Intervallo poetico tra il Si e il No! “I colori dell’autunno…” di Sarah Savioli

sarah-savioliSarah è donna, è mamma, è moglie, ma a lei come a tutti non mancano i momenti bui. Io continuerei a respirare l’aria fresca del mattino. I cicloni arrivano, passano, occorre evitarli, poi la vita ricomincia. Passerà anche Trump I.

Dunque.
Adesso con più calma, a bocce appena più ferme, un pochino distanti dallo shock iniziale che non permetteva di vedere le cose con lucidità.
Che faceva essere un po’ apocalittici, diciamo.
Stamattina c’è il sole, i colori dell’autunno allietano con la loro morbidezza le strade ed i viali.
Ho respirato profondamente l’aria fresca del mattino, ho anche aspettato che qualche uccelletto canterino si appoggiasse sul davanzale mentre preparavo la colazione per farmi avvolgere dalla serenità serafica dei personaggi di Walt Disney.
Mi sono impegnata.
E da brava donna che vede sconvolgere il mondo, come femminilmente si fa anche alla vigilia di un divorzio o per un lutto, sono andata immediatamente a tagliarmi i capelli.
La parrucchiera me li ha tagliati così male che sto pensando di andare con la cuffia per i prossimi tre mesi, ma non mi sono neanche arrabbiata perchè adesso sembro un fungo atomico e quindi di fatto continuo comunque a sentirmi piuttosto a tema.
Poi non paga, ho fatto uno degli atti più lesionistici che possa fare una massaia, ossia andare a fare la spesa in Ipercoop alle 10.30, coi pensionati che non ci saltano fuori alle casse self.
Accenderei la televisione per darmi il colpo di grazia, ma non me la sento. E poi appunto mi sto riproponendo di essere positiva e credere ancora negli esseri umani.
Perchè Trump è un problema, ma chi lo vota lo è di più.
E in questo sfacelo che avvolge tutto il mondo e sul futuro si accumulano nubi minacciose, in realtà non mi dispiace per me.
In caso di catastrofe nucleare spero solo che il tutto sia rapido. Altro che rifugio atomico, io sono una di quelle che nel caso correrà verso l’esplosione con lo specchietto da abbronzatura per far prima.
Per quel che mi riguarda, devo dire che, come diceva Altan “Noi farfalle viviamo solo un giorno e alle due del pomeriggio se ne hanno già le palle piene”.
Mi dispiace per mio figlio, per il suo sorriso innocente e la sua voglia di scoprire e conoscere.
Mio figlio che ha ancora parecchi anni davanti a sè durante i quali vedere frantumare i suoi sogni, essere deluso su quasi tutti i fronti e capire quanto tutto l’impegno, la capacità e la competenza di questo mondo non possano sostituire in alcun modo un colpo di fortuna.

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