Manlio Brigaglia (1929-2018), accademico e il più prolifico intellettuale sardo di opere e di iniziative culturali della seconda metà del secolo XX a cura di Salvatore Tola

Manlio Brigaglia è nato a Tempio Pausania (Sassari) nel 1929. Ha compiuto gli studi a Sassari nel Liceo-ginnasio “Azuni”. Maturità classica a 15 anni, laurea in Lettere classiche all’Università di Cagliari nel 1948, a 19 anni.

  Vincitore di concorso per la cattedra di Italiano e Latino nei licei, ha insegnato  nel liceo classico “Azuni” di Sassari (che è divenuta la sua città) dal 1955 al 1977. Dal 1983 al 2001 è stato professore associato di Storia dei movimenti e dei partiti politici nella Facoltà di Lettere dell’Università di Sassari.

  Avendo stretto legami di collaborazione e di amicizia con Antonio Pigliaru, professore di Dottrina dello Stato nell’Università di Sassari, ha fondato e diretto con lui la piccola rivista “Scuola in Sardegna”, in cui si esprimeva la tensione “pedagogica” e politica di Pigliaru e del suo gruppo, e fu, dal 1954 al 1964, redattore capo della rivista “Ichnusa”, sede centrale per la discussione dei temi allora particolarmente vivi dell’autonomia e della “rinascita” della Sardegna.

  Collaboratore del quotidiano sassarese “Il Corriere dell’Isola” (1947-1957) e poi dell’ “Unione Sarda” di Cagliari, cui ha legato il suo nome di importante collaboratore per quasi quarant’anni, dal 1994 è stato collaboratore fisso della “Nuova Sardegna” di Sassari.   

  Nei primi anni Settanta è stato direttore del “Lunedì della Sardegna” (1973-1974),  e ha organizzato dibattiti e incontri sul tema della libertà di stampa (parte dei risultati è testimoniata dal volume L’informazione in Sardegna, da lui curato nel 1973). Consigliere nazionale della Fnsi dal 1972 al 1974.

  Ha vissuto anche l’esperienza del sassarese “Democratico” (1958-1963), il periodico del gruppo detto dei “giovani turchi” che, guidato da Francesco Cossiga, esprimeva l’esigenza di un rinnovamento della Dc sarda; e ha fondato e diretto la rivista “Autonomia cronache” (1968-1972), che chiamava ancora una volta intellettuali e politici democratici a fare il punto sui nuovi problemi della questione sarda. In anni più recenti ha dato vita, come condirettore, alla nuova serie di “Ichnusa” (1982-1993).

  Ha insegnato nei corsi del master di Giornalismo della facoltà di Scienze politiche di Sassari.

  L’attività di pubblicista e di ricercatore è stata sempre affiancata da una intensa e rigorosa attività didattica, a partire dall’anno accademico 1971-72 in cui fu incaricato dell’insegnamento della Storia nella neonata Facoltà di Magistero, alla cui attività e al cui sviluppo ha contribuito anche con la sua assidua presenza negli organismi della Facoltà.

  Nei suoi trent’anni di insegnamento ha seguito numerose tesi di laurea, ponendosi come punto di riferimento anche per più giovani colleghi, di cui ha incoraggiato gli studi e aperto nuove prospettive di ricerca. Non pochi di loro, allievi e giovani colleghi (che speso aveva avuto come alunni nelle aule del Liceo), hanno poi intrapreso con successo la carriera universitaria.

  Dal 1971 al 1978 ha fatto parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Sassari.

  Nel corso della sua attività di studioso di storia ha curato per Il Mulino l’antologia su L’origine dei partiti nell’Europa contemporanea (1870-1915), 1985; dopo i saggi Sardegna perché banditi, Milano 1971, e La classe dirigente a Sassari da Giolitti a Mussolini, Cagliari 1979, si è dedicato in particolare alla biografia politica di Emilio Lussu (Emilio Lussu e “Giustizia e Libertà”, Cagliari 1976), di cui ha pubblicato due antologie di scritti (Emilio Lussu, Per l’Italia dall’esilio, Cagliari 1976, e  Lettere a Carlo Rosselli e altri documenti di “Giustizia e Libertà”, Sassari 1979). Di Lussu, infine, ha curato l’edizione dei Discorsi parlamentari pubblicata dal Senato della Repubblica, 1985; e il secondo volume di Tutte le opere, Cagliari, Aisara, 2010..

  Nell’ambito di questi interessi ha fondato e diretto i “Quaderni sardi di Storia” (1980-1986), che hanno contribuito al rinnovamento degli studi storici in Sardegna, in una prospettiva fortemente interdisciplinare.  

  Appassionato di editoria, è stato di stimolo alle più antiche aziende sassaresi, in particolare Chiarella – per la quale ha avviato la collana “Storia della Sardegna antica e moderna” diretta da Alberto Boscolo, in 10 volumi – e Gallizzi; per La Zattera di Cagliari ha promosso la collana dei “Quaderni di Radio Cagliari” in collaborazione con la Rai. (Per la stessa Rai ha curato negli anni, a partire dal 1959, numerosi programmi di informazione culturale).

  Da una sua iniziativa è nata la più attiva casa editrice isolana, le Edizioni Della Torre di Cagliari, che ha contribuito al rinnovamento del settore, attirando l’attenzione sulla storia, le tradizioni, la “civiltà” e la lingua regionali. Ha diretto la collana di “Documenti e Memorie dell’Antifascismo in Sardegna”, in cui sono apparsi otto titoli (dedicati a personaggi come Gramsci, Lussu, Velio Spano, Angelo Corsi).

  La sua opera di maggior impegno in questo settore è stata l’ideazione e la realizzazione de La Sardegna, enciclopedia tematica in tre volumi (209 voci di 152 specialisti in 2200 pagine), edita tra il 1982 e il 1988 (e in una nuova edizione 1994).

  In seguito ha collaborato con l’editore Carlo Delfino di Sassari e ha diretto alcune collane che venivano proposte ai lettori dal quotidiano sassarese “La Nuova Sardegna”.

  Ha anche tradotto alcune opere sulla Sardegna: Pastori e contadini di Sardegna di Maurice Le Lannou (Cagliari 1979) e Viaggio in Sardegna di Alberto Della Marmora (3 volumi, Nuoro 1995) dal francese; Una geografia del turismo di Richard Price (Formez 1983) dall’inglese.  

  Tra le sue opere più recenti, La perdita del regno: intellettuali e costruzione dell’identità sarda tra Ottocento e Novecento, Roma 1995, in collaborazione con L. Marrocu; una Storia della Sardegna di diversi autori, Cagliari 1995, nuova edizione 2018; e il saggio La Sardegna dall’età giolittiana al fascismo nel volume La Sardegna, a cura di L. Berlinguer e A. Mattone, Torino 1998. Nel 2002 ha curato per l’editore Laterza, con Attilio Mastino e Giangiacomo Ortu, cinque volumetti di storia della Sardegna destinati alla cinque classi della scuola secondaria superiore.

  Nell’Università ha svolto una intensa attività didattica (ha anche tenuto la supplenza di Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze politiche negli anni dal 1994 al 1999); è stato tra i fondatori del Dipartimento di Storia, per il quale ha organizzato numerosi convegni. In occasione del suo pensionamento è stato pubblicato un volume di “Studi in onore di Manlio Brigaglia offerti dal Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari”, Dal mondo antico all’età contemporanea (Roma, 2001), contenente i saggi di 40 colleghi di diverse università italiane.

  È stato socio della Deputazione di Storia patria per la Sardegna, che ha in preparazione un volume di suoi saggi.

  Un originale esperimento nel campo dell’organizzazione culturale è stato rappresentato dal volume Tutti i libri della Sardegna (Cagliari 1989), in cui 80 collaboratori hanno passato in rassegna, in oltre 100 schede, l’intero patrimonio bibliografico isolano.

  Nel 1972 è stato uno dei tre soci fondatori dell’Isprom (Istituto di Studi e Programmi del Mediterraneo), che organizza numerosi convegni di studio con studiosi europei, africani e medio-orientali, dirigendone la rivista “Quaderni mediterranei”.  

  Nel 1997 gli è stato assegnato il premio nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il settore “organizzazione della cultura”.

  Consigliere d’amministrazione dell’Università di Sassari dal 1971 al 1979, ha fatto parte del Comitato scientifico della fondazione “Segni”, che gli aveva affidato la custodia delle carte del prof. Antonio Segni (oltre 9 mila documenti).

  È stato presidente del Consorzio interuniversitario per la Scuola di specializzazione per gli insegnanti della scuola secondaria.

  È stato presidente dell’Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell’Autonomia.

  È scomparso il 10 maggio 2018.

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