Santa Luisa de Marillac di Giorgio Bontempi c.m.

Domani, sabato 9 maggio 2020, noi Missionari di san Vincenzo e Figlie della Carità di san Vincenzo celebreremo la solennità di santa Luisa de Marillac: il cuore femminile di san Vincenzo. (12 agosto 1591 – 15 marzo 1660).
Santa Luisa non è molto conosciuta. Infatti, sono molte coloro che portano il suo nome a festeggiare il proprio onomastico il 21 giugno, memoria di san Luigi Gonzaga.
Santa Luisa fu, in un certo senso, offuscata dalla grande figura del santo della carità: Vincenzo de Paoli. Fu l’effetto del maschilismo che predominò per alcuni secoli procurando danni.

Oggi si rischia che il femminismo produca, al contrario, gli stessi danni.
San Vincenzo e santa Luisa ci hanno insegnato che, quando il genio femminile e quello maschile collaborano per compiere la volontà del Padre, il Regno di Dio cresce e si consolida nel mondo e gli ultimi diventano i primi.
Infatti, possiamo affermare che santa Luisa poteva essere considerata ultima nella sua società: figlia naturale in una delle famiglie più in vista di Parigi, quali erano i Marillac, Luisa era cercata per servire, ma era nascosta quando la sua famiglia doveva apparire in pubblico. Nonostante che Luisa sapesse leggere, scrivere, avesse studiato teologia e sapesse dipingere, lo stato in cui era trattata in famiglia alimentò in lei una certa disistima di sé.
Questa si accrebbe quando ella chiese di essere ammessa nell’Ordine delle Clarisse cappuccine – il più rigido dei tre Ordini francescani – e venne rifiutata per motivi di salute.
Nel XVII secolo una donna, specialmente all’interno delle famiglie nobili, o entrava in monastero, oppure doveva accettare il marito che la famiglia aveva scelto per lei. Dimentichiamoci l’amore del matrimonio……!
Luisa dovette sposare Antonio Le Gras un buon uomo a cui partorì un figlio: Michael.
Ella nella Pentecoste del 1623 ebbe una illuminazione (“la lumiere”) in cui lo Spirito Santo sembrò farle vedere quello che sarebbe stata la sua vita negli anni a venire.
Dopo la morte del marito Luisa cadde in una forte depressione, perché si sentì nuovamente abbandonata da Dio.
Fu decisivo l’incontro con Vincenzo de Paoli che, dato il coinvolgimento delle dame di corte, nel sostentamento della carità, frequentava quell’ambiente, là incontrò Luisa.
Egli era un mistico, cioè sapeva vedere il Risorto nella quotidianità, per questo intuì che dietro quella donna, che tutti avevano fatto in modo che si disistimasse, si nascondeva una grande donna!
Il discernimento dei mistici che sa vedere oltre le apparenze! Una donna come Luisa credo che anche oggi farebbe fatica ad essere accettata all’interno degli Ordini, delle Congregazioni e delle Società di vita apostolica. Anche oggi, quante volte si rischia di essere ingannati dalle apparenze. San Vincenzo ci mette in guardia.
San Vincenzo valorizzò santa Luisa, non la plagiò mai. Infatti, insieme organizzarono i gruppi caritativi e soprattutto insieme seguirono lo Spirito Santo nella costituzione delle prime suore all’interno della Chiesa cattolica: furono chiamate dal popolo Le Figlie della Carità. Infatti, fino al 1600 esistevano soltanto le monache di clausura.
Questa grande istituzione nuova aveva come scopo: il servizio dei poveri a domicilio. Erano le suore che, come il Buon pastore, andavano a cercare i poveri, con lo scopo di rialzarli dalla loro condizione. Nel XVII secolo i poveri erano i contadini, i commercianti e altre categorie finite in miseria a causa delle tasse e dei crediti non onorati da parte della corte reale.
San Vincenzo e santa Luisa videro i poveri ed in essi il Risorto.
Questa solennità ci ricorda ogni anno ad avere il discernimento del vedere che la povera vedova pone nel tesoro più dei ricchi.
Questa solennità ci ricorda dobbiamo vedere il Risorto nei fratelli. Vederlo nel silenzio della quotidianità e accoglierlo con amore in coloro che hanno bisogno.
Questa solennità ci ricorda che non dobbiamo fare le cose perché bisogna farle, ma perché il Signore è in mezzo a noi. Il clima delle comunità religiose sarebbe diverso perché i giovani sarebbero attirati dalla loro vita fraterna e dalla loro celebrazione della liturgia.
Vincenzo e Luisa nelle loro comunità avevano creato questo clima e hanno raccomandato ai loro figli di mantenerlo.
Buona festa.
P.S.
A coloro che volesser0 approfondire la spiritualità di santa Luisa indicò l’opera migliore: ASSUNTA CORONA, Donna nella carità, Edizioni, Alzani, Pinerolo, 1991.
Il volume lo si può trovare al Centro Liturgico Vincenziano, Via Pompeo Magno, 21 00192 Roma. Tel. 06 32 16 114.

Nascita 12 agosto 1591
Morte 15 marz01660

il 9 maggio Beatificata nel 1920

Canonizzata  11 marzo 1934

Patrona delle opere sociali

 

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