“Donna Lucia Tedde a 22 anni padrona di un vasto patrimonio” di Tedde Cascioni Soro
Donna Lucia Tedde ad appena 22 anni entra in possesso del vasto patrimonio della sorella nei vari centri della subregione dell’Anglona, ma sopratutto a Chiaramonti.
Intanto prende possesso del palazzotto con servi serve e delle case adiacenti. Poi prende possesso di tutto il bestiame: greggi di pecore, di capre, di vacche e tori, di asini, cavalli, tutti affidati a vari pastori, caprai e porcari.Emergono nomi e cognomi nulvesi e chiaramontesi che tuttora sussistono. Poiché era intelligentissima, col bernoccolo degli affari, con regolari contratti detti censi consegnativi, affida le varie tanche con bestiame e case a vari conduttori che ogni anno, a seconda del patrimonio dato in consegna, dovranno renderle 10, 20, 30, 50 e 100 scudi.
Mette in moto un meccanismo per far soldi coi quali acquistare, prendere anche in affitto vasti possedimenti: circa 180 scudi paga ai canonici di Ampurias per una vasta tanca canonicale in affitto a Chiaramonti-
Sue sono la tanca di Bidda Noa, la tanca di Nuraghe Ruiu, la tanca de s’Istrampu- una cascata di una decina di metri a Chirrralza presso il rio Filighesos- la tanca di Giovanna Carta, quella de Sas Serras, di Giuanne Tzegu, di Paule, tanto per citarne alcune , di Piddiu senza contare quelle di Nulvi come Monte Alma. . Si pensi al Monte Santu Sistu in territorio di Chiaramonti con la chiesetta dedicata al Santo da lei venerato annualmente.
Ci vorrebbe un attento contabile per numerare le terre e il bestiame in suo possesso.
Certo non teneva i soldi nel forziere, ma investiva costantemente.
Tutta questa ricchezza la rendeva odiosa non solo ai cugini Tedde di Chiaramonti, ma anche a quelli invidiosi di Nulvi. La giovane nubile, sana, provetta amazzone, non ci pensava due volte a rintuzzare i torti anzi mette a capo dei barracelli suoi fedeli per sbaragliare l’abigeato e per colpire i malevoli.
Dal testamento dettato per 4 giorni di seguito al notaio Vaca Guisu non dimentica nulla. Non sapeva scrivere, ma probabilmente sapeva leggere. La mancanza di fogli dai registri parrocchiali non ci permette di sapere di più dei Chiaramontesi assassinati quando lei incontrastata dominava il paese e il suo territorio.
Giovanni Fais nel 1727 , nonostante la condanna capitale, sposa nella parrocchia di San Matteo la bella tredicenne Baingia Unali-Sanna. Prolificano e vivono tranquillamente in paese riveriti e rispettati.
Altri dati in seguito.