Categoria : letteratura sarda

“Viaggio in treno” di Antonio Maria Murgia

Pinerolo li 24 febbraio 2024

Periodo militare: essendo del III° trimestre del 1938 fui arruolato  nel 1960. frequentavo il Car ad Imperia per poi essere  assegnato  alla Scuola di Guerra a Civitavecchia, ove trascorsi ben 18 mesi, in qualità di soldato semplice addetto all’auto drappello svolgendo servizio in officina, e recandomi al lido la Mattonara nel periodo estivo, dove parte  facevo il bagno con i famigliari dei militari del corso Ufficiali. In pratica il servizio era di semplice applicazione, ma di corretta fiducia nei confronti dei componenti, a dirittura al mio termine di leva, mi imploravano di poter continuare il servizio! Io preferivo rientrare a riprendere il mio posto di lavoro a Torino.

Ogni tanto mi mandavano in permesso a casa dei miei a Chiaramonti. Uno dei permessi militari, trovandomi a Chiaramonti, un mio cugino mi invito’ ad una festa a Benetutti essendo innamorato di una ragazza del posto. Da Chiaramonti dovetti recarmi a Scala di Giogga nella tenuta Costa, dove dimorava una nostra zia. Al mattino presto mi feci accompagnare in macchina da un parente. Mentre percorrevo a piedi la strada campestre, si presentarono dei personaggi armati che mi salutarono gentilmente, immediatamente chiesi cosa facevano cosi presto ancora buio! Mi risposero che attendevano il passaggio del professore (pinco pallino)! A quel punto dissi loro che avevo fretta di arrivare da mio cugino e da  mia zia, e proseguii il cammino lasciandoli sul posto. Arrivato alla tenuta, mio cugino mi accolse tutto premuroso di essere arrivato puntuale, in quanto dovevamo subito partire dalla stazione di Scala di Gioga col treno diretto a Chilivani per poi proseguire con un altro treno per Benetutti. Entrato in casa vidi che il professore dai tizzi atteso, era in casa, a quel punto dopo aver salutato tutti, informavo che nel tratto di strada avevo incontrato due persone armate che aspettavano il passaggio del Professore! A quel punto il marito di mia zia, si armò anche lui recandosi dai due e portandoli disarmati, avanti al professore. Ove si assisteva alla loro pretesa di essere protetti dal Professore dal momento che  i Carabinieri avevano rinvenuto un centinaia di pecore mischiate alle loro. Il Professore rispose che non era di sua competenza impegnarsi in tale trama. Cosi io e mio cugino ci avviammo a prendere il treno. Partiti col treno dalla stazione di Scala di Giogga, verso  le 08,30 del mattino si arrivava a Chilivani, dove allo sportello della biglietteria ordinammo due biglietti di viaggio andata e ritorno. Si era in attesa del secondo treno ma visto che l’ora era tarda mi recai in biglietteria per chiedere se il treno sarebbe arrivato. Mi informarono che il treno dovevamo prenderlo in un altro binario, a quel punto mi indicò che era li fermo pronto alla partenza, a me fece un po’ impressione nel vedere quella specie di treno, avente un solo vagone con una scaletta in legno per accesso, e un cancelletto di chiusura, come porta, dando l’impressione di essere li, come se in attesa di demolizione, salimmo la scaletta con apposito cancelletto, entrando dentro al fondo c’erano due donne vestite in abiti neri come se arrivassero, o andassero ad un funerale, con atteggiamenti timidi verso di noi . Vidi che per sedersi avevano sistemato delle assi fissate alla parete che facevano cornice alle sponde del vagone interno.

Ho alzato lo sguardo e ho notato che era privo di tetto. A quel punto mi accorsi che parte del tetto lo avevano impiegato per panchina . Mio cugino sotto voce mi avvertiva di non ridere in presenza delle due Signore, a che pensassero male di noi due, e io a quel punto aumentavo la risata. Il treno si mosse lentamente tutto scricchiolante, mentre i quattro passeggeri restando in piedi continuavano a chiedersi se il treno era vero, o uno scherzo del giorno! Il treno si arrampicava come un gatto percorrendo la collina.  Ogni tanto si fermava a delle stazioni di percorso, avendo delle notizie fresche del giorno. E aspettando l’arrivo a Benetutti, si faceva sempre più tardi per noi.

Finalmente si arrivo’ alla stazione nei pressi di Benetutti, ove ci attendeva una macchina di servizio per portarci   in paese. Arrivati in paese ci accolsero allegramente, in quanto era un giorno di festa paesana, con tanta gente di Nule che  ci dissero che dall’alto tenevano a bada i benetutesi col lancio di pietre dall’altura, quando si comportavano male nei loro riguardi

Io e mio cugino sorridevamo per questi  bontemponi, anche se noi ci lamentavamo del viaggio in treno, informandoli che all’interno della carrozza c’erano delle palline di capra, a quel punto ci informavano che le capre salivano sul treno per spostarsi dove potevano brucare e mangiare meglio, tra cespugli ed orti.La festa si  concluse in allegria

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