10 Novembre 2018
- Categoria:
cultura
Ci sono molti posti definititi come “Luoghi della memoria” e quando questi vengono evocati il nostro pensiero si sposta rapidamente e inesorabilmente verso quelli più importanti e conosciuti, ad Auschwitz e Birkenau, o allo Yad Vashem di Gerusalemme, il Museo dell’Olocausto. Ci sono tantissimi altri luoghi nel mondo che rammentano tristemente l’intolleranza e la ferocia dell’essere umano verso i suoi simili. Se scegliessimo di andare in quei luoghi lontani, qualsiasi sia la nostra appartenenza politica, ci accorgeremmo con sorpresa di non sentirci affatto dei semplici visitatori.
Quando i nostri passi dovessero calcare quei luoghi di indescrivibile sofferenza, le emozioni che proveremmo sarebbero così intense da farci rivivere in ogni istante tutto il dolore che quelle persone innocenti provarono e la nostra vita cambierebbe per sempre; niente sarebbe più come prima. Per questo è importante visitare i luoghi della memoria, perché l’uomo possa prendere coscienza, possa ricordare gli orrori del passato e non dimenticare, in qualsiasi circostanza della vita, e possa conservare sempre il rispetto che deve ai suoi simili; niente può giustificare il venir meno a questo principio. Dobbiamo essere consapevoli che l’inappellabile tribunale dei giusti risiede nel profondo del cuore di ognuno di noi.
Leggi tutto
Commenti disabilitati su Antonio Gramsci ( Ghilarza, 1891-Roma, 1937) e la Casa Museo di Ghilarza di Mario Zedda . Leggi tutto
La redazione e i collaboratori di accademiasarda di storia di cultura di lingua si stringono in un affettuoso abbraccio a Eleonora, nostra stimata collaboratrice, per la morte dell’amato consorte

ANTONIO COSSU
bravo tecnico specializzato e amante dell’olivicoltura e della viticoltura, persona onesta e proba che fino all’ultimo ha profuso il suo impegno lavorativo con rara competenza e generosità.
Mancherà alle persone amate e ai suoi affezionati “amici” a quattro zampe.
Profilo biografico
Antonio Cossu era nato a Ittiri nel 1940, dopo l’avviamento ai lavori agricoli, era emigrato in Olanda dove affinò le sue qualità tecniche. Al rientro dall’Olanda, dopo vent’anni, nel suo piccolo podere costrui una pala eolica per soddisfare ai bisogni energetici della famiglia. La velocità e la rumorosità delle pale, che richiedevano più spazi, lo costrinsero ad un ripensamento. Continuò la sua professione di idraulico e caldaista in cui profuse il meglio delle sue capacità tecniche. Sposatosi giovanissimo in Olanda, perse in seguito la prima moglie. Si risposò con la nostra collaboratrice Eleonora.
Minato al cuore non cessò di prestare gratuitamente la sua opera e consulenza. Fece parte di un circolo di amici con i quali s’incontrava quotidianamente. Politicamente impegnato, profuse anche le sue energie per la riuscita del suo partito di gradimento.
Nel corso del ciclo agrario coltivò il vigneto e il suo oliveto per offrire ai suoi amici la degustazione del suo vino gustoso e leggerissimo e l’olio profumato e fruttuoso.
Ha collaborato con la moglie all’allevamento di numerosi “amici” a quattro zampe. Da giovane praticò le arti marziali e altri sport.
E’ scomparso prematuramente, a 78 anni, martedì, nel tardo pomeriggio, nella sua abitazione dopo alcuni giorni trascorsi nella corsia del pronto soccorso.
La moglie, con le sue amiche affezionate, lo vegliano da due giorni e due notti nella sua casa campestre.
Il funerale si svolgerà oggi, alle 15, partendo dalla sua residenza di campagna, per il cimitero, dove, dopo la cremazione, le sue ceneri riposeranno.
La moglie ringrazia parenti e amici che, con opere di bene, vorranno onorare la sua memoria.
Leggi tutto
Commenti disabilitati su Antonio Cossu (Ittiri,1940-Sassari, 2018), tecnico e cultore di olivi e di viti, è scomparso prematuramente all’età di 78 anni. . Leggi tutto
Grazie ai promotori della nuova storia, la storiografia occidentale ha ampliato enormemente nuovi settori d’indagine. Gli storici dalla ricostruzione dei grandi avvenimenti sono passati a ricostruire anche i piccoli avvenimenti e particolarmente la storia di tutti quelli che parevano esclusi da essi come i combattenti che s’immolavano sui campi di battaglia, le donne che dovevano sopportare il peso dell’allevamento dei figli e del lavoro quotidiano per sostentarli.
Essi hanno cercato di ricostruire la storia del movimento contadino e operaio, la storia del movimento cattolico, la storia delle donne, dei poveri, dei diseredati, ma anche della vita materiale dell’uomo in tutti i suoi momenti di sanità e di malattia, di nascita e di crescita e di morte.
La storiografia di orientamento cattolico, ma non solo quella, ha affrontato l’indagine sugli operatori religiosi e laici contemplativi in azione. Essi accanto alle vicende della vita materiale hanno saputo cogliere i segni della spirituale, dei carismi e dell’ascesi.
In questo ambito storiografico, a giusto titolo, rientrano le protagoniste delle quali oggi si festeggiano i 150 anni di promozione umana e di evangelizzazione in Sardegna: la Compagnia delle Figlie della Carità, accanto alle quali non possiamo ignorare i Preti della Missione, la Compagnia delle Dame della Carità e i signori delle Conferenze, aggregati dal beato Federico Ozanam, professore dell’antica e prestigiosa università parigina della Sorbona.
Leggi tutto
Commenti disabilitati su Le Figlie della Carità e l’arte dell’educare di Angelino Tedde . Leggi tutto
Nel saggio di Simone Unali e Francesco Dettori, Chiaramonti. Le chiese e i cimiteri, Nuova Stampa Color, Muros (SS) 2017, pp. 160 €. 15 sono stati illustrati, da p. 91 a p. 160, i cimiteri e in particolare le tombe monumentali del settore storico del camposanto di Chiaramonti.
Leggi tutto
Commenti disabilitati su “Cimitero monumentale di Chiaramonti: da documenti e da memoria familiare apprendiamo con certezza che l’angelo monumentale della tomba Schintu-Marcellino è di Arturo Dazzi e quella della tomba Madau-Franchini è con certezza di Giuseppe Sartorio come ipotizzato” di Angelino Tedde . Leggi tutto
No mi lesses…
Bestigas d’’entu bolan carignosas
iscurrizend’in àndalas sestadas,
che truvan sas nues, iscameddàdas,
in baddes malas galu iscurosas.
Inie bramas, de oras nuscosas,
bajulan atzas chen’esser domadas.
E bizan notes, cun manzanos feos,
tentende bisos cunzados intreos.
Las bid’ogn’ora, fatend’atrivida,
s’iscuru lènde a giunt’e francàda.
Gherrende sorte, pius peleàda,
cun sa cara pista e cunsumida;
pro ch’in beranu siat ingranida
s’alzol’’e isteddos ben’assentàda.
E bi restet pinta sa caminera
de paza lughent’in mesu s’aèra.
Leggi tutto
Commenti disabilitati su Maria Sale vince il I premio Logudoro di Ozieri con “No mi lesses…” “Non lasciarmi…” . Leggi tutto
19 Ottobre 2018
- Categoria:
cultura
Ogni anno il Premio Osilo mi stupisce: nella sua organizzazione e nei risultati. Nato quasi per caso, nel 1994, grazie ad una sorta di consorzio letterario tra letterati di Osilo, con l’intento di ricalcare le orme del passato o più semplicemente dargli respiro, riproponendolo in chiave moderna, nel presente. Nei primissimi tempi ci si riuniva nei vari salotti privati dei componenti e, tra un caffè e l’altro, ci si confrontava sulla nostra specifica realtà letteraria, attraversandola nella diacronia del tempo. Alla fine di ogni riunione Sebastiano Lòriga e zia Gina Magliona concludevano la serata con i loro personali componimenti: Sebastiano con qualche ottava fresca di improvvisazione, zia Gina con le sue facezie; entrambi, ora, possono disporre a piene mani del loro tempo libero, in “sa gròlia”. In questo modo siamo andati avanti per anni. Un gruppo unito e saldo, come fratelli di intenti e di cultura. Quasi subito, la fama di questo nostro “far Salotto” si è diffusa in paese, e allora, per non lasciare un uditorio scontento, abbiamo deciso di uscire allo scoperto. Abbiamo preso parte alla rassegna “Cinema in piazza”, proiettando film tratti da romanzi di Grazia Deledda (Proibitoe Canne al vento). Da quel momento i nostri tantissimi appuntamenti sono stati seguiti da un folto pubblico, sempre presente, sempre attento e partecipe. Nel Duemila abbiamo pensato di essere già adulti per portare avanti un Premio Letterario: così è stato.
Leggi tutto
Commenti disabilitati su Associazione culturale “Salotto letterario” Osilo Premio Letterario Osilo, XIII Edizione a cura di Giovanna Elies . Leggi tutto
Con profondo dolore i figli: Angelo Serafino con Isabel e figli, Valerio con i figli, Carlo con Graziana, Patrick; il fratello Angelino con Domitilla e i figli, la sorella Agnese con Gian Luigi e i figli, i cugini di Chiaramonti Pietro con Mariuccina e i figli, Mario con Rita e la figlia,Chiara con Nando e i figli, i parenti tutti annunciano la scomparsa a 79 anni a Boudour (Belgio) della cara

ANTONIA CHIARA TEDDE VED. BIDDAU
La Messa di suffragio verrà celebrata nella Parrocchiale di San Matteo in Chiaramonti Mercoledì 17 ottobre alle ore 18.
Antonia Chiara Tedde era nata a Chiaramonti il 7 giugno 1939, entrata in Collegio nel 1947, a 8 anni, ne era uscita a 20 anni, per recarsi a Bergamo dove lavorò presso l’ospedale Matteo Rota che lasciò per contrarre matrimonio a Sassari col compaesano emigrato in Belgio Giovannico Biddau nel 1963. Dal coniugio nacquero 4 figli maschi che tuttora vivono e lavorano in Belgio. La defunta aveva 7 nipoti. Vissuta come madre di famiglia si era dedicata ai figli e al marito, pensionato dall’età di 35 anni, per svariati infortuni subiti in fabbrica. L’ha preceduta nell’aldilà dieci anni fa.
Il figlio secondogenito, Mario Carlo, vive a Sassari ed è professore di Francese al Convitto Nazionale Canopoleno.
Vita di madre di famiglia, estremamente ritirata, ultimamente le faceva compagnia il figlio Patrick, ultimogenito, presente al suo decesso in ospedale. Ricoverata due settimane or sono per normali cure di chemio, si è aggravata, è entrata in coma e in quello stato è passata all’altro mondo.
Leggi tutto
Commenti disabilitati su Antonia Chiara Tedde (1939-2018),ved. di Ico Biddau, ha reso la sua anima al Signore a Baudour (Belgio) . Leggi tutto
Eleonora Ortu, Le Ragazze del Rifugio Gesù Bambino si raccontano, Edes, Sassari 2017 pp. 265.
In questo scritto di memoria e di storia autobiografica, suddiviso in sei parti, l’autrice, insieme alle compagne, che prendono la parola nella parte sesta, racconta la vita vissuta in collegio da un anno e mezzo fino al suo ventitreesimo compleanno, quando con rammarico fu costretta a lasciare quella che era stata la sua casa e la sua grande e variegata famiglia con le suore educatrici, delle quali una si comportò con lei come una vera madre e le altre come zie affettuose(1960-1983).
Eleonora Ortu ricorda le sue compagne-sorelle con le quali ha trascorso i momenti più belli della sua triplice infanzia dall’accoglienza ai nove anni, la sua vivacissima adolescenza, contrassegnata da un tentativo, bloccato in sul nascere, di scappare con alcune compagne verso il Continente; i sei anni della punizione da parte di una suora direttrice troppo severa, diversamente dalle altre, amorevoli e affettuose; il periodo scolastico pubblico e il conseguimento del diploma d’infermiera professionale.
Non mancano le relazioni con gl’insegnanti, con le compagne di scuola e quelle tempestose con la madre che, finalmente, a cinque anni dall’abbandono, la riconosce dandole il suo cognome.
Il libro non è affatto una geremiade o un lungo piagnisteo o una furia cieca con accuse feroci contro suore e amministratrici,[come può esser successo a qualche compagna dalla sensibilità patologica e super protetta dalla nobildonna più potente della città], ma un racconto forte e scanzonato, a tratti brioso, con la descrizione di una schiera di oltre cento ragazze di varia età che vissero allegramente tra l’asilo e la scuola, i giochi nel vasto cortile, la squadra di pallacanestro e i diversi interessi e con l’allevamento di gatti e galline. Non è mancata nemmeno la formazione religiosa da parte delle suore e dei Preti della Missione, confessori e predicatori domenicali.
Leggi tutto
Commenti disabilitati su Eleonora Ortu: “Le ragazze del Rifugio Gesù Bambino si raccontano” di Ange de Clermont . Leggi tutto