Categoria : memoria e storia

Pedru sa Radio di Antonio Maria Murgia (Italian and English)

Nella valle di Oloiti, in Su Sassu di Chiaramonti, nei pressi della primonovecentesca chiesetta di San Giuseppe, località di abbondante macchia mediterranea, lavorava il carbonaio Pietro Spanu, conosciuto col sopranome di Lumbardu, uomo ben voluto e apprezzato da tutti, come gran lavoratore. Col suo asino trasportava di norma tre sacchi di carbone per volta, percorrendo l’unico tratturo comunale, con impreviste insidie nel percorso accidentato da buche, salite, ripide discese, fiumi in piena, frasche che rallentavano il passaggio del carico. L’uomo e la bestia arrivavano a destinazione sfiniti dai diversi imprevisti incontrati lungo il disagiato percorso, per la consegna del carbone per continuare a far girare l’utile mulino a vapore per la macina del grano che serviva alle massaie di Chiaramonti a fare il pane in sostituzione del vecchio mulino a vento che ancora resisteva sul colle miocenico di Codinarasa a 462 metri sul livello del mare sfidando i ruderi del castello dei Doria, a 467 msm.

 Era un freddo mattino invernale, Lumbardu, col suo solito carico di carbone a dorso d’asino, portava in paese i sacchi di carbone al mulino del grano, nell’attraversare il fiume Filighesos, che confluisce sul fiume Chirralza, l’impeto delle acque era talmente forte che improvvisamente vide l’asino in difficoltà trascinato dalla corrente. A quel punto decise di tirar fuori dal fiume l’asino con tutto il carico immergendovisi vestito nelle fredde acque, l’impresa riuscì, dopo tanti tentativi per impedire la perdita dell’asino e del carico. A operazione riuscita, scaricò dall‘asino i sacchi di carbone, e, tolti i finimenti, invitò la bestia al pascolo. Quel giorno il Lumbardu dovette rinunciare alla consegna del carbone che dovette spargere sul prato, lontano dal fiume, perché asciugasse e riacquistasse il peso tarato; operazione che non poté eseguire per i suoi vestiti fradici per non restare all’aria nudo come un verme.

A causa di questa vicenda l’uomo si ammalò alle corde vocali che da quel giorno gli s’infiammarono in modo cronico al punto che quando parlava più che la voce normale di un uomo pareva la voce di uno che parlasse dalla radio. Per questo motivo si beccò il soprannome di Pedru sa Radio.

                  Carbone a buon mercato per tutti   

 I militari chiesero a mio padre di potersi rendere utili alla produzione di carbone, avendo visto al lavoro il carbonaio nella zona. Cosi presi accordi col carbonaio Pedru sa Radio, si adoperarono alla produzione, col consenso di mio padre. Il carbonaio, essendo nostro parente, da parte di mia madre, cugino in secondo grado, emmanueru, iniziò il lavoro con i militari, tagliando con l’accetta, sa istrale, della legna dal bosco, come materia prima necessaria alla produzione del carbone. Successivamente furono predisposte varie carbonaie, sas cheas. In una decina di giorni il carbone vegetale fu preparato e trasportato e così nei pressi del nostro casolare si videro enormi mucchi di carbone, accatastati per poi essere trasportati al mulino del paese. Nei miei ricordi di bambino osservatore, di bambino giocoso, sempre alla ricerca di nuove emozioni, vista la catasta alta di carbone, dal piazzale vi salii sopra e dall’alto di quel balzo artificiale notavo il passaggio dei viandanti del tratturo comunale: chi con asini, chi con cavalli, di rado col carro trainato da buoi galluresi, carichi di mercanzie o di sacchi di grano, che giornalmente transitavano per recarsi  al mulino del paese. La fila indiana dei viandanti ad un tratto scompariva a causa di una discesa del 20% e poi riappariva sul dosso della strada per avviarsi più agevolmente verso il paese. Dei viandanti alcuni provenivano dalla Gallura a dorso di cavallo o asino, altri  procedevano appiedati con le bestie al guinzaglio, fiancheggiando il fiume in piena nei giorni di pioggia e tenendosi lontani dalla cascata s’istrampu per poi guadare più a valle il fiume Filighesos ° nella vallata  i cui terreni appartenevano ai  Brundu di Oloiti.

Il carbone prodotto con l’aiuto dei volenterosi militari veniva sempre più accatastato, ancora fumante,  nella vicina casa, formando un grosso mucchio. Il  balzo formato dal carbone era per me un gioco, vi salivo sopra per spaziare sul tetto, in tegole marsigliesi.  Il carbonaio “Pedru sa radio,” col consenso di mio padre, fu autorizzato a vendere il carbone per sfamare la sua numerosa famiglia. Si rallegrò non poco di quel permesso, perché il nostro carbone si trovava al di qua del fiume Filighesos vicino al nostro casolare da cui si poteva procedere direttamente verso il paese. Questo ben di Dio, però, durò poco per l’episodio che narrerò più avanti.

“This is a machine translation with google”

Peter radio

In the Valley of Oloiti in on Sassu of Chiaramonti, near the early twentieth century church of St. Joseph, with plenty of places Mediterranean, Pietro Spanu worked the coal, known Lumbardu nickname of a man well-liked and appreciated by all, as much worker. Usually with his donkey carrying three bags of coal for Once, along the only local cattle track, with unforeseen pitfalls in bumpy ride from holes, slopes, steep slopes, rivers in flood, branches that slowed the passage of the load.

The man and the beast arrived at their destination exhausted by the various contingencies encountered along. The inconvenient location for the delivery of coal to continue to useful to turn the steam mill to grind the wheat that was used to housewives of Chiaramonti to make bread in place of the old mill wind on the hill which still resisted the Miocene Codinarasa to 462 meters above sea level by challenging the ruins of the castle of the Doria, in 467 m above sea level.

It was a cold winter morning, Lumbardu, with his usual array of coal on a donkey, carrying bags of charcoal in the village to the mill wheat, Filighesos in crossing the river, which flows on Chirralza River, the rush of water was so strong that Suddenly he saw the donkey dragged by the current difficulties. A Then he decided to pull the ass out of the river with their cargo dipping there clothes in cold water, the company succeeded, after many attempts to prevent the loss of the donkey and load. In operation successful, the donkey unloaded sacks of coal, and removed the harness, invited the beast out to pasture. That day he had to give Lumbardu the delivery of coal that had spread onto the lawn, away from River, because they dry out and regained the weight calibrated; operation could not perform to his clothes soaked in order to stay fresh naked as a worm. Because of this incident the man fell ill on his vocal chords from that The days were filled so chronic to the point that when he talked more that the normal voice of a man’s voice seemed to speak from a radio. For this reason, you’re gonna get the nickname Radio Peter know.

Cheap coal for all

The military asked my father to be able to make it useful for the production coal, the coal having seen the work in the area. So I tookagreements with coal knows Pedru Radio, worked with the production, with consent of my father. The coal, being our kinsman, by
My mother’s second cousin, emmanueru, began working with military, cutting with an ax, istrale know, the wood from the forest, as a raw material for the production of coal. Subsequently a number were prepared charcoal, sas cheas. In a ten days, the charcoal was prepared and shipped, and so near our house we saw huge piles of coal, stacked before being transported to the mill of the country. In my childhood memories observer, playful child, always looking of new emotions, given the high pile of coal, the square will I climbed over and jumped from the top of that I noticed the passage of the artificial the local sheep-track travelers: those with donkeys, some in horses, rarely by oxcart Gallura, loads of merchandise or sacks wheat, which transited to travel daily to the mill of the country. The a row of Indian travelers to suddenly disappear because of a descent 20% off and then reappeared on the road to start over easily to the country. Some of the travelers were from the Gallura on horseback or donkey, proceeded on foot with the other animals on a leash, lining the river in flood in the days of rain, and away from the waterfall and then wading s’istrampu more downstream the river Filighesos degrees in the valley whose lands belonged Brundu of the Oloiti.

The coal produced with the help of the military was always willing more stacked, still smoking, in the neighboring house, forming a large heap. The leap from coal was formed for me a game, I went up there to space above the roof tiles from Marseilles. The coal “Pedru
knows radio, “with the consent of my father, was allowed to sell coal to feed his large family. Rejoiced not a little of that permission, because our coal was on the other side of the river Filighesos near our house where we could proceed directly to the country. This gift of God, however, was short-lived for the episode that I will tell later.

“This is a machine translation with google”

 

Commenti

  1. Antonio Maria Murgia, partito da Chiaramonti a 17 anni, torna per vari mesi in paese come fanno tanti chiaramontesi che vivono nell’isola o in continente. Antonio Maria però ha fermato i ricordi, dall’infanzia alla giovinezza, nella memoria di ferro e va rievocandoli con una certa emozione. Gli episodi sono tanti e ogni anno con pazienza si riesce a postarne un pò!
    Grazie Antoni’ Mari’.
    Angelino Tedde

    scriptor
    Agosto 1st, 2011
RSS Sottoscrivi.