Categoria : narrativa

Brenzo e il diavolo di Ange de Clermont

Brenzo il diavolo

A mia nipotina Beatrice T

  Ogni bimbo, alla nascita, riceve dal Signore un angelo perché vegli su lui, per tutta la vita. Satana però, il nemico del Signore, spedisce subito accanto a quel bimbo un diavolo, perché resti accanto a lui tutta la vita, contrastando l’azione buona dell’angelo. Ai tempi dei tempi, in un paese di collina, dentro una casa non tanto piccola né tanto grande, nacque un bambino. Il padre al Comune lo fece chiamare Brenzo. Il Signore come al solito appena nacque gli mandò un angelo accanto e Satana, brutto e invidioso, gli pose accanto un diavolo molto cattivo. Brenzo crebbe e divenne grandicello sempre accompagnato dall’angelo e dal diavolo. Quando parlava l’angelo, però, Brenzo faceva orecchie da mercante, quando parlava il diavolo Brenzo lo ascoltava con attenzione e faceva tutte le monellerie possibili e impossibili verso i suoi compagni tanto che tutti lo chiamavano Brenzo il diavolo. Spesso Brenzo il diavolo, per spaventare i compagni, seguiva i consigli di colui del quale era diventato amico e che gli stava sempre vicino spingendolo al male. Un giorno, mentre Giannetto correva verso la bottega di un venditore di ricotta, detta mustia, Brenzo il diavolo si fece vedere comparendo all’improvviso da un vicolo con una maschera che rassomigliava tanto al suo brutto diavolo. Giannetto, spaventato, non riuscì a fermarsi davanti alla bottega del ricottaro, ma corse per tutta la Strada del Pozzo e per poco non cadde lungo il pendio della collina. Brenzo, soddisfatto, con gli occhi di brace, rise e per qualche istante prese le sembianze del diavolo. Crebbe Brenzo e si sposò con una bella ragazza che gli diede due figli. Tutti nel paese speravano che diventasse buono, invece, Brenzo il diavolo divenne ancora più cattivo e spesso, in preda all’ira, picchiò la moglie, cosa orrenda davanti al Signore e agli uomini. Le donne mormoravano dicendo: -Brenzo ha venduto l’anima al diavolo e deve aver licenziato l’angelo.- Le donne non avevano torto. Brenzo un giorno, recatosi in un cimitero abbandonato alle pendici del colle, presso l’altare di una chiesa sconsacrata, seguendo l’esempio di un altro suo compagno, aveva venduto l’anima al diavolo, che da quel giorno poté cacciare via l’angelo e lasciare Brenzo in balìa del diavolo. Il diavolo gli aveva promesso di farlo diventare ricco. Divenuto giovanotto, il diavolo suggerì a Brenzo di recarsi lontano dal suo paese, in un luogo dove avrebbe trovato miniere d’oro. Brenzo partì e giunse in una terra ricca di miniere, ma non d’oro, bensì di carbone. Brenzo però non si accorse dell’inganno e sperò di trovare prima o poi un bel filone d’oro in mezzo a tanti filoni di carbone. La sua speranza andò via delusa tanto che Brenzo cercò di riscattare la sua anima dal diavolo, che non gli concesse mai il riscatto, essendosene andato via l’angelo: l’unico che potesse costringere il diavolo a sciogliere il patto. Brenzo, vistosi beffato, divenne ancora più cattivo con tutti, tanto che alla fine rimase solo e si ammalò. Al momento della morte cominciò a bestemmiare e a maledire il giorno che era nato. Uscita l’anima dal corpo, Brenzo, imprigionato e in compagnia del diavolo, se ne andò all’inferno dove la sua anima fu collocata sopra un braciere ardente di un fuoco che non si spegnerà mai. Il diavolo si era beffato di lui.     
          

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