Il boia Equitalia:- Ti scovo anche all’inferno!- di Ange de Clermont

l'aguzzinoQuasi alla fine della vita, pensionato statale, perseguitato dalla malasorte, abbandonato dalla moglie e dai figli, il poveruomo è riuscito a rifarsi una vita all’estero, sposando una cinese. Ha cercato una delle tante isole dell’estremo Oriente, dopo aver venduto una casa ormai allo sfacelo in Brianza. Da dieci anni vive in volontario esilio, pregando d’esser dimenticato da tutti e non tornerebbe in Italia per nessun motivo. Nella nuova patria la sua modesta pensione si decuplica, ma il costo della vita gliela mortifica. Questo miserabile, questo reietto di una nazione che spreme e succhia l’ultimo sangue ai suoi cittadini non vuol sentir parlare, chiede solo d’esser dimenticato. Così il fisco, autentico boia di tempi andati, ma operante in tempi presenti, quel fisco che dimentica che medici, avvocati, vaterinai, liberi professionisti di ogni sorta, fregano milioni e miliardi alla sua “bramosa canna che mai non resta”, frugando nei suoi archivi, scopre che il poveretto non ha dato la disdetta del ritiro dell’immondezza da una casa che non c’è più da anni perché è stata demolita, scopre anche qualche altra quisquilia riferibile al fuggiasco. Indaga su tutte le associazioni AIRE (Associazione Italiani Residenti all’Estero) i cui nominativi sono depositati presso le ambasciate che, pare, servano solo a questo, e dopo lunghi dieci anni, acciuffa il malcapitato, notificandogli che, sebbene si sia rifugiato in un luogo sperduto, lui, il fisco-boia italiano, per quella imperdonabile dimenticanza gli spedisce sei bustone di richieste di pagamenti. Al poveretto viene quasi da piangere perché qualcuno in Italia si è ricordato di lui; non i parenti, non gli amici o i vecchi compagni di lavoro, ma il fisco-boia, dall’aspetto grifagno, che si scomoda fino alle lontane isolette dell’estremo oriente, per recuperare il presunto maltolto.

Un qualsiasi impiegato o vigile, ritardato quanto si voglia, avrebbe potuto constatare che non esiste più casa, che il poveretto è morto per la nazione, che ha lasciato la circoscrizione comunale una decina d’anni fa, ma si sa la burocrazia, questo mostro mangiasoldi, diabolico, cattivo, bestiale, predispone la richiesta del conto anche se sei in una lontanissima mille miglia cayenna, anzi, di più, anche se sei all’inferno.

Nemmeno i greci, i fenici, i romani, i barbari invasori, gli spagnoli e gli austriaci misero a punto una macchina così perfetta, per torturare non i grossi e grassi ladri vestiti da uomini civili, con tanto di titolo accademico alla porta dei loro covi,ma un povero disgraziato pensionato, sfortunato che è andato a cercar pace dall’altra parte del mondo, tra sconosciuti dei quali ignora la lingua. Questo è il fisco-boia italiano, che decuplica una tassa impagata, che ti strozza in questo tempo di crisi, che porta via le case alle giovani coppie perché oltre a pagare le fameliche banche non sono riuscite a pagare le tasse, che bloccano le stesse vendite dalle quali sarebbe potuta uscire una buona somma per il fisco-boia medesimo. Nessuna misericordia, nessun ricorso vale; vada all’asta anche se raccoglieremo un gruzzolo insignificante!

Volete che un cittadino italiano, di fronte a questo modo di procedere, non desideri incendiare tutte le sedi di Boiaitalia? Volete che quegl’impiegati che ti hanno chiamato un giorno al telefono per verificare se tu statale hai davvero detratto cento euro di sconto nella dichiarazione dei redditi? Tu, miserabile, hai dimenticato, non ti sei presentato? Ripaga il presunto maltolto  dieci, venti volete tanto! Stai per morire, il prete sta per somministrarti l’olio degl’infermi? Aspetta qualche secondo che ti consegno il bustone e se non paghi potremo pignorarti il cofano mortuario, cioé la bara.

Questa è la maledizione del fisco italiano, dei suoi capi che presentano i loro pacchetti efficaci alle commissioni della camera e del senato, a tutti quei gaglioffi, ignoranti come la zappa, per passare al torchio le classi meno protette, quelle che subiscono, che non hanno voce né possono permettersi i consulenti per fregare questo fisco-boia.

Italia mia, sei una cloaca di esattori autorizzati, di usurai legalizzati, che un terremoto possa sprofondarti negli abissi marini e non riemergere più. Uccidi il povero derelitto, scortichi il pensionato e lasci girare in lussuose macchine i grossi evasori raffinati. Lasci i giovani senza lavoro, le famiglie nella miseria, vai all’inferno a cercare poveri presunti evasori. Prima o poi anche per te ci sarà “Il giudizio di Dio” come per la bieca e assassina mafia, urlò San Giovanni Paolo II.

Commenti

  1. Caro Angelino,nel tuo racconto hai dimenticato le mie considerazioni.
    Perche’ lo stato boia non controlla i guadagni delle prostitute ed i loro magnaccia che scorazzano su machine di grossa cilindrata?
    Altresi per gli zingari e gli invasori sulle zattere sempre pronte al largo dei nostri mari,ad imbarcare i furbi africani,i quali,mi giunge notizia che,una volta sbarcati,hanno diritto ai pasti caldi,che se non sono di loro gradimento,riempiono i bidoni della spazzaturamda far si che,il cittadino che paga le tasse,e’costretto a rischiare la multa in quanto non sa dove poggiare le scarne borse delle misere spese.
    In piu’,lo stato boia,da loro 40 euro al giorno x 3 mesi.
    Un abbraccio.

    carboni.oreste@yahoo.it
    Luglio 15th, 2014
  2. Caro amico, penso che più che alle prostitute, agli zingari e ai migranti dobbiamo pensare ai grandi evasori che fornitisi di un team di esperti riescono bellamente a fregare il fisco per miliardi. Più che alle povere prostitute, agli zingari e ai migranti che sono sempre povera gente, spesso sfruttata da mandanti criminali, da zingari spesso sfruttati dagli stessi genitori, da migranti bisognosi di tutto e cacciati dalla patria credo che il fisco debba abbandonare l’impietosa maschera che spinge al suicidio la gente o a toglierle la casa, per poche migliaia di euro, debba gestire le riscossioni con buonsenso e umanità in una nazione che si sta terribilmente impoverendo e imbarbarendo. In primo luogo deve smetterla di decuplicare le somme da riscuotere ed operare malavitosamente come varie cronache hanno dimostrato.

    Angelino Tedde
    Luglio 15th, 2014
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