Categoria : storia

“L’Intervento di Gianni Vulpes autore del saggio sui laureati ritrovati dell’ateneo sassarese”

Gianni Vulpes,, I laureati dell’Università di Sassari 1754-1764.  Saggi biografici di un ceto egemone. Magnum Edizioni, Sassari, 2025

Agli inizi degli anni Duemila conducevo una ricerca sui moti popolari di fine Settecento che videro la Sardegna in rivolta contro il feudalesimo, in particolar modo cercavo di indagare sui Sindaci delle comunità che negli anni 1793-96 aderirono e sostennero l’Alternos del Capo di Sopra Don Giommaria Angioy di Bono. Dopo aver consultato tutti gli atti notarili delle Tappe d’Insinuazione di Sassari, Alghero, Tempio, Ozieri e Bosa, collocati negli Archivi di Stato di Sassari e Nuoro, dove riscontrai diversi documenti inerenti l’elezione di alcuni dei detti Sindaci, per integrare quelli mancanti e colmare così i vuoti temporali di quel triennio rivoluzionario, andai ad affinare la ricerca nell’Archivio Storico del Comune di Sassari dove sono contenuti gli atti degli scrutini del grano (ossia le consegne delle derrate che ogni villaggio era tenuto  a versare annualmente alla Città regia di sua competenza) ai quali scrutini spesso presenziava il sindaco della comunità o un suo delegato che aveva il compito inoltre di incassare il dovuto compenso dal Clavario della Frumentaria.

 

Quando ebbi tra le mani i faldoni e iniziai la disamina dei numerosi fascicoli, notai che in uno di questi, precisamente nel fasc. 2 della busta 30 (che include gli anni 1754-1771), era contenuto, tra gli altri manoscritti, un volumetto catalogato Atti Universitari 1754-1764, concessione di grados, che consisteva in un elenco di ben 168 riconoscimenti di dottorato, e che niente aveva di pertinente con gli scrutini del grano ai quali si rivolgeva la mia ricerca.

Dopo una veloce ma attenta riflessione mi resi conto dell’importanza del manoscritto e subito ne parlai con l’amico e stimato Professore Giuseppe Doneddu che mi confermò la straordinarietà ed il valore dell’inedito documento, spingendomi a farne nuova materia di studio.

Consapevole del fatto che di molti di quei laureati, e dei loro docenti, avevo già delineato i profili storico-biografici, poiché questi, in seguito, entrarono a far parte a pieno titolo dei moti antifeudali, alcuni nella frangia rivoluzionaria, altri in quella reazionaria, e avendone ricostruito le genealogie, consultando minuziosamente i Quinque Libri delle parrocchie delle Diocesi di Sassari, Alghero, Bosa e Tempio, decisi di approfondire l’argomento e fare un po’ di luce su un periodo poco conosciuto e studiato dell’Università di Sassari, quello antecedente la Riforma boginiana del 1765.

La gran parte di questi laureati otterranno prestigiosi incarichi amministrativi, incarichi, che non più saranno appannaggio esclusivo della classe nobiliare e, grazie a mirati intrecci matrimoniali con altre famiglie appartenenti al loro stesso stato sociale, andranno a costituire il nerbo della nuova illuminata borghesia sassarese. Tra gli esempi più emblematici di questo dirompente ceto egemone troviamo lo Iuris Utriusque Doctor Giovanni Porqueddu-Zechina di Sassari: uomo integerrimo e valente avvocato, assai stimato dai governanti e dal clero sassarese, motivo per cui ottenne più volte mansioni di rilievo che lo resero ancor più autorevole; fu segretario e censore dei Monti Granatici della diocesi turritana dal 1769, nel marzo del 1770 si aggiudicò per un sesennio il subappalto del derecho de la carra della porta del castello, in seguito ricoprì i ruoli di segretario e tesoriere della città, nonchè di assessore della Regia Governazione nel maggio 1782, successivamente fu elevato al grado di giudice di quel tribunale per cui poté fregiarsi del titolo personale di don. L’avvocato “Don” Giovanni Porqueddu aveva sposato nella parrocchiale di San Donato Giuseppa Fois, figlia del medico sassarese Salvatore Fois-Sanna, collegiato dell’Ateneo turritano nonché fratello consanguineo del potente giudice della Reale Udienza cagliaritana Dr. Antonio Fois-Delogu.

I suoi figli e nipoti sancirono stretti legami di parentela con diversi autorevoli personaggi, tra questi il facoltoso nobile don Domenico Fois di Bortigali, l’avvocato Giommaria Satta di Ploaghe e ancor più stringente fu il rapporto parentale con il giacobino sassarese avvocato Gioachino Mundula, suo consuocero, in quanto tre figlie del Mundula si unirono in matrimonio con tre figli del giudice Porqueddu.

Nata su impulso dei gesuiti, l’Università di Sassari, negli anni, formò anche numerose figure di religiosi: certuni divennero parroci nei diversi villaggi del nord Sardegna, altri canonici prebendati, mentre alcuni assursero alle più alte cariche ecclesiastiche, come il Dr. Gavino Murro, nato a Sassari il 2 febbraio 1739 dal bottegaio e mercante di stoffe Giuseppe e Maria Gerolama Curgiolu. Egli si graduò in Filosofia e Sacra Teologia nel settembre 1763, scelse la vita sacerdotale e nel gennaio 1764 giunse al presbiterato. Nel 1767 svolse il ruolo di vice parroco della cattedrale di San Nicola e nel maggio 1768 prese possesso della cospicua rettoria della parrocchiale di San Sisto di Sassari, nel 1799 fu nominato vescovo di Bosa e insignito del titolo di cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare dei Santissimi Maurizio e Lazzaro. Infine con Bolle Pontificie del 30 aprile 1819 ed Exequatur del successivo 9 giugno, raggiunse l’apice della carriera ecclesiastica e venne designato arcivescovo di Sassari.

I discendenti di molti di questi laureati nei secoli successivi consolidarono la loro posizione di preminenza, e seguendo le orme dei loro avi, studiarono, si graduarono, e alcuni, persino furono docenti di questo prestigioso Ateneo, più volte distinguendosi nella vita politica e sociale isolana, e dando lustro all’Italia intera.

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