui ditu m.o Nicolau (sic) Delati et sorres suas et fijos et fijas insoro tantum o attera alguna persona de sas subramensionadas habitende foras de sa presente incontrada goset dita franquesa comentest(sic) in pasturare bestiamen et segare linna et atteras cosas comente qui istaret in dita Incontrada renuntiande pro su simile sa senoria sua cale si ajat pletu contra sos ditos sebramensionados et a sas dispesas in cuddu fetas et faedores et gasi suna parte asatera et satera a satera ad invicem et vicissim cum solemne stipulationis(sic) promitten et si obligan tenner et cumplire et effectuare presente acordiu cun totu sas cosas in cuddu contenidas et non contravener in nexunu tempus per via,ne manera alguna issos nen attere pro issos,sutta pena de omni(sic) dannos et dispesas que asatera parte det poder siguire et advener subra sas cales sian cretidu de sa simple paraula o juramentu sença atteru generu de provas, obligande pro issos benes insoro et renunciande totu et singulos leges privilegios, capitulos,usos,pratigas,consuetudines a ditas cosas abucantes specialmente ditas feminas subramensionadas certioradas a su beneficiu Senatus Consulti Valerianu et a sa lege si qua mullier et a su capitulu(sic) o capidulos(sic) ordinados in favore de sas feminas,totu igualmente renuncian que de guddas valer non si pottan in nexunu tempus et a sa lege que narat sa generale renuntiatione non valer sença sa speciale et gasi ditu illustre et totu sos subraditos han firmadu in podere meu nota(riu)infr(ascr)itu et juradu insoro de tenere, adimplire et inviolablemente observare et tener promptu firmu et agradabile(sic) acordiu et totu et singulas cosas in cuddu contenidas non contravener nen revocare cuddas in nexunu tempus per via,nen manera alguna, issos nen pro atter pro issos, sutta pena de su juramentu et de omni dannos et dispesas de su gale juramentu promitten non dimandare absolutione sutta pena de esser pius fortalesa et corroboration de su presente juramentru et de duguentos ducados de oro largos a pres sa meitade a sa parte obediente et satera meitade a jutge de sa causa,sa gale pena comissa o non pagada o de attera manera remissa, niente de mancu totus sas preditas cosas resten in sa forma et valore suo,sa gale & tes sunt ditu m. Joan Murja Simula majore, m. Andria Sanna, m. Lenardu Mastinu,ditu m. Pere Isili, m. Larençu Cipula, totus de sa presente villa de Culleri.

Sinnu meu Petri Tubia Fernandes curies Bose Ap(osto)lice, Regieque autoritatibus not. Pub. ci qui premissis omnibus et singulis rogatas requisitus interpellatus proprio calamo scripsi “. In data 4 settembre 1646 a Paulilatino si prepara una nota di beni in favore di una minorenne: “A 4 de sett.e 1646 Paule.

Nota que si faguet a instantia de Francisco de Pira,curadore de su frade Joan de Massa e de Dorotea Virdes viuda et curadora de ditu quondam de sos benes que hat a parte a sa fija nomenada Maria de Massa e sun sos siguentes: e p(rim)o una domo de una trae terrena cun sa crae

item unu pastinu postu unu annu in logu nadu Paule iscoada item unu cartuzu de terra in coronju dejana de narbone item su mesu de su cunjadeddu de sa pisquina de su boe

item sa parte de sas terras de murdegu item sa parte li det tocare in sa bidaçone de su monte item tres boes de mardigadu item una ispada usada item una cavana una arbada et una susuja totu cosa meda usada

item a sa minore unu conju de mesita, bator platos mejanos et unos discos de campana totu de mosiga item duas crobes noas, una de prama et una de iscrareu,unu panereddu et duos quiliros, unu de simbula et unu de lozu totu pagu usadu pro sa minore

item una mesu broca de terra,unu tianeddu et duos discos de terra po sa minore item una banita et unu sacone de panu pranu pro esser ditu sacone panu de banita cun sa frassada de 3 soddos. totu cosa noa posa minore item una ll(iur)a de istamene de unu indende filadu pro sa minore item unu iscanu de Bauladu nou et unu capidale de furesi de unu indente prenu de lana pro sa minore.

Dito die Paule

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Totu sas cales cosas espressadas in sa presente nota sie segundu in cuddu istat espressadu est istadu incumandadu,ço este a Franciscu de Pira Massa sas cosas siguentes e p(rim)o sa domo, su pastinu, sas terras junctamente cun dunu boe domadu que li a tocadu a sa minore,una cavana,una arbada et una susuja e disu restante de ditos benes panimenta,letu, isterju et alias cun dunu juo de boes si at fatu incomanda a dita viuda et per issu a su babu Antonio Virdes,sas cales essende presentes,acceptan ditos benes et promittin que cuddos si e segundu istat espressadu in dita notta promittin restituire a sa minore fija de ditu quondam a su tempus que det esser de ytade legitima …ju especie segundu subra istat declaradu et per ço inde obligan sas personas et benes insoro segundu lu firmat.

Tes. Valeri et Joan de Murtas et Antoni Istara de dita vila”. Nel mese di dicembre del 1646, a Paulilatino,la vedova Caterina Carta prepara la nota delle robe consegnate per il matrimonio della figlia Caterina,moglie di Giovanni Pietro Vaca: “Notta et memoriale que mi fato heo Caderina Cartta (sic)viuda de su q.m Perdu de Martis de sa presente villa de Paule pro nottare sas robbas et benes qui apo dadu in coyança a figia mia nomenada Caderina mujere de Joan Petru Vaca et suntas sas siguentes

duas banitas plenas de lana et unu sacu totus noos et bonos qui suntas tres una frassada noa barbariguina laorada a rigas item unu nençolu de panu planu nou de tres tellos

item una tiagia de ispiga noa item quimbe pagnigueddos(sic) de iscacu noos item una coberta de cabidale de tella de panu planu duos cabidales plenos de lana de furesi

item duas cadiras noas samuesas item una tiagia de unu indente item quimbe quiliros noos

item duos querrigos et una canistedda nos de iscrareu barbariguinos item quimbe crobes gasi bene barbariguinos item ses platos de mossiga et ses discos de mossiga duos conjos de mossiga item una paja de trebides de ferru noos, una sagiu de ferru nou migianu item una paja de ancoras de ferru de bogare peça, unu collabrou de ramene, unu tageri de linna,una trudda,unu paneri,una conquedda, una iscova,unu sedaçu”. La stessa Caterina Carta fa una nota delle robe consegnate per il matrimonio della defunta Maria Rosa, moglie di Antonio de Ligia:”Notta que mi fatto heo Caderina Cartta viuda de su quondam Perdu de Martis de sa presente villa de Paule pro nottare sas robbas et benes qui appo dadu in coyança a sa q.m Maria Orrosa mujere fuit de Antoni de Ligia et suntas sas siguentes : Et primo duas banitas plenas de lana bonas et noas,unu papilone nou cun sa camisa sua de tella tataresa item unu nençolu de panu planu nou item una tiagia de ispiga et una tiagia de unu indente item una imbolla de tella saonesa fine de otto palmos, una coberta de cabidale cun lista de seda intermesu totu noos”. Nel “codicillu die 21 xbris anno 1646 Paulilatino” tra l’altro si aggiunge “una broca de terra de Aristanis, una cuba travigada”. Il giorno 12 aprile 1642, con l’intervento di alcuni probi uomini pacificatori,si risolve senza lite una controversia ereditaria : “Die 12 aprilis 1642 Pauli. Subra sa differencia et pletu si intendiat mover inter Jon Angelu Collu m(astr)e de una parte et Mauru de Palmas maridu de Joanna Liqueri et Collu ereos,succeynde in sos benes de su q.m Angelu Collu babu insoro a circa de sa divisione de ditos benes,querinde evictare sos gastos e disamistades que solente (sic) de ditos pletos nasquere interveninde algunas personas pro sa pague de ditos frades suntos cuncordados de su modo siguente: e p(rim)o ditas partes de gradu insoro et certa scientia primeramente renuncian ditu pletu et

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differentia questione et contraversia que inter issos tenian fatos et faedores de sa p(rim)a linea fini a sa ultima,de manera que nissunu nen asateru non potat aprofitare,nen noguere in nexunu tempus item est istadu pactadu que sunu a sateru si denuntian sas dimandas et actiones que tenian coeste ditu de Palmas et mujere sua indin dare sa parte de sas vaccas que ditu Collu pasturada a cumoni de su quondam Joan Jacu Delija pro esser istada sa pasa de su babu insoro et desos pegos de sas ebbas que ditu de Palmas pasturada de ditu Delija cun pasa de ditu babu insoro, anullande sas actiones que sunu a sateru teniant, solamente que su primu ditu Joan Angelu Collu ponjat 10 liras & proprios benes suos,sos cales 10 liras & si dent ponner a su censale que ditu quondam babu insoro respondiat,su de prus promittin pagarelu mesu peromine fini aquitare cuddu cun totu su de prus depidos de missas et alias.

item este istadu pactadu et divididu inter ditos frades que de sas domos soliant esser de ditu babu insoro las dividint, coeste sa domo de fogu cun su tauladu que istada ditu quondam restat a su ditu Collu cun su istaulu et jurisdicione de guddu e desa garama(sic) cun su pendente que este a costas in sa jurisdicione tocante a dita carama et pendente restat a dita Joana et maridu.

Item ditas partes han divididu sas de prus cosas de binja, cunjados et terras de su modu siguente: coeste ditu Joan Angelu Collu m.e ad capidu in parte sa binja de surjagas sa terra de bartaranu de 3 q(uart)os, su juo de sas vaccas domadas,totu sas terras que ditu quondam que possediat in sa bidaçone de pranu, qui det esser incirca 10 q(uart)os de laore, excepto su cantu de sa terra de bidinoy, que restat a dita Joana et maridu sou,junctamente cun su cantu de sa terra de perdas lobadas,disa caxa buyda de linna niedda queste intro de sa dita domo que ha tocadu a ditu Collu in satisfatione de sas cales terras et binja hat capidu in parte a dita Joana et de Palmas totu su cunjadu de nuraque rju,sa terra de panu isareo de 4 q(uar)tos,totu sas terras de murdegu eo de sos cujos,sa cuba cun sa anirga de annu de sa que fuit fija de ditas vaccas domadas, cun dunu cartigueddu de sa terra de perdas lobadas et in mesu de su cunjadu de Cipiri de serra,declarende que non restat a dividire sinon sas robasa de intro,sas cales si lassant fini a pusti morte de sa quondam mama insoro pro totu sas cales cosas ditas partes promittin.

Tes Joan Pau de Murtas, Joan de Murtas scrivent,Baldassara (sic)Piuli m.a dela presente vila”. In data 7 novembre 1642 a Paulilatino Joan Ena de Bonarcado “ rendador del S. Prior del salt de S.Simeon”, in agro di Milis appartenente al Priorato arrenda e consente a Sebastiano Porcu e a Joan Antoni Mureddu pecoraio di Fonni l’erba e il pascolo della montagna fino al prossimo aprile, portando non meno di 800 pecore al prezzo di lire 3 per ogni centinaio di pecore, due “moltons bons, la entrada de un dia “; i pastori non affitteranno e non potranno catturare ( allogaran ni tenturaran) alcun genere di bestiame. In data 18 marzo 1644 a Pauli Latino avviene una divisione di beni immobili in eredità:il venerabile Michele Trogu, Antoni Vacca,Francisco Vacca, e Nicolao Vacca,”massaios” di Paulilatino,” tots cusins germans” riconoscono reciprocamente le terre “abertas y erimos “che il loro padre e madre “tenian comunes”, la divisione di case e vigne e tancati ;riconoscono la divisione fatta da Geronimo Liqueri “escriva de cort “ e le parti ne sono in possesso “ en circa vint anis”;nella divisione al prete Trogu spetta la terra di pera lanosa de iscova, erimo de puzzu de torru, erimo de melisana,terra de canales,ma darà un pezzo di terra a Nicolao Vacca di semina (de sembro) tre quarti nel luogo su bau de sa arena e terra di due quarti ed un quarto in terre dove i toponimi che ricorrono sono: tupa de mesu, crecu canarjos, siscra manna, costa capay,sena de sa binja, biarju, ort de cambula. Il giorno 30 agosto 1644, a Santu Lusurju,Francisco Dezori contadino di Paulilatino,con volontà del dottore Antonio de Acotti,rettore della Chiesa Parrocchiale di Paulilatino,per tre anni da novembre 1642, arrenda ad Antonio Porcella, mercante di Genova, abitante ad Oristano e residente a Santu Lussurgiu, tutta la primizia e diritti( tota la primitia y derets )che ogni anno i vassalli pagano in grano e bestiame(bestiar); e Dezori non è obbligato a nessuna perdita, né a cattiva annata( a ningun perdiment ni de mala annada ), tutto è solo a rischio e pericolo di Porcella, per il prezzo di 510 lire(lire170 ogni anno), pagando metà somma a dicembre e l’altra a giugno.

In data 9 febbraio 1644 Paulilatino vine costituito un patrimonio sacerdotale in favore del Diego Pili. Baldassarre Pili di Paulilatino fa donazione tra vivi, a Diegu Pili suo nipote e figlio del

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quondam Perdu Pili .I sacri canoni del Concilio di Trento dispongono che un sacerdote non debba andare mendicando per cui deve avere un patrimonio competente stimato dal maggiore di giustizia del villaggio ( “que dispon que ninguna persona pot ser ordenat en sacris sens tenir benefici eclesiastich o patrimoni competent y tambe por que no es be ni es licit que sacerdot mendique”);per ciò “Baldassara,no per forca, ni engani sino spontanemente y ab animo de dar mogut,en raho dela portio que poidia prendre en dita eretat de son pare y mare,dona ab donatio pura perfecta simple irrevocable, que se diu entre vius, per toto lo empero de patrimoni y per que se puga ordenar en sacris y viure honestament a Diego Pili” i seguneti beni immobili: casa,orto, casa terrena di “porta picada ab sa lolla”, vigna a passiales, sena desas binjas, tancato di sarquinera, su muru ladu, erimo eo vinja vella a mura de sinary, tancat de benas de goronju ;in tutto del valore di lire lire 800 per stima di Liqueri Corria major lo presente any, e da Joan baptista Vinaça .

In data 5 marzo 1645 vi è la contabilità di Giovanni Serra per lavoro di un armaiolo, prestiti in denaro e una nota di spese(anche acquisto di pesce e di botariga): “Contu de sa faina qui appo fatu a sus…Juan Franciscu Cugurra eo m. Joanne Serra

primu per duas arbures de pedrinale balen 2.10.0 pius per una roda a ditos pedrinales 1.10 pius per inetiare su pedrinale et casoletta 2.10 pius pro inetiare atera volta su pedrinale 1.5

pius appo prestadu a su ditu Joan Franciscu Cugurra esende yn sa citade de Aristanis unu iscudu 2.10 pius pro conporare pisque marinu appo prestadu a su ditu s.er Juan Franciscu 0.10.0 pius ateros duos soddos prestados pro comporare butariga a su ditu s.r Juan Franciscu Cugurra 0.2.0”.

Nello stesso anno 1645 la consegna per “incomenda”del denaro del focatico a Cagliari prevede una serie di scritture a garanzia: “Paule siat fatu incomenda a sa persona de gasparru Muscas sa partida de quentu liras narsi 100.&,sos cales ditu Muscas promitit aportare et conduirelas in sa citade de Calaris a contu de su affoguijy gratiosu que ditos vassallos a costuman pagare, coest po sa paga de su presente annu cobrande apocha de rebuda et faguinde su cobrariu(sic) promitit pagare de benes proprios, perço renun…

Tes. Jo… Flore y Francisco Zuca de dita villa dito die Paule . R(elata,)t Lenardu Coco majore de sa presente villa qualmente tenet fatu incumanda a Dominigu Carta de dita villa sa partida de quentu liras .Tes. Prediti. Dito die Paule.

siat fatu incumanda a Joany Sica de dita vila sa partida de quentu liras de sos dinaris de su affoguiju de sa magestade pro los conduire a Calaris a contu de sa paga de su presente annu cobrande apocha sutta pena de pagare de benes proprios, perço renunt… Tes. son Joany Flore, Angelu Pira y Francisco Zuca de dita vila”.

In data 20 maggio 1645 Juani Padriesu fa una procura a Giovanni Paolo Murtas per una causa col prete Antonio Coco per 11 capretti oggetto del contendere: “Juani Padriesu pastore de crabas de gradu suo faguet procura a Joan Pau Murtas de dita vila presente pro pletos in particulare pro sa causa que vertet in sa differentia tenet cun su venerable p.e Antoni Coco in rexone de sos undigui crabitos li pretendet injustamente promittende.

Tes. suntos(sic) salvadore Sias y Jo Angelu Florinu de dita villa”. Nell’ ottobre 1645 a Paulilatino il maggiore di giustizia Francesco Vidile dichiara di aver ricevuto lire 150 in deposito dalla vedova Maddalena Carta;promette di restituirle alla vedova o a chi sarà decretato dalla giustizia nella causa in corso: “Die 9 mensis 8bris 1645 Pauli Sia a tots(sic) notori que Franciscu Vidile majore su presente annu de sa presente villa de gomente(sic( hat recidu et tenet in podere sou per via de depositu dae Magdalena Carta relicta de su quondam, Joan Pantaleo Mele de sa villa de Abasanta presente sa partida de quentu quinbanta liras

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moneda callaresa recidas de c(ontan.)tes in presentia in patacas,sas cales promittit tenerlos per via de depositu y restituirelas a petitione de dita Carta o de guia det esser decretadu peri sa justisia in sa differentia que dita Carta pretendet contra sos fijos de su quondam N(icola)o Vidile, Miqueli Madeddu,Francisco Carta e depius atteras e perço renun .Tes. son Sebestianu Cadau, Joan Contone Pisquedda jurados y N(icola)o Cantone et Joan Pau Carta de dita vila”.

Die 9 mensis 8bris 1645. Magdalena Carta relicta de su q.m Joan Pant(ale)oMele de Abasanta in sa presente villa agattada de gradu suo faguet procura a Joan pau Murtas presente de dita vilaa p. pletos largamente. Tes. Joan Francisco Sanna de Santo Lusurju y Domingu Carta de dita vila”. In data 16 gennaio 1647 a Paulilatino si affidano a Giovanni Bertulu lire 77.10 per condurle a Cagliari in mani di don Lorenzo Mallo appaltatore del feudo di Parte Ocier Reale, a conto del diritto feudale di feudo: “Die 16 januari 1647 Pauli.Siat fatu incumanda a Joan Bertulu otto iscudos valentes 20 & sos cales cun atteras quinbanta sette liras, degue soddos que in dies passadas sili hat fatu incumanda ocupat sa partida de 77.10,sos quales promittit conduyrelas in sa citade de Calaris in podere de don llorens Mallo a contu de su feu de sos vassallos de sa presente villa,sutta pena de pagare de benes proprios et pro gussu inde obligat sa persona et benes suos segundu lu firmat,sos cales hat recidu dae Baldassaarra(sic) Pili majore . Tes. Antiogu Stara et Larençu de Ponte de dita vila”.

Il 10 maggio 1647 a Paulilatino, Benedetto Bonfillo genovese, residente a Bosa, Antiogo Sanna “fusters y escultors di Bosa, promettono in catalano, per la paga di lire 65, al dottore Antonio Acotti dottore in sacra teologia,Comissario del S. Offizio e rettore della Parrocchiale ed a Joan Pau Murtas ed Antonio Vacca procuratori il presente anno della Parrocchia: al principio di giugno del presente anno he cominceranno a fare un pulpito nella chiesa Parrocchiale, nella forma espressa “en lo mollo”, con in mezzo S. Teodoro e nelle sei colonne metterano un angelo per ciascuna e dei personaggi necessari:”comensaran a fer un pulpit en dita iglesia parroquial, bona obrada larga y dela manera esta asentada y espressada en lo mollo que tenet asignada y pintada la factio de dit pulpit la qual mollo reposat en poder de dit procurador Murtas declarant que en mig de dit pulpit se fara un image de S.t Teodoro y en las sis colunnas faran en cada qual posaran un angel y altres personajes que requirirn y seran necessari y segons la pintura y perfectio questa en lo dit mollo en tota la qual fena los dits mestres no posaran sino la manifatures de sas mans y treball de llurs persones obligantse que faran dita fena tota a perfectio y fent al contrari y no venint a fer dita fena lis donan facultat pugan acordar altres mestres para fer dit pulpit per qualsevol preu lo porran haver a llurs gastos, lo preu de dita fena y pulpit faedor es sixanta sinch lliures moneda callaresa,deles quals ne han rebut per caparro y principi de paga deu llires de dita moneda calaresa per lo de mes serveint y pagat de contants y que li daran y posaran tot lo necssari haran mester de llena, taulas,claveso y alias y axibe ditos procuradors daran y posaran a dits mestres lo victo de menjr y beure y llit de culgar fins acabat que sia dita faena, totes les quales coses les d.es.

Tes. Joan Manru Sequi, Franciscu Vidili y Francisco Contone de dita vila”. Il 21 luglio 1647 nelle clausola del testamento di Filipa Madeddu vi sono alcune particolarità: “A 21 de triulas 1647 Paule. Filipa Madeddu de malatia corporale in domo detenta.. item cumando que custa domo cun su pendente segundu la possido siat et restet de Migueli fiju meu in satisfatione de su gui apo dadu a sos fijos cojuados et gasi bene cumando que a sa fija femina qui tenjo in domo bagadia siat acomodada et dada sa parte segundu apo dadu a sos de prus fijos meos in robas de intro et de foras item lasso a sos duos fijos mascos,Mateu et Miqueli su cunjadu de crabono et sa meytade de sa terra de crastu de luas, pro bonos fijos que indapo tentu et in satisfatione de su alimentu et miramentu que durante sa vinditade (sic) mia; mi fatu cumando que nexunu lis neret contra declarende que satera meytade de dita serra es comporu de ditu fiju meu Miqueli fatu de traballu sou”. In data 5 agosto 1637 a Pauli latino Angela Pinna fa testamento “ de malaltia corporale in domo mia detenta.”; tra l’altro prescrive: “item cumando que a fiju meu Mateu Piredda sili diat sa domo cun sa crae et frisu si e segundu apo

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fatu a sos atteros et a Antoni Angelu cumando que sili diat sa gui a su presente isto a,pustis impero mortu su babu et in su interum(sic) siten juntos item cumando que a su tempus que nebode meu Joane Francisco det esser de hitade legitima sili diat sa parte eo dutella de su quondam babu sou, tantu sas robas de intro,comente de foras,unu boe et vinti liras que confesso tener in podere meu”.

Il notaio Vacca Giacomo ha rogato atti nel 1648-1662, raccolti nella Tappa di Ghilarza, vol.2, sempre dell’Archivio di Stato di Cagliari. Il giorno 14 marzo 1651 a Santu Lussurgiu Baquis Isquintu costituisce il patrimonio sacerdotale in favore del figlio Juanuari: “Die xiiii mensis martii anno a nativitate domini 1651 Santu Luxurgiu. In nomen de nostru sennore Deu siat a totus notoriu comente Baquis Isquintu massayu de sa presente villa de Santo Luxurgiu attesu et consideradu que su infrascritu Januari Squintu fiju sou a su presente in ordines constituydu intendet ordinaresi de sacris et pro gui justa a sos sacros canones et consiliu Tridentinu,que disponet que nexuna persona podet esser ordinadu in sacris sença que tenjat beneficiu eclesiasticu o patrimoniu competente et pro gui noes licitu nen istat bene que sacerdotte mendiquet in mancu de su gradu sou, pro gussu su ditu Baquis Isquintu in obstentione de samore fileale que tenet et aportat a su ditu Januari Squintu fiju sou comente et fiju obediente, de gradu sou et certa scientia pro isse et pro totu sos ereos et successores suos,non forçadu nen de nexunu ingannu sino spontaneamente et cun animu de dare movidu, donat cum donatione pura perfecta simple et irrevocable que sinarat inter vivos a titulu impero de patrimoniu et pro gui si pottat ordinare de sacris et viver et non a sas liberas voluntades a su ditu Januari Squintu fiju sou aygustas cosas presente et baxu acceptante sas cosas siguentes e primo totu cuddas tres domos terrenas et contiguas que su ditu Baquis Squintu pro sos justos et assertos titulos suos et possedit in sa dita e presente villa de Santu Luxurgiu,cun intradas et bessidas,deretos et pertinentias de ditas domos, segundu que affrontan de parte nanti a domos de Franciscu Ispanu,de parte de palas a domos de su quondam Franciscu Sanna, de unu costadu a domos de su quondam Nicolau Manca e de atteru costadu a domos de Franciscu Dente, istimadas in 350&(liras ndr) . Item una binja cun sos duos cunjados que sunos unu alados de josso et sateru alados de sa dita binja acintados totu a muru a una parte et attera,que gasi bene ditu Baquis Isquintu pro sos justos titulos suos tenet in sos saltos et jurisdictione de dita villa de Santu Lusurgiu(sic) et in su logu nadu Istaços, segundu que totu ditas binja et duos cunjados afrontan de cabitta a cunjadu de Baquis Bossa, pes a binja de Salvadore Carta, de unu costadu a binja de Sebestianu Craba et de atteru costadu

a binja de sas castanjas de Quirigu Arca,istimadas in 200&(liras ndr), ittem unu cunjadu de castanjas,que gasi bene su ditu Isquintu pro sos justos titulos suos possedit in logu naradu Santi Biguensi a cintadu a muru, segundu afrontat cabitta a cunjadu de Antoni Obinu Becu,pes de cunjiadu et binja de Joanne Marras notariu,de unu costadu a cunjadu de su venerabile Pedru Rundine e de atteru costadu a cunjados de sos ditos Becu et Marras istimadu in 150&(liras ndr) ittem atteru cunjadu acintadu a muru, que su ditu Squintu gasi bene pro sos justos et assertos titulos suos tenet et possedit in logu naradu luguentinas,cum intradas et bessidas segundu affrontat a cunjados de Antoni Anguelu Melone istimadu in quentu liras item unu juo de duos boes domados fornidu segundu si acostumat portare istimadu in ottanta liras item unu caddu domadu cum sedda ordinjada et su frenu istimadu in baranta liras item unu letu fornidu totu cum bator banitas pabillone dua paja de nentolos(sic), fressadas et alias istimadu in 100 & item duas caxas manas,una cuba usada,duas cartarollas, ses cadreas, una banca manna cum sa catiffa subra duas tiajas,vinti (sic)bator panigueddos de iscacu, duas tiajolas de aba manos, duas duginas de platos de mossiga istimadu totu in 65& a de pius de atteros adresos et aynas de domo comentest arram, ferru et alias, totu sas cales cosas et partidas subra declaradas acumuladas in dunu faguen suma universale de miliottanta quinbe liras narasi 1085& moneda currente in su presente

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rennu, istimadas totu ditas cosas pro personas neutrales nomenados Joan Simbula Massidda scrivente, Roco Moço, m. Joani de Serra, m. Antiogu Moço et Diegu Crobe de dita villa de S.to Lusurjo, istimadores a ditas cosas specialmente llamados, sa gale donatione de ditas cosas faguet su ditu Baquis Isquintu a su ditu Januari Squintu fiju sou segundu menjus narrer et intender si podet, leande ditas cosas donadas de manu et podere de ditu Baquis Isquintu et poninde cuddas in manu et podere de su ditu fiju sou donatariu a haveret et tener promittende que de ditas cosas li det dare sa possessione corporale o quasi o vero cum clausula de constitutione et precharium&cessione de sos deretos et actiones &restitutione de s(eno).re et p(rocurado)re comente et cosa propria,pius a inantis promittit que sa presente donatione e totu e sengles cosas in cudda espressadas las det tener pro ratas gratas et agradabiles et contra aygudda et ayguddos non faguer nen bener a mancu pro nexuna causa via o rexone, nen minus sa dita donatione revocare pro rexone de ingratitudine inopia o offensa,nen pro cale si querjat attera causa, via o rexone, renuntiande pro gustu a sa lege narende donatione pro rexone de ingratitudine inoppia o offensa poderesi revocare et non baler et a sattera lege narende promittende & et a totu atteru derettu cum juramentu llargamente a sas cales cosas su ditu Januariu Isquintu donatariu acceptande sa dita donatione peri su ditu babu sou subra cun su presente fata cum refferimentu de gratias et besamentu de manos que a su ditu babu sou indelifaguet fatu ut supra .Tes. sunos sos ditos istimadores et m. Joany Siny de sa villa de Abasanta, Baptista Dezori et Andria Manca mas(saio). de sa villa de Paulelatino in sa de Santo Luxurgiu personalmente agattados.

a 27 de martu 1652 santo Luxurgiu item cum alio instrumento su ditu Jaganu Januari Isquintu de sa dita villa de S.Luxurgiu de gradu suo et certa scientia confessat et in veridade regonosquet a su praeditu babu sou Baquis Isquintu de dita villa presente que de isse hat recidu realmente e de factu totu sas possessiones et robas espressadas in ditu patrimoniu segundu in cuddu istat espressadu, de sas cales cosas ditu jaganu actualmente in distat in possessione a tota dispositione sua et gasu cun tenore de su presente indeli firmat a su ditu babu sou sa presente apocha cum pactu firmissimu de attera volta non dimandare cuddas e perço renun &fiat large & Tes, suntos Joan Franciscu Sanna et Joan Massidda negociantes de dita villa”. In data 12 maggio 1648 a Paulilatino il dottore Antonio de Acotti commissario de S.Officio e rettore della parrochiale di Paulilatino per tre anni,da novembre 1647, arrenda e consente a don Joseph Delitala “cavallerisso major de su magestad,” domiciliato a Cagliari” tot lo menut que senten tot genero de bestiar, formenty y lo lli y canam tant solament”,che il dottore costuma tenere dalla parrocchia e vassalli di Paulilatino. Acotti non vuole essere obbligato a “perdua de minguna cosa ny de mal annada de bestiar ni altrament sino a lo que nostre senor sera servit “lire 1050 a lire 350 per anno : lire 350 il primo anno, con paga a giugno e dicembre .Testimoni don Pere Joan Comina di Oristano e Juanuari Seque di Paulilatino.

Il giorno 7 giugno 1648 a Paulilatino viene rogata una carta di apprendista sarto con cui Perdu Floresi affida il figlio Simone Desì ad Antiogu Puçolu,sarto: “Die 7 mensis juny 1648 Paulilatino. Perdu Floresi pastore de ervegues de sa presente villa, de gradu et certa scientia a tempus de ses annos comptadores de hoe in avante ponet et promittit istare cum m. Antiogu Puçolu sastre de dita villa presente a su fiju nomenadu Simone Desi pro rexone de imparare su offiçiu de cosire furesi et atteros servitios et cumandamentos que durante ditu tempus si li det cumandare promittende que durante ditu tempus no delu det bogare nen minus cun attere det istare pro majore nen minore salaru de sa infrà …. Et semper sinde andaret promittit torrarelu fini a que det adimplire ditu tempus edisu ditu Puçolu presente et a su ditu Simone Desi pro teracu acceptante promittit tenerlu in domo durante ditu tempus sanu et malaydu a su gale det alimentare de mandigare biere et calçiare segundu sa calidade sua et gasi bene li det impare(sic) su officiu de cosire et sestare segundu sa capacidade sua det poder inparare et a su fine de ditu tempus li det dare una paia de ferros de sestare, unu bidale cunsagu cosa noa,bestidu a nou et calçadu de foresi nieddu,bestire et cabanu totus sas cales cosas ditas partes promittin adimplire intro de sa dita e presente villa.

Tes. son Austinu Seque et Valeri de Murtas de dita villa”.

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In data 21 settembre 1648 a Paulilatino Joan Domingo Pintos “picapedrer “di Abbasanta “alloga “e consente a Macariu Virdes di Pualilatino tutti i frutti “ y entradas “che detto Pintos ogni anno costuma tenere de “mediadas y erbaju” del tancato e di due molini di Abbasanta nel luogo detto su bau de jana eo moli de minda,con il tancato attorno ai molini e l’altro dentro il paese a fianco della chiesa parrocchiale .Per 6 anni promette di “usufructiareli y governar y mantendreli dos mignons” uno maschio ed una femmina di mangiare, bere,vestire e “calsar “a sue spese “com si fossen fills propris”. Se prende il figlio maschio deve dargli lire tre per paga annuale; detto Macariu farà anche “una mola de baix, unu lacu y una canedda y cubrir un tros de la teulada que hi ha descubert en hu de dits molin “;e seli fa Virdes, allora Pintos li restituirà cio che spenderà e pagherà in denaro. I testimoni sono Lorenzo de Ledda, Impera Melay di Paulilatino.

Il giorno 17 luglio 1649 a Paulilatino si riuniscono Pere Pinna Serra,notaio Priore della Confraternita di Santa Creu “agregada” alla chiesa di S.Giovanni Battista e poi officiali e deputati, il venerabile Pere Lodde e poi 46 persone “conflares”, e fanno procura al dottore Joan Baptista Serra di Cagliari e residente a Roma,per domandare nella Curia Romana al Gonfalone ed Arciconfraternita di Roma, la partecipazione agli indulti, indulgenze, grazie e privilegi concessi dai papi all’Arciconfraternita del Gonfalone.

Il giorno 15 novembre 1649 abbiamo un atto debitorio per dieci scrofe(A.S.C.,Tappa di Ghilarza, vol.2): “ Die xv mensis 9bris 1649 Paulilatino Joany Flore, Jo Vidile minore et Francisco Casula massaios de sa presente villa de gradu et certa scientia pro issos et ereos insoro, confessan y en veridade regonosquen a m.o January Seque de dita villa presente que li sunt depidores realmente e de fatu de degue pegos de porcu feminas de mardigadu de annu insubra bonos et a gustu de ditu Seque et pastore son e suntos in satifatione de quinbanta liras que sos sobreditos confessan haver recidu realmente et de fatu in dinaris et a voluntade insoro,sos cales sos subraditos promittin et si obligan dareli sos ditos degue pegos de porcu gasi subra nomenados per totu su mese de xbre primo veniente de su presente annu et semper que infra ditu tempus non darent ditos degue porcos in tale casu li donan facultade los pottan comporare de cale si querjat persone et preciu los det haver a gastos et dispesas insoro sença dilatione nexuna et sutta obligatione de sas personas insoro segundu lu firmant et jurant obligados simul et in solidum.

Tes. suntos su venerabile Antoni Pes et Mateu Piredda de dita villa de Guilarsa et Paule”. Sono interessanti le spese per ottenere i privilegi della Incontrada di Parte Ocier Reale, feudo regio: “Notta de su gastu fatu per mesu de su sindigu de sa villa de Paulelatinu in sa citade de Calaris pro sa venda de sa incontrada in paperis et alias E primo pro sas 75 &liras dadas a su avocadu tocayt in parte a sa dita villa de Paule 25 liras, segundu p.o que reposat in podere de s.r Santoru Pira sindigu de Guilarza de sa data 8 de marçu 650 a sa gale hapat relatione 25& Item a tocadu a pagare a dita villa sa portione de sas 10 liras si pagat a su secretariu Corria pro su salariu de su privilegiu et pro quircare sa secretaria pro sos de pius, segundu p.o que reposat in podere de Jacu vacca sindigu de paule tocat a dita villa 3.0.0 Item si at pagadu pro quircare su rationale 5 liras segundu p.o que reposat in podere de ditu Pira de sa data a 10 de marçu ditu annu tocat a dita villa 1.13.4 item si at dadu a su secretariu Vacca pro sos proceymentos de actos segundu p.o que reposat in podere de ditu Vacca de sa data 16 de marçu ditu annu sa partida de 15 liras tocat a dita villa 5.0.0 item si at pagadu de intimas fatas in diversas voltas tocat a dita villa 0.6.0 item pro su iscrier sas literas a sa magestade si at pagadu 2.10.0 tocat a dita villa 0.16.8

item si at pagadu in Aristanis pro sos privilegios 50 liras segundu p.o de sa data a 10 de austu 1650 tocat a dita villa 16.13.4, sa gale reposat in podere de ditu Vacca 16.13.4 item a su sindigu quest(sic) inbarcadu pro sa incontrada s.r Miguel Angel Saba segundu p.o de sa data a 13 de austu annu 1650 reposat in podere de ditu Vacca tocat a dita villa 83.6.8

item si at pagadu pro su actu si fetisit cun su s.r Miguel Angel Saba a su notariu segundu su recepi tocat a dita villa su gale reposat in podere de dita villa 2.0.0

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item si at gastadu 4.0.0 liras pro dispedire una p.(etissio)ne a instantia de sos sindigos contra su s.r Austinu Correli secretariu de sa citade Aristanis pro dare ditos privilegios tocat a dita villa 1.0.0 item si declarat que sa p.o de sa recida de sos privilegios que confessat ditu s.r Miguel Angel Saba li aver recidu ses privilegios et parlamentos et duas literas de Penduzu que in totu sunas otto in favore de sa dita Encontrada sa gale reposat in podere de ditu Jacu Vacca segundu in dita p.o de sa data a 13 de austu de su annu passadu de 1650.”

La stessa spesa viene sostenuta da Guilarsa, Aydomaggiore, Abbasanta. La vendita di un terreno seminativo con la citazione degli oppositori sono verbalizzati in questo modo:”Die 21 mensis aprilis 1651 Paule latino . Juani Bisanu(sic) de sa presente vila de Paulelatino de gradu suo et certa scientia pro ise et pro sosuos (sic) bendet et per titol de venda atorgada et consentidi a Sebastianu Foddis familiare de su Santu Oficio presente et asosuos perpetuamente tota cudda cantu de terra aratoria de semenança de duos cartos de drigu(sic) que sos ditos mama et fijo pro certos titulos insoro posidint in logu naradu Monte Hiçi segundu afrontat a terra de Bilianu Flore et a terra de Juani Murru et de jJuani de Gortes, sa guale venda hi hagen segundu mejus narrer et intender si podet franca et quita promitende darelis sa posesione verdadera &o veru& su presu de sa quale est tres liras moneda callaresa recidas de gontantis(sic) in presentia de su notariu et tes. infras et perço renuntiant& donat & plus ainantis. Dito die Paule. Retulit Mateu Coco juradu qualmente de ordine de su maiore Franciscu Vacca adi intimadu a sas personas de Juani Sata et Juani Degortes et mujeres suas que in su discursu de sa gorte(sic) nerent resones in contrariu de sa terra que Michela de Martis et fiju suo han bendidu a Sebestianu Foddis et sic referente& fata dita intima in presentia de Sarbadore Pisquedda et Cipiri de Figuos de dita vila. Tes .Mateu Coco, Juan Baquis de Murtas et Guesparru(sic) Piredda de dita villa”. Un rendimento di conti ed una soccida di cavalle a Norghiddo (oggi Norebello) sono del tenore seguente: “Die 10 mensis 7bris 1651 Norguiddo Franciscu Delija Baptista Manca y Joan Quirigu Onida fiju et generos de su q.m Antoni Manca de sa villa de Domusnovas, in sa presente villa de Norguiddo personalmente agatados, confessande primeramente esser igualados a complimentu cun su s.r reverendo s.r retore Antiogu Manay rectore de sa ecclesias de dita villa y presente de Norguiddo tantu de su cumoni passadu de sas ebbas aportada ditu q.m babu insoro comente algunas partidas et bestretas que ditu rectore Manay haviat dadu et bestretu a ditu q.m Manca et fijos suos fini a su presente comente ancora de su gui podiant ditos Lija, Manca et Onida pretender podian pro su traballu et istentu ocupadu tantu pro hisu ditu q.m babu et sogru insoro comente apustis de issos fatu in ditu bestiamen fini a su presente,confessan ditas partes esser igualados et disfinidos a cumplimentu sunu non depet asateru sinon tantu solamente sas vinti duas ebbas de anu in subra que procedit de ditu cumoni passadu sas cales sos subraditos promittin aportarelas a cumoni deretu per tempus de quinbe annos comptadores dae hoe in avante in sas cales si comprendet sa passa que han postu a ditu cumoni pasturande cuddas in sos saltos liquidos et acostumados de dita vila a coneguda de ditu principale non bendinde, cambiande nen atteramente sutta pena de incidire in sa pena de su fraudu espressadu in sa reale pragmatica et costumunes de su logu e de totu su qui det proceder de ditas ebbas et traballu insoro de pudderdos e de que le siquerjat cosa lu dent dividire per iguales partes et gasi a su fine de ditu cumoni dent dividire totu mardigadu et leva totu sas cales cosas de su gui adonia parte tocat et sisguardat haver de adimplire promittin que dent attender et adimplire vicissim cum obligatione de sos personas et benes insoro segundu lu firman et ditu s.r rector Manay manu in pectore more clericorum faguinde ditas cosas cun cancellatione de que le si querjat actu p.os nottas de libru vel alias fatas in cale si querjat tempus ni a su presente de manera que nexunu pottat aprofitare nen a satera parte faguer dannu in tempus perunu segundu confirman. Tes suntos Salvadore Pisanu et Jo Soddu de Paule, Antiogu Arca y Antoni Anguelu Pira de Norguiddo”. In data 12 0ttobre 1656 a Bonarcado Angelo Sanna ferrer fa procura a Nicola Pinna scrivent di

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Bonarcado per comparire di fronte al veghiere e domandare“ demanar y exigir,rebre y cobrar la encodina de ferro” che aveva prestato “ per via de alloguer al quondam mestre Francisco de Monters ferrer” di Oristano nel luogo di S.Lazaro . Una desistenza da denuncia per furto di un bue è la seguente:

“ A 8 de lampadas 1657 Paule. In nomen de nostru Deu siat comente Juane (sic) Rosa de sa viula de Santu Luxurgiu et hie acatadu in sa presente villa faguinde custas cosas tantu in nomen propriu comente et procuradore de Luguia Seque conada de ditu De rosa isendinde et isquinde que in annos passados dait clamu et querella

in podere de su Logu tenente de dita villa pro fura de unu boe contra a sas perçonas de Gasparru Deligia, Baquis Vinatzia et Antoni Julianu Pinna,de su gale clamu ditu Logutenente in de fulminait su processu cun sas intimas et çitas necessarias et comente sian conffessados et comunigados tener in custa Santa Pasca de resurretione probe passada et essende multu bene interadu de confessores et ateros dignos de fide et su ditu Rosa haver dadu ditu clamu per malas informasiones pro gussu su ditu De rosa in ditos nomens desistit ditu clamu et processu et totas et cales si guergiat procehimentos factos et faehedores(sic) pro ditu effectu de sa prima linea fins a sa ultima, pro su gue suplicat a sa justicia exercinde in ditu logu que solu cun duna simple demostraçione de ditu desistimentu cassen et cancellen ditu clamu segundu si est nadu de sa prima linea fini a sa ultima et pro gue sas ditas cosas tengiat pius fermesa no per força sino cun spontanea voluntade jurat a nostru sennore Deu a sos santos bator Evangelios de manos suas proprias tocadas

de que sas ditas cosas det faguer bonas et non det contravener fatu ut supra, Tes. Gasparrangelu Passiu et Jusepe Mannu”. In data 19 settembre 1657 Barbara Cugurra di Ghilarza fa procura al genero Juany Manca per una causa della figlia che ha servito da balia (todoja) per tre anni e di “ massaya” altri tre anni in casa di Barbara Mele a Cagliari senza essere pagata: : “ Die decima nona mensis 7bris anno a nativitate domini 1657 Guilarça. Barbara Cugurra de sa presente villa de Guilarça constituit, creat et solemnemente ordinat procuradore sou certu et ispeciale et pro sas infrascritas cosas quale de manera tale que saispecialidade assa gieneralidade non deroguet nen pro su contrariu itta quod & a Juany Manca gieneru sou de dita presente villa absente que qui esseret presente pro que in nomen et pro parte de dita constituenta potat et depiat de comparrer daenantis de cale si quergiat juigues tanti heclesiastica comente et secularis, dae nantis desos cales potat et depiat de dimandare totta sa paga et porsione de sa servetudine que at fatu Biliana Cugurra figia de dita constituenta de tadaja tres annos et tres annos de massaja in domo de senora Barbara… mugiere dessu quondam doctor Mele dessacitade de Calaris que in tottu est ses annos et pro ditu effetu presentare tottu et cales si quergian sedulas escrituras cotta de tts et ateras provas cando ministeriu siat dimandare sententia o sententias et cuddas a leare laudare o appellare introduire, jurare de calumnia& a facultade que potat poner avocadu et sustituire unu o medas procuradores cando ministeriu siat he gieneralmente faguer tottu et cantu dita constituenta faguer podiat si presente et perçonalmente si hagataret a ditas cosas ancora qui esserent tales qui necessitaren pius ispeciale podere de su que in supresente estispressadu, prometinde dita constituenta que totu su que det esser fatu, ha… det negossiadu per ditu procuradore sou o sustituidos in favore de dita constituenta lu det tenner senpre pro firmu,ratu, gratu,validu et agradable et in nexunu tempus no lu det revocare, suta obligassione de proprios benes suos.& segundu que gasi lu firmat llargamente in podere meu notariu iscrianu infrascritu ttes. suntos Valeri Pinna officiale y Francisco Pisquedda dessa presente villa”. In data 19 settembre 1657 a Guilarza si rilascia la seguente ricevuta di beni per eredità: “Dicto die Guilarça. Biliana Solinas et Capay dessa presente villa confessat haver reçidu dae Juan Francisco Pira in nomen et parte de Gabriele Capay comente et firmança fecit de sos benes de ditu Capay a bonu contu de su qui teniat incumandadu dessa dita Solinas per notta que fetisist assora morgisit sa quondam mama esuntas sas siguentas: dus banitas prenas de iscarda beças, unu sau de mesu pillu et una frassada usada, bator cadiras genovesas usadas, unu labiolu beçu sença maniga, duas mesas una manna et una minore, duos iscudos unu pro sa dita minore quinde at leadu et unu sinde acatat,

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una ispada, unu garrigu et una crobe, un sartaina,unu sagiu, una paia de anqueras de ferru, tres congios,duos mannos et unu minore, noe platos, tres discos de mossiga, duas tianeddas de terra, unu candelobre que indeluat leadu sa minore, unu tratagasu,una banga et beça, tres tiagias de iscacu noas, tres nengiolos de tela sarda, duos cabidales de pannu granu, unu cobertu et satera non, una imbola de tela laorada, ses panigueddos de iscacu, unu coberibangu, totu sas cales cosas confessat haver reçidas si e segundu silis fuit istada intregadas per notta a bonu contu impero,pro su gue indeli firmat sa presente apocha.Tes don Francisco Madau et Nigolau Carta de dita vila.”.

A Ghilarza nel 1657 vi è il seguente inventario, a tutela di Joanne Solinas moribondo,con decreto di Valeri Pinna ‘Officiale della Incontrada in favore degli eredi : “ Die hultima de xbre 1657 Guilarça De ordine dessu magnificu Valery Pinna officiale si faguet su presente inventariu in sos benes de mastru Joanne Solinas pro agatare a dittu Solinas moribundu sença faeddare a tale que sas cosas que dittu Solinas non bengian alas acubare nexunu fini a tantu que dittu Solinas torret inse et posat faeddare

Et primo si agatat bator banitas plenas a lana, huna meda usada et duas pagu husadas item huna fresada barbariguina usada item hunu cabidale plenu a lana item unu paju de istipides

item unu paju de ferros mannos de mastru item huna mesa manna de aparichare usada item tres iscudos et mesu in dinaris Sas cales banitas,fresada,cabidale, istipides, mesa de aparichare si suntas intregadas a Biliana neta de ditu Solinas,sos dinaris incomendados a Juana Helene Mameli, sos ferros Antoni Manca Medde, sendo presente pro testes (sic) su venerabile Antoni Manca et su venerabile Antiogo Saba, Franciscu de Palmas.

Valeri Pinna Officiale Juan Francisco Pisquedda de mandato Que pro gantu mi constat que su quondam Antoni Solinas devet a Biliana Liquery netta sua algunas partidas per benefitiu de inventariu de su quondam Gabriele Capay dome mannu de dita Liquery et sos benes ispressados in su presente inventariu avende cuddos istimados et vistus cun feminas neutrales et haia decret que su istimu de dittos benes est iguale cun sas partidas que dittu quondam Solinas devet a dita netta sua per dittu inventariu que perço sa mercede sua providit et cumandat que ditos benes con totes… presente han entregadu a ditta Liquery cun sas cales restat a complimentu pagada obligande a dita Liquery qui fattat apocha a complimentu eretadu a ditu quondam Solinas et Juana Elene mugiere de dittu quondam Joanne Pira firmança fuit de ditu eretadu pretesu per ditta Liquery & hanc non obstantibus Valeri Pinna Officiale

Die 28 de freargiu 1658 Guilarça Lessidu et publicadu est istadu su presente decrettu de Juana Elene Mamely mugiere deassu quondam Franciscu Pira et Biliana Liquery,sos cales intesidu cuddu laudat Tes. Franciscu Sanna et Julianu Liquery de ditta villa de Guilarça. Die 31 xbre 1657 Guilarça. Nota de sos paperis agatados in domu de mastru Joan Solinas sunt sos siguentes et primu unu testamentu de su quondam Biliana de serra de tres fullas et mesu item ateru testamentu de su quondam Balente Capay de fullos tres iscritos item una nota que faguet mastru Joani Solinas de sas cosas costadas de su heretadu de su quondam Gabrielle Capay Ittem una poliça de contu hat recidu 0.5.0 dae dittu Solinas Gasparru Pitzus pro sa sinatura de su testamentu de su quondam Gabrielle Capay

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item su inventariu fatu in sos benes de dittu quondam Gabriele Capay item tres iscudos et mesu in plata. Sos cales paperis et dinaris suntos incomendados de ordine de sa magnificensia in presençia de Joan Perdu Sanna et Franciscu Isquirra de Guilarça a mastru Mateu Mameli

ditos iscritos et ditos dinaris a Joanna Elena Mamely Valeri Pinna Officiale. Cun sa presente confeso deo Domingu Pira comente apo recidu dae manos de m. Juani Solinas sa soma et cantidade de baranta ses soddos cales 2.0.0 avia dadu pro tantu linu a su tempus que su linu si faet a resone de duos soddos sa libra et pro su veru fato sa presente nota de manu de fijastru meu et firmo dade manos de atere oe in Guilarça a 14 de santu Andria 1634 “. Un testamento è del seguente tenore: “ A 13 de martu 1658 Abbasanta. Antiogu Sanna sende detentu de maladia corporale sanu impero dessa mente ma cun sana et firma loquela pro no isquire cando Deus li det querrer servire de isse testadore comente de bonu xpnu(christianu) ordinat et faguet su presente testamentu, annullande cale si querjat ateru testamentu que per innantis haeret fatu queret et cumandat que cuddu non bajat si non que bajata su presente per via de testamentu o codiciliu o peri cudda via que su decretu lu disponet pro esser custa sa ultima voluntade sua. Et primo cando Deus si serviret de isse testadore incomandat sanima sua a N.S Deus qui lu hat fatu et criadu dae niente a imagine et similitudine sua a sa mama sua carissima et a totu sa corte celestiale Item cumandat que su corpus sou hat intimadu intro dessa parroquiale pro su preciu de 2 lliras Item cumandat isse testadore que si li fetet sa incomandicia dessanima. Item cumandat isse testadore que si li sian celebradas su die dessu obitu sou una missa cantada et duas bassas, su matessi a su 3.7.30.40 et annale una c item lassat a su SS.mu(Santissimu) liras 0.10.0. item lassat a sa confraria dessu Rosariu 0.5.0. item a sa confraria de N.S.dessa gracia 0.5.0. item lassat a s,tu Antoni de Padua 1.0.0 item lassat a s.ta Amancia 0.5.0 item lassat a s.ta Caderina 1.0.0 Itemn lassat sas domos insostradas sa carama qui apicigat assa que hoe actualmente istat assa carissima fija sua nomenada Susanna Sanna cun sa parte li tocat dessa cortija segundu bi est sa limide per mesu et sa sala que hoe istat lassat a su carissimu fiju sou nomenadu Franciscu Angelu Sanna cun sa carama qui apicigat et afrontat asso ortu dessu quondam Joanni Fadda juntamente cun su pendente et satera parte dessa cortija, intendassi cando Deus li diat vida et in casu que su rectore Diana si cuntentaret daremi su ortu haiat comporadu dae Alene Massidda que fit dessu quondam Bernardinu de Querqui eo ditu testadore… contentu dareli sa domo eo ruyna ruta que apicigat assa domo que apo dadu a Mauru de Serra connadu meu,in sa cale hoe die presente istat cun sa domo ruta qui est in sa cortija,cale apicigat assu muru dessu cunjadu de ditu rectore fraigandeli impero su muru quinde est rutu in dita domo a gastos et dispesas de ditu testadore. Item declarat que sa dita domo que istat su subraditu Mauru de Serra connadu meu sili apo dada in satisfacione dessu tempus est istadu in domo mia pro teracu et cun cussu restat satisfatu et pagadu. Item lassat assa carissima mugere sua nomenada Mariangela de Serra pro bona mugere quinde at connosquidu unu ju frunidu cun totu su laore qui det poder proceder id est trigu orju fa et alias dessa incunja venidore; sos de pius juos cussu qui det proceder de cuddos los lassat assos carissimos fijos suos nomenados Susanna Sanna et Franciscu Angelu Sanna Item declaro que dessa carama que fit dessa quondam Caderingela Orru sogra de ditu testadore inde appo recidu dae Franciscu Corona connadu meu sa suma et cantidade de vinti quimbe liras. Item lasso assa subra dita mugere mia su pastinu dessu costarbu pro canti fit sou matessi. Item lasso sos de pius benes mios istantes et moventes mobiles et imobiles apidos et pro haver que in algunu tempus mi poden tocare et pro venner assos subra ditos fijos mios, assos cales fato hereos

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universales de legitimu matrimoniu et morinde sunu torret assu ateru declarande que morinde sa dita Busanna torret assa herencia pius propinqua sua nomenande pro curadore dessu presente testamentu pro su subra ditu Franciscu Angelu Sanna a sa matessi mama et pro sa dita Busanna Sanna a su reverendo Rectore Diana, assos cales supraditos ponjan in esecussione totu su qui contenet et cumando in su presente testamentu.

Test .Antoni de Lacono mayore,Sebestianu Deriu juradu de logu, Angelu Deçori, Joan Massidda, Franciscu Medde, Migueli Detola et mastru Pedru de Villa totu dessa presente villa. Itta est Joanne Paulu Diana rector instans et requirens fidem facio.”

Un altro testamento è il seguente : “A 25 de marçu 1658 Abbasanta In nomine santissime Trinitatis Patris et fili et Espiritus santi e de sa gloriosa Virgine Maria e de sos santos de sa gloria de su paradisu amen.Comente sos nasquidos in custa valle de lagrimas sunt sujetos a sa morte corporale et nexuna persona iscapare podet,segundu narat sa sagrada scriptura (statutum est hominibus semel mori) procussu, considerada sa ora de cudda, Miquela Marras de ssa villa de Paule Latinu mujere in primis nupciis fuit de su quondam Pera Obinu de dita villa et in secundis nupciis de Thomasu Dessi de sa villa de Abbasanta subrascripta,agatandesi detenta de infirmidade corporale, de sa quale timet morrer,sana,salva et libera de su judissiu sou firma loquela et in sinnu bonu pro descarrigu de sa consiensia sua ordinat et faguet su presente testamentu su pro descarrigu de sa anima sua insa siguent (sic) forma. Et primu incumandat sa anima sua a N.S. Jesu Christu et a Maria santissima qui la resant a brachos de sa santa miserigordia perdonandeli sos pecados suos. Item dita testadora cumandat si querent sos hereos suos sili fetat sa recomandissia de sanima. Ittem dita testadora cumandat et lassat 2.0.0 pro dareli sepoltura eclesiastica intro de sa parroquia si queret su retore,sinon siat interrada in su cumoniu. Item si lassat 2 pausas quando si det aportare a interrare su corpus sou a sa eclesia. Itterm lassat cada volta a su obiti 3.7.30.40 et annada consequitive per cada volta una missa cantada et una baxa absoltas segundu costumen de custa villa et non forsent aplus a so heros (sic)suos. Ittem lassat a sa santissima Conflaria de su Rosariu vinti soddos pro esser home de dita conflaria et reçan sa bona voluntade. Ittem lassat a sa eclesia de nostra de Gracia, pro esser sorre de cudda regula, vintiquinbe soddos et reçant sa bona voluntade item a su Santissimu sacramentu 0 2.0. a N.S. De Gracia 0.10 a santu Martinu 0.1.0 a santu Antiogu 0.1.0a a santa Amada(sic) 0.1.0 ittem lassat a su mariduThomasu Desi su ju mannu pro bilu aver acatadu cando bengisit a isposa ittem lassar a Costantinu fiju de ditu Thomasu Desi,fijastru de dita testadora,unu tentorju de bulu in recumpensa pro dinaris qui portesit des a villa de Sedilo de su heredadu de sa mama. Ittem lassat a sos carissimos fijos suos qui at fatu de carnale matrimoniu cun mestre Pera Obinu de sa villa de Paule sa parte quili tocat de sa mama sua in sas domos qui tenet in Paule cun sa labia cumandat nexunu lis fetat contradisione ittem lassat a Marta Gracia carissima fija sua una banita, una tiagia de iscacu, unu lensolu cun sa vitella femina qui portat sa vaca, sa quale vitella la depiant lassare cun sa mama finsa ala pesare. Ittem lassat sa vacca mama de sa vitella subranada a Jusepe, Laurencia et Marta,Gracia, fijos de dita testadora,sila dividant per iguales partes comente bonu frade et sorres et est voluntade sua. Ittem ordinat et lassat dita testadora a sa carissima fija sua qui at concreada et fatu cun su carissimu maridu su Thomasu Desi totu su amejoru qui at fatu pro esser voluntade sua,nemos fatat contra ittem dita testadora lassat qui su molinu qui an fatu cun ditu maridu su Thomasu Desi,durante sa vida naturale de ditu maridu su, siat et lu isfrutuet acomodando cuddu qui non si perdat pro mantener a sa dita fija Maria Bonaera qui cun ditu Desi tenet mortu su quale queret qui siat et

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provenjat de dita Maria Bonaera et,semper qui N.S.Deus si serviret de dita Maria Bonaera sensa testamentu e fiju de legitimu matrimoniu,torret a sos subraditos fijos et hereos suos sa meitade sua ittem lassat a sa dita Maria Bonaera Desi de sa parte sua sa cassia, duas banitas pro esser voluntade sua

ittem lassat a Maria Bonaera sa cuba pero cun batu(sic) et condissione qui durante sa vida naturale de su carissimu maridu su Thomasu Desi non sili siat leada et la mantenjat bene pro qui siat de sa subradita fija sua Maria Bonaera apusti morte de su babu. Ittem dita testadora,pro non dare contu denanti de Deu, narat qui annullat un actu qui reposat in podere de su notariu Pedru Coco de sa villa de Paule Latino qui ditu Tomasu Desi maridu su fetisit in recumpensa qui podiat bendere sas domos de Paule, sas quales at dita testadora lassadu a sos fijos qui tenet cun su quondam m.e Pere Obinu qui siat nullu cancelladu comente qui no esseret fatu segundu como lu dat pro nullo eo invalidu pro non haver bendidu ditas domos malaiguinde a quie su contrariu fatat.

Item dita testadora declarat que non depet nexuna cosa a nexuna persona nen mancu si devent a sa dita testadora et gasi cumandat non paguent nen quirquent nexuna cosa,. Ittem ordinat dita testadora qui sos restantes benes suos, satisfatu su de Marta Gracia et su qui at dispostu in su presente testamentu, a sa fija Maria Bonaera qui lu mantenjat su maridu mentres det biver et a pusti morte siat de dita fija insoro et morinde sunu siat desateru et mrinde totus siat de sa erensia sua pius propinca et custa est voluntade sua, cumandat nexunu fetat contra.

Ittem declarat dita testadora qui cando quircaret sa sorre Lianora Marras alguna cosa si li dimandet et paguet sos dinaris prestados a Nicolau Marras frade de dita testadora et de dita Lianora qui si dait bindigui liras a sora qui bengisit de su imbarcamentu pro su vestire et no los hat cobrados et custi est voluntade sua

Ittem lassat sa bonnedda sua de pannu qui si bendat a su pius donante et si paguet de cudda incontinente sas funerarias suas et, si alguna cosa faltaret, paguent sos hereos suos su de pius segundu li det caper et non fat su contrariu. Ittem lassat sos de pius benes suos apidos et pro aver direte vel indirete qui li podent bener de quale si querjat parentella heretadat(sic) et benes a sos carissimos fijos suos nomenados Pera, Josepe, Laurencia, Marta, Gracia Obinu et Maria Bonaera Desi fijos suos naturales concreados de carnale et legitimu matrimoniu in primis et secundis nupcis,a sos quales faguiet hereos universales qui morinde sunu torret asateru et morinde totus torret asa herencia sua pius propinca,que Deus non permitat, et gasi cumandat qui su presente testamentu bajat cancellande quela si querjat ateru testamentu qui per in nantis averet fatu iscrituras et alias per via de legados et custu queret qui bajat per testamentu et quando non bajat per cusa via queret qui bajat pro nuncupativo o per codissiliu et quando non baleret li dat sa forsa qui dretu li permitat pro esser sa ultima voluntade sua.

Ittem elegit creat et ordinat dita testadora procuradore de sa anima sua fija sua Maria Bonaera et benes et de su presente testamentu et pro sa minore dita Maria Bonaera a su carissimu maridu su babu de dita pichinna Thomasu Desi qui apat pro amore de N.S. adimplire totu et singulas & cosas lassadas pro dita pasiente qui Deus bilu det remunerare & quale testamentu laudat ratificat et aprobat et per tocamentu firmat.

Tts. lamados,conosquidos et pregados de sa presente villa suntos auditores Leonardu de Serra cambiu de majore, mosen(sic) Gregori Mameli, Antiogu de Campu et Josepe Sanna et Barzolu Pala de quibus fidem facio Joan Baquis Sanna Cura. In data 8 de abrile 1658 ad Abbasanta vi è il testamento in sardo di Thomasu Desy. Nel testamento di Serbestu Corona, sempre nel 1658, vi è una clausola per la matrigna: “item declaro que pro su senale de donna Juannagela Pinna devo duas liras,una lira li det pagare dae bene de ditu testadore et unatera lira det pagare Istevene Quessa connadu meu pro sa pesone dessa domo que ista procurande que dogni annu si alloguet dita domo item declaro que in sas domos que hoe actualmente istat Francisca Sanna, birdiga de ditu testadore cales fin dessu quondam babu meu Miale Corona,bei tenjo et simi devet sa suma de trinta bator liras et degue soddos segundu sun istadas istimadas, cale intrumentu reposat in podere dessu discretu notariu Joan Diegu Contone dessa villa de Aydumayore, cumando que cuddas cobren sos curadores

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meos dessas cales si den pagare et satisfaer sas missas et ateras cosas que depo et, in casu que sa dita Sanna non querreret dare cuddas, siat forçada que boguet su inventariu si fetisit pro frades meos cando istimesin ditos benes”. Juanuario Sechi familiare del S.Officio subarrenda nel 1658,per lire 100 annuali per tre anni,le montagne di corte appartenenti alla corona; si roga a Paulilatino:

“Die 23 mensis ottobris 1658 Paule latino Sit omnibus nottum qualmente January Sequi,familiary dessu Santu Offittiu et ministradore dessas

rentas dessa magestade, subarrendat e per titulo de subarrendamentu atorgat et conçentit a sas personas de Paule Coco maiori,Constantinu Linças, Joan çiloque oppo, Juani trogu, Joan Medde et Salvadore Ispano, tottus de dita villa,tottus cuddos duos montes de Corte pertocantes assa magestade que suntos casas, minda de onigueddu et benas de… que suntos in sos saltos et territorios ddessa dita e presente villa de Paule, per ispatiu de tres annos,cominsande dae sos 22 de mayu pro be passadu finy assos 22 de maju dessu annu 1661 Deu volente in prettiu de treguentas liras, pagadores quentu liras dogni annu per tottu su mese de Nadale,sos cales sente presentes açeptan ditu subarrendamentu inome et parte dessa comunidade dessa dita e presente vila de Paule et promitin pagare ditas quentu liras dogni annu in ditu mese fini assa cantidade de 300 liras pro sos ditos tres annos..ussu de obligan sas proprias perçonas et benes insoro in solutum mobiles et imobiles, apidos et pro haver cun tottu sas renunciationes, submissiones et stipulaciones de actos a mie not. et iscrianu bene vistos,segundu que gasi lu firmat et jura llargamente.

tts Jacu Vacca not. et Gasparrangelu Passiu s. tt.us de dita villa”. In data 28 “de lampadas” 1660, a Ghilarza, Austina Sanna vedova chiede in sardo la licenza di vendere terre . Il 9 ottobre 1658 il familiare del S.Officio Januari Sechi subarrenda la montagna di Matta Idore a lire 100 annuali per tre anni: “Die nona mensis 8brius 1658 in sa villa de Aidumajore Sit omnibus notu qualmente sa persona de Juniari Sequi familiari de su Santu Offissiu de sa villa de Paule latinu et perçonalmente agatadu in dita presente vila comente administradore des sas rendas patrimoniales dessa presente incontrada e Parti ossier reale de gradu sou et certa siensia & subarrendat et per titulu de subarrendamentu atorgat consentit assa perçona de Lleonardo De Campu de dita presente villa totta sa montagna de Matta Idore,posta in territorios de dita villa que pertocat a ditas rendas de dita Incontrada, cale subarrendamentu faguet… ditu de Campu.. sa reale pramatica… patrimoniu lu tenet liuradu assu nobile don Jusepe Delitala de sa sitade de Calaris, arrendadore de ditas rendas de dita presente incontrada per ispassiu de tres annos,cominçande dae vinti duos de maju probe passado de su presente annu fini a sos 22 de su maju de su annu 1661 deu volente ço est a 1659 et 1660 et 1661 in preçiu de treguentas liras ço est quentu liras dogni annu, pagadoras ditas quentu liras dogni annu pro Pasca de sa natividade, qui est in su mese de nadale… a dita cantidade de treguentas liras et pro cussu ditu Seque… de heviçione — de dita montagna de Mata… per tottus su tempus de ditos tre annos et pro cussu de obligat su ditu de Campu sa propria perçona et benes suos, apidos et pro aver & cun tottus sas renunsiasiones sumissiones et istipulasiones… atros a mie notariu et iscrianu bene vistas et pro isquire iscriere anbas sas partes lu firmant de manu insoro..Tes. Luis Ispissu et Simione… dessa presente villa de Aydumajore”. In data” 8 de marzu 1659” ad Abbasanta vi è il testamento di Gabriele De Idda:…item declarat ditu testadore qui devet a sa persona de Antoni Ardu de sa presente villa 22 liras, sas quales procedint de sos annos li at servidu in domo sua pro teracu et su de pius es passadu in contu de su aconzu fetisit in domo de ditu Ardu cumandat siat pagadu sensa contradissione nexuna”. Nel 1659 Barnaba Piredda di Bonarcado chiede licenza all’officiale don Diego Madao di vendere parte di una vigna per pagare “sa pesamenta” del figlio orfano: “Senor don Diego Madao Official Barnabo Piredda de sa villa de Bonarcado representat a V.M qualmente sa quondam Cristina Pira segunda mujere sua morgisit in partu de unu picinu nomenadu Perdu,su gale pro menjus acomodu si dayt a pesare in custa vila de Paule a sa mujere de Joani Lay per ispaciu de duos annos, de manera

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que pro sa tancta (sic) pobertade que inter ditos duos maridu et mujere teniant non siat pottidu dare satisfatione de sa pesamenta de ditu picinu nen si devet remediu sinon est una binja que siat eretadu de su babu de dita Cristina Pira et comente siat que est rexone dare satisfatione de dita servitudine delate, perço suplicat umilmente a V.M restet servidu dare lisensia et decretare de poder bender dita parte de binja a tale ditu traballu siat satisfatu, que adepius de esser de justitia custa dita parte lu det tener a suma gratia sugue suplicat in su menjus modu.

Pro su ditu Bernabo Piredda in fato proprio”. L’officiale concede la licenza di vendere ad un prezzo giusto: “Jesus ob. die mensis mady 1659 Paule Latino. Vista sa dimanda faguet su ditu Barnabo Piredda et progantu est de justissia que sa dita servitudine siat pagada perço seli conçedit lisençia a ditu Piredda que potat bender sa parte dessa bingia contenida in sa presente sedula ajustu preciu et valore de cudda faguinde sos atos necessarios justa stilum et su de pius que det valer siat de profetu((sic) de sa minore, anc non obstantibus Don Diego Madao”. In data 13 marzo 1659 a Bonarcado Angelo Trogu Neola, nativo di Milis, domiciliato a Bonarcado si obbliga verso il reverendo Pere Mellay del villaggio e canonico della cattedrale di Cagliari: nell’orto giardino (varger) del luogo molinu de cresia, in Bonarcado, per sei anni servirà e lavorerà come ortolano,dove” posara “ e pianterà alberi da frutta, mandorle, susine, pere,albicocche(bercops), fichi (figas), melograni ed altro a loro piacere, eccetto limoni, aranci “esponpia” che vi sono già; ogni anno Trogu seminerà r (humplira) di legumi o semi di ortaggi a spese di Trogu con lavoro, uomini necessari per piantare e zapparli e pulirli e deve conservare la siepe ed il muro, il canneto; il reverendo metterà a disposizione il suo giogo per “llaorar y manegiar lo dit varger”, tanto per piantare alberi, come per gli ortaggi e poi finirà di chiudere l’orto a parete, senza chiudere a pietra come si è incominciato, a sue spese; i legumi, le arance, il canneto deve essere diviso a metà, rendendo conto Trogu senza frode; ogni anno il giogo viene dato a Trogu per fare l’argiola come “juargiu eo sotziu “portando il “llevor” del reverendo secondo il costume di Bonarcado; alla fine dei sei anni, per ogni albero piantato e fruttifero darà a Trogu 5 soldi. I testimoni sono Angel Cabitzudo, Pedro Carbony, lleonart Salaris di Bonarcado e di S.Lussurgiu. In data 2 aprile 1659, ad Abbasanta,Concordia de Quergiu prioressa della confraternita di N.S. Della Grassia, chiesa fondata ad Abbasanta, Juanna Angela Pinna, Paula Manca y Antioga Contoni, prima, seconda e quarta consell della Confraternita fanno procura ad Esteva Corona di Abbasanta per comparire di fronte al Vicario Generale di Arborea e S. Giusta,per rappresentare il manifesto aggravio che i confratelli di N.S. del rosario pretendono fare circa la celebrazione delle feste che si sogliono fare anticamente nella chiesa di N.S. della Grazia” volentli pendre de absolut potensia llur preminensia tant en solenniçar” le feste “ com en les demes asions que tenenb en dita festa”.I testi sono il reverendo Juan Pau Deana rettore del paese ed il venerabile Juan Baquis Sanna” avat(sic)”cioè abate del paese di Abbasanta.

Ad Abbasanta nel 1659 viene stilato dall’officiale don Diegu Madau un inventario nei beni del defunto Juany Cachula per tutelare i suoi figli minori: “Die 25 mensis aprilis 1659 Abbasanta. Inventariu dessos benes mobiles et imobiles lassados pery su quondam Juany Cachula de dita villa fattu pery su nobile et magnificu don Diegu Madau Officiale et Juigue ordinariu dessa presente Incontrada de Parte Ossier Reale tottu in profettu et hutile dessos minores et figios lassados in minore ettade et denomenados Juseppe Cachula et Maria Gratia sugue dita magnificensia sua at dadu de juramentu assa perçona de Anna Maria Sanna mama de ditu m(inor)e que depiat de revelare tottus e quale si quergian benes mobiles et imobiles lassados per dittu quondam Cachula et sutta pena de su perjuru et de perder su fraudu et gasi bene dita m(agnificensia) sua at dadu de juramentu assas perçonas de Antiogu Pisanu, Angelu Dezory,Juany Detola, Joan Perdu Pintos et Salvadore Serra de dita villa pro que depian de istimare tottas et cales si quergian benes que dita Anna Maria Sanna det revelare en profetu de ditos minores,sutta ditta pena de su perjuru.

E primo revellat huna domo de tres pecos cobertta cun sa jurisditione denanti et palas istimada pro sos minores …

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ittem revelat hunu cungiadu postu in su pardu nadu Cia margiany, istimadu pro sos minore 20 liras item revelat dita Anna Maria Sanna que ditu maridu sou haviat carrigadu cun sa prima mugiere hunu sençale de propietade 12.10.0 Jesus Christus.

Tottus sas cales cosas espresadas in su retroscriptu inventariu dita m.e(sic) sua, insiguinde su vottu et parrer dessos infrscrittos judicantes, concordes et nexunu discrepante, pronuntiat,sententiat et declarat et assa ditta Anna Maria Sanna, mama de ditos minores, incumandat ditas cosas espressadas in ditu inventariu et sinde continuan sos actos necessarios& hanc non obstantibus& Don Diego Madao.

Sos dittos homines istimadores et pro non isquire iscrier faguet fide hunu tt. infrascrittu et firmat parte dessos subradittos. Dito die Abbasanta .Nobile et magnificu don Diegu Madau officiale et juigue ordinariu dessa presente Incontrada faguet incumanda assa dita Anna Maria Sanna mama de ditos minores dessas subra dittas cosas espressadas in ditu inventariu& sa gale, sendo presente aceptat ensy su carrigu de dita incomanda et promitit et si obligat degue cuddos non det desperdissiare ne atteramente,sutta pena que los det pagare de benes proprios et pro gussu de obbligat tottu sos benes suos mobiles et immobiles & renuntians& jurans& firmans.Tt .prediti judicantes”.

Una soccida di cavalle della durata di 5 anni, a Ghilarza nel 1660, è in questi termini:”Die xxiiii mensis januari 1660 Guilarza(sic).Sit omnibus nottu de comente Antoni Masala dessa presente villa gratis confessat que ada apidu et recidu dae Juan(sic) Silveri Fadda de dita presente villa su numeru de degue ebbas,noe de mardiedu russu dae tres annos in subra et una anirga,sos cales promitit pasturare per tempus de quinbe annos,contadores da hoe die presente in avante a cumoniu in nomen de cumoniu bene et fidelemente sença fraudu; promitit dare contos dogni annu segundu sa disposissione dessa reale pramatica et a complimentu de ditos quinbe annos den dividire, duas assu ditu Fadda et una a ditu Masala,si intendet de tres una pro gantu Masala non at postu pasa car ditas cosas faguet ausos et costumenes dessa presente Incontrada et disposissione dessa Reale Pragmatica; tottu sas cales promittit que det atender et adimplire intro dessa presente villa,sutta obligasione de perçona et benes suos,mobiles et imobiles cun tottus sas renunciassiones et stipulassiones de actos… notarius bene vistos,segundu … firmat .Testes m.e Juan Pira et m.e Juan De Idda de dita vila nom firmant. Vacca notarius”.

A Ghilarza nel 1660 una donna richiede all’officiale della incontrada od al maggiore di giustizia una licenza per poter firmare un atto di procura in favore del marito: “magnifich Officiale dessa Incontrada de Parte Ocier Reale o majore dessa vila de Guilarça.

Mariangela Carta, mujere in primis nuçiis de m.e Josepe de Vila,dessa presente vila de Guilarça, narat assa m.e sua que tenet de dimandare et cobrare algunas cosas in profectu dessa asienda sua et comente siat que issa est femina et insufiçiente aigustas cosas et essende que est cojuada et su maridu sou esser sa pius persone propria,no obstante ad segundu reale pramatica non podet jurare nen firmare su tale actu de procura mentres non proçedat (sic)decretu de V.M,pro dale effectu suplicat que V.M, decretet et assa isposante dare lesençia pro que potat jurare et firmare ditu actu de procura a ditu maridu sou justa stillum& omni meliori modo&&officium& salvis&

Et pro no isquire iscrier essa suplicante firman pro parte sua sos testes basu(sic) iscritos..Eo Valeri Pinna firmo sa presente a supricatione de dita Mariangela Carta mujere de mastru Jusepe De villa. Eo Jusepe Sotgiu so tts ut supra”. Data l’assenza dell’officiale della Incontrada e del maggiore di giustizia,la licenza viene concessa dal giurato del luogo:

“Jhs(Jesus) ob(lata) die 15 de lanpadas 1660 Guilarsa. Que sa dita Mariangiela Carta mujere in primis nuçiis de dittu mastru Jusepe De Villa potat firmare et faguer sas procuras neçessarias justa stillum. Provisa per Juan Domingu Maria juradu de logu dessa presente villa de Guilarsa. Pro sa ausensia dessu Magnificu Officiale de sa presente incontrada et pro sa ausençia dessu honorabile majore de dita presente villa et pro no isquire iscrier firmat su iscrianu infrascrittu .Die mense et anno quibus supra. Guilarsa . Juan Francisco Pisquedda scriba de mandato per Vaca notarius publicus”.

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In data 10 agosto 1660 a Sedilo un detenuto viene liberato sotto garanzia di due persone: “ A 10 de austu 1660 Guilarça. Sit omnibus nottu de comente sas personas de mastru Leonardu Soro et Pere Anguelu Manca dessa presente villa at fattu fiança a Filipu Catzula de dita pro lu bogare dae sas presones de sa villa de Sedilo in sas cales istat detentu pro bener a domo sua et promitit delu representare atoties quosies(sic) in su Tribunale dea Incontrada de Canales pro purgare a certa causa in dita curia,pro tantu sos subraditos Soro et Isquirra,avende vistu sa bona opera que ditu de Villa at fatu in faguer fiança a ditu Catzula issos in solidum bogan de indenna(sic) a ditu De Villa dannu et affannu afiorentina (? )qui narat innantis de su in su dannu et apustis su dannu obligandisi respetive a totus et cales si quergian gastos traballos et desvios que ditu De Villa potat tenner pro dita fiança& renunsian& obligans & firmans& Tts Nigola Péisquedda et Juani(sic) Saba dessa presente villa..Vaca not. Dito die Mariangiela Mameli mugiere de ditu Catzula bogat da indenna a ditos Soro et Isquirra. Testes(sic) prediti”. L’impegno per la garanzia ad un prigioniero è di questo tipo: “ A 20 de 8bre 1660 Guilarça. Antiogu Firinu et Nicolau Firinu de Paule presentes faguen fiança de Sebestianu De Serra de dita villa de lu presentare detoties quosies(sic) pena de quinbanta ducatus &et perço renunsians& firmans et juran.Tts Joan Batista Pinna et Juany Pira dessapresente villa”. A Paulilatino nel 1660 vi è un inventario dei beni di Caterina Murgia per tutelare i minori : “ A 27 de austu 1660 Paule latinu Inventariu et istimu fattu in sos benes et robas lassados peri sa quondam Catelina Murgia mugiere fuit de Bilianu Deledda dessa presente villa, in profettu de sos minores figios de dita quondam nomenadas Maria et Francisca Carta Ledda, fatu peri su magnificu Llorenço Dessi Officiale dessa presente Incontrada pro su que at dadu sa m.e sua juramentu assu ditu Bilianu Deledda pro que mediante cuddu depiat de revellare totus sas robas et benes lassados per dita quondam mugiere sua et gasi bene tenet dadu juramentu assas perçonas de Impera Malerva, Juany Cogue, Nicolau Cogue, Antoni de Serra et Nicolau Carta, totus dessa presente villa pro que mediante cuddu depiant de istimare totus ditos benes que ne det revellare ditu Deledda in profettu de ditos menores suta dita pena de su perjuru Et primo sette panigueddos de iscacu nos istimados a quinbe soddos sunu sa meitade pro sos minores tocat deguesette soddos et mesu 0. 17.6 item huna tiagia de iscacu husada istimada trinta soddos, sa meitade tocat a sos minores 0.15.0 item huna tiagia de ispiga husada istimada degue soddos,sa meitade a sos minores item duas cannas de tela plana sardisca noa istimada vinti soddos sa cana qui est in totu baranta soddos,tocat sa meitade a sos minores que est 1.0.0 item unu cobri bancu barbariguinu usadu istimadu bindigui soddos,tocat sa meitade a sos minores

0 .7.6 item cuberta de cabidale, matalufa(sic) segada istimada duos soddos,sa meitade a sos minores 0.1.0 pius atera cosinera de tela usada istimada tres soddos,tocat sa meitade a sos minores 0 1.6

item duas inbongias de manos istimadas tottus duas in vinti soddos,sa meitade a sos minores 010.0 item tres aneddos de plata istimados in baranta quinbe soddos,sa meitade a sos minores 1.1.6 ittem duas collanas cun dunu jogulu et pinadellos cun duna domina de platta istimada tottu degue soddos,sa meitade a sos minores 0.5.0

item unu cassioneddu husadu istimadu in vinquinbe soddos, sa meitade a sos minores 0.12.6 item sette platos de Pisa, otto discos de Pisa et tres pitzeras et huna salera istimados in tottu vinty duos soddos et mesu, sa meitade a sos minores 09.11.3 ietm unu lensolu usadu de tela sarda istimadu bindigui soddos, tocat a sos minores 0.7.6 item tres cadiras sardas istimadas quinbe soddos suna,tocat a sos minores 0.7.6 item huna cuba manna istimada in degue liras,sa meitade a sos minores 5.0.0 item seigui libras de lana inter niedda et bianca petenada,colaminada,istimada in toctu in dunu iscudu, tocat a sos minores 1.5.0

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item unu caddu domadu item hunu juo de vacas domadas cun sos anigos de annu lonpidu et andat in duos et hunu vitellu

de tottu sas cales cosas espresadas in su retroscriptu inventariu dita m.e sua,insiguinde su votu et parrer de sos infrascrittos judicantes, concordes et nexunu discrepante, pronunciat,sententiat et declarat et a su ditu Bilianu Deledda, babu de ditos minores,hincumandat ditos benes espresados in ditu inventariu et pro tale effectu sinde continuat sos actos necessarios & hanc & non obstantibus&.

Testes sos ditos homines istimadores et pro no isquire iscrier faguet fide su notariu infrascrittu et firmant pro parte de sos subradittos su notariu infrascrittu, die mense et anno quibus supra . Joan Jaco Vacca notarius et scriba. Dito die Paulelatino.

Su magnificu Llorens Dessi, Officiale et juigue ordinariu de sa presente Hincontrada de Parte Osier Reale, faguet incumanda assu ditu Bilianu Deledda, babu de ditos minores de tottu sas cosas espressadas in su retroscriptu inventariu&, sa gale, sendo presente, açeptat ensy su carrigu de dita incomenda et promittit et si obligat de que cuddos non det desperdissiare nen atteramente, suta pena que los det pagare de benes proprios et pro gusa de obligat sa perçona et benes suo,mobiles et imobiles, apidos et pro haver, cun tottus sas renunciasiones,submissiones, stipulassiones de actos a mie notariu et iscrianu bene vistos … gasi lu firmat et jurat tts. prediti Joan Jacu Vacca”.

A Paulilatino,nel 1660, troviamo una nota di beni di questo tenore: “ A 15 de martu 1660 Paulelatino. Notta de sas robas que si suntas agattadas et si esguardant a Mariangiela Vinaza mujere in primis nuptiis de Joan Paule Caddeo, fiju de dita quondam e de ditu Joan Paule Caddeo et suntas sas matexis que si istetisit intregadu a Maria Coco asora contratesit matrimoniu cun ditu Joan Paule Caddeo Edest su siguente: E primo tres banittas usadas prenas de lana mes unu paballone de tela de butega usadu guarnidu de fronjas cun sa camisetta et duos inguirialetos de tela tataresa usadas meda et guarnidas de fronjas que bindat unu segadu mes duos nençolos dela de tres telos donniunu usados mes una fressada manna montanesa de rigas rujas usada mes unu coberibancu meda usadu de Olienada(sic) mes duas cobertas de tela de cabidales usadas cum listones de guarnitione in sos cabos mers duas cadiras de Silanos de bator costajos usadas mes declarat que bey haviat una tiaja de arramu usada et comentesiat que dita tiaja lapo dada a sa teraca cumando perço que de sas mias sindelidiat una bona mes una inbolla llaorada de tela fine pagu usada guarnida de randa fine mes una banga usada mediana meda usada mes una caxa beça junivesa meda segada mes una paya de trebides minores meda usados

mes una sartaynedda de arramen meda segada

mes duos corgazos de nacarras usadas. Item lasso a Baquis Angelu Coco,fiju de frade meu Pere Coco notariu, terra de unu istareddu, inue a su babu det dare gustu pro Deus et pro bonu fiju et nebode que indapo tentue totu sos atteros impero restantes benes meos, istantes et moventes, de intro de domo et foras lasso atorgo et consento,çoeste sa meytade tocante et isguardante a mie daesa quondam mama mia lasso a sos carissimos frades et sorres mias Perdu Coco notariu,Angel Coco, Vitoria Coco et Antonia Coco per iguales partes inter issos divididores,a sos cales bator partes de dita meytade las instituo ereos meos universales a sas liberas voluntades insoro et in cantu a satera meitade esguardante de su quondam babu meu de sos fundamentales impero gasi bene cumando que cuddos sian divididos in quinbe partes, una a Impera Antoni Coco,ateras a Vitoria Coco, attera a Pere Coco notariu,atera a Anguelu Coco et attera Austina Coco frades et sorres mias, per iguales partes inter issos divididoras, a sos cales instituo ereos meos universales a sas liberas voluntades insoro,cun pactu vinclu impero que

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ditu Impera Antoni Coco asas atteras partes in nexunu tempus non xoset ne presumat dimandare cosa nexuna a sas de prus partes pagu nen meda siat pro rexone de pretender alguna partida de contumatia vel alias et esseret su gue non si confidat in tale casu espressamente cumando que de dita parte tocante a ditu Impera Antoni Coco si depiat repetire sa legitima que mi podiat tocare de ditu quondam babu meu et dae dita legitima si depiat satisfaguer su gui det pretender et ço cumando et non atteramente.

Item cumando que a ditu maridu meu nonseli fetet nexunu generu de molestia in custas domos que tenet comporadu pro gantu las tenet comporadas de sos dinaris que hat recidu de sas domos que tenet bendidu de su quondam babu sou et asienda mia non biat pagu nen meda et gasi cumando non si diat nexunu fastidiu”.

Nel novembre 1660 a Paulilatino si procede a fare una nota dei beni di Juany Collu, a tutela dei figli minori: “ A 4 de 9bre 1660 Paule Latino. Notta que si faguet de sas robbas de su quondam Juany Collu de sa presente villa de Paulelatino de tottus sas robas istantes et moventes que su que tocat a sos minores sun sas siguentes

primo unu lençolu nou cun frangias ittem una atera tiagia de ogu de pibere noa ittem atera tiagia de su matesi de ogu de pibere husada item atera tiagia noa de ispiga sença iscruare ittem bindigui pannigueddos sena iscopiare nos,sença portare de ranu de pibere intandasy de ranu de trigu ittem quinbe pannigueddos iscopiados de iscannos sensa portare ittem duas cobertas de capidale de tela mercante,hunu laoradu, sateru de pannu pranu,hunu husadu,sateru sença sena portare ittem atteras dus crobettas de cabidale de tela de pannu pranu(sic) laoradas husadas ittem huna imbola de tela de mercante sena portare cun arranda ittem atera imbola de tela de mercante prana cun frangias item atera imbola de tela prana laorada cun arranda de mercante item tre pannos de faguer(de sa que ?) de tela grusera laoradas husadas ittem duos telos de borocanu de ispiga

ittem ateros duos pannigueddos unu de ispiga,sateru de ogu de pibere husados portados

ittem una mesu tiagia de iscacu segada et husada ittem una banitta noa de quinbe telos ittem quinbe singias de pannu hordidu sença buddire, pius battor lomboros de trama itetm duos lençolos de tela travigada piu atera lençolu de tela travigada ittem bindigui platos de mosiga et noe discos de mosiga,cunsos congios de mosiga inter mannos et minores ittem settanta iscritos de paperis inter actos et recidas item una casitta de nugue ittem huna sedda beça cun dunu istafale beçu,cun duna segure beça item tres cadiras beças et huna conquedda et duos tianos de tela husados et sette crobes de iscrareu beços ittem unu saeddu de triulare de ferru item hunu juale de carru beçu et una mesa de sueguere portada item una cuba prena de binu,reservande que dita cuba de binu indefaltat pagu pius o mancu de duos carrigos item quimbe libras de lana bianca pagu pius o mancu ittem duas libras de lana anjonina pagu pius o mancu

ittem sette libras et mesu de lana mardiguina fatta a tramale item una pariga de trebides husados

item duos bancos de seçire de lina sas cales robbas sun istadas remiradas in presençia de Nicolau Carta cambiu de maiore et Salvadore

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Foddis, Antiogu Linças et Juan Franciscu de Campu tottus de sa presente. Cunsa presente atorgan et cunfessan in veridade in presencia de Nicolau Carta cambiu de maiore et de Istevene Manay et Dama Contone tottus desa presente villa qualmente sas personas de Perdu Casula y Sebestianu Coco Desi et Nigola Flore tottus de dita villa,drf connados respective de su quondam Juani Collu tottus que apare de governare et mantener tottus cuddas robbas andantiles et moventes que issos si obbligan governarelas fini apetantis que sos minores den tenner sa edade debilas restituire,suttas pena que sos subraditos,que sun obligados cando si isperderente o faltaret alguna cosa segundu est ispesadu in dita notta,delu pagare de benes insoro que pius etc clarisia de ditos minores pro non isquire iscrier inde sa presente firmad de t. hoe in Paule a 9 de 9bre 1660 Paule. Juan Pedru Murgia, Antoni De Ponti so tts presentes Cun sa presente atorgo Perdu Casula de sa presente villa,connadu respective de su quondam Juany Colleo,que reposat sos duos boes domados et isse si obligat governarelas etmantenerlasettener(sic) contu fina atque siat dimandadu o casu falaaret que isse si obligat ditu Casula dadare(sic) contu de ditos boes gantu reposant in podere de Casula e per clarisia de tottus inde faguet sa presente firmada de tts hoe in Paule latinu a 9 de 9bre 1660. Juan Pedru Magia firma sa presente, presente su ditu Casula ut supra Antoni de Ponti firmo sa presente ut supra. Pasande avante in sa presente notta et inventariu de benes de su modu siguente Primo huna tiagia de iscacu noa, duos pannos de saq… laorados usados que bindat hunu segadu pius hunu juale de arare cun sa susuja et loros pius unu ateru iscrapeddu pius huna fudasa(sic) pius huna fresada beça pius huna berrina manna, hunu sane cuba piu hunu frenu beçu, hunu marteddu, huna candela de ferru husada, huna tianedda aristanesa, tres cannas de frongia de pius et mesu

pius bator crogaços de latone pius tres banitas, duas noas et huna husada plenas a lana huna ebba domada et beça, huna ampudda

tts Joan Perdu Manay, Francisco Collu et Juany Piredda de dita villa “. Una corona di probi uomini, diretta dal maggiore di giustizia Sisinni Vidile, sentenzia assegnando i minori ai cognati del defunto,liberando il curatore testamentario dalla incombenza: “Die 29 de abrile 1661 Paule Faguet relacione Sisinni Vidile maiore su presente annu de sa presente villa que hoe die presente istande Pedru Casula et Nigola Flore connados de dita villa de huna parte et parte atera Sebestianu Dessy de dita villa et connadu de sos ditos Casula et Flore tenet apligadu et congregadu coron de bonos homines pro gue cuddos averen declaradu si sa sienda et benes lasados pery su quondam Joany Colleo de dita villa et connados respective los diait governare ditu Desi o vero sos ditos Casula et Flore probenes non sunt curadores testamentarios si gustan servire sa dita cura pro gantu tenet in domo insoro sos tres fijos minores lassados per ditu quondam Colleo pro no essere quefidos andare a istare in domo de ditu Sebestianu Dessy,tottus sos cales pro homines de dita corona avende intesidu sas allegas et narrativas de ditas partes poninde a nostru senore Deus daenamntis des sos hojos et putos(sic) insoro de hue procedit dogni veru et rectu judiciu bator concordes et hunu discreapante at pronuntiadu et declaradu de q. vistu que est voluntade de sa parte de ditos Flore et Casula governare ditos benes et fijos minores cuddos no queren istare cun ditu Dessy, obligan ditu Dessy in restituire et dare tottus ditos benes lassados pe r ditu quondam Colleo a sos ditos Pedru Casula et Nigola Flore de dita villa (…) menores tentu de dita asienda comente et de sos ditos figios minores asocales in alimentare dae sos frutos et proceidore de ditos benes tantu mobiles comente et imobiles tottus se conforme calidade inçoro requirit obligande a ditos Flore et Casula firmar apocha a ditu Dessy et tottu sugue per notta lis det intregare et a ditos Flore et Casula obligan que los governet et (…) e ditos benes pro gue non bengian asi sperder pro cale si quergiat manera et que

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isperdindelos los den pagare ispeçie per ispeçie et custu an declaradu ditos prohomines(sic) que fuin sas perçonas de Antoni Macia, Francisco Vacca, mastru Petru Paule Carta, Pantaleo Pira et Juan Francisco Atzene tottus de ditta villa de Paule Latinu et itta referens. Joannes Jacobus Vacca notarius et scriba

Dito die et incontinente. Pius relatat ditu maiore que asos ditos Nigola Flore, Pedru Casula et Sebestianu Dessy connados de dita villa silis est istada notificada su tenore de dita sententia sos cales an laudadu sende testes ditus prohomines judicantes. Idem Vacca notarius et scriba. Die 29 de mayu 1661 Paulelatino. Pedru Casula et Nigola Flore connadois de sa presente villa gratis confessan et regonosquen que an reçidu dae Sebestianu Dessy de dita villa presente que dae cuddu at apidu et reçidu tottus sos benes que sunt asentados insa retroscrita notta fatta in sos benes de su quondam Juany Colleo dessa presente villa et cuddos reposant tottus in podere insoro et promittit de que los den governare et tenner contu finy aque den esser sos hereos et figios minores de ditu quondam Colleo sutta obligaçione que perdiçiende et destruinde cuddos los den pagare et rifaer dae sos bens propios(sic) sença inculpare in cosa alguna ditu Sebestianu Dessy,tottu in conformidade de sa sententia preferida (sic) in podere de su maiore Luis Manay et pro gussu den renuntians&susmitinde assu foru de sa presente Incontrada, renuntiande cale su quergiat legie obligacion& ferman& juran tts Joani Malocu y Sebestianu Manay de dita villa. Idem vacca not.” Il verbale continua in catalano: “A la present coppia de inventari es tretta de son propri original ab stançia en res no moguda deles quals fas fe yo Juan Jaime Vacca notari et scriba de la present encontrada de quibus”. In data 18 febbraio 1661 vi sono una serie di scarcerazioni con prestazione di malleveria.: “Die 18 mensis februarii1661 Abbasanta De ordine de su magnificu Llorens Dessy officiale et juigue ordinariu dessa presente Incontrada descarcerat daesas reales presones dessa presente incontrada de Parte Osier Reale a Salvadore Foddis de Paule et presoneri detentu insas reales presones de dita Incontrada assu gali sili dat sa presente villa de Guilarça et jures(sic) de cudda pro restu et presone et de cudda non det bessire de die ni a denotte& su gale promittit tener dita villa de Guilarça pro restu et presone et promitit que de cudda non det bessire de die nen adenote cun pes suos ni angienos de die nen adenote et faguinde asu contrariu queret pagare sa pena de 200 ducatos incontinente a sas casas dessa Regia Corte que quie lleret (sic). Et a magiore seguridade dat pro firmança et principale obligadu, cun isse et sença issu,in solidum cun clausola vaccandi assa perçona de su nobile don Francisco Madao dessa presente villa de Guilarça su guale sendo presente aceptat ensy su carrigu de dita firmança et promitit et obligat de que ditu Foddis dete tenner sa presente villa de Guilarça et juras(sic) pro restu et presone et de cudda non det bessire cun pes suos nen angienos de die nen adenotte et faguinde assu contrariu queret pagare dita pena de 200 ducatos asas casas et pro cussu de renuncian de sy propriu foru insoro et si susmitin assu foru et jurisdiçione dessu magnificu officiale et alterius cuyuscumque judicis & renuntian de hasibendos(sic) tottus et et cali si quergian legies, privilegios, husos patrios, pramaticas e novas constitussiones que ajudare vel defendere las poderet renunsiande ditu nobile Madao gasi bene su foru millitari(sic) et assa legie si convenit(sic) &et obligans& firmans& et ditu Madau firmat de manu sua. Don Franciscu Madau tts Joan Flores et Joan Baptista Pinna de dita villa, Joan baptista Pinna Vacca notarius.

dito die et incontinente Maria Madalena et Juan Domingu Marras, frade et sorre et mugiere et connadu respective de Salvadore Foddis dessa villa de Paule,considerande sa bona opera que su nob. Don Franciscu Madao desa presente villa at fattu in faguer fermança a ditu Foddis de bogarelu dae sas reales presones de sa presente incontrada et dareli sa presente villa de Guilarça pro restu et presone suta

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pena desoedicaty (sic)gratis bogan afannu et traballu de indenna a ditu nobile Madao que sinaiat assa florentina cun su danu in su danu et apustis de su danu et si obligat pagare in solidum totus et cales si quergiat gastos depius et alias que ditu nobile Madao potat tener pro dita fermança et pro gussu de renunt& susmitins & obligans coeste ditu homine sa propria perçona sua etotus duos tottus sos benes insoro mobiles &firmans. Tts Joan Flores et Joan Gavino Deligia de Suni presentes acatados.

Dito die Guilarça . Bilianu Capay y Franciscu Padrusi(sic) Joan Antiogu Dehias et Joan Gavinu de Guilarça faguent fiança de Franciscu Carta de sa presente villa de 200 ducatos,promiten que non det bessire dae sa domiguedda desas reales presones de die ni a denote, Renun.&obligans & firmans Tess prediti. Die 19 de freargiu 1661 Guilarça de ordine dessu magnificu Llorensu Dessi officiale et juigue ordinariu dessa presente incontrada de Parte Ossier Reale si lassat andare affaguer sos fatos suos ssa persoina de Pera Brottu Canopia dessa villa de Aydumajore presoneri detentu in custa villa de Guilarça et promitit et si obligat de comparer daenantis de dita magnificensia sua tantas et quantas voltas qui det esser requestu, sittadu et dimandadu et, faguinde su contrariu, promitit pagare a sas cofres dessa regia corte sa pena de duguentus ducatos & et pro magiore(sic) seguridade de dat pro firmança et principales obligados in solidum a sas perçonas de Juan Juniary Canoppia et Antiogu Mele de dita villa presentes& sos cales promitint conparrer a ditu Pera Brotu atosies quosies,sutta pena que faguinde assu contrariu queren et promitint pagare sa pena de quentu ducatos a sos cofres dessa regia corte et pro cussu renunsiant&obligans& firmans et jurans et pro isquiri isciere firman de manu insoro. Yo Brotu Canopia, y Antiogu Mele. tts Juany Huda et Juan Antiogu Pisanu de Guilarça et Aydumajore. Vacca notarius”. Una licenza di permuta di un chiuso, concessa ad un curatore di minori, così si articola: “ Magnifich Officiale Larençu Desy Matheu Henna, maridu in primis nunçis de sa quondam Mariangela Carta et curadore de sos fijos comunes inter ditu Enna et Carta narat a V.M. que ditos fijos tenet heretadu de dita quondam mama insoro hunu cunjadeddu in logu naradu sos portojos,saltu de sa presente villa, de su gale non si tenet nexunu profettu pro ditos minores,protantu ditu Enna queret canbiare cuddu a Antoni Dezori pro li dare pusesiones canbias pius profetosas a ditos minores et gasi suplicat a V.M restet servidu decrettare et dare lisençia a ditu Enna curadore que potat faguer dita canbia et firmarende sos actos neçessarios in conformidade de su despostu in sas reales pramaticas et ech(sic) hony meliori modo& et pro non isquire yscrier ditu Enna firman sos infrascritos testes..Juan Francisco Pisquedda firmo pro parte de ditu Enna a suplicasione sua.Nicolau Vidile Corria.Presentes ditas partes. A 18 de marçu 1661 Paule. Vistu sa demanda fatta per Matheu Enna,curadore de sos fijos suos et de sa quondam Marianjela Carta mujere in primis nunçis de ditu Enna,hue dimandat silli diat lisensia de canbiare su cunjada (sic) de sos Bortojos que ditu Enna possedit comente et curadore de dittos minores pro tantu sa m.e sua decretat et dat facultade a ditu Henna que possat canbiare cuddu cun Antoni Dezori o attera persona aquie mesy (sic) lidet dare atera canbia suficiente in beneficiu de ditus moinores a sos calles (sic) canbias in de potan firmare sos actos et cautelas necessarias justa stillum et pro su jenerale obligare sos benes de ditos minores et custu decretat et verbalmente declarat. Joannes Jacobus Vacca. Notarius”. In data 29 marzo 1662, a Guilarça, Maria Marras, vedova di Juani Contone, fa testamento; tra l’altro,lascia :”testat et lassat issa testadora a sa carissyma figia de issa testadora nomenada Luguia totu cudda domiguedda que issa testadora teniat et posedit quest costadu Antony Manca Nurquy pro bona figia que semper de at conotu et pro laver mantesida et limpiada totu su tempus que issa testadora fuit paralitica et custu pro esser dita domo et bingia de issa testadora ittem totu sos piliguigios que tenet issa testadora in domo silos depiant dividire per iguales partes Luguia et Perdu Paulu( altro figlio che riceve la vigna” pro aver dadu a Isperança sa parte sua in cojançes”.

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Il testamento del prete Antiogu Saba è in questo modo: “Die quinta mensis juny 1662 Guilarça. Su venerabile Antiogu Saba dessa presente villa de Guilarça, acatandesy de infirmidade corporale in domo mia detentu istende in pero in su bonu… meu sana memoria et firma loquella fatto et ordino su presente meu testamentu dessa forma, serie et tenore siguente. Et pr.e acumando sa anima mia a nostru Senore Deus qui lat criadu suplicande la quergiat regoller a misericordia et que su corpus meus siat sepellidu intro dessa parroquiale eclesia dessu gloriosu Santu Macariu, cumandende que su die dessu obitu meu si ora det esser … die siguente se mi fetat celebrare duas missas paradas cun diach et subdiach et tottu sos depius saçerdotes deen esser in sa presente vila(sic) la celebret cantada sos curados inpero et assu 3.7.30. et annale dogni curadu depiat de mi celebrare huna missa cantada satisfetta sa solita candidade… Item cumando que si a casu nostru sennore si serviret de isse testadore que sinei depiat faguer sa incumandiçia dessa anima et que cando su corpus meu si det portare asa eclesiastica sepultura si depiat de mi portare tottu sa ponpa ecelesiastica faguindemi sas pausas et cantandemi su offissiu defunctorum segundu a senblantes saçerdotes si solet faguer. Item cumando que depiat de asistire sas tres conflarias desa presente villa(sic) a mi faguer honra in aconpannare su cadaver meu a sa eclesiastica sepultura mia dandelis a dogni conflaria respective degue escudos,que sunt 25 liras, bendinde inpero ditas conflarias cun sa pague et hunione que convenit bia ver intre issos nexuna presidentia sine segundu sa antiguidade que cussa est sa voluntade mia in no faguer exentione nexuna . Item cumando que si depiat de dare a su gloriosu santu Macariu otto escudos naro 20 liras siguidi incontinente ditu obitu meu, Ite testo et lasso atotus sas depius ecelsias edificadas in sa presente villa et in ssa de cudda vinti soddos a dognihuna resp.e Item cumando que de sos benes meos si depiata de carigare a sencale sa partida de quentu quinbanta liras in logos seguros et de sas pençiones de cudda semi fetat celebrare huna missa perpetua,mentres que su mundu det esser mundu, dande logu a su senore de sa eclesias que dita partida la depiat de asentare in su libru de sa dita ecclesia hue restan asentadas sas missas perpetuas pro que constet et custa est sa hultima voluntade mia. Item lasso a sos carissimos nebodes meos nomenados Juan Silvery et Ana Maria Saba,figios de sa carissima sorre mia nomenada Caderina Saba, totu cuddu cungiadu tengio in logu nadu Pala de çipula,saltu de Abbasanta, cale cungiadu lis lasso pro servitios perçonales que mian fatto et de cuddos apo reçidu comente et bonos nebodes,cumandende que nexunu lis fetat contradiçione pro esser sa hultima voluntade mia ;item instituo curadore dessa anima a su venerabile Pere Antiogu Fadda pr.e de dita villa et a conadu meu Dominigu Pinna a sos cales dao (sic) bastante podere de adimplire et siguire su hultimu et presente testamentu meu siessegundu permie estat despostu Item lasso a sa massaia mia Bonaera de Nurqui totu cudda domo cun su pendeinte tengio in sa presente villa que sermper tenio aistala que est custas dessas domos de mastru Macariu Degortes, sa gale domo et pendente li lasso pro tottus sos servitios perçonales que de apo tentu tantos annos que restat in domo mia servindemi de massaia de manera que a casii biauretsibiadu in dita domo cumando que nexunu le fetat contradiçione nen etiam dita de Nurqui demandet atera cosa a sos hereos meos pues cun dita domo et pendente restat satisfata de cale si quergiat traballu et servci personale que tantos annos de cudda appo reçidu pro esser gasi sa voluntade mia. Et tottus sos ateros inpero restantes benes meos,istantes et moventes de intro et foras ami pertocantes de cales si quergiat manera, lasso et atorgo assos carissimos sorre et nebodes et nettas mias nomenadas Marianna Saba, Mariangela Saba, Sufia (sic) Saba, Anna Maria Saba, Antoniangela Saba, Esperança Saba, Francisco Saba, a sos cales instituo hereos meos huniversales cun pactu vinculu que morinde algunu de cuddos sensa figios legitimos et naturales et de legitimu et carnale matrimoniu procreados,in tale casu cumando que sa presente de su quondam det morrer tenet a su bivente et morinde tottus, su que Deus non permitat, totus bens meos torret a sa herensia prus propincua. Revoquende cun custu presente meu testamentu tottus et cales si quergian ateros testamentos et codiçillos per me in podere de cale si quergiat nottariu o iscrianu fattos et firmados,abenes que in

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cuddos biapat cale si quergian paraulas de rogatorias de sas cales de podia faguer expressa memoria,cumando que custu bagiat a tottus sos ateros. Custa est sa hultima et derrera voluntade mia eo su hultimu et derrarera(sic) testamentu meu su gale cumando bagiat per via de testamentu et, si non valet o podet valer per via de testamentu, cumando bajat per via de codiçillu nuncupativo o pro atera … quergiat hultimu et derrera voluntade mia que mengius de derettu o de cale si quergi, situada in sa presente villa de Guilarça. Signale de me ditu testadore qui su presente meu testamentu lloe aprobo, ratifico et firmo.

Bene et distintamente firm,an sos baxu iscriptos que sunt su r.o Diego Liqueri Abade, su venerabile Antoni Manca, Jusepe Liqueri et Juan Baptista Falcone de dita villa et Juan Gasparru de Norguiddo y Juan Pala de dita presente villa”. Le donne hanno bisogno di una licenza per fare procura in una causa:

“Senor Officiale. Maria Angela de Serra de sa villa de Abbasanta apelait de sa sentensia per V.M. proferida in sa causa que custa parte aportat contra de Sebestianu Marras,subra que sili diat sa legitima et tribilianica de sos benes lassados peri su quondam Antiogu Sanna et comente siat que custa parte est femina et non podet introduire dita causa in su reale Consigiu,sensa que in nomen sou ad det unu procuradore, su cale non podet creare lu nen ho fimareli actu de podestade sensa decretu de V.M., pro cussu suplicat cumandet decretare a que potat faguer su anteditu maxime atesa sa hutilidade podet tenner in faguerilu et su dannu li podet suceder in non creare ditu procuradore et haec & salvis.Maria Angela de Serra in facto proprio per manos de atere. Jesus oblata die mensis agusti 1662 Guilarça. Que pro cantu sa dita suplicante non podet deduire dessas rexones suas menttres que si pongiat procuradore pro tantu sa m.e sua li dat lisentia segundu suplicat. Juan Leonardu Putzolu.Leonardu Coco scriba de mandatto(sic) per Vacca not. Et scriba”. In data 11 settembre 1663 si procede a fare inventario nei beni di Sebastiano Obinu di Paulilatino, che vengono poi assegnati dalla corona dei probi uomini alla vedova Francesca Carta, controllata dai “miradores” e sotto garanzia del secondo marito: “Die 11 de7bre 1663 Paulilatino. Inventariu et istimu de benes que si faguiet de ordine dessu magnificu Joan Lleonardu Putzolu officiale dessa presente incontrada, instande Salvadore Obinu dessa dita e presente villa in sos benes lassados perri su quondam Sebestianu Obinu figiu de ditu Salvadore Obinu in presençia de sos fijos minores de ditu quondam Obinu et de Francisca Carta mugiere sua nomenados Joani Obinu et Salvadore Obinu, tantu de istantes comente et moventes de intro et foras aditos minores pro parte paterna pertocantes, pro su que sa m.a sua tenet dadu de juramentu a dita Francisca Carta pro que mediante cuddu revelet tottus sos benes lassados per ditu quondam Sebestianu Obinu pro que cuddos siant avalorados et istimados in profettu de ditos minores et gasi bene in effectuasione de ditas cosas dat de juramentu assas perçonas de Angel Vacca, Sisini Casula, Joan Franciscu Atzene et Antoni Coso tottus de dita villa… mediante ditu juramentu istimen et avaloren tottus… que dita Carta mama de ditos minores… tantu de istantes comente et … in profetto de ditos minores et segundu disposiçione de pramatica,sutta pena tantu a dita Francisca Carta mama de ditos minores comente et prohomines ajuramentados,sutta pena de su perjuru a dogni hunu respective et siguit . de su modu siguente: et primo dita Francisca Carta revellat que tenet huna caxia de castangia noa valet otto liras tocat a sos minores 4liras item huna imbola de tela bosanesa oberada a inteladu de tela valet tottu pro sos minores 1 lira item hunu cossinu de tela de butega cun listone de seda, valet tottu pro sos minores 0.5.0 item huna imbogia (sic) de ginestra fine,valet pro sos minores 0.15.0 pius ateru panigueddu de ginestra usadu,valet pro sos minores 0.5.0 item huna tiagia de iscacu usada,valet tottu pro sos minores 0.6.0 item una perra de papallone de pannu granu usadu oberadu, valet in tottu… 6.0.0 … panigueddos nos aunu peçu de iscu tottu pro sos minores valent 3.15.o ittem sette telos de pannitta nos de tela hunu biu et hunu mortu, valet tottu pros sos minores 2.14.

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ittem hunu coberibancu usadu de rugues de Oliena,valet pro sos minores 1.10.0 ittem huna bannita prena de lana de tela sarda istimada,valet pro sos minores 2.0…

ittem hunu fuste de lettu di… estripides o… 0.5.0 ittem bator corgios de mosiga nos et huna salera noa,tottu pro sos minores valet 1.5..

ittem quimbe plattos 4 minores,1 mannu tottu,pro sos minores valet 0.15.0 pius huna ampula, hunu caligue et huna taça, pro sos minores 0.5.0 pius ateros bator platos de musiga… ses discos de mosiga

ittem hunu aneddu de oro fatu a sa antiga, pro sos minores 12.0… item huna sartaina usada,pro sos minores 1.0.0 item huna paia dxe trepides, pros sos minores 0.10.0 pius huna carçida,pro sos minores 0.12.0

pius hunu tianu mannu,pro sos minores valet 0.1.6 pius hunu colabrou de rame et hunu tratagassu (sic),pro sos minores 0.10.0 pius duas crobes usadas et beças, pro sos minores valet 0.4.0 pius duas cadiras aristanesas et hnu iscanu, pro sos minores valet 0.15,0 item hun mesa manna de duas taulas de Tonara istimada pro sos minores 0.17.6 pius huna cuba manna usada valet pro sos minores 4.0.0 pius atera mesitta minore de mandigare totu pro sos minores 03.0 pius huna partiçella de labia que est…. pro sos minores 6.0.0 …huna banitta,… sacone… 2.10.0 item huna lança et ispada pro sos minores et non si istimat item hunu fernu de caddu pro sos minores 0.15. item huna sedda husada tottu pros sos minorees 0.10.0 item hunu petene de ferru de petenare femina,s tottu pro sos minorees 0.9.0 item huna pudaça, tottu pro sos minores 0.0.6 item huna sala et hunu pendente cobertu et huna meitade de ruina iscoberta,tottu de sos minores et avaloridu in 50.0.0 ittem hunu boe domadu tottu pro sos minores 12.10.0 ittem hunu porcu de mardigadu et hunu anirgu,tottu pros sos minores 1….. item duas vacas d emardigadu et hunu lados de fitellu,tottu pros sos minores 17.0.0

ittem sa meitade de hunu boe vendidu a Franciscu Firinu, pro sos minores 5.0.0 item huna vingia in logu nad… ena de rega,tottu pro sos minores… Jesus Christus. Su magnificu Joan Leonardu Puzolu, officiale de sa presente Incontrada,insiguinde su judiciu,vottu et parrer de sos infrascrittos judicantes, concordes et nexunu discrepante,providit, pronuntiat et sententiat et declarat et pro gantu Francisca Carta, mama dessos minores est et si acattat curadora testamentaria de cuddos, confirmant a ditta Carta in esser curadore de ditos menores et benes ispressados in presente et retroscriptu inventariu,fattu a instancia de Salvadore Obinu donnu mannu de ditos menores cun que diat et espretet(sic) idonea fermanças de bene et lealmente guardare ditos benes et in casu de disperdigiu(sic) pagare cuddos segundu constat per ultimnu e segundu disposisione de pragmatica et gasi bene si ponet miradores tantu de ditos minores comente et benes cuddos pertocantes a d.no Salvadore Obinu… mannu et a sos tios Lenardu et Francisco Obinu… e inventariu sententia et alias dae.. essu hiettadu et de tottu continuen sos act& nos neçessarios non obstantibus.

Juan Leonardu Putzolu. Nomina .Judicantium Antoni Vacca, Sisini Casula. Joan Francisco Atzene, Crisanty Atzene, Antoni Coco de dita villa et pro non isquire iscrier no firman et pro isso firmat su not.Joannes Jacobus Vacca. Publicada ditta sententia a sas partes, sas cales laudan.Testes prediti .Vacca not. Ditto die Paulilatino. Francisca Carta, mugiere in primis nunptis fuit dessu quondam Sebestianu Obinu dessa presente

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villa, gratis confessat que totus sos benes espressados in su retroscriptu … fattu in prefettu dessos… los tenet in podere… promitit et obligat de que dittos benes los det tener guardare et governare bene et lealmente fini a que sos figios suos menores sian a tempus de poderlos governare et in casu que los desperdiassiaret o isfagueret promittit et si obligat pagarelos de benes suos proprios tale comente restan istimados et avalorados in su ditu et retroscriptu inventariu et pro majore seguredade dat pro firmança et principale obligadu cun illa et sença illa in solidum a su segundu maridu sou Joan Ziloque Oppo de dita villa, su gale gasi bene,sendo presente, açeptat ensy su carrigu de dita fiança et promitit et si obligat de que ditta mugiere sua Francisca Carta det guardare et governare dittos benes…. ditto Oppo et in casu si desperdissiaret delos pagare de…benes insoro et pro gussu renuntian… foru insoro et si susmitit… jurisdissione dessu magnificu Officiale et altres iugies cumque judices renuntiande tottus et cales legies privilegios husos praticas pramaticas o noves constitussiones que ahudare vel defendere los poderet et assa legie si convenerit, renunsiande ditta Carta sa legie Veleyana et pro dittas cosas de obligan su homine sa propria perçona sua et ambos tottus sos benes mobiles et imobiles, apidos et pro aver,segundu que gasi lu firmant et jurant largamente.

Testes prediti.Idem Vacca notarius et scriba”.

-2.Sempre nell’Archivio di Stato di Cagliari, Tappa di Ghilarza,nel vol. 257 vi sono alcuni documenti interessanti. Il testamento di Joan Mele Zori è del seguente tenore : “A 16 de arbile 1635 Pauli Latino. Joan Mele Zori residente in sa presente v.a de Paule latino,de malaltia(sic) corporale in domo mia detentu,istende imp(er).o in su bonu sinu meu,sana memoria et firma loquela, fato et ordino su presente testamentu de sa forma sig(uen)te.

E p.o acumando sanima mia a n.s. Deu qui lat criada, suplicande la querjat regoller a misericordia et q. su corpus meu siat sepultadu in sa comunidade eo cemiteriu cumandende que su die de su interru de su corpus meu semi celebret duas missas,una cantada et una baxa et a su 3.7.30 et anale(sic) donia volta semy celebret duas missas baxas.

Item lasso a sa parrochia 3 liras a n(ost)ra s(eno)ra 2 liras et asas de prus(scritto 9 finale) 1 lira per ecclesia,totusos atteros imp.o restantes benes meos,istantes et moventes,gasi de intro comente de foras lasso atorgo et consento a sos charissimos fijos meos nomenados J.Angela, Fran.cu, Perdu, Madalene et Salvadore Mele Zori p. yguales partes inter issos divididores, instituinde a d(it)os fijos meos ereos meos universales cum pactu que morinde algunu de ditos fijos meos sença fijos legitimos et naturales sa parte de su qui det morrer torret a sos atteros(sic) et morinde totus su qui des(sic) non querjat ditos benes meos torren a sos ereos prus propincos.

item lasso curadora et dispensadora de sanima mia fijos minores et benes meos a sa charissima mujere mia Maria Malocu. Item cumando que de sos benes meos non si fetet inventariu pro gantu isto seguru de sa cuota mia infra abenes biapat quale si querjat instancia.

Item fato(sic) mensione de totu sos benes istantes et moventes que comunamente tenio cun frades et sorres mias in sa villa de S.tu Lusurju, de sos eretados de sos quales babu et mama mia istamus ygualados et parendu totu que sunu non tenet itte dimandare asateru sino sa partida de sos dinaris(sic) que su ditu quondam babu meu asora que morgisit deviat sa parte que a mie tocada a pagare apo dadu a Luguia Sias sorre mia p.ra pagare eo dare las ensas(cunjas?) presentes insoro a quie si devia demodu que justa sa consientia mia naro non mi deven nexuna cosa nen minus deo a ditos frades et sorres mia.

Custa est saultima eo arrera(sic) voluntade eo su ultimu e darrera(sic) testamentu su gale querjo et cu… bajat per via de testamentu e,sino balet o no det valer per via de testamentu,mando bajat per via de codicillu nuncupatiu o in attera quale si querjat ultima edarrera voluntade mia que menjus de deretu o de quale si querjat manera valer et tener pottat,desu gale siguida sa morte mia cumando indesian fatos et donados asos ereos legatarios o atteros a endedoe(sic) interessu tantas copias et translados quantos indeden dimandare;fatu est custu intro de sa solita habitasione mia situada in sa dita e presente vila die et anno ut supra.

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Sinyale de me ditu testadore qui su presente meu testamentu hoe apu(…) e ratifico et firmo. Tes. p ditu testadore lamados conosquidos et pregados suntos(sic) Paulo Corria, Paulo Piredda, Joanne Flore, Diegu Corona et Joane Franciscu Delogu “. Il giorno 12 ottobre 1635 vi è il testamento di Vitoria Muscas: “In nomen de nostru senore Deu siat e de sa humile virgine santa Maria e desu arcangelu santu Miquely ede totu sa corte celestiale de paradissu, comente totus sos criados siamus(sic) sujetos asa morte corporale et degudda iscapare non potumus(sic) et convingat a sa persona prudente mentres viviat su intendimentu sou de poder disponer de sos bens suos a tale inde potat dare bonu contu a su altissimu Re de gloria, pro gussu deo Vitoria Muscas de sa presente villa de malaltia corporale …et que su corpus meu siat sepultadu in sa conflaria de nostra sennora de su Carmen pro esser sorre de dita conflaria et si per casu pro alguna causa no mi poderen interrare in sa conflaria, in tale casu cumando siat su corpus meu interradu in sa eclesia de santa Maria de su conventu de sos frades Minores,querinde que su die de su interru de su corpus semi feten(sic) celebrare ses missas duas cantadas et bator baxas…lasso a sa dita conflaria de su Carmen 10 liras, a nostra Sennora de sos sette dolores,2 liras, a nostra Sennora de sos Anguelos 1 lira. E totus sos atteros impero restantes benes istantes… lasso atorgo et consento a sos carissimos fijos meos nomenados Caderina, Violante, Joanna et Maria Demuru et Muscas per iguales partes inter dissos dividiores(sic)…tes. suntos su venerabile Diegu Caddeo, Miale Flore, Joanne Barraca et Joanne Pintos, idem Vaca not.”. In data 10 giugno 1636 a Paulilatino si roga una soccida di vacche tra i fratelli Francisco ed Antoni Anguelu Madeddu, da una parte e Cusimu Joan Paulu Murtas :

“A 10 de juny 1636 Pauli latino

Francisco Madeddu et Antoni Anguelu Madeddu frades de sa presente villa de gradu insoro faguen cumony de vaccas pro tempus de quimbe annos comptadore de hoe in avante cum Cusimu Joan Paulu Murtas de sa dita e presente villa, inter sos cales est istadu de su modu siguente, coeste que ditos frades ponent segundu cun su presente si obligant poner sos undigui pegos(sic) de vacca, comente curret roba de anno in susu,a contu de ditu cumony, a contu de sas cales su ditu Murtas promittit que infra un annu de hoe in avante lis det dare degue pegos de vacca de etare vedu(sic) totu de mardigadu de tres annos insusu, sas cales en ditas 11 pegos que ditos frades con… ponent dent esser de su numeru de vinti unu pegus (sic)de vacca ediguddas promittit aportare a comuny de deretu que sinarat,segundu sas consuetudines de sa presente et segundu disponent su capidulu pasturende in sos logos liquidos acostumados a voluntade de su ditu Demurtas dande donni anu bonos contos sença fraudu(sic) nexunu e detotu su qui nos lis det dare de ditas 21 pegus de vacca tantu de casu,annodinos et alias lu dent parcire et su fine de ditos 5 annos dent partire per iguales partes et pro qui faltat ancora a pasare ses pegos de sas 11 que ditos frades ant postu incontu de sas cales est istadu pactadu que su ditu Demurtas lis servat de procuradore in totu ditos quinbe annos et que lis deit su cunjadu de Goronna pro su governu de ditas vaccas segundu que tambene ditu Demurtas promittit incontu de sos pegos que podiat poner a pasare sos ses pegos restantes de ditos frades promittit que in totu ditos quinbe annos los det servire de p(rocurado).re de sas causas civiles ert criminales qui dent tener in sa presente incontrada et in Aristanis tantu et prus las det dare ditu cunjadu de Goronna tantu pro ameddare ditos degue pegos comente de prus pro governare las in totu ditos quimbe annos francament et totu sas cales cosas las ditas partes po su qui adoniunu respective de issos tocat haver de adimplire promittit que dent adimplire vicissim intro de sa presente villa cum obligacione de sas personas et benes.

Tes. suntos Antoni Joan Vacca. Ant. Mura y Francisco Saldran de Hisili in sa presente villa agatadu”. Il giorno 8 dicembre (xbris) 1636 a Paulilatino si roga il testamento di Miguela de Campu con qualche particolarità che segnaliamo,come per gli altri testamenti, per evitare ripetizioni del formulario:” Miguela de Campu … item lasso a su carissimu maridu meu Joan Contone su juo de sos duos(sic) boes domados que tenimus a su cumoni pro bonu maridu que semper iddapo (trattino per raddoppiare la d, ndr)tentu”. Il giorno 12 ottobre 1636 una vendita,in catalano contempla un “erimo eo vinya vella a

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luguerras”. In data 25 luglio 1636 a Paulilatino il testamento di Maria Liqueri stabilisce tra l’altro:

“item lasso a sas eclesias de sa presente villa et Santa Justa 6 dinaris pro eclesia. Item lasso a fijos meos Antiogu et Joan Stara totu su cantu de terra qui tenjo in Sauri,in satisfatione de totu sa servitudine et alimentu que mi an fatu de continu cumandende que nexunu li fatat contradisione pro gantu est custa sa voluntade mia, sença que sos ateros fijos participen in dita terra sino que ditos Joan et Antiogu lente(sic) sa parte segundu sos de prus”.. Un contratto di Franciscu Seque per” ceracu de intro”, in data 13 gennaio 1636, segue questa formula: “Die 13 mensis yanuarii 1636 Franciscu Seque de sa presente villa a tempus de quinbe annos, sos cales hant comincadu dae primo de su presente in avante(sic),si afirmat et istare promitit cun Salvadore Foddis de sa dita e presente villa pro ceracu de intro que sinarat et pro qui li servat in totu su qui sili det cumandare infra ditos quimbe annos in particulare pro pasturare sas vaccas promittende que non de det bessire pro istare cun attere pro majore ne… m.e m.e de sa infrà(sic) et qui si det portare in ditos sannos(sic) bene et lealmente sença fraudu nexunu et in su casu fagueret su contrariu e ditu Foddis presente et a su ditu Seque pro ceracu de intro acceptante promitit que li det dare degue pegos de vacas de annu insusu, sas cales ditu Seque confessat haver recidu et istare a carrigu sou sas cales det portare a cumoni eo a ceracu de intro et tambene lu det tener in domo tantu sendo sanu comente malaydu et lu det governare de mandigu, bisidu bestire et carçare segundu si acostumat sa cerga a semblantes ceracos et a su fine de ditos quimbe annos dent partire ditas degue pegos de vaca cun su frutu que det proceder, declarende que det participare in sos alogos donni annu, tenturas o alias que si dit faguer in ditos eo pegos et leva de guddas e de sas qui dent morrer infra ditos 5 annos o bender de annodinos o atteras cosas tambene lu dent dividire per iguales partes.Totu sas cales cosas promittit adimplire.Tes. Larensu Oppo y Antoni Julianu Murja de sa presente vila”. Il 21 maggio 1636 Marquesa Contone Bertulu vende a Francisco Dezori una terra aratoria in Mura Iligues per il prezzo di uno scudo:

“Die 21 mensis may 1636 En nom de nostre senor Deu sia a tot notoriu que Marquesa Contone Bertulu, mujere de Francisco Corria de sa presente villa,faguinde custas cosas de consentimentu de su ditu maridu sou,bendet e per titulu de venditione(sic) consentit a Francisco Dezori de gusta dita villa presente et a sos suos perpetuamente cuddu cantu de terra aratoria de cabuda encirca duos quartos de trigu que sa dita Contone possedit possos(sic) justos titulos suos que soliat esser de su q.m babu sou posseyda in termens de sa presente villa y en logu naradu Mura Iligues segundu affrontat a costadu et pes a sa terra de ditu Dezori ab… de Santu Jo.. y ab terra eo… Martini Bertulu . Sa gale venda faguet segundu menjus narrer promittende lliurarideli possessione corporale . Su presu /(sic) est unu iscudu valentes duas liras et degue soddos sa cales confessat haver recidu de contantes a sas liberas voluntades suas . P(er).ço renunt.s& donat & mes avante Tes. suntos Joan Manay et Joan Antoniu Trigadu de sa presente villa”. L’intima per far pagare gli alimenti alla suocera segue questa prassi: “A 6 de marçu 1636 Paule R.(elata)t Perdu de Serra juradu de comente de instantia de Franciscu Manca et Antoni de Gortes hat intimadu a Perdu Floresi que infra otto dies diat et paguet sa parte de sugui li det tocare tantu mantener sa sogra comente ancora in sugui li det vener in degue noe liras de dita sogra insoro debet certificande que non pagande que sas terras e de prus cosas que hat ben… det esser de sugui det pagare…non de sos de prus. Tes. presentes Joan de Palmas, Antoni Vidile”. Una soccida di capi bovini è in questi termini: “24 agosto 1636 Paule Jacu et Nastasi de Serra frades fijos de Andreia de Serra de sa presente villa de scientia insoro confessan haver recidu dae Migueli Vidili cui insoro que de cudde ha recidu treigui pegus de bulu

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feminas, inter manas et minores, in sas cales sunt compresidas sa passa(sic) que li an postu ditos de Serra, sacales 13 pegos de bullu(sic) promittin aportare pro tempus de quimbe annos de su austu passadu …(juanote ?) a comunu deretu que si narat,pasturende cuddas cun sa vigilança que sos bonos et cuidadosos pastores solen pasquer in sos logos utiles et aprofitosos de dita roba,semper cum consentimentu de ditu Vidile no acudinde et… nen atteramente sença… de su cumonarju, dande don… annu bonos et leales contos sença fraudu ne mancamentu nexunu e incasu comiteret fraudu queret esser incididu in sa pena expressada in su capidulu e de totu su qui n.s. lis det dare de leva,casu, annodinos,corjos et alias los deva(sic) dividire p. meytade et a su fine de ditos 5 annos tanbene dent parcire p. iguales partes tantu de mardigau comente leva totu sasa cales cosas..

Tes Perdu Liqueri et Antoni Joan Vacca de sa presente villa”. In data primo novembre 1636 Antoni Seque vende ad Antiogu Seque una casa in rovina: “Die primo 9bris 1636 Paule

Antoni Seque de sa presente villa,de gradu sou p. isse et pro sos suos bendet a Antiogu Seque de sa dita e presente villa present et a sos suos perpetuamente totu cudda orruyna cun su territoriu tocante a dita ruina et de prus intradas et besidas de dita ruina, segundu afrontat a domo de ditu+ Seque e de su babu et a domo de Joan Murtinu m.e, sa gale venda&promittende& su presu est treigui liras,sas cales confessat haver recidu de c.es a voluntade sua e p. ço r…de & dona & prus anante.

Tes Antoni Vacca et Diegu Vidale de sa presente villa”. Il giorno 29 novembre 1636 la vendita dei maiali segue questa forma: “Die 29 n.e 1636 Paule

Lo discrete Pere Pinna not. y Miguel Becu pastore de porcos naturale de sa villa de S.to Luxurju, de gradu insoro confessan debere a su reverendo Pere Antoni Coco prevere, Miale Coco, Dionisi Deledda y a Joan Pau Murtas totus (tot9)de sa presente v.a,sa partida de quentu et degue liras et… suntos proceidas de su presu et valore de trinta porcos que a rexone 5&sunu liant bendidu sos coeste ditu reverendo Coco et Miale 55& et ditu Deledda 25 & et unu porcu et de ditu Demurtas 30& sos ditos Pinna et cump.a promitten pagare pro totu su mese de jenarju primo venidore de c.tes et ditu p.cu in ditu mese neysu menjus nes su peus de sos de ditu deleada impero totu sas cales cosas promittint adimplire intro de sa dita e presente villa sença dilatio nexuna cum obligasione de llur personas et bienes llargamente.

Tes. Pau.. Pira,Mauru Seque et Joa Baptista Seque de sa presente villa”. L’appalto della montagna di Cispili e di altre è verbalizzato in catalano: “Fas fe jo Jaume Vacca not.pub. dela present villa de Paulilatino com ab acte per mi rebut a honze del mes de.. any dela nat. del Senor.MDCXXXIII en dita vila de Pauli latino,Brancazu Corda y Joan Zancudi massaios y pastores de la villa de Bonarcado rendadors per temps de tres anys del p.o de maig en avant de las monttanas(sic ) de Cispili badde y serra de Crastula, segons que de dit rendament assereix consta ab acte de rendament fermat per Julia Mazuzi se haja relatio dela ciutat de Oristan secrestador del Priorat de dita villa de Bonarcado posat per sa Ex.a y real Consell acte rebut per Jaume Casu notari dela ciutat de Oristan, segons en dit acte …” Nel 1636 vi sono una serie di testamenti degni di studio. Il giorno 8 luglio 1636,a Paulilatino,Paulu Corria, malato, ma sano di mente,provvede:”acumando sanima mia a N.S.De…, lasso a totas sas eclesias edificadas..; cumando que si dita a sa eclesia de Santa Maria Magdalena unu anirgu de annu lompidu, lasso a Santu Joanne tres liras,item lasso a netta mia Francisca unu sau nou,qui apo fatu in annos passados in satisfatione de sa servitudine que mi at fatu.,”Altri beni (“ totus sos atteros impero restantes benes meos istantes et moventes..” )sono lasciati alle 4 figlie,Anguela, Antonia, Fabiana, Madalena; poi incarica come “curadores et dispansadores de sanima mia et benes meos a Antiogu de Campu et sa mujere Angela Corria Salis”.Vi sono 5 testimoni . In data “17 de austu” a Paulilatino lo stesso Paulu Corria fa aggiungere: “item cumando que inantis de dividire nexuna cosa Anguela et Fabiana depiant leare una ebba peromine(sic) a gustu insoro, in satisfatione de atteru etanti que apo dadu a sas atteras fijas, cumandende que nexunu lis fattat(sic) con(tradisio)ne”.Poi procede alla divisione vacche e

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annodini: “A p.o de mayu 1643 Paule.

Paule Corria.comente et licitu et p.mesu que quie testat podet codicilare pro esser comente sa voluntade ambulatoria, pro tantu ordinu su presente codicillu de su modu siguente..”, tra l’altro “item declarat et fag(ue)t mensione que, in contu de su tempus istetisit Francisca Adcene in domo sua, liat dadu entera satisfatione antis prus que mancu a istimu de tanta roba de intro que hat sumadu quinbanta duas liras,cumando que nexunu li fatat impedimentu si ja non dimandaret ditu Istalinu que in tale casu querjo sili passate in contu ditas 52&. Tes, conosquidos et pregados suntos January Seque, Joan de Palmas et Antoni de Palmas de dita villa”. Il giorno 6 settembre 1637 vi è un “ comu de pegus de bulu : frades Adcenes Crisanti et Taniele de sa presente villa” fermant apocha a su reverendo Pere Pinna… hant recidu noe pegos de bulu de mardigadu,totu feminas compresidas sa passa .. a cumoni deretu”. In data 22 settembre 1637 a Paule, Joan de Serra “pedrinaler”(armaiolo di fucili) fa procura al suo servo (a son criat) Joan Lodde per la causa coi fabbri ( ferrers) di Oristano in potere del veghiere. Il giorno 24 settembre 1637 Perdu Obino subarrenda a due porcari di Mogoro la montagna di Orcai dove devono introdurre almeno 400 porci, con spartizione delle tenture: “Die 24 de dit Paule latino En nom de N. S. Deu siat a totus notoriu comente Perdu Obinu de sa presente villa,rendadore narat esser de sa montana de Orcay,in su ditu nomen subarrendat p. titulu de subarrendamentu atorgat y consentit a Antoni Broza y Lenardu Pira,pastores de porcos naturales de sa villa de Mogoro,in sa dita e presente villa personalmente agatados presentes et abaxu acceptantes totu sa pastura et lande que est in sa dita montana de Orcay et sos porcos insoro dent poder mandigare de hoe inavante fini a su die de sa santissima Pasca e sa nat.(ividade)de de su S.re qui cessant sas montanas p.a venidora de su presente annu. Sa gale(sic) subarrendamentu faguet ditu Obinu segundu menjus narrer e intendersi podet,promitende que dita montana e frutos que in cudda bei est ditu Obinu silis det faguer bon llargamente durante ditu tempus e suta sos pactos infrascriptos & que ditos procarjos pochan(sic) lliberament(sic) intrare cun ditos porcos et mandigare totu ditu llande y erbaju de ditu monte,senza que nexunu lis fatat(sic) impedimentu, cun custu impero que ditos porcarjos no intren ne benjan mancu de bator quentos porcos,comente curret roba,segundu est a valuadu ditu monte pasturande, cum pactu que ditos porcarjos unos cum ditu arrendadore poçan tenturare a su de prus bestiamen que dent agatare in su cintu(cuitu ?) de ditu lande,coeste dae su caminu que sandat a Santu Lusurju in subra fini a su caminu bosanu de montigu,abaxende dretu a sas binjas asorgui frau et apusti roya roya abaxende a hoysa totus sas cales tenturas asultimu si dent dividire meitade a ditos pastores et meytade a ditu rendadore e ditos pastos salvos & e sos ditos porcarjos presentes ed isuditu monte de lande et pastura acceptande pro sindesser cuntentados de ditu monte, promitten que in satisfatione de ditu lande et alias dent dare a ditu Obinu de totu ditos porcos tantu de mardigadu comente lleva de vintunu inantis impero de tocare nde(sic) de ditos porcos et a su fine de ditu tempus qui det esser afestas de Pasca que ispirat ditu monte edest(sic) istadu pactadu que,sempre non benerent cum sos porcos ditos porcarjos et restaret ditu Obinu cum su dannu de ditu lande,in tale casu queren esser obligados dare et pagare incontinente su gui li det tocare in ditos 400 porcos, comente que haveren mandigadu ditu lande et intrados in ditu monte ;totus sas cales cosas sas ditas presentes promittin. Tes. so… Francisco Firinu,m.e Francisco Madeddu, Joanne Contone m.e de sa presente”. Il 26 ottobre 1637 a Paulilatino si roga una carta per apprendista sarto: Antiogu Puçolu per due anni e mezzo promette di servire presso Joan de Serra come “ceracu” per imparare “su officiu de furesi”: “ Die 26 mensis 8bris 1637 Paule Antiogu Pucolu de sa presente villa a tempus de duos annos et mesu comptadores de su die presente in avante promittit istare cun m.e Joan de Serra nario(?) sastre pro rexone de servireli in domo sua semper de die et de festa in su ditu officiu de furesi et atteros cumandamentos que intra

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ditu tempus sili det cumandare,promittende que durante dittu tempus non side det istare p. amenjus ne minus m.e de sa infra et semper sinde besiret lidada facultade acabare ditu tempus, promittende gasi bene que durante ditu tempus si det portare bene et lealmente,sença fraudu nexunu et in casu& edisu ditu m.e Joan de Serra presente et a su ditu ceracu su acceptante promittit que lu det imparare

bene de ditu officiu de sastre in donni cosa tantu in sestare comente in cosire et segundu sa capacidade sua indedet poder inparare et tambene en det governare de mandigare et biere(sic) et carçare tantu in sa sanidade sua segundu se acostumat asemblante cosas et infra ditu tempus promitit faguerli dua paia (sic) de carçones, una casaca de furesi,una berreta cosida,duas camisas una paia istiales e dis sos ferros mannos de sistare que ditos m.s acostuman portare a su fine de ditu tempus; totu sas cales cosas promittit su gui adoniunu tocat de faguer adimplire promittit sença dilatione nexuna.

Tes. suntos Antiogu Pira, Sebestianu Foddis y Antoni Angelu Coco de sa presente”. In data 25 novembre 1637 Antiogu Pireddu, scalpellino (picapedrer) di Busachi, con Januari Sequi scrivent di Pauli richiede da Perdu Busaqui di Pauli il debito di una “porta picada”, fatta l’anno passato. Il 7 marzo 1637 il testamento di Costantino Collu, tra l’altro,fustiga gli “apetitos mundanales e gustus “ di Johanna Caderina Cabulla: “Die 7 mensis martii anno a nat. dni 1637 Paulilatino. Costantinu Collu de sa presente villa de malaltia corporale…item lasso a Johanna Caderina Cabulla 5 liras pro quale si querjat p(art)te et portione que in sos benes meos li podet esguardare, cumandende que in sos de prus benes meos no sili diat cosa nexuna pro cantu semper no est istada acorretra…e mia nen a servitiu meu sinon a sos apetitos mundanales e gustus suos…. item cumando que, leadu que inde siat su trigu queste(sic) in su bagantinu e binja, restet cuddu a Luca prosilu pastinare restande sa binja posta in sas arbures et alias a sos de prus fijos per iguales partes sença que Luca participet in cudda”. In data 20 novembre 1637 la licenza di vendita di un censo alla vedova Francisquina Ciloque segue questa prassi: “Die XX mensis 9bris a nat. Dni 1637 Paulilatino.En nomen de nostru Senor Deu siat a totus notoriu que Francisquina Ciloque viuda de sa presente villa pro sucurrer a sas necessidades meda urgentes ad tentu ministeriu de deguesette liras et mesu moneda callaresa et havendelas quircadas pro medas maneras no las potidas haver sinoes per via de su censale infrascriptu pro uss(sic) sa utilidade sua in custa cosa,attesa e bene considerada de gradu suo et certa scientia vendet et per titulu de venditione,si e segundu sas constitutiones de papa Pio quinto subra criare censales fattas et no sença cuddas, atorgat et consentit a Francisco Dezori de sa dita e presente villa presente et acceptante& et a sos suos qui det querrer cum instrumentu impero de pra(sic..) o pactu de redemire eo quitare cuddu induna paga mijas de vint … soddos de pensione censales annuales et specialmente subra sas domos infra e mentres cuddas dent istare impero faltande pro contractes & generalment sobra totu sos atteros benes suos mobiles et immobiles. Sa gale venda li faguet segundu menjus narrer et intender si podet p.. attende que doni annu in su matexu die de hoe dent dare et aportare sa dita pensione de ditas 2 & fini a domo de ditu Dezori in dinaris contantes sença dilatione nexuna,su presu est degue sette liras et mesu de ditu m.o a r.e otto(sic) per 100 e p. ussu inde renuntiant& donat& prus hainantis convenit et a bona fide promittit que su ditu censale que li bendet junctamente cum sas pensiones porrata e de prus o sos suos silas dent faguer tener et cobrare contra totas personas endeli querret esser tenta et obligada de evictione llargamente cun remissione de sa necessidade de denunciare et appellare et cum restitutione de sos gastos et despesas& subra sas cales & et pro gussu attendere et adimplire inde obligat et specialmente y espressa inde ipotecat totus sas domos terrenas que a su presente tenet in sa presente villa cun sa jurisdisione et pertinentias de guddas que sa dita vendidora po sos justos et assertos titulos suos tenet segundu affrontat denantis a domo de Angelu Liqueri,de palas a domo de Migueli Madeddu, de unu costadu a domo de Pere Pinna notariu et a sateru costadu a domo de Migueli Trogu, promittende lliuraleli possessione corporale & o vero& o quasi& cun clausola de constitutu et prechariu&, cessione de sos deretos et actiones & constit.ne de s.re et p.re comente in cosa propria,

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cun faculdade de bender en ditas domos in casu de pensiones cessadas de su ditu censale& qualmente sença perjudiçiu de dita speciale obligatione et podere de variare& inde obligat totus sos benes suos istantes et moventes & cum totu sas renunciationes opportunes & et a su propriu foru sou& suttoponendesi a su foru et jurisdione de su jugiu ordinariu de sa presente Incontrada o de atteru juigue secutare(?)&, renunciande subra ditas cosas de certa scientia ala lege si convenerit& e a totu cale si querjat deretu& faguinde et firmande ditas cosas cum juramentu llargamente fatu ut supra.

Tes. suntos Salvadore Piredda et Joan Enna de sa presente. Item cum atteru actu sa dita vendidora firmat apoca a su ditu comporadore presente de ditas 17.10 preciu(sic) de ditu censale recidas”. Nello stesso torno di tempo vi è un’istanza, poi accolta,di Franciscu Pira per mettere all’asta la vigna di Nicolau Carta in logu posiales : “Su officiale

Ju.. Austinu Trigadu,missu dessa villa de Paule,a su reçier de su presente,bos cumando in pena de 25 liras que incontinente apades a poner in su incantu publicu per totus… sos logos publicos solitos et acostumados de cussa dita villa totu gudda bingia que Nicolau Cartta(sic) de cussa dita villa de Paule tenet et possedit in logu naradu Posiales, jura reale de cussa dita villa,sa cale bingia degis incantare pro tempus de 30 dies et cudda lliurare a sos pius aposantes et preçiu oferinde sa cale bingia si bendet a instançia de J, Franciscu Pira,pro sa procura que ditu Pira at portadu a ditu Carta in su processu sili fatisit a instancia de sa q.m Caderina Ciloque poninde in prima dita 15& et, acabadas sas ditas 30 dies, la digis lliurare et de sa tale lliuratio ne degis faguer relationi in podere de su iscrianu de sa corte o substitus de cudda da… ju…”.

A 12 de Nadale 1637 Salvador Madau Joannes Petrus Corria not. Pub. Die 26 mensis februarii 1638 Pauli R(elata)t jo Agustinu Trigadu, missu et corredore publicu de sa presente villa, qualmente havende incantadu et subastadu in totu sos logos publicos et acostumados de sa presente villa pro espay et terminu de 30 dies, pero ancora prus in sas cales non biat apidu persona qui apat postu et offertu prus dita de sa qui ad offertu et postu su s.r Dimasu Sotzu de sa vila de Guilarsa presente in sa binja de Nicolao Cartta de sa presente villa que possediat in logu naradu Possiales,segundu afrontat ad binja de Joan Bertulu e de Nicolao Vidale e de Lusurju Juar (?), que su presu qui ad offertu ditu Dimasu ques su presu de bindigui liras et quimbe soddos a su gale haver offertu major dita siliat lliuradu a la una alas duas(sic) et alas 3(sic) dandeli su ramillete in senale de liuratione jure incantus.

Tes. a dita lliuratione Joan Carta Madeddu y Miguel Angelu De Campu de sa presente villa. R(elata)t Jo Austinu Trigadu curredore publicu haver dadu in presentia de Cipiri de Figos et de Perdu Coco sas vinti bator oras sa mama de Antoni et N(icola).o Carta, Larensa Istone in execusione de sa binja que sia lliuradu a m.o Dimasu que fuit de ditos Cartas (sic) et sic reff . Presentes per tes. Paulu Corria y Billianu Seque. Su officiale. Missu de sa villa de Paule denantis meu est compassidu Juan Franciscu Pira de sa villa de Abbasanta et mi at informadu que apis cuatu et subastadu una bingia de Nicolau Carta pro sa procura que ditu Pira li portait et comente siat que a tempus de su incantu essende de cussa manera bos cumando in pena de 2 liras que incontinente apades aliurare dita domo(sic non era binja ?) in podere de sa perxona(sic) que det esser in dita faguinde de totu sas cosas necessarias et continuande totu in podere de substitutu o notariu no fatades su contrariu suta dita pena datu in sa 20 de freargiu 1638. Juan Fadda”. Alcuni atti di vendita ad Abbasanta sono del seguente tenore. In data 8 settembre 1637 ad Abbasanta,”Joan Franciscu Massidda scrivente de sa presente villa de gradu sou et certa scientia bendet a Antoni de Palmas massaiu de dita villa y a sos suos perpetuamente totu cudda domo terrena cum su ortu et d e ..cambia totu cuddas duas domos

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…prus”. Nello stesso giorno ad Abbasanta la vedova Maria Seque vende le vigne:

“Maria Seque viuda de su q.m Joan Perdu Contone et curadora testamentaria de ditu quondam,… bendet a Joan Franciscu Massidda totu cuddas binjas de fundos de bide cum algunas albures de diversos generos plantada que dita vendidora… in logu querquedu segundu afrontat…”. Nella stessa data ad Abbasanta Pere Joan Fadda vende un chiuso:

“Pere Joan Fadda scrivente “vendet a Zeras (sic) Squirru totu cuddu cungiadu amura asintornu… in logu naradu sa soriguina affrontat…”. Il 18 settembre 1638 una procura, rogata a Paulilatino,è in questi termini: “Die 18 7bris 1638 Pauli.

Pauleddu Mazuzu, massaio de Bauladu, in sa presente villa personalmente agatadu,de gradu suo faguet procura a su nebode Joan Pira Corona presente pro qui pro nomen et parte sua pottat dimandare et cobrare sa parte que justamente podiat tocare a sa mujere Barbara Sanna in totu sas terras que soliant esser de sos q.ms babu et mama sua tantu in sas terras abertas comente sas atteras, cum facultade de combelire(sic) los a su juigue cum totu sa força necessaria comente que esseret presente cum facultade.

Tes. son Joan Ciloque et … Trigadu de sa presente”. Il giorno 22 ottobre 1638 a Paulilatino i coniugi Joany Pisanu e Sebastiana Massidda firmano una ricevuta o apoca a Rosa de Murtas: “Die 22 8bris 1638 Pauli.Joany(sic) Pisanu y Sebestiana Massidda,conjuges de sa presente villa,de son grat & firmat apocha a Rosa de Murtas de sas cosas siguentes :de unu sau,una banitta, unu nenjolu(sic), tres tiajas, duas de pane et una de mandigare in taula, tres panigueddos,imbola, cabidale cum sa coberta, cadira querrigus,crobes,quiliros, brocas, conquedda et algunas atteras cosetas de isterju de mossiga e de terra,comente est pratos et discos et iscofapudda et alias que sa dita Rosa li podiat dare, in satisafatione de totu sa servitudine que dita Massidda li at prestadu in totu su tempus est istada servinde in domo de dita Murtas fini a sa presente jornada,segundu fuit obligada coberla a una piza, cum sas cales cosas dalt (sic)isplicadas ditos conjuges istan pagados et si tenen pro satisfatos de totu dita servitudine et gasi cum tenore de su presente indelifirman sa presente apocha cum pactu de atera volta non dimandare nexuna cosa e perço renuntiant. Tes. son Antoni Pili Corria,Antiogu de Campu de sa presente villa”. In data 25 gennaio 1638 Joan baptista Coco fa testamento in questo modo : “Die 25 mensis januari anno a nativitate domini 1638 Pauli Latino.

In nomen de n.s. Deu siat e de sa umile(sic) Virgine santa Maria e de su Archangelu santi Migueli e de totu sa Corte celestiale de Paradessu,comente totus sos nados fiamus(sic) sujetos a sa morte corporale e de gudda scapare non pottamus(sic) e convingat assa persona prudente mentres regnat su intendimentu de poder disponer de sos benes suos a tale inde pottat dare bonu contu a saltissimu re de gloria,pro gussu deo Joan Baptista Coco de sa presente villa de malaltia corporale in domo mia detentu, istende impero in su bonu sinnu meu,sana memoria et firma loquella fato et ordino su presente meu testaemntu de sa serie et tenore siguente:

E primeramente acumando sanima mia a n.s Deu qui lat criada spliquende la querjat regoller amisericordia et que su corpus meu siat sepellidu intro de secclesia parrochiale de sa presente villa, si a casu impero si contentaret su s.re dotore e rectore de dita ecclesia parrochiale pro su presu de vinti otto soddos et semper que pro ditu presu non si gustaret, cumando que ditos 28 soddos siant dados incontinente peri su curadore meu infrascritu a unu sacerdote que lu di dare gustu pro gui minde selebret tantas missas baxas et que su die de su interru a su 3.7.30 et anale se mi feten celebrare tres missas donia volta una cantada et duas baxas

item lasso a totas sas eclesias de sa presente villa 2 soddos per ecclesia item lasso a sa carissima(sic) mujere mia unu anodinu de tres annos et una vaca bona pro bona mujere que in dapo tentu junctamente cum sos vestires que portat de isposa pro more Deus,salvu una ruguita ingastada in sos contones queste de su eredadu(sic) de sa prima mujere de Santu Lusurju . Item fato mensione que sa binjha que possido,su juo de sos boes domados, su caddu et algunas

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cosetas de intro que isquit dita mujere mia et sorre mia suntas (sic)robas de sos picinos lassados peri sa q.m prima mujere que fuit de S.tu Lusurju, incumando si li siat dadu incontinente. Item fato mensione que a sa morte fetisit sa quondam Mariela domina de sa citade de Calaris, legait in su ultimu testamentu que de sos benes suos si haveret carrigadu a censale sinquanta liras pro sa celebratione de una missa perpetua et pro gantu fini a su presente no apo adimplidu ditu legadu cumando que incontinente, siguida sa morte mia, si ponjat in execusione ditu testamentu et carrigare ditas 50 liras segundu sa mente et voluntade de dita mujere mia.

Item cumando que duas pecas de arrendadu de papallone qui tenjo las lasso a fija mia Rosa pro parte sa q.m mama sua milu carrigait in consiensia et gasi si su senore meu silas de piat tener contu fini a etade legitima. Item querjo et cumando que mujere mia Mariangela Vacca depiat leare o sa caxa manna niedda o su caxone de nugue su qui det querrer su restante siat de ditos fijos meos.

Item lasso pro more deus a dita mujere mia totu su amejuru, quando indaeret fatu de robas de intro et foras istantes et moventes. Totus sos atteros impero restantes benes…item lasso curadores et dispensadores de sanima mia.. item cumando que de ditos benes meos non si fit(sic) inventariu.. revoquende cum custu presente meu testamentu…”.

Il primo febbraio 1638 la minorenne Sebastiana Masala,arrivata alla maggiore età,riceve dal curatore Mauru Seque i seguenti beni: “Nota de sas cosas et robas que reciet Sebastiana Masala dae Mauru Seque curadore fuyt de dita Sebestiana in su tempus minoretade sua

et p(rim)o tres banitas,unu sau item duas frassadas et duos nençolos(sic), unu cosidu et unu sença cosire item una perra de papallone cun sa camisetta item tres tiajas, duas de iscacu et una de ispiga duas inbollas de tela sutile item 8 panigueddos de iscacu tres de ispiga et unu de ginestra

tres cobertas de cabidale,2 de panu prenu et unu de tela unu bancale antigu una pesa

una labia de carrigu unas cadiras minores,duos conjos de mossiga et una ampullita item una sartayna minore, unu tratagasu et unu paneri otto platos de mossiga et 6 discos totu de Pisa item tres discos una concoditta et unu pratu de terra et una concoditta de Barcellona item una vacca medida de mardigadu item una mesa de sueguere (sic) de lina. A p.o de frearju 1638 Paule Salvadore Squintu y Sebestiana Masala conjuges de sa presente villa, confessant a Mauro Seque de dita villa curadore fuyt de dita Masala que de cuddu li ant recidu sas cosas expressadas in su retroscriptu memoriale et notta feta de ditas robas segundu istan expressadas totu segundu dita notta a contu de ditta… et cosas que istan encomendadas in podere de ditu Seque de sas cales cosas indeli firman sa presente apocha& e perço renuntian. Testes Joan Piredda et Nicolao Zanca de sa presente vila”. Antoni de Campus,curatore dei minori del defunto Joan Baptista Coco,fa stilare l’elenco dei beni appartenenti ai pupilli: “Notta que cumandat faguer Antoni de Gampu(sic), curadore de sos benes et fijos minores de su q.m Joan Baptista Coco,de totu sos benes et robas agatadas in domo de ditu Coco et eretade sua(La nota è il segno della vita per gli egiziani) segundu su testamentu fatu per Jacu Vacca quondam notariu a 13 de frearju 1638 Paule Latino: e primo duas domos terrenas cun dunu pendente de segus et ortu quinbe bigas manas postas per insostrare in sa domo de fogu(nota una sbarretta verticale e due punti a destra uno sull’altro) en

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sistalla denanti et aposentu de su forru item unu letu de quimbe banittas inter usadas et beças, unu papallone oberadu de tela tattaresa cun sa camisetta et inquirialetu usadu, su pumu et istripides usados et segados una catiffa calaresa usada item una sartayna manna et unu labiolu minore de mesu broca totu usadu item unu vestire de pannu,capa, carçones et casaca de colore usadu item unu pedrinale de roda usadu item una caxa bianca de taula, unu caxone pintadu de Arizu usadu et unu caxone de nugue gasi bene usadu item una banca de taula niedda usada et segada item bator cadiras beças item duas tiajas de iscacu et duas imbollas, una menore de pannu de foque de ginestra et tres pannigueddos de iscacu usados item unu isterju,4 platos de pasta de mossiga,duos m.es, una salera de mossiga usadas,duos candelabros de latone segados, quimbe conjos de mossiga, unu seddone, duas carcidas,una manna et una minore, duos sajos de ferru, una palitta de ferru et una cullera de arramene, totu cosa usada item una carrada de ses carrigos usada. Item una conquedda manna de terra item tres tazeris unu murteri de linna usadas item duas bancas, una quadra de mandigare et attera de faguer pane usadas item sos pegos de sas vacas si reservat fini intantu lu revellet su pastore”. Un’altra nota di beni era dell’altra moglie del defunto Coco: “Segunda notta fatta de sos benes agattados in domo de ditu q.m Coco que solian essere de satera mujere nomenada Vitoria Caddeo,lassados a sos fijos Rosa et Joan Baptista Coco,ultra sa parte de sa terra. Inventariu a 13 de frearju 1638 e p.mo una binja posta cun sa dita q.m in Orcay item unu caddu bonu inseddadu et infrenadu,totu cosa noa et duos boes domados item duas falladas de papallone totu oberadas et cosa noa et bona de valore de obera de flores de llargaria de tres cannas sos duos cantos eo faladas(sic) item duos nençolos de pannu rusu segados

item unu coberibancu lusurgesu pagu usadu item una hunedda de colore quelu,cum 8 rigas de passamanu, una roba de iscota fine tanada totu pagu usada item una ruguitta de coraddu ingastada in oro in 3 contones item una bussa de felludu ruyu et duos aneddos de arguentu item unu papallone de panu pranu sutile,cum sa camisetta et inquirialetu guarnidu de randa cum sas abaxadas oberadas pagu usadu item una coberta de criatura de mesa raxa cum duos passamanos a su internu pagu usada unu labiolu de ramen de duas brocas pagu usadu totu sas cales cosas et robas expressadas indunu et atteru inventariu fatu a instantia de Antoni de Gampu de sa presente villa de Paule curadore de sos ditos benes et eretadu de su ditu q.m Jo Baptista Coco in execusione de su expressadu in su testamentu firmadu per ditu q.m,in su gale(sic) cumandada esser anotadu ditos benes suos mediante su notariu infrascritu o attera persona, sas cales cosas suntas (sci) istadas intregadas et incumandadas a su ditu Antoni de Gampu curadore su ditu totu in ispecie si e segundu istat espressadu in ditos duos inventarios sive nottas,su gale dittu de Gampu in ditu nomine essende presente acceptat et confessat tenerlos in podere segundu ditas nottas et promittit gasi bene mantener et governare ditos benes sença fraudu ne mancamentu nexunu et in su tempus et logu que ditos ereos sian de ittade legitima det dare et restituyre ditas robas si e segundu sili suntas istadas intregadas a sos ereos de ditu q.m Coco intro de sa presente villa,sença dilatione nexuna,sutta obligatione et pagarelos de benes suos proprios et pro gussu inde obligat sa persona et ditos benes suos cum totu sas renunciaciones submissiones et istipulationes in

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semblantes attos a poner acostumados, sutta ponindesi in foru et jurisdicione de su juigue ordinariu de sa presente Incontrada .. lu firmat et jurat largamente. Tes. juntos Joan Ispada, Franciscu Pintadu, Cosma de Gampu et Antiogu Massidda de ditta villa. Notta desos amejoros que restan in podere de sa viuda segundu su legadu li at fatu ditu q.m Coco. Dito die in dita villa

primo sas taulas que ditu q.m Coco haviat serradu sas cales agattat esser amejoru item una caxa niedda que ditu q.m li ata lassadu item 4 cadiras usadas que sunt amejoru item 2 nençolos russos usados qui corcanta.

Sas cales cosas si suntas intregadas a dita viuda pro esser amejorus lassados per ditu qm. Tes. prediti”. In data 26 maggio 1639 si roga in catalano a Paulilatino : Impera de Gampu, Joan Flore, Joan Obino, Impera Stara, Angelu Mele, Impera Maria Spada, Perdu Flore Pira, per comissione del q.m Pere Obino “mestre de carros”, residente a Pauli si impegnano ognuno a portare col suo cavallo un viaggio di legna” per fer carros”;essi da tre anni avevano portato il legname in potere di mastro Andria Porcu di Oristano ma non erano stati pagati. Il giorno 27 agosto 1634 il maggiore di giustizia Joan Baptista Vinaza, ad istanza del notaio Joan Fadda, procede ad una esecuzione in beni in casa di Antiogo Madeddu : “Notta de sa executione que si faguet in domo de Antiogu Madeddu peri su majore Joan Baptista Vinaza instante su senore Joan Fadda notariu : e p.o una cuba usada meda(sic),unu arquibussu usadu et unu frascu, una fressada usada, una banita usada, unu nençolu segadu,tres bangachos de trama et duos pettenes nos(sic),unu conju et una ampulla noas, unu querrigu et una canistedda noas, una cubidina usada, una carrita de orju, una sedda sença cuberta usada, 4 platos de mossiga, 6 carretas de trigu a rasu, tres quiliros noso(sic), unu tratagasu usadu. Tes suntos ditu majore et Antiogu Pira et Paulu Murtas. A 27 de austu 1634 Paule Totu sas cales cosas et partidas in su retro scritu inventariu continuadas et expressads de ordine de Joan Baptista Vinaça, majore su presente annu,sinde hat fatu incomanda in domu de Pere Antoni de Murtas,segundu que ditu Murtas confessat haverlos recidos totu a peçu a peçu,segundu in ditu inventariu salvu su trigu orju et cubidina que ditu majore sinde hat leadu a domo sua cum ordine de ditu Fadda, totu sasa cales cosas ditu de Murtas promittit restituire sutta pena de pagare las dae benes proprios et gasi lu firmat. Tes. ditos De Murtas et Pira . De 9bre 1635 Paule . Et essendesi transfertusu ditu Joan Fadda, in cumpagnia de Miqueli Madeddu majore de su presente annu, in domo de su ditu Inpera Antoni Murtas, dae su gale han recidu et leadu totu a cumplimentu totu sas ditas cosas et robas si et segundu in su retroscritu inventariu istat expressadu e disu raseri de trigu de ditu Vinaça, essende presentes per tes. Lenardu Collu et Mateu Squintu de sa presente villa. Jacu Vacca not. de mandamento”. In data primo settembre 1639 a Paulilatino, Antonia Pira,muller di Austinu Trigadu in seconde nozze,vende a Salvador Uras y Flore “tot aquell pendenti eo estudi de tras de las casas que Matia Ciloque sa germana tambe ha venut a dit Uras”. Il quale estudi è pervenuto dalla eredita di suo padre.Il prezzo è di 3 lire. La vendita di un cavalla domata così si svolge:”A 26 de marçu 1640 Paule Joan Migueli Madeddu juradu de logu de sa presente villa que in compagnia de Joan Simone Contone. Mauru Seque y de Antoni Angelu Firinu hat vistu et provistu in plaça publica una ebba domada de pilu baja isteddada et piciarba et pearba a unu de de segus et carpida a una et bogada de segus a satera de sinnu de fogu in pala et in cossa portat su siguente(cancelletto con cerchietto superiore al centro ) cale bendet Antoni Vacca a Joanne Dominigu Pira de sa vila de Orgosolo. In quorum fidem, Jacobus Vacca p. Sanna not et scriba”.

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In data 9 settembre 1639 si procede ad una divisione di terreni :”est istadu divididu sos territorios de su quondam Perdu Firinu …“ . Il giorno 14 febbraio 1640 a Paulilatino una donna vende un terreno: “ Luguia Mucadas mujere de Antoni Vidile Erizu, faguinde custu cum voluntade et consentimentu de ditu maridu su (sic),de gradu suo per issa et per sos suos bendet a Nicolao Vacca de dita villa presente totu cuddu cantu de terra, que posos justos titulos tenet et possedit in logu naradu su crastu de su juncu,de cabuda en circa tres meajas de trigu,que sa dita Mucadas attentu de sa eredade de su q.m babu sou,segundu affrontat ab terra de ditu comporadore ab terra de Franciscu Marras.”.. In data 17 febbraio 1640 Nicolau Crabone vende a Joan Manay alcuni pezzi di terra in Binjales e Trudu nieddu:

“Die 17 feb 1640 Paule Nicolao Crabone minore en dies de sa presente villa, de gradu et certa scientia bendet a Joan Manay massaio de dita villa .. totu cuddos tres cantos de terra aradorjas que po sos justos titulos tenet coeste(sic) unu in binjales de 2 cartos de trigu afrontat ab terra de Antoni Degortes ab terra eo baquile de su q.m Alexi Pili … sateru de cabuda de unu cartuzu de trigu safrontat ab terra de su quondam Miquel Angelu de Gampu,a su caminu qui si andat a Guilarsa.. sateru in logu naradu trudu nieddu,de cabuda incirca unu cartuzu”. Il 14 marzo 1640 a Paulilatino Joan Antoni Trigadu vende terra a Pitigonesu a Januari Sequi per il prezzo di lire 4.10 : “ Joan Antoni Trigadu missu et massaiu de sa presente villa de gradu suo et certa scientia sua pro isse e pro sos suos bendet et per titulu de vendidatione(sic) atorgat et consentit a Januari Sequi scrivente de dita vila presente y a sos suos totu cuddu cantu de terra que su ditu vendidore po sos justos titulos naradu Pitigonesa,de cabuda incirca una carra de trigu, segundu qui afrontat ab terra de Maria Sogos, ab terra de Santu Joan y ab terra de Simon Perdu Murtas et frades suos,sa gale venda faguet segundu menjus narrer & promittende lliurarendeli possessione corporale o quasi o vero,cum clausola de constitutione et prechariu& su preciu este bator liras,degue soddos,sos cales su ditu vendidore confessat a sas liberas voluntades suas e perço renun & donat prus ainantis.Tes. suntos Antoni Vacca et Migueli de Palmas massaios de sa presente villa”. Nel 1652 vi è un testamento pacificatore tra fratello e sorella, eredi: “A 5 de su mese de 9bre 1652 Paule latino Martina Corria de sa presente villa, de malaltia corporale…item cumando que pro benes su q.m maridu meu haviat lassadu unu cantu de su cunjadu de sos bortorjos a Maria fija mia, segundu in ditu testamentu es de vider et comente siat que pro ditu legadu apat movidu questione inter frade et sorre, pro evictare su gale cumando que totu ditu cunjadu de sos bortorjos, junctamente cum su boe qui tenjo,silu depiat dividire per iguales partes cun sos de pius benes meos et non atteramente”.

Un altro testamento dello stesso anno tiene presente gli interessi di un nascituro: “A 5 de settembre 1652 Paulilatino Serafine Lodde de sa presente villa de malaltia corporale …item lasso curadore de ditu minore nasquidore a dita mujere mia lassandela usufrutuaria durante sa minoritade de ditu ereu meu item lasso a dita mamia (sic) tres pegos de ervegue de mardigadu pro bona mamie qui indapo tentu”.Vi è in questo caso anche una nota dei beni: “Nota de sas robas et benes agattados in domo de su q.m Serafine Lodde fatu per mesu de su majore Gaspar Angelu Passiu a 23 de settembre 1652:

p.mo una domo cum su ortu a palas comporada per ditu q.m item siat agattadu unu sacone et una banitta noas,mesu a sa viuda et mesu a su picinu quindet nasquer item una fressada russa pagu usada,mesu peromine(sic) a dita viuda et minore. Item una imbolla de tela de 5 & de llargaria 5 p(al)mos item una tiaja de arramu noa, duas nençolos de panu pranu noso, quinbe pannigueddos de ogu de pibere noso, unu coberibangu usadu, totu sas cales cosas suntas a su cumoni mesu a dita viuda et mesu a dita criatura. item vinti tres libras de tramole, 4 murra et 19 bianca a mesa pare

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item siat agattadu 18 c.os de trigu a cucuru a mesa a pare cum dita viuda cunsa criatura(sic) item revellat que in podere de dita Marianna Seque hat duos pratos de mosiga, 2 de terra unu panigueddu de iscacu,unu iscannu de linna, unu arquibussu de meja bezu cun sa bussa, sa doga cum dunu burtejare(sic) usadu item unu aquisorju de bator meses,a mesa a pare cum dita viuda item una mesa de suiguire (sic) item ses canas de furesi nieddu a mesapare totu restet in podere de dita viuda”. In data primo maggio 1652 il rettore Antoni de Acotti appalta a Jacu Vacca ed a Januari Seque per tre anni le decime del minuto di Paulilatino, al prezzo di lire 116.13.8 (lire 233.7.4 per due )ognuno annualmente : Cum sa presente declaro eo su d.ore Antoni de Acotti,rectore de sa ecclesia parrochiale de sa presente villa,de gomente a tempus de tres annos dae su die presente in avante contadores, arrendo e per titolo de arrendamentu atorgo et consento a Jacu Vacca et Januari Sequi de dita villa,a higustas(sic) cosas presentes et baxu acceptantes, totu su minudu que si esguardat in dita retoria per ditos vassallos in bestiamen de doni generu, linu et atteros legumenes, binu et alias,excepto trigu et orju que no intrat in ditu rendamentu ;su gale lis arrendo de gusta forma que totu ditu bestiamen sos ditos Vacca et Seque dent cobrare de sos vassallos et,cobradu,siat leadu sa parte de sa cura ;su de pius si det dividire interçu una ditu s.re d.ore si reservat per assi, attera a ditu Vaca et sa ultima a ditu Seque indonni cosa a male et a bene et ditu pactu salvu ditus d.ore extraet ditas cosas de manu et dominiu propriu et poninde cuddos in podere de sos subraditos a haver et tenner llargamente edisos ditos Vacca et Seque,ditas cosas acceptande, promittint dare et pagare doni annu treguentas quinbanta liras,que per terçu indelis tocat a ditos Vacca et Seque doni annu pagare doni unu de issos sa partida de quentu et seigui liras, treigui & et hotto dinaris narasi 116.13.8 pagadores doni annu pre sa Pasca de Navedade et pro su veru indefaguimos sa presente firmada de manos nostras in dita villa de Paule et maju a p.o de 1652 .

Doctor Ant. De Acoti firmo ut supra

Jacu Vacca not. firmo. January Seque firmo ut supra. Apo recidu eo su r.e d.re Antoni de Acotti dae Jacu Vacca et Januari Sequi de sa presente villa sa partida de duguentus trinta tres liras sette soddos et bator dinaris narasi 233.7.4 e suntas sas duas partes que ditos Vacca et Seque mi an pagadu pro su primu annu que sies cobradu de 1652 a rexone 116.13.8 doni unu,comente siat que satera portione,eo terça de ditu minudu,mila reservo pro sa portione mia de su rendamentu ayssos arrendadu de ditu minudu pro sos ditos tres annos et pro su veru fatto sa presente firmada de manu propria, in dita villa de Paule et genarju(sic) 1 5 de 1653,declarende que totu su ditu bestiamene, cobradu de ditu minudu in custu ditu presente annu comente ancara in su qui si det cobrare, restat a male et a bene a su cumone. Die ut supra . idem de Acoti manu propria. Ittem fatto (sic) notta que sa parte de sos vitelos que hant tocadu a s.r d.re su die presente 6 de arbile liamus dadu 16 iscudos otto peromine cum s.r Januri”. In data” 15 de abrile 1652” ad Abbasanta Gabriele de Vila e Perduça de Lacono “conjuges dela presente vila”, vendono tre pezzi di terra a Pardu arju, a Losa, a su puzu de Losa, “sa gale venda faguent su presu est vinti sette liras, recidas in presentia& renunciande & dona &pius ainantis.” Il testamento di Perdu Conju, nel 1653, prevede le seguenti clausole: “A 22 de 9bre 1653 Paulilatino

Perdu Conju de sa presente villa,..item fato mensione de sa dutella(sic) de sos picinos restat in podere de conadu meu Sebestianu Cadau sas cosas siguentes: p.o duas inbollas, una maca de cabidale,duos panigueddo, unu cotone,una colana et alguna cosetas de isterju,totu cosa usada. Item lasso a sa carrissima(sic) mujere mia vocada Cristina Pira totu sos pegos de sas bervegues que mi det tocare in su cumoni que aporto de m.o Jnuari Seque pro bona mujere que in dapo tentu”.

Il giorno 6 aprile 1654 “Francisca de Gampu, viuda relicta de su q.m Dionisi Deledda “dona ad altri figli la casa e la vigna per compensare( “uguagliare”) lire 25, un puledro “ pudderdu”, ed altre cose.

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In data 23 agosto 1654 a Paulilatino si stabilisce una soccida di capi bovini, in sardo : “Matheu Coco regonosquet a Juan Liqueri Corria de dita vila que de issu at apidu et recidu realmente et de fetu vinti bator pegus de bulu totu feminas,coeste vinti de annu insubra et bator de leva .” rispettando .” in su dispostu de sas reales pramaticas et de totu ..infra ditos quimbe annos de anodinos, corgios,peca et alias…”.

Una procura per riscuotere il salario viene rogata il 6 settembre 1654 dai lavoratori nella Tanca Regia: “Nicolao Vidile,Francisco Seque,Sebestia de Cortes et Martini Carta, totus massaios de sa presente villa et miradores de sa Reale Tanca de sa magestade,attesu no poden assistire perçonalmente a sas cosas infrascritas, pro gussu de gradu insoro faguen procura al s.r d.r Josepe Delitala abante? pro qui p. nomen et parte de sos subraditos potat cobrare sa partida et paga que liesguardat a sos subraditos pro su tempus istentadu fini in su mese de agustu(sic) et pro cussu comparrer denanti de sa Ex(celensi)a et desos illustres senores visitadores generale et juigues de su Reale Patrimoniu a quie siesguardat sa paga de dites coses denantis desos cales potat deduhiri desas …cones insoro cum podende firmare.Testes suntos Sisini Casula et Antoni Vidile Eritju”.

In data 29 settembre 1654 avviene la liberazione del detenuto Salvadore Salaris, con omaggio in mani del maggiore di giustizia Baldassarre Pili e garanzia paterna: “Die 29 mensis 7bris 1654 Paulilatino. Baldassarra(sic) Pili, maiore su presente annu de sa presente vila de Paulilatino,attesu que tenet in su çipu detentu pro presonery a su infrascritu Salvadore Salary de dita vila a sola peticione de sa iscuadra de sos barrachellos de dita vila,sença que incuddu biaveret precedidu clamu nen instantia de terçera perçona et non ista bene que nexunu potat sença causa legitima, pro tantu cun voluntade et in presentia de Pere Pinna notariu et cabu de dita iscuadra lassat andare et descalcarat(sic) a su preditu Salvadore Salaris,cun sagramentu et pena de 25& a faguer fatos suos cun obligatione de gumparrer toties quoties que parte o corte contra de isse det pretender et faguinde su contrariu de esser inçididu in sa pena de ditas 25 et de su gui dita parte o corte contra de issu det pretender comente et depidu fiscale et reale et patrimoniale et de si dare pro feru(sic) et confessu de su gui contra de isse se det pretender et pro gussu atender et adimplire bide obligat specialmente det dare firmança et principale obligadu a Juan Baptista Lenardu Salaris de dita vila,su gale,sende presente, aceptat ensispontaneamente (sic) et promitit que gasi bene deet cunparrer a su preditu figiu sou Salvadore totiies quoties que sa p.te o corte det instare et faguinde su contrariu det esser incididu in sa pena de 25 & … de comente et depidu fiscale et patrimoniale,totu sas cales cosas ditos principale et firmança inde obligant sas personas et benes insoro segundu lu firman.

Testes suntos Antoni Vacca et Constantinu Linças cambiu de maiore”. Il giorno 6 aprilis 1654 a Paulilatino Francisca De Gampu viuda de Sisini Deledda fa donazione inter vivos, sempre in sardo. Una transazione per ultimare una costruzione è concordata in questo modo:

“A 29 de austu 1654 Paule Latinu . In dei nomine amen si (sic) onibus notu comente Brunda Ispiga, viuda relita de su q,m Impera Madeddu de sa presente v.a de Paule,de gradu suo et certa sciençia per issa et p. sos suos,atesu et consideradu que verteat quistione daenanty de su nob, don Franciscu Madau officiale de presente incontrada inter dita Ispiga et Caderina Obinu in acabare a fabricare sa carama(sic) que comincait quest (sic) amesu muros,segundu que laviat comincada ditu q.m Impera Madeddu in satisfacione de samesydade de sa domo que su ditu q.m Impera Madeddu aviat canbiadu dita Obinu, segundu aparit per actu de cambia fatu a 11 de mayu annu 1641,recidu in sa citade de Oristanis per Mauru Porcu notariu et comente siat dita Brunda Ispiga per evitare ditos gastos que per ditos pletos podian suçeder masime (sic) per ser de resone sunplyre su que si potat et concertat in dende esser cosa justificada sa resone de dita Caderina Obinu, dita parte de Brunda Ispiga renunciat dita ruyna gasie mesu fabricada gasie per ditu Madeddu p. que de cudda de fatat su beneet placitu suo in acabare a fabricare,ateramente cun sa cale restan ditas partes desfinidas(sic) que suna parte asatera non potat demandare cosa nesuna cancelande cale si querjat pletos et quistiones p. custas cosas & arenunciant sa legie Valeriana cenatus(sic) consulta in vavore (sic) de sas feminas introduida,

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asutamintindesi(sic) a su fori et juridicione de su juigue ordinariu de sa presente incontrada renunciande sa legie(sic) de su juramentu et p. custas cosas atender et adimplire tantu dita Ispiga comente dita Obinu de obliganta sos benes insoro mobiles et inmobiles, apidos et p. aver,cun totu sas renunciaciones estipulaciones de a totos a mie iscrianu infrascritu bene visto segundu que gasie cun juramentu et firmanta.

Testes Gabrielle Madeddu et Franciscu Madau et Juan Franciscu Pisquedda de sa presente et de sa die .Gaspar Sanna scriba”. Il testamento di Angela Obino, nel 1654,prevede questa clausola per un mulino: “A 21 de 9bre 1654 Paulilatino

Angela Obinu.. de malaltia corporale in domo mia detenta…item fato mençione que in annos passados bendisi unu molinu que tenia acumoniu cun su q.m primu maridu nomenadu Pere Andria, cun cuncertu et pactu factu cun custu maridu que a su presente tengio Miqueli Sanna que in contu de dita meitade molinu si esguardada a ditu q.m primu maridu, dictu Miqueli Sanna permitiat sa meitade custa domo que a su presente habitamus a sos figios de ditu q.m primu maridu et gasi cumando silis siat cumandada pro esser cosa liquida insoro”.

Il 26 novembre 1654 a Paulilatino il testatore Vidile così decide: “ Die 26 mensis 9bris 1654 Paulilatino …item lasso et lego a sa carissima mujere mia nomenada Maria Coco primu totu su gue matportait a su tempus que inter isos duos contratemus matrimoniu et apustis tantu in alajos de lectos et sas bestires,bestiamen et alias et de quies alatos de domo, aramen vel alia,juntamente cum totu sos amejoros que amus inter isos da… amejoradu desde ditu tempus sini a sa presente tentu de istantes comente et moventes comentes sa domo que amus fabricadu a su cumoniu pro benes in cudda biesset sa terratoriu (sic) et ortu de segus que si esguardada a ditos quondams babos meos,cumando que totu siat de dita mujere mia pro bona mujere que semper in de apo tentu et in satisfacione de tantos traballos et servitios que de cudda inde apo tentu si e segundu a su presente la possido cunsa istalla, domo, ortu et terretoriu est in ambas partes de dita istalla et de prus intradas et bessidas de dita domo. ite fato mençione que sos pegos de sas vacas,eçeptu tres que inde tengio dae solu, cuddas las porto a cumoniu de nostras Segnora de Itria,su gale amus renovadu cumoniu dae maiu in custa parte et gasi bene fato mençione que sas ebbas que a supresente tengio las aporto a cumoniu cum sogru meu Juani Concoina Coco et icuddas renovadu cumoniu dae marçu in custa parte de su cale cumoniu de ebbas declaro esserende (sic) pagadu de sas de plus que si solet torrare in cumoniu et gasi cumando que totu dictu bestiamen siat divididu in su modu si acostumat in sa presente vila cadesugui mi det pertocare sian cuddas divididas in duas partes una a sos hereos meos infrascritos et satera a dita mujere mia, juntamente cun cuddas tres pegos de vacca que tengio de solu sian et resten totas tres cun sa parte eo meitade li det tocare de ditu bestiamen a dita mujere mia et gasi cumando tambene que su pagu de su trigu si ispetat tener de sa nova regolta,Deu volente,de trigu et orju et ateros legumenes,siat et restet totu a dita mujere mia pro more de Deus et de sa anima mia dividinde cun dita mujiere mia sos boes acataren,fata sa dita laorera item lasso a nebode meu su venerabile Jusepe de Murtas figiu de Francisca Vidile sorre mia et de conadu meu Juan Paule Murtas totu cudda binja plantada de bide et arbures de diversos generos, cum su bagantinu et lacos est in cudda, cun totu su cunjadu que tengo in montigu de montigu de minudu açintadu a muru,cun intradas et bessidas deretos et pertinencias de cuddu, segundu que a su presente poisido et apo conosquidu de sos quondams babu et mama mia, pro qui de ditas cosas binja et cunjadu istimadu primeramente sia cum homines de bona consientia su valore de guddas, ditu nebode meu essende sacerdote eo su plus gustu det poder mi las celebret in tantas missas baxas pro sa anima mia et de ditos quondams babu et mama mia e semperque sucedite casu, Deus non permitat,morrer ditu venerabile Murtas inantis de tener su umplimentu(sic) de sa çelebratione de santa missa, in tale casu su valore de ditas cosas eo missas siant cuddas çelebradas parte perisos curados de dita presente villa et parte per mesu de algunos conventos o saçerdotes a voluntade de ditos curadores meos”. Il giorno 29 de 9bre 1655,a Paulilatino, Filipu Liqueri fa testamento : lire 100 ai due figli

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”coiuados, quinbanta liras a donia unu de issos,in contu et satisfatione de sas duas domos una peromine que lis podio faguer in coyuanças, tres domos cun cunjadu de sas mendulas.. totu sos cunjados et terras abertas que tenjo et possido in sa bidaçone de su monte de Iloço et pranu”, siano divise in due parti,una ai due figli ed alla nipote (“picina”)figlia di Miquela Liqueri(defunta figlia) e l’altra alla moglie; per la lite “ pletu de sa binja de bena arega, cuddu lu depiant prosiguire a gastos de sos qui beidarent parte et non de sa dita picina de sa dita quondam Miquale Liqueri, .. cumando que a su tempus que dita picina det esser de orma(sic) de coyuare, sos bator fijos mascos a su cumoni li depiant pastinare in su erimu que li apo lassadu de pedra affacada una binja de fundos de bide totu pigados et acipados; a cabu de tres annos sili depiant dare arrayga infundu asegurados in contu de dita parte li podio dare in sa dita binja de bena de rega ; bestiamen bovinu, vacas,boes anodinos et alias” una parte alla moglie Juanna Obinu 3 gioghi di buoi donati,uno di anodinos orrues de bator, 9 pegos de ebba de mardigadu feminas(una a sa picina) .Vi è anche la divisione delle terre.

In data 3 maggio 1655 Sebastiano Sanna viene impegnato con una carta di apprendista fabbro : “A 3 mensis madii 1655, Migueli Sanna de gradu suo,certa scientia a tempus de degue annos comptadores dae hoe in avante,afirmat et istare promitet a su figiu nomenadu Sebestianu Sanna de edade segundu narat de 12 annos, cum mastru Thomeu Pinna mananu(spirale sopra) de dita presente villa et babu aceptante, cum pactu de imparareli sa arte de mannanu et obligatione de guye durante su tempus nondeludet bogare,ne sinde det andare,sino que det servire bene et lealmente sença fraudu nexunu et in casu faguet a contrariu & et su ditu Pinna aceptande a su ditu… promite(nde) li det inparare su ditu officiu de mannanu et servireli in totu su qui li det cumandare, alimentandelu de su victu de mandigare, biere et calcare,segundu li acostumat a semblantes siguentes et su fine de ditu tempus promitit dareli una paia de foddes(sic)nos, unu caragolu,duas maçeddos,unu mannu et unu piçiu et ateru minore de ferrare, dua paia de tenajas,una de fogu una atera de ferrare, una lima de donni genia, de manera que de totus sas hainas que faguet necessariu per ditu officiu,mannos et minores sian, li det dare una peça de faina noas totu aunu p… segundu solet portare mastru de su ditu officiu de mannanu, salvu incodina, juntamente cum sa cerga de bestio nou, istraille et berrita fina cosa noa et bona totus sas cales… testes suntos Juan Sinto de Lija et mestre. Salvador Sias tots de dita vila”. Il giorno “24 de marçu 1656 “ a Paulilatino si roga il testamento di Joan Antoni Concoinu Coco: “… item cumando que in quantu est a sa medida qui mi pertocat in su molinu qui fuit de su q.m frade meu su reverendo Pera Antoni Coco non sili deguiat leare cosa nexuna a sa infrascrita carissima mujere mia Caderina Mura durante sa vida naturale et apustis morte sua restet cun sos de pius restantes benes”. Il giorno 3 settembre 1656 il notaio roga una soccida di pecore,in sardo . In data 14 ottobre 1656 Pauli Migueli Crobe, Franciscu Seque,Lenardu Corona, Nicolao Vidale ricevono da Joseph Delitala “ cavalleris” nella Real Tamca, lire 108 per saldo “compliment” di servizio nella tanca regia :lire 27 ciascuno, lire 55 come prezzo di 4 puledri(potrus), che sono stati loro aggiudicati (liurats )per la paga di lire 108(lire 55 per il prezzo dei 4 potrus ed il resto in denaro).

2. Vediamo ora un altro volume di protocolli:Archivio di Stato di Cagliari, Tappa di Ghilarza,vol 258 Nel 1641 il pagamento della “tacha reale” viene affidato in questo modo: ”Die 3 marti 1641 Paule

Perdu Manay majore su presente annu de sa presente villa faguet incomenda a Zacarias Murtinu dedita villa presente sa partida de sexanta liras e suntas (sic) a contu der sa tacha reale si pagat su presente annu ;su gale Murtinu sende presente aceptat ditas 60 liras et promittit pagare et isbuidare dita moneda a contu de dita tacha cobrande apocha de rebuda et faguinde su contrariu promittit pagare de benes proprios et gasi lu firmat.

Testes suntos Jacu Pili et Larencu de Ponte de dita villa”. Sempre nel 1641, Salvadore Porcu fa permuta di una terra con un “erimu” della vedova Joanica

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Zanda :”Die 14 martii 1641 Paule. En nom de n. s. Deu sia a tots notori que Salvadore Porcu(abbreviato p.cu) de sa presente villa faguet sa cambia infra cum sa viuda Joanica Zanda y Delija, relicta de su q.m Joana Corria,çoeste dit Porcu li dat per titulu de cambia a dita Zanda presente totu sa terra,que po sos justos titulos suos tenet in Biarju de 3 cartos afrontat a atera de Petre (sic)Paulu Marras,ab serriu (sic) de ditu logu et a su caminu ab terra de su q.m Paulu Murtas y ab terra de Antoni Vacca e di sa dita Joannica donat in satisfatione de dita terra donat a su ditu Petre Porcu presente totu cuddu erimu que fuit de su q.m babu sou de Perdu Pes,afrontat a binja de Jacu Cavya,a binja de ditu Porcu,a binja de Migueli Sanna,erimu de ditu y a binja de Joxintu Delija e finalmente (sic) ditu Porcu donat per titulu de cambia a dita Zanda honesta sateru cantu que lia at dadu, que tambene como li dat atteru cantu de terra de una carritta de trigu que tenet in cucuru Norguio, afrontat ab terra de ditu Porcu, a su caminu sandat a Milis, sa gale cambia si faguen segundu menjus narrer, promittende dareli possessione ad invicem et vicissim cum obligatione de faguersilos bonos llargamente e perço renunciant& ad invicem& mes avant. Testes suntos Sebestianu Foddis y Francisco Pisane de sa presente villa”, In data 14 giugno 1641 Biliano Seque prende in soccida dodici alveari per cinque anni: “Die 14 juni 1641 Paulilatino. Biliano Seque massaio de sa presente villa de Paulilatino de gradu sou confessat a Joanne Pau Murtas,scriba de sa presente encontrada, in sa presente villa domiciliadu,presente que de issu hat recidu realmente e de fatu in dinaris contantes otto liras e suntas a cumplimentu de su presu de doigui casiddos de abe, que a rexone de vinti soddos sunu liat pagadu su ditu de Murtas a torrare in cumoni, de su presu de sas cales sindest cuntentadu et confessat que ditos 12 casiddos tenet in podere sou sas cales promittet aportare a cumoni pro tempus de 5 annos de hoe inante, segundu sa disposicione de su capidulu, non fraudande et dividinde totu mele et quera donia volta et asu fine de ditos 5 annos dent partire per iguales partes totes sas cales cosas.Testes suntos Antiogu Pisanu, Pantaleo Pira y Mateu Coco de sa presente villa”. Il giorno 10 settembre 164 la vedova Francisquina Ciloque fa donazione inter vivos delle case al figlio Antiogu Contene :”Die 10 mensis 7bris 1641 Paule. En nom de n.s Deu, sia atots notori que Francisquina Ciloque viuda de sa presente villa de Paulilatino,no induyda, forçada né atteramente sino de sa voluntade movida et in satisfatione de totu su miramentu mantenimentu et bonu custodiu que semper mi at fatu et in su venidero speto tenner tantu in havermi dadu su alimentu de su su fogu,su victu de mandigare et atteras cosas que indapo tentu de su infrascritu fiju meu Antiogu Contene et in satisfatione de 12 liras que mant dadu dinaris contantes et in contu de sas 18 liras que seo depidore a Franciscu Dezori Aceny cum hipotheca de ditas domos… perço de gradu suo donat per titulu de donatione que sinarat inter vivos atorgat et consentit a ditu fiju meu Antiogu Contone presente et baxu aceptante cum sos pactos infrascriptos et no ateramente totu cuddas dus domos sala et carama(sic),pendente,ortu, istaulu et plaça denanti que per justos titulos suos tenet intro de sa presente vila affrontat…”. Il 6 ottobre 1641 la vedova Marianguela Marras impegna la figlia Fabiana con una carta per “teraca de intro” presso Antoni Julianu Azori :”Die 6 mensis 8bris 1641 Pauli latino. Marianguela Marras,viuda relicta de su q.m Miqueli Massidda,attesu que pro sa tanta poberesa non podet alimentare et governare sa masonada(sic) et fijos minores lassados per ditu q.m maridu sou y li este menjus acomodu de ponerla a teraca de intro,po gussu de gradu sou et certa scientia atotu su tempus qui det istare bagadiu en que non siat marende(sic) 13 annos de hoe inavante aponet a teraca de intro cum su infrascritu Antoni Julianu Azori de dita e presente villa a sa fjija nomenada Fabiana, pro servire in domo sua et familia in totu sos cumandamentos et fainas sili det cumandare, de note e de die, que sian cosas qui pottat faere et faynas de feminas,aportandesi bene et llealmente,sença fraudu nexunu, sutta pena de ser incidida in sa pena de su fraudu e que a dia fija sua non la det tocare ne bogare pro la ponner in attera domo… minore salariu de su infrascritu, dandeli facultade la pottat compeler cum sa justitia acabare ditu tempus e ditu Dezori presente et a sa dita teraca aceptande promittit que semper la det tener in domo servinde de die e de notte, sana et malayda, segundu si acostumat a tales teracas, dandeli su victu necessariu de mandigare biere et

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vestire,comente teracas de intro ; a su fine de ditu tempus que det coyare passados ditos 13 annos la det coberre a una biza, çoeste unu sau,una banitta y nençolu i tiaja et gasi de su de prus sili det dare totu a una piça et sino istaret ditos 13 annos et coyuaret inantis,que in tale casu no li det dare sino unu sau solamente e de su de prus a voluntade de ditos padronos (sic).Totu sas cales cosas ditas partes promittin adimplire.

Testes suntos Larensu Deidda et Dominigu Piredda de sa presente villa”

-3.Nel Vol. 259, della Tappa di Ghilarza(sempre in A.S.C.) sono raccolti gli atti notarili degli anni 1657-1660. Il giorno 17 giugno1657 a Paulilatino, Joani Zuddas scrivente de Bonarcado,verbalizza, in sardo, una socida di “33 porcos”.

La vendita di una porzione di “conça” è la seguente:”A 5 otobre 1657 Guilarsa. Sit omnibus notu de com Francisco Satta de la present (sic) vila gratis & per issu heredes et sucessores suos vendet et per titulu et causa de venda atorgat et consentit a mastru Cosomo Corria, conçadore de dita presente villa, a issu eredes et sucessores suos,cales si quergian que sian, totta sa parte et porçione, que pro justos et legitimos titulos suos tenet in sa conça que aviat fatta assa cumonidade cun sos nobiles don Franciscu et don Diego Madau, gasi bene de dita presente villa,que sa gale sila vendet franca et libera de totus… sa gale si la.. de propria autoridade sença intervessione de sorigne.. ne incurrimentu de pena nexuna & su preciu est de trinta liras moneda currente in su presente regnu,sas cales confessat recierlas como de presente contadas peri su iscrianu et in presensia de sos testes infrascritos, desos cales delifirmat apoca de recida & sa cale conça afrontat plaça denanti a domos de mastru Baldassarru Sanna, caminu per mesu,departe de palas a domos de Pedru Boe et de Mariana Pisana, caminu per mesu… de unu costagiu a una ruina de Marianna Pala et de ateru costagiu a ortu de ditu Pedru Boe, cun ateras afrontasiones que i faguet donasione de su de pius que podet balersi & promitit faguersila bona de heviçione et legitima defensione & et pro custas cosas atendere de obligat sa propria perçona et benes denunsiande totus et cales si quergian legies privilegios pro ajudare vel defenderli poderet & et a sa legie si convenerit& jurat et firmat llargamente& et pro isquire iscrier firmat de manu sua Franciscu Satta testes(sic) sunt.. de Guilarsa et Giervasy… de Aidumajore … agatadu”. In data 19 ottobre 1657 a Ghilarza avviene la vendita,verbalizzata in lingua sarda di” unu pastinu a Husquey”. ; vi sono altre vendite,sempre in sardo,di case e terre a Ghilarza. Nel 1657 a Ghilarza una casa, un chiuso, una vigna sono messi all’asta per “deretos processales”:l’officiale ordina al “missu de corte” di mettere all’incanto, sotto pena di lire e pubblicando il contrabbando di 24 ore ai parenti per un eventuale riscatto. La prassi è la seguente :”A 11 de treulas 1657 Guilarça. Su officiale.

Pedru Collu missu de sa corte a su recier de su presente bos cumando in pena de 25 liras incontinente apades a incantare currer et inbestare((sic), per totu sos logos publicos et acostumados de sa presente villa de Paule Latinu,tottu cudda domo de Impera Antoni Acene, sa parte de cunjadu de binjales et sa binja de sa ena de sos barjos,jura de sa villa de Paule et su cantu de sa terra de medada, sa cale si currit per essecusione de corte per deretos procesales devet a su iscrianu infrascriptu,que est sa cantidade de quimbanta liras et degue soddos,poninde in totu ditas cosas su preciu de susu espresados,cale degis currer infra de trinta dies,cursorias dae hoe in havante liurande cuddas asu pius donante et preciu offerende.

Datu in Guilarça a 30 de abrile 1657 Baquis Sana Pesanu Gaspar Sanna scriba.

A 10 de triulas 1657 Paule Latynu R(elatat)t Pedru Collu missu de sa corte de sa presente villa que, inseguinde su ordine de sa merce sua at curtu et subestadu, per totus sos logos publicos et acostumados de sa presente villa, per ispatiu de trinta dies cursorias, pro essecuçione de corte, totu cudda domo que Impera Antoni

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Acene, costadu a domos de Juan Thomas Deligia de Juan Baquis Acene, sa bingia que tenet et possedit in sa ena de sos bargios,que tenet de de unu costadu a binjia de Juan Madeddu et de ateru a ditu Baquis Acene, sa parte de su cunjadu de binjales,que restat a messa pare cun Valeri de Murtas,su cantu de sa terra de medada eo forros et… in totu ditu tenpus non at acaptadu quie narrer nen opponer pius dita de sa que tenet offertu su infrascriptu Jusepe Biancu,bilas tenet lliurada pro quinbanta liras et degue soddos,salvu currimenta et alias,nende ala una,alas dos, alas tres,dandeli sa reale et atuale posesione in sinale de posesione actuale, fiscale jure et in quantu totu de ordine de sa mercede eo ma(gnifi)cu Baquis Sanna Pisanu officiale,sende presente pro testes Gaspar Angielu Pasiu,Franciscu Carta et Nicolau Manay mayore et sich referens

Testes intendentes Juan Baquis Firinu et Antiogu Magiu de sa presente villa Dito die Paule Relatat ditu missu que at intimadu Baquis Acene sy querente reisquetare(sic) ditas cosas acudanta sich referens. Ita est Petrus Pinna Serra publicus notarius fidem facit

Solvit ses liras per tres posessiones Sanna scriba. A 11 de treulas 1657 Guilarsa,faguet relacione Juan De Palmas missu aver intimadu a Juan..

Antiogu Ascene, Julianu… per essa Antonia Corria que, infra de vinti bator oras rescatente sa domo, bingia, cunjadu et terra de Impera Antoni .. et sich referens. Testes Jusepe Cogue et Serefine Fronja de sa presente villa de Guilarsa. Gaspar Sanna scriba”.

In data 20 agosto 1657 vi è il testamento del venerabile Miqueli Trogu,di Paulilatino, con ordine pererentorio al fratello Giovanni di non avanzare ulteriori pretese:” … item cumando que sa dita die de su interru de su corpus meu semy portet totu sa pompa eclesiastica pausas, vigiliare et alias.

item cumando que, pro acompagnare su corpus a sa eclesiastica sepultura, si depiat cumbidare sas duas cumpagnias et pro charidade silis diat 25 soddos per omine et,semper inde faltaret alguna, cumando que sa caridade(sic) de sas duas si diat asagui det acudire….Joanne frade meu… si tengiat per satisfactu et pagadu a cumplimentu tantu de sas quentu liras que fuit estadu cundennadu dareli cun ordine de su senore vicariu et cum decretu factu de su delegadu sou,comente ancora per cale si querjat parte de babu et mama o serviciu personale que mi appat factu o pretendat pro cale si querjat tempus sit et restet satisfactu in dita porcione que li det tocare de manera que semperque petinet(sic) alguna cosa de sas sobre ditas daltu(sic) nomenadas, cummando que ipso facto siat iscrosu de sa dita eretade mia et non sili siat tantu solamente sino sas subraditas quentu liras que isto obligadu dareli, restande sa de piu de dita parte sua a sos de pius hereos meos Gasparra et Marianguela…”.

In data 20 ottobre 1657 Juan Antoni Dezori si impegna in un contratto per ingrassare 139 maiali di don Franciscu Madau: “ Juan Antoni Dezori,dessa vila de Guilarça, confessat que tenet in podere sou dessu nobile don Franciscu Madau de dita vila de Guilarça su numeru de quentu trinta noe pegos de porcu,coeste de madrigadu barantaduos et leva, coeste aquisorgias territzias,barantaunu pegus de porcu et berenitzias quimbanta sinch… obligat pasturare cuddos per spatiu de quimbe annos .. et in su tempus de sos ditos quimbe annos si den dividire totu su gue nostru senore Deu lis det dare,como siat de peta moridorgia,porqueddos sorte que si dent bender et assu fine …. su ditu principale sinde leare primeramente totu sugui siat acostumadu…

Vi sono poi a a Ghilarza, in sardo, diversi documenti : vendite, soccida pecore (8 dicembre 1657), di porci ( “16 de benaigiu 1658”). In data 19 gennaio 1658 è interessante una ispezione, su ordine dell’officiale al giurato di corte e ad uomini(omines) per una perizia giurata, su pezzi di terra(corria) seminate, “umplida a laore “ oggetto di contendere. Ne scaturisce una causa per turbamento di possesso e per aver divelto i confini,”sigadu sas lacanas”:

“Die 19 de benaigiu 1658, Guilarsa,faguet relasione Juany Capay y Milia juradu qualmente, de ordine de su magnificu Valeri Pinna Officiale et a instansia de Juan Dimas Sogiu et in conpagnia de Antoni Murru, Serafine Ibba,Bilianu Istera si est transfertu in sas terras de ditu Sogiu Delogu, naradu sa mura dessu Hulumu,insas terras que ditu Sogiu aviat comporadu dae Antoni et Juany

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Pispisa babu et figiu et essendo in ditu logu at dadu juramentu a ditu Antoni Pispisa que averet signaladu sas terras que aviant bendidu a ditu Sogiu,su gale ditu Pispisu asinnaladu ditas terras et avende ditu Pispisu regonosquidu cuddas ada agatadu que una corria de ditas terras,qui est in su oru de su muru qui est de per mesu inter sa dita terra et sa de mastru Martine Liquery,afriscande assu cungiadu dessu quondam Juany Catrila minore,est arada et onplida a laore et andande pius avante agatan una hatera corria qui est insoro, fatu a costas de sa terra de ditu Sogiu, unplida a laore,cale narat ditu Pispisu est terra que fuit dessu quondam Juany Pistore,que gasi bene abaxat assu muru dessu cungiadu de ditu quondam Catzula et a costas de dita terra de Pispisu, narat que sa terra si biagatat barbatada dae su nurrale due ditu quondam Catzula in annos passados aviat fatu cudda, anigiossu est barbatada et terra propia sua et ditu quondam babu sou et cudda sas linuides segadas et bitadas a pare et dita terra acada abaxat finis assu muru dessu cungiadu de ditu quondam Catzula,cun sa de pius ena afriscande assu caminu que andat a suergieda et a parte de subra, ajuntande assatera de mastru Juany Bigony,segundu ditu Pispisu faguiat bona dita terra a ditu Sogiu et si oferiat provare su dominiu de cudda de isse et de ditu quondam babu sou,easora isse relatante a dadu a juramentu a sos subraditos omines que asseren fatu revista de dita terra que at signaladu ditu Pispisu si las agatant arada et piena alaore,segadas et betadas sas limides apare, segundu narat Pispisu o ateramente. Sos cales omines lian torradu de relasione que, avende regonisquidu ditas terras signaladas per ditu Pispisu,agatant primeramente que sa corria de sa terra qui est acostas de su muru de mastru Martine Liquery est apes de unu murale (sic, chiaro) fatu in anos passados,agatant que dita corria, cum sa de pius terra qui est asubra de su murale fatu sos annos passados, est tota una terra cun sa corria, que agatant acada et onplida, quest acostas de su murale permesu de ditu Liqueri,afriscande assu muru de ditu cungiadu de ditu quondam Catzula cudda est piena alaore pro agatare que abaxant sos surcos daesatera que ditu Sogiu oe posedit a sa subradita corria desposidida et murale fatu per mesu sos surcos betados dae josso asubra,segundu de dita corria unplida alaore disposidida siat postu linides per ditu Pispisu cun perdas in mesu dessagale beiat unu murrone( murcone ?) de pirastru,afriscande auna pedra bianca fitta qui at daenantis dessu cungiadu de ditu quondam Catzula ( segno della vita egiziano per nota ) et dita corria de terra segadas sos limides et betada pare est sa terra est acostas de ditu quondam Pistore et passande pius anante(sic) agatan que assu costadu de una corria de terra que fuit dessu ditu quondam Pistore beiat unu cantu de terra de ditu Soju, bendida per ditu Pispisu die ditu murale in josso assumuru dessu cungiadu de ditu quondam Catzula,barbatada et non piena et sos murales et limites de cudda cun atera terra que beiat betados a pare et segados sos limides auna parte et asatera parte,no poden perseverare si sos limides in dita terra arada et betada a pare den esser segados per esser terra isuale et custu lian torradu de relassione.

Dito die. Juan Dimas Sogiu dat clam contra de ditu Juany Pala Ibba medio juramentu a causa que, teninde et posidinde ditas terras su ditu Pala Ibba hat de cuddas parte desposididu,segundu constat per revista fata et abonamentu fatu per ditu Pispisu, suplicat,non obstantis su abonamentu et venda fata per ditu Pispisu, provet su dominiu sou et costande de totu in virtude de dita venda et costande in veritade de su apidulu(sic) de carta de logu conservare in sa pusissione de cudda a ditu Sogiu condenande a ditu Pala Ibba in sa pena de degue liras de disposidimentu et in vinty quinbe liras per aver sigadu sas lacanas,reservande in sa sentensia faedora interlocutoriamente in sa petissione de ditas terras ditu Sogiu,cum reservasione de su petitoriu de sas partes et in su interim siat cumandadu non passet avante in no pienare sas depius terra barbatada et per sa omplida sis fent restit…li su semen”.

Il giorno 23 gennaio 1658 Nicolau de Palmas sporge denuncia contro Joan Pedru Mameli per vie di fatto a colpi di pietra nei lombi, seguiti ad un alterco per una terra contesa ;il vulnerato chiede una ispezione per le ferite, che viene effettuata dal giurato del luogo e da probi uomini che non ritrovano alcun livido (“lidore nexunu”):”Die 23 de benargiu 1658. Guilarça. Comparit Nicolau de Palmas et dat clam contra Joan Pedru Mamely,a causa que istandesi in su … domo dest n. Pinna Porcu tratende desaderra sua que hat segadu in logu naradu sa Paule de su corru de sa murta et istande in bonos acomodos et que a sas mensus provas sian con na… a su justu a quie lu dita tenner que cun cussu cumtetat pero su gui ditu Mameli,sença luiscier ateru,si est postu in colera atandalu

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pro marranu cun sa istanca que fuit in sa porta de ditu Pinna Porcu pro su gue est bessidu foras et subitu li at disparadu a pedra et fertu luada(sic) in su lumbu protestat inde fatat revista. Testes Leonardu Soro et mastru Juany Pira de Guilarsa Dito die Guilarsa,retulit Serafine Contone juradu de logu que in conpagnia de mie Bilianu Carta, Franciscu Usely et Juan pedru Delogu at fatu revista de Nicolau de Palmas et no li agatan llidore nexunu”.

La vendita di una terra è accompagnata da una notifica per eventuali pretendenti: “Die 2 de martzu(sic) 1658 Guilarsa .Retulit Juan Batista (sic)Obinu, missu et bandidore publicu dessa villa de Aidumajore et presente agatadu in sa presente villa,qualmente eris probe passadu primu dessu presente, de ordine desu magnificu Valeri Pinna et a instansia de Anguelu Cau de Guilarça si transfergiat in totu sos logos publicos de cuddu, notificande a totus gieneralmente so de dita vila et de foras que tengian acione in su cantu de terra que Pere Carbone Pira at bendidu de ditu Anguelu Cau in terra ossada(sic),compargiat infra su tempus de sa reale pramatica et capidulu de corte, ateramente non den esser pius intesidos et sic referens. Testes mastre Joan Pira et mastre Joan de Villa de Guilarça”. In data “7 de martzu 1658” si roga a Guilarsa una procura in sardo . Il giorno 9 aprile 1658 avviene l’appalto del Parte Osier Reale,per lire 1488. L’atto di sottomissione di Antoni Mele, carceriere di Ghilarza e messo, in mani dell’officiale Valeri Pinna,è di questo tenore:”Die 18 de mayu 1658 Guilarsa .Antoni Mele dessa villa de Soddi,personalmente agatadu in sa presente villa,at prestado sagramentu he huimanagiu(sic) in podere de su magnificu Valeri Pinna Officiale dessa presente Incontrada asuacostumadu et promitit servire bene et fidelmente ditu offissiu de carcilleri et missu de ditas presones et vila de Guilarsa et de pius incontrada cum obligassione de pagare totus sos dannos & obligans & firmas sic et jurans . Testes Salvadoreanguel Putzolu et Joamaria Azori de Guilarça”. Il 18 marzo 1658, a Ghilarza, Giuseppe Liqueri, alcait delas reals presons dela incontrada Parte Osier Reale”, promette e si obbliga di dare ad Antonio Mele di Soddi, carceriere e messo, la quantità di 6 rasieri di grano e 6 rasieri di orzo, che valgono 8 starelli di grano ed 8 starelli di orzo, ogni anno,per paga e salario del servizio nelle “reals presons”, in due paghe uguali, ad agosto e marzo. Il 18 luglio 1658 a Ghilarza si roga un’ altra procura in sardo. Il giorno 18 luglio 1658 a Guilarsa vi è l’ omaggio di Macariu Catzula: “ su magnificu Valery Pinna,Officiale dessapresente Incontrada, at dadu su sagramentu humanagiu a Macariu Catzula pro qui servat bene et fidelmente suta pena de … verju sa pena de sos managios,renunsian …Testes mastru Martine Liquery, Nicolau de Palmas”. In data 2 agosto 1658 l’Officiale della Incontrada comanda alcuni vassalli per tradurre il detenuto Joan Maria Serra “de Paule” a Cagliari, sotto pena di 200 ducati e di pagare per la pena che poteva essere assegnata al Serra: “ Die 2 de austu 1658 Guilarza. Su magnificu Officiale Valeri Pinna intregat assas perçonas de Marcu Pala,Pauangel Mele, Antoni Lepore alcaidu majore, Antiogu de Serra, Franciscu Zaru Joan Batista Quessa et Pere Angel Pisanu de Abasanta assaperçona de Joan Maria Serra de Paule …lu conducen in sas reales presones de Calaris, tuttu et seguru,sutta pena de 200 ducatos & et de pagare segundu que ditu Serra podiat patire.Testes Blasi de Palmas, Joan Pedru de Monte et Baquis Pisanu”. Ancora nel 1658 il pagamento del donativo, da portare a Cagliari,presenta alcune particolarità “Die 7 de austu 1658, Guilarsa,Franciscu Satta et Baquis Manca de sa presente villa, majore et sindigu furit(sic) in su annu 1656,pro aver leadu algunas partidas dae sos dinaris de asu donatiu dae sa lista de Franciscu Usely sa partida de setanta noe liras pro aperrer sos passos de sa presente pro qui fuit inserrados et cuddas torradas a quie las aviat postas,segundu constat per poliça de sas cales 79& sinde at torradu 50.16.6 pro tantu faguer depositu de sa partida 29.3.6 pro ajustare sa partida de su donativu,reservandesi dretu pro copeller a quie det esser de dretu,sos cales losa den cobrare sos resciduos desas liras de Monsennore et de su dotore et sos primos si den cobrare det cobrare ìn

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nantis ditu Manca et lu firmat ditu Satta de manera que intregat a Pera Juany Fadda dae sa lista de Franciscu Husely 10.16,pius sili intregat 20.1 dae sa lista de Baquis Manca, Franciscu Satta et Baquis Manca intregan 29.3.6,pius sili intregat dae sas listas de Crisanty et Franciscu Pipia quinbanta sette soddos,que in totu tenet 62.18.2 ditu Fadda Desi et compagnos per las portare a Calaris .

testes Juany Pipia et Santoru Pira”. Il giorno “11 de austu 1658 “ vi sono altri conti di donativo, in sardo. In data 31 de 8bre 1658 vi è una ricevuta :” pius atera apoca de pagamentu de sa cantidade de quentu trinta duas liras 17 &(soddos ndr) et degue dinaris, firmada peri su nobile don Sadorru Cetrillas Tesorery Reale de sa data in Calaris a 20 de mayu 1657,recida per Joan Batista Marongiu, secretariu,pius sili intregat hunu ordine de su Ex.mu Conte de Lemos,Virrey fuit de su presente regnu de istam… in su gale cumandat sas partidas que sa presente Incontrada deviat pagare pro dita prima paga et promitit tenere nodias, sutta de pagare cale si quergiat dannos de proprios benes et lu firmat de manu sua . Juan Angelu … Testes Juani Ibba Agus y Baquis Manca “. E’ importante segnalare un atto di Antoni Foddi Serra per desistenza e perdono per colpi di pietra nel capo ed effusione di sangue, procurati da Juan Franciscu De Monte; si risolvono anche alcuni strascichi della violenta cattura:”Die XII agusti 1658 Guilarsa. Sit omnibus notu de como Antoni Fodde Serra de sa presente villa de Guilarsa,no induidu,forçadu nen pregadu,.sino de sa ispontanea voluntade sua,gratis & progantu in dies passadas at dadu clamu criminalmente contra de Juan Franciscu de Monte de dita presente villa pro li haver corpidu de hunu corpu de pedra intesta, de meda effusione de sanbene, pro su gale si at fulminadu processu contra ditu de Monte y est assupresente detentu in sas reales presones,perço consideradu su que narat in su sagradu hevangieliu(sic) in y si perdonet sos inimigos et faguer bene a quie li faguet male, pro tantu,cun su presente et publicu istrumentu,desistit et perdonat a ditu de Monte de dita offença de tale manera que in nexunu tempus non detengiat dannu in perçona,nen benes,anullande et canzellande dita causa,dae sa prima fini a sahultima linea, comente et qui fatu non esseret et in nexunu tempus non tengiat força,nen valore in quantu aisse nen ereos suos et lu lassat in petus(petres ?) de sa corte,qui et pro cussu de renunsiat de su foru sou & renunsiat totus et cales si quergian legies que et asa legie si convenerit & de obligat perçona et benes,firmat et jurat largamente .Testes Joanne Masala,Franciscu Ibba et Franciscu Coco de sa presente villa Vacca notariu. Sit omnibus notu de comente mastru Salvadore de Monte de sa presente villa habit… po gantu Joan Fransciscu de Monte frade sou hat dadu clam contra Franciscu Mameli, Miale Fodde et Juani Medda de sa presente in sa villa de Boroneddu, pretendinde que cuddos avian copodu a d(it).u De Monte a su tempus incapturesint in territorios de dita villa,perço de voluntade sua si obligat pagare totas et cales si quergian gastos fatos o faedores que a ditos Mameli, Fodde et Medde posant dimandare insu tribunale de dita y predita causa dae benes propios… et pro cussu renunsiat de su foru sou,sumitit a su foru de su Juigue de sa presente Incontrada, renunsiat totas sas legies que defendere, inde obligat sa perçona et benes .Testes predits”. In data “14 austu 1658 Juan Basile Pira,segadore de pedra de Boroneddu”, riceve dal prete canonigu Franciscu Corria di Ghilarza un censo di lire 25, in cambio a Boroneddu ipoteca una vigna. Il documento è in sardo. Il giorno 16 de austu 1658 a Ghilarza si roga una procura, in sardo,di Maria Medde Pala “ de sa presente villa in favore di Sisini Vaca causidicu”. In data “Die 17 de agost 1658 Guilarça.” sono nominati i depositari: “Lo noble senor don Joseph Fois Manca,comisari de sa Ex.a y Capita de campagna en lo present distrite, nomena y deputa y posa insiguint la orde “, come depositario la persona di Juan Paulu Cogue di Soddi; ad Aidomaggiore è depositario Diego Contone notaio. Il 18 agosto 1658 vi è il giuramento in catalano del “barranzell de canpagna “,barracello Pere Antoni Onida di Domusnovas, in potere di Macari Catzula magior di Guilarza; a Domosnovas il depositario è Macario Meloni; a Tadasuni è depositario Pere Angiel Frongia.

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In data “ die 26 de austu 1658” a Ghilarza vi è il bando, in sardo, per terre comprate notificando agli eventuali oppositori i termini giuridici per fare le loro istanze . Il giorno 28 austu 1658, sempre a Ghilarza, vi è la procura di Antioga Angiela Satta.

In data “die 4 mensis 7bris 1658”, a Ghilarza, “Antiogu Pili pastore de crabas “ riceve “noranta noe crabas roba currente,soest ottanta tres de mardigadu et seigui crabitos desa persona de Baquis Manca .. per quinbe annos “. Il 12 settembre 1658 i fratelli Oppo vendono un orto :

“Die 12 de 7bre 1658,Guilarça, Franciscu Oppo,Antoni Oppo Cabone,frades de sapresente, per cussos et heredes suos gratis etc,benden totu cudda jurisdissione de ortus que fuit eo est meitade de dtu Franciscu et meitade de su q.m Pedru Oppo,frades de ditos vendedores mastru Pedru Sanna picapedreri(sic) de dita villa, caleafrontat cabiza costadu et pes a ortu de ditu Sanna et de ateru costadu a sena de Serafine Contone, in preciu de bator liras,sas cales recien comode presente et de firmat apoca de recida testes Juan Leonardo Putzolu et Juani Mancone de Guilarça. et Abbasanta presentes”.

Un compromesso, tra la vedova Catelina De Monte (rappresentata dal fratello procuratore) ed i fratelli del defunto marito, disinnesca una lite per eredità: “Die 12 de 7 bre 1658 G(uilarç)a Sit omnibus notu de comente mastru Salvadore Monte, comente et procuradore de Catelina(sic) de Monte sorre sua,de dita presente villa et abitante in sa citade de Calaris,desa gale procura constat recida per Jusepe Carta Nieddu, notariu de dita citade de sa data a 6 de ditu presente mese in Calaris,de una parte et de parte atera Franciscu Oppo,Antonio Oppo frades dessa presente villa gratis &,po gantu vertiat pletu inter dita de Monte duna parte et ditu Fraciscu et Antoni et su q.m Juany Oppo frades de parte atera in sa Reale Audiensia(sic), pretendinde dita de Monte totu sos benes lassados peri(sic) su quondam Pedru Oppo maridu sou et frade de ditos Oppus,segundu sa mente de su testamentu de ditu q.m Pedru Oppo, assugale si apat relassione et po gantu in sinbigiantes pletos vertit meda gastos et malas voluntades intre (sic) partes et desigiande hevitare tales inconveniensias cun su presente et publicu istrumentu ditu Salvadore de Monte frade de dita Catelina et ditos frades Oppus desistin de ditu pletu et anullan et cancellan tottus(sic) etales si quergian sedulas presentadas pro ditu effectu et gasi bene cale si quergian sentensias declaradas et de pius paperis et provas producidas,de manera tale que in nexunu tempus mantengian força nen valore nexunu,, comente et qui fatu non esseret renunsiande ditu Salvadore de Monte, in ditu nomen de procuradore, totas sas asiones que a sirca dita causa podiat tenner como o in su desvenidore prosintende(sic) in ditu nomen de pius non allegare nen deduidie(sic) nen molestare a ditos frades Oppus et in satisfassioine dessu que dita Catelina de Monte li podiat tocare como o in su desvenidore,è0ditos Antonio et Franciscu frades promitint dare et pagare a dita Catelina de Monte et pro issa a ditu Salvadore de Monte procuradore sou sa cantidade de trinta otto iscudos moneda currente in su presente regnu,sos cales como de presente los buidan et pagant a ditu mastru Salvadore Monte in ditu nomen, in presensia de su notariu et de sos testes infrascritos et ditu mastru Salvadore de Monte et acetante ditu pattu,segundu que confesat aver recidu dita cantidade justamente in plata dae manos de ditos frades Oppus,de sos calis deli faguet et firmat apoca de recida,cun patu espressu cuddos atera volta non dimandare aissu nen sa dita principale sua nen atera perçona pro issos como ne in su desvenidore et gasi bene resiet et confesat aver residu bator iscudos a complimentu de sos gastos que dita de Monte at bistretu(sic) a sirca ditu pletu de tale manera que (sic) cunsa presente restant una parte et atera quitos,contentos et dinidos de ditu pletu de tale manera que dita de Monte nen suos tenet itte dimandare a ditos frades Oppus nen ditos frades Oppus a dita de Monte per dita pretesa et pletu que inter issos vertiant a sirca dita eretade de su quondam Oppo maridu de dita Catelina de Monte, totus sas cales promitit effetuare,testes Juan Francissu Soju,mastru Juany Pira de Guilarça et Juan Climenti de Riu de Dualque,presentes Juan Framciscu Sotgio et Satta”.

Una soccida di vacche, senza “pasa”, viene così stipulata: “Die 13 de ottobre 1658 Guilarça (sic) Leonardu Pala dessa presente villa gratis confessat et in veridade regonosquet a Juany Demonte Medde que de isse at apidu et recidu sos pactos dessu cumoniu infrascritu pro pasturare Franciscu Jusepe Desias figiu dessu ditu Pala su numeru de

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vinti pegos de vacca,roba currente, aisquire est, treigui de madrigadu russu et sette anigros desso que ant postu fogu in su presente mese … quinbe annos duas partes a ditu Medde principale et huna parte a ditu pastore minore pro cantu como in prinçippiu de ditu cumoniu no at postu nexunu gieneru de pasa car ditas cosas si faguent segundu dispositione de pramatiga et platiga dessa presente villa”.

Una donna, Antioga de Palmas, fa richiesta, col consenso del marito Serafine Medde, e chiede all’officiale la licenza di vendere un chiuso per affrontare alcune necessità: “Senor oficial don Diego Madau

Antioga de Palmas, mugere de Serafine Medde desa presente villa,cum consentimentu de ditu Medde, narat a v.m. de que tenet unu cunjadu in logu naradu Orgosay, saltu de sa presente villa et per necessidades suas convenit que cudda bendat pro sustener a algunas necessidades suas et comente siat que est cosa propria y est necessariu per dita venda siat valida precedat decretu de sa magnificensia sua, in conformidade de sa reale pramatica,perço dita de Palmas suplicat a sa m.a sua reste servidu decretare et dare lisencia que potat bender ditu cunjadu,firmande sos actos necessarios et haec in meliori modo .Pedru Coco notariu de Paulilatino presente in sa presente vila acceptat et firmat sa presente suplicacione de dita de Palmas. Lleonardu Coco firmo sa presente. Jesus ob. Die mensis 8bris 1658 Guilarça

Vistu sa dimanda faguet Antioga de Palmas, mugere de Serafine Medde et cun consentimentu de ditu Medde maridu sou et pro esser cosa propria,concedit lisencia,facultade a ditta de Palmas que potat bender et a ditta de Palmas su cungiadu sou, contenidu in sa retroscrita suplicassione a quie issa det querrer,assagale dat facultade que de potat faguer et firmare sos attus necessarios in podere de ssu notariu et iscrianu dessa presente incontrada,justa stillum curiae et disposissione dessa reale pramatica.

Provisa peri su magnificu et nobile don Diego Madau offissiale(sic) et juigue ordinariu dessa presente incontrada de Parte Osier Reale die mense et anno quibus . Joanes Jacob Vaca not”. Nel 1658, a Paulilatino,una divisione di eredità avviene col decreto dell’officiale della Incontrada: “A 28 de genarju 1658 Paule.

decretadu peri su magnificu Officiale in dies passadas,sa gale divisione si faguet divisione fata de sas domos cunjados, terras et alias que soliat essende su quondam Miqueli Trogu,fata peri sos ereos suos Joan,Gasparra Trogu et Mariangela Firinu,sas cales suntas de su modu siguente e p(rim)o ditos ereos ha(sic) divididu sas domos,çoeste sa domo manna de mesu at tocadu in parte a Joan Trogu, cun sa jurisditione de segus segundu salargaria de dita domo

item satera domo de porta noa at tocadu adita Mariangela(sic),cun sa jurisditione de segus item sa carama(sic) de satera parte cun sa partita de mesu et jurisditione de segus at tocadu a

Casparra (sic) cun totu sa terra de iscanavera item sas cubas,a tocadu sa mannas ques (sic) prus noa at tocadu a Joan, satera cun sa carrada quest (sic) a mesu de binu a Gasparra,satera cuba a dita Mariangela, cum ajunta de quinbe liras daesu cumony,sas cales 5 liras confessat haver reçidu in quinbe carritas de trigu item sia divididu sas caxas mannas at leadu Quesparra(sic), satera queste intro sa carama cun satera carrada longa a Joan et in contu de ditas caxas dita Mariangela det leare una vaca anjada o veru una vaca bagadia a gustu sou sa gale vaca dita Firinu confessat haver recidu per mesu de su maridu a gustu sou item siat divididu(sic) sas binjas, coeste sa binja de su nuraque,que per ignantis(sic) soliat esser de su qm babu et mama insoro, a cintada a muru et sa binja que soliat esser de su quondam Joan Angelu Florinu (sic),comporada per ditu qm Trogu e capida in parte a Joanna, sa binja manna que soliat esser de sa quondam Francisquina Ciloque, cun su pastinu fatu per ditu Trogu, bagantinu et jurisditione este in dita binja manna, in duas partes a Casparra Trogu et a sa neta Mariangela Firinu a pesa apare item ditas partes dividin su cunjadu de Mura noa,mesu a a Joan et mesu a Casparra et a dita Mariangela in contu hat leadu su cunjadu que fuit de mastru(sic) Tomasu Cogode cun su carru fronidu, su erimu de puçu de Torru( forru ?),cun sa cambia fata in paule brasu que fuyt de Moise

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Adcene et tres lados de ebba totu a asatera parte a dita Mariangela,in sa gale parte si comprendet sas corrias de sa terra de sas arjolas de sena de sa carruga item han divididu sas terras siguentes e primo su cunjadu de bau arju,saterra de pisquinas, unas(?) a Mariangela sas terras de culumbos cun sa terra de crastu marru,que fuyt de Sebestianu Adcene a Casparra, saterra de arbu… mentu, sa terra dee canale, sa de buturu arriales, cun sa terra de bena canarjos a Joanna

item sas terras de su monte si dividit, çoeste saterra que fuit de Joan Cosseddu de pardu longu, a duas partes a Casparra et Mariangela et sa terra de su cannau,que fuyt de su quondam Nigola Contone cun sa terra de su filigue a Joanna item sas terras de murdegu suntas divididas, çoeste a Joany Sa terra de bena furada cun sa de mura de mandra cun siscra,siguende a Casparra saterra de bena furada, que fuyt de Francisco colle… cun sa terra de mare(?) peça, que fuit de Simone Perdu de Murt, cun su cantu der sa terra de Miquiri, que fuit de Antoni Colleo et a dita Mariangela sa terra de bena furada, que fuyt de ditu Simone Perdu Murtas,cun siscra de nuraque sonnu et sa terra de mare Peça que fuit de ditu Antoni Colleo a dita Mariangela,juntamente cun sa terra que fuyt de Joany Loque,de Iscova a dita Mariangela Firinu item si declarat que in rexone de sa carquera et cunjadu de gudda sila sat a ditu Joan(sic) Trogu dande satisfasione conforme istat espressadu in sa declaratione de dita sententia fata pre ditas partes per ditu effectu

item si declarat que pro su anirgu de bullu(sic) si podiat dare a ditu Joan(sic) Trogu de sa parte de sos lacos de perda suntos in sas ditas binjas que hat tocadu a dita Casparra et Mariangela su ditu Joan inderestat pagadu in dunu anodinu que silat lassadu a ditu Joan pro ditu effectu(sic) item in cantu a sa sedda ordinjada soliat esser de ditu quondam silassat a ditu Joan cun obligatione de pagare duos iscudos unu peromine a ditas Casparra et Mariangela incontinente

Totu sas cales cosas espressadas in sa presente divisione,tantu mobiles, comente imobiles, fatas et divididas per ditu Joan, totu sas ditas tres partes lloant,consentin et tenen pro bene fatas confessan de tener doniunu sa parte sua leada,cun bonu gustu et voluntade, leande et ratificande ad invicem et vicissim sa possessione que donni unu de ditas cosas inde tenen in podere insoro,pro esser dita divisione bene fata, agustu de totas tres dividinde Joan et leande in prima pro isse et pro Gasparra sas cosas segundu lu firman … juran et finalmente,,, Vaca notariu testes suntos Antiogu Contone et Tomasu de Gampu massaios desta dita e presente villa de Paule”.

In data 1 febbraio 1658 a Paulatino si verbalizza in lingua catalana: Gasparra Trogu “monja de casa” e Mariangela Firinu y Trogu moglie di Impera Passiu “tia y neboda “firmano apoca a Joan Trogu loro”german y honcle” per la partita di lire 266.13.4 in ragione di lire 133 e 6 soldi ed 8 denari che a dette Trogu e Firinu “a pertocat en part en la calquera que solia ser del quondam Miguel Trogu, llur germa y honcle la qual calquera es estada avalorida per las ditasTrogu y Firinu en lo preu de 400 lliures”.

In data 20 settembre 1658 (sic), a Paulilatino,Joan Domingo Pintos “picapedrer “di Abbasanta,per 6 anni” alloga “e consente a Macario Virde,massaio di Abbasanta, tutti i frumenti ed entrate che Pintos ogni anno maneggia nei molini “de agua “di Abbasanta,cioè uno nel luogo su bau de sa anade eo moli de mindas ; “erbatje y pastura” del tancato intorno al molino ; l’altro è dentro il paese al “costat della Iglesia Parroquial ab los adressos y aines “ in ogni mulino; durante i 6 anni, in soddisfazione dell’usufrutto dei due molini e tancat, Mauro Virde promette governare e mantenere “dos mignon di Pintos”, uno maschio ed una femmina “de menjar, beure y calçar segons llur calitat que lo dit Pintos li solia fer coma pare tot,a sos gastos y despese, com si fossen fills propris”; Macario Virde fara anche una “mola de baix, unu lacu gran y una canedda(sic) y cubrira un tros dela teulada” che è scoperta,in un mulino; dopo i sei anni Pintos gli pagherà ciò che avrà speso per le suddette cose.

Nel 1658,a Paulilatino,il comandamento personale,per tradurre al S.Offizio di Sassari il prete Nicola Tiddia di Mandas arrestato,così si articola : “A 14 de 9bre 1658 Paule . Augustinu Desogos,Familiare de Santu Officiu(sic) et Comissariu elegidu pro conduyre a su venerabile Nicolas Tiddia de Mandas a sa citade de Tatari, junctamente cun sos de prus demarada

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(sic) cumandados Franciscu de Pani,Tomasu Fadda,Jacaria Adcene y Petre Paule Adcene y Serefine Adcene,totus de sa citade de Aristanis,a su gale Tiddia lu tenent dadu et intregadu tutu et seguru in podere et manos de Paule Coco, majore de sa presente villa de Paule,cundunu plegu et ordine pro su Santu Tribunale pro gui gasi bene lu depiat conduire in conformidade de ditu ordine,cras per totu die, cum gente armada,pro sa villa de Macomer,tutu et seguru, segundu istat espressadu in ditu ordine .Testes son Joan Perdu Murja et Impera de Palmas de dita villa”.

Un contratto di soccida di cavalle è così rogato: “Die 3 de benargiu 1659 Guilarça Sit omnibus notu de comente Antioga Falcone,de sa presente villa,gratis et dat a cumoniu et in nomen de cumoniu a Antiogu Putzolu Palmas de dita quinbe pegos de ebbas currentes, compresu duas qui ditu Putzolu deli poner in pasa,que est aisquire sa ebba bargia que ditu Putzolu apisit in parte de sas matessi ebbas et huna anirga prosateru lodos de pius que ponet dita Falcone et promitit pasturarlas per tempus de quimbe annos,contadores dae bindigui dies de santu aine passadu 1658 et a complimentu de cuddos den dividire eguales partes&obligandesi dita Falcone… giadu pro acoddare(sic) ditas ebbas et procuramentu de bidatzone in su tempus qui mesant … de contos… segundu sa disposissione dessa reale pramatica et usos de sa presente villa, obligans,firmans et jurans. Testes Joan Batista Falcone et Antiogo Pala Murgia desa presente villa”. Nel 1659 a Ghilarza,Joan Batista Pinnasi fa rogare una soccida di 45 maiali con Antiogu Pizurra a contratto di “bator una”,secondo il costume di “zeracu de intro”: “ Sit omnibus notu de comente Joan Batista Pinna dessa presente villa de Guilarça gratis dat a cumoniu et in nomen de cumoniu baranta quinbe pegos de porcu currientes,ço est vinti de madrigadu russu et vinti quinbe aquisorgios et a sa perçona de Antiogu Pitzurra dessa presente villa est aisquire que det leare ditu Pizurra de bator partes una tantu de mandigos comente alopimenta (sic) dessu cumoniu et ditu Pinna si obligat governare et mantener a ditu Pitzurra per totu su tempus de quinbe annos tantu in bestire,mandigare et calçare et pro su tale sustentu que ditu Pinna li dat in totu ditu tempus det leare ditu Pitzurra de bator huna comente et zeracu(sic) deintro acostumens dessa presente villa et ditu Pitzurra det dare contos oni cada annu segundu sa reale pramatica & totas sas cales cosas promitin effetuare ambas sas partes senca dilaçione & cum renunsiassione de legies obligans & firmans et jurans.Testes Migueli Corona et Franciscu Usely de sa presente villa”. Il 14 ottobre 1659 Bilonia Cogue fa una procura per una causa di ‘eredità : “ Die 14 de 8bre 1659 Guilarsa.

Bilonia Cogue,mugiere de Serafine Ibba, faguet procuradore sou a Joan Baquis Isquirra presente pro que pro parte sua potat compareser dae nantis de cale si quergiat justissia heclesiastica comente et seculari(sic) de su presente regnu et dimandare tottus sas terras que hat heretadu dae su quondam babu et mama sua ajuntamente tottas sas depius cosas aissas tocantes testes(sic) Antiogu Catzula et Nigola Pisquedda de Guilarsa”. Un bando per notificare eventuali pretese sulla vendita di una vigna è il seguente: “Die 11 de austu 1659 Guilarsa

Relatat Antoni Mele, missu et bandidore publicu dessa presente villa de Guilarsa, de comente issu de ordine de su nob. Don Diegu Madao,officiale et juigue ordinariu dessa presente incontrada de Parte Osier Reale et a instansia de Juan Macariu Lepore de dita presente villa, si est transfertu in totus sos logos acostumados dessa presente villa, in sos cales logos at fatu bandu et crida publica a bogue et inteligibile,notificande et avisande a cale si quergiat perçona o perçonas que pretendat tener açione in sa vingia(sic) de Joan Batista Fodda de logu nadu Visono, que at comporadu dita bingia in preciu de baranta liras, conpargian dainant is dessa m.e sua infra su tempus dispostu per Reales pramaticas, que sili det administrare complimentu de justissia,passadu su gale et non comparinde,que dita vingia det esser bene bendida et mengius comporada et sic referens”.

Il denaro contante,lire 74310.10 del donativo grazioso di Ghilarza, cioè un terzo della paga, viene affidato dall’Officiale della Incontrada nel seguente modo: “ Die 11 de austu 1659 Guilarça .Su nobile et magnificu don Diegu Madau officiale dessa presente Incontrada faguet intregu asas personas de Joani de Nurqui,Luca Saba, Pera Juani Fodda Desi .

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Serafine Medde, Baquis Cau . Filipu Catzula dessa presente villa,de sa cantidade de setiguentas baranta tres liras degue soddos et degue dinaris de su donativu graziosu de sa magestade que sa cumunidade dessa presente villa sunt obligados pagare de sa terza paga de ditu donativu pro que las conduan(sic) in sa citade de Calaris in podere de su Tesoreri de sa magestade et porten apoca a cumplimentu et juntamente silis intregat degue soddos desapoca que intottu est 744.10 dinaris, sutta pena de pagare de benes proprios et pena& renunsians, obligans, firmant et jurant testes Angelu Maria Franciscu Oppo Pipia et Crisanty Mannu de esta. Pius ditu nobile Madau intregat a Juan Pedru Pala Ibba degue iscudos cale suntos pro su que ditu officiale at obligadu pagare de ditu donativu pro que los aporten a Calaris et buidat in podere de su Tesoreri et portet apoca. Testes predicti .

Dicto die Guilarça Sos ditos Juani de Nurqui, Luca Saba, Serafine Medde,Filipu Catzula,Juani Fodda et Baquis Cau reintregan dita cantidade de 744.11 dinaris a Juan Pedru Ibba Pala pro que los portet a dita citade de Calaris et portet apoca. Testes predicti”. Un contratto di “teracu de intro”, per il pascolo di 230 pecore di soccida del nobile Francesco Madau,ha il seguente formulario:”Die 5 de xbre 1659 Guilarsa Juan Batista Sanna Pitzurra de sa presente villa gratis confesat et in veridade regonosquet aver apidu et recidu dae su nob. Don Franciscu Madau su numeru de duguentas trinta bervegues,ço est quentu setanta sette de mardigadu russu de fedu et quinbanta bator sacayos,sos cales si obligat pasturare per tempus de quinbe annos,contadores da hoe die presente in avante, a teracu de intro bene et fidelmente,dande contos segundu sa dispossione dessa reale pramatica et in tottu su discursu(sic) de ditu tempus desdevenidore intendesy casu, lana,mascos bendidos et alias den dividire de bator una tres partes a ditu nobile Madau et huna ditu Sanna Pitzurra et a complimentu de ditos quinbe anos den dividire ditas bervegues et frutos de cuddas de bator huna,tres a ditu nobile Madau,casu,lana a ditu Sanna Pitzurra et ditu nobile Madau si obligat mantenner a ditu Sanna Pitzurra comente et teracu in mandigare et biere et bestire. Testes Juan Leonardu Putzolu, Juan Baquis Esquirru”.

In data primo gennaio 1659, a Paulilatino, Giuseppe Obino, vedovo, fa richiesta per ottenere una licenza di vendita per una vigna, al fine di alimentare i figli e pagare la balia, “ sa todoja”: “Magnificu Officiale .Juseppe Obinu dessa villa de Pauliulatinu representat a V.M qualmente nostru Sennore si est servidu dessa mugiere learela de custa amengius vida et averli cudda lassados duos figios de minore hedade et hunu in particulare qui est ancora in titas et esser tanta sa pobresa et neçessidade sua qui non tenet assu presente da hue poder sustentaree et criare cuddos sino tanti(sic) solamente huna vingia que rescatesit cun dita quondam perço suplica a v.m restet servidu dareli facultade in que dita vingia potat bender a qui li det dare satisfassione dessu justu valore de cudda tantu sa parte aissu tocante comente et sa qui a ditus minores si resguardat a tale que dissu(sic) qui det proceder potat subvener a dita neçessidade tantu in pagare sa todoja(sic),comente ancora a vestire et sustentare ditas criaduras in su qui det faguer ministeriu,dandely gasi bene facultade et que potat jurare et firmare dita venda et cale si quergiat notariu recciret . atos neçessarios .omni meliori modo Impera Jusepe Obinu de manos de atere in fato proprio.

Jhs oblata die 5 mensis xbris 1658. Pauli Latino. Que pro gantu su ditu Impera Jusepe Obino si gatat cummeda(sic) necessidae, que por tantu silidat facultade et lisentia que pottat bender sa dita binja, atale que de su valore de gudda pottat sustentare sos fijos suos menores, segundu suplicat tantu pro pagare sa todoja,comente et pro alimentare sos ditis fijos menores in su qui det esser necessariu et de dita venda inde pottat firmare sos actos necessarios a tale que su comporadore de gudda reste cun seguridade .Provisa peri su nobile et magnificu don Diegu Madao officiale et juigue ordinariu de sa presente incontrada,die,mense et anno quibus subra Paulilatino. Dito Diego Madao . Joan Francisco Pisquedda scriba de man.o,cun cordat cum su originale sou,sustantia non mudada,de su gale fato plena et indubitade fide, dito mense et anno,quibus subra Paulilatino idem Pisquedda scriba de man.to”.

Nel 1660 il testamento di Matia Dezori contempla queste clausole:

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“1660 Paulilatino a 11 de xbre . …pro gussu deo Matia Dezori de sa -….item lasso asu carissimu maridu meu Pedru Cocco sa parte que a mie simy esguardat in sos augmentos et comporas fatas in su molinu de josso cun sa parte de su tancadu soliat esser de su quondam P.e Antoni Coco, pro bonu maridu que deysse indapo tentu. Item cumando que in primis Joan et Franciscu meos primos fijos meos depiant leare valore de 60 & inter ambos in dinaris o robas andantiles, pro algunas rexones a mie bene vistu, cumandende que nexunu lis fetat contradisione”. Sempre nell’Archivio di Stato di Cagliari,Tappa di Ghilarza,vol 3, il notaio Vacca Giacomo roga negli anni 1663 -68 Una notifica per riscattare terre vendute è la seguente: “A 19 de marçu 1663Paulelatino. R(elata)t Joanni Floresi, juradu de logu su presente annu de sa presente villa,qualmente de ordine de su majore Antoni Liqueri Cogue de dita villa,tenet intimadu a Antoni Pala,Salvadore Casula, et fijos de Francisco Casula de dita villa in sas domos et habitasione insoro notificandelis que si queren rescatare sos duos ca(n)tigueddos de sa terra,que Joan Maria Casula et Francisco Casula frades que han bendidu a m.e Joan de Serra, unu cantu in pica perda et atteru cantu in su mo(n)tigu de su orjastu in presu de ses liras et mesu, cu(n)parjan in su tempus espressadu in sa reale pragmatica,atteramente den passare p(ro) bene vendidas, sa gale intima est istada fatta a sos subraditos in presentia de Perdu Ispanu, Migueli de Massa et Joan Francisco de Gampu de dita villa de Paule. Pro testes et sich ref.m Testes a dita relatione sos subraditos Ispanu et Campu de dita villa .idem Vaca notarius.”. In data” die 15 de maju 1663 Paulelatino,Antiogu Massidda”, di Paulilatino fa testamento :tra l’altro lascia alla chiesa parrocchiale “hunu soddu et a sas de prus eclesias edificadas in sa presente villa ses dinaris per eclesia”; “ item fatto(sic) mençione que accomo duos annos appo vendidu in sa vila de Santu Luxurgiu huna possessione de castangias, que teniat sa carissima mugiere mia Joana Melone, in pretiu de 25 ll.s, juntamente appo vendidu hunu tentorgiu de mola que dita mugiere mia teniat in dita villa de santu Luxurgiu su pretiu de ses liras,de tale modu que tantu sasa 25 liras comente et sas liras ses las apo gastadas et bestretas in mandigare et gastu de voluntade mia, in cambia de sa gale possessione de castangias et noedda li dao et consigno sa bingia qui tengio in logu nadu Orcay,saltu de dita villa,sença que nexunu de cudda li fetat contradicione, attentu que cudda est mia de solis, que la tengio rescatada de hunu sençale que haviat incudda carrigadu su quondam babu meu,segundu est de vider cun sas cauthellas a sas cale si apat relationi et in casu algunu dessa herentia mia querreret contra narer solu que queret dita bingia cumando que li restituian dita partida de 30 liras sindelet dita vingia ut non restat cudda comamuada(?) cun su presente et andet a contu de dita carissima mugiere mia. Item fatto mencione, a su tempus que sorre mia Cristina Pintada fuit bagadia li day tres carretas de trigu a prestidu,su gale trigu dittu annu carriat a r.ne 30 & carreta, cumando que de cuddas de peset huna a contu dessu traballu teniat a mi faguer su pane, cando fuy bagadiu et sas ditas anden a cartu de sa presente que li tocat in sa domo que fuit de su quondam babu meu,que como tenet Joan Pisanu, cale parte que li tocat de 4 liras que cun degue sette soddos prestay gasi bene assa figia Bonaera Pintadu,resta satisfatta et pagada de dita bator liras p.te de dita domo”. In data 20 novembre 1663 a Paulilatino si tratta, in lingua catalana, la fusione di una campana fra Joan Antoni Marcellu y Antoni Marcellu campaners di Gavoy, da una parte,Jayme Serra sindaco e procuratore dei .vassalli di Paulilatino . I Marcello promettono e si obbligano di fare una “campana tallada “che detti vassalli hanno nella Chiesa parrocchiale di Paulilatino “aque no sia menos dela granaria y pes dela dita campana tallada,fent aquella nova de bo toque y de bona vista, si e segons vuy es y lart arequireix,de modo que guste a dits vassalls ;dant principi a fer aquella luego seran havisats, que poch mes o manco sera de qui a quinze dies y fetta axi com se a dit restara p. a dits vassalls y sempre y quant no se acertas, o se tallas,o no sia de bo toque y sonido,que en tal cas la tornaran a fer una y tantas voltas quant sera mester fins tant la acerten y sia feta del modo susdit; en la qual fena de dita campana dits mestres posaran tant solament sino lo treball de llurs mans y

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persones” ; il “ sindich Jayme Serra” promette e si obbliga “primerament allimentar a dits mestres del vito de menjar y beure y dormir durant dita fena y lis dara tot lo material sera mester de bronzo, estany,terra, llegna,matto y tot lo que sera mester per a fer aquella poch o molt sia y en satisfatio de llut treball fetta que sia y pesada”.

Il 28 agosto 1660(sic), in un documento scritto da Francesco Rogger, il mittente (non indicato) dichiara, per verbale di Jayme Vacca: di aver ricevuto i 18 prosciutti del peso di 237 libbre in ragione di due soldi per libbra e per un totale di lire 23.14 (18 pressuts que pesan 237 llibbres a rao de dos sous la libbra,importano lire 23.14.), ma la carne salata non è di buona qualità per cui non si è presa“ lados de carn salada no son estat bons ha fet V.M molt be en no pendrelos y procuraren passarlo axi fins als nous”Il signore R(egid)or no me ha avisat mes cosa alguna del vostre ajustament”.

Un altro documento, senza data, elenca i beni dati da Antonia De Murtis ai figli : “ Notta et lista que mi fatto eo Antonia De Martis de sas robas et pannimenta que apo dadu a fijos meos, in igualatione de su gui lis podio dare et lis tocada in inparte de sos benes lassados et comunos cun su quondam maridu meu Antoni de Palmas. E primo a Luguia prima fija mia apo dadu tres banittas,duas noas et una travigada, una fressada usada de rugues, unu papillone sença camisa et sença inquirialetu de tela tatarersa usadu, una tiaja de iscacu noa, quinbe panigueddos de iscadu(sic) noso, una tiaja de ispiga noa de petene sette, duos telos de nençolu de tela sutile cosa noa, una coberta de cabidale de mesu lana, attera coberta de cabidale laorada de tela sutile noa, 3 pratos de mosiga et duos discos, quinbe quiliros, quinbe crobes, duos querrigos, unu paneri, su terçu de una corona de coraddos rujos, restande sas atteras duas partes a sas atteras duas fijas, una conquedda, duos tianos de terra, una paja de trebides noos que costan 25 liras et unu saju de 5 palmos et gasi bene ad tocadu a dita Luguia de Palmas sa ruyna de puçu Carta cun su terretoriu que biest de faguer domos “. Il giorno primo aprile 1664, a “Paule “, si fa la nota dei beni lasciati da Maria Serra al figlio : “nota de sos benes lassados peri sa quondam Maria Serra,mugiere de Joani Decampu, in profettu de su figiu nomenadu Antoni de Campu curadore sou testamentariu et si faguet ditta nota in presentia de Salvadore Collu juradu de l,ogu et de Pere Andria Ispada et Joan Battista Deligia”. I beni sono i seguenti; huna tiagia de iscacu cun frongia, hunu sacone de panu,hunu dente beçu, huna imbogia cun randa,battor panigueddos de ispiga nos, duas cobertas de cabidale de panu granu usados, huna tiagiedda beça de panu granu, duos querrigos usados, tres crobes usadas, duos paneris de çiniga et huna de iscrareu, duas cadiras de Semugueo usadas et beças, huna paia de trebides mes usados,hunu sedatzu usadu, hunu canisteddu nou,quinbe quiliros hunu de dogni jenia, huna banitta prena de lana usada, duos cantos de sau meda beços segados,hunu nençolu beçu, huna broca, huna conquedda, hunu laziu, sa meitade de una cuba manna, sa meitade de huna cartaroledda, sa meitade de su palini, sette platos de Pisa,2 manos 5 menores, hunu tianeddu de terra, hunu tagery, duas libras de istamen de borocau (sic)et duas de trama, hunu marrone de sarcare, hunucony de mosiga”.

2.3.Sempre nella Tappa di Insinuazione di Ghilarza, nel Vol 260 ( anni 1661-1675), i protocolli del notaio Contini Giovanni presentano molti atti in sardo ad Aidomaggiore; a Domusnovas vi sono pochi atti in sardo. In data primo marzo 1670, ad Aydomaggiore, vi è l’elenco di beni,in sardo,per i minori Maria Gracia et Justa de Lugas (5 paginette):”inbogia (sic) de tela coberibangu barbariguinu, corgios de mosiga nos, duos palteri biancos et unu parteri de soldadu et duos deiscas de carros, seddas, iscanos barbariguinos, cadira aristanesa, inguiria de lectu, cadira noa de sumugueo, ampula de idaciu, labiole minore cun suos zapalos,unu asquione”.

Il giorno 21 maggio 1672 Francisca Sanna di Soddi chiede licenza per vendere parte” de unu cungiadu “a Aidomaggiore “que de cuddu non detenet profectu(sic), la queret bender”. In data 11 giugno 1672 Anna Maria de Nugues chiede una licenza,in sardo, per vendere a Norguiddo .

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3.1 Nei protocolli della Tappa di Ghilarza, De Aquenza Gavino,scrivano della Baronia offre agli studiosi alcuni atti interessanti . Il Vol. 393 raccoglie gli atti degli anni 1651-1665. Nel 1651 si inizia con “statutum est omnibus hominibus semel mori(S.Paolo)”

Vi sono testamenti in catalano per gli anni :1659 Busachi, Allai, Fordongianus; 1660 Juana Maria Cossu y Palmas ha prestato 20 lire a Juany Podda che muore a S.Pancrazio, chiede perciò che venga pagato o che sia messo all’asta dagli eredi il tancato “que se diu montigu “in modo che nessuna persona “no se aposese”. Ad Allai, in data 27 ottobre 1661, vi è un testamento in sardo di Clara De Melas ; sono tre pagine ; tra l’altro leggiamo:”sa bingia manna de bau missas siat de sos figios nomenados Antonia et Juaquinu qui nexunu no lis fet contradisione pro esser voluntade sua. bolet et cumandat su pastinu de calarviguis siat de su pobbiddu(sic) nomenadu Juan Angel Lai, siddu lasat pro bonu pobbiddu qui dat tentu; bolet et cumandat dita testadora qui lassat a sa figia Antonia hunu papilone ordinxadu comente este bolet et cumandat ditta testadora qui sateru papilone sestadu qui sa figia Antonia lu cossat et pustis cossidu siat su mesu de Juaquinu et sateru mesu a su pobbiddu”. Si tratta poi delle case: “bolet et cumandat dita testadora qui su juo et su quaddu siat de su pobbiddu; bolet et cumandat dita testadora qui semper qui su pobiddu lonperet su cumone dessas berbeis qui tenet con su illustre don Pere Marras de sa vila de Busaqui et pustis partidas qui sa parte pertocante a ditta testadora lassat assos figios nomenados Antonia et Juaquinu; lassat sas orrobas suas astantes et moventes assos figios subra mentionados et su pobbidu …creat dodore et dispensadores lassat su pobiddu et sos figios de sa anima sua,custa est sa ultima voluntade sua”. Nel 1662 a Villanova de Rios(poi Villanovatruisquedu, ndr) i testamenti di Juanne Delogu e di Antonia Fadda sono ricevuti da Januariu Sanna prevere,escriptor in catalano . Vi sono altri testamenti : 26 dicembre a Villanova de Rios il jurat de loch riceve il testamento di Mariangela Serra; 27 novembre 1662 ad Allay vi è il testamento di Pathronila Vaca (sic). Il 26 novembre si riceve quello di Dilitale(sic) Frongia : il testamento in catalano prescrive lasciti alla,” iglesia Borrochial” (sic).Redige l’atto “ Petrus Ephisius Musu Diana scriba de mandato de superioribus “. In data 23 novembre 1663 a Fordongianus, redige testamenti in sardo Michele Tatti,presbitero di Busachi .Sono il test. di Santoru Deroma (5 pagine),che lascia alla figlia” Martta degue ordines de fundu a Ciquiria, una domo de portale, unu pendente qui tenet a costados de sa domo manna, una carrada”. Il giorno 21 settembre 1663, a Fordongianus. Miguel Tatti stila il testamento in lingua sarda di Migueli de Serra : sono 4 pagine dove si tratta della vigna, delle case, e “ lassat su dittu testadore,una loba de vacas juntamente cun dunu juittu de sos qui ada gustare a su dittu figiu sou Carlus o manos o minores “; Crara Mura è “sa mujere sua”. In data 24 marzo 1663 Basili Coco,cambio di maggiore, sovrintende ad Allai al testamento di Juanni Sanna. Il giorno primo settembre 1664 a Fordongianus Miguel Tatti redige il testamento in sardo di Maria Palla(sono 3 pagine): lascia la sua casa “liberta, a sa figia, postura in sa bingia”.E’ presente al testamento Loisu Soru juradu de Logu. Lo stesso Tatti prepara un testamento a Fordongianus “ a 23 de lampadas de 1664”: Archilay Muretinu lascia “domu de fogu, octo ordines de fundos de sa binja, sa parte de sa arjola, pegus de accas a cumoni cun Bernardinu Cossu, su pegus de mola cun sa mola ordinjada, duos lacos de cacigare aguina”. A Fordongianus ancora vi è il testamento di Caderina Porcu: “23 de jenargiu 1664 Fordonjanus”.

Miguel Tatti lo redige in tre pagine. In data 9 dicembre 1664,sempre a Fordongianus,Miguel Tatti scrive un testamento (quattro

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pagine)in sardo di Angela Pintore. Il giorno 15 dicembre a Fordongianus vi è,in sardo( due pagine) il testamento di “ Dominigu Puliga in sa infirmidade et marturenzia”. Tra l’altro lascia alcuni beni“ a su frade Pera Antoni Puliga”. Sempre in sardo a Busachi, il 12 novembre,Francisco Deligia, nel testamento di quattro pagine, lascia “sa bestiola liquida, su juu.

Il 9 settembre 1664,a Busachi vi è il testamento di Clara de Martis . II giorno “21 de freargiu de 1664” a Fordonjano, Miguel Tatti riceve il testamento di Marquesa Contone ; il 10 de freargiu “ si redige il testamento di Antonia Salis (domo de portale, sa vingia, unu cunjadu ).In data 26 dicembre a Busaque si redige il testamento in sardo di Baquis Puliga . I testamenti in sardo di Fordonjanus sono scritti da Miguel Tatti prevere y curat e sono letti” in limba sarda” in presenza di cinque” testimonzos”.

Thomas Salis, in 3 pagine,il 19 settembre 1665, lascia tra l’altro “bingia qui tenet in logu nadu pranu de casteddu,est aisquire sa birada qui est in mesu de sa bide manna cun sa bide minore,qui ahiat postu su ditu testadore in su bagantinu de parte susu.; item lasat a sa muzere sua nomenada Maria Oppo sa domo manna qui hoe die presente faguet fogu juntamente cun su ju mannu qui nexunu de sos figios li neret contra”.

Il giorno 11 marçu 1665, a Fordonjanus, il testamento di Serafina Corona(sono tre pagine) prevede::”item lassat sa dita testadora de benes suos a sas eclesias de sa presente villa tanto de intro comente campestras,ses dinares per eclesia”. In data 3 de marçu 1665 Franciscu Croba fa testamento in catalano(sono tre pagine).

Il giorno “11 de abrile 1666 Juany Pintor “ testa in quattro pagine . In data 17 “de abrile “1665 si redige il testamento di Francisco Tradala (5 pagine): “item lasat su ditu testadore hunu pendente tenet acostados de Andria Porcu y de Nany Mameli a sa mutzere sua nomenada Françisquina Atzene,juntamente cun totus sas robas andantiles qui in totus su tempus qui sunt istados cojuados finça ha hoe die presente sa parte pertocante aisu ditu testadore est aisquire pro sanima sua…;

morinde argunu de isos(altri eredi,ndr) sença testamentu torrent a sos viventes; item cumandat et bolet isu ditu testadore qui jay de sa argiola qui si isperat su presente annu,Deus volente, qui pagadu siat sa deguma, barraçhelos et boinargios,su restante siat et lasat a sa cara mutzere sua et pro sa anima sua”. Il 19 “de lampadas 1666 “ a Fordonjanus, nel testamento di Antona Tradala, vi sono tre pagine : “curadore et marmessore a su sorgu nomenadu Antony Desy Manca”. Il giorno “ 2 de maju annu 1666”, Potentia Flore fa testamento in tre pagine: “item lasat sa meitade de sa arjola pagadu siat su trigu de corte deguma primiçia et barranchelos dae sa cumonidade,su qui det restare et tocavat aisa dita testadora,3lasat a su figiu Antonyangelu qui nexunu li neret contra”. Sono in catalano i seguenti testamenti:

6 de marçu 1665 (sic) Cathelina Marras(quattro pagine); 19 de lampadas 1666(sic) Caterina Farque ( quattro pagine); 15 de marçu 1666 Juan Maria Pipia, testamento in potere del giurato del luogo Basili Porcu in catalano . In data 22 de novembre 1665, a Fordonjanus, si roga il testamento in sardo di Pere Mura “ferreri” (tre pagine):lascia alla moglie “ unu cunjadu in logu nadu sa isca manna; item lassat su testadore sa meitade pertocante a su testadore de su fraile et butega a su figiu nomenadu Matheu,tota asa liberta qui nexunu des sos ateros figios li neret contraria “. Marchesa Atcene così fa testamento: “Die a 4 de marçu 1665 Busaque . Marquessa Atcene,de sa presente villa de Busaque, faguet su presente testamentu in su gale retificat sas cosas siguentes ( il marito Migueli Uselli deve riscuotere denaro dalla sorella per una casa): lasat a sa figia sua nomenada Mariangela hunu letu ordigadu”.

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-3.. Il vol. 395(A,S,C, Tappa di Ghilarza) raccoglie gli atti rogati negli anni 1673-1677. Nel 1673 vi sono testamenti scritti in catalano. Non mancano i testatori in lingua sarda; vediamo qualche clausola. In data 24 maggio 1673 a Busachi fa testamento Diegu Fadda: “A 24 de maju 1673 Busaqui . Relatu de su testamentu de su quondam Diegu Fadda..

item cunmandat ditu testadore qui a cantus siat de sa particione qui li tocada de parte de su babu qui ddu lasat a sa sorre nomenada Anesa pro Deus y pro sa anima sua y bona sorre qui dadat cognotu, qui lat mantesu in sa enfirmidade sua et qui nexunu dessos pios areos suos non li fetat contradiçione in dita lasa,po esere sa voluntade de ditu testadore”.

Un altro testamento,di Franciscu Pili,è del mese di agosto: ” A 15 de agustu 1673 Busaqui . Relatu de su testamentu de su quondam Franciscu Pili …sa binjia de trogales a sos fijos, sa binja de faradda sa mesidade a sa fija lasat a sa mulere;

y sa atera parte de binja

domo qui hoe faguet fogu a sa mujere po cantus dede ser biva y apustis morta siat de su fiju nomenadu Bernardinu Pili lasat sa atera domo de camara asu fiju nomenadu Antoni Pili lasat su pendente a sa fija y a Juani qui silu dividianta per iguales partes

item cumandat qui de sas cabras que pasturava de m.o Matheu de Idda yn cunmandiçia su numeru de binti ses cabras, segundu curret orroba qui de lasat a sa hora de sa morte sua su numeru de binti duas de mardigadu y otto cabritos posu die de su judiçiu”. A Fordongianus è rogato il testamento di Lucia Peis nel mese di agosto:

“A 22 de agustu 1673 Fordonjano Et sendo detenta de infirmidade corporale una lamada Lucia Peis,sana impero de sa bona memoria et loquella sua,ordinat su presente testamentu,anulando et cancelando cale si quergiat qui apat fatu invida sua et custu queret et cumandat qui bajat in corte et foras de corte et sino baleret per vias de testamentu bajat per vias de codiciliu o testamentu nucupativu (sic) qui custa est sa ultima voluntade sua “. I testamenti, rogati a Fordongianus, sono incardinati con questa prassi: in primo luogo “sa anima a Deus “;poi nomina il “procuradore et mermesore de sa anima” ; e quindi “su corpus suo siat interadu in su cimiteriu de sa parroquiale eclesia”;lascia “ missas ordinarias est a isquire cantadas et resadas”.La conclusione di una testatrice è densa di sofferenza: : ”item narat qui no tenet prus ite lasare pro eser istada tantu tempus martura abritu de sos figios et su pagu qui teniat si lis aviat dadu in vida sua,solus cumandat qui si istet dogni unu cun su qui at apidu et qui no duapat nexuna discuncordia in ipsos qui custu est su desigiat dita testadora…” A Busachi, Fordongianus e Villanovatrusquedu si rogano in sardo alcuni testamenti con clausole interessanti: Il 5 settembre 1673 vi è il testamento di Juan Maria Loy Açene: -“Die a 5 de cabidany 1673 Busaqui . Juan Maria Loy Açene de sa presente bida… prus cumandat su ditu testadore qui depian de boquier o bender su boe pro pore(?) sa morte et si per casu no abastaret su boe, depian de gastare o bender sa parte de sa orjola qui este trigu, linu,faa et alias cicudiu(?) que sobraret de sa orjola lu dividian duas partes a sorre mia Clara pro qui pongisit su semen et satera parte laso a frade meu nomenadu Agostinu Loy; …prus cumandat que dian uniscudu a sa confraria de sa Madalena pro su espoliu sa parte de sa bingia delitu”.

In data 18 ottobre 1673 a Busachi si verbalizza il testamento di Anna Musu, scritto da Juan Thomas Meli curado ..(apo iscritu su presente testamentu a supricasione de sa dita testadora); sono previste per i trentenari lire 12.10 ; sono citate “sa binja de Casula et una vaca lajane,su pastinu de orbo, meitade de sa bide manna,pendente,domo qui faet fogu, una vaca de pilu rubia qui siat de sa cumunidade,duos fitelos a Ursula, ses barritas,unu sacone,una caxa, una mesa, una sartaina, unu

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serrisqueddu,una pariga de trebides,unu papilone; a sa fija Vincensa unu papilone;sa cuba a Juan Antiogu et Paula plus sa mola qui siat de totus sos fijos suos;plus declarat dita testadora qui tenet acomodadu a totus sos fijos suos bene y que no tenet nexunu cosa de quircare inter issos (testimoni Juan Piga ed altri).

In data 21 ottobre 1673 a “Busaqui “ vi è il testamento di Maria Musu : “a Serafinu fiju su 5 barritas et unu papilone et gasi matexi a Clara adonada laso…cun sa banga et caxa qui li fatesit su preide,binja de litos”. Il giorno 8 novembre 1673 a Villanovatruschedu vi è il testamento di Juanne Fraque:

”Die 8 mensis 9bris 1673 Villanovatrusquedu “ il testamento è’ tutto in sardo e sono tre pagine di bella scrittura, di Joan Antonio Croba escritor: “In nomen de su altissimu Rey de sa gloria Jesu Xptu Salvadore nostru et de sa gloriosa Virgine santa Maria mama sua … vigilate et orate quia nesitis diem neque oram et comente siat a totu persona convengiat mentras su intendimentu regnat et ista firmu disponer et ordinare in cosas suas pro tantu eo Joanne Fraqui massayu et naturale de sa presente villa agatende my sa domo mia detentu de infirmidade;

…item testo et lasso a mugere mia nomenada Caderina Manis sa mesidade de su benefissiu qui amus fattu inpare, tanbene cumando qui,pro cantu det esser viuda, istet in sas domos et usufruturet de sas bingias et alias juntamente cun sos figios mios qui nexiunu ly fetat contradissione solus qui issa comente et curadora in dy tengiat bonu contu”.

Il giorno 13 novembre 1673 il testamento di Antoni Salis di Busachi è il seguente: -”A 13 de 9bre 1673 Busaqui

Relatu de su q.m Antoni Salis de sa idda de Busaqui: anima, corpus, lasat a sas de plus iglesias… relata qui sa aparticione de sa concha qui su valore de isa sinde paguet primu sa morte y sas lasas po sa anima sua; sas domos y sa binja de concas segundu est ynsa apoteca po su ditu depidu po una pentione de otto liras de su ditu sençale(de Sintu Musu ) seus istados apatados cun sa bona memoria de su q.m Juan Antiogu Cossu de li dare su cantu de sa terra de Nuraque fra tambene liapo servidu unu iscudi de concharia, i tres caminos sa calafrina Aristanis y santa Justa y decrarat qui de sas ditas cosas non si li at factu rechida. Lasat una caxa a sa netta Beneta Salis po bona neta qui indeat cognotu,juntamente cun un atera acredda de Ariçu y duas carradas; “su juo” alla moglie in seconde nozze. E conclude :“Antoni Salis testadore firmo su presente testamentu per manos de atere”. Il 18 dicembre ( xbre) 1673 a Fordonjanos si roga il testamento in sardo di Maria de Serra: “Die 18 de xbre Fordonjano ordinat et faguet su presente testamentu una lamada Maria de Serra sende detenta de infirmidade corporale,sana impero de sa bona loquela et mente sua, anulando et cancelando quale si quergiat qui apata fatu in vida sua et custu queret que bajat in corte et foras de corte et sino baleret per vias de testamentu per vias de condiciliu(sic) o testamentu nucupativu qui custa est sa ultima voluntade de ipsa dita testadora”.Vi sonoile solite decisioni :anima,”curadore te marmesore su caru maridu suo,su corpus,quinbe missas ordinarias;benes a sos figios(lasat totus sos benes suos apidos et pro aver tantu de intro comente de foras a sos figios suos qui suntos(sic) Sebastiana, Augustinu et Olaria et su pizinu que (sic) esta nasquidu eo creatura,atotus sos quales faguet ereos suos huniversales pro eser gasi sa ultima et derrera voluntade de sa dita testadora. Testes presentes conotos de sa dita testadora suntos Antoni Manca De si,Mauro Oppo et Perdu Ispiga totus de sa presente villa.Juan Thomasu Melis p.ra et curadu apo iscitu (sic) su presente testamentu et es gasi sa veridade”. Nel 1674 il protocollo ha la seguente intitolazione:”proptocolum Gavini de Aquenza civis civitatis Sass(aritan)o et vero in oppido de Busaqui domiciliatus publicus notarius de anno 1674”. I testamenti rogati hanno alcune particolarità che enucleiamo . Il 19 giugno 1674 “Fordonjiano” . Francisco Pintori fa il seguente testamento:

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“Item lasat sos de prus bene suos apidos et pro aver a sa mama nomenada Maria Angela Mameli, cum patu impero que sa mujere que lasat pringia no si islioreret in lugue et si acasu sa criatura nasquiret in lugue,siat mascu o femina,que totus sos benes suos sian de su figiu eo figia a sua quale faguet ereu suo huniversale et si a casu morret sia torradu a sa dita mama sua subra mencionada que es Maria Angela Mameli.

Juan Thomas Meli p.ra et curadu apo iscritu su presente a supricatione de su ditu testadore”. Un altro documento è del seguente tenore: “Die 21 mensis 7 bris 1674 Villanova Truisquedu (trattasi di una bella scrittura di Juan Antiogo Croba escritore ) vi è il testamento. di Antonia Eriu,in sardo.

.”..item lasso, testo et lasso a figia mia nominada Sebastiana tres motalafos, unu sacone et unu lençolu sutile, sos quales selos diat su babu comente et curadore de cando det esser a edade de coyare”. Del medesimo scrivano vi è un altro testamento per Christolu Pili:

“testo et lasso a figiu meu nomenadu Antoni Juanne duas domos,cun sa jurisdissione insoro, ço est sa omo manna qui pery inantis faguia fogu,juntamente cun sa camara; tambene ly testo sa mesidade de su cungiadu de logu naradu olisa,sa postura pastinada et sença pastinare, cale tenet costadu a bingia de Francisca Melone.

Testo et lasso a ditu Antoni Juanne su juo,cun tota sa loramenta de su juo suo,iscales cosas subranaradas ly testo pro Deus in primis et bonu figiu que indiapo apidu,sensa nexiunu interesu de depidu qui sos de pius frades no ly fetan contradisione; testo et lasso sas depius robas mias istantes et moventes a mugere mia nomenada Bonaira Musu,pro cantu det esser viuda et semper qui si coyuaret sely sian leadas ditas robas tantu solamente figios mios li den sa partissione sua qui ly det tocare et su miradore depiat dare a sos de pius frades sa parte qui justamente lis det tocare”.

In data 27 dicembre 1674 a Fordonjano vi è il .testamento, in sardo,di Clara Marçeddu : “…curadores et mermesores caru nebode suo et sa cara netta… item narat qui tenet pegos de berbegue et pegos de craba, tres pegos de porcu des quales lasat sa parte tocante a sa ipsa a sa neta subra mentionada Juan Angela Pirastu pro eser gasi sa voluntade sua”.( scrittore Juan Thomas Melis).

Giovanni Vinchi così fa testamento: “A 13 de jenarju 1674 Busaqui.

Relatu de su testamentu de su quondam Juany Vinchy …item cumandat et lasat ditu testadore qui de sas bacas de lasat, primu duas a sa mujere y sas de plus in acabare su cunmoni(sic) y partireddas cun sa parte siant de ambos fijos nomenados Francisco, Clara Vinchy bonos fijos qui de at conotu, item cumandat qui de sa apartiçione qui tocat su ditu testadore de sas vacas, qui inde lasat unu pe a su nobode nomenadu Juan Antiogu,po luaer pesadu in domo comente et fiju y nexunu non li fatat contradisione po eser gasi sa voluntade de su testadore .. item cumandat y lasat una fitella(sic) femina fija de una desas bacas qui lasat a sa mujere a Nostra Senora de su Rosariu”.

A Villanovatruisquedu, in data 10 febbraio 1674, fa testamento Nicolao Manis ; lo scrivano è Juan Antiogo Croba. Dello stesso Croba vi è un altro testamento di Grassia Lugas del 9 gennaio 1674: “…ittem declaro et fatto mensione que in sas robas mias subranaradas beiat unu mattalafu pienu alana(sic),su quale lu lasso a quie det pagare sas lassas pias mias”.

Ancora dello stesso scrivano Croba vi è un altro testamento per Sardinja (sic) Castra(4 marzo 1674) Altro testamento del 23 maggio è di di Juanna Elena Cossa: “…ittem quergio et cumando qui si diat a maridu meu nomenadu Gimilanu Deligia sa mesidade de su gastu qui fetimis(sic) incomporare sa domo”.

In catalano vi è una ricevuta per lire 15 e,con pegno, una caldaia di cuocere mosto di 3 misura fino a 2 carrigas:“Polisa de 15 lliures prestadas a Antoni Cossu de Palmas di Busachi,17 de juin 1665, pose en prenda una caldera gran de aram de coure mostu que pren tres misuras fins a dos carrigas”.

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In data 1 gennaio 1674 a Villanovatruisquedu lo scrivano (iscrianu o iscrivente sic) Croba stila un testamento di Matheu Saba,in catalano.

Il giorno 1 settembre 1674 Costantino Murtas, Commissario della baronia di Busachi concede licenza di vendita alla vedova Maria de Urgu ( di Franciscu Troncha) di Busachi :ha tre figli e debiti e vuole vendere un tancato ad Argiola Antine. La licenza è concessa senza “corona de bons homens”, come accade invece nelle Barbagie;idem per Luguia Contene per una vigna e per Moncerrada Cossu moglie di Juany Pippia di Fordonjianus che vuole vendere beni a Busachi (11 ottobre 1674).

Nel 1675 si roga un testamento in sardo: “Die 14 mensis marzi(sic) 1675 Fordonjano” .Lo scrivano Tatti curat scrive il testamento di Bisabela Murtinu: “ittem lassat sa domo qui hoe die presente faguet fogu sa ditta testadora asateru figiu nomenadu Pera Mathias.

Ittem lassat sa ditta testadora sa domo de portale faguet fogu hoe die presente su figiu Pera Mathias a sa netta Maria juntamente cun terretoriu de frabicare hunu pendente at (sic) palas de sa ditta domu; ittem lassat sa ditta testadora sa parte de sa bingia de pranu de casteddu de susu cun sos fundos de sa bide qui li toquesit in parte a su dittu figiu sou Santoru;

Ittem lassat ditta testadora a sa netta Maria octo hordines de fundos a costados de sa parte qui adado a Santoru cun sa costa de sa eca juntamenty cun su cunjadu de santu Perdu; ittem lassat sa ditta testadora a sateru figiu nomenadu Pera Mathias tottu sa de prus party de sa ditta bingia finza a su muru de sa bingia de Salvadore Cartta(sic); ittem lassat su orrogu de sa terra aratoria de logu nadu Azarju a sos duos figios Santoru y Pera Mathias per yguales partes inter isos dividores; ittem narat ditta testadora que nexunu de sos figios suos apat a istimare sa parte qui sa ditta testadora lis adado sino qui doyniunu de yssos dittos figios suos hystren cunforma los ada acomodados,est aisquire Santoru Pera Mathias y Maria a sos cales faguet ereos suos huniversales cun pactu et vinculu ympero morinde algunu…” In data 18 agosto 1675, ad Alay, vi è il testamento di Evangelista Carta: “Relatu de sa quonda(sic) Fangelista Carta .. lasat una domo noa qui tenet y factu a su fiju nomenadu Ciprianu Madeddu po esere traballu sou y quy nexunu dessos ateros fijos non li factan contradiçione po eser gasi sa voluntade de sa dita testadora y gustu de su maridu Baquis Madeddu. Juan Maria Musu per manu de atere”. A Fordongianus nello stesso anno fa testamento Antoni Palla: “Die 17 de cabudani 1675 Fordonjano ( scrive Juan Thomasu Meli p.ra et curadu) Et sendo detentu de infirmidade corporale unu lamadu Antoni Palla”, lascia i beni alla moglie Maria Tola: “ittem lasat totus sos de prus benes suos istantes et moventes tantu de intro comente de foras a sa cara mujere sua nomenada Maria Tola,cum patu impero qui acomodet a su figiu(sic) nomenadu Mauru et declarat de qui tenet et lasat sa mujere pringia, qui si nasquirit in lugue tambene lu acomodet commente su ateru de su qui det poder por esser gasi sa voluntade sua. Item faguet ereos suos huniversales a su figiu nomenadu Mauru et a su qui det nasquire o mascu o femina pro qui est gasi sa voluntade de su dittu testadore.,” Nello stesso anno vi è il testamento di Perdu Procu “massayu de custa villa… a die 24 mensis 7bris 1675 Fordonjano… ittem lassat a sa mujere nomenada Maria Rosa su boe corriarbu,juntamente unu iscudu de su amejoru afattu in sas domos qui hoe presente ista sendo bagadiu Ittem narat su dittu testadore qui totu su qui a portadu sa mujere in cojuanza, est a isquire roba de intro de domo si las lassat et semper qui an fattu algunu amejoru inter pare cumandat qui siat divididu inter sa dita mujere per yguales partes cun sa mama de issu testadore,a sa gale faguet herea sua universale, a sa quale lasat totu sos de plus benes suos stantes y moventes,que morinde issa ditos benes torrent a sos hereos suos propincos et custa est sa ultima y derrera voluntade de su dittu

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testadore. Testes presentes Pera Antoni Marras major lo present ayn,Santoru Corona, Cosma de Martis Jeromina Murtinu y Angela Casu tots de dita villa de Fordonjano De premissis proprio calamo exaratis fidem indubitata facit Michael Tatty presbiter oppidi de Busaqui et nunc curatus in hoc de Fordonjano autoritate apostolica notarius”. In data 28 marzo a Busaqui si roga il testamento in sardo di Juan Baquis Puliga;poi vi è una serie di atti di soccida, censi, procure. Nel 1676 abbiamo il testamento in sardo di Clara Trogu:”die 10 mensis januari 1676 Fordonjano… lasat a su ditu Perantoni Pili sas duas domos, una de portale et sa aterra de franesta(sic) cum totu sa jura tocante assas denanti et a pallas et su ortu qui est in logu nadu sa Madalena; item lasat uno de sos juos qui tenet su qui det querrer juntamente unu juitu de trainas a su ditu figiu suo Pera Antoni Pili; item tambene li lasat seigui canas de panu de petene de baturu su qui at tesidu custu anu passadu, juntamente ateras otto cannas de panu grussu et filadu,ateras otto canas si intendet trama et istamine; Item tambene li lasat su mesu de sa argiola qui si ispetat tener in su venidore que ipsu et totu la traballada a su ditu figiu suo subramentionadu,totus sas quales lassas si las lasat pro no eser acomodeadu(sic) comente sos ateros et in recumpença de su qui an dadu cun su maridu in cojuança a sos ateros figios qui at cojuadu et cumandat qui nexunu deli façat contradicione pro eser gasi sa voluntade de sa dita testadora. Item narat et declarat dita testadora qui su ditu Pera Antoni Pilli subra mensionadu no apat a tocare ne partiçipare in sas de prus possessiones ne domos sino qui si istet cun cussu qui li at lasadu tocante a possessiones et domos pro qui est gasi sa voluntade de dita testadora. Juan Thomasu Mele p.ra et curadu”. A Busachi Clara Fais fa il testamento seguente :”20 de jenarju 1676 Busaqui Relatu de su testamentu de sa q,da Clara Fais item lassat y cunmandat y testat sa dita testadora qui de sas orrobas qui tenet de intro qui silas dividiant per yguals partes sos fijos suos et qui de apant a pagare las cosas pias de sa morte sua po eser gasy sa voluntade sua item lasat y decrarat sa dita testadora qui des sos 6 liras qui at servidu a sos padres de santu Geroni de sa dita idda,qui silos at coberadu Minqueli fiju suo et si est obrigadu ige(sic) de sa dita cobrança et qui yn de apat ajare contu “. Nel mese di febbraio fa testamento Simione Massa: “13 de frearju Busaqui. relatu de su testamentu de su q.da Simione Massa et primo incunmandat a N.o S.r quy la criada qui cunmandat qui su corpus suo sita sepultadu dintro de sa perrroquiale de sa dita idda ..y lasat su ditu testadore qui su juo qui oe die presente tenet qui si bendat y de su valore de ise sinde paguet po sas lassas pias”. Nel 1676 Maria Pianu ( il marito è Crissanti Salis)fa testamento ; lo scrivano è Juan Thomas Melis p.ra et curadu: “ Die 2 mensis marci 1676 Fordonjano Ordinat su presente testamentu una lamada Maria Pianu … item queret que seli reset sa recummandicia de sa anima a sa ultima boqueada..

item lasat a su caru maridu suo Crissanti Salis de sa parte tocante a ipsa unu juo et una vaca pro Deus et pro sa anima sua et pro bonu pobiddu qui de at apidu item lasat a su ditu maridu suo subra mencionadu sa binja qui est in logu nadu Ciquiria pro Deus et pro sa anima sua et pro la aver mirada in sa infirmidade qui Deus li avia dadu”.

In data “23 de abril de 1676 Allay, Gralistu Murja” fa testamento in catalano Il giorno 6 giugno 1676 a Fordonjano vi è il testamento di Juliano Dehias:” su corpus suo siat interradu in su cimitoriu de sa parroquia de sa presente villa; ittem narat su dittu testadore qui tenet una parzone de bingia in logu nadu perda quercos”.

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In data 9 luglio 1676,a Fordonjano, fa testamento Sanctoru Corona .Lo scrivano è Miguel Tatti curat : “item lassat ditu testadore totu sos benes suos stantes y moventes apidos y per haver a totu sos figios per iguales partes, cum pactu impero sa muguiere nomenada Antona Trogu,que issa siat sennora de totus sos ditos benes,qui issa acomodet sos figios Antoni, Juani, Maria Rosa, Clara, Visabela comente bona mama et,semper quando sa dita mujere se torraret a cojuare, qui li lassat sa domo qui hoe die presente faguet fogu”.

Il giorno 1 gosto 1767 nel testamento di Maria Angela Lay si ordina :”siat interrada in su cimiteriu de sa parroquia”(Michele Tatti riceve l’atto) . In dta 24 settembre 1676 a Fordonjano (Michele Tatti scrivano ) fa testamento Juan Mauru de Campu .La moglie è Angelica Conju. Il giorno 12 ottobre 1676,a Fordonjano, vi è il testamento di Juanna Maria Murgia… “ittem lassat una baca qui si bendat o si ispanguet y de jusa si paguet sas lassas pias item lassat a su figiu Antoni una domo juntamente sa binja qui fuit de su quondam m.e Franciscu Tradala y unu juo de boes totu a sa liberta qui nexunu li fatat contrariu; ittem lassat a sa figia nomenada Miguela una caxa de nugue cun duas pressadas ittem narat sa dita testadora qui lassat totus sos benes suos apidos y pro haer stantes et moventes a su maridu qui acomodet sos figios comente bonu babu y de yssu si confidat”. Il giorno 15 ottobre 1676 a Fordonjano fa testamento Dominigu Meli. In data 6 januari 1676,a Villanovatruisquedu, Thomasina Fadda fa testamento. Lo scrivano è Juan Maria Pugioni: “ Heo Thomasina Fadda …cumando testo et lasso a netta mia nomenada Leonarda Fadda bator banitas plenas cun sa meitade de su istergiu de mossia qui deo tengio et possido pro amore de bona neta et pro esser custa sa voluntade mia et no ateramente. Cumando testo et lasso qui su juo de boes domados qui deo tengio si depiat vender asu menjus preçiu et de su proçedidore si paguet totus sas ispesas et gastus qui pro sa morte mia convengiat; item cumando et lasso qui sos depius restantes benes mios si depian dividire in duas partes, una parte si depiat dare a frade meu Andria Fadda et sa atera parte a sorre mia nomenada Maria Fadda dividindesi aguales partes”. Nel 1677 vi è il testamento di Lusurju Fadda: “4 februari 1677 Fordonjano. Lusurju Fadda…item instituit creat curadore y marmesore de sa anima et benes suos sa cara mujere sua nomenada Antonia Salis,a sa quale pregat y exortat qui apat adimplire su qui est iscritu y espresadu in su presente testamentu. item instituit miradore a su sogru nomenadu Pera Salis,pro qui tenjat contu de sos figios qui tenet su ditu testadore cun custa mujere, juntamente instituit miradore a su ciu nomenadu Antoni Loi pro qui tenjat contu de sa figia sa gale teniat cun sa prima mujere; item lassat sa domo qui hoe die presente faguent fogu cun su pendente de palas de sa ditta domo,cuntradas (sic) et besidas a su figiu Juany, juntamente lassat a su dittu figiu Juany una baca cun sa majola figia de sa dita baca, qui nexunu lo fatat contra; item lassat a sa figia nomenada Maria tres pegus de ulu qui nexunu li fattat contrariu ittem lassat a satera figia nomenada Anna una baca cun duna vittela(sic) item lassat sa attera domo a Maria y Anna et, semper et quando sa mujere sit pringia, su qui det nasquire partiçipet in sa dita domo et mesu de su pendente per iguales partes ittem lassat sa atera mesu de su pendente a sa mujere nomenada Antonia Salis,juntamente totu su cunjadu de Ciquiria a sa dita mujere totu a sa liberta, juntamente lassat su juo qui portat arare su ditu testadore a sa dita mujere Antonia Salis, item lassat a sa dita mujere Antoni Salis una trahi de duos annos, juntamente lassat a sa dita mujere su lados de su pegus de mola tenet su ditu testadore a cumoni cun sa sorre Angela Pili ittem lassat unu lados de pegus de mola a sa figia Maria ittem lassat unu lados de burricu a sos duos figios Juani, Anna”. In data 25 febbraio 1677,a Fordonjano,Andria Porcu fa testamento .

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Il giorno 18 gennaio 1677 a Fordonjano vi è il testamento di Pera Demartis .Lo scrivano,sempre in sardo, è Juan Thomasu Melis p.r Antoni Marras. Angela Podda, sempre nel 1677, fa il seguente testamento: “7 de marçu 1677 Busaqui,

.. lasat un perra de papilone qui sili celebrent yn missas y satera perra ditu papilone lasat sa neta nomenada Maria Quensa Mura, juntamente cun totos su letu fronitu, unu sacone, 4 banitos,2 lençolos, 3 coxineras, una tiaja de pannu de portu, una tiaja de iscacu po Deus y po sa anima sua y po bona fija qui de at conotu;

lasat sa testadora su letu qui corcaus a maridu meu Perdu Mura,juntamente cun su petçu de su panu qui su ditu maridu suo li factat su bene plaçitu suo po su bivere suo et pustis qui. N.S.r si servia a qui su ditu letu y amejoru de panu qui siat de su nebode nomenadu Perdu Quesa Mura, polu aer pesadu que fiju de mynoridade y nexunu neli factat contradicione po esere gasy sa voluntade de sa dita testadora.

Lasat sa testadora quy de sa arjola,tantis de sa qui tenent in domo conmente (sic) de su venidore lasat a su ditu maridu suo, juntamente cun totus sos ordiajos qui de masaju et ystreju de binu y sa mola, juntamente cun su juo qui sy faent sa arjola,po bonu maridu qui ynde apo conotu y nexunu de areos meos nely factant contradiçione.

Item cunmandat sa dita testadora quy de sas conporas qui avi(?) factu juntos dos laso po pagare sos teracos y ateros bisonjos qui si tenet yn domo item cumandat sa dita testadora qui su qui ly tocat de parte yn su amejoru de sa domu de su forru lasat a su ditu nebode sou nomenadu Perdu Quesa y Mura po recumpença qui si est cuberta de sa teula de sa domo de su q.dam Antoni Quesa…

a sa sorre de sa dita testadora nomenada Luguia Podda unu juitu de anu et mesu et yguddu qui sit de su fiju nomenadu Andria et qui nexunu de sa de plus sorres no li factant contraditione…. a sos fijos de sorre mia una baca,, .. a sa neta nomenada Olaria una tiaja yntalada y duos panigueddos”.

In data 7 marzo 1677 a Busachi si roga il testamento di Angela Podda. Il giorno 14 settembre 1677 a Fordonjano vi è il testamento di Archilao de Roma :curatrice è “ sa cara mujere sua nomenada Maria Ana Casu” Il 24 ottobre 1677 a Fordonjano Juanneddu Loy fa testamento: “curadore et mermessore sa cara mujere sua nomenada Francisca Angela Porcu”. In data 31 dicembre 1677 a Fordongiano fa testamento Seraphina Massa e scrive il curato Juan Thomas Melis : “item lasat totus sos benes suos a su maridu Juanne Enna,cum pactu impero qui acomodet sa figia comente bonu babu et,si a casu morreret sa figia nomenada Catelina,totus sos ditos benes siat de su ditu maridu suo subramentionadu a sa qu ale figia sua faguet erea huniversale pro esser gasi sa ultima voluntade de sa dita testadora”. In data 5 dicembre 1677 a Fordonjano si roga il testamento Salvadore Sanna Uda :”curadore su figiu suo nomenadu Francisco”. Il giorno 15 dicembre 1677 a Fordonjano fa testamento Juani Stevene Uda: “curadore su caru babu suo nomenadu Migueli Uda” Il 31 dicembre 1677 a Fordongianus si roga il testamento di Madalena Carta: “unu pausu peri su caminu portande su cadaver a sa sepoltura, recumandicia a sa ultima boqueada”.

Altri atti vi sono nel Vol. 396 (A.S.C. Tappa di Ghilarza). In data “ dos de jener 1678 a Villanova del Rio” si roga in catalano il testamento di Antonia Serra. In data 31 maggio 1678 a Busachi Juana Frongia fa un testamento di questo tenore: ”Die 31 de maju 1678 Busaque.

Juana Frongia de sa presente villa faguet su presente testamentu primeramente, cumodat sa anima sua a Nostru Sennore Deu qui la fata e criada ; cumandat qui su corpus sou siat sepultadu yn sa capella de Nostra Sennora de sarrugue e quisily celebren sas missas ordinarias,dando tres callareses adogny altare;prus laso de su cungiadu de sicolleda a figos meos Antony, Juany,Gusepe,Gasparru

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Artimisa,Monserrada qui silu dividian yguales partes; prus de sas robas de domo laso a figia mia Artimisa quimbe banitas, una pariga de denudos(sic) et una banga et una presada, una casca; prus lasso a figia mia Monserrada duas banitas et unu sacone,una pressada,una casca et una pariga de nudos”- Nel 1679 e 1680 vi sono diversi testamenti in sardo. 8 gennaio a Fordonjano,Nastasia Fais(scriventeJuan thomas Melis p.ra y cura); 8 gennaio Minguely Salis; 10 gennaio Maria Casu. Il giorno 10 gennaio 1681 Lucia Angela Porcu così fa testamento : “item lasat totu su que este intro sa domo, si intendet su lectu et totus sos alajos,segundu qui joguet sa atera sorre a sa figia nomenada Dorotea in recumpença de su qui at dadu a sa atera figia nomenada Catelina pro esser gasi sa voluntade sua;

item narat qui sa figia nomenada Dorotea de Hias at pagadu sas lasas pias de sa mama nomenada Magdalena Vaca, suy quale at pagadu de traballu suo, cumandat et queret qui sa sorre subra mentionada li restituat su mesu et cando no,qui sa parte de sa binja qui at conotu de sa dita mama sua siat de Dorotea, pro esser gasi sa ultima voluntade sua”.

Lo scrivente è Juan Thomas Melis. Tommaso Corria ha un testamento di questo tenore: “a 5 de fearju (sic) annu 1681 Fordonjany Thomas Corria de custa ydda de Fordonjany, essendo detentu in domo sua de infirmidade corporale, sanu inpero de sa mente et bona memoria sua faguet et ordinat su presente testamentu; lassat et cumandat qui totus sos benes suos sian de sos ditos nebodes suos nomenados Antony y Olariu Urgu a cales faguet ereos suos et,morinde sunu, torret a sateru et morinde totus torren a sos ereos suyos prus propincos,pro esser gasi sa ultima voluntade de su dittu testadore”.Lo scrivente è “Antony Marras cura de custa ydda de Fordonjano”. In data 10 febbraio 1681 vi è il testamento di Juanny Manca. Il giorno 8 febbraio 1681 Juana Soru “de Fordonjano “così fa testamento : “lasat sa domo qui faguet fogu a su fiju nomenadu Sisini qui nexunu yndeli fatat contradicione item lasat su pendenti qui tenet a palas de sa domo qui ystat a su figiu sou nomenadu Pera quy nexunu yndeli fatat contradiçione”. Sempre nel 1681 fanno testamento a Fordongjano : a 18 de feargi (sic) Antoniesa Uda; 25 febbraio Antonicu Mele . Il giorno 2 de março 1681, a Fordonjano,”Sebastia Meli de custa ydda,…lassat totu sos benes suos istantes et moventes mobiles et imobiles a sa pobidda sua Catelina de Hias qui apat acomodare sos figios suos nomenados Cathelina, Ana y Antony a caly faguet ereos suos universales et morinde…” In data 2 marzo 1681, a Fordonjano, Seraphine Vaca così fa testamento : “item lasat totu sa binja qui tenet situada in logu nadu Pauly de santus a su figiu sou nomedau Juanne Pedru,pro esser gasi sa voluntade de su ditu testadore;

Item queret et cumandat qui pèro gantu adeser bia sa pobidda sua Lucia Flori qui isfrutuet sa binja a subra mencionada, juntamente cun su ditu figiu sou Juanne Pedru, pro esser gasi sa voluntade..

item lasat sa binja qui at comporadu su ditu testadore de frades Dehyas a su fiju sou nomenadu Domingu, juntamente cun sa parte de su cunjadu, qui tenet in Santu Lusurju ispricande sa parte qui este a costadu a sa binja de Pasca Mura; Item lassat satera meitade de su cunjadu asubramencionadu a sa pobidda sua Lucia Floris;

item lasat su cunjadu qui tenet in logu nadu apreçadu a su fiju nomenadu Juanne Pedru;

ittem lassat su pudderdu(sic),qui tenet pery yguales parte,a sos figios nomenados Juanne Pedru y Dominigu et s,emper cando si agataret sa ebba qui indelana furadu, qui su pudderdu siat a solas a Dominigu e sa ebba siat de Juanne Pedru; item lasat qui sas tres liras qui at datu in principiu de paga de comporare su pandente de Minguely Salis cale si quergiat fiju,qui lu quergiat acabare de pagare sas ditas tres liras sian de su dittu figiu qui lada acabare de pagare,qui nexunu ateru indely fatat mencione;

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Item lassat su cumoni de sas cabras qui tenet a sa pobidda sua Luçia Floris qui nexunu fiju indeli fatat contradicione pro esser gasi sa voluntade de su ditu testadore(Antoni Marras cura)”. Il giorno “ 3 de marçu annu 1681 Fordonjany, Juanny Musu de custa ydda fa testamento :il prete Marras è scrivano ed è presente Liony Sedda juradu de logu.

In data 7 marzo 1681, a Fordonjano,Claras Troncha fa testamento :”erede su caru figiu suo nomenadu su venerable Antoni Meli a su quale pregat et exortat apat adimplire su qui est ispressadu in su presente testamentu”. Il giorno 21 marzo 1681, a Fordonjano, si roga il testamento di Simbina Pianu: “lassat qui sa domo quy faguet fogu a su fiju sou nomenadu Antony, in recupença(sic) de sa atera domu qui tenet dadu a sateru figiu (Antoni Marras p.ra y cura)”. Il 25 marzo 1681, a Fordonjano, il testamento di Antoni Masala “ de custa idda “ è in questi termini: “item lassat sa dita testadora sa parte de sa binja de lacu longu, quy ly aviat lassadu su q.da pobiddu sou Juany Oppu de Roma a su ditu nebode sou, su venerabile Juany Franciscu Mely, tantu sa parte de sa binja,comente sa domo qui su ditu venerabile Mely apat a silu celebrare in tantas missas in sufragiu de sa anima de sa dita testadora, totu su valore de tales cosas ano ddarely contu su die de su judiçiu ; item lassat totu sos benes suos, istantes et moventes, mobiles et imobiles a su nebode sou venerabile Juany Franciscu Mely,a cale faguet ereu sou universale, qui nexunu indeli fatat contradiçione,pro esser gasi sa ultima voluntade de sa dita testadora”. Il giorno 25 marzo 1681, a Fordonjano, nel testamento di Gasparru de Massa così leggiamo : “item lassat a sa mujere nomenada Diomitria Sedda bator ordines de bide, de sa binja qui tenet in logu nadu Fogue,pro cantu det biber yn abitu viduale et apustis morte siat et torret a sos figios” ( Juan Thomas Melis p.ra y cura). Ancora nel 1681 vi sono i seguenti testamenti:26 marzo, a Fordonjano,Raphael de Ana.(cura Juan Thomas Melis);27 marzo 1681, a Fordonjanos,testamento di Pera Manca con la presenza del testimone Pedru Puliga cambi de majore (Antoni Marras cura). Il giorno 11 aprilis 1681, a Fordonjano,nel testamento di Juanne Mele leggiamo “elegit instituit et procreat pro curadore et mermesore de sa anima et benes suos a su donu manu suo nomenadu Antiogu Sedda a su guale pregat et exortat apat adimplire su qui est espresadu in su presente testamentu”.Lo scrivano è il prete Juan Thomas Melis. Nell’aprile del 1681, a Fordonjano, si rogano i seguenti testamenti, scritti dal curato Antoni Marras: 20 de abrile 1681 testamento di Antoni Salius;24 aprile 1681 testamento di Pedru Pipia. Il 28 aprile 1681 vi è il testamento di Petronila Cossu, dove, tra l’altro,“lasat qui sily fatat unu pausu portende su cadaver sou a sa eclesia”. Nel mese di maggio,”mayu” 1681, a Fordonjano, lo scrivano curato Antoni Marras verbalizza questi testamenti: “a 13 de mayu annu 1681 Cipiriana Musu “lascia i suoi beni al marito Basili Porcu ; “19 de mayu 1681 Salvadore Salis “ lascia i beni al figlio Antoni. Il giorno 25 maggio 1681, a Fordonjano,Sebastianu Porcu fa il seguente lascito:”item lasat a sa mujere sua Visenta Banjos degue ordines de bide,de sa binja qui tenet in sos banjus inue li det gustare et cumandat qui nexunu li façat contra pro eser gasi sa voluntade sua”. Lo scrivente è il curato Juan Thomas Melis. In data 11 luglio 1681, a Fordonjano,Juanne Mauro Uda fa un testamento di questo tenore,scritto dal curato Antoni Marras: “item queret et cumandat qui sily det treguentos fundos eo qui piguet Antoni figiu sou de sa binja de filiqueda inue ditu Antoni dedet gustare et satera de prus binja siat dividida pery yguales partes dividores perisos dos figios nomenados Tiriagu et Antony qui nexunu ateru indeli fatat contradiçione; item lassat sa meitade de sa arjola qui at aradu a sa pobidda sua nomenada Clara de Ana, pagande unu trigu de corte;

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item lassat sa domu qui at comporadu qui este a costado de sa domu de Roghina Puddu a sa pobidda sua Clara de Ana qui nexunu…; item queret et cumandat qui sa restu qui bi este de pagare de sa dita domu qui li paguet de su muntone qui este a medias;

item lassat unu caddarju et una fressada a sa pobidda sua Clara de Ana qui nexunu fiju indeli fatat contradiçione; item lassat sa meitade de su cunjadu de filiqueda a sa pobidda sua Clara de Ana item lassat sa domu qui faguet fogu juntamente cun su pandintili et sa meitade de sortu a su fiju sou nomenadu Antoni;

item lasat totu sa panamenta qui tenet et ateros alaxes de domu qui sian divididos peri iguales partes cun sa pobidda et figios suos nomenados Tiriagus et Antoni”. Il testamento di Juan Angel de Martis è scritto dal curato Antoni Marras, a Fordonjanus il “15 de juny 1681” : “item bolet et cumandat qui tocante a su sençale qui su ditu testadore restat depende a sennor Gavino de Aquença,qui su ditu depidu siat divididu peri yguales partes cun sus de prus figios (sic) qui sunty Juan Pedru Pauleddu et Juany Franciscu de Martis, cale cumandat qui paguen cada unu sa parte qui lis det tocare,tantu propieda (sic)comente sas pençiones qui anteser vacadas,pro haer acomodado eo dado yn coyança sa parte insoro de sa asienda asos ditos Juan Pedru Pauleddu et gasi intren in pagare su ditu depidu,pro esser gasi sa ultima voluntade de su ditu testadore”. Ancora il curato Antoni Marras scrive in Fordonjanus,in data “15 de juny 1681”, il testamento di Cathelina Enna.Il giorno 5 dicembre 1681 Pera Meli,tramite il curato Juan Thomas Meli così testa: “item lasat sa domo et pendente a sos duos figios suos nomenados Gabriele et Miguely Angelu(sic) Mely, cum patu ympero que no yscomoden a sa mama,pro cantu det eser yn abitu viduale pro eser gasi sa voluntade sua”. In data 25 xbre 1681,sempre a Fordonjano, Antoni Marras scrive il testamento di Antony Lechis: “item lasat una vaca barjaniedda a sa pobidda sua nomenada Juana Sanna qui nexunu indeli fatat contradiçione pro esser gasi sa voluntade sua”. In data 30 dicembre 1681 a Fordonjanus il curato Juan Thomas Melis verbalizza il testamento di

Migueli Frocu: “item lasat sa parte de sa argiola qui si ispetat tener, si intendet sa parte tocante a ipsu ditu testadore a sa cara mujere sua nomenada Antioga Murja,pro bona mujere que de at apidu et cumandat qui nexunu li facat contra”. Nel mese di marzo 1681, a Busachi, vi è,in catalano, un processo contro Juan Perdu Tatti Cossu per canzoni infamanti; Sebastiano Sanna fa una richiesta al commissario di Busachi per ricevere i testimoni: “Magnifich comisario dela villa de Busaqui

Sebastia Sanna de dita vila diu a v.m.. que,en los 14 de otobre passat, dona querella criminalment contra la persona de Juan Perdu Tatty Cossu de dita vila, per aver aqueill cantat cansons y libeills

infamatoris contra la onra y reputasio de tota sa casa,segons es publich a moltas personas y comsia que fins al present no sea tractat de examinar testimonis en aprobasio de dita querella, suplica sian examinats las perçonas que per cotta donara,examinats que sian,sen done visura a est part a tal puga deduir de sas rahons .

Cotta de testimonis : mestre Juan Maria Loddo,mestre Simoni Fais Loddo,mestre Bernardi Dore,Basili Pinna,Josepe Abade,Juan Perdu Lay, Juan Maria Maronju. Juany Fadda fill de Basily Fadda, Diegu Mele jurat Salvador de Pany. Il Commissario Gavino de Aquenza così risponde: “Jhs ob(lata). Die 28 marty 1681, Busaqui :que se rebra la informassio suplicada apres se provehira lo faedor de justissia “. Il 25 settembre 1682,a Fordonjianus,Maria Manca fa testamento tramite il curato Antoni Marras: “item queret et cumandat sa dita testadora qui si apat a dividire sa açienda qui posseiat de sa roba

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de intro et qui sa meitade de sa dita roba si ly det a sa figia nomenada Clara qui nexunu figiu indely fata contradicione pro esser gasi sa voluntade—

et sa atera parte restante lassat a su pobiddu sou qui apat a afaguer su gustu sou et qui acomodet sos figios suos comente bonu babu”. Il giorno 13 ottobre 1682,a Fordonjanus, il curato Juan Thomas Melis scrive il testamento di Juane Pipia:

“item lasat totus sos benes suos, apidos et pro aver, a sa dita mujere su, pro cantu det biver, apusti morte sua sos ditos benes sian de su fijastu suo nomenadu Antoni Sini et cumandat qui nexunu li façat contra,comente actu inter vivos li aviat fatu et pro eser istadu sujetu a ipsu in sos cumandamentos suos et aver bendidu su qui tenian in Busaqui,tanto benes suos comente de sa dita mujere sua,a sos quales faguet ereos suos huniversales pro esser gasi sa ultima voluntade sua.”.

Il curato Bartolomeo Mula scrive il seguente testamento:” hoe sos 14 9bre 1682 Vilanovatruisquedu miso transfertu in domo et abitasione de Maria Flaqui agatendesi de infirmidade corporale in primis et ante omnia incumandat sanima sua a nostru senore..

lasat una caxa magna a sa cara neta sua nomenada Jusepina Flaqui”. Nel 1685, a Fordongianus, il curato Juan Thomas Melis scrive il testamento di Antoni Sini: “item queret et cumandat qui sos benese suos siat usufructadora sa dita mama sua subramentionada Maria Loy, fine a quando sos figios suos den esser in hedade de cojuare, qui tando queret lis det sa porcione insoro per iguales partes divididores et si acasu moreret algunu sença edade legitima torret a su ateru”.La moglie,”sa mujere” è Monserrada Cosu. Nel 1686, a Villanovatrusquedu, Maria Meloni fa testamento tramite il “prevera” e curato Juan Lucifero Pili: “item lasat sa dita testadora a su caru figiu suo nomenadu Sebastianu Meloni sa pastora(sic) eo parte de binja,qui tenet in logu nadu Olisa et bolet qui nexunu de sus prus figios li fetan inpedimentu(sic), por esser gasi sa volluntade mia ; lasat et creat curadore et marmesor et dispensador de sa anima sua et benes suos asu caru maridu sou nomenadu Matheu de Ligia “. In data 10 febbraio 1684, a Busachi, lo scrivano di corte affida i processi :furto di pere nella vigna, furto di “cabro”,, furto di uva nella vigna, frode in soccida di capre,, donna trovata nell’orto di casa(Ursula mura);ad Allai furto di capra, un “cop” con effusione di sangue,, “cop de pedra” con effusione di sangue;a Fordongianus furto di 30 porci.Ancora sono affidati : il registro del” bestiar” che si è “allogat” nella baronia dal 6 agosto 1682 fino al 10 dicembre 1683(9 fogli);

il registro dei bolletins del 1682 e 1683; il registro delle machizie del 1682 ; il registro dei cuoi “cuiros” che marcano i vassalli nel 1682 e 1683; il registro del formaggio che pagano i pastori di pecore e capre della rendita dominicale nel 1683; il registro del deghino pecore nel 1682 e 1683; il registro dei soldati a cavallo che sono obbligati a prendere patente nel 1683; la lista del feudo del 1682; la lista del feudo del 1683; la lista del diritto di vino del 1682 e 1683 ;lla ista dela donacio del 1682 e 1683.

Tra l’altro gli è stato affidato il sigillo ( soguell)della curia baronale e la “marca de cort”.Nel 1682 vi sono i processi:” puntada de peu a Busachi y esmenbrat en la cara ad un migno” di 12 anni, Vi sono anche i fogli per processo di incendio di vigna ad Allai, furto di bue a Fordongianus ; il venerabile Ignazio Dessi di Allai denuncia una “scopetada” dalla finestra di casa da parte di

uno di Samugheo e da quattro individui di Ollolai ;” asaltegat” nella vigna a Fordongianus, furto di legna nella vigna a Busachi e l’altra parte per averlo trattato da ladro; aver aperto e rubato in casa a Fordongianus,reati “ en lo cami real”, parole ingiuriose a Villanovatrusquedu, furto di grano a Fordongianus, condanna a tre anni di esilio dalla Baronia di Busachi, furto di vacca domata a Busachi, furto di capretto a Busachi,

Nel 1683 troviamo che un pastore colpisce il maggiore di pardo di Allai con una pietra, furto di due buoi domati a Busachi, il maggiore di Villanovatrusquedu “aver faltat” al suo officio,, uno di

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Fordongianus fugge dal carcere, il maggiore di Allai fa relazione ad istanza di due Tonaresi che sono stati assaliti, furto di roba in casa dentro una cassa e furto di vino a Busachi, sempre a Busachi sgarrettamento di un bue (li avia escarronao un bou domat ), aggressione con pistola dentro una casa a Busachi,, parole ingiuriose a Fordongianus,danneggiamento di covoni ( galbas )di grano ad Allai, coltellata nel capo da Domingu Gungui di Ollastra Simaxis da parte di Salvador de Fenu di Oruni residente a Siapichia, uno di Villanovatrusquedu denuncia una donna per parole ingiuriose, altre parole ingiuriose ad Allai, ferita ed uccisione del cavallo di don Gavi Cossu di Busachi.

Viene consegnato anche il registro del bestiame domato e rude, il registro dei danni,essendo capo dei barracelli Simoni Marras (1684). La denuncia per furto in casa del dottore Antonio Giovanni Fois di Busachi è inserita nel processo presso il Consultore Juan de Roma contro i barracelli.

Altri documenti sono nel vol. 397(A.S.C., Tappa di Ghilarza). In particolare nel 1680 abbiamo : 5 ottobre Fordonjanus, testamento di Sebastian Cocu scritto dal curato Antoni Marras. Il giorno 12 novembre Fordonjanus il testamento di Antiogu Banjus è stilato da Juan Thomas Melis :

“lasat a su ditu figiu suo subra nomenadu Salvadore sa mola et una bestiola femina de pilu bianca et su lacu de sa dita mola qui silu dividat, pro eser gasi sa voluntade sua; item lasat su cunjadu de logu nadu padru a sos duos fijos subra mentionados Salvadore et Framcisco Banjus, per iguales partes dividores et cumandat qui nexunu lis façat contra pro esser gasi sa voluntade sua”.

Il giorno 15 xbre 1680, a Fordonjanos,il curato Antoni Marras verbalizza il testamento di Juany de Martis.

Nel 1689 Manuele Sanna così fa testamento: “Die 22 de genargu(sic) 1689 Busaque. Manuele Sanna de sa presente villa faguet su presente testamentu: primeramente incumendat sa anima sua a Deus segundariamente qui sili celebren sas misas ordinarias,relatat su ditu testadore qui su frade sou Juanne Maria Sanna mi depet binty quimbe lliras de restu de unu juu qui lapo bendidu, cale apo biscontadu pro sa parte de sa domo et ortu qui li pertocada,juntamente lapo dadu su cantu de sa terra diarcasy et no li depo niente de sa parte qui ly pertocada a see, prus cumando elaso curadore de sa anima mia a mugere mia nomenada Juanna Maria,qui desos benes mios de paguet sos depidos qui deo tengo,sensa yntervencione de sos benes de mugere mia et sos restantes sebros(?) sian de figos meos nomenados Juany, Deomitra, Angelu a cale fato erederos mios universaales. Testimongos presentes Antonangelu Pintore, Antiogu Sinis, Francisco Coco, Juany Baptista Froquidu, Gabriele(sic) Fadda,Migueli Musus Deydda iscambiu de magore; miradore de sos benes mios et de figos meos laso a su reverendu licenciadu Migueli Aquensa qui gasi este sa voluntade mia … si cuddu li queret aitare”. Il giorno 22 ottobre 1690, a Busachi, vi è la donazione per matrimonio : “Miguel Aresu fadri “, celibe, fa donazione per matrimonio a Hisabella Tatti di “ tot aquella tanca eo begada” Nell’anno 1709 i testamenti sono in catalano.

5. Un altro protocollo notarile della Tappa di Ghilarza è il vol. 155, del notaio Sanna Ibba Francesco di Ghilarza. In data 18 gennaio 1669, a Guilarça, andrea Carta misso della corte, per ordine di Joseph Liqueri, ad istanza di mastro Pere Antoni Pala sarto (sastre )di detto villaggio, ha fatto bando e crida pubblica per tutti i luoghi ed usuali del villaggio, notificando a tutti quelli che vorrano pretendere qualche diritto od azione nelle terre di cannas y Sulitu che il detto Pala ha comprato da Olaria Liqueri del detto villaggio”,quales son posades en salts y territoris de dita vila, ara sia per via jus congri parentesco o protomisseos, comparega en lo discurso expresat en la Real pramatica que sili aministrara justicia ut non de dara dita venda per ben feta et ita referens”. I testi son Antoni Pistore, Antiogu Pistore massaios dela present vila, Sanna pub. not.

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Altre notifiche sono del 26 gennaio e del 16 febbraio: “die decimo sexto marty 1669 Guilarça Andria Carta missu et curridore pub. de custa presente villa,in virtude dessu juramentu (sic) tenet prestadu in su ingressu de su officiu sou,faguet relacione in podere meu not. infrascritu qualmente isse,inseguende su ordine et comissione a isse dadu et atorgadu,segundu narat de su mag.ch officiale de ssa presente incontrada et petitione de Pera Antoni Pala sastre dessa presente villa,tenet fattu crida et bandu publicu per totu sos logos publicos et acostumados dessa presente vila admonestande a totus generalmente sos qui den pretender algunu derectu o actione in cantos dessa terra que tenet compradu en dies passados sus ditu Pala dae Juliana Liqueri Capay de sa presente villa, como siat per vias de sensale,olivellu alias ola pretendan revindicare per vias de jus sanguinis, jus congrui, sive jus prothomisions (sic),compargian dae nantis de dictu magnificu segundu sa dispositione de sa Real Pramatica pro lis aministrare cumplimentu de justiçia ateramente,ditu termen passadu,non den esser pius intesos itta referente & die et anno ut supra & de quibus testes, sunt m.a Juan Baptista Ibba et Luca de Nurquis de sa presente vila de Guilarça “. Nel 1669 Amada Uras,vedova di Miqueli Sanna di Boroneddu, richiede una licenza di vendita di un censo o debito su un “erimu”, cioè vigna abbandonata,da Juan Pau Lostia luogotenente della Incontrada Canalis: “Magnificu llogu tenente de sa Incontrada de canalis Amada Uras, viuda relita de su qm Migueli Sanna de sa villa de Boroneddu, narat a vostra.m que tenet meda necessariu pro su universas necessidades suas et de sos poberos figios necessitat de bendere su erimu que tenet in logu nadu sa quehia jura de sa villa de Borineddu(sic), in su cale erimu biat unu censale de vynti quinbe lliras de su senor retore Fadda sensa sas pensiones vacadas et, pro que non passent anante ditas pensiones,queriat benderla voluntariamente sa dita pensione et comente siat que dita viuda no la podat faguer sensa que v.m. fatat decretu,dande facultade cale si quergiat notariu que pottat reçiare ditu attu in conformidade de sas reales pramaticas pro su que suplicat in totu su mengius que intendet si podet & et haec & et pro non isquire iscriere sa representante firman sos ttestes siguentes. Antoni Manca Saba p.ra firmo susupra plicadu Antiogo Deidda firme la present per parte de la dita ..” E poi continua in catalano :” Jesus oblata die 19 de 9 bre 1669 Tadasuni. Que per quant la suplicant me fac…. molta necessitat en que al present se troba y axibe del deute,eo censal que aquella es deutora,segons en lo present melo representa,per tant lo infrascrit llochtinent dela presente encontrada de Canales, decreta y ala esposant dona llissensia en pug vendre la possesio que representa y per aquella jurar y fermar los actes neçesaris per dit effecte y axibe se da facultat a qualsevol not. publich en que puga rebre y estipular qualsevol instrument de acte en la forma deguda en observassio del dispost en la real pramatica. Juan Pau Lostia llochtinent”. In data 23 novembre 1669, a Ghilarza,la viuda Amada Uras vende a Joan Francesch Pira Puzolu escrivent di Ghilarza “tota aquella vigna desfeta “in territorio di Boroneddu in luogo “vulgo dicto sa queya “ e confina “a pisquina quenale, cami che se va a Usquey,de un costat a vigna de Marcu Fodde y de altre costat ab vigna de dit comprador”;il prezzo è 55 lire. I testimoni sono Pere Liqueri e Juan Saba massaios del villaggio. Nel 1671 ad Abbasanta fa testamento Francisca Sanna: “ Die 20 marti 1671 Abbasanta

Francisca Sanna in sa presente villa domiciliada faguet su presente testamentu et primeramente incumandat sa anima sua a nostru Sennore Deu qui la facta, elegit curadores et executores a sos charimos figiu Serefine Sanna et Bennidu Serefinu Colomo, eleginde supultura intro de sa parroquiale eclesia per preçiu de baranta soddos;

queret dita testadora que a su obitu… sete trinta baranta et anu seli fetant tres missas duas basas et una cantada ; cumandat que seli fetant tres pauses et que siat acompagnadu de totu sas conflarias de sa presente villa a gustu de sos ditos curadores;

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Lassat a sa parroquial 0. 10 a Santissimu.0.10 a nostra Sennora de sa Gracia 2.15 a Santu Sebestianu 2.0 aS.Antoni 0.2 a S.Amador 0.2

a sa parroquia de sa villa 0. 2 a S. Diormitu 0. 10. lasat a su charissimu figiu(sic) sou nomenadu Serafine Sanna totu cudda carama que afrontat a Juan Angel Mancone, querinde que sa donasione que at factu a su ditu charimu(sic, spesso senza segno di abbreviazione ndr) figiu qui non siat valida et non siat de força sinon a cantu sa carama cumandat dita testadora que sas duas labias qui tenet sian de sos charimos nebodes et non(depennato) de figios de Serafine Sanna et Cicillia et non de atera persona; cumandat dita testadora que sa domo,qui tenet in sa villa de Guilarsa, que afrontat a sas de su quondam Baquis Pisanu frade sou,que de heredadu de su qui babu..t mama sua cudda siat bendida in preçiu de trinta liras et cuddas si fetant in missas in cussa villa de Abbasanta sos reverendos curas pro sa anima de sa dita testadora et de sos antepassados suos. Sos restantes benes suos mobiles et imobiles los lassat a sos charimos figios nomenados Serafine et Cicillia Corona et Sanna, a sos cales suos heredes universales,cun condisione que,morinde unu sensa testamentu o sensa figiu de legitimu matrimoniu,torret a su ateru pius propinquu,lassat a sa dita charima figia supranomenada su prapaulu et silu lassat a contu de sa laga que li tocaiat in parte. Cumandat que sas cadiras siant de charimu figiu sou nomenadu Serafine Corona pro las haer compradas issi(sic)”. Poi cancella gli altri testamenti e conclude: “Testimongios connotos, llamados et pregados per dita testadora sunt Juseph Mele escrivent, Juane mo…s et Migueli de Tola de sa presente villa de Abbasanta Joseph Melis Sanna notariu”. Il giorno 20 marzo 1671 Cathelina Falconi fa testamento a Ghilarza :lascia qualche lira alla parrocchiale, lire 1.5 per luminaria, lire 1.5 a N.S del Rosario, lire a” N.D de su Nie “, ad ogni chiesa di dentro e di fuori soldi 10 ad ognuna, a Santu Baquis 10 soldi, lire 2 alla Confraternita de Santissimo Sacramento,ed aggiunge “item narat dita testadora que in su presente testamentu confirmat sa doda que teniat dada a sa q.m donna Maria Bonaera figia sua, a su tempus coyuait et su que det constare esser de pius siat su charimu maridu sou subra nomenadu Santoru Pira sennore et,de pustis de mortu,siat de sos nobiles don Angelu et don Juan Baptista Fois nebodes de dita testadora, a sos cales creat hereos universales et los constituit ad invicem, cancellat totus et calis si quergiat testamentos…”. In data 29 marzo 1671 Juan Antiogu Marras di Ghilarza fa un testamento di questo tenore:

sono eredi i figli e la moglie “cun cundisione que, durante sa charima(sic) mugiere in su habitu viduale, que ditos charimos figios non fetent nexunu impedimentu a sa dita charima mugiere et,coyada, que lent sa parte et porsione a isse pertocante et tambene que si morreret algunu de ditos charimos figios sense hedade de faguer testamentu o sena figiu legitimu que in tale casu torret a su que det vivere”.

Il giorno 8 aprile 1671 Isperança Orru, a Ghilarça, fa lasciti a” N.S. De su Nie., a Santu Macariu. a su santissimu Rosariu, a su santissimu Sacramentu; lasata a sa carima (sic)figia nomenada Maria Rosa Orru totu cudda domo, cum sa juridisione a issa tocante,sa cale la tenet apida et comporada pro hare bendidu una que deteniat in sa villas de Abbasanta, sa cale domo afrontat de unu costadu a Andria Carta et a sateru costadu a Luca Fadda et sila lassat pro bona figia que semper li est istada et pro Deus et sa anima sua”.

Un altro testamento viene rogato per conto di Francisca Sanna De Jana:”20 maggio 1671 Guilarça. Francisca Sanna De Jana cumandat dita testadora que desos benes de cumoniu(sic) apat de leare degue iscudos sa charimu maridu sou nomenadu Macariu Cazula et sos ristantes benes suos los lassat a dittu charimu maridu finça que dent benner sos charimos figios nomenados Juan Antoni

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Diegu et Sarafinangela Sanna de Jana a sos cales instituhit aredes suos universales, cumandande que in benes suos no si fetat inventariu”. Dominiga Sanna testa in data 12 8bre 1671 a Ghilarza: “ Dominiga Sanna viuda relicta de su qm Antoni Manca Medde, hacatendesi insdisposta de maladia corporale detenta…lassat a sa charima figia sua Maria Manca et b(f)enneru nomenadu Baquis Angelu Cogue… cumandande que totu sos depidos a restitusione de sos cales siat tentu et obligadu siant desos benes suos satisfactos et pagados”.

Maria Grazia Zoqueddu, nel giorno 17 xbris 1671, a Ghilarza,fa un testamento di questo tenore: “Maria Grasia Zoqueddu de custa presente villa, hacatendesi de maladia corporale detenta…,

narat dita testadora que sa domo que hant (sic) rescatadu,cale fuit de sa qm mama de su charimu maridu sou, siat de ditu charimu maridu et juntamente sos depedos que si depent”. Giovanni Masala fa rogare il suo testamento in questa maniera:” die 14 january 1672 Ghilarsa.

Juani Masala de custa presente villa,istande in su sanu et bonu intendimentu sou,faguet su presente testamentu in sa forma siguente:: lassat a sa charima mugiere nomenada Juanna Angela Pinna una noalisca(sic) de unu annu … sos de pius restantes benes suos los lasat a sos charimos figios nomenados Baquis, Antoni et Juan Pedru Masala, sos cales creat hereos suos universales, cumandande que in ditos benes non si fetat inventariu sino una nota simple”.

Il giorno 3 febbraio 1672 a Ghilarza fa testamento Nigola Pala: “mastru Nigola Pala de custa presente villa… lassat ditu testadore sa bingia que isse tenet in logu nadu pisquinas a sa charima figia sup.r nomenada,sa cale bingia li lassat p. bona figia que li est istada,p. lu haer mantesu degue annos in mandigare,bestire et pius cosas que li faguiant ministeriu, sa cale lasu narat que non li fetat neunu contradisione nexuna,declarande que in dita bingia infre pensiones et propriedade bei aviat baranta liras de depidu sas cales las quitada sa charima figia mia Cathelina Puzolu” Maria Saba fa rogare il suo testamento in data 17 febbraio 1672 a Ghilarza: “Maria Saba de custa presente villa… item narat dita testadora que lassat a su charimu maridu Juan Baptista Porcu totu cudda parte de bingia,que tenet conporadu(sic) in canales,sa cale hat comporadu juntamente cun ditu charimu maridu et narat que nexunu li fetat contradisione”. Dominiga Deidda fa scrivere un testamento di tal fatta: “Die 3 aprilis 1672 Ghilarsa. Dominiga Deidda de custa presente villa de Ghilarsa… narat dita testadora que su charimu figiu nomenadu Juan Franciscu Demonte li depet duos iscudos, de sos cales li lassat unu et unu dedet pro pagare su gastu de sa morte”. Marianna Pala nel suo testamento così decide:”Die 2 may 1672 Guilarça. Marianna Pala… item cumandat dita testadora que nexuna perçona li fetat contradisione a su charimu figiu nomenadu Juan Antiogu Ibba in sa bingia de orrocu; ittem cumandat dita testadora que sos charimos figios et figiu donniunu(sic) si restet in sa prazimenta(sic) que hant factu et nexunu depiat de iscordare; ittem cumandat dita testadora que Juanna Francisca Corria et Juan Antiogu Ibba depiant deleare innantis una banita et sos depius restantes benes los lassat a sas charimas figias ; item cumandat dita testadora que sa charima figia nomenada Juanna Corria depiat de pagare doigui liras et mesu que sunt carrigadas in sa domo que tenet su charimu figiu nomenadu Juan Antiogu Ibba .Laudat tt. pregados, lamados et conotos per dita testadora sunt Juane Mura, Salvadore Coco, Andria Corria et Diegu de Serra de sa presente villa de Guilarça”.

Juanneddu Lepore lascia queste particolarità nel suo testamento :”Die 27 may 1672 Ghilarça … lassat issu testadore a sa charima mugiere sua supra nomenada tota cudda domo que intre ambos ant factu et sela lassat pro bona mugiere que semper li est istada; item lassat ipssu(sic) a su charimu figiu nomenadu Juan Antiogu Lepore totu cuddu cantu de terra, que tenet in uscay su cale lu lassat pro bonu figiu que semper li est istadu;

Totu impero sos restantes benes suos mob(iles) . et imob(iles). los lassat a sa charima mugiere sua

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supranomenada durante su habitu viduale pero que ipsa non siat sennora proprietaria et pustis los lassat a sos charimos figios nomenados Juan Antiogu, Vitoria, Mecheorre(sic), antonia et Diormitu Lepore a sos cales instituit heredes universales “. Nel mese di giugno-agosto abbiamo a Ghilarza altri testamenti:

”die 6 juny 1672 Maria Cantone, 16 juny 1672 Antioga de Palmas, 23 juni 1672 Dominiga de Lacono, 20 agusty 1672 Juanne de Nurqui Murgia. Il giorno 21 augusti 1672 Maria Ibba fa testamento :”lassat a su ditu charimu (sic)maridu duos iscudos de sa parte a issa pertocante;

lasat a sa charima figia nomenada Appolit(sic) Ibba una vaca et unu cantu de terra,que tenet ipsa testadora in logu (sic)nadu Butumene et que siat acomodada in sas robas de intro innantis de sos depius”. Il 26 agosto 1672 a Ghilarza Matheu Deliqueri così testa:

“eleginde pro curadoris de sa anima et de su presente testamentu executoris a sa charima mugiere nomenada Antonia Pinna et fradile(sic) Juane de Nurquis”. Julianu Ibba in data “5 7bris 1672 Guilarça” fa rogare il testamento con queste particolarità : “ item lassat a sa charima mugiere Antonia Sanna totu cudda bingia,que tenet et possedit in logu nadu Orracu, sa cale li lassat durante sa vida naturale et depustis la llassat a sos charimos (sic)figios”.

Sempre a Ghilarza si roga un testamento : “ die 9 7 bris 1672, Juan Baptista Carta… lassat a sa charima mugiere nomenada Clara Medde unu juo de anodinos que tenet domados in su cale no lifetant contradisione; ittem testa et declarat que totu cuddu cungiadu que tenet interressada (sic),cuddu lu tenet comporadu cun sa sorga mesu et pare no obstante que in su instrumentu no est nomenada; ittem pius declarat que su cungiadu que su supraditu posedit per vias de prenda de Maura et Juanne de Idda postu in logu nadu puzu de craba,cuddu lu tenet a mesu a pare cun sa sorga ; ittem declarat que in su cungiadu que tenet in puzu de crabas,per vias de prenda, quest de Antoni Fodde, in cuddu sa dita sorga lue tocat bator liras novas que nexunu li fettat contradisione; Ittem declarat ipse testadore que in sas vacas que portat a cumone de su meda reverendo canonigu Franciscu Corria,in sa parte a ditu testadore pertocante, det leare sa antedita sorga de bator una pro esser cussa sa ulltima voluntade et sa veridade; ittem declarat que hat comporadu una domo,sa cale costat baranta liras no obstante que non …. Il giorno 29 settembre 1672 a Ghilarza,Nigola de Logu lascia i beni al marito e figli “cun cundisione que, durante su habitu viduale, su charimu maridu non depiant de siddos leare et que issu acomnodet sos figios que non dent haer leadu et sos depius selos dividant”. Maria Rosa Sanna fa testamento il 29 ottobre 1672 sempre a Ghilarza : “eleginde curadores et de su presente testamentu executores a su charima sorre sua nomenada Sibillia Sanna et connadu nomenadu Franciscu Pinna; item lassat et narat que sa domo si bendat et que si carriguet doigui liras et mesu in sensale et sa pensione de cuddas si comporet in ogiu(sic), que servat pro sa lampara cantu det podet abastare de nostra senora de su Rosariu in perpetuum….lassat su charimu nebode sou nomenadu Diormitu de Serra sa sartaina . Sos depius restantes benes mobiles et imobiles de cale si quergiat modu los lassat a sos charimos sorre nomenada Sibillia Sanna, antiogo, Mariana et Maria, Gavino Sanna a sos cales instituit heredes universales”. In data 9 novembre 1672 Leonarda Contone di Ghilarza fa rogare le sue ultime volontà: “Lassat a sa charim.a neta nomenada Maria De Idda una banita pro Deus et sa anima sua; Item narat dita testadora que Juan Antiogu Manca depet quinbe iscudos; Item Antoni Manca bator iscudos; item Baquis Manca totu figios suos depet bator iscudos; Sos restantes benes mobiles et imobiles.. los lassat…”. Nello stesso giorno aggiunge:

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“Leonarda Contone de custa presente v(ill)a de Ghilarça, atendinde que hat fattu testamentu in podere de su infrascrittu.a nottariu et siat sa voluntade ambulatoria(sic),cumandat et narat que Antoni Manca et Baquis Manca charim.os figios suos non di depent nexuna cosa; et narat que a sa neta nomenada Maria de Idda li lassat unu cantu de terra in logu nadu Mura, que siat terra de una carreta de trigu et custu queret que siat adimplidu et si lu lassat pro Deus et pro sa anima sua;

item narat que de sa haçienda de dita testadora si siat dadu a Juan Franciscu Pala unu iscudu pro lu deper dita testadora et in su depius confirmat dita testadora “.

Dominiga Mameli, in data 9 novembre 1672, a Ghilarza, fa testamento in questo modo: “Item lassat a su charim.u maridu supranomenadu(Juanne Fodde Ibba) bator iscudos sos cales let dae su comone pro bonu maridu que li est istadu; Ittem lassat sos de pius benes suos mobiles et imobiles apidos et pro haver de cale si quegiat modu o manera a su charim.u, cun condesione que acomodet a sos figios que non Deus haet leadu et depustis que durante su habitu viduale usufrutet sos depius et que depustis de coyadu o depustis morte d..ue(?) torrent a sos charim.os figios, nomenados Juan Macariu, Cathelina, Diormitu, et Franciscu Jusepe Fodde Ibba, asos cales creat heredes universales”.

Marianguela Uras in data 20 dicembre 1672 fa testamento a Ghilarza in questa maniera:: “item lassat a su charimu maridu Juanne Oppo Pipia li lassat bator iscudos de sa parte pertocante a dita testadora.; Ittem cumandat qu in benes suos non li fetant inventariu si non una nota simple firmada de duos tt.; Ittem narat que de sa quondam mama sua nomenada Mariana Uras a…ora est sa parte que li podiat tocare in podere de Antiogu Pinna babu sou, narat que si arecollat et si pongiat in domo juntamente cun cuddos….;totu sos restantes benes mobiles et imobiles…; cumandat que sa meitade de su pastinu,que dita testadora tenet in saltos de sa villa de Abbasanta e logu nadu su monte, lu lassat a sa charim.a figia nomenada Juanna Pinna pro de faguer liberas voluntades suas”.

Il 30 dicembre 1672, a Ghilarza,vi è il testamento di Gavina Sanna . Il giorno 2 gennaio 1673 a Ghilarza, Antonio ed Angelo De Lacono falegnami (fusters )di Abbasanta hanno comprato “hu moli y hort “ da Juan Antiogo Brunellu :pagheranno a censo (sensal) in ragione di 8%;i confini sono il molino di Joseph Melis e “de altra part al moli de dit Brunellu desfet y tancat del noble don Diego Madao, de un costat ab tancat de Juan Angel Contone y de altre costat ab tancat de Juan LLeonart Brunellu .Il prezzo è lire 125. Juan Girone Melone, il giorno 15 marzo 1673, a Ghilarza, testa in questo modo: ” hacatendemi de maladia corporale detentu… ittem testo et lasso a sa charissima mugiere mia supranomenada Antioga Fadda totuy cudda meitade de cungiadu,postu in saltos de sa presente villa et logu nadu mura de joya,cale apo comporadu dae sorre mia Antonia Melone, cale li lasso per Deus et pro sa anima mia et pro bona mugiere que semper mi est istada; item declaro que appo comporadu dae sa dita sorre mia Antonia Melon undigui ordines de bide in su logu nadu costaleri in preçiu de undigui liras, cales sunti(sic) postas in terretorius de sa villa de Norguiddo,pro bene que in ditos ordines de bide et de su mesu de ditu cungiadu non minde at fatu papery et lu pongio pro currer in sa conçienrtia mia de custu modu; Ittem testo et cumando et lasso a su v(enera)ble Effis de Montis totu cuddu cantu de possessione que tengio in logu nadu Costalery,quale afrontat cabicha a cungiadu de mastru Paulangelu de Palmas,,pes a bingia de Antonia Melone. Sos restantes benes meos,mobiles et imobiles, apidos et por aver de quale si quergiat modu o manera los lasso a sos carissimos figios meos,nomenados Maria, Antiogu, Caderina et Juanny Melone et Fadda, a sos quales instituhyo et creo heredes meos universales,cun condisione que, morinde algunu sença hedade de faguer testamentu o sença figiu legitimu,que dita heredade torret a sos que dent biver; item cumando que in benes meos non si fetat inventariu pro sos minores sino una nota simple firmada de testimongios,revocande cançellande et annullando totus et quales si quergiant

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testamentos,que in quale sy quergiant tempus apa fatu et quergio que su presente prevalgat a totu pro esser sa ultima voluntade mia . Su quale laudo, atorgo,ratifico et pro non isquire iscriere lu firmat su notariu bassu s(cri)ptu. Franciscu Sanna publicu notariu.

Testimongios llamados, connotos et plegados per me dittu testadore sunos(sic) Leonardu Melone Matheu de Idda, Antiogu Pily totus de sa presente villa de Guilarça”. Maria Manca di Ghilarza il giorno 21 marzo 1673 testa in questa maniera: “lasso a su charimu maridu meu, nomenadu Baquis Angelu Cogue, totu cudda parte de domo noa, que a mie mi pertocat cun su carrigu qui bei est,tambene sa parte de su caddu, sa mola cun su pegus et su cantu de sa terra de pala ispridda,sa cale li lasso pro Deus et pro sa anima mea et pro bonu maridu…;

item declaro que su charimu maridu meu supra nomenadu tenet gastadu ottanta liras de su que a… traballadu a cumone,su cale gastu hat factu in depidos et moras dessos quondams babu et mama mia, quergio que sili passent a bonu contu”.

Il 4 aprile 1673 Pedru de Idda,“de custa presente villa de Guilarça”, prescrive: “ittem lasso a sa charima mugiere mia nomenada Maria Ibba sa meitade de sa domo que hoe habito, in recompensa de haer bendidu sa dita charima mugiere mia sa parte de sa domo que haiat heredadu; item lasso sa meitade de sa vaca que tengio a sa charima figia mia nomenada Apolita Idda; elegiu curadores sa charima mugiere mia supranomenada et charimos figios meos nomenados Baquis et Juany De Idda”. Balloe Saba. di Ghilarza, fa testamento il 13 aprile 1673. Il testamento di Antonia Falcone è così rogato :”die 14 aprilis 1673 Antonia Falcone, viuda de custa presente villa, hacatendemi de maladia corporale… sos restantes benes meos, mobiles et immobiles, apidos et pro haver de cale si quergiat modu los lasso a sos charimos figios meos, nomenados Antiogu et Pisana Fadda Falco’, a sos cales creo hereos meos universales,cun expressa condisione que,si morreret algunu sensa figiu legitimu, que in tale casu torret a sateru subravivinde et si tantu morreret totu sensa figiu,su nostru S(ennore). non permitat,que in tale casu si depiat de celebrare una missa doni simana in perpetuum subra su cungiadu mannu de breneco(?) pro sa anima mia et de sus antipassados et de sa herencia mia sucessiva, cumandande que si tale casu esseret de si carrigare tale missa subra dittu cungiadu que la de piat de celebrare si haret algunu sacerdote in sa herencia mia et,si non, sos curas de custa presente villa; Item testo et cumando que atento apo lassadu in su presente testamentu que sos reverendos curas… mo hasent celebradu quentu missas silos podent adhimplire per tempus de ses meses quergio et … ultima voluntade mia que ditu capitulu siat anuladu et cumando que sas ditas quentu missas minde celebret quinbanta su rev(erend)u Abade Liqueri et ateras quinbanta su v(enera)ble Juan Diegu Fadda, cura de sa presente villa, totu intro de sa parroquia”. In data 10 giugno 1673 Argentina (sic) Saba “viuda”di Ghilarza,in catalano,vende una vigna. Il giorno 17 juny 1673 a Ghilarza Maria Pinna così testa: “cumando et lasso sa meitade de su cungiadu de suergiu a su charimu figiu meu nomenadu Juanne Azori,in su cale nexunu li apat a faguer contradisione”. Altri testamenti rogati a Ghilarza sono nel 1673: die 19 juni di Graçia Maxia ; 28 juni di Andria Carta m.u ; 16 july Juan Franciscu De Monte (hacatendemi de maladia corporale detentu). Il “18 july 1673” a Ghilarza Baldassarra Liqueri così fa testamento in favore dei” figios nomenados Maria, Antonia Istara;“item lassat que innantis de totu sa charima figia su nomenada Antonia Istara totu cudda macarama(sic) que tenet “.Si omettono altri testamenti uniformi e si procede nello studio al 4 novembre 1669 :Juntamente cun sa meitade de sa cortigia de palas et parte que li tocat in su hortu denantis sa cale lassa liu lassat que let innantis de totus item lassat a sa charima figia nomenada Dominiga Istara totu sa domo de sada (? )que habitat cun sa atera meitade de cortigia de palas,sa cale lassa narat que est parte de su qm et cumandat que

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selis lassant liquidas item queret que sa lassa que fetisit sa quondam Madalena Istara figia de dita testadora a su charimu maridu sou Paduanu Porcu cudda la tenet recida in podere et incantu a sa morte de dita charima figia et pius partes totu li sunt pagados dae sa parte de sos minores. Ittem cumandat que sa parte et porçione que det tocare de sas robas mobiles a sos charimos nebodes nomenados Juane Porcu et Maria Liqueri,cudda non siat movida dae podere de sas supraditas Maria et Antonia Istara fini a tantu que sos supraditos nebodes siant de hedade de la poder leare”.Quindi si riprende al 1673: “Die 25 juli 1673 Ghilarça, Baldassarra Liqueri de custa present villa, attentu et consideradu que tenet factu testamentu et comente sa voluntade siat mudabile(sic) finsa a sa hora de sa morte narat que est ultima voluntade sua, que cale si quergiat de sos charimos figios que innoveret su que hat factu in su testamentu sou que seli siat leada sa parte que li podiat tocare et cudda si celebret in missas pro sa anima de dita testadora, su quondam maridu sou et figios item est ultima voluntade de dita testadora que a sa charima figia nomenada Dominiga Istara li lassat una vaca cun su vitellu, que sos de pius figios si dividant su de pius bestiamen et tanbene lassat a sa dita figia sa parte de sa arziola(sic), sa parte de su usufrutu de sas bingias de su presente annu et tambene su trigu betzu quequest(sic) et tengio ue nexunu li apat a faguer contradisione….”. Sempre a Ghilarza,nel 1673, abbiamo altri testamenti in sardo:

il giorno 20 7bris Sebastiana Masala;

in data 4 8bris Antoni Pinna;die 9 8bris Antonia de Monte ;24 8bris Mariangela Pala ;die 3 9bris Bonaera Mele;die 9 9bris Juan Antiogu Isquirra. Nel 1669 abbiamo una “nota que si faguet in sos benes de su q(uonda)m Juany Pala pro sos figios minores,nomenados Anna Maria, Girone et Miale Angielu Pala, cale si faguet a instancia de su venerable Demetriu Desi, curadore per ditu q.m nomenadu et cum asistencia de su honoradu Paduanu Porcu mayore et de sos infrascritos homines et est in su modu siguente: primo sas domos,que sunt duas et cum issutiu sensa jany(?) a palas juntamente su hortu totu pro sos minores pius sa meitade de cudda domiguedda,que cunfrontat cum domos de Antoni Nicolau Desi, comprada in preçiu de ses iscudos tocat a sos minores tres iscudus su cungiadu et bingia de paulu nugue, totu pro sos minores que sunt contiguos sa posessione de sa ena de sos bangios pro sos minores item su cungiadu de muru dejoja pro sos minores su cungiadu de mura hoy pro sos minores sas terras que cunfrontat a ditu cungiadu de semenanza una carra de trigu pro sos minores unu cantu de terra in logu nadu suergiu de mola,de semenanza unu istereddu de trigu totu pro sos minores tres iscudos procedidos dae unu boe bendidu in ses iscudos pro sos minores duas vacas angiadas,in preçiu de noe iscudos, tocat a sos minores 11.5 unu noaliscu in ses liras tocat 3.0.0 una ebba angiada sete iscudos pro sos minores 8.15 ateru tentorgiu de calarina pro sos minores 3.0.0 una molente domada et prosima pro sos minores 4-0-0 sa mola et lacu ordingiadu totu pro sos minores atera mola pro sos minores 1.10.0 unu labiolu betzu pro sos minores una banita usada pro sos minores unu marrone pagu usadu,meitade pro sos minores unu marrone picu, meitade pro sos minores unu asquione meda usadu totu pro sos minores una segure,meitade pro sos minores una sedda usada,meitade pro sos minores unu frenu purvitu(sic) betzu,meitade pro sos minores

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unu inbastu usad, meitade pro sos minores una cavana usada,meitade pro sos minores una paja de misiras (sic), meitade pro sos minores

una pudatza usada,meitade pro sos minores item su laore que de presente si hacat in domo servit pro substentu de sos minores ;totu ditas cosas ispresadas in sa presente nota si lassat et intregat a ditu venerabile Dehias et a Franscisca Dehias viuda de ditu quondam et promitint tenerlas contu fini a que ditos minores siant de hedade de governare, segundu que gasi lu firmat ditu venerabile Dehias Demetrio de Hias pr.ra,test. a ditas cosas Juan de Montis, Juan Baptista Masala,Luisu Puzolu, Juan Baquis Isquirra minor et Antiogu Puzolu,totus de sa presente villa,Juan de Montis Franciscus Sanna pub not”.

Nel 1677, ad ottobre, a Ghilarza,si procede a stilare una nota per i minori del defunto Juan Contone Desì: “Notta que si faguet subra sos benes de su quondam Juani Contone Desi,segundu dispongisit in su ultimu testamentu sou et est su siguente

et primo duas domos et unu istudiu cum sas jurisdiçiones de nantis et.. item atera coramita xuta(?) et juntamente sa meitade de sa sala que tenet cum Antoni Isquirra et parte de istaulu isfactu que afrontant cuddos a domos de fradis Pitzurras item s parte de sa binguia posta in logu nadu paule nugue, que cunfrontat cum Antoni Isquirri et Juanneddu Lepore

item atera parte de bingia in saltos de custa villa et logu nadu orracu eo sa quidongia, que afrontat a bingias de m. Perdu Ispanu et de Serafine Cantone Desi. Item atera parte de bingia in logu nadu Orracu eo crastu,que afrontat a bingias de Juan Franciscu Pala et Juanni Isquirra et assa aza(uza) de declogu(?)

item tres partes de cuddu cunjadu de logu nadu paule nugue,que afrontat a bingia de sos su bendsangiu(?) su caminu et a bingias de Juani Isquirra et mastru Jusepe Idda item unu cunjadu su logu nadu sa serra eo Putzu de Judeos,que afrontat a bingia de su venerabile Franciscu Sanna, a bingia de Serafine Cantone Desi,cungiadu de Franciscu Porcu et de su quondam Antoni Uras item unu cantu de terra,pro benes que beiat medas sertus in logu nadu mura de lauru,qui afrontat sos caminos de andat a Osconi et a su qui si andat a su cungiadu que pose(?) dit Julianu Demontis et a terra de Paduanu Porcu et semenanza tres cartuzos de orgiu item ateru cantu de terra in logu nadu sa domo de sozana,de semenanza tres cartos de trigu qui afrontat ab terras de Dominigu Medde et a sos caminos item unu cantu in su pardu de orracu et in logu nadu mura lsquirra. Item atera cantu de terra in ditu logu, de semenanza unu cartuzu de trigu, que afrontat a terra de Machiocu Cazula, mediante su camineddu de dittu logu item ateru cantu de terra in logu nadu su pardu de orracu,de semenanza una carreta de trigu que afrontat ab terra de su venerabile Juan Diegu Fadda et Antoni Isquirra et a su caminu que passat in ditu logu pro andare a sas bingias de orracu item unu cantu de terra in logu nadu pala penduzu,de semenanza tres meatgias de trigu,que afrontat ab terras de su quondam mastru Nofre Vinch, que hoe possedit Franciscu Sanna, ab terras de Miale Fodde et Antoni Isquirra item ateru cantu de terra in logu nadu santu Miale, de semenanza una carra de trig,que afrontat a su parderu(sic) a terras de Dominigu Medde et de Ignasi Maria(sic o maxia) et Juani Useli item si hat bendidu unu ju in preciu de vinti una lira et quinbe soddos, restant sos dinaris eo intregados in manos de sos infrascriptos curadores item in robas de intro si hacatat su siguente et primo una banca usada item una cassia meda tratada et usada de Arizu ittem una cassia noa ittem ses banitos est aisquire cundunu que corcant sos minores pagu usados sas quinbe et satera

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betza ittem bator cadiras de Sumugueu usadas una messa de suiguer(suegiri in campèidanese ndr) usada pagu unu isquivu de cuviascu(sic) usadu

unu tagieri de linna pagu usadu duas turuddas de linna unu murtaiu de linna

una sartaina usada

unu tratacasu usadu unu paiu de trebides usados unu sedazu meda usadu una taula de sedazare noa unu labiolu usadu cun duna maniga una ispada antiga usada unu arquibuzu de merza betzu duos platos de posta de mosigu pagu usados treigui platos de mosigu sete discos gasi matesi de mosigu una carrazola de Tonara usada que leat duas carrigas atera meda usada et betza que leat bator carrigas unu paiu de mesinas usadas unu inbastu meda usadu et betzu duos pisqueddos de mandigare caddu pagu usados ateros duos pisqueddos de canna betzos unu satgiu minore una candela usada de ferru unu paiu de armos de ferru usados unu marteddu usadu unu iscarpeddu usadu unu ferru de gringa (sic) unu punzone usadu unu ascaya usada una sedda betza meda et segada vinti bator pannigueddos a petzu de iscacu mannu et nou ses lenzolos pagu usados de tres telos de tela sarda ateru lenzolu de duos telos tres tiatgias de iscacu duas noas et satera pagu usada tela de guimulas(sic) bator sabongius,tres cum arranda est aisquire duas cum arranda de mesu et satera a randa plana et satera sensa randa, totus sas cales sunt pagu usadas de tela de ultra marina duas tiageddas de pannu granu usadas

tres pannigueddos nos de iscacu ateru pannigueddu nou de iscacu ateros tres pannigueddos de ispiga usados ateru pannigueddu de iscacu usadu unu gannienanti ( ?gannievanti, gannicuanti ndr) de tela cum arranda pagu usadu duos cabidales prenos de sas crobertas de tela cum arranda de mesu una matza de cabidale de pannu granu una frassada de Oliena noa una crobeta de cabidale de tela saonesa posada sensa cosire ses crogargios de latone usados duos cobrinsinos usados de tela una canna de palone orangiadu (?) nou

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duos buterasus duos aneddos de plata unu nou et sateru betzu unu coberibancu betzu unu aracatou(?) un vaca langia, cum sa vittella,gasi matesi langia, istimada peri sas peçonas de Vitoriu Pinna,Diegu Melone et Juan Pedru Delogu,cum juramentu per Juan Antiogu Dehyas majore su presente annu dadu istimadas en ses liras pro sos minores 0.6.0 unu anodinu de duos annos, gasi matesi peri sos subditos istimados in ses liras peri sos minores tocat tres liras et tres liras a sa viuda item unu caddu betzu et langiu male tratadu,istimadu peri sos subditos in preciu de bator liras pro sos minores totus sas cales cosas restant in poderes de sas perconas de Serafine Contone Desi et Juan Antiogu Colomo curadores in sos benes de su quondam Juan Contone Desi et cuddos los dent tenner contu per vias de incomenda, fini que dent benner et dent esser de hedade sos figios de ditu q.m Juane Contone, nomenados Serafine. Juan Baptista, Julianu et Maria Contone Desi, no dandendu ne intriguendonde ditas cosas a perçona alguna, subta obligasione desas perçonas et benes segundu lu jurant et confirmant et pro non isquire iscrier no lu firmat de propria manos insoro et pro issos lu firmat su infrascritu notariu. hoc in sa presente villa A 13 de 8bre 1677. Testimonzos sunt Salvadore Liperi. Juan Diegu Istasu et Diormitu Mele totus de custa villa.

Franciscus Sanna publicus notarius.”. Nell’anno 1668, a Ghilarza, antiogu Pala Usona fa testamento:” “Die 30 mensis decembris anno 1668. Antiogu Pala Usona dessa presente villa de Guilarça,istandde indispostu de maladia corporale et in su lectu sou detentu, istande inpero in su bonu intendimentu et sana memoria faet et ordinat su presente testamentu peri sa forma seguente et primeramente et ante totas cosas queret et eligit curadora et marmessora assa carissima mugiere sua nomenada Antonia Contone(sic), assa cale dat facultade de poder adimplir et executare su presente sou testamentu segundu pro isse det dispostu et ordinadu. Queret et cumandat que si tantu N.S.r si querreret servire de isse in sa presente infirmidade que siddi eligat sepultura in sa Parroquiale Eclesia(sic) dessa presente vila, su invocationi(sic) de santu Macariu. queret ditu testadore que si N.S lu querreret llamare da e custa vida transitoria pro sa mengius,que in tale casu sili siant celebradas pro sos curados dessa dita vila tres missas, aisquire est una camtada et duas bassas gasi in su obitu sou, comente in su tres, sete, trinta et annu. queret et est ultima voluntade de ditu testadore que si in custa infirmidade acabaret sa vida transitori que sili depiat de celebrare et faguer tres pausos(sic) queret et cumandat que dessa hazienda sua siat dadu a santu Macariu duos soddos, a su sanctissimu 0.2 .0, a nostra senora de su nie 0.2.0., a N.S. de su Rosariu 0.2.0, assas de pius eclesias, gasi de intro dessa villa comente et de foras, queret ditu testadore que a cadaunu respective sili depiat dare ses dinaris queret et cumandat ditu testadore que si a casu in custa infirmidade de n.senor si querreret servire de issu que sa carissima mugiere depiat de dare et bendere sa parte de su cungiadu,qui isse testadore tenet in su logu vulgarmente nadu orgosi, proite que cuncussos dinaris que det haer de ditu cungiadu potat acomodare sa anima sua et de sos antipassados item queret et cumandat ditu testadore que su cantu dessa terra que ditu testadore tenet in logu naradu(sic) muru ebbas pro lu denner(sic) amesapare cun su frade sou Leonardu Pala et juntamente cun su cungiadu de quenale sunt restados ditos frades de cuncertu que ditu testadore sinsdaret leadu ditu cantu de terra et ditu frade sou ditu cungiadeddu lassat assa carissima mugiere. Item queret et cumandat ditu testadore que totus sos benes suos, mobiles et imobiles et pro haer de

de cale si quergiat modu et manera,que siant de sa carissima mugiere sua nomenada Antonia

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Contone, assa cale instituit hereua universale, que nexuna persona li apat a faguer contradisione in su presente testamentu, factu (sic) est in sa domo sua de su annu et die supra ditos, segundu de cussu modu lu firmat su notariu infrrascritu pro non isquire ditu testadore inscrier. Franciscu Sanna publicus notarius.

tt. sun Antoni de Yana, Leonardu Pala,Salvadore Cau, mastru Juani Cogue et Jusepe Sanna totus dessa presente villa de Guilarça” .

Antiogu Deligia così fa segnare nel testamento:”die 10 mensis februari anno 1669. Guilarça.

Antiogu Deligia desa vila de Guilarça,istendde algunu tantu indispostu de maladia corporale in su lectu sou detentu, querinde dare bonos et leales contos a nostru S.r Deu que lu tenet factu et criadu…” In data “14 januari 1669” Maria Marras viuda di Ghilarza fa testamento.

Il giorno “18 januari 1669 Luguia Lepore” di Ghilarza così prescrive: item cumandat issa testadora que si in custa infirmidade morreret que sos curados de sa presente villa apant a celebrare una missa resada per donni (sic)borta, aisquire et su die de su interru, a su tres, a su sete, asu trinta et assu annu.”.

Nello stesso torno di tempo in lingua catalana leggiamo: “m(estr)e Joseph Ibba, ab consentiment de alguns parents y benevolents, acepta de son grat y certa scientia ala dita Dominiga Istera por sa muller desdevenidor,posa ad aquella en la mitat de su hazienda que te y podra tenir tot del modo sardesco y pratica de Siguerri(sic)” cioè “ladus apari”(ndr). Baquis Manca Medde fa rogare il suo testamento in data 20 gennaio 1669: “Die 20 january anno 1669 Baquis Manca Medde,pastore dessa villa de Ghilarça,hagatandesi indispostu de maladia corporale in su lectu sou detentu, istande empero en sanu et bonu intendimentu faguet et ordinat… ittem lassat ditu testadore assu carissimu figiu sou nomenadu Diometriu Manca quinbanta berbegues, aisquire est baranta de mardigadu et degue sacaias et assu carissimu figiu sou nomenadu Antiogu Manca tambene lassat ateras quinbanta berbegues segundu est ispecificadu in su ateru queret et cumandat que su cumone desas cabras, que portat Juani de Villa, siant de su carissimu figiu sou su venerabile Jusepe Manca,su cale apat alleare contos dae su die que portat ditu cumone declarande que ditu cumonargiu li depet otto(sic) liras ittem queret que su puddedru(sic) que tenet ditu testadore siat dadu assos carissimos figios suos nomenados Pedru et Antiogu Manca ittem lassat assu carissimu figiu sou nomenadu Diometriu (sic) Manca una puddedra(sic)

sa cale det leare a gustu sou”. Altri testamenti a Ghilarza sono del gennaio 1669:

25 januari Antonia Pisana(sic);

29 januari Marianna Pala Pinna(ittem queret et lassat dita testadora assu carissimu figiu sou nomenadu Juannantiogu Ibba valore de bator iscudos sos cales apat alleare in sa domo innantis de totus). In data 2 febbraio 1669 a Ghilarza Cathelina Pistore fa testamento minacciando severamente il figlio Istevene:

“ittem cumandat dita testadora que su trigu que Bernardinu Dehias su carissimu maridu hat betadu su presente annu,que nexunu diapat a tocare sino lu llassat assu ditu carissimu maridu sou pro esser totu cosa sua. Ittem cumandat et narat dita testadora que si depet a Franciscu Murgia degue liras et a Juani Dehiasa vintises calis si apant a pagare de tres pegus de bulu que hoe tenet amesu apare cun su carissimu maridu sou.

Ittem cumandat dita testadora que si su carissimu figiu sou nomenadu Istevene Mameli non querreret participare in sos gastos que si dent faguer pro sa morte et non querreret esser herede sou, que in tale casu apat de restituire una banca et una cassia que tenet incumendada de dita testadora et gasi bene det batire dita cassia et banca a dividire ancora que siat hereu.

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Ittem cumandat dita testadora que assu carissimu maridu sou non sili apat acricare nexuna cosa, proite que non si tenet amegioradu nexuna cosa finalmente cancellat et annullat cale si quergiat testamentu que apat factu…”. Ad Abbasanta Francisca Sanna, il giorno 9 febbraio 1669, comanda il seguente testamento:

“Die nono februari anno 1669 Abasanta(sic) Francisca Sanna viuda istande indisposta… et primeramente queret et cumandat que su corpus sou siat interradu in sa eclesia parroquiale dessa presente villa sub invocatione Sanctae Cathelinae pro preçiu de tres lliras. Ittem queret et cumandat que sas missas de su Pedronu de Mayu et de nostra s.a de su Carmine apant a pagare sos carissimos figios meos supra nomenados( Serefine, et Cicellia Sanna) o quie det tenner sa hazienda de dita testadora ittem cumandat dita testadora que su carissimu figiu sou nomenadu Serefine Sanna apat de leare dae su cumulu de sa hazienda quinbe iscudos et mesa pro los haer prestados ditu carissimu figiu a su tempus que tenia sas necessidades

Ittem lassat et cumandat dita testadora que sa donassione fatta a su carissimu figiu nomenadu Serefine Sanna que in totu sos tempos li siat valida,et si tantu dita donassione non essent valida peri su instrumentu recidu,queret et cumandat que siat valida in su presente testamentu ittem queret et cumandat dita testadora que sos dinaris que su carissimu frade sou nomenadu Baquis Sanna tenet pro sa carama(sic) que li tocaiat,que est su preciu de trinta lliras, siant dessos carissimos figios supra nomenados.”.

Il giorno 19 febbraio 1669 a Ghilarza viene rogato il testamento di Joan Gerone Falcone di Abbasanta; il 3 marzo 1669 fa testamento Maria Piuli viuda. Sempre a Ghilarza Maddalena Idda così testa: “Die 6 martii 1669,Guilarça, Madalena Idda viuda relicta de su q.m Juani Mura…

ittem cumandat dita testadora que sa carama que tenet siat de sos carissimos figios suos, nomenados Juan Bap.ta et Diegu Mura et sa sala,que hoe habitat,queret et cumnandat que siat de sos carissimos figia et figiu nomenados Mariangiela Idda et Franciscu Mura a sos cales nexunu dessos ateros lis apat a faguer impedimentu nen contradisione.

Ittem queret et cumandat dita testadora que sa parte de sa bingia, que tenet in su logu nadu Orracu, siat de sa carissima figia sua nomenada Mariangiela Idda,cale queret et cumandat que nexunu li fetat impedimentu pro esser cosa de dita testadora

ittem queret dita testadora que assa dita carissima figia supra nomenada si li appat a dare bator peza de letu in nantis de totu ittem cumandat dita testadora que assu carissimu figiu sou, nomenadu Diegu Mura,si li apat a dare una peza de letu,juntamente cun totu su depius que hat leadu su carissimu figiu sou nomenadu Juan Bap.a Mura, querinde et cumandande que su carissimu figiu sou nomenadu Franciscu Mura apat deleare sa parte et porsione segundu sos depius aisquire est cantu det leare Diegu.

Ittem queret et lassat assa carissima figia sua nomenada Mariangela(sic) Idda una cassia, querinde et cumandando que sa dita figia apat alleare desas robas de intro totu sa parte et porzione(sic) segundu hant leadu sos ateros”. Nel 1669 a Ghilarza si rogano altri testamenti:

27 aprile 1669 di Cathelina Corria ; 3 giugno di Mariangela Hias(item testat et lasat dita testadora a sa carissima sorre sua,nomenada Juanna Hias, su sau pro mi haer mantesidu tantu tempus); 4 giugno di Maria Coco .In data 18 luglio 1669,sempre a Ghilarza, fa testamento Juanna Milia viuda: “item cumandat dita testadora que sa domo que hoe habitat siat de su carissimu figiu sou nomenadu Juani Colomo,pro haer dadu a sa carissima figia nomenada Bonaera Colomo totu cuddu cungiadu que issa testadora teniat in su logu nadu Puzu de craba ittem cumandat dita testadora que totu su frutu de sa bingia que issa testadora tenet in logu nadu muru de forru siat de su carissimu beneru(sic) nomenadu Jusepe Zoqueddu et,de pustis de isfrutuada dita bingia,que siat de sos carissimos nebodes nomenados Juan Baptista . Juan Diegu et Franciscu Pala et juntamente lis lasat cuddu cantu terra de Auny, ateru in Mura et ateru in mura de

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Yoia, totu su cale lasat a sos supra nados nebodes in recompensa de su que tenet lasadu a sos carissimos figios supra nomenados. Ittem cumandat dita testadora que su carissimu figiu et benneru sup.a nomenados depian de bender totu cuddos duos cantos de terra, que dita testadora tenet in logu nadu Santa Maria et ateru in Auny et que de sa valu… de cuddos siat pro ispensare sa anima de issa testadora,comente et desa quondam mama sua nomenada Antioga Istara, adepius de su que si at lasadu supra.

Totu empero sos benes suos,mobiles et imobiles los lasat a sos carissimos figios et nebodes sup.a nomenados, a sos cales instituhit heredes suos universales,cun conditione(sic) que in ditos benes no si depiant faguer nexunu gieneru(sic) de istimu,sino que los dividant comente et bonos frades et nebodes et sa parte contrafahente qui depiat de perder sa parte aisa(sic) pertocante et que cudda siat bendida pro da (sic) faguer in missas et custa est sa ultima voluntadi de dita testadora”.

Nellos stesso giorno, a Ghilarza Barnardinu Deidda così fa rogare il suo testamento: “ittem cumandat ditu testadore que sos carissimos nebodes suos nomenados Maria Marta et Serefine Deidda, assos cales lasat tota cudda meitade de domo que tenet isse testadore sa cale lis lassat liquida que issos non depiant intrare in gastu nexunu et sili lassat pro sa parte et portione que lis diat tocare de sa heredade. Querinde et declarande que sos ditos nebodes suos nomenados supra apant restituire a su carissimu figiu de ditu testadore ses liras que li depent p..i sa bingia bendida”. Ancora nel 1669 a Ghilarza vi sono questi testatori:

22 luglio Dominiga Cannas; primo settembre Anna Maria De Idda(ittem cumandat dita testadora que su carissimu maridu sou depiat de dare a Serefine De Idda, frade de dita testadora,tres iscudos pro si los deper et silos haer gra(ciosa)m(en)te prestados,querinde et cumandande que de sos benes de isse siant satisfatos et pagados totu sos depedios(isc) totu ruidu(sic) de juigue foras…;

22 novembre Nicolau De Palmas. Nel gennaio 1670 fa testamento Giacinto Fadda:”die 14 januari 1670 .Guilarça .Juanzintu Fadda… ittem lassat assa carissima mugiere sua nomenada Maria Deligia bator iscudos et una vaca cun dunu vitellu,leande inpero desu ditu vitellu unu pe,que siat sinnaladu pro N.Senora.a de su Rosariu, sa cale lasa apat de leare dae su parte pertocante aissu testadore ittem queret ditu testadore que su amegioru de sa bingia, que hat fatu in sa bena de sos vargios, que si siant divididas, una parte assa carissima mugier et atera parte assa carissima figia. Ittem declarat que depet tres iscudos et mesu a Dominga de Nurqui,sos cales si depiant adare et satisfaer de sos benes suos,declarande que li depiat sexanta quinbe iscudos in sos benes de Juan Baptista Picarello,sos cales li depiant de servissios personales et los lasat assa carissima figia(Antonia Maria), supranomenada et,morinde issa,torrent assa carisssima mugiere, cun totu su que a traballadu, que issa de fetat liberas voluntades suas,su cale lloat”. Ancora nel 16 gennaio 1670 Juan Baptista Sanna Ispina fa testamento a Ghilarza. Il giorno 28 gennaio 1670 a Guilarza Franciscu De Liqueri Murtas lascia le sue ultime volontà: “ittem lasat et cumandat ditu testadore que nexunu deso figios apat a faguer contradisione assu carissimu figiu nomeadu Juane Baptista, in sa domo que li tenet cun sa jura, a su tempus que coyuesit pro haver recidu de cuddu sa partida de baranta liras et una ebba ittem lasat et testat ditu testadore a su carissimu figiu nomenadu Pedru Deliqueri, que apat de leare, innantis de totus, duos ordines de su pastinu de paule nugue, dae artu abasu et que depustis torret in parte cante et so de pius”. Il 3 marzo 1670 a Guilarça fa testamento Salvadore Manay. Il pastore Baquis Cau così testa: “die 17 mensis martii 1670 .Guilarça. Baquis Cau pastore… ittem lassat assa carissima mugiere Maria Pira que innantis de totu apat de leare sa meitade de su pastinu de orgono, su cale apat de leare innantis de totu,sos restantes benes los lassat y assos carissimos figios nomenados Anna Maria,Pilianu,Juan Baquis .,Serefinu,Diormitu assos cales instituhit heredes suos universales”. Il giorno “27 martii 1670 Guilarça”, Julianu Piredda così fa rogare il suo testamento: “ittem cumandat ditu testadore que nexuna persona apat de faguer impedimentu nen contraditione

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assas carissimas figias,nomenadas Antonia, Maria Piredda in sa bingia que tenet in magiadorgiu, cun cundetione que donni annu depiant de faguer una missa cantada p. Santu Antoni de Padua et que semper siat in perpetuum item cumandat ditu testadore que su pastinu que tenet Basile Piredda,nebode de ditu testadore, que issu siat obligadu de faguer una misa resada cada annu sa die de Santu Jusepe in perpetuum et, canddo(sic) que non du quereret faguer,que ditu pastinu torret assos hereos de ditu testadore adhimplant dita conditione.

Cumandat ditu testadore que su trigu,que hoe sinque hagatat, siat dessa carissima mugiere supranomenada Antonia Corria et silu lasat pro bona mugiere que semper dest(sic) istada. Declarat ditu testadore que sa domo, que hoe die presente tenet et habitat, que nexuna persona li apat a faguer impedimentu assa carissima mugiere et, de pustis dessa morte sua, torret assos hereos suos de ditu testadore,querinde que dita carissima mugiere de potat faguer liberas voluntades dessa domo,dessa parte que issu testadore tenet, sa cale li lassat sens jura nexuna .intendesi su amegioru de dita domo”.

Il giorno “11 aprilis 1670. Guilarça, Antiogu Pala desa villa de Aydumayore in sa villa de Guilarça”, residente,fa rogare il suo testamento. In data 24 giugno 1670 a Ghilarza lascia le sue ultime volontà Maria Melone “in sa presente villa domiciliada: …ittem narat dita testadora que si depet una bulla, que est degue soddos, cumandat que desos benes suos si paguet item lassat dita testadora a sa carissima figia sua, nomenada Antonia Crispayu,sa meitade de totu su sou,sa cale depiat deleare innantis desos ateros figios et de pustis q ue torret in parte cun sos ateros pro la haer asistida in sas necessidades. Declarande que sa domo que tenet et habitat deli tocat sa meitade innantis de totu et de satera parte ateras degue liras,pro haer bendidu in Domusnoas una domo et su preciu de cudda lu haet gastadu cun su maridu”. A Ghilarza,il 4 luglio 1670, vi è il testamento di “m(astr)ru Juanne Ibba. Il giorno 28 settembre 1670, sempre a Ghilarza,Juanne Colomo lascia le sue ultime volontà: “ittem lassat a sa carissima mugiere (Antonia Saba) una frissada noa,que isse testadore tenet su trigu et su binu que tenet su cungiadu et lilu (sic) lassat pro bona mugiuere que de hat connotu

ittem lassat isse testadore a su carriisimu figiu Jusepe Colomo totu sa domo, que hoe issu testadore habitat,cun condisione que,durante sa vida de sa mama de isse testadore que non apant a desposedire sa dita carima mugiere et morinde issa que siat desposedida dita mugiere ittem lassat satera domo, que est a costas(sic) de sa que habitat, a sa carima figia nomenada Sebastiana et figiu nomenadu Virgiliu Colomo,que sila dividant per iguales partes

cumandat ditu testadore que totu su que det faguer constare esser de sa cariisima mugiere que sindelu lede dita mugiere et su que det esser de isse testadore que siant de sos carimos figios subranomenados, que issos se los apant a dividire per iguales partes item cumandat que sa ebba que ditu testadore tenet que li degian de vendere pro pagare su gastu de sa morte

iterm cumandat ditu testadore que dessas duas vacas que tenet sinde lede una sa dita carissima mugiere et una sos figios”. Il giorno 13 ottobre 1670, a Ghilarza, fa testamento Juan Antiogu Pisanu: “lassat a sa carima mugiere nomenada Francisca Delogu totu suque dent haer amegioradu intrambos su cle li lassat pro Deus et pro sa anima sua et pro bona mugiere que det apidu,cun cundisione que durante sa vida naturale de sa carismmsma mugiere que nexunu li fetat impedim,entu et morinde que torret a sa herençia pius propinqua”.

In data 22 dicembre 1670 Antonia Flore di Ghilarza”cumandat dita testadora que sa charissima figia nomenada Francisca Colomo depiat de leare a su instante que n.S.re si serviat de issa, tantu cantu tenet leadu sa charima figia nomenada Maria Colomo, gasi in roba de intro, comente et de foras, segundu… notoriu et tambene sos de pius ateros figios,cando siant de hedade de poder leare, cumandat que in sos benes non depiat faguer inventariu pro sos minores et que su ditu carimu

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maridu depiat de acomodare sos de pius figios comente et bonu babu,lasandeli a ditu maridu depius pro los acomodare” Il 2 febbraio 1669 Cathelina Pistore di Ghilarza testa in questo modo: “In nomen de su altissimu Re de sa gloria Jesu Christus Salvadore nostrru e dessa gloriosa virgine santa Maria mama sua et advocada de totu sos pecadores et de totu sa corte celestiale de su Paradisu, comente totus sos nasquidos in custa valle de lagrimas siamus totalmente a sa morte corporale subgietos et de cudda nexunu iscapare potat,procussu a tota persona quedinte convenit que,mentres istat in su bonu intendimentu sou, dispongiat et ordinet sas cosas,pro su tale effetu Cathelina Pistore, de sa presente villa de Guilarca,hagatendesi in su letu sou de maladia corporale detenta,istande pero pro sa grassia de nostru sennore Deu in su bonu sentidu, sana memoria et ferma loquella sua f, aguet et ordinat su presente testamentu in sa forma siguente:

item ordinat et cumandat dita testadora que su carissimu figiu sou nominadu Istevene Mameli apat de dividiere una banca et una casia que tenet de dita testadora, incumandadas cun sos carissimos nebodes nomenados Jusepe et Sebastianu Colomo”. Il giorno 6 marzo 1669 a Ghilarza fa testamento Madalena Idda:

“ittem testat et lasat assu carissimu figiu sou nomenadu Diegu Mura una peza de letu,junta sa de pius cosas que tenet leadu su carissimu figiu nomenadu Juan Baptista Mura, querinde gasi bene et cumandande que su carissimu figiu sou nomenadu Franciscu Mura let sa parte et portione tanta canta det leare su carissimu figiu nomenadu Diegu Mura

item testat et lassat assa carissima figia nomenada Mariangiela Idda una cassia et tambene est ultima voluntade de dita testadora que dita carissima figia let sas de pius robas segundu hant leadu sos ateros figios ittem ordinat et cumandat dita testadora que totu sos depidos, arestitutione de sos cales siat obligada, siant de sos benes suos satisfattos et pagados”.

In data 3 giugno 1669 la ghilarzese Mariangiela Dehias testa in questa maniera: “ittem lassat dita testadora assa carissima sorre sua nomenada Juana Hias su sau que issa testadora tenet et silu lassat pro la haver mirada semper”. Il “die 18 de austu 1669, Cathelina Piredda dessa presente villa de Abasanta acatandesi(sic)” fa testamento. In data primo settembre 1669 a Guilarza Anna Maria de Idda così testa : “item declarat dita testadora que si depet a Serefine de Idda frade sou tres iscudos cales lis tenet grasiosamente prestadu,cumandat que desos benes de cumoniu siant restituidos”. Il 22 settembre 1669 gli eredi del prete Juan Lacono fanno istanza per fare pagare le messe dovute al loro parente :in castigliano, antiogo Mele vara eclesiastica certifica e fa fede di verità “qualmente tiene muchas vezes exortado a Santoru Pira aque huviera pagado las misas annuales del anno 1665 e 1666,viviendo el venerable Juan Lacono cura desta presente villa y despues sus herederos y haver respondido siempre que pagaria,enfe delo qual hace la presente firmada de testigos por no saber escrivir, por ser instado delos herederos del q,m Juan Lacono a 22 de 7bre anno 1669 Antoni Manca . Juan Diego Fadda cura”. In data 22 novembre fa testamento Nicolau de Palmas lasciando alcuni eredi e diseredando chi l’aveva buttato fuori di casa(betadu dae domo) come era di dominio pubblico(segundu est notoriu a tota sa villa):”Die 22 9bris 1669 .Guilarça.

Nicolau De Palmas sos restantes benes suos mobiles et imobiles apidos et pro haver de cale si quergiat modu los lasat assos carissimos figios,nomenados Antoni de Palmas et figia nomenada Cathelina de Palmas assos cales instituhie et creat heredes suos universales pro que issos de potant faguer sas liberas voluntades, totu a voluntade insoro,segundu sa cuncordia et pacto que issos tenent no invocande cosa alguna, escluinde a sos depius figios de heredes pro lu haer semper male tratadu, betadu dae domo et non lu haver mantesu in sas neçessidaes suas,segundu est notoriu a tota sa villa”.

Il 23 marzo 1677 a Ghilarza fa testamento Juan Baptista Crispazu: “ittem lasso eo testadore a sa cara mugiere mia Maria Motzo tota sa parte de su cungiadu delogu nadu bena de cu..sina et juntamente su cantu de sa terra que tengio et poseho in saltos de custa villa

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et logu nadu scuradas(?),cales cosas ly lasso pro bona mugiere que mi est istada”. Il 27 marzo 1677 fa testamento Cathelina Putzolu di Ghilarza. In data 29 marzo 1677 il ghilarzese Juany Fadda Desi testa un questo modo: “testo et lasso a su charissimu figiu meu nomenadu Pera Juanni Fadda tota sa bingia que tengio et posedo(sic) in logu naradu orracu,cun totu ss terras de pardu orracu est aisquire su de Antoni Porcu qui segundu actu, su de as canna urpina et su que fuit de Santoru Pira cale li lasso pro Deus et pro sa anima et cumando que nexunu li fetat contradiçione pro esser custa sa ultima voluntade mia,desos cales lu facto hereu meu particulare.

Item testo et lasso a sa charissima figia mia nomenada Anna Graçia Pinna totu cudda bingia que tengio et posedo in logu nadu costalesi et tambene su cungiadu de muraodine,juntamente cun sa terra de ditu logu que suntas foras et tambene totu cuddu cantu de terra de logu nadu perda de prama (?) de semenanza duas carretas de trigu,calis cosas li lasso in recumpensa de su que apo lassadu a su anteditu charissimu figiu meu et cumando que si admplat

item testo et lasso a sa charissima figia mia(sic) nomenada Martina Pinna totu sas domos que hoe tengio et habito,cun sas jurisdisiones denantis et de palas,segundu hoe die presente las possedo, cales li lasso pro bona figia mi est istada et pro parte segundu sas depius. Item cumando qui sas degueotto cabras que su cumissariu Mathias Marras me hat executadu pro sas dietas de su charissimu figiu meu Pera Juani Fadda,in recumpensa de sa causa que li fetisit pro sa posessione de Santu Juani, cumando que non si siant quircadas cuddas a ditu charissimu figiu meu,pro las lassare pro pare a ditu charissimu figiu meu supra nomenadu

item testo et lasso et cumando que nexunu de sos chraissimos figios meos depiat de novar et faguer contradicione a sa dita charissima mugiere mia in ditas cosas,gasi testadas et lassadas durante sa vida sua et que non tengiat effectu fini a que nostru sennore Deus si det servire de issa pro las faguer eo ditu testadore in presensia de dita charisima mugiere et cun cunsentimentu sou pro algunas cosas testadas que bei tocat parte.

Item cumando que totu suque eo ditu testadore apo lassadu in su presente meu testamentu que nexunu de ditos charissimos figios fetat contradicione et, si a casu… daret algunu o alguna qui discordaret, seli siat leada sa parte que apo testadu et sila dividant sos que dent esser cuntentos”. Il 3 aprile 1671 la ghilarzese Justa Pala lascia le sue ultime volontà:

“ittem testo et lasso a sa charissima figia mia nomenada Juanna Pala sa meitade eo parte et porsione que mi podet pertocare in sas domos que hoe habito,juntamente sa jurisdisione a cuddu pertocante et juntamente totus cuddus cantos de terra que tengio in logu nadu frenugui, cales apo heredadu dae su q.m babu meu,de semenanza unu istareddu de trigu, et tambene sas robas de intro cuddu det constare haer factu sa dita charissima figia

ittem lasso a su charissimu nebode meu nomenadu su venerable Perdu Murgia sa meitade de cuddu cantu de terra que tengio in saltos de custa villa et logu nadu aunas. item testo et lasso totru cuddu cantu de terra et juntamente su haquile, postos et situados in saltos de custa villa et logu nadu pala penduzu,cales lasso a sa charissima figia mia nomenada Juana Pala pro faguer sa lampare et, de pustis de sa morte sua, selas lede qui det querrer de sos charissimos figios meos(sic) et gasi ordine sucessiu in perpetuum”.

Il 7 aprile 1671 Juane Pedru Atzori così testa: “ittem testo et lasso a sa charissima figia mia nomenada Juan Angela Dezori Saba sa partida de noe iscudos,cales depiat de leare innantis de sos ateros charissimos figios meos, in recompensa et partes que li podiat pertocare sae sa q.m mama sua et cumando que nexunu y fetat contradisione in su cale la facto heredera mia particulare.

Sos de pius restantes benes meos,mobiles et imobiles, apidos et pro haver de cale si quergiat modu que mi podent pertocare o pervenire, los lasso asos charissimos figios meos nomenados Juanna Angiela Saba, Juani Maria et Jusipina Isquirra, a sos cales facto herederos meos universales aisquire est que sa parte pertocante et dependente de me la dividant ygualmente et sa parte que dependet dae sa charissima qm mugiere mia in secundis nuptiis la dividant sos tres ultimos”.

Juanne Contone fa testamento in data 8 aprile “anno domini millesimo sexcentesino septimo((sic) Guilarça”:

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“testo et lasso a sa charissima mugiere mia nomenada Madalena de Yana bator iscudos,cales depiat de leare dae sa parte a mie pertocante et silos lasso pro bona mugiere et pro Deus et pro sa anima mia et gasi bene cumando eo ditu testadore que totu su que det constare que sa charissima mugiere mia apat batidu a custa mia habitasione seli depiat de restituhire interamente,dividinde ygualmente sis hacataret alguna cosa de augmentu et cumando que si adimplat pro esser custa sa ultima voluntade mia

item testo et cumando eo ditu testadore que dae sos benes meos si depiat de dare et pagare tres liras et seigui soddos a sa perçona de Jusepe Vinchi pro esser eo testadore depidore de dita partida”. In data 19 aprile 1677, a Ghilarza, Franciscu Pala lascia le sue volontà: “ittem lasso eo testadore a sa cara mugiere mia Juanna Delitgia duos iscudos cales depiat de leare dae sa parte a mie pertocante et silys lasso pro bona mugiere que mi est istada.

ittem lasso eo testadore a su caru figiu meu nomenadu Simon Pedru Pala totu cuddu cantu de terra que tengio in saltos de custa villa et logu nadu biriquisones, de semenanza una cartu de trigu de su cale la fasso hereu meu particulare. Declarande que su cartu de terra de logu nadu murainterenes(?) que mi hat dadu Juany de Monte Medde,in satisfasione de su que eo testadore ly dessi in logu nadu fotgia de nuxi, a su tempus serresit su cungiadu de dit logu, cumando eo testadore que nesuna perçona fetat contradisione a su ditu figiu meu Simon Pedru Pala in ditu cantu de terra pro de esser de cuddu a cumplimentu pagadu de su justu valore

item declaro que sas vacas que tengio cun su reverendo abade Juan Diegu Liqueri a su tempus siu dent dividire quergio et cumando que sa parte a mie pertocante si de depiat de leare su charisssimu figiu meo Baptista Pala, sa meitade et satera meitade restet pro sa comunidade de foras su ditu Baptista”.

Il giorno 25 aprile 1677 Demetri Frongias fa testamento: “testo et lasso a sa charissima mugiere mia nomenada Cathelina Fadda bator iscudos dae sa parte a mie pertocante et silis lasso pro bona mugiere que mi est istada,desos cales la fasso heredera mia particulare et pogantu su preditu figiu meu (Juan Antoni Frongias)et hereu et minore et tenet bisongiu de tutore et curadore que lu governet et administret sos benes, pro cussu confidadu plenamente de sa fide et de su charisismu babu meu sopranomenadu (Angueleddu Vinchi sic)lu elegio pro cuddu a su cale dao et confergio (sic) tota facultade et potestade”. Il ghilarzese Julianu Isquirru testa il 7 maggio 1677: “item declaro que como tantos annos lesi per vias de sensale sa partida de vintiquinbe liras dae su reverendo rettore Franciscu Fadda, sas cales lesi amesu et pare cun (sic) Vitoriu Pinna pro benes que non siat isse insensale,cumando que cuddu siat obligadu et …”.. Il 2 maggio 1677 fa testamento Juan Baptista Pala Ibba. Anna de Campu di Domusnovas Canales in data “30 maig 1622 Soddy” fa la richiesta all’Officiale della Incontrada di Canales di poter accendere un censo tramite decreto: “Magnificu officiale dessa in Contrada de Canales Anna de Campu dessa villa de Domos noas representat a v. m(erce)d de que si acatat inistrema necessidade de alguna partida de dinaris pro subvener at algunas cosas meda ahaurjentes, sos cales sa dita de Canpu tenet quircadu per murtas vias et maneras et no apotidu catare cuddos sino es per vias de censale pro su qui suplicat a v.m.d pro esser femina inter ponner decretu et facultade que potat inpotecare cale si querjat binja o possessione dande facultade et podere a calesi querjat notariu que potat retier su d.u atu de censsale et igustu suplicat sa dita suplicante et pro no isquire iscrier firman pro parte de issa sos tt. bassu iscritos et ech & Diegu Orru firmo et fato sa presente assuplicatione de ssa dita de Canpu “.

Antiogu Pala Usona fa testamento in data “26 madi 1677 Guilarça”: “item declaro que in algunos cantos de terra,que hoe tengio et possedo,in cuddos bapo gastadu algunas cantidades pro alguno pletos, cumando que si algunu de sos meos querrerent participare incuddos que restituigant ditas partidas,pro haer gastadu dae haçienda mia,declarando tambene qui

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pro sa terra de mura ebbas,que hoe tengio et posedo, pro cuddu tenit leadu su charissimu frade meu Leonardu Pala su cungiadeddu que tenet pastinadu, quergio que tantu unu comente ateru si torret a dividire pro essere custa sa ultima voluntade mia”. Anguelu Sanna fa testamento il “Die 2 mensis juni 1677. Norguiddo”:

“ Anguelu Sanna de sa villa de Guilarça et in sa presente villa de Norguiddo residente, hacatendemi… item declaro que a su tempus bendisi a su reverendo retore Antiogu Ibba de sa villa de Guilarca su cungiadu que tenia in saltos de dit villa et in logu nadu vulgarmente arbas de craba,confessesi in ditu actu esser su preçiu de cuddu ottanta liras et in re non fuit sino sa partida de quinbanta liras et pustis pro haer revindicadu ditu congiadu su anteditu retore Ibba mi leait dita partida de ottanta liras sende que non fuit ne havia recidu sino quinbanta liras,cumando pro mi currer in sa consiensia que sos curadores meos depiant de cobrare dita partida de subrapius que mi hat leadu su anteditu reverendo rettore

item gasu bene declaro que a su anteditu reverendu rettore Ibba depo serta partida per vias de sensale, segundu constat per actu recidu peri su discretu Agustinu Anguelu Ispiga notariu publicu de sa villa de Soddi e cumando que siat satisfactu et pagadu dae sos benes meos dindesi sa parte a mie pertocante.

Testo et lasso a sa charissima mugiere mia nomenada Francisca Idda quinbe iscudos dae sa parte amie pertocante, cales depiat de leare hue det querrer et selis lasso pro bona mugiere que mi est istada et pro Deus et pro sa anima mia,desos cales la facto hered.a mia particulare”. Il 10 giugno 1677 fa testamento Maria Isquirru Zoqueddu.

In data” 22 juny 1677”, ad Abbasanta, Antiogo Brunelli escrivente affida un decreto del rev. Costantino Sanna Vicario Generale di Arborea e Santa Justa: Juan antiogo Brunelli fa donazione inter vivos alla luminaria del santissimo Sacramento del paese e per essa al rettore e procuratori tutto “aquel sercado eo tanca grande con el molino de agua “nel luogo detto mandra oddeos(confini terre di Agostino Pinna, Juan de Lacono, Juan Ciquino,tanca de su magestad, sercados de Joseph Melis y Francisci de Palmas,camino mediante y meriago de dicho lugar, de un lados al camino que se passa y va de esta villa de dicha tamca de su magestad eo camino que vulgarmente llaman Mura Nigola y de otro lado a tierras de Antonio Manca Fadda y de Juan de Figos y otro camino que sube de dcho lugar de mandra oddeos al lugar que vuulgarmente dicen enabuleos). Vi è l’obbligo di comprare “seis sirios grandes de sera blanca cada ano respective”, che non siano meno di 9 libbre di pesoe, tutti “juntos libra y medio respective cada uno” per tutte le volte al santissimo Sacramento portandoli,“sacandoles” sempre sei “ cofadres del santissimo Rosario, sempre precedendo nella festa del Corpus Cristi e nelle “ terseras domingos, viaticos”; se mancano i confratelli prenderanno le persone indicate dal rettore” y padres”, lasciando i “serios” in casa di Brunelli “donador” ed eredi; a condizione che il “serrado “ed il molino” se haian de tener quenta veiendo que van deteriorando”.

Il 27 giugno 1677 Julianu Delogu così testa : “lassa a sa charissima mugiere mia nomenada Francisca Fodde sa vaca domada que tengio pro Deus et pro sa anima mia. Item testo et lasso a sa charisima neta mia nomenada Antonia Sanna totu sa parte et porsione que mi tocat in sa posessione de quenale borene(? )et juntamente sa parte que mi tocat in su cungiadu de muros de Hichi(?) cales li lasso pro Deus et pro sa anima mia item declaro que nexunu fetat contradisione a sa charissima mugiere mia supra nomenada in totu su que det constare haer batidu dae domo de sa mama o queli apat tocatu de parte”. In data “17 julii 1677 Guilarça” testa Antonia Corria :”facto et ordino su presente testamentu in sa forma siguente lasso a sa charissima neta mia nomenada Maria Atzene tota sa domo que hoe tengio et habito pro Deus et pro sa anima mia et pro mi haer assistidu semper et tambene li lasso sa banca et cobribancu una casia et una banita cales est dae nanti decabu lasso a su charissimu figiu meu nomenadu Juan Maria Atzene tota cudda bingia que tengio et posido in logu nadu Orracu”.

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Antoni Colomo fa testamento il giorno 8 luglio 1677: “item testo facto mensione et lasso eo ditu testadore a sa charisima figia mia nomenada Francisca Colomo sa parte et porsione que mi pertocat in sa posesione de sa ena de sos bargios,cale est contigua a sa parte que apo dadu a satera charisisima figia Maria Colomo et cumando que in ditas lassas nexunu fetat contradisione pro esser custa sa ultima voluntade mia item declaro et facto mensione que atentu apo lassadu et dadu a sas charisimas figias Maria et Francisca Colomo sa posesione de sa ena desos bargios,que in recunpensa de cussa depiat de leare ateru et tantu sos charissimos figios meos nomenados Juan Angela, Jusepe et Rosa Colomo cantu.. sa parte que donni una de sas sobreditas hant apidu respective et siat infundamentale de que restent ygualados totu et cumandu que si adimplat”. Il ghilarzese Diegu Mameli in data 8 luglio 1677 lascia le sue ultime volontà: “declarat ditu testadore que in annos passados havia compradu… Juan Franciscu Pira su numaru de vinti otto berbegues, a preciu de iscudu suna,. de sas que ditu testadore de pagat bator iscudos.. degue sinde … cor… dae su ditu Pira pro pagare ditas berbegues de acabu de tres annos que las pasquisit ditu testadore silas leat, hoe si agatat ditu testadore sensa parte de su qui lo tocat et cum su carrigu de sos degue iscudos et pro qui es gasi sa veridade declarat pro qui sa justicia lu declaret testat et lassat ditu testadore que sa carama que hoe possedit cum su qui li corrispondet de su lobiu et jura denoti i.. palasa sa meitade de cudda dela… al aquisi valor el istime de su qui det resultare de dita meitade silisiiat su…bradu totu in missas pro sufragiu de sa nima sua et satera meitade de dita carama la lassat ditu testadore asa netta sua nomenada Antonia Mameli et silu lassat pro Deus et pro sa anima sua,cun condiçione que durante sa mama Maria Anguela Mameli no pottat dita Antonia disponer ne perturbare asa mama ittem ispecificat ditu testadore que sa parte de sa domo heredesit dae su q.m Antiogu Fadda pro cudda la tenet bendida a sa neta sua Antioga Mameli et prodesser su ditu testadore pagui mandora(?) noli es fattu su atu et pro no la quircare atera orta si declara”. Cathelina Putzolu in data primo agosto 1677 così testa: “item declaro que, vivinde sa quondam figia mia Violante Contone li desi a issa et benneru meu Juan Bap.a Mele sa partida de baranta liras et degue soddos, cumando que innantis atera tanta partida donni unu respective atentu que custas servisint pro cumperare sa domo que hoe possedit su ditu Mele et neta mia item testo et lasso a su charissimu figiu meu nomenadu Juan Franciscu Contone sa parte eo porsione a mie pertocante in sa domo que tenet et habitat,cale si lasso pro bene figiu et in remunerasione item lasso a su charissimu figiu meu nomenadu Sebestianu Contone cuddos duos catntos de terra que tengio unu de sos cales in su logu nadu bona cosso et sateru in perdu ispissu, de semenanza una carrita et sateru de bonu cossu de unu istareddu,cales li lasso pro remunerasione de haer pagadu sa partida de vuinti quinbe liras pro …es descarrigadu unu sensale que si depiat a sa domo de Monny de Busaque”. Nello stesso giorno Dominiga Esquirro fa testamento: “item lasso a su charissimu maridu meu su caddu que hoe tengio …pro bonu maridu que mi est istadu”.

Mariangiela Liqueri testa il 10 agosto 1677: “eo …facto mensione qie in domo de Juan Franciscu Pira Putzolu benneru meu bei apo tres banitas prenas a lana(sic), cales testo et lasso a sa charissima neta mia nomenada Elena Falcone de sos cales la facto heredera mia particulare ittem testo et lasso eo testadora a su charissimu nebode et mermessore Melcheorre Falcone totu cuddu cantu de hortu que tengio et posedo in saltos de custa villa et logu nadu santu Jorgi de su cali li factu(sic) hereu meu particulare item testo et lasso eo testadora a sa antedita neta mia una tiagia de iscacu et una in bongia laorada et de cuddos la facto heredera mia particulare ittem testo et facto mensione eo dita testadora que su de pius que tengio intro de sa domo que habito, cuddu sita de su anteditu nebode meu Melcheoru(sic) Falcone et quergio et cumando que nesunu li fetat contradisione

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item declaro et gasi matessi facto mensione que in domo de su charissimu benneru meu Juan Franciscu Pira Putzolu bei apo algunas cosas inter sas cales est una labia manna, unu ormariu de linna, unu coforu et juntamente una pedra de late, testo et quergio et cumando que totu ditas cosas siana resitituhidas e intregadas a ditu charissimu nebode et mermessore meu in recumpensa de ateras cosas que desi a su qu.m Juan Pedru Falcone ateru nebode meu a su tempus coyuait

item facto mensione eo ditu testadore que tengio una bingia in saltos de custa presente villa et logu vulgarmente nadu orracu, testo, quergio et cumando eo dita testadora que cuddu si depiat de dare a sa charissima neta mia nomenada Francisca Angela Liqueri, dinari pro dinari, eo de su istimu”. Il 6 novembre 1677 la ghilarzese Anniguedda Corria lascia le sue ultime volontà:

“ittem lasso a su charissimu maridu meu nomenadu Juan Pedru Ibba unu juo de vacas cales depiat de leare dae sa comunidade et juntamente li lasso sa mola cun su pegus et pius adereços de cudda, que nexunu li fetat contradiçione pro esser ultima voluntade mia, cales cosas li lasso pro bonu maridu que mi est istadu

est ultima voluntade mia et cumando que si adimplat que totu su que det constare esser in istrumentu publicu postu a su charissimu figiu meu nomenadu Sebestianu Ibba, a su tempus si coyait in sa çitade Calaris,que totu se li diat et de cuddu non seli fetat contradisione, pro benes que in ditu instrumentu bei faltaret algunas clausulas necessarias,pro sas cales non tenent effetu,como cun su presente capitulu confermo totu su que su cahrissimu maridu meu fetisit in dita citade a favore de su charissimu figiu meu,de su cale lu facto hereu meu particulare.

Ittem testo et lasso a su charissimu figiu meu nomenadu Juan Baquis Ibba sa domo que hoe tengio et habito,cum que impero non fetat contradisione a su charissimu maridu meu supranomenadu mentres det biver in dita domo et juntamente li lasso a ditu charissimu figiu nomenadu in su presente capitulu una bingia que dae hoe die presente de siat senore in sas cales cosas lu facto hereu meu particulare.

Item testo et gasi bene lasso a su anteditu charissimu maridu meu sas terras de su murui, de su ulumu et desa domo de sa Yana,durante sa vida sua usufrutuadore et non ateramente et,de pustis de sa morte sua, torrent a sos infrascritos figios meos,intendindesi sas que non dent constare esser in sos capitulos matrimoniales de su anteditu charissimu figiu Sebestianu Ibba, sas cales a issu semper si dent isguardare

item cumando que totus sos depidos, a restitusione de sos cales sia tenta et obligada, siant desos benes meos satisfatos et pagados”. Il 22 novembre 1677 a Ghilarza fa testamento Anguela Delogu : “eo Anguela(sic) Delogu…item testo et laso eo dita testadora a sa charissima neta Francisca Atzene sa domo que tengio et habito,que afrontat et terminat a domo de Juan Baquis Esquirru iscrivente, cale li lasso in recumpensa de mi haver governadu in totu sas infirmidades mias et pro Deus et pro sa anima mia,de sa cale de potat faguer liberas voluntades suas.Sos de pius restantes benes meos, mobiles et imobiles, los lasso a sa dita chiarissima neta mia nomenada Francisca Atzene, a sa cale facto heredera mia universale”.

Il giorno 6 dicembre 1677 a Ghilarza testa Antoni de Nurqui:” item testo et lasso eo testadore subra sa domo que tengio et posedo,que afrontat a domo de Dominiga Sanna et de Maria Pira sa partida de 25 liras moneda callaresa et sa pensione de cudda si depiat de celebrare in missas in perpetuum et servat pro sa anima mia et de sos passados meos!”.

5. Nella Tappa di Ghilarza il vol. 156 interessa gli anni 1672-76. Graçia Maxia fa testamento a Ghilarza in data 19 giugno 1673:

“sos de pius benes meos mobiles et imobiles, apidos et pro haver,de cale si quergoat modu,los lasso a sas charissimas sorres mias nomenadas Maria Framcisca, Luguia, Antonia et Franciscu Maxia”. Franciscu Oppo, a Ghilarza, lascia le sue ultime volontà il 12 gennaio 1674: “item lasso a sa charisima mugiere mia nomenada Mariangiela Delugue bator iscudos,cales depiat de leare dae sa parte et porsione a mie pertocante et silos lasso pro Deus et pro sa anima mia et pro bona mugiere que semper mi est istada.

Item declaro et lasso que sa meitade de sa bingia de logu nadu nurague mortos, segundu hoe la

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possedo et segundu sos limites de cudda,cumando que nexunu li fetat contradisione a dita charissima mugiere,pro esser custa sa ultima voluntade mia et li tocaret a dita charissima mugiere de parte sua item est voluntade mia que sa atera meitade desa bingia de ditu logu, cudda siat de su charissimu frade meu nomenadu Luca Oppo Pipia pro esser su subraditu carissimu frade et in recompensa de su gastu et habitu li lasso dita meitade de bingia et custu cun consentimentru de dita charissima mugiere tantu halaer facta comente in sa presente lassa.

Item lasso asu charissimu nebode meu nomenadu Macariu Oppo una traila cun dunu annodinu,cale du depit de leare dae sa cominidade(sic) pro esser que non hat servidu medas annos et lu lasso cun consentimentu de sa dita charissima mugiere mia. Item testo et lasso gasu bene, cun consentimentu de dita charissima mugiere mia, tota cudda orruina,juntamente cun sa parte que a dita orruina tocat a cantu andat de parte de palas et de parte de nanti a Juanni Pistore teracu meu, cun condisione que assistat a dita charissima mugiere mia supranomenada et si tantu sindeandaret a dispustu de dita charissima mugiere et quergio que sili siat leada dita lassa et custu reservo a voluntade de sa charissima mugiere mia supranomenada,

item cumando que totu sos depidos a restitusione de cales sia tentu et obligadu siant de sos benes meos satisfactos et pagados”. Il 13 gennaio 1574 a Ghilarza Francisco Oppo fa testamento: “ A 13 januari (freargiu de pennato )de 1674 Guilarça.

Comente a quie est licitu testare et pro su matesi et depustis de su testamentu sou codiciliare pro tantu eo Franciscu Pppo de custa presente villa de Guilarça, istande de maladia corporale detentu, istande pero pro sa graçia de nrs S.re Deu in su sanu et bonu intendimentu,sana memoria et firma loquella atendinde et isquinde que in podere de Franciscu Sanna nott. pub.u de custa presente villa de Guilarça appo factu su ultimu meu testamentu heris que contaimis doigui de su presente mese et currente annu 1674,in su cale, pro sos varios sucessos pro esser sa voluntade ambulatoria fini a su extremu de sa vida et mi apat bennidu a sa memoria faguer mensione de ateras cosas,pro cussu facto(sic) et ordino su presente meu codiçiliu in sa forma siguente

Et primeramentre, pro cantu in ditu ultimu meu testementu non declaresi algunas cosas que si dehian declarare como in su presente codiçiliu,declaro que incantust a sa carama que hoe tengio et possedo et juntament su pendente cun sa jurisdione a cudda pertocante intradas et besidas,est sa charissima mugiere mia nomenada Mariangiela Delugues,in recompensa de su que tengesit dae sa qm mama sua et gasi cumando que nexunu li fetat contradisione

et incantu esta a satera domo manna,que hoe tengio et possedo,declaro que la tengio dae sa q.m mama mia et la lasso a dita charisima mugiere mia, durante su habitu viduale et de pustis torret a sa herencia mia segundu in ditu meu testamentu appo nadu

item cumando que sos bator iscudo, que in ditu meu testamentu apo lassadu a dita charissima mugiere mia,cuddos los depian de leare hut(?) issa det querrer,sensa que nexunu li fetat contradisione,declarande que sos amejoros siant divididos item cumando que su trigu, que hoe tengio de cudda, non siddeli fetat contraddisione diguna pro esser custa sa ultima voluntade”.

Juany Liqueri fa testamento il 12 gennaio 1674: “Die 12 mensis januari anno domini 1674 Guilarça . item lasso a su charissimu figiu meu nomenadu Andria Masala totu cuddu cungiadu que tengio et posedo in saltos de sa presente vila et logu nadu sa ena de sos bargios,cale est a costadu de sa bingia que fuit de su qm venerable Juani de Lacono que hoe posidint/(sic) sos hereos suos et silu lasso pro medas servisios que mi at factu item lasso a sa charissima neta mia nomenada Mariangiela Masala una banita desas que hoe tengio et sila lasso pro Deus et pro sa anima mia”. Juan Pedro Demonte in data 2 febbraio 1674 lascia le sue ultime volontà: “Die 2 mensis februari anno domini 1674 Guuilarça . item testa et lasso a sa charissiima mugiere mia Esperança Contone tres iscudos,cales depiat de leare dae sa parte a mie pertocante et silis lasso pèro Deus et pro sa anima mia et pro bona mutgiere

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(sic) que mi est istada. Item testo et lasso a su charissimu fiu meu nomenadu Juanne Contone su caddu que hoe tengio et juntamente sa domo que si solet faguer su fogu sensa juridisione, cale li lasso pro Deus et pro sa anima mia, pero cun condisione que non depiat de disposedire dae dita domo ditu charissimu figiu a sa charissima mugiere mia supranomenada,mentras det durare in su habitu viduale. Item testa et lasso a sa charìssima figia mia nomenada Maria Francisca de Monte totu cudda parte de bagantinu que appo comporadu dae connada mia Luguia Marras cale li lasso pro bona figia que mi est istada”. La vedova Serefina Pinna et Madau testa il giorno 17 febbraio 1674: “Die 17 mensis februarui 1674 Guilarça Eo donna Serefina ((sic) Pinna et Madau,viuda relicta de su quondam nob . Don Franciscu Madau, lasso a su charisimu figiu meu nomenadu Antiogu Effis Madau tota sa argiola,que det benner su presente annu et juntamente sos juos domados declarande que de dittu trigu si det faguer de dita argiola sinde apat de dare tres carros a poberos pro sa anima mia et quergio que in cussu non seli fetat nexunu impedimentu a ditu charissimu figiu pro esser custa sa ultima voluntade mia lasso a ditu charissimu figiu don Antiogu Madau, don Salvadore et don Antoni Madau totu su cungiadu de santu Luca,cale eo dita testadora apo comporadu et silu dividant per yguales partes cale lis lasso pro Deus et pro sa anima mia et pro bonos figios que semper mi sunt istados et quergio que no selis fetat contradisione pro esses custa sa ultima voluntade mia. Item naro que de su linu si det faguer su presente anno,de cuddu dehiat dadu bator deguinas de sa charissima figia mia donna Antioga Madau pèro que si fetat quinbe cannas de pannigueddos, declarande que sos ateros quinbe silos appo factas eo dita testadora. Item declaro que sas charissimas figias nomenadas donna Mariangiela et donna Antioga Madao cuddas hant leadu sa parte et porsione,tantu paterna comente et materna,de su cale los facto herederos universales item cumando que incantu est a sas robas de intro,dent tocare a sos charissimos figios meos nomenados don Salvadore et don Antoni Madau,cuddos siant postos in duna notta et firmada de tt.s, sa cale dent intregare a sa charissima figia mia nomenada donna Antioga Madau et sas robas las dent depositare intro de sas casias dent tocare a ditos charissimos figios, finza pertantu que siant delas poder governare et cumando que si adimplat. Item cumando que siguidu siat su obitu meu si depiat de dare a Gavina de Yana una banita,sa cale siat de sas bonas et cussu quergio que si adimplat item cumando et est voluntade mia que nexunu desos charissimos figios meos depiat de faguer contradisione a su presente meu testamentu et si tantu algunu o alguna tale intentaret cumando que a su instante siat deseheredadu et que non seli siat dadu nexuna cosa, atentu isco et curret in sa consiensia mia su que appo dispostu et ordinadu. Die 18 februari 1674 Guilarça Si est legidu su presente testamentu segundu su tenore de cuddu in presensia de sos infrascriptos testimongios(sic) cales firmant”. Alene de Palmas,in data 20 fabbraio 1674 fa testamento a Ghilarza(. facto su presente meu testamentu). Serefine Colomo il giorno 25 febbraio 1674, ad Abbasanta,lascia le sue ultime volontà: “Die 25 mensis februari anno domini 1674 Abbasanta . Serefine Colomo,naturale de custa presente villa… loquella mia facto(sic chiaro) et ordino su presente meu testamentu item cumando que in benes meos non si fetat inventariu item cumando que su laore que tengio et det benner non siat postu in dita listra atentu servit pro sustentare sas ditas charissimas figias mias. Item est voluntade mia que sos benes dent tocare a ditos charissimos figios mios cuddos depiat de governare dita charissima mugiere mia fini a que ditas charissimas figias siant de legiima hedade et si tantu dita charissima mugiere no la governaret segundu convenit,que selis siat leada et intrigada a ditu charisissimu frade meu Antiogo Colomo pro la governare”. Il ghilarzese Beneitu Melone fa testamento il 28 febbario 1674.:.. mia facto (sic chiaro) su presente

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testamentu”. In data “8 martii 1674 Guilarça “ Antonia Sanna testa (facto su presente testamentu). Juan Pedru Milia fa testamento il giorno 17 aprile 1764: “item lasso a sa charissima mugiere mia sa mola ordingiada,segundu la tengio et sila la lasso pro Deus-… item lasso a sa charissima neta mia nomenada Ursula Milia ses ordines de vide,dae artu a bassa de sa parte que afrontat a Juanne de Nurqui que est posta in logu nadu Orracu et sila lasso pro Deu”.v Il 22 aprile 1674 ad Abbasanta Antoni Piras così testa: “…item testo et lasso a sa charissima mugiere mia totu su laore que fini a su presente si est betadu cale li lasso pro Deus.. Il 27 maggio 1674 a Ghilarza Juan baptista Noriu lascia le sue ultime volontà. Il giorno 31 maggio ad Abbasanta testa Migueli de Tola.. Il giorno 7 novembre 1674 a Ghilarza Angela Delogu fa testamento: “item testo et lasso a su charissimu maridu meu nomenadu Juani Pinna su lettu que tengio in sa villa de Tadasune, et juntamente su boe et ametgioru que amus factu in su pastinu, cun condiçiones impero que depiat de restituire a sa herençia mia sos benes que in dita villa de Tadasune tenet meos et,si tantu no los querreret restituire, quergio et cumando que dita lassa siat de nexuna força et nen valore et cumando que sili siant quircadas ses liras que li intreguesi a su tempus contrahimus matrimoniu et cumando que si adimplat de su modu nadu pro esser custa sa ultima voluntade mia”. Il 28 marzo 1674, a Ghilarza, Antonia Piredda così fa rogare il suo testamento: “item declaro que cunsu su anteditu maridu et marmessore meu amus factu una bingia in logu nadu Osqueyde,sa cale de tocat sa meitade a donnia parte, cumando que sa meitade a mie pertocante et juntamente quinbanta liras que mi pertocat in sas domos que habito non sili siant quircadas a su charissimu maridu meu bivinde, pero depustis de sa morte sua si depiat de istimare dita meitade de bingias et sa valua det proceder de cudda meitade a mie pertocante et juntamente cuddas ditas quinbanta liras que mi pertocant in sas domos que hoe habito siant carrigadas in logu tutu et seguru et sa pensione det proceder de cuddas simi celebret in missas in perpetuum que servant pro sa anima mia, de su anteditu charissimu maridu meu et desos antipassados meos item testo et lasso a su charissimu figistru(sic) meu nomenandu Diegu Carta totu cuddu cantu de terra aratoria que tengio in logu nadu auriu(?) et tambene cuddu cantu de terra que tengio in logu nadu nuraque mortos, sos cales depiat de usufructuare bivinde,cun condiçione que donni semana (o semena)fetat faguer sa lampara segundu eo la faguia et, pustis de sa morte sua,los tesset cun su matesi vinculu a a quie det querrer isse et est voluntade mia que non sendde(sic) gustu sou non las renunciet a nexuna persona nen li fetant contradiçione”.

Il ghilarzese Blasi de Palmas in data 26 agosto 1674 così fa testamento: “item declaro que sa quondam Lucencia Arcesi figia de me testadore,cudda lesit de sos benes meos,mentras viviat, sa cantidade de degue iscudos,de sos cales sinde comporesit sa domo que teniat,cumando que sos depius figios meos,donni unu respective,depiat de leare dae sa hacienda mia simingiante cantidade innantis et depustis torrent a leare igualmente segundu lis det tocare”. Angelica Falconi, a Ghilarza, in data 31 dicembre 1675 fa “ curadore de sa anima et de su presente testamentu executore a su charissimu maridu meu Juan Franciscu Pira Putzolu item declaro que su anteditu charissimu maridu meu depiat de acomodare a su charissimu figiu meu nomenadu Melchiorre Falconi pro esser que a su quondam Juan Pedru Falconi si li desit parte avantagiada de haçienda”.

Sempre a Ghilarza,Dominiga Mameli, il giorno 3 luglio 1675, lascia le sue ultime volontà: “ ittem cumando que in cantu est a sa domo que haia lassadu in su presente testamentu a su charissimu figiu meu nomenadu Diormitu Fodde, cudda lassa siat de nexuna força et valore si non que dita domo et juntamente sa que haia testadu a sos charissimos figios meos nomenados Juan Muchariu (sic)et Cathelina Mameli silas depiant de dividire totas tres pesses custa sa ultima voluntade mia”. In data 23 marzo 1676 all’Officiale della Incontrda perviene la richiesta di Anna Maria Arceri che vuole ottenere la licenza di vendere alcuni terreni:

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“Magnificu Officiale Antony Corda Anna Maria Arceri mugiere de Jantiogu Sanna representat a V.M de que tenet ministeriu de sa partida de vinty escudos valentes quinbanta liras pro sa que dita Arceri que bendere per via de attu de gracia unu cantu de terra que tenet in Cumidalepore cundunu ateru yn Mura ebas jura reale de sa presente villa et comente siat que sa dita Arcery es femina et non podet bendere segundu es dispostu yn sa reale pramatiga sensa que siat decretadu per V.M et gusta suplicat sa dita Arcery a V.M pro esser de justicia sa gale(sic) dimanda faet sa dita Arcery cun consentimentu de su maridu sou Antiogu Sanna et pro que su ditu Sanna isquet yscriere firmat sa presente dimanda et pro sa dita Arceri de tt yn basa et gustu si suplicat a V.mt pro esser de justicia e deque honimereorimodo(sic) & Antiogu Sanna ferma sa present. Ignassi Liquery firma sa present apittisone(sic) de sa dita Arzeri. Antoni de Villa so tt.. Il decreto in favore è in lingua catalana: ”Jhs ob. Die 23 de març 1676 Guilarça. Vist lo que Anna Maria Artzery representa en la present petiçio puix es just seli concedex la llisencia que suplica que puga empoder de qualsevol nott. fermar y jurar los actes que per lo tal effecte seran necessari tot en conformitad dela Real Pragmatica . Antoni Carta Official”. Cosimo Corria a Ghilarza nel 1676 fa un testamento di questo tenore:” Die 1 juny 1676 Guilarça a mastru Cosomo Corria… item cumando et lasso a sa chiarissima figia mia nomenada Cathelina Corria que depiat de leare tantu cantu hant leadu sas ateras charissimas figias mias a su tempus coyuit et tambene li lasso una fressa de Oliena que tengio pro esser que sa caxia et banca non sunt equivalentes a sas que hant leadu sas ateras figias mias. Item lasso a sa charissima figia mia Cathelina totu sa carama cun sa parte et jurisdicione e parte de palas et denanti et sila lasso pro Deus et pro sa anima et pro bona figia que mi est istada et in recompensa de tantos servissios item lasso a sos charissimos figios meos nomenados Juan Franciscu et Pedru Corria sa domo eo butega que igualmente silu dividant … du comente si est. Ittem a Marianna et Antioga sa domo de su forru et las facto herederas particulares et lasso a sos charissimos figios meos nomenados Marianna, Juan Franciscu. Antiogu et Perdu Corria totu custa sala cun sa jurisdisone que cudda tenet. Item lasso a Cathelina figia mia una de sas bacas de sas bangiadas cun su vitellu item a Pedru que depiat de leare sa tentorgia niedda et que nemos(sic) li fetat contradisione Item lasso a sa antedita Cathelina unu petzu de pannigueddos que isa matesi si at factu et juntamente sa argiola que hat betadu Juan Franciscu que nexunu li fetat contradisione item lasso a Pedru su trigu que si hat betadu. Item su linu que let duas partes Cathelina et una Pedru”.

Il giorno 5 giugno 1675, a Ghilarza,mastro Salvador Demontis e altri 18”fusters, sastres, ferrers .y fabricers” della Incontrada di Parte Ocier Reale fanno procura a Sebastia de Murtas escrivent di Paulilatino per intentare causa contro gli artigiani ( mestres )di Cagliari per le vessazioni di pagare i diritti delle cappelle., Antoni Ciulu riceve dal venerabile Joseph Osilo di Aidomaggiore 19 vacche e 9 cavalle“ deu nou pegus de vaca(tretze de mardiedu roba corrent y sis sinadorgios eo videls) y nou jumentas”.Alla fine del contratto si detrae la mancanza dal capitale iniziale(mancament de montimajor) le poi si divide a metà. Maria Pinna testa in questo modo:”28 7bris 1676 Aydumajor, eo Maria Pinna facto et ordino su presente meu testamentu ittem testo et cumando que in sa tanca delogu nadu Mura Ulumu nexunu fetat contradisione a su anteditu charissimu maridu meu, cale li lasso in recumpensa de tantos traballos et de tantos pletos que hat apidu et mantesu pro sa haçienda mia et juntamente li lasso in recumpensa de ditas cosas terra de duos sacos de trigu de semenanza, aisquire est unu saccu per donni bidazone,in que impero de ditas cosas non de apat a faguer exida nexuna sino que siat sinnora usufrutuadora durante sa vida sua et de pustis que nostru s.re Deu si det servire de issa siant ditas cosas de sos infrascriptos

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charissimos figios meos”. In data 25 gennaio 1676 Demetrio de Sias “cura y proc. e missas” del presente anno scrive a Juan

Corda vara eclesiastica di Guilarza :per ordine del pro vicario generale con carta missiva in Oristano “22 henero 1676 “sopra il legato del defunto Juan Milia, affinchè si stimassero le case .,metà della vigna ed altro;siccome non c’è stato nessuno acquirente,che li prendesse a quel prezzo, si ordina di subastare(“correr y subastar” )nei luoghi pubblici per 30 giorni, mettendo per le case il primo prezzo di lire 100, la vigna a Usquey a lire 20; e se vi fossero “opposantes”, firmino di proprio pugno, se analfabeti facciano firmare da due testimoni. L’incanto è il seguente: “A 17 de frearju 1676 Antonio Josepe Palmas ponet in dita in sa subra dita binja de Usquey baranta duas libras et degue soddos et lu firmat de manu sua.

A 17 de frearjua 1676 Guilarça.Mastru Diegu Capay ponet dita in sas domos de su q.m Juani Milia quentu liras et unu soddu naro 110.1 Juan Fraciscui Liquery so test, Antoni Jusepe Palmas.

A 25 de frearju annu 1676 Guilarsa(sic) ponet dictya(sic) Bilianu Capay sobre sas dictas domos et meitade de bingia(sic) de su quondam Juan Milia frade de su subra dictu Bilinianu(sic) Capay ponet in quentu vinti batoro liras etr sete soddos narat sy 10024&7(sic) pro non isquire escrier su dictu Capay lu faet faguer de manos de atere

Juan Antorny Capay firmo ut supra Juan Franciscu Sotgiu so tt. A 25 de frearju Antoni Jusepe de Parmas ponet dita yn sa binja sola baranta noe lliras et firmat su dictu de Parmas a 25 de ditu messe /(sic) de 1676”.

La casa viene aggiudicata a mastru Diego Capay per lire 104 e la metà della vigna è aggiudicata a Julian Capay per lire 25 . Nel 1676 vi è una nota di beni per tutelare la minore Elena Falcone: “A 31 de octobre de su presente annu 1676 Guilarça.

Instandemi et requirindemi Juan Franciscu Pira Putzolu, de custa presente villa de Guilarça,eo Melchiorre Falcone yasibene de dita villa et presente sa nobile donna Maria Madau pro parte de sa figia Elene Falcone aque depin de continuare et …utuare sas cosas siguentes pro su tempus veniente, sende a dites coses presentes totu sos baxu iscriptos homines et sunt de su modu siguente

et primeramente totu sas domos que hoe su ditu Pira Putzolu habitat que afrontant de parte denanty a Matheu Deligia et a su q.m Mauru De Liqueri oncle,de atera parte a su muru de Jusepe de Villa e Juan Pedru Atzene,de unu costadu a domos de su q.m Juan Demas Sotgiu et costadu ateru a domos de ditu Atzene,in sas cales domos beiat unu sensale de quentu quinbanta liras,desas cales domos de tocat sa meitade a ditu Falcone

itto(sic) totu cuddu cungiadu que tenet et possedit in saltos de custa villa et logu nadu sa iscra cun totu sas afrontassiones de cuddu,pro benes que de ditu cungiatu non siat vasiadu cosa alguna fini a que si dent alustrare (sic)contos, pro sos amegioros que fetisit in sas cosas de ditu quondam venerable Mauru De Liqueri de tocat sa meitade a sos minores .

Itto totu cuddu cungiadu que tenet comporadu dae Franciscu Cogue situadu in saltos de custa presente villa et logu nadu Busumene cun sas afrontasiones de cuddu itto totu cuddu cungiadu isfactu que fuit de su q.m Juan Pedru Falcone cale resquetait(sic) dae Franciscu Sanna mercante et juntamente totu sas terras que sunt contiguas a ditu cungiadu, situadas in saltos de custa villa et logu nadu su cuguzu,cun totu sos deretos a ditos cungiadu et terras pertocantes que tocat a ditos minores sa meitade

itte totu cuddu cantu de terra que tenet comporadu dae frades Cabones,situadu in saltos de custa presente villa et logu nadu conqueddas,cun totu sas afrontasiones de cuddu de semenanza quinbe cartos incirca itte totu cuddu cantu de terra que tenet comporadu dae su q.m Juanneddu Mura Ebbas de semenanza sete cartos de trigu

itte totu cuddu cantu de terra que tenet comporadu dae su q.m Basile Piredda situadu in saltos de custa p.nte v.a et logu nadu Birigueddoy,de semenanza duas corbulas de trigu

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itte totu cuddu cantu de terra situadu in saltos de custa presente villa et logu nadu Pisquinaillò cale tenet comporadu dae sorres Proquiddas(sic) de semenanza pagu pius o mancu unu cartu itte ateru cantu de terra situadu in saltos de custa presente villa et logu nadu biriquisones que fuit de frades de Liqueri,campu de semenanza unu moiu cun totu sas afrontasiones

itte cuddu cantu de terra comporadu dae su q.m Fran.cu Liqueri Muras(?) situadu in saltos de custa presente villa et logu nadu Proquile qu…cu,de semenanza unu cartu de trigu itte ateru cantu de terra comporadu dae Fran,cu Faedda, situadu in saltos de custa p.nte v.a et logu nadu sa frissa, de semenanza tres cartuzos de trigu cun sas afrontassiones de cuddu

itte totu cuddu cantu de terra situadu in saltos de custa pnte v.a et logu nadu Santu Serefine de semenanza quinbe cartos de trigu cun sas afrontassiones de cuddu itte ateru cantu de terra de semenanza duos moios in circa situadu in saltos de custa presente villa et logu nadu Surbasos(?),cale tenet rescatadu dae sos hereos de su q.m Mauru De Liqueri cun sas afrontasiones de cuddu

itte ateru cantu de terra comporadu de su q.m Angelu Marquesi,situadu in saltos d custa v.a et logu nadu Santu Serefine cale est a subra su caminu itte ateru cantu de terra situadu in saltos de custa presente villa et logu nadu sa Contru Ruiu comporadu de Perdu Liqueri Campu(sic),de semennza unu cartu incirca.

Itte ateru cantu de terra de semenanza una carrita de trigu stuadu in saltos de custa presente villa et logu nadu Perda de pranu,comporadu dae su q.m Corria Zoqueddu cun sas afrontassiones de cuddu itte ateru cantu de terra in logu nadu Orgosi comporadu dae frades de Querqui,de semenanza mesu carreta de trigu cun sas afrontassiones de cuddu

itt ateru cantu de terra situadu in saltos de custa presente villa in logu nadu Usadei(?),de semenanza un est.,cale comporait dae frades de Querqui itte ateru cantu de terra situadu in saltos de custa presente villa et logu nadu Perdu Ispisu, de semenanza un est., comporadu dae Pedru Liqueri Campu, cun sas afrontasiones a dita terra pertinentes

Declarande que in ditas terras subra mençionadas sunt incluidas cuddas que dittu Pira Putrzolu haiat sennaladu a su q.m figiu sou Juan Pedru Falcone a su tempus coyait cun sa nob. Donna Maria Madao itte sa bingia de logu nadu su monte, comporada dae Matheu Manca de sa villa de Abbasanta

itte atera bingia situada in saltos de sa villa de Norguiddo et logu nadu Campu Aquedu,in sa cale baiat unu sensale de proprietat(sic) quentu liras, que si corrispondet a sos venerables curas de custa presente villa. Itte totu cudda bingia situada in saltos de sa v.a de Boreneddu(sic) et logu nadu Perdedu eo queya, cale bingia sennalat pro sa missa perpetua que se det carrigare, segundu su legadu factu que sa q.m Angelica Falcone mugiere fuit de su subra ditu Pira Putzolu,segundu largamente si det narrer in su carrigamentu de cuddu

itt totu cuddu cantu de terra situadu in saltos de custa v.a et logu nadu Orgona,de semenanza una carrita de trigu,pagu pius manco,cun sas afrontassiones pertocantes itte quentu bervegues de mardigadu,leados a Franciscu Pinna pastore de ditu Putzolu cun reservaçione sindeli det tocare su tempus dent faguer contos

itte su cumone de sas vaccas segundu su instrumentu que reposat in podere meu nottariu infrascritu itte tres juos de boes domados itte noe pegos de ebba itte una ebba domada cu su pudderigu

itte unu caddu domadu itte sas cabras que portat Juanne Capita itte unu papilone de tela saonesa nou oberadu et juntamente si inquiria(sic) de letu de sa matesi tela gasi bene oberadu itte duos lentolos de tela sarda bona,unu de sos cales nou et sateru pagu usadu itte una inbongia de canfaru noa frunida cun arranda fine itte atera inbongia de tela bona laorada

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itte una tiagia sortida de iscacu noa cun quimulos itte atera tiagia de arramu pagu usada itte unu pannu de manos cun quimulas nou itte unu pannigueddu totu de iscacu intes sos cales beindada bindigui a petzu et ses soltos usados itte uos cabidales de trapadillu nos prenos a lana(sic)

itte una fressada de Oliena usada itte unu coberibangu de Oliena usadu itte una faldeta pagu usada frunida,cale servit pro Melcheorre sensa que participent sos ateros itte una corbeta de arraxa fine aforrada de tefatanu itte una cardada janivesa ruia itte una fressada de Oliena usada sas cales cosas de intro restan pro parte de Melcheorre Falcone, fini a que su ditu Juan Franciscu Pira Putzolu potat ygualare cun su que lessit su q.m Juan Pedru Falcone ateros de sos figios itte unu letu de campu in sa prima carama(sic) cun tres banitas noas prenas de lana(sic) itte unu forceri de nugue pagu usadu itte unu coforu usadu itte una banca noa itte ses cuardos(sic) de su apostoladu itte otto quadros minores sobredorados itte ateru letu de campu cun sas taulas itte duas banitas usadas prenas de lana itte una forceri casia eo coforu itte unu bufete cu sois cadasos nou itte tres bancos usados itte unu letu de campu sensa banitas itte bator corbas duas mannas et duas minores que leant bator carrigas respective itte sete cadiras usadas itte doigui platos de ystangiu aisquire est ses minores bator mannos de posta et duos sutacupas totus nos(no9) ite duas tassas de plata itte quinbe corcagios de plata tres nos et duos usados itte quinbe fruquetes gasi bene de plata itte vinti duos cristallos fines itte una campanedda de ‘plata totu sas cales cosas escriptas et expressadas in su presente restant et reposant in podere de Juan Fran.cu Pira Putzolu escrivente et residente in custa presente villa de Guilarca, cales las tenet in podere sou per vias de incumandadas et de cuddas non det faguer exitu nexunu fini a tantu que siant ajustados et divididos cun su anteditu figiu sou,subta obligasione de pagarelu de sos proprios benes obligandende p.adimplire ditas cosas sa persona et benes, segundu que pro su tempus et logu sinde continuat su presente actu cun juramentu largo modo, cale andat firmadu dae me notariu infr(ascr)itu pro no lu haver querfidu firmare su ditu Pira Putzolu. Franciscu Sanna pub.not. Testimonços a ditas cosas presentes fuint Juany de Idda,mastru Girone Sanna et Juany Pala Mura totus de custa presente villa de Guilarça”. Per avere un termine di paragone vediamo un inventario dei beni di Juan Dimas Sotgiu di Guilarza del 23 luglio 1676. Tra l’altro 15 sedie,cadiras, cioè 8 di Silanus usate e 7 di Samugheo usate lire 2.5; tavolo con cassetti,“mesa ab cadas” usata,lire 2.5; “migia mes usada” lire 12; mes petita soldi 55;” banch a espalera lire 2;

caxa usata lire 2.10; 2 letti da campo usati con 4 matalafos in ognuno, “una manta” in ogni letto,usati lire 32.10;

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1 forçer usato tre scudi(dentro 10 tracaboques a petziu stimati da Maria Angela Corria e Maria Atzene lire 2.10, 22 ; tracaboques usati lire 1.13; 3 tovaglie de iscach lire 3.15;

1 paballon de tal sarda llaurat lire 7.10; altre paballo de tela sarda lire 7.10; 3 parells de lencols;

un parell de tela saunesa e gli altri di tela sarda usati a mezzo scudo l’uno lire 7.10; paballo de tela sarda plana usata lire 5;

embojas de tela fina randada usata lire… altri due di tela sarda obrada lire 1;

un tracaboque de rosadihu soldi 3; caxa migiana usada 5 lire(dentro 2 cusines de tela plana) soldi 10;

2 mantas usate lire 7;

una catifa vecchia soldi 15, altra catifa lire 1.5 usata,; cobrimesa usato lire 1.5; 4 quadres di effigie, piccoli,soldi 8;

un espill daorat lire 1; un parel de candelobres de lauto soldi 10; parel de trebides soldi 5;

mola de masinar lire 6; un imbut de loto soldi 5; 2 mesuras de bortigu soldi 5;

bota petita noa soldi 15; 2 parell de mesinas lire 1;

tres botas una grande e due mignons usate lire 12.10; caldera grande lire 10; calderas 2 piccole lire 7.10;

2 cadiras baxas, una de taula y altre de restiga soldi 5; 3 talladors de carn,soldi 6 ; 3 jualis e adressos soldi 15;

un cavall de coure soldi 15; asadors y palita de ferru soldi 10;

un parell de cardigas lire 1.5; 4 sartainas usate lire 2.10; morter de brongie lire 2.10;

2 pesos de ferru lire 2.10; 12 escudillas soldi 12.

-6 .In data 7 febbraio 1684 troviamo una pace in sardo a Bono, nel Goceano(Archivio di Stato di Cagliari, Atti legati, Cagliari, vol. 1397, cc 353-355): “Dia sete de friargiu 1684 Bono In nomen Domini amen Siat a totus manifestu comente sas personas de Lenardu Todde, Baquis Pedde, Pedru Pau Sirigu, Dominigu Sanna, Antoni Virde, Antni Pedde, Juan Maria Pedde, Juane Deometriu Sanna, Nigola Deare, Stevanu Sanna,Juane Lei, Juan Franciscu Ruyu, Nigola Pudda de una parte et de attera Pedru Detori Biancu..nu, Carlos Cosseddu Biancu, Juane Antoni Arras, Barusone Arras, Juane Maria Rasu, Diomitriu Deare, Ambrosiu Sotgiu Arras,Quirigu Detori, Juane Estevene Manca, Dominigu Quenza,, Francisco Are, Juane Pedru Carta, Françiscu Carta, Francisco Sali, bainju Sali, Antoni Carta Deare,Pedru Salis, Juanne Dore,Nigola Virde, Sebestianu Cosseddu, Pasquale Otgianu, totus de sa contrada de Gocianuet Juan Angel Dore de sa villa de Ossilo supresente agatados in sa de Botidda, desos testimongios infrascritos bene conosquidos, attesu et consideradu qui in sos 3 de su mese de gienargiu(sic) passadu de su presente et corrente annu,

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insiguinde su ordine de sa Ex.a et real Aud.a sas persones sus d(ita)s de Leonardu Lodde et Bachis(sic) Sedda cabos de unas de sas dictas partialidades et Pewdru Detori Biancu et Carlos Cosseddu Biancu cabos de satera fettissin mesin ? In sa citade de Calaris tantu in nomen propriu comente dogni unu in sa partialidade sua pro parte de sos subra mensionados actu de pagues respetu de sas discordias, pendentias et controversias qui una et atera parte vertiat, in sas cales bi appisit algunas mortes et delitos de furtu et in particulare in persona de Mathia Arras et Domianu Cavulla? Dominigu et Juan Franciscu Are, cun Silveri Careddu dser su ditu Condadu, et arquibusadas dies pasadas asu ditu Pedru Detori Biancu, cun sus patus, pactionis et vinculos et stipulationes contenidos et expressadus in su d(it)u actu recidu pro su no(tariu) Pedru Carbone dessa dita ciutade de Calaris dictu die,mese at annu et pro qui in sa stipulassione desu precalendadu actu de sas refferidas pagues solamente bisun intervenidos sos cabos de ambas quadrillas. Desas referidas partialidades et pro tener pius fortificatione et valididade respectu de sas dictas pagues pro restare cun su pagu(sic) et unione, quietude et bonu zelu qui si depit conforme de Cristianos, sos sobredictos de bonu gradu et certa scientia volent et expressamente queren et concentin qui su preditu et calendadu atu stimado pro sos dictos cabos, siat confirmaduet ratificadu segundu cun thenore de su presente lu ratifican et confirman desde sa prima linea fina sa urtima, cun totus pactos, vinculos, conditiones, stipulationes, clausulas, cauthellas, renunciassiones, penas, obligationes et depius, contenidos et ispessados in cuddu, gasi in tali modu qui in onni tempus tengiat sa forza et valore qui semblantes actos et instrumentos han tentu et gosadu et pro majore validitate de su presente actu lu juran sos sobreditos in sas animas insoro a n(ostr)u sennore Deu et a sos santos bator Evangelios de sas manos insoro corporalmente tocados subra sa (sic) signale de sa santa + segundu qui gasi iterum lu firmant et jurant in presentia et assistentia de su nob Don Pedru Manuel De Cervellon et Dexart Governadore de su d(it)u Contadu insegunde(sic) su ordini q(ui) tenet de sa d(it)a Ex.a pro ratificare su presente actu, segundu lu at querfiu peoner in exequtione. De quibus . Et sos sobreditos sos qui iscrien scrien lu firman de manu insoro et poro sos de pius su notariu infrascritu de quibus

Carlos Cosseddu Bianco Pedro Detory Bianco Ephisius Mochy tts sun Diomitriu Satta y Francisco Gaya Carta de sa villa de Bottidda”.

Nello stesso volume (carta 360-362v e 380 ), nel 1684, vi è una permuta di case a Bottidda: “Die 6 de maio 1684 Bono In Dei nomine amen. Sit omnibus notum comente Franciscu Jusepe Murtas de sa villa de Bottidda, su quale tantu in nomen propriu comente ancora pro parte de su frade Fenanciu de Murtas pro esser de minorydade, pro su quale benit bene asas infriscritas(sic) cosas comente et curadore testamentariu de su su dittu Fenanciu frade sou segundu qui pro ditu effetu si est postu su otrasiscritu(sic), fatu cuddu peri su nobile Don Pedro Manuel de Servellon Guvernadore et Gienerale(sic) Administradore de su presente Contadu de Goziano de su quale si apat sa devida relassione quando ministeriu siat. Etr de atera parte Pera Detory Biancu gasi bene et atera parte cun su ditu Franciscu Jusepe Murtas sun presentes assu notariu(360v)infrayscritu et venin a sos pactos et concordia inter issos et est que su dittu de Murtas tenet apidu et eretadu cun dittu frade sou unas domos, logia cun duos ortigueddos postos essetuados cuddos in sa ditta villa de Bottidda quales cunfrontan a una parte a domo de Maria Cuca et attera parte a domo de Junnantoni Corda et dittos duos ortos confrontan unu a camineddu de sas domos de Baquis de Serra et atteru ortu sou et a su ortu de su dittu Corda et a sa carrera majore de ditta villa et su atteru ortu confrontat a su ortu de sa ditta Cucu juntamente y confinadu a dittas domos de su dittu Murtas et a su dittu ortu de su dittu Corda quales domos, logia et ortos su dittu de Murtas de gradu et de certas siensia sua pro yse et pro heredes suos canbiat cun sas domos qui su dittu de Brancu tenet intro de ditta villa de Bottidda quales confrontan a domos et ortos de su quondam Nicolau Cosseddu de cudda ditta villa et promuta et veru canbiu sos dittos de Murtas Detori biancus sunu a sateru faguessiana et tenner cun totu et quales si quergiat

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cresquimentos et megioramentos desesi tentos et obligados… et leadu ristitusione super quibus credatur ispecifiquente que su dittu Detori Biancu annanguet asu dittu de Murtas sa cantidade de quinbanta liras que est annata pro esser qui sas dittas domos,logia et ortos de su ditu de Murtas valen pius segundu istimu fata peri sos mastros Baingiu de Serra et Jagu de Nurra anbos de sa villa de Tiesi peritos in faguer senblantes istimas segundu qui cuddos an dadu sa relasione in podere de su nottariu infraiscritu avendende bogadu dittos mastros prima sos muros malos bechos fuin in dittas domos de su dittu de Murtas, sas qualis dittas quinbanta teres liras su dittu Detori Biancu las pagat como de presente a su dittu dde Murtas et sun de dinaris contantes moneda valida in su presente Regnu vistas cuddas contadas et como de presente intregadas a su dittu Franciscu Jusepe De Murtas (361v) per me nottariu infraiscritu et cun su presente, indeli firmat apoca de rebuda a cumplimentu de su dittu Detori Biancu renunsiande sa exessione de ditta pecunia & extraentesi cada quale de sos dittos Detori Biancu et Murtas da ysos et dae heredes et sucesores insoro tottu su dretu et dominiu tenian quada quale de isos in sas subra dittas domos et ortos illy si trnsportan sunu a su ateru cedin et pro qui inde feten cada quale de yssos sas voluntades insoro dandesi sunu a su ateru pro ditu effetu sa vera reale et corporale posesione de sas subra ditas domos et ortos pro quui su dittu Detori Biancu sas ditas domos et ortos pro qui cada quale dae hoe in avante si potan leare su dittu Detori Biancu sas ditas domos, logia et ortos de su dittu de Murtas et yssu ditu de Murtas sas de su ditu Detori Biancu pro qui cada quale de ysos in de sian sennores assolutos perpetualmente et faguer sasa liberas voluntades cada quale de issos cun pactu et vinclu inpero qui si faguen inter issos et silenziu perpetu depiri sa parte discordante (380 r ) assas preditas cosas de pagare baranta iscudos meidade a su ogiu de sa lanpana de su santissimu sacramentu de sa ditta villa de Bottidda et satera meidade a su giugue ordinariu de su presente Contadu et custui innantis sian intesos justisia promitende non contravenner a ssa predittas cosas pro nexiuna causa, via, dretu nen rexone, renunsiande sa legoie et dretu de su juramentu innantis de sa prestasione non dimandare assolussione de cuddu sub pena duplicis et pro atender et adimplire asas preditas cosas in de obligan sunu a su ateru sos ditos Detori Biancu et Murtas ad invicem et vigisi sas personas et totu benes insoro mobiles et inmobiles& renunsiande omnia renunsianda cun su propriu foru insoro et si sutaponena su Foru et iurisdisione de sa Reale Governassione de su presente contadu, ministros suos segundu qui pro pius validade lu an iuradu et firmadu in podere de su nottariu infraiscritu,. fiat largie cun clausulis & attu . Et lu firman de manu insoro propria

Franciscu Jusepe De Murtas Pera Detory Biancu sas predittas cosas susn su nobile Don Juane Ledda, Nicolas Sanna Papia, Baquis Sedilesu y Pere Joya de sa presente villa de Bono de quibus et pro de sos qui non isquen scrier firmat su infraiscritu notariu de parti insoro de quibus

Don Juani Ledda Per Baptista Giaias Nicolau sanna Pagia Ephis Mochy 362 r e v Nob. Senor Governadore de Gossiano Fenançiu de Murtas de sa villa de Bottidda comente et curadore desu dittu Fenançiu frade perditu figios et eredes de sos q(uon)da(m)s Juangavinu de Murtas et Elena Gaia narat a sa merçe sua de qui tenen heretadu dae ditos quondams unas domos que hoe tenen intro de ditta villa cun duos ortigueddos q.tes domos et una logia biada in cuddoas confrontan a domo Juannantony Corda et a domo de Juanbatista Pisu que hoe possedit Maria Cucu tanbene confrontan unu de dittos ortos a ditas domos et a ditta domo de ditta Cucu et ateru ortu sou et ateru ortu de su ditu Corda et su atteru ortigueddu confrontat a buturinu de sas domos de Baquis Diegu de Serra et confrontadu a su ortu de de subra de su ditu de Serra et ateru ortu de su ditu Corda, totu de sa dita villa quales donos, logia et porçione de dittos duos ortigueddos intenden canbiare cuin sas domos de Pera Detori Biancu tenbet hoe intro de dita villa (362 v) quales confrontan assas domos et ortos de su quondam

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Nicolau Cosseddu sogru de su ditu suplicante et pro quantu sas subra dittas domos et logia de su dittu de Murtas si agatan male tratadas de muros et non de tennere deducere cuberare cuddas si non est sa cunveniensia de ditu canbiu comente ancora de sa annatbei est in dittu canbiu mediante sa istima fatta per duos mastros peritos nomenados mastru Baingiu de Serra et mastru Jagu de Nurra de sa villa de Tiesi et pro qui dittu suuplicante non podet asistire in faguere nessunu instrumentu prubicu pro esser curadore de dittu Venanciu frade sou pro esser de minoridade sino est sa lisensia et decretu de sa merçe sua conforme lu disponet sa reale pramatica dande pro dittu effetu facultade a quale si quergiat notatriu pubricu pro qui potat allogare su attu de dittu canbiu su qui suplicat a sa merçe sua pro esser de justissia officium

su dittu Franciscu Jusepe Murtas in dittu nomen in fatoto(sic) proprio”.

Abbiamo fatto un viaggio nei documenti in sardo ed abbiamo visitato alcuni itinerari; ma la Sardegna è ricca di bellezze e di sorprese e questo studio non può essere esaustivo: è solo un antipasto. Ai volenterosi ed appassionati spetta il compito di continuare nell’opera intrapresa per togliere dalle cantine polverose e portare alla luce e mettere nella stanza nobile della casa la densità e valenza umana universale della lingua sarda.

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