“La difficile scelta della castità prima del matrimonio” di Ange de Clermont
Francesco esorta i giovani fidanzati alla scelta della castità prima del matrimonio. Sembra una voce che viene da lontano, da altri tempi. Certamente il pontefice non ha tutti i torti e può darsi che in certi ambienti di profonda formazione cattolica questa pratica sia possibile a patto che ci si sposi giovani, che i tempi del fidanzamento siano brevi e entrambi i giovani abbiano praticato la castità fin dall’adolescenza, che, infine, si viva in una società improntata al puritanesimo. Ma il Papa non si ferma qui e parla della formazione permanente della coppia in tutte le tappe del percorso matrimoniale. Raccomandazioni encomiabili, ma quando si vive in una società corrotta come la nostra dove fin da piccoli dai mezzi di comunicazione di massa si pratica ogni genere di approccio sessuale, dalla scuola, ai luoghi di svago estivo al mare o in montagna; dalla didattica spudorata dei cantanti che radunano folle oceaniche e che non ci pensano due volte ad esaltare sesso droga e rock end roll; infine, alla diffusione dalla scuola all’Università dei contraccettivi. Ricordo che in una delle tante gite di istruzione all’estero, all’ingresso alla Sorbona, a Parigi, la prima cosa che vedemmo all’ingresso dei locali fu il distributore automatico dei preservativi. Si pensi, infine, ai medici che senza tanti problemi, per qualche disturbo prescrivono i preservativi alle quindicenni. E non vogliamo entrare nel mare magnum della propaganda radicale sull’aborto, alle conseguenti leggi; alla propaganda degli anni folli del 1969 parigino, che si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo con gli slogan, tipo, “l’utero è mio e me lo gestisco io” e al costume del tempo in cui le quindicenni alla Sorbona si recavano allo sverginamento da parte di infoiati giovani universitari ai quali interessava il sesso per il sesso e non certo il sesso per l’amore. E potremmo per concludere aggiungere i movimenti gender dove di certo non si predica la castità.
Altra considerazione da fare è l’educazione familiare di un tempo e di oggi, quasi inesistente dal momento che i figli fin dall’infanzia vivono, quasi come a Sparta, in strutture pubbliche la maggior parte del loro tempo come del resto i genitori passano molto del loro tempo nei luoghi di lavoro. In pratica influenza familiare se non zero, quasi. Come coronamento di questo discorso si pensi alla secolarizzazione dove la fede, se ce l’hai, te la devi tenere dentro, e non certo diffonderla nell’ambito di una società laica con carenze anche di valori civili, immaginiamoci religiosi.
L’Europa, dice lo stesso Francesco, sta vivendo l’inverno demografico. E’ ovvio quando si pensi che i giovani con gli studi universitari e la conseguente specializzazione e quindi ricerca di un lavoro tardano a sposarsi e certamente vivere castamente dall’adolescenza fino al matrimonio, in parole povere, dai 15 ai 30, ai 35 anni non è cosa facile, ma semplicemente utopistica. E’ anche giusto mirare all’utopia, ma la società è poco utopistica, molto pratica e quindi gli eletti ascoltino pure il santo padre e pratichino quanto dice, ma teniamo presente la diversa realtà dei nostri tempi e per quanto è possibile si pratichi l’onestà in primo luogo e in questa mettiamoci pure il corretto uso della sessualità per tutti, quella ovviamente possibile e praticabile.
Ultima ciliegina c’è anche da dire che nonostante la larghezza di vedute dei padri conciliari, in tanti concili lungo la storia della chiesa, è prevalso un puritanesimo eccessivo dai pulpiti senza badare alla vita concreta dei coniugi e degli stessi giovani.
Auguri, dunque, Santo Padre, che vengano tempi migliori e l’utopia da Sua Santità proposta diventi realtà!