Il discorso di Piero Grasso, presidente del Senato

 

Il primo discorso di Piero Grasso

“Vorrei rivolgere il primo discorso a quei cittadini che stanno seguendo i lavori di quest’aula con apprensione e speranza per il futuro di questo paese”, ha detto Piero Grasso, neoeletto presidente del Senato, prendendo la parola nell’aula di palazzo Madama. Un Paese che “mai come oggi – ha detto – ha bisogno di risposte rapide e efficaci all’altezza della crisi economica politica e sociale che sta vivendo. Mai come oggi la storia d’Italia si intreccia a quella europea, i destini sono comuni. Compito della politica è restituire ai cittadini la coscienza di questa sfida”.
“Abbiamo il diritto e la responsabilità di indicare un cambiamento possibile”, ha sottolineato il neopresidente, aggiungendo che “dobbiamo indicare un cammino a lungo termine, una nuova fase costituente che sappia stupire e stupirci”. “Quando ieri sono entrato per la prima volta da senatore in quest’aula mi ha colpito l’affresco sul soffitto, riporta quattro parole che sono state sempre di grande ispirazione per la mia vita: giustizia, diritto, fortezza e concordia. Quella concordia, quella pace sociale, di cui il Paese ha ora disperatamente bisogno”.

Un pensiero ad Aldo Moro

Poi il ricorda in Aula dell’anniversario del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione della scorta. Tra gli applausi dell’intero emiciclo. “A loro va il nostro omaggio deferente e commosso”, commenta Grasso che ricorda in Moro “un esempio”. “In Aldo Moro il terrorismo brigatista colpì il dirigente politico che aveva compreso il bisogno e le speranze di generazione della società italiana. Come Moro scrisse: ‘il destino di un uomo non è realizzare pienamente la giustizia ma di avere sempre fame e sete di giustizia. Oggi migliaia di giovani a Firenze hanno partecipato alla giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia. Vi confesso che mi è molto dispiaciuto non poter essere con loro come ogni anno. Hanno pronunciato 800 nomi di vittime della mafia, persone innocenti uccise nel pieno della loro vita. Il loro impegno, il loro sacrificio, il loro esempio deve essere nostro faro. Ho sempre cercato verità e giustizia e continuerò a cercarle da questo scranno, auspicando che venga istituita una nuova Commissione d’Inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese. Ho dedicato la mia vita alla lotta alla mafia in qualità di magistrato – osserva Grasso – e devo dirvi che dopo essermi dimesso dalla magistratura pensavo di poter essere utile al Paese in forza della mia esperienza professionale nel mondo della giustizia, ma la vita riserva sempre delle sorprese”. “Oggi interpreto questo mio nuovo e imprevisto impegno con spirito di servizio per contribuire alla soluzione dei problemi di questo Paese”, prosegue.

Standing ovation

Un grande applauso ha avvolto il neo presidente quando ha ricordato Teresa Mattei, la più giovane eletta della Costituente, nel suo discorso di insediamento. Nuova standing ovation quando ha letto parola per parola l’intervento pronunciato da Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani, nella Basilica di San Domenico a Palermo ai funerali di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti di scorta dopo la strage di Capaci.

Giustizia e cambiamento

Questa è la sfida che abbiamo davanti. Ci attende un intenso lavoro comune per rispondere con i fatti alle domande dei cittadini che chiedono soprattutto giustizia sociale, più etica, nella consapevolezza che il lavoro è uno dei principali problemi. Penso alla politica che va cambiata e ripensata dal profondo nei costi, nelle regole, nei servizi e nelle consuetudini, nella sua immagine rispondendo ai segnali che i cittadini ci mandano. Quest’aula spero diventi come una casa di vetro. Quanto sia radicale e urgente il tempo del cambiamento lo dimostra la scelta del nuovo Pontefice, Papa Francesco, i cui primi atti hanno evidenziato un’attenzione prioritaria verso i bisogni reali delle persone”.

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