Categoria : archeologia

Siti e monumenti archeologici di Mario Unali

 

chiaramonti_11Inventario dei siti e dei monumenti archeologici delle culture prenuragiche, nuragiche e romane attestate dalla ricognizione sul territorio di Chiaramonti dall’autore del contributo.

Darò una sommaria e breve descrizione del territorio di Chiaramonti, in provincia di Sassari sia dal punto di vista ambientalistico sia dal punto di vista archeologico.

I siti individuati sono numerosi e spesso prendono il nome del toponimo in cui sono ubicati. Talvolta sono conosciuti con uno o più nomi: questo ingenera confusione, e altera, falsandola, la consistenza numerica.

I nuraghi e gli altri monumenti, dei quali darò conto più avanti, sono per la maggior parte ridotti allo stato di rovine, di pochi si può fare la ricognizione interna. La maggior parte sono soggetti a manomissioni quasi quotidiane da parte di improvvisati cercatori di tesori che non si rendono conto dell’irreversibile distruzione che deriva dalla loro azione insensata.

Il depauperamento dei nostri siti deve cessare immediatamente; occorre portare avanti strategie di salvaguardia se non si vogliono perdere ulteriormente questi tasselli fondamentali per tracciare le vicende delle diverse epoche storiche che ci permettono di conoscere la vita delle popolazioni che ci hanno preceduto e che hanno dato inizio non solo alla nostra genetica, ma anche alla nostra antropologia storico-culturale.

Il metodo seguito

Per quanto è stato possibile ho cercato d’impostare la ricognizione nel modo più razionale e sistematico possibile, percorrendo il territorio comunale in lungo e in largo. Ho visitato i popolati sparsi in tutto il territorio, abitati in genere da compaesani ed amici; ho osservato le loro attività, pastorizia e agricoltura in primis, oggi gestite con orientamenti avanzati, ma con vari risvolti legati alla tradizione agropastorale ereditata dagli antenati ottonovecenteschi. Costoro mi hanno accompagnato per sentieri e forre; mi hanno raccontato “sos contos de foghile” dei nonni e dei bisnonni: episodi e aneddoti che mi sono serviti nel recupero dei toponimi[1].

Flora e fauna

ll territorio del comune di Chiaramonti (111 Kmq fino all’istituzione del Comune di Erula e 98 ad oggi)) è assai vasto e vario per la flora, la fauna e per il gran numero di siti e monumenti archeologici di diverse epoche storiche.

La sua orografia è varia e composita: colline dolci e sinuose a nord ovest; picchi aspri e irti a nord est; a mezzogiorno, fitti boschi di querce e di lecci: tanche non pascolive ricoperte d’asfodelo e di distese color vermiglio e celeste dei fiori di cisto e lentisco.

Si notano a perdita d’occhio prati ricchi di erbe varie e di piante officinali che si insinuano tra crepe di rocce che il tempo ha modellato, ora dolcemente ora rudemente in forme vaghe, dai colori di muschio e licheni grigi e rossastri e mutevoli a seconda delle ore del giorno, talora cupe e tristi, con l’assunzione di figure di fate e di gnomi che, secondo le leggende, sembra abitino il folto del bosco, tra salti di torrenti ricchi di acque spumeggianti e fresche, che le montagne restituiscono alle valli per renderle fertili e ricche di sostanze per gli armenti.

Qui e là, non distanti tra loro, antiche vestigia di nuraghi, di tanti nuraghi che ancora indomiti, dopo migliaia di anni, resistono all’inclemenza del tempo e all’azione vandalica degli uomini. Essi sono testimoni degli antichi progenitori, arditi nelle costruzioni ciclopiche, di poderosi megaliti che emanano rispetto e sacralità a chi li osserva, parchi nelle architetture, svettanti nel cielo con armoniche fattezze. E ancor prima nel tempo, le domus de janas, le tombe dei protosardi, di sei sette millenni fa, dove i defunti tornavano al grembo della Madre terra coperti di ocra con accanto le loro suppellettili.

Oggi, per la gente comune, esse sono le case delle fate, abitate da misteriose streghe non sempre buone, qualche volta cattive, che la credenza popolare suscita e anima nel contesto di lunghi racconti, tramandati oralmente dai più vecchi alle nuove generazioni presso il focolare.

Seguono le tombe dei giganti, alcune con pietre a taglio, altre con pietre isodome con lastroni ciclopici di copertura, taluni con l’esedra altri senza. Non di rado ci si ritrova davanti a un dolmen, ad un betilo, ad un menhir, ad una fortezza prenuragica, ad un circolo cerimoniale di grandi o piccole dimensioni, o ancora ad un tempietto tipo megaron greco.

Si puo’ camminare per ore tra campi ondulati e fertili, per declivi impervi e irti, passando dagli 86 metri di “runda e Suerzones” (73 m.l.m ai piedi della cascata di Moronzanos) ai 638 metri di “punta Rittia” a Sassu Altu.

Il territorio comunale si estendeva fino a qualche anno fa per oltre 111 Kmq, poi, con la costituzione del nuovo comune di Erula ne sono stati ceduti circa13, per cui attualmente la circoscrizione comunale comprende 98 Kmq.

All’interno di profondi canaloni che le acque nei secoli hanno scavato tra rocce trachitiche e basalti bruno-scuri si sono determinati dei microclimi che hanno consentito la vita ad essenze rare e a specie locali di insetti e di altri animali. Non ci si può che essere appagati della grande quantità di fiori e di funghi, che nascono nel sottobosco, tra felci e muschi e licheni umidi di rugiada, che sciolgono i sali del terreno, a creare umori e profumi. E’ così, che movendoti da un estremo all’altro del territorio, ci si imbatte facilmente in uno dei cento e più nuraghi, disseminati non in maniera omogenea, secondo regole inconciliabili di razionali e moderni ragionamenti, o in una tomba dei giganti o in una delle delle tante domus de janas o ancora in un betilo o in un circolo cerimoniale di pietre fitte. Le costruzioni quindi appaiono edificate, quasi in luoghi casuali che apparentemente non presentano tra di loro dei motivi o dei tratti di unione collegabili ad un obiettivo comune. I nuraghi posizionati talora sulle alture come sentinelle, talora su piccoli balzi all’interno di fertili vallate o anche su dolci declivi, restano muti testimoni di una grande civiltà mediterranea.

Non deve certamente sfuggire al ricognitore che ciò che influenzò gli antichi costruttori furono certamente motivi razionali di ordine tecnico e materiale, ma, anche motivi religiosi che spesso sfuggono a causa del loro mistero.

Passando ad elencare i nuraghi visitati e dei quali in appendice s’inseriranno delle schede possiamo proporre questo catalogo.

Nuraghi

 

Abba de sa Pedra (s’).
Agantinu (su)
Aijanu (su)
Aijanu de Giannichedda (su)
Arzola de Cogarzos
Aspru (s’)
Aspru Santu Pedru (s’)
Badde o sa Chiterra
Badde o sas Coas (sas)
10. Bados de Lovè 1

11. Bados de Lovè 2

12. Badde de Cheija o Badu Olta

13. Badde de Purcheddu o s’Enalonga

14. Bantinepira

15. Bellimpiattu o Badu de Muzeres

16. Cacchile

17. Caddalzu o Uttigia (su)

18. Cannalzu (su)

19. Carralzu (su) o Aldu Pinzone

20. Casteddu

21. Chirralza

22. Coa Pertusa (sa)

23. Cobesciu

24. Conca de Giuighe

25. Concas

26. Corrales o Giuntorzu o Giunturas

27. Crasta o s’Ena o Certias

28. Crastu Covaccadu (su) o Mazzone

29. Cucciucciu

30. Cudinas (sas)

31. Culu de Muru

32. Donna Ciccia

33. Elighia 1

34. Elighia 2

35. Elighia 3 o Tinnaru

36. Figu Niedda (sa)

37. Frades Contones

38. Frades Saba

39. Furros

40. Giaganu Dominigu 1

41. Giaganu Dominigu 2

42. Giaganu Dominigu 3

43. Giolvas (sas)

44. Iscala Lampadas o s’Elighe Entosu

45. Iscala de Malta

46. Iscobeltu

47. Ispiene (territorio di Erula)

48. Laccheddu 1

49. Laccheddu 2

50. Lavrone

51. Lepris

52. Leriga (sa)

53. Longu

54. Lizu

55. Massidda

56. Mesu de Montes

57. Midda de Giuseppe Ruiju

58. Midda Manna

59. Monte Aldu

60. Monte Attarzu

61. Monte Cuccuma o Cuccullai

62. Monte Culumba

63. Monte Pertusa

64. Monte de s’Ozu

65. Monte Zennaru

66. Muntiju de Chelvos 1

67. Muntiju de Chelvos 2

68. Muntiju de su Aldu

69. Moronzanos o Baldedu

70. Murrone

71. Nigolittu

72. Ostija o Urtigia

73. Ortos (sos)

74. Padru Giosso

75. Pala de Nicola

76. Pattada (sa)

77. Pules

78. Paulusedda o Palusedda

79. Pedru Canu

80. Pedra Ilvena o Ulvine

81. Piddiu 1

82. Piddiu 2

83. Pisciu Accas

84. Puddu (su) o sa Tanca Brujada

85. Ripidu

86. Rosa o derosa

87. Ruinas

88. Ruiju

89. Santa Caderina o Biancu

90. Sanu

91. Serra de Coloras

92. Serra Pantaleo

93. Tanca Etza (sa)

94. Tanca de su Re (sa)

95. Terrelas

96. Sinnadolzu

97. Sue Zunis o de sas Paghes

98. Tetti

99. Tiriales

100. Truddariga

101. Turturina

102. Tuvuleddu

103. Ui

Altri toponimi o nomi di nuraghi di cui non ho trovato riscontro ma che rimangono nella memoria di alcuni anziani:

Su Bomberi,

Istampa e’ Abbas,

s’Argentu, su Tragliu,

Aidu Ebbas,

Barrasone,

Cambinu,

Canudu,

Sa Toa,

Fustelarzos,

Lazu Segadu,

Majore,

Marena,

Mannu,

Spinudria,

Tres Signoras.

 

Domus de Janas

 

Bellimpiattu o Badu de Muzeres
Cudinatos
Culu de saccu
Mesata (sa)
Monte Pertusu (necropoli)
Moronzanos 1
Moronzanos 2
Murrone (necropoli)
Peruchi o Badu Olta
10. Pianos (sos)

11. Sambinzos

 

Fortezze prenuragiche

 

Punta Corrales (dolmen)
Murrone
Punta de s’Arroccu

 

Betili e menhirs

 

Diversi e numerosi disseminati qua e là, ne indicherò alcuni nei seguenti territori:

Cacchile, Sa Tanca de su RE, Badde de Matta, s’Istria, Serra de Coloras, Massidda, Meddaris ed altri.

 

Necropoli romana de su Cànnau

 

Sono presenti una decina di sarcofagi ottenuti lavorando all’interno di grossi megaliti, ognuno singolarmente.

Un altro singolo si trova in sa Tanca de su Re e in sos Terrelas.

 

Tombe di giganti

 

 

Tombe Badde
Cacchile
Caddalzu 1
Caddalzu 2
Caddalzu 3
Corrales
Crastu Covaccadu
Elighe Entosu (s’)
Elighia
10. Ena (s)

11. Figu Niedda (sa)

12. Midda Manna (sa)

13. Monte s’Ozu 1

14. Monte s’Ozu 2

15. Monte s’Ozu 3

16. Pisciu Accas

17. Puddu (su)

18. Serra de Coloras o Culu de Muru

19. Truddariga

 

 

Circoli cerimoniali

Culu de muru
Leriga (sa)
Luzanas (sas)
Ortija (sa)
Pedra Ilvena

Resti di templi megaton greco

Giaganu dominigu
Porchileddos

 
[1] Per questo li ringrazio, insieme ai miei genitori che mi hanno concesso il loro sapere contadino e pastorale insieme alla conoscenza geografica del territorio. Insieme la mia famiglia, mia moglie e i figli che tanto hanno pazientato per il tempo che a loro ho tolto destinandolo a questo lavoro.I

 

 

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