“Mons. Giovanni Melis Fois” di Mons. Pietro Meloni già vescovo di Nuoro

Convegno di Sorgono del 16 ottobre 2012 -Testimonianza di MONS. PIETRO MELONI

È una grande emozione per me offrire una testimonianza sul venerato vescovo Mons. Giovanni Melis, che mi affidò il suo “pastorale” nella Chiesa Cattedrale alla sua partenza dalla Diocesi di Nuoro, alla quale il Papa Giovanni Paolo II mi aveva inviato come suo successore. Ringrazio l’arcivescovo di Oristano qui presente Mons. Ignazio Sanna, ordinato sacerdote nella Chiesa di Nuoro, e sono grato alla signora Gianna Cubeddu per la testimonianza familiare e toccante sullo zio vescovo di Tempio e di Nuoro, unita alla ricca panoramica sulla figura del vescovo fatta dal professor Lucio Arru e alla confidenza del suo segretario Don Luigino Monni, che hanno fatto vibrare le corde del nostro cuore con la melodia delle corde del cuore di Mons. Giovanni Melis. Tutti noi ringraziamo vivamente Don Antonello Demurtas, parroco di Sorgono, che ha ideato il presente convegno e ha invitato anche il vescovo Pietro a offrire la sua testimonianza.

        Personalmente posso dire di aver vissuto il mio servizio pastorale nella Chiesa di Nuoro all’ombra di Mons. Giovanni Melis, sentendomi sempre suo discepolo. Oggi desidero far risuonare la mia testimonianza per aprire un orizzonte di fede a voi credenti e ai vostri giovani, e a tutte le persone che il vescovo ha incontrato nelle Diocesi di Ampurias e Tempio e nella Diocesi di Nuoro.

        Il piccolo Giovanni ha respirato l’amore di Dio fin dal grembo di sua mamma Sebastiana e anche in quell’attimo in cui ha visto lo sguardo del babbo, tornato per qualche giorno in licenza e morto nella grande guerra quando il bambino aveva due anni. Del suo babbo Efisio lui ha sentito solo misteriosamente il palpito del cuore. Quando è stato ordinato sacerdote non c’era più né la mamma né il babbo, come ora ci hanno ricordato la nipote Gianna e don Luigino, e neanche la sorella Maria era presente alla ordinazione sacerdotale in questa chiesa parrocchiale della Vergine Assunta a Sorgono. Noi vediamo ancora qui il fonte battesimale dove lui fu battezzato novantasei anni fa il 16 ottobre 1916 e celebriamo il suo ricordo in questo giorno anniversario del suo Battesimo.

      Il giorno della morte della sorella Peppina, circa due mesi prima della sua morte,  nell’omelia in questa chiesa Mons. Melis si rivolse a lei dicendo: “Il Signore nell’ultimo giorno ti ha detto: Vieni con me, dammi la tua mano!… E verrà un giorno in cui ci ritroveremo tutti lassù nel Cielo”. E ben  presto anche lui andò incontro a Dio Padre, alla Madre Celeste e a Gesù, dicendo: ”Vieni, Signore Gesù!”. Nell’immaginetta-ricordo questa parola è in latino, come lui l’ha lasciata scritta  nel testamento: Veni, Domine Jesu! Mater mea, fiducia mea!

      Nel testamento spirituale Mons. Melis ci ha trasmesso tutta la sensazione della sua attesa del Signore, che lo chiamò alla vita eterna il 3 settembre dell’anno 2009, festa di San Gregorio Magno, mentre si trovava nella casa delle sue suore a Fonni, dove si era recato per un breve riposo nel desiderio di avvicinarsi alla sua diletta Chiesa di Nuoro. Nella cappella della casa teneva tra le sue mani il Breviario aperto alla lettura dell’Apocalisse: “Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente!… È giunta l’ora!… il tempo di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi …” (11,17-18). E si sentì rispondere dal Signore con la voce dell’Apocalisse: ”Sì, verrò presto!” (22,20).

        Il suo desiderio alla conclusione della vita era la domanda del perdono al Signore e agli uomini. Prima di morire aveva rinnovato il suo testamento, scrivendo: “Alla luce dell’eternità, cui ormai mi sento vicino, valutando meglio il mio operato, le mie intenzioni e i miei rapporti col prossimo, riconosco in tutta sincerità e umiltà di essere ben lontano da quelle virtù e da quella bontà a cui il Signore mi aveva chiamato … Chiedo quindi perdono e misericordia a Te, mio Dio!… E chiedo anche umilmente perdono a coloro che sono stati eventualmente offesi dal mio comportamento; chiedo specialmente perdono ai Sacerdoti, se non li avessi edificati con le parole e con l’esempio … A tutti assicuro la mia preghiera davanti al trono di Dio, dove, per la sua divina misericordia, spero di essere accolto”.

     Giovanni Melis aveva ascoltato la voce di Dio nella sua famiglia fin dalla sua infanzia e dalla sua giovinezza, quando Gesù Sacerdote lo aveva chiamato al sacerdozio nella Chiesa Diocesana di Oristano e poi al ministero episcopale nelle Diocesi di Ampurias e Tempio e di Nuoro. Negli ultimi tempi della sua vita nell’oasi spirituale delle Figlie di San Giuseppe a Genoni scriveva: “Giunto ormai ai limiti della mia esistenza terrena mi è sempre più facile riconoscere che il mio compito essenziale, direi la mia vocazione, è quello di lodare, ringraziare e benedire il Signore”. Questo lo aveva già fatto ringraziando il Signore in tutta la sua vita, possiamo dire dal giorno della sua nascita, che era avvenuta nel giorno della festa della Madonna del Rosario.

       È stato ordinato sacerdote dall’arcivescovo Mons. Giuseppe Cogoni il 13 agosto 1939 proprio in questa chiesa di Sorgono: una scelta che era un po’ rara in quel tempo, nel quale era prescritto che i sacerdoti venissero ordinati nella chiesa cattedrale. Aveva conseguito la laurea in Sacra Teologia nel 1943 nella Pontificia Facoltà Teologica del Sacro Cuore a Cuglieri, dove aveva compiuto i suoi studi biblici e teologici. Fu insegnante nel Seminario Arcivescovile a Oristano e nel Liceo Classico De Castro, dove era ammirato dagli studenti per la sua cultura e la sua affabilità. Assistente Diocesano dell’Azione Cattolica e della Fuci, Parroco della Chiesa Cattedrale e infine Vicario Generale del compianto Mons. Sebastiano Fraghì. L’11 luglio 1963 il Papa Giovanni XXIII lo scelse come vescovo di Ampurias e Tempio. Fu ordinato vescovo nella Cattedrale di Oristano il 28 luglio e il 18 agosto fece il suo ingresso a Tempio e a Castelsardo, guidando la diocesi per sette anni dal 1963 al 1970.

       Partecipò al Concilio Ecumenico Vaticano II, che era iniziato nel 1962. Abbiamo ricordato questa data nel cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio l’11 ottobre. Alla prima sessione del Concilio non partecipò, non essendo ancora vescovo, mentre fu presente alle successive sessioni conciliari fino alla conclusione avvenuta l’8 dicembre 1965. A Tempio, come è stato ricordato, costruì il nuovo Seminario Vescovile, che ancora accoglie tante vocazioni sacerdotali per le quali lui aveva grande cura. Ha istituito alcune nuove parrocchie, ha animato la pastorale della Famiglia, della Scuola, del Lavoro, ha inaugurato la Pastorale del Turismo in Sardegna. Frutto e segno della sua evangelizzazione ad Ampurias e Tempio sono i  due libri di testimonianze: Al servizio della Diocesidel 1968 e Nel nome del Signore del 1970, edito nel 1971.

        Nel 1970, dopo la morte del venerato vescovo Giuseppe Melas avvenuta il 10 settembre, fu eletto da Paolo VI vescovo di Nuoro. E subito inviò ai sacerdoti e ai fedeli il suo primo saluto, dicendo: “Carissimi figli! Fra pochi giorni spero di essere in mezzo a voi, di vedervi, ascoltarvi e di rallegrarmi con voi per la vostra vita spirituale e per le opere di bene, che avete compiuto, a vantaggio della Chiesa di Dio”. Fece il suo ingresso nella Chiesa Cattedrale l’8 dicembre, festa di Maria Immacolata. Fu accolto con entusiasmo dal popolo e dai sacerdoti e si dedicò con tutte le sue energie a quella che già era chiamata “la nuova evangelizzazione”. Il suo incontro col Papa nelle visite “ad limina”, prima con Paolo VI e poi Giovanni Paolo II, lui lo descriveva con questo titolo su L’Ortobene: “Ho visto Pietro”. Riconosceva nel Papa l’Apostolo Pietro e vedeva nel suo volto il volto di Gesù.

       Riuscì a coronare il sogno di Mons. Giuseppe Melas di porre la corona alla Madonna del Monte Gonare, nella solenne concelebrazione del 28 maggio 1972 presieduta dal Cardinale Sebastiano Baggio, che era in quel tempo arcivescovo di  Cagliari, dopo aver celebrato l’Anno Mariano con la “Peregrinatio Mariae”. Celebrò il secondo centenario della fondazione della Diocesi di Nuoro nel 1979 e il Congresso Eucaristico Diocesano. Ha avuto la gioia della beatificazione di Maria Gabriella Sagheddu e di Antonia Mesina: fu lui a rivolgere al Papa Giovanni Paolo II il suo invito alla proclamazione delle due beate, la prima a San Paolo Fuori le Mura il 25 gennaio 1983 e la seconda nella Basilica di San Pietro il 4 ottobre 1987. Proprio qualche giorno fa abbiamo celebrato a Orgosolo il 25° anniversario della Beata Antonia Mesina.

       Gesù Sacerdote ha dato a Mons. Melis la grande gioia di ordinare moltissimi sacerdoti, l’ultimo dei quali a Fonni è stato Don Graziano Muntoni il 6 ottobre 1990. Nella Santa Messa per la tragica morte del nostro sacerdote egli fece la sua commovente testimonianza: “Carissimo Graziano, come è bello per me parlare con te questa sera … Ti ricordi il 6 ottobre del 1990 … tu venisti in chiesa a coronare il tuo sogno di donazione a Dio … Ricordo la tua voce … Sì, lo voglio, voglio essere sacerdote … quasi tremante avevo preso le tue mani tra le mie … in quel momento tu ti presentavi al Signore e univi te stesso alla vittima divina. Questa parola vittima è terribile … Il sacerdote non fa altro che imitare quello che Gesù Cristo ha fatto … Essere sacerdote significava: parlare, soffrire, patire, se era necessario morire … tu Graziano in quel momento hai offerto tutto a Dio, hai offerto te stesso, hai offerto il tuo sangue. Semen est sanguis martyrum. Il sangue dei martiri è un seme … Il sangue versato da un sacerdote può diventare semente di nuovi sacerdoti”.

       La pastorale delle vocazioni è stata sempre al centro dell’azione pastorale di Mons. Melis, grande evangelizzatore anche attraverso la valorizzazione del Settimanale “L’Ortobene”, il più diffuso tra i giornali cattolici in Italia, ardente predicatore del Vangelo nelle omelie, nei discorsi e nei messaggi della Radio Barbagia. Era per lui una grande gioia partecipare alle feste popolari, soprattutto alla Festa del Redentore e della Madonna della Neve, della Madonna delle Grazie, del Monte Gonare, del Rimedio e del Miracolo, dove incontrava gli uomini dei campi, pastori e agricoltori, mentre nelle fabbriche era sempre vicino agli operai, nelle case visitava le famiglie, e dinanzi alle tragedie della violenza fratricida asciugava le lacrime dei familiari delle vittime e le esortava al perdono.

        Era grande la sua sensibilità per la cultura e per l’arte, e nella pastorale del turismo fu uno degli antesignani nella Chiesa Italiana. Nel tempo del Concilio Vaticano II favorì la pastorale missionaria e offrì i suoi sacerdoti alle terre di missione nell’America Latina: due generosi presbiteri sono ancora là in Argentina, Don Diego Calvisi di Bitti e Don Andrea Buttu di Gavoi. Grande fu la sua esultanza nell’accogliere a Nuoro il Papa Giovanni Paolo II il 19 ottobre 1985. Il Papa vide da vicino la sua bontà, la sua dolcezza e la sua fermezza, la sua fede e la sua umanità, la sua dedizione ai poveri, agli ammalati, ai carcerati, ai giovani, ai bambini.

        Mons. Giovanni Melis accolse con entusiasmo la proposta della celebrazione del “Concilio Plenario Sardo” e fu presente alla sua “indizione”  il 6 gennaio 1992 nella Basilica di Bonaria. Suggellò infine la sua sapiente azione apostolica con il “Sinodo Diocesano di Nuoro”, che io considero la più preziosa eredità affidata al suo successore vescovo Pietro e a tutta la Chiesa Diocesana. Il suo magistero dottrinale nella Diocesi di Nuoro è presente nelle sue “Lettere Pastorali” e nei libri che raccolgono i suoi messaggi: Un Anno Mariano per la pacificazione (1972), La mia testimonianza (1974), La Chiesa è Comunione (1980), Pacificazione e comunione (1982), Chiesa di Nuoro in cammino (1985), La Chiesa di Nuoro alle soglie del Duemila (1992), A gloria di Dio a servizio della Chiesa (1994).

     Mons. Giovanni Melis è entrato nella vita eterna all’età di novantatrè anni di vita, settanta anni di sacerdozio e quarantasei anni di episcopato. Ha conosciuto otto Sommi Pontefici: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. All’età di 92 anni ha trovato la forza per andare a Cagliari nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria a salutare il Papa Benedetto XVI che visitava la Sardegna. L’epigrafe che ora viene benedetta perché sempre ricordi il suo servizio apostolico nella chiesa del suo battesimo riecheggia l’epigrafe posta sulla sua tomba nella Chiesa Cattedrale di Nuoro. E in questo tempio dedicato a “Maria Vergine Assunta” farà risplendere la sua devozione alla Madonna, alla quale il suo allievo diacono Tiberio Meloni ha dedicato il libro “La madre del Signore nel magistero episcopale di Mons. Giovanni Melis vescovo di Nuoro” (Olzai 2006). Noi faremo tesoro del suo insegnamento e della sua testimonianza, additando il suo ideale evangelico e mariano alle nuove generazioni.

       Mons. Giovanni Melis ha affidato a Maria la sua vita, la sua missione, la sua Chiesa. E noi lo affidiamo alla Madre Celeste perché lo accolga con il suo figlio Gesù nella gloria del Padre.

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