Un simposio di scultura tra sugherete contorte e rossastre ricordando Angelo Truddaiu, (1935-2011), scultore in legno e granito di Angelino Tedde, foto di Mario Unali.

In uno scenario bucolico, un vasto bosco di contorte sughere millenarie, accanto ad un laghetto artificiale, in agro di Chiaramonti, località Funtanazza, si è svolto il simposio di scultura per ricordare Angelo Truddaiu, scomparso lo scorso anno, un artista scultore del legno e del granito, chiaramontese. Le sue opere si rincorrono nel bosco, in mostra, con scene faunistiche che sembrano vive. Quivi oltre a sette artisti si son dati convegno amici ed estimatori per scolpire, poetare in suo ricordo. Il gruppo folk di Chiaramonti per la danza e il canto tradizionale e il gruppo XL formato da giovani chiaramontesi con alla chitarra Carlo Moretti hanno risvegliato il sonno vegetale degli alberi e degli arbusti. L’evento è stato festeggiato da tanta gente quasi si trattasse di una festa campestre di primavera, mentre viviamo una delle estati più torride degli ultimi anni.

Ha presentato la manifestazione la figlia dell’artista Stefania,  passando poi la parola ai vari artisti in granito che in questi dieci giorni hanno realizzato le opere. Tra gli artisti partecipanti sono da menzionare tra i primi per la bravura e l’esperienza artistica Diego Contu, autore di numerose opere scultoree e che ha voluto ricordare  nascita e morte di due bambine quasi nate dalle querce e riassorbite da esse nel momento tragico della morte. Il viso appena sbozzato ricorda le dinamiche dei bassorilievi di Fidia. Contu vive a Erula, ma è originario di Onanì nel nuorese. A seguire il duo Susanna Lunesu e Manuela Mele che quasi in simbiosi hanno voluto scolpire le due facce del globo: a fronte un serpente simbolo dell’uomo distruttore e dall’altro verso della medaglia il sopravvento escatologico della vegetazione, due medaglioni scolpiti nel granito che parlano di vita e di morte. Le anime delle due artiste simbolicamente congiunte sembrano scatenarsi e al tempo stesso placarsi in un discorso cosmico ed escatologico. Loredana Usai ha inviato una rosa sempre scolpita nel granito, rosa che pare spuntare gigantesca non da uno stele d’un roseto, ma da un arbusto da foresta pietrificata.

Tina Manos ha tentato di far sorgere da una lastra di granito un corpo di pietra che rappresenta il vigore dell’artista ricordato. Il corpo è avvolto da un giubotto antiproittile che simbolicamente Angelo Truddaiu diceva di indossare quando le mormorazioni cercavano invano di raggiungerlo. Tutte queste opere hanno formato un concerto di pietra vivente in mezzo alle numerose opere dell’artista ricordato. La volpe che prende di iira la preda da sbranare, l’astore che spicca il volo, la tartaruga in cerca di cibo, la statua della Vergine che domina il bosco e numerose altre scene faunistiche quasi a significare l’amore per gli animali della campagna che  lo scultore – pastore ha sempre prediletto. Non è facile elencarle tutte, ma attraversando il bosco ritrovi questo esseri di pietra viventi che ben si accordano con le millenarie sughere contorte, nodose e rossastre a causa del taglio recente del sughero. Ho notato nel breve percorso la giornalista del quotidiano provinciale, ma non ho scorto qualche reporter del TG3 regionale sempre attento a questi eventi.


Peccato, lo spettacolo, è degno di essere preentato nell’ambito di qualche servizio culturale per dire agli spettatori come spesso all’ombra dei nostri boschi e delle nostrte rocce, accanto a pascoli opimi vivano la loro lunga o breve esistenza creature umane che fanno tutt’uno, grazie alla loro genialitè con la natura suggestiva e primordiale della nostra terra e civiltà. L’imporvvisato museo di granito e sughere merita ben più di questa scarna cronaca e delle foto di quest’evento culturale che ha reso prezioso il ferragosto chiaramontese.
Il simposio si è svolto dal 16 al 26 grazie anche all’accoglienza speciale che le figlie e il figlio di Angelo Truddaiu hanno riservato ad artisti e visitatori. Tra le poesie dedicate al poeta hanno commosso gli animi quello dell’impareggiabile e versatile artista (poeta, ballerino e cantore) Stefano Demelas che, nel corso di questo decennoio del Duemila, spicca fra tutti così come l’estemporaneo Giovanni Seu, il poeta Bainzu Truddaiu, il prete poeta Giommaria Dettori hanno brillato nella seconda metà del novecento, insieme al brioso affabulatore e narratore Salvatore Patatu che ben possiamo collocare nell’ultimo trentennio del Novecento. Molti sembrano negarlo, ma per tutto il novecento e ancora nel duemila continua il rinascimento letterario e artistico chiaramontesi sia uomini come quelli menzionati sia di donne come Maria Sale, con tante scuse per quelli e quelle artiste che nella fretta di questo breve articolo non ho presenti.

Chiaramonti 27 agosto 2o12

Le foto di Mario Unali sono tratte da quella miniera che è il suo blog http://www.archeologosardos.it/

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