Categoria : memoria e storia

“Il costume chiaramontese, di fine ‘600 e ‘700, nei resoconti documentali del tempo.” di Claudio Coda

Il costume chiaramontese, di fine ‘600 e ‘700, nei resoconti documentali del tempo.
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Il ricordo del costume maschile mi è affidato alla figura de tiu Martìne Tedde-Pintus che, sino ad una quarantina d’anni fa, attraversava le vie del paese a cavallo de un’ èbba murra [1] e vestiva con una camiciola bianca, un giustacore nero con doppia abbottonatura, ornato da due file di bottoni, su cappòtinu [2] nero con cappuccio; pantaloni in orbace e scarponi bullitàdos [3].. . E lui, fiero ottantenne (nato il 16.03.1894), attraversava il paese proveniente dalla località bìnza ‘e Màniga, in su Sassu ‘e jòsso, ove viveva in una bella casa -a palatu- con la moglie, tia Antonina Marras.

Ma per il passato, propongo alcuni indizi sul vestiario delle donne di paese del XVII sec, ripresi dal testamento di Candia Cossa, chiaramontese, e redatto nel 1661[4]:
[…] “su bardagore [5] de sa saja [6] qui tengio si vendat juntamente cu su imbustu [7] […] lasso a Julia Cossa sorre mia …sas manigas de sa raxetta cun su groppitu de ogni die unu telu, et una faldida de degue […], una berretina de belludu [8] negru, una bindella [9] de seda, et una careta [10] obrada [11] de seda in pannu cun su imbustu […].
Dall’inventario di Joanna Aquenzia di Chiaramonti (del 29 agosto 1665) [12] la descrizione del copricapo femminile:
“ una tiagliola de còna irrandàda (fazzoletto colorato e guarnito di pizzo).
A corredo dell’abbigliamento femminile, il collo era abbigliato da collane di corallo o perline di cristallo; alle orecchie, orecchini d’oro, pendenti d’argento o di metallo; alle dita, anelli d’oro e d’argento.
Nel testamento[13] di Battista Falqui (figlio di Cristophal e Juanna Mureddu – coniugato con Vittoria Sanna e fratello di Giorgio) stilato nel 1800, si citano, in spagnolo-sardo alcuni indumenti.
Questa l’ interpretazione:
[…] “Una camiciola di lana ratinata rossa e le sue maniche di escarlata (tela di lana)[14]. Nella stessa, due paia di bottoni d’argento, un paio grande a pendaglio e l’altro paio a “bucha” d’argento, piccolo. Un’altra camiciola di lana di media grana molto usata, un corsetto per gonna rosso con le maniche di velluto di seta rosso guarnito di filo d’argento con la bottoniera di 20 bottoni grandi a pendaglio. Un corpetto di damasco nero; un corpetto morbido di broccato verde […].
Inoltre, il Falqui, chiede: […] eclesiastica sepultura a mi cadaver entro la Iglesia de los RR.PP. Carmelitanos y en la capilla de Santa Anetta […]
Per concludere: il paese è stato sempre molto povero e per la manifattura si ricorreva a tessuti mediocri e deperibili.
Così, l’uso del costume, venne pian piano abbandonato e sostituito con abiti semplici e meno impegnativi.
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N.d.r.
a)- immagini che ho riprese in occasione dell’Esposizione Etnografica curata dall’Ass.ne “Coro Doria” -nel 2012- in Chiaramonti.
b)-
(1)- bianca
(2)- gabanella
(3)- suola chiodata
(4)- da ASSS – Archivio Storico di Sassari.
(5)- gonnella d’orbace a campana formata da più teli plissettati.
(6)- tipo di tessitura
(7)- busto
(8)- velluto
(9)- fettuccia
(10)- cuffia
(11)- orlata
(12)- da ASSS – Archivio Storico di Sassari
(13)- da ASSS – Archivio Storico di Sassari
(14)- tela di lana.
Tu, Antonella Abozzi e altri 11
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