Categoria : letteratura sarda

Donna Lucia Tedde (Nulvi (1696/95-Chiaramonti1755) recensione del saggio recente di Angelino Tedde Andreina Cascioni Giovanni Soro

Angelino Tedde Andreina Cascioni Giovanni Soro,Donna Lucia Tedde Delitala tra sacro e profano. Lotte fazionarie a Chiaramonti e Nulvi nel primo Settecento. Tas Art Printing,2025 pp. 184

Riprendiamo a parlare del saggio curato nel corso di cinque anni dagli autori menzionati.
Non esistendo alcun dipinto di Donna Lucia, esaminati attentamente dal parroco Don Angelo Farina l’apparato sacerdotale ricavato dal vestito in broccato in oro e argento dai circa 15 metri del suo vestito donato alla chiesa per testamento, abbiamo ritenuto mettere in copertina il dipinto della Fototeca Gilardi di Milano della Regina Isabella di Borgogna. il cui portamento di amazzone può ben rassomigliare a quello dell’amazzone nulvese-chiaramontese Donna Lucia Tedde (il padre era Andrea Tedde di Nulvi). A suo tempo per nostra richiesta il grande artista nulvese-catalano di Alghero ha creato altre immagini. Quella che publicammo a suo tempo è invece il dipinto della sagrestia di Nulvi di una sua pronipote Gerolama Delitala, fondatrice col marito della collegiata di Nulvi.

Dato il fascino che l’amazzone di Nulvi Giuseppina Tedde, Franco Fresi e altri hanno narrato romanzescamente la vicenda umana di Donna Lucia della quale  purtroppo non esistevano dati certi se non un alone leggendaria.

Nel saggio succitato, invece, servendoci dei quinque librorum della parrocchia di Chiaramonti, di svariati testamenti e atti che si riferiscono a Donna Lucia, abbiamo tentato di ricostruire la sua vicenda umana di donna facoltosa, vendicativa, affarista e anche protettrice del giovane Giovanni Fais nulvese che per difenderla da un danno economico la vendicò uccidendo l’autore del misfatto Giommaria Tedde di Nulvi. Eccola quindi additata erroneamente come banditesca e non come donna nubile, amazzone.affarista e vendicativa e sopratutto capofazione in Chiaramonti dove subentrò per testamento nelle proprietà della sorella maggiore Gerolama Tedde vedova di Giovanni Battista Delitala chiaramontese, ricchissimo figlio di don Salvatore Delitala. Ebbe modo di accrescere il suo patrimonio con censi consegnativi, con vari acquisti compresi due palazzi di Sassari. La fonte principale sulla sua persona ce la offre il viceré Rivarolo, che letto sommariamente dal Martini, la trasforma in brigante o banditessa.
Giustamente ci chiediamo come si fa a a presentarla patriottica anche se certamente era filospagnola, sempre in zuffe alla campagna contro la fazione avversaria di Nulvi come ce la descrive la prof.Maria Lepori dell’Università di Cagliari!
Il palazzo da lei abitato è ancora in piedi a Chiaramonti e lei e sua sorella Gerolama giacciono nella cappella vicino all’altare nella chiesa del Carmelo di Chiaramonti. Insomma di certo una nobilotta vivace, amazzome e mandante dell’uccisione di un membro della fazione dei Tedde (tra l’altro mio pentavolo) per il cui duplice delitto (padre Matteo e figlio Michele) fu condannata a 5 anni di arresti domiciliari  a Cagliari ma pagando cinquecento ducati ne scontò solo due. Il viceré Gerolamo Falletti marchese di Castagnole e di Barolo la fece giudicare dai sette nobili, il fratello, arcivescovo di Cagliari, dato che morto il fratello lo sostituì ad interim in attesa del viceré Rivarolo, la graziò trasformando le pene detentive degli ultimi tre anni in pena pecuniaria di cinquecento ducati. La nostra impetuosa amazzone dominò carismaticamente in Chiaramonti dai 22 ai 60 anni, ma dopo la grazie se ne stette penitente e serena nel suo palazzo curando i suoi interessi anglonesi e sassaresi fino alla sua morte che, almeno dal testamento, non appare uccisa da nessuno. Purtroppo l’orecchiante Angius dice non solo questa bufala, ma anche tante altre, accanto a fatti più verosimili.

Il saggio acquista peculiare valore per la documentazione allegata, tale da permettere a chiunque di poter a suo piacimento leggerla e scrivere, a secondo della sua cultura, un’ulteriore saggio sulla nobildonna.

Nota la prima foto e del nostro saggio recente, la seconda di Franco Fresi  in
La vita di tre banditesco sarde tra storia e leggenda Sassari, 2016

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