Categoria : memoria e storia

“CAVALLINO DELLA GIARA” da Sardegna Forestas.

Giara pascolo - D. ruiu

Origine zoogeografica:

vengono attualmente riconosciute due specie distinte appartenenti al gruppo dei cavalli: 1) il cavallo selvatico, E. przewal’ski, raffigurato nelle pitture rupestri europee, che viveva allo stato libero nelle steppe della Mongolia fino alcuni decenni fa, ora estinto in natura ma sopravvissuto negli zoo del nord orientali dell’Europa; 2) il progenitore del cavallo domestico, E. ferus, chiamato anche tarpan, dal colore grigio topo, anche lui sopravvissuto allo stato libero nelle pianure dell’Europa orientale fino a pochi decenni fa, recuperato attraverso i discendenti, seppure ibridati con razze domestiche. Di origini incerte, il cavallino della Giara non sembra essere una specie autoctona della Sardegna, in quanto non esistono reperti fossili del periodo antecedente il tardo nuragico. Alcuni autori ipotizzano che siano stati importati dai fenici o provengano dall’arcipelago greco, portati da navigatori greci nel V-IV secolo a.C. in realtà, le uniche notizie certe risalgono ad alcuni secoli fa; comunque sia, i cavallini della Giara sono oggi gli unici sopravvissuti dei numerosi branchi che fino al tardo medioevo vivevano allo stato brado nell’Isola. Il cavallino della Giara è tra le razze italiane riconosciute.

Areale di distribuzione:

Altopiano della Giara di Gesturi, nella regione centro meridionale dell’Isola, al confine con Sarcidano e la bassa Marmilla. La Giara è un altopiano basaltico con una vegetazione costituita da sugherete molto aperte inframmezzate da vasti prati pascolo. Caratteristici sono i “paùlis”, ristagni d’acqua temporanei che primavera si ricoprono di ranuncoli acquatici, considerati dall’UE habitat prioritari. Una piccola popolazione di cavallini, formata da pochi branchi, si trova anche nel Promontorio di Capo Caccia – Alghero, all’interno della foresta demaniale di Porto Conte. Questa popolazione non riesce ad affermarsi a causa delle condizioni sfavorevoli dell’area, pressoché priva di pascolo, per cui l’Ente Foreste provvede al sostegno alimentare.

Identificazione:

dimensioni molto contenute, i maschi hanno un’altezza al garrese di 125 -135 cm, le femmine 115 – 130; il peso varia nell’adulto dai 170 ai 200 kg. Il mantello originario era color bruno scuro, attualmente i colori prevalenti sono il morello e il baio, ma sono presenti anche individui sauri; non infrequenti sono inoltre le balzane e i segni sulla fronte, segni inequivocabili di mescolanza tra razze diverse. Caratteristiche del giarino sono anche la criniera e la coda molto lunghe e folte e gli occhi di forma leggermente a mandorla. La testa è di buone dimensioni, con la fronte ricoperta da un lungo ciuffo.

Habitat:

La popolazione della Giara, consistente in circa 550 esemplari, era, fino a pochi anni or sono, regolata da alcuni proprietari che vivono nei paesi circostanti: una parte delle femmine e la maggior parte dei maschi venivano allontanati mentre le femmine ed i maschi restanti venivano marcati a fuoco e rilasciati sul posto. Questo tipo di gestione ha portato ad una destrutturazione della popolazione, con un rapporto tra i sessi di tipo zootecnico piuttosto che naturale, nettamente sbilanciato in favore delle femmine. Nel 2002, i cavallini che ancora appartenevano a privati sono stati acquisiti al patrimonio pubblico dalla XXV Comunità montana “Sa Giara”, attraverso un finanziamento della Regione Sardegna. La consistenza della popolazione è condizionata oltre che dalla limitata estensione dell’altopiano anche dalla presenza significativa di bestiame domestico, principalmente bovini e caprini, che contendono ai cavallini il pascolo. Sulla Giara vivono allo stato brado e costituiscono branchi a carattere familiare, formati da un stallone e da una o più femmine adulte con i puledri dell’anno, le femmine e i maschi più giovani; questi ultimi si allontanano o vengono allontanati dal branco, generalmente, al secondo- terzo anno di età. Infatti potrebbero rappresentare un pericolo per la dominanza del capobranco. A questa organizzazione consegue che vi siano maschi senza harem, i quali formano gruppi a sé stanti. In primavera, questi maschi “scapoli” fanno delle vere e proprie incursioni nei branchi per cercare di allontanare qualche femmina e formare un loro harem. Ogni stallone difende il suo territorio familiare e ingaggia spesso lotte con altri maschi; gli scontri hanno luogo a suon di calci e morsi ma raramente infliggono ferite gravi. In genere gli stalloni riescono a mantenere la loro forza fino ai 15-20 anni di età, per poi essere spesso soppiantati da un altro giovane maschio ed andare quindi a trascorrere gli ultimi anni della loro vita assieme ad altri scapoli.

Riproduzione:

La nascita dei piccoli puledri, dopo circa 11 mesi di gravidanza, avviene fra marzo e aprile, ed ogni femmina partorisce un solo esemplare. A pochi giorni dal parto (8 -10 giorni) la femmina rientra in calore e si ha l’accoppiamento, per cui l’allattamento è contemporaneo alla nuova gravidanza. I piccoli restano sotto la protezione della madre per tutto il primo anno di vita e continuano a succhiare il latte anche se già svezzati. I giovani maschi vengono allontanati attorno secondo-terzo anno, con la completa maturità sessuale, mentre le giovani femmine restano nel branco per diversi anni, se no vengono “rapite” da altri maschi. I rapporti parentali tra individui di uno stesso branco sono molto forti.

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