Il nostro corrispondente da Hong Kong ovvero le peripezie di Oreste Carboni a cura di Ange de Clermont

LantauDa tempo ormai abbiamo un corrispondente da Hong Kong, precisamente dall’isola di Lantau. Il nostro abita in una frazioncina non molto distante dal mare, purtroppo molto inquinato tanto che egli non ama bagnarsi in quelle acque. La sua abitazione è posta al piano terra di una casa col piano sopraelevato dove abita un cinese transfuga con la sua famigliola dalla Cina comunista  (a quanto pare un vero paradiso terrestre), uno strano tipo con moglie e figlie bruttissime come il diavolo, a sentire lui! Intanto si tratta di famiglia che in Cina sarebbe esiliata nei lontani paesini perché ha avuto l’ardire di farsi due figlie. Inoltre trattasi di un tipo strano che ha scelto di trasformare la sua abitazione in una bottega artigiana. Moglie e figlie escono ogni mattina, lui chissà perché resta chiuso in casa dandosi da fare non si sa che cosa. Il nostro corrispondente non sa più come fare a causa di questi efferati crimini. Il primo: avendo assicurato lo sportellino delle bombole con una catena e con lucchetto italiano perché i malavitosi non gli rubino il fuoco, questo signore che chiameremo Sciam Po, che cosa ti combina un giorno?  Avendo bisogno della catena la sottrae alla sua funzione assicurativa delle bombole e lasciando il lucchetto a bocca aperta sottrae il malloppo per usarlo chissà per completare quale diavoleria. Il nostro corrispondente  Oreste CarboniP  va su tutte le furie, chiama l’uomo e lo processa parlando in lingua italiana dandogli dell’incivile che è comprensibile con l’inglese conosciuto dall’uomo. Il cinese fa finta di non capire la rabbia dell’uomo, allora Oreste  gli parla in inglese strascicato, in attesa che dal continente arrivi la sua giovane consorte che si esprime non solo in cinese corrente, ma anche in mandarino. In attesa della moglie, stilista apprezzata in tutta la Cina, la chiama al telefono e in italiano, lingua che la donna conosce, le racconta l’efferato crimine compiuto dall’inquilino soprano. La moglie assicura una bella lavata di capo per l’uomo e quando a fine settimana arriva, bussa alla casa del cinese, che scende giù da basso e urlando come un’ossessa gliene dice di cotte e di crude, ma soprattutto chiede indietro la catena corpo del reato. L’uomo terrorizzato dal piglio della giovane moglie  mena il can per l’aia adducendo la scusante che lui aiuta il governo locale a bruciare i rifiuti e che lui ha lavorato con onore in Giappone in Cina. Con l’incalzare dei rimbrotti della giovane moglie il poveretto promette di restituire la catenella nuova fiammante dicendo che ha compiuto il crimine per estrema necessità. Venti giorni dopo Oreste trova la catena nuova fiammante al suo posto col lucchetto italiano a bocca chiusa.

La storia criminale sarebbe finita qui se l’uomo non ne avesse combinato un’altra delle sue: in una mattina piovosa, dovendo uscire a far la spesa, e non essendo dotato di un ombrello, vede che sulla ringhiera di confine di Oreste ci sono ben cinque ombrelli in esposizione e lui, proditoriamente, ne prende uno ed esce riparandosi dalla pioggia. Di lì a poco anche Oreste è necessitato a uscire e va a rifornirsi del suo più amato ombrello, ma invano, l’ombrello è scomparso. Oreste, alto un metro e settanta, folta capigliatura bionda, 65 anni ben tenuti da sembrare sessantenne, faccia da attore, aspetta dietro la porta di casa, spiando dai cardini, in attesa che il cinese Sciam Po rientri. L’uomo rientra tranquillo riparandosi dalla pioggia con l’ombrello prediletto da Oreste. La sua ira esplode di nuovo in lingua italiana e poi in inglese, l’uomo, ripetendo  Sorry, Sorry, che sarebbe Scusi scusi, e sorridendo sotto i baffi lascia il nostro corrispondente di stucco. Egli s’incavola sempre di più e si sfoga telefonando alla moglie che sta in Cina al lavoro e narrandole il secondo crimine dell’uomo. La donna dall’altra parte del telefono a circa trecento chilometri di distanza, garantisce che appena tornerà a casa darà una bella lezione in cinese corrente e mandarino al solito furfante.  E così avvenne due giorni dopo sia in lingua corrente sia in mandarino. L’uomo mortificato si scusa anche in cinese e la cosa finisce lì. Ma i guai di Oreste non finiscono lì.

il solito Sciam Po, nottettempo, mentre Oreste e la sua giovanissima consorte dormono il sonno dei giusti, si fa per dire, compie un altro misfatto e passando a pascolo abusivo nel suo giardino prende la pompa di Oreste per raffreddare il cemento appena spalmato durante il giorno nella facciata della casa e manipolandola gliela sega in più parti. Potete immaginare agevolmente il consueto protocollo della condotta di Oreste perché ve la ripeta. Il tutto finisce che l’uomo gliela ricompra  nuova e si prende la vecchia, più idonea ai suoi bisogni. Oreste è ai limiti della sopportazione e vorrebbe con i dieci spiedi di circa 70 cm. infilzare l’uomo, poi ci ripensa e recede dal delitto grave che vorrebbe compiere. Il giorno dopo Sciam Po, la moglie e le due figlie brutte come il demonio (testuali parole di Oreste) lo salutano con Sorry a destra e Sorry a sinistra, a Oreste però non va giù questa catena criminogena e si arrabbia meditando una vendetta definitiva. La espone alla moglie che gli dice:- Tu mi vuoi lasciare sola, io ho bisogno di te!- Oreste abbracciandola recede dal delitto e assicura la moglie che caccerà via sempre dalla sua mente la soluzione finale.

Ma il nostro Sciam Po ne combina una delle sue. Egli possiede due cani che bivaccano sulla finestra da cui scorrono due mezzi tubi per la raccolta delle acque e finiscono nel pluviale a soli 50 cm. dalla casa di Oreste. Che fanno i cani? Fanno la pipì sul davanzale dotato di canaletta e il liquido maleodorante va a scorrere nei pressi della porta d’ingresso di Oreste. Salvati cielo, Oreste s’infuria e medita vendetta.

Come finirà questa tormentata storia? Oreste ce lo dirà alla prossima corrispondenza da Hong Kong!

Commenti

  1. Carissimo,come promesso ho trovato il tempo di scriverti.
    Come da colloquio telefonico,nel tuo resocnto ci sono alcune inesattezze che mi affretto a correggere.
    La mia capigliatura era nero carbone e non bionda(ora grigiastra).
    Non dicono l’inglese sorry ma lo sfottente soria col sorrisetto e l’inchino.
    I cani son 3 e bivaccano sul balcone sopra di me.
    Questione pompa.Due scemi suoi amici,senza mia autorizzazione,entrano nel mio giardino buttando la pompa sulle piante di pomodoro spezzandole.
    Hai dimenticato l’episodio del sofa’ calato dal primo piano.
    Verso le 14, mentre esco in giardino,vengo sfiorato da un canapo tipo quelli che si usano per trainare le navi.
    Lo chiamo a gran voce e glielo faccio ritirar su.
    Dopo 4 ore,mentre cenavo,sento dei rumori dal di sopra.
    Ingoio in fretta e bevo per far si che non mi rimanga il cibo in gola.
    Che ti vedo?
    Le mie due belle piante di limonina su due vasi cinesi di 60 cm di altezza,schiacciate.
    Beh,santo non lo sono mai stato.
    Mostrandogli il pugno gli urlo ripetutamente you are stupid stupid stupid.
    E lui che insieme all’amico cinese ha poggiato il sofa’ sulle mie piante che fa’?
    Col solito sorriso sfottente dice soria soria con tanto di inchino.
    Deve ringraziare il barlume di lucentezza mentale se non l’ho massacrato di botte.
    Amo la liberta’e la galera mi fa ribrezzo e nostalgia.
    Un abbraccio.
    Oreste Carboni

    carboni.oreste@yahoo.it
    Settembre 4th, 2013
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