“Poema del pane” di Pietro Meloni

Fin dalle prime luci dell’aurora
la fiamma scintillante
del forno
in un cantuccio della casa illumina
le donne “pintadoras”
che impastano la candida farina
e infondono alla pasta con amore
il sigillo del cuore.
E per incanto ecco spuntare ardente
tra le vampe del fuoco
sa simula pintada!..
Il profumo del pane
inonda il focolare
di splendente dolcezza
e lieto si diffonde
nei vicoli del borgo.

Il bel pane dipinto
sembra intonar la musica celeste
cantata nella stanza
dal genio delle madri e delle nonne
che raccontano ai figli ed ai nipoti
l’antica meraviglia
delle spighe del campo.

Esulta la famiglia
e fa festa il villaggio
che respira contento
il profumo del pane.
Nella casa ospitale
alla mensa del padre
la madre spezza ai figli
il pane dell’amore
ed i figli sorridono felici
dicendo “grazie” solo con il cuore.

La nostra “madre terra”
sempre ha donato agli uomini
i chicchi del suo grano.

Esce all’alba
ogni giorno a seminare
il buon seminatore
sparge per il suo campo
il germe della vita
e il terreno sorride
divorando il buon seme
mentre il chicco di grano
morendo tra le zolle
germoglia
verdeggiante e stupefatto
e si fa spiga d’oro
come nel giorno splendido
del paradiso in terra.

E come “pioggia e neve
scendono giù dal cielo
per donare alla terra
l’acqua che dà la vita
e il pane da mangiare”,
così i figli di Dio
accolgono felici
la parola del Padre
perché “solo di pane
non può vivere l’uomo
ma l’uomo ha fame e sete
della voce di Dio”.

 

Nel deserto assolato
sgorgò dall’aspra roccia
l’acqua miracolosa
e discese dal cielo
il pane dei viandanti
dolce “pane degli angeli”.
E sempre giorno e notte
nelle case degli uomini
l’acqua dono di Dio
sazia l’ardente sete
e il pane svela ai figli
il soave prodigio dell’amore.

“Beati gli affamati!…”.

Ogni giorno nel mondo
i bambini che soffrono la fame
attendono tremanti
dai cuori generosi
solo un tozzo di pane.
Sì, “beati” saranno “gli affamati”
se  ardente nascerà nei cuori umani
la sete di donare a tutti i poveri
l’abbraccio dell’amore
e “unu bicculu ‘e pane”.

 

Sulle rive del lago
Messia sorrise alla sua gente
che in estasi ascoltava
la Parola di Vita.
Guardandoli negli occhi
vide nei loro sguardi
il volto della fame.
Sedettero sull’erba
e Lui li benedisse
guardando verso il cielo
e il pane di un ragazzo generoso
benedetto da Dio
sfamò la moltitudine.

Il pane del miracolo
risvegliava nel popolo affamato
la storia della manna
dolce dono del cielo
dal gusto soavissimo
dell’amore del Padre.

 

Sulla via della croce il Redentore
“avendo amato i suoi ch’eran nel mondo
li amò sino alla fine”
e nella Santa Cena
benedisse quel pane
lo spezzò con amore
lo diede loro e disse:
“Questo è proprio il mio corpo
offerto in sacrificio
per la vostra salvezza”.

La nostra vita è pane
è pane la speranza
pane è la preghiera.

“Padre che sei nei cieli
dacci oggi il tuo pane
il pane quotidiano
che nutre il corpo e l’anima
e dona a noi tuoi figli
il pane del perdono!”

Benedetto sia il pane
benedetto da Dio
benedetto dall’uomo!

Se il pane cade a terra
lo raccolgo piangendo
e lo bacio in ginocchio.
Sì, il pane dell’uomo
è il pane di Dio.

Il profumo del pane
è profumo di cielo
è profumo d’amore.

+ Pietro Meloni

FESTA di PASQUA dell’anno 2015

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