Premiati con “Lo stilo d’oro 2009” Fulvio De Giorgi e Fabio Pruneri
“IL PREMIO LO “STILO D’ORO” 2009
E’ stato assegnato allo storico dell’educazione Fulvio De Giorgi per il saggio Il medioevo dei modernisti, Editrice La Scuola, l’ambito Stilo d’oro al XX Premio Internazionale Raffaele La Porta 2009 per la sezione Pedagogia storica.
Il riconoscimento, ex aequo, con il saggio di Fabio Pruneri L’istruzione popolare dall’unità d’Italia all’età giolittiana, è stato votato all’unanimità dalla giuria composta dai professori Gaetano Bonetta (presidente), Franco Cambi, Rosella Frasca, Fulvio Luciani e Lucia Capozzi. La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 5 dicembre a Pescara presso il Palazzo della Provincia, in piazza Italia 30, a partire alle ore 10″.
ll volume di De Giorgi, che coniuga la storia dell’educazione e della pedagogia con quella della cultura italiana tra Ottocento e Novecento, focalizza l’attenzione sul periodo del modernismo. Partendo dallo studio di Fogazzaro, Gallarati Scotti, Semeria e Murri fino a Tocco e Prezzolini, la ricerca mette in luce come questi intellettuali abbiano recuperato figure-chiave dell’età medievale, fornendo modelli di comportamento fungibili sul piano dell’educazione e dell’autoeducazione. Da questo intervento nasce una pedagogia della libertà che vuole ripsondere alle sfide del nietzschianesimo: il Santo come alternativa al Superuomo.
Per cogliere i meccanismi evolutivi del sistema formativo italiano gli studiosi hanno impiegato paradigmi interpretativi di lungo periodo e i contributi offerti dallo studio di singole istituzioni educative. Questi due versanti storiografici si intrecciano nel lavoro di Fabio Pruneri che vuole essere, da un lato, uno studio sul processo di alfabetizzazione e formazione dei ceti popolari in Italia dopo l’Unità, dall’altro una verifica di quanto le istituzioni nazionali hanno prodotto in ambito scolastico in una porzione ristretta di territorio. Nel periodo preso in esame, dall’Unità d’Italia all’età giolittiana, la scuola primaria fu il luogo della trasmissione del leggere, scrivere e fare di conto, ma tra i banchi e nelle aule si giocò anche la partita della costruzione dell’identità nazionale, particolarmente avvertita dalla classe dirigente locale. La ricerca condotta in questo volume parte dallo studio delle pratiche didattiche nella scuola elementare tra Otto e Novecento e si estende fino ad assumere i tratti una storia sociale e della formazione nella città di Brescia (politiche assistenziali, forme di animazione giovanile, istituzioni educative per l’infanzia e i lavoratori). Attraverso l’impiego di documenti inediti, dà voce agli attori di questo processo: gli amministratori, gli educatori, i maestri, nella loro quotidiana lotta all’ignoranza.
(Recensioni degli editori La scuola e Vita e Pensiero)