Categoria : storia

“Intervento per il libro di Gianni Vulpes” di Angelino Tedde presso l’UNISS

Gianni Vulpes, I laureati dell’Università di Sassari 1754-1764.Saggi biografici di un ceto egemone. Tas Prinring Art, Sassari 2025. pp. 430

Angelino Tedde

Dopo gl’interventi del Magnifico Rettore che ha illustrato gl’interessi euristici di Gianni Vulpes;  quello di prof. Giampaolo Brizzi  che ha collocato l’ateneo sassarese  nell’abito delle dinamiche universitarie dei vari stati italiani ed europei in crisi; l’intervento dello stesso Vulpes che  ha illustrato un segmento del suo vasto saggio che costituisce un contributo fondamentale per far luce sul  periodo considerato precario dell’ateneo sassarese, in crisi non solo per le conseguenze della peste seicentesca ma anche per la decadenza spagnola.

A me   non resta che fare alcuni cenni sull’ateneo  di Sassari che ha accolto  questi 168 studenti sardi, tra cui quattro forestieri

 Come gli studiosi della città hanno ampiamente illustrato, la vita cittadina si svolgeva entro le mura di oltre due chilometri con pianta pentagonale coi  suoi circa 13 mila abitanti e il suo accesso era date dalle quattro porte poste ai punti cardinali urbani, Porta Sant’Antonio a nord, Porta Macello (o di Rosello) a est, Porta Castello a sud e Porta di Utzeri a ovest. Se queste porte davano accesso alle derrate alimentari dei contadini e dei commercianti in particolare da porta  Sant’Antonio,  dalla cui chiesa dirimpettaia i Cappuccini, per il troppo chiasso, avevano preferito scambiare la chiesa con i padri Servi di Maria, spostandosi sul colle detto poi  dei Cappuccini fuori della città.

Il periodo interessato vede Sassari ormai arcidiocesi  che già dal 1441 aveva sostituito con la chiesa di San Nicola, l’antica sede di San Gavino di Portotorres; la presenza dell’arcivescovo, dei pochi gesuiti, ma anche da pochi insegnanti laici, (Antonello Mattone nell’introduzione al saggio della Verzella parla addirittura addirittura di un insegnante per facoltà).

La città popolata da circa 13 mila abitanti, chiusa da mura calcaree di oltre due chilometri, governata in questo decennio  dai governatori  dal 1750-1759 Bonaventura del Sesto 1759-1766 Tomas Giubert , considerata culturalmente di basso livello, a causa dell’agonia  dell’ateneo sassarese, invece gli studi di Gianni Vulpes la illuminano per la presenza come si è detto

di 168 laureati.

Le loro provenienze, sia pure a pelle di zigrino, investono l’intera Sardegna: Sassari 58, Alghero11,Tempio Pausania 9,Ozieri 9, Oristano7, Bosa 6, Santu  Lussurgiu4,Osilo5,Nul4,Iglesias5,Cagliari4,Buddusò4,Teti2,Sorso2,Sennori2,Ploaghe2,Luras3Ittiri3,Giave2,Bortigali2,Bonorva3,Thiesi1,Sorgono1Sindia1Siligo1Seneghe1Pozzomaggiore1Paulilatino1Pabillonis1Oliena1Nuoro1Mores1MeanaSardo1Mandas1 Laerru1 Genoni1Fonni1Cuglieri1Cheremule1Cargeghe1Barisardo1  a cui bisogna aggiungere quattro forestieri provenienti da Lucca Nizza Oneglia Rivalta di Torino.

Dando uno sguardo agli stessi laureati per Facoltà rileviamo che 134 conseguono la laurea in utroque iure, 27 in Medicina, 7 in Teologia. E’ indubbio che questi laureati riempiono quel vuoto che gli storici hanno registrato finora non solo per il numero ma anche per il cursus honorum,   le relazioni sociali e familiari come ha già detto Vulpes e la diffusa presenza nelle varie parti dell’Isola sebbene le carriere si svolsero sicuramente nei due capoluoghi sardi o nelle sette città regie. Se si considera che nel 1766 subito dopo la riforma Bogino si hanno  7 graduati, a detta di Obino,  che mano mano negli anni arrivano a 13 e più in la  a venti non possiamo non rimarcare l’importanza di questa flusso di graduati la cui media è di 16 l’anno.
La lettura del saggio di Vulpes offre agli storici l’opportunità di rimeditare il decennio interessato 1754-1764.

Molti altri indicatori si possono trarre dall’esame attento di questo voluminoso saggio come ad esempio le percentuali  delle cariche pubbliche e professionali di questi graduati che possono rimarcare l’incidenza dei laureati in leggi, dei medici, dei sette ecclesiastici in carriera. La loro attività nelle sette città regie. Infine non vengono considerati coloro che nel decennio. hanno conseguito i gradi fuori dell’Isola.

Concludiamo dicendo che data la modesta popolazione isolana, di circa 360 mila abitanti del censimento del 1751, questo numero di laureati non è esiguo, ma che andrebbe confrontato con le altre università minori peninsulari ed europee.

Per il contributo dato dai suoi studi e da questo voluminoso saggio, nel ricordo del carissimo prof. Giuseppe Doneddu, dal peso conferito dal professore emerito dell’Ama Mater prof.  Paolo Brizzi il sig. Gianni Vulpes, già membro dell’Associazione Araldica regionale, meriterebbe davvero, esimio magnifico rettore, la laurea honoris causa in Storia della Sardegna.

 

 

 

 

 

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