“Fabio Prùneri, giovane studioso dell’Uniss, ha vinto il concorso nazionale di professore ordinario di storia dell’educazione” di Angelino Tedde

Prof. Fabio Prùneri

Prof. Fabio Prùneri

Sono stati pubblicati gli esiti del concorso nazionale a professore di II fascia (associati) e a professore di I fascia (ordinari) e come in ogni concorso ci sono coloro che non sono passati e quelli che hanno superato le forche caudine di questo nuovo genere di esami che possiamo definire di professori a confronto. Dei docenti delle due Università sarde c’è chi ha vinto e c’è chi ha perso. Nelle due Università insegnano sia docenti d’origine e di formazione sarda e docenti d’origine continentale che, pur continuando a scavare nel loro settore disciplinare, si sono immersi con passione a studiare anche le vicende della Sardegna, in quegli spazi rimasti per tanti versi trascurati dagli studiosi precedenti della disciplina. In questo caso la disciplina è la storia dell’educazione in Italia, isola di Sardegna compresa. quindi Per quanto il giovane professore, del quale pubblichiamo il giudizio collegiale, sebbene si sia misurato con ricerche riguardanti ambiti nazionali e internazionali, non ha dimenticato la terra che lo ha accolto a suo tempo (nel 2000) e che lo ha visto man mano crescere come professore associato e oggi come vincitore dell’abilitazione a professore ordinario in attesa di chiamata con la nuova qualifica. Il giovane studioso del quale parliamo è Prof. Fabio Prùneri, 46 anni, trevigliese, formatosi agli esordi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, alla scuola di Luciano Pazzaglia e poi cresciuto in Sardegna presso l’Università degli Studi di Sassari nella vecchia Facoltà di Lettere e Filosofia, continuando a mantenersi legato alla comunità pazzagliana, ma allargando il suo raggio di interessi sia alla terra che lo ha accolto, la Sardegna, sia estendendo le sue esperienze formative a livello internazionale con periodi all’estero a contatto con le altre scuole europee.

Fabio 3La full immersion in Sardegna gli ha permesso di colmare quel periodo ancora poco illuminato del passaggio della Sardegna al Piemonte (1820-1848) sulla storia dell’istruzione, ben collegandosi ai lavori, sull’Università sassarese, portati avanti dai colleghi più anziani quali Raimondo Turtas, Antonello Mattone Piero Sanna e Giuseppina Fois sia immergendosi nella vasta documentazione raccolta da chi per dieci anni lo ha preceduto nell’insegnamento, in questo caso lo scrivente che, come lui confessa, lo ha incoraggiato a sviluppare il lavoro di scavo lasciato a metà strada dal pensionamento di quest’ultimo.

Si sa che lo studio di comunità minoritarie non sempre è visto di buon grado in ambito nazionale, ma il nostro ha superato il gap consueto allargando gli orizzonti sulla Sardegna a confronto con la Penisola e con l’Europa, dove tra l’altro ha fatto luce sulle affinità e originalità dell’istruzione in Sardegna, senza trascurare i forti influssi piemontesi, ma soprattutto lombardi che hanno interessato l’Isola, grazie ai suoi intellettuali irrequieti e desiderosi di adeguare, nel campo dell’istruzione, la Sardegna ai più avanzati metodi lombardi e mitteleuropei.

Il giovane studioso non è nato in Sardegna, ma ha continuato i suoi studi senza provare alcun senso d’inferiorità con le vicende sarde, ma pur occupandosi di tematiche e metodologie europee e peninsulari ha scavato sulla società e l’istruzione in Sardegna nel delicato periodo della fusione dell’Isola col Piemonte e nei suoi contatti, documentati, con gl’intellettuali lombardi, in primis col Cherubini, filologo e pedagogista milanese e traduttore dal tedesco della Metodica di J. Peitl, per la formazione dei maestri e dei manuali lombardi. Spiccano qui gl’intellettuali sardi quali Giovanni Spano, Maurizio Serra e soprattutto l’enciclopedico e diffusore del metodo lombardo qual è stato Antonio Crispo Manunta, studioso e educatore, preoccupato dell’elevazione della formazione degli scolari della scuola normale (1823-1848). Il nostro studioso però non si è accontentato di seguire semplicemente il filone dell’istruzione in Sardegna, ma ha scavato sulla società sarda sette-ottocentesca, mettendo in risalto fattori di crescita civile che non fosse l’opera repressiva dal famoso vicerè Rivarole (1735-1738), ma l’attività di inculturazione cristiana e di pacificazione delle faide familiari svolta per cinquant’anni dal ben noto gesuita piemontese Giovanni Battista Vassallo (1669-1775) che sapeva penetrare nell’ardimentoso animo dei sardi, facendosi sardo con i sardi e utilizzando anche nelle prediche la lingua locale.

Colpisce, nel resoconto della commissione, il giudizio di eccellente dato a questi lavori sia a quello sull’istruzione sia al vasto contributo sul Vassallo. La Commissione come si potrà leggere ha riconosciuto nei lavori e nel metodo seguito dal docente promosso alla piena maturità scientifica anche originalità.

In effetti il nostro non solo ha approfondito la letteratura sull’istruzione, ma ha consultato gli archivi sardi e continentali per offrire dei lavori nuovi e originali sulla scia dei più anziani colleghi dell’Università di Sassari e del continente, tra i quali il prof. Luciano Caimi che nel suo lustro trascorso a Sassari ha scavato ampiamente sul noto filosofo Antonio Pigliaru dall’ottica educativa e formativa con varie pubblicazioni. Del resto gli scavi sardi del prof. Fabio Prùneri sono stati corroborati dai convegni nazionali e internazionali, organizzati a Sassari, ai quali hanno sempre dato il loro contributo sia la scuola di Luciano Pazzaglia, in primis Angelo Bianchi e il collega Filippo Sani, sia le scuole di storia dell’educazione facenti parti del CIRSE i cui membri arricchirono anche i convegni dello scrivente, in particolare Gian Paolo Brizzi, iniziatore originale di studi sull’istruzione nell’ambito delle comunità sette-ottocentesche in Emilia Romagna e successivamente promotore in Sassari del CISUS e presso l’Alma Mater bolognese del CISUI nazionale e del MEUS nonché della Rivista di Storia delle Università Italiane.

Alla luce di queste considerazioni è giunta gradita a Sassari la notizia della promozione a professore di I fascia del giovane prof. Prùneri che, tra l’altro, ha superato l’esame tra 88 concorrenti, collocandosi in quella risicata percentuale del 10% dei vincitori dei quali solo 3 (lui compreso) su storia dell’educazione.

Mi auguro che una risorsa così eccellente non sia ignorata dalle due università sarde in primis e da quelle peninsulari. Gli scavi sulla storia dell’educazione in Sardegna sono stati aperti, ma occorre ancora insistere per meglio incidere sulle nostre vicende educative e formative del presente.

 Giudizio collegiale unanime della Commissione

 “Il candidato Fabio PruneriIl professore associato dal 2002, ha dichiarato una produzione scientifica costituita complessivamente di n. 48 pubblicazioni, coerenti con le tematiche proprie del settore concorsuale 11D/1. La loro distribuzione sotto il profilo temporale, con particolare riferimento ai cinque anni consecutivi precedenti la data di pubblicazione del decreto di cui all’art. 3 del Regolamento emanato con DPR del 14 settembre 2011, n. 222, concernente l’abilitazione scientifica nazionale, risulta regolare. Il Candidato ha svolto attività di ricerca principalmente su questi temi: storia dell’istruzione e dell’educazione con particolare riferimento alla dimensione regionale. L’apporto personale nei lavori in collaborazione è ben rilevabile. La qualità scientifica (rigore metodologico, innovatività, originalità dei risultati) della produzione del Candidato risulta di livello buono. Tra le monografie “La politica scolastica del Partito Comunista in Italia dalle origini al 1955”, Brescia, 1999; “Oltre l’alfabeto. L’istruzione popolare dall’Unità d’Italia all’età giolittiana: il caso di Brescia”, Milano 2006; “L’istruzione in Sardegna 1720-1848”, Bologna, 2011 sono ritenute di livello eccellente. Tra i capitoli di libro, saggi, articoli sono da considerare di livello buono anche sulla scuola in Sardegna durante il fascismo, 2006, sui periodici della Editrice La Scuola, 2004, fino al recente “Giovanni Battista Maria Vassallo e le missioni popolari nella Sardegna sabauda 1726-1775”, 2012. Le pubblicazioni su rivista, mediamente, sono da ritenere di livello buono. La collocazione editoriale delle pubblicazioni è di livello buono. Tra le pubblicazioni con allegato sono presenti pubblicazioni in lingua straniera. L’impatto della produzione scientifica sul sapere del settore concorsuale è da giudicare di livello medio. Quanto ai titoli diversi dalle pubblicazioni, il Candidato supera due mediane. Di quelli dichiarati, previa valutazione analitica, sono presi in considerazione: responsabilità scientifica per progetti di ricerca internazionali e nazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi che prevedano la revisione tra pari; partecipazione a comitati editoriali di riviste, collane editoriali, enciclopedie e trattati di riconosciuto prestigio; conseguimento di premi e riconoscimenti per l’attività scientifica. Ciò consente di considerare soddisfatto quanto al riguardo stabilito dalla Commissione. Dalla valutazione analitica dei titoli e delle pubblicazioni del candidato Pruneri Fabio emergono elementi che evidenziano l’importanza delle tematiche scientifiche affrontate, il positivo livello della qualità e originalità dei risultati raggiunti nelle ricerche effettuate e il possesso della piena maturità scientifica richiesta per l’accesso alla funzione di professore universitario di prima fascia del settore concorsuale 11D/1. Alla luce di quanto sopra evidenziato, i membri della Commissione esprimono cinque voti favorevoli alla attribuzione della Abilitazione Scientifica Nazionale. Ai sensi dell’art. 8 commi 4 e 5 del DPR 222/2011, delibera l’attribuzione al candidato PRUNERI Fabio dell’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore universitario di prima fascia nel settore concorsuale 11D/1.”

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