Categoria : narrativa

“E’ giunto il momento di fare il cambio di stagione” di Sarah Savioli

Sarah a modo: “Coraggio mia cara, è giunto il momento di fare il cambio di stagione.”
Sarah NON a modo: “Ma sei fuori? Macchè maglie di lana! Ieri pomeriggio c’erano 28 gradi! Al parco c’erano due donne con gli infradito!”
Sarah a modo: “Vabbè, imbambita: tu gli infradito non li usi nemmeno ad agosto. E stamattina c’era freddo e sbarbottlavi come la piccola fiammiferaia in punto di morte. Ringrazia che avevi il piumino un po’ imbottito, la sciarpa, tre maglie una sopra l’altra rigorosamente abbinate a caso e sotto anche la canottiera di tuo marito.”
Sarah NON a modo: “… era un momento così… E poi il freddo è una condizione mentale…ora mi abituo, ora mi abituo, ora mi abituo!”
Sarah a modo: “Anche le precedenti mattine avevi freddo e ti facevi compatire. E la sera, stessa storia. A dirla tutta al parco guardavi le due donne con le zampe di fuori, ma tu in compenso per stare più al caldo stavi pensando di infilare i piedi con tutte le scarpe nella borsetta. E di dar fuoco a una panchina.”
Sarah NON a modo: “Sì, ma cavoli…il cambio di stagione…proprio ora che la cesta della roba da stirare è quasi vuota?! Uno di quei momenti che mi capiteranno a dir tanto due o tre volte nella vita!”
Sarah a modo: “Inutile temporeggiare. Non puoi continuare così. Ormai non solo stai usando le canotte di tuo marito, sei addirittura passata alla fase nella quale le infili nelle mutande. Lo sai che poi è una strada senza ritorno!”
Sarah NON a modo :”…lo faccio perché così evito gli spifferi nel pancino…”
Sarah a modo: “Dicono tutti così, poi non escono più dal tunnel. Prendi atto che sei patetica.”
Sarah NON a modo: “E arrendermi così all’arrivo del freddo e dell’inverno?! Senza nessuna resistenza? Io?Chi è una persona che non combatte per ciò in cui crede, per ciò che ama?! Per il sole, per l’estate…una metafora meravigliosa della vita in contrapposizione con il grigiore dell’autunno e dell’inverno. Il mio restare così, con le scarpe leggere e la maglietta seppur nella sofferenza di fronte alle oscure nubi, quale una moderna Don Chiscotte…”
Sarah a modo: “Tira fuori quei catzo di maglioni.”
Sarah NON a modo: “…e va bene. VA BENE!…e se tiro fuori solo i dolcevita?”
Sarah a modo: “Che il dolcevita di lana a collo alto sotto al maglioncino di corda traforato ci sta bene…”
Sarah NON a modo: “Ma i maglioni sono nelle scatole in alto…devo tirar fuori la scaletta…’spetta, se mi metto in punta di piedi infilo il dito nella maniglia dello scatolone e poi tiro?”
Sarah a modo: “Ti cade lo scatolone in testa e di estati poi non ne vedi più. Prendi la scaletta…NON LO SGABELLO DONDOLOSO, porca wakka! Lo so che è più comodo da prendere, ma tira fuori la scaletta! Che stanchezza… Non capisco più se a te ci vuole la babysitter o la badante.”
Sarah NON a modo: “Uffff, che roba! Prendo la scaletta… Comunque schiavi siamo. Schiavi delle mode. Schiavi del tempo e delle stagioni. Schiavi! Schiavi, ecco. Comunque ora che ci sono faccio tutto il cambio.”
Sarah a modo: “Questo volevo sentire!”
Sarah NON a modo: “Mi tiro via il dente.”
Sarah a modo: “Brava!”
Sarah NON a modo: “Così non ci penso più.”
Sarah a modo: “Così si fa!”
Sarah NON a modo: “Che è inutile tornarci su dieci volte.”
Sarah a modo: “Esatto!”
Sarah NON a modo: “Esatto.”
Sarah a modo: “Ma…un momento…dove vai? E le scarpe? Non porti su le scarpe più pesanti?”
Sarah NON a modo: “Naaaa. Per ora faccio benissimo con le scarpe di tela. Tanto sotto ci metto due paia di calze di Alessandro.”

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