17 Giugno 2019 - Categoria: storia

“L’inquieta Sardegna di Berto Cara” di Tonino Loddo

Poco si sa di Berto Cara, romanziere, drammaturgo, sceneggiatore e poeta di temperata facondia, che nelle proprie opere ha cantato l’evocativa semplicità dei luoghi della propria infanzia e della propria adolescenza, rivivendone, nell’atto della scrittura, frammenti ampi, di cui esibisce gli andamenti ruvidi e scintillanti e l’estensione modesta eppure misteriosa e inesplorata. Il profumo amaro delle erbe2, lo splendore dei fiori, la luce obliqua che si allunga a sera verso il mare, i piccoli orti e i loro fat cati prodotti («Qui non si canta. Qui si lavora in silenzio»3, dice Bustianu a Taneddu), il «chiasso assordante dei passeri»4, le case «che parevano sepolcri»5 … costituiscono, infatti, le sensazioni prelinguistiche che confluiscono nell’immaginario dello scrittore non come elementi decorativi di contorno, ma come luogo ideale dell’esistenza, come unico spazio in cui sarebbe dolce vivere se solo fosse possibile fermare il tempo. Lo spazio sardo (e quello ogliastrino in particolare, «culla di tutti i miraggi mai raggiunti dal nomade»6) diventa, in tal modo, tramite l’azione continuadella memoria, una sorta di garanzia dell’esistenza, un punto costante cui egli fa ricorso nella scrittura per averne sicurezza, per ritrovare – soprattutto nei momenti di

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14 Giugno 2019 - Categoria: cristianesimo

“Amoris Laetitia” esortazione apostolica di Papa Francesco

              

ESORTAZIONE APOSTOLICA
POSTSINODALE
AMORIS LAETITIA
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
AI VESCOVI
AI PRESBITERI E AI DIACONI
ALLE PERSONE CONSACRATE
AGLI SPOSI CRISTIANI
E A TUTTI I FEDELI LAICI
SULL’AMORE NELLA FAMIGLIA


 

1. La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa. Come hanno indicato i Padri sinodali, malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio, «il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa».[1] Come risposta a questa aspirazione «l’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia».[2]

2. Il cammino sinodale ha permesso di porre sul tappeto la situazione delle famiglie nel mondo attuale, di allargare il nostro sguardo e di ravvivare la nostra consapevolezza sull’importanza del matrimonio e della famiglia. Al tempo stesso, la complessità delle tematiche proposte ci ha mostrato la necessità di continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali. La riflessione dei pastori e dei teologi, se è fedele alla Chiesa, onesta, realistica e creativa, ci aiuterà a raggiungere una maggiore chiarezza. I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche.

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11 Giugno 2019 - Categoria: cristianesimo, cultura, Filosofia

“Le elucubrazioni sugli Alieni in tempo di ateismo imperante” di Ange de Clermont

La storia degli uomini a tratti passa dal più sedicente lucido razionalismo ad un fideismo bolso e ottuso. Basterebbero alcuni capisaldi delle nostre radici ebraico-cristiane sul piano religioso e altri capisaldi della filosofia greca con la letteratura che le riguarda (Bibbia e opere filosofiche della Grecia antica ed ellenistica) per avere risposte al nostro desiderio di credere in Dio o in una Nous ordinatrice dell’universo per appagare il nostro desiderio di ricerca di quanto non cade sotto i nostri sensi quali vista, udito, tatto, olfatto,  gusto.

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11 Giugno 2019 - Categoria: narrativa

“L’agnelletto Nerino” per mia nipotina di 4 anni, tanti anni fa di Ange de Clermont

A mia nipotina Alice Maria

E’ tempo di volare amici miei/verso Treviglio umida e afosa/per fare il bambinaio con la sposa/e contar favolette alla piccina/che certo griderà dalla mattina/“Nonno dimmi la storia di Nerino/che corse il rischio della volpe rossa/se il cane Bigio non fosse arrivato”/- C’era una volta giù sotto la valle/ un’angelletto nero assai monell0/che solo volle andar sulla collina…/

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10 Giugno 2019 - Categoria: narrativa

“La capretta Bribrì” Una favoletta di 9 anni fa per mia nipote Alice Maria di Ange de Clermont

 

C’era ua volta, in un paesino dell’isola delle capre, ai tempi dei tempi, mamma-capra, che le comari capre chiamavano Brabrà, il marito caprone l’aveva abbandonata e lei viveva sola soletta con la figlioletta Bribrì, una capretta sveglia, simpatica, ma soprattutto obbediente. Per difendere la figlioletta al pascolo tra arbusti di corbezzolo e di mirto, Brabrà s’era comprata un cane pastore al quale aveva imposto il nome di Baubau. Spesso la capretta, sotto lo sguardo vigile di Baubau, aveva osato arrampicarsi nelle colline dove tra gli spuntoni di roccia poteva brucare freschi arbusti di mirto, di corbezzolo, di alaterno.

Le nemiche numero uno e due di mamma capra e della capretta erano però due volpi: la volpe rossa Rorò e la volpe nera Nené che nascoste tra gli arbusti aspettavano il momento di dare l’assalto alla capretta, portarla via e farsi insieme una bella cenetta.

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Un giorno Bribrì, stanca di mangiare sempre tra gli stessi arbusti, guardando in alto, notò sulla cima della collina di Clermont, un boschetto di corbezzolo, un macchione di lentisco, tanti arbusti di alaterno. Le venne l’acquolina in bocca e corse da mamma Brabrà per chiederle il permesso di salire sulla collina. Mamma Brabrà esitò un po’, dopo le disse.
– Non devi andare lassù da sola, perché li dietro quegli arbusti si nascondono la volpe Rorò e la volpe Nené che potrebbero rapirti e poi mangiarti a cena. Bribrì andrai con Babau che ti guarderà a vista sia quando salirai, sia quando mangerai, sia quando discenderai dalla collina.

 

E così una mattina, Bribrì tutta felice, accompagnata dal cane pastore Babau, salì sulla collina di Clermont. Le due volpi cattive la videro e si nascosero dietro un grande sasso bianco che stava vicino agli arbusti di corbezzolo, lentisco e alaterno, sfregandosi le zampe anteriori dalla gioia.

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-Questa volta ce la mangeremo.-dissero le due assassine.- Prima però la lasceremo brucare, poi quando avrà la pancia piena le salteremo addosso, la porteremo nella tana e ce la mangeremo.-
Bribrì e Babau raggiunsero la collina, guardandosi intorno, quando si accorsero che non c’era nessuno, Bribrì cominciò a mangiare le foglie del corbezzolo, del lentisco e dell’alaterno. Appena ebbe la pancia piena, mentre stava per iniziare a scendere la collina, le due volpi uscirono dal nascondiglio e tutt’e due si lanciarono contro Bribrì, ma il cane pastore, che si era accorto della loro presenza andò loro incontro abbaiando minaccioso e facendole correre lontano da Bribrì che era rimasta spaventata.

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Il bello è che Bau Babau sta ancora inseguendole e quelle stanno fuggendo lontano.
Bribrì però quando le vide scappare, inseguite da Babau, continuò a discendere la collina e a dirigersi verso mamma Brabrà, che l’accolse fra le sue zampe materne. Bribrì si sentì finalmente felice perché si era salvata dalle volpi cattive, grazie al cane pastore Babau e grazie alla mamma che glielo aveva dato. Guai se fosse andata da sola. Babau prima o poi tornerà, ma intanto Bribì iniziò a vivere felice e contenta accanto alla mamma.

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4 Giugno 2019 - Categoria: letteratura sarda

“Label Europeo per le Lingue 2018” un riconoscimento unico in Sardegna per Perfugas” di Mauro Maxia

Nei giorni 8 e 9 maggio 2019 a Firenze si è tenuta la cerimonia di premiazione del concorso nazionale “Label Europeo per le Lingue 2018”, organizzato dall’INDIRE e dall’Agenzia Erasmus Plus in collaborazione con l’INAPP e l’Accademia Europea sullo Youth Work. Il concorso era rivolto agli istituti di ricerca, alle università e alle scuole. All’Istituto Comprensivo di Perfugas, unico in Sardegna, è stato attribuito l’ambito riconoscimento – promosso dalla Commissione Europea per lo studio delle lingue – per il progetto “Limba Nostra” attuato come capofila di rete con gli istituti comprensivi di Ossi e Thiesi negli anni 2016-17 e 2017-18 (link: https://www.facebook.com/pg/ErasmusPlusIta/photos/?tab=album&album_id=2350796018315890). 
Tra i 16 vincitori (link: http://www.erasmusplus.it/progetti-vincitori-2018/) all’Istituto di Perfugas, diretto dal prof. Gianni Marras, il premio è stato attribuito per una serie di azioni innovative di carattere didattico e metodologico che hanno al centro l’insegnamento della lingua sarda e del gallurese, adottate come materia curricolare e veicolare nell’ambito del Piano dell’Offerta Formativa. I contenuti del progetto sono descritti nel sito http://www.erasmusplus.it/lingue/limba-nostra/.
Tra i prodotti più innovativi è da segnalare la predisposizione di un libro di testo bilingue, scritto in sardo e in gallurese, il quale è impiegato nelle prime tre classi della scuola primaria. Un dato molto apprezzato dalla Commissione giudicatrice è che l’Istituto di Perfugas è l’unico ad avere messo al centro del proprio progetto una lingua minoritaria anche come fattore di recupero culturale e identitario. Il sottoscritto ha contribuito sul piano progettuale e formativo. Hanno contribuito anche la prof.ssa Vanna Ledda, l’ins. Vittoria Campus e il prof. Tore Patatu. Inoltre hanno collaborato per la formazione le università di Cagliari (prof. Maurizio Virdis), della Corsica (proff. Alain Di Meglio e Jean-Marie Comiti) e di Zurigo (prof. Michele Loporcaro) che sono convenzionate con l’Istituto. La formazione ha coinvolto 40 insegnanti. Per ulteriori dati e informazioni collegarsi al sito dell’Istituto  http://www.ic-perfugas.it/index.php/circolari-2…. Nelle foto in basso il Dirigente Scolastico prof. Gianni Marras riceve il premio con la docente vicaria Maria Giovanna Pinna (a destra). La foto panoramica ritrae il salone di Palazzo Vecchio dove si è svolta la cerimonia di premiazione.

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27 Maggio 2019 - Categoria: memoria e storia

“Memorie di vita contadina paesana e continentale” di Antonio Maria Murgia

 

 

A mia moglie
Maria Antonietta Seu
ai miei figli
Marco e Claudio
a mio nipote
Gabriele

Prefazione

L’autore delle Memorie è da circa nove anni che si trastulla col testo e con il desiderio di stamparlo, ma la sua grande passione per il mare da una parte e la triste vicenda della scomparsa dell’amata consorte hanno sempre rinviato ad altro tempo la pubblicazione. Quest’anno, quinto dalla stesura, ha finalmente deciso di realizzare i suoi desideri provvedendo alla stampa e pubblicazione e dedicando il libro all’amata consorte ai figli e al nipote.
La forma di questo lavoro è costruita a brani o a passi perché ognuno di essi è indipendente dall’altro. Il libro, tuttavia è suddiviso in  tre parti: vita contadina, vita paesana, vita continentale a seconda delle tematiche trattate. L’ordine è cronologico e legato alla biografia dello stesso autore che ha trascorso i primi otto anni della sua vita nelle campagne di Chiaramonti, successivamente con la famiglia ha abbandonato i campi per trasferirsi in paese dove ha frequentato i cinque anni della scuola elementare conseguendone la licenza. Sempre nello stesso borgo di  Chiaramonti ha svolto un lungo apprendistato presso uno dei migliori artigiani del paese, Salvatore  Sechi, terminato il quale, non essendoci molto lavoro, sufficiente per l’assunzione da parte del maestro e non avendo i mezzi, per mettere su un laboratorio di falegnameria indipendente, decise di prender nave e spostarsi in Piemonte dove potè contare sia sull’ospitalità di una zia paterna, Maria Giusta Murgia sia sull’orientamento al lavoro da parte dei cugini. In effetti, dopo svariati tentativi, riuscì ad essere assunto alla FATA, multinazionale metalmeccanica.
Riassumendo l’autore dalla nascita a otto anni è vissuto nei campi, dagli otto anni ai diciasette, è vissuto in paese e successivamente in Continente, precisamente in Piemonte, con l’intervallo di oltre  4 anni in Svezia, sempre dipendente da una multinazionale con sede nella stessa nazione estera.
I contenuti sono frutto dei ricordi dell’autore relativo ai tempi indicati: il periodo poetico dell’infanzia e della fanciullezza, quello più problematico dell’adolescenza e finalmente quello della giovinezza.
Col matrimonio i ricordi tacciono sia perché l’autore è preso dalla routine del lavoro sia per i diminuiti stimoli della scoperta del mondo.

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26 Maggio 2019 - Categoria: storia

“Fliberto Farci e le polemiche sul socialsardismo” di Tonino Loddo

Ringraziamo Tonino Loddo per la preziosa collaborazione che da e darà ad accademiasarda.it. Vogliano iniziare con questo eccellente contributo in cui Filiberto Farci, autentico e verace sardista, rifiuta la confluenza col PSI e preferisce dopo aver detto le sue ragioni farsi da parte silenziosamente.
Esempio ammirabile d’un uomo tutto d’un pezzo che dell’autonomia dell’isola aveva fatto una scelta senza tentennamenti. (Angelino Tedde)

TONINO LODDO (Lanusei 1950), laurea in filosofia a Cagliari, Dirigente ispettivo in quiescenza pres-so l’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna, giornalista pubblicista, è stato sindaco della sua Cit- tà natale, Consigliere e Assessore Regionale, Deputato al Parlamento. Insieme ad Alessandra Carta ha curato la pubblicazione di una serie di racconti inediti di Filiberto Farci (F. FARCI, Gioele Flores e al- tri racconti, Cagliari-Selargius 2010) corredandola con un’ampia introduzione (Filiberto Farci. Note per un profilo, in ib., pagg. 13-53), in cui si fa anche cenno alle vicende narrate in questo saggio (pagg. 46-48). È autore di diversi volumi, tra i quali Il Movimento Cattolico in Ogliastra (1872-1969), Cagliari 1993; Bibliografia ogliastrina, Sassari 1997; Agostina Demuro, Sassari 1997; Chiese ed arte sacra in Sardegna. Diocesi di Lanusei, Cagliari-Sestu 1999; Franco Ferrai, Cagliari-Sestu 2007; Gio- vanni Usai. Un poeta neoclassico nel Novecento, Dolianova 2008; Ilbono. Oltre la memoria, Cagliari 2009. Ha curato anche la pubblicazione dei volumi Ludovic Legré. Ogliastra 1879. Memorie d’uncacciatore marsigliese, Cagliari-Sestu 2002; Lanusei, Cagliari-Sestu 2006; Flavio Cocco, Cagliari- Sestu 2007; Arbatax. La cultura, la storia, Sassari 2009; Felix Dèspine, Ricordi di Sardegna, Cagliari- Selargius 2011. Suoi scritti sono presenti in numerose opere collettive ed in diverse riviste isolane.

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