Categoria : recensioni

Sigismondo Arquer di Paolo Amat di San Filippo

S. LOI, Sigismondo Arquer. Un innocente al rogo, AM&D, Cagliari 2003, €.20,00.

burning-01Il professor Loi, autore del libro, pubblicato dalla AM&D , dal titolo: “Sigismondo Arquer – Un innocente sul rogo dell’Inquisizione”, ha dottamente illustrato ai presenti la figura di questo “Letrado” sardo-aragonese che, dalla sua tristissima e ingiusta fine sul rogo dell’Inquisizione, a Toledo nel 1571, emerge gigantesco per la fermezza nel sostenere le sue idee e contrastare le accuse d’eresia formulate a suo carico.

images-44Sigismondo, uomo di cultura enciclopedica europea, pur essendo nato a Cagliari nel 1530, si laureò in “utroque jure” a Pisa il 12 maggio 1547, e in Teologia a Siena il 25 dello stesso mese. Tornato in Sardegna, ricoprì importanti incarichi nell’amministrazione cittadina, ma presto si trovò invischiato nella rivalità che da anni vedeva contrapposti suo padre il dottor Giovanni Antonio, avvocato fiscale e don Salvatore Aymerich, personaggio emergente nella nuova feudalità sarda, aperto oppositore del viceré Cardona.

images-47La fazione capeggiata dall’Aymerich era diventata molto potente, sia per i consistenti contributi in denaro elargiti da don Salvatore a Carlo V, sia per i probabili rapporti di parentela che legavano don Salvatore al padre domenicano Nicolau Eymerich (Aymerich), autore di un libro, dal titolo: “Directorium Inquisitorum” che codificava, la prassi inquisitoria del Santo Uffizio contro gli eretici. In queste circostanze don Giovanni Antonio Arquer fu addirittura accusato di stregoneria e di appropriazione indebita, stante anche il fatto che anche il vescovo d’Alghero, che era stato nominato Visitatore del Regno per appianare le ostilità fra gli Arquer e gli Aymerich, si era apertamente schierato a favore di quest’ultima fazione.

images-48Arrestato dal tribunale del Santo Uffizio, sottoposto però agli arresti domiciliari, don Giovanni Antonio Arquer era riuscito a fuggire in Spagna, dove il principe Filippo aveva decretato l’annullamento dei procedimenti giudiziari a suo carico.

Sigismondo era diventato amico del medico sassarese Tommaso Roca conosciuto, all’Università di Pisa, dove studiavano entrambi. Anche il Roca fu processato e condannato per “luteranesimo”.

Per cercare di impedire la confisca dei beni paterni che era stata comminata, Sigismondo decise di rivolgersi all’imperatore. Imbarcatosi per l’Italia nel settembre 1548, salvatosi da un naufragio, dopo due mesi arrivò a Pisa, e di lì si diresse verso la Germania. Ammalatosi nell’attraversare le Alpi, fu ospite, a Zurigo, di Konrad Pellikan, per i buoni uffici del quale fu ospitato, a Basilea, dalla Fondazione Erasmo, fino al 1549. Qui scrisse per Sebastiano Munster, suo collega ed amico dal tempo dell’Università di Pisa, la parte concernente la Sardegna, apparsa, nel 1550, nella seconda edizione della “Cosmographia Universalis “ del Munster .

images-49Passato da Basilea ad Augusta, nel 1551 giunse finalmente in Spagna, dove il principe Filippo lo nominò, nel 1554 Avvocato Fiscale in Sardegna. In questa nuova carica Sigismondo cercò di contrastare l’invadenza della fazione Aymerich, confermando gli arresti per don Salvatore implicato, come mandante dell’omicidio di Gerolamo Selles fratello del consigliere terzo di Cagliari Bartolomeo Selles, avversario della consorteria Aymerich che era stato anch’egli vittima di un’aggressione da parte dei partigiani dell’Aymerich.

Il 31 agosto 1556 Sigismondo fu arrestato e comandato di discolparsi in Spagna. Nel 1558 l’infanta Giovanna, reggente per conto del fratello Filippo, lo scagionò da ogni accusa riconfermandolo nella sua carica di avvocato fiscale.

Gli avversari, a questo punto lo accusarono di eresia; il procedimento inquisitorio, svoltosi in breve tempo ad opera del vescovo di Cagliari Parragues de Castellejo, si concluse con l’assoluzione di Sigismondo.

La persecuzione dell’Inquisizione però non dava requie; nel 1563 furono arrestati un gruppo dei suoi amici e per ultimo Sigismondo.

Le accuse di “luteranesimo” formulate contro l’Arquer si basavano soprattutto sui suoi rapporti d’amicizia con persone accusate d’eresia e sul fatto che aveva fatto assolvere, difendendolo con molto accanimento, un commerciante di Cagliari Mattia Malla accusato di ”patti col demonio”.

A quel tempo, nel quale l’ignoranza e la superstizione pervadevano tutti, clero compreso, era facile che motivi anche abietti potessero indurre taluno a denunziare chiunque al Santo Ufficio per “luteranesimo”; con questo termine si intendeva qualsiasi critica che venisse fatta alla Chiesa ed ai suoi ministri, anche se limitata al loro comportamento etico o economico-finanziario.

Sigismondo fu condannato al rogo. Nella frenetica battaglia dell’Inquisizione contro l’eresia, furono considerati prove del “luteranesimo” dell’Arquer i suoi rapporti d’amicizia con alcuni condannati o solamente sospetti d’eresia, l’aver denunziato, nella sua storia della Sardegna inserita nella “Cosmographia” del Munster, la vita dissoluta di alcuni ecclesiastici sardi del suo tempo, e l’essersi difeso citando passi della Bibbia. La dignità e la sua perseveranza nel difendersi e le sue argomentazioni giuridiche e canoniche furono considerate protervia, e la stessa fierezza nel rifiutare d’abiurare le proprie idee una conferma della sua colpevolezza. L’unica persona che ebbe pietà per il povero Sigismondo fu forse quel soldato che mentre questi veniva consumato dalle fiamme, ne interruppe le sofferenze trafiggendolo con l’alabarda.

L’esposizione del professor Loi ha avvinto il pubblico che ha fatto al relatore molte domande ad alcune delle quali il professore ha risposto esaurientemente, ma stante il numero di domande e l’ora tarda, gli è stato richiesto, a gran voce, di poterlo sentire ancora in un’altra conferenza su questa interessantissima tristissima storia.

Commenti

  1. A mio modesto parere Arquer è un grande Sardo e non solo sardo.
    La coerenza con le proprie convinzioni e aver difeso la libertà di pensiero fino al rogo ne fanno un simbolo per la nostra Terra.

    antonio gavo
    Dicembre 9th, 2011
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